Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000

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Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
di Modello, di Intaglio
                                                                e di Cesello
                                                                Scultori e incisori
                                                                da Ladatte ai Collino

                         di Modello, di Intaglio e di Cesello

ISBN 978-88-898-5328-3
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
di Modello, di Intaglio
e di Cesello
Scultori e incisori
da Ladatte ai Collino                                                                  a cura di Giuseppe Dardanello

Studi e ricerche                                           Ignazio Perucca
                                                           Romina Origlia                                       141
Una naturale morbidezza. Francesco Ladatte
da Parigi a Torino                                         Stefano Maria Clemente
Giuseppe Dardanello                                    5   Aurora Laurenti                                      163
Andrea Boucheron argentiere                                I Pellengo
tra Torino, Parigi e Digione                               Aurora Laurenti                                      187
Chiara Genta                                          31
Parigi e Roma nella formazione di un medaglista:
Lorenzo Lavy                                               Materiali e strumenti per la ricerca
Paolo Surano                                          41   Il cantiere degli arazzi di Claudio
«Nel morbido, e finito laudatissimi in Roma».              Francesco Beaumont. Nuove indagini
Gli invii romani dei fratelli Collino                      Ornella Graffione                                    189
Giuseppe Dardanello                                   47   Una devozione «giusta e ragionevole».
L’attività dei Collino a Roma nella corrispondenza         Iconografie dipinte nel Piemonte del Settecento
diplomatica dei ministri sabaudi (1749-1767)
                                                           Sara Martinetti                                      201
a cura di Chiara Carpentieri                          63   «D’elegante e maestosa scultura».
Maestri torinesi e romani per la prima formazione          Rilevamenti dalle relazioni parrocchiali
                                                           di Monsignor Francesco Luserna Rorengo
di Ignazio e Filippo Collino
                                                           di Rorà (1769-1770)
Lucia Bergamo                                         67
                                                           Francesca Romana Gaja e Romina Origlia               207
Giuseppe Antonio Riva «architetto e scultore»
Claudio Bertolotto                                    73   Giovanni Antonio Belmond.
                                                           Un incisore tra Bologna, Parigi e Torino
«La virtù di scultore, et intagliatore».                   Alessia Rizzo                                        213
Botteghe del legno tra ornato e figura
Aurora Laurenti                                       85   Un repertorio di stampe per una famiglia
                                                           di scultori torinesi. Note sull’album Lavy
Scultori, pittori, indoratori nella Carmagnola             Stefano Sereno                                       219
del XVIII secolo
Ilaria Curletti                                       93   Stampe, artisti e collezioni a Parma
                                                           nel Settecento
La bottega di uno scultore in legno                        Chiara Gauna                                         223
nella prima metà del Settecento:
Giovanni Battista Bonzanigo                                Collezioni di stampe a Torino:
Francesca Romana Gaja                                 97   Turinetti e Rignon
                                                           Ilaria Peano                                         235

Repertorio degli scultori
Cartapeste. Francesco Ladatte
e Giovanni Battista Bernero                                Apparati
Giuseppe Dardanello                                  103   a cura di Aurora Laurenti
Giovanni Battista Bernero
                                                           Fonti archivistiche e manoscritte                    242
Alice Aprile                                         119
                                                           Bibliografia                                         243
Giuseppe Antonio e Francesco Maria Riva                    Indice dei nomi                                      253
Sara Martinetti                                      133   Fonti dell’apparato illustrativo                     256
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
Presentazione

Sculture e scultori sono al centro dell’attenzione di questo secondo         dall’altra, sul fronte della corte, alimentato dall’urgenza di aggiorna-      ti, cantorie e cori lignei, la progettazione integrata di interni in stucco e   Ampio spazio è stato riservato alle stampe, ad evidenza strumento
quaderno sul Settecento che porta avanti l’esperienza avviata nel 2011       mento delle professionalità indispensabili alla promozione dell’im-           ornati in legno. Manifestazioni del lavoro artistico che trovavano corri-       ineludibile nel Settecento per orientare l’insegnamento accademico
con la ricerca Beaumont e la Scuola del disegno. A orientare gli studi       magine del sovrano e del governo sabaudo, quali scultori in marmo e           spettivo nell’assiduità delle attenzioni prestate dalle associazioni devo-      come la pratica figurativa di pittori e scultori. Alessia Rizzo ha ri-
sono state anche in questo caso le campagne di rilevamento sul pa-           bronzo, argentieri e medaglisti. Le qualità proprie dei materiali della       zionali al proprio patrimonio di arredo, come emerge dalla penetrante           costruito la figura di un incisore fossanese, Giovanni Antonio Bel-
trimonio artistico in territorio piemontese, avviate grazie al lavoro di     scultura hanno avuto indubbiamente un peso rilevante nel tracciare            indagine documentaria condotta da Ilaria Curletti per Carmagnola e              mond, a partire da una corrispondenza familiare che lo sorprende alle
tesi condotto assieme ai colleghi, gli studenti e i dottorandi in Storia     dei confini tra le esperienze degli scultori, per ragioni dovute alle         come conferma l’inventario della bottega astigiana di Giovanni Battista         prese con le prime frequentazioni accademiche bolognesi per vederlo
dell’arte dei corsi di laurea e del Dottorato in Storia del patrimonio       tecniche o rapportabili alle tradizioni di mestiere e, in misura non          Bonzanigo, indagata da Francesca Romana Gaja. La ricerca di Aurora              poi approdare nello studio parigino di Laurent Cars, portando in luce
archeologico e artistico, in quello che è ora diventato il Dipartimento      trascurabile, per questioni di costi. Il marmo restava cosa per pochi,        Laurenti è invece partita dalle équipes di intagliatori chiamate a interve-     uno straordinario spaccato del quotidiano di un artista, quando non si
di Studi Storici dell’Università di Torino.                                  favorito dal patronato regio, che dal 1737 poteva contare sullo Stu-          nire nell’allestimento degli appartamenti in Palazzo Reale, per associare       trattava soltanto dell’eccellenza dello stile, ma di affrontare e risolvere
Gli obiettivi e gli impegni presi con il primo quaderno restano con-         dio di scultura affidato alla cura di Simone Martinez; le fusioni in          alla pluralità dei nomi che emergono dalla contabilità della Real Casa          problemi figurativi concreti per assicurarsi da vivere. Le pratiche di
fermati: rendere pubblico piuttosto che disperdere il lavoro messo a         bronzo conoscevano una relativa fortuna nel campo delle applicazioni          opere contestualizzate e personalità stilisticamente riconoscibili.             utilizzo e riuso delle stampe, fino al completo esaurimento dell’inven-
punto in sede universitaria e mettere a disposizione strumenti affida-       decorative per l’arredo di interni, così congeniali all’elusivo scintillio    Gli studi sulla scultura lignea a cavallo di ornato e figura si saldano con     zione figurativa, sono ben documentate dalle raccolte grafiche degli
bili e aggiornati per la ricerca e la formazione degli storici dell’arte;    del gusto rococò; la terracotta diventava il materiale preferito per le       gli interventi monografici del repertorio illustrato degli scultori, messo      artisti come quella allestita da Lorenzo Lavy, di cui Stefano Sereno ha
delineare l’identità di un’area culturale riconoscibile in un patrimonio     prime manifestazioni di un raffinato collezionismo di élite; mentre la        a punto per ricucire informazioni già note, ma spesso non facilmen-             potuto provare l’uso quale repertorio di modelli impiegato dallo scul-
di manufatti rilevante per il tessuto storico della regione; allestire un    popolarità dello stucco perdeva terreno rispetto al secolo precedente,        te accessibili, con le nuove acquisizioni di opere, di dati documentari,        tore per il proprio impegno professionale di medaglista.
adeguato repertorio di immagini, per dare figura in questo caso alle         messa in discussione sul fronte della decorazione dai risultati a effetto     cronologici e stilistici, discusse nella preparazione del quaderno. Una         Molte di tali variegate manifestazioni della pratica figurativa finisco-
esperienze degli scultori che alla metà del secolo hanno incrociato le       della quadratura dipinta e, sul terreno della figura, dalla fortunata         operazione verificata nel riscontro con le immagini, montate in una se-         no per saldarsi a diversi livelli con l’accademia quando si vadano a leg-
loro strade rispondendo alle diversificate domande delle committen-          affermazione della scultura in legno. Era il legno intagliato a farla da      quenza funzionale a restituire il percorso figurativo di alcuni scultori,       gere le riflessioni dello Zani commentate da Chiara Gauna a riscontro
ze. La raccolta di questi materiali si prospetta funzionale a preparare il   padrone, indicato nelle città come nelle campagne per gli investimen-         da offrire come affidabile strumento preliminare in vista di una mirata         con le raccolte di stampe parmensi, destinate a sostenere ipotesi di
terreno per interventi di restauro consapevoli che vedano interrogarsi       ti devozionali, dorato e soprattutto dipinto per soddisfare l’urgenza         campagna di restauri. A questo esercizio critico di sintesi sono state          formazione in aperto confronto con le ragioni della storia dell’arte: si
vicendevolmente, affiancati in un percorso comune e parallelo, restau-       di convincente realismo che stava dietro alla domanda per statue e            sottoposte le fortunate esperienze delle botteghe di Giovanni Battista          dibatteva, allo scadere del secolo, se l’accostamento più opportuno per
ratori, giovani storici dell’arte e funzionari degli uffici di tutela, per   macchine processionali. La cartapesta ne poteva costituire una valida         Bernero, Giuseppe Antonio e Francesco Maria Riva, Ignazio Perucca,              l’apprendimento e la pratica professionale degli artisti dovesse passare
trovare nelle rispettive competenze risposte all’altezza dei problemi        alternativa, addirittura più apprezzabile e competitiva quando, come          Stefano Maria Clemente e dei Pellengo, affidate rispettivamente alla            per via di modelli stilistici – le Scuole – iconografici o compositivi. Il
posti dal contesto storico e di conservazione dei manufatti artistici.       accadeva eccezionalmente in Piemonte, veniva affidata al talento pla-         cura di Alice Aprile, Sara Martinetti, Romina Origlia e Aurora Lauren-          portato di questo primo affondo su materiali che aprono prospettive
La realtà odierna pare poco disponibile a riconoscere le ragioni della       stico dei più quotati scultori di corte.                                      ti, isolando il caso peculiare della produzione in cartapesta riferibile ai     nuove, anche sul piano internazionale, alla ricerca sulle stampe, potrà
conservazione, e l’idea di una tutela attiva e consapevole della nostra      I percorsi di formazione e i viaggi degli scultori valgono per quanto le      modelli di Francesco Ladatte, ancora coadiuvato da Bernero, affrontato          trovare un produttivo terreno di riscontro in mirate campionature di
memoria storica si trova più che mai assediata da ambigui e prete-           opere da questi realizzate ne riflettono le esperienze visive e professio-    da chi scrive.                                                                  verifica sulla produzione figurativa e offrire motivate ragioni di inda-
stuosi progetti di valorizzazione, che non sono neppure in grado di          nali, ma anche perché offrono un punto di osservazione privilegiato sul       L’ultima parte del volume – materiali e strumenti per la ricerca – è            gine sul collezionismo delle stampe, nel caso torinese delle raccolte
rapportare a una nozione di qualità le ragioni di un patrimonio ar-          circuito internazionale dell’arte contemporanea, che allora si confron-       dedicata all’avvio di una riflessione su problemi aperti nel corso della        dei Turinetti e dei Rignon illustrato da Ilaria Peano.
tistico, come quello piemontese, considerato a torto minore. Volu-           tava con i centri di elaborazione del gusto, Parigi e Roma. Ne davano         precedente indagine sulla Scuola del disegno. Dalla disamina dei fondi          Nel ringraziare i colleghi e tutti gli autori per il contributo che han-
tamente provocatoria in tal senso è l’arma dei Turinetti di Pertengo         testimonianza Francesco Ladatte e i fratelli Collino, non osservatori         documentari sugli arazzi, condotta da Ornella Graffione a confronto con         no voluto offrire ai lavori del seminario e ai contenuti del quaderno,
sul portale di Villa La Moglia, presso Chieri, illustrata in copertina:      passivi o semplicemente ricettivi di quanto accadeva nelle due capitali       i disegni di Beaumont al Museo Civico di Torino, è emersa una coeren-           vorrei segnalare il particolare merito dell’opera di redazione pilotata
si tratta di un capolavoro di Francesco Ladatte, i cui putti trovano i       dell’arte, ma figure di primo piano per le stagioni in corso nella Parigi     te contestualizzazione dell’attività di pittori e arazzieri all’interno di      con trascinante energia da Ornella Graffione e sostenuta dalla punti-
propri compagni di gioco nei gruppi in piombo degli Elementi ora al          degli anni Trenta e Quaranta e nella Roma dei due decenni successivi;         Palazzo Reale, e il ruolo determinante giocato dall’arazzeria nell’orien-       gliosa competenza di Sara Martinetti. Un grazie dovuto va agli amici
Metropolitan Museum di New York; e mentre dello stesso Ladatte               interpreti consapevoli e criticamente attrezzati del mai spento dibattito     tare le modalità dell’insegnamento e gli esiti stilistici della Scuola del      dell’Associazione Guarino Guarini, per aver sostenuto la nostra ini-
il Museo del Louvre è disposto ad acquistare sul mercato antiquario          tra antico e moderno, contribuirono in prima persona alla straordinaria       disegno. Sara Martinetti si è interrogata sulla pervasiva presenza delle        ziativa con un impegno che è andato al di là di una formale ospitalità,
due ventole in figura di Nettuno e di Zefiro per esporle al Département      apertura al pubblico della produzione figurativa innescata a Parigi dalle     pale d’altare inviate dai pittori torinesi in vaste aree del territorio pie-    condividendo un oneroso compito organizzativo, ricaduto soprattutto
des objets d’art, l’arma in piombo dei Turinetti resta sconosciuta e         mostre dei Salons e alla riflessione su di una nuova antichità allarga-       montese, disponendo i primi importanti tasselli per una riflessione sulle       sulle spalle di Cecilia Castiglioni. Non minore gratitudine dobbiamo
dimenticata dietro l’angolo, sottoposta all’ingiuria di un irresponsa-       ta, avviata a Roma nella cerchia del cardinale Alessandro Albani. Per         iconografie dipinte che apre promettenti spiragli per ipotesi di ricerca        ai grafici dell’Editris, per la tollerante competenza con cui hanno sa-
bile abbandono. Anche se oggi è perlomeno azzardato auspicare che            Ignazio e Filippo Collino la lettura in presa diretta, colta e aggiornata,    ancora in buona parte da esplorare. Francesca Gaja e Romina Origlia             puto ingabbiare nelle pagine del quaderno materiali tanto eterogenei,
la comprensione e la cura del patrimonio artistico possa diventare           di tali vicende è registrata da Lucia Bergamo nello stretto contatto con      hanno messo a fuoco le potenzialità della fonte delle Relazioni Parroc-         quanto l’esuberanza dei loro autori.
una dimensione lavorativa e di occupazione gratificante per le risorse       maestri della scultura e della pittura moderna, da Maini a Della Valle,       chiali per il rilevamento statistico di usi, consuetudini e terminologie
intellettuali e umane preparate e pronte a dedicarvisi, è in questa          da Costanzi a Batoni. Chiara Genta e Paolo Surano si sono dedicati a ri-      relative alla presenza di statue nelle chiese della diocesi torinese.                                                               Giuseppe Dardanello
direzione che vorremmo lavorare. A offrirne l’opportunità è ancora           costruire le tappe dell’apprendistato – programmaticamente orientato
la Compagnia di San Paolo, che ha voluto sostenere il progetto con           dai più accreditati orafi e medaglisti delle due capitali – dell’argentiere
l’apertura di bandi di restauro orientati sui pittori e sugli scultori che   Andrea Boucheron, a Parigi presso Thomas Germain, e del medaglista
hanno dato forma alle manifestazioni figurative oggetto degli stu-           Lorenzo Lavy, prima nella capitale francese in contatto con François-
di del quaderno. L’obiettivo è restituire alla collettività i documenti      Joseph Marteau, poi presso la Bottega della Lupa degli Hamerani in
figurativi che le appartengono, dotati non soltanto di una durevole          Roma.
integrità materiale, ma anche della propria vitale identità storica.         Le collaborazioni professionali, o associazioni temporanee di impresa,
Gli studi e le ricerche nella prima sezione del volume presentano i          come diremmo oggi, sono il filo conduttore delle esperienze dell’inta-
risultati di un’ancora parziale mappatura dei manufatti scultorei con-       glio ligneo maggiormente coinvolte sul fronte decorativo. Si inizia con
servati nei territori che si irradiano dalla capitale sabauda. Ne emer-      Giuseppe Antonio Riva, di cui Claudio Bertolotto ha restituito l’arti-
ge una realtà di presenze figurative e decorative che ha lasciato sul        colato quadro di attività tra intaglio ornamentale, scultura di figura,
terreno le tracce di un investimento nei materiali della scultura da         interventi architettonici e disegno per gli stucchi attraverso un percorso
una parte sostenuto dalla forte domanda delle comunità parrocchia-           biografico che consente di entrare nel vivo di una quotidianità che si
li e delle associazioni religiose di laici, confraternite e compagnie;       misurava nella fabbricazione di casse d’organo, l’allestimento di pulpi-
2                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   3
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
Segreteria di redazione:
                                                                    Ornella Graffione                                                                         Una naturale morbidezza. Francesco Ladatte da Parigi a Torino
                                                                    con la collaborazione di Sara Martinetti                                                  Giuseppe Dardanello

università degli studi di torino                                    © 2012 Copyright degli autori
            Dottorato in Storia                                     per i testi e le fotografie:                                                              Tutta l’opera di Ladatte è improntata dalla            Salons che parla di tredici sculture in terracot-       marsi al modello tradizionale della commit-
  del patrimonio archeologico e artistico                           Alice Aprile, Lucia Bergamo,                                                              sua abilità nel modellare. Una qualità soste-          ta, una in creta, due in stucco, una in bronzo          tenza univoca del re e della sua corte. Inoltre,
                                                                    Claudio Bertolotto,                                                                       nuta da un talento inventivo versatile che lo          (delle restanti tre non è specificato il materia-       per ragioni ancora in parte da chiarire, Carlo
                                                                    Chiara Carpentieri, Ilaria Curletti,                                                      portò a elaborare un orientamento di gusto             le) e guardando alle altre opere realizzate in          Emanuele III decise di relegare l’attività dello
                                                                    Giuseppe Dardanello,
Il quaderno è stato realizzato con la collaborazione                Francesca Romana Gaja,
                                                                                                                                                              spiccatamente personale, a sviluppare le pro-          Francia: le due statue di Saint-Louis-en-l’Île          scultore alle sole opere in bronzo, costringen-
della Associazione Guarino Guarini                                  Chiara Gauna, Chiara Genta,                                                               prie idee su di un ampio ventaglio di soggetti         e la Madonna della Cattedrale di Reims, in              dolo a un drastico ridimensionamento nell’at-
                                                                    Ornella Graffione, Aurora Laurenti,                                                       applicandole ai più diversi materiali scultorei        stucco, la statua di Luigi XV a Rouen – di              tività di plasticatore fino allora esercitata pre-
                                                                    Sara Martinetti, Romina Origlia,                                                          e a proporre modelli che furono poi realizza-          cui si conserva ancora una fotografia del ba-           valentemente in terracotta e in stucco. Tutta-
Il quaderno è pubblicato grazie                                     Ilaria Peano, Alessia Rizzo,                                                              ti anche da altri artisti. I materiali impiegati       samento in guisa di trofeo – e il rilievo del           via, in forma non ufficiale e sotto traccia, in
al contributo della                                                 Stefano Sereno, Paolo Surano                                                              da Ladatte sono indicativi della propensione           Martirio dell’apostolo Filippo per Versailles in        virtù del talento che gli veniva riconosciuto
                                                                                                                                                              a lavorare dei media in pasta malleabile – la          bronzo, cui vanno ancora aggiunti i rilievi,            da alcuni artisti e intendenti d’arte nel con-
                                                                                                                                                              terra, cotta e cruda, la cartapesta, la cera e i       presumibilmente in terracotta, delle due pro-           flittuale milieu dei consiglieri che gravitava
                                                                    © 2012 Editris Duemila snc, Torino                                                        metalli di fusione, il piombo, il bronzo, l’ar-        ve di concorso all’Académie Royale nel 1728             attorno al sovrano, Ladatte continuò a orien-
                                                                    ISBN 978-88-898-5328-3                                                                    gento – a riscontro invece di un numero piut-          e 17292.                                                tare il gusto figurativo torinese, in scultura
                                                                                                                                                              tosto limitato di opere scolpite in marmo,             A Torino non esisteva nulla di analogo a quel           come in pittura, suggerendo dietro le quinte
                                                                                                                                                              per via di togliere. La sua attività matura,           contesto di avanguardia con cui iniziava a mi-          una linea che finì per influenzare sensibilmen-
                                                                                                                                                              dopo un percorso di formazione internaziona-           surarsi la produzione artistica dell’intera Eu-         te importanti opere commissionate dal re ad
                                                                                                                                                              le vissuto tra Parigi e Roma e per la maggior          ropa, con esperienze che per la prima volta si          altri artisti, a partire da quelle affidate al regio
                                                                                                                                                              parte condiviso con l’amico Carle Vanloo, si           aprivano al mercato e a un pubblico allargato           scultore in marmi Simone Martinez4. Il suo
                                                                                                                                                              concretizza in due periodi che si possono di-          sollecitando discussioni e riflessioni aperte e         magistero si rivelò determinante per la for-
                                                                                                                                                              stintamente isolare in ragione del sensibile           dirette sulle opere d’arte, di cui restano vivide       mazione degli scultori della successiva gene-
                                                                                                                                                              condizionamento esercitato dalle differenti            testimonianze gli scritti di Denis Diderot e            razione, i fratelli Ignazio e Filippo Collino e
Ringraziamenti                                                                                                                                                committenze che fu chiamato a soddisfare:              i disegni di Gabriel de Saint-Aubin3. Nella             Giovanni Battista Bernero, e giunse a segnare
La gratitudine degli autori va a tutti coloro che nelle istituzioni da loro rappresentate hanno sostenuto e                                                   da una parte il grande pubblico dei Salons e           capitale sabauda, le occasioni lavorative per           la produzione decorativa di un intagliatore in
voluto agevolare le ricerche per questo quaderno, a partire dai funzionari della Soprintendenza per i Beni                                                    il mondo accademico nella Parigi degli anni            Ladatte tornarono inevitabilmente a confor-             legno come Giuseppe Antonio Riva5, mentre
Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte: il Soprintendente Edith Gabrielli con Annama-                                                           trenta e quaranta del Settecento; dall’altra il
ria Bava, Massimiliano Caldera, Walter Canavesio, Mario Epifani, Franco Gualano, Cristina Mossetti,                                                           riferimento, praticamente esclusivo, alla sola
Paola Nicita, Elena Ragusa, Rossana Vitiello e presso lo stesso ufficio, la responsabile della Fototeca                                                       figura del sovrano nella funzione di regio
Antonella Affronti.
Non da meno è la riconoscenza nei confronti degli Uffici Diocesani per i Beni Culturali Ecclesiastici
                                                                                                                                                              scultore in bronzi esercitata dal 1745 a Tori-
e i loro responsabili: per il Piemonte e la Valle d’Aosta l’incaricato regionale don Valerio Pennasso; il                                                     no per Carlo Emanuele III.
responsabile dell’Ufficio Arte e Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Torino, don Luigi Cervellin; il rettore                                                   La terracotta fu la materia da lui preferita per
del Santuario della Consolata, don Marino Basso; padre Giuseppe Goi, della Congregazione dell’Ora-                                                            le sculture presentate tra il 1737 e il 1743
torio di Torino. Particolare gratitudine dobbiamo a tutti quei parroci, sacrestani e custodi che hanno                                                        ai Salons parigini, di cui Ladatte non mancò
aperto le porte delle loro chiese mettendo a disposizione conoscenze e tempo prezioso.                                                                        una manifestazione esponendo una ventina di
A Torino non è mai venuta a mancare la collaborazione di numerosi istituti culturali e dei loro respon-                                                       opere registrate nei libretti di quell’evento,
sabili: all’Accademia Albertina di Belle Arti, Nicola Maria Martino e Francesca Petrucci; all’Archivio                                                        che allora si teneva ogni anno nella Cour carré
Fotografico della Fondazione Torino Musei, Riccardo Passoni e Michela Cometti; alla Biblioteca Nazionale                                                      del Louvre. Si trattava di bozzetti o model-
Universitaria di Torino, Andrea De Pasquale e Franca Porticelli; presso il Consorzio per la Valorizzazione                                                    letti per alcune importanti iniziative di pro-
Culturale “La Venaria Reale”, Silvia Ghisotti e Donatella Zanardo; presso il Laboratorio fotografico del Di-                                                  mozione regia, come la statua di Luigi XV
partimento di Studi Storici dell’Università di Torino, Paolo Giagheddu; alla Fondazione Accorsi-Ometto,
Luca Mana; a Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica, il direttore Enrica Pagella e il conservatore
                                                                                                                                                              per il Palais des Consuls di Rouen, il rilievo
Clelia Arnaldi di Balme; a Palazzo Reale, il direttore Daniela Biancolini e Enrico Edoardo Barbero; presso                                                    con il Martirio di san Filippo per un altare la-
la Regione Piemonte, la Direzione Cultura, Turismo e Sport - Settore Residenze, Collezioni Reali e So-                                                        terale nella cappella della Reggia di Versail-
printendenza Beni Librari, il responsabile Raffaella Tittone e Graziella Mare.                                                                                les, il monumento funebre per il cardinale de
In Italia e all’estero hanno dato un fondamentale contributo alla ricerca: il conservatore dell’Accade-                                                       Fleury; o da mettere in relazione con rilevanti
mia Nazionale di San Luca a Roma, Angela Cipriani; al Musée des Beaux-Arts di Chambéry, Antonia                                                               commissioni di arte sacra, come le Madonne
Coca; al Minneapolis Institute of Arts, Eike D. Schmidt, James Ford Bell Curator of Decorative Arts                                                           con il Bambino per la chiesa di Saint-Louis-
and Sculpture; al Musée du Louvre a Parigi, Guilhem Scherf, Conservateur en chef au département                                                               en-l’Île a Parigi e per la cattedrale di Reims;
des Sculptures.                                                                                                                                               ma potevano essere anche opere di invenzione
Un grazie particolarmente sentito agli studiosi e agli amici che a vario titolo hanno fornito indicazioni                                                     non necessariamente suggerite da una com-
e suggerimenti confluiti nel volume: Walter Accigliaro, Stefano Accornero, Stefano Annone, Ezio e                                                             messa, presentate al Salon per farle conoscere
Nadia Benappi, Patrizia Bagliano, Fabiana Borla, Roberto Caterino, Stefano De Martino, Michela di
Macco, Elena Di Majo, Peter Führing, Silvia Ferrero, Michelangelo Fessia, Simona Gallina, Giovan-
                                                                                                                                                              al pubblico e alla critica, e in un caso si trat-
na Galante Garrone, Gianfranco Garavelli, Giorgio Garavelli, Guido Gentile, Luisa Gentile, Franca                                                             tava delle prove preparatorie per il proprio
e Valeria Giacosa, Marcella Graffione, Cesare Matta, Miranda McLaughlan, Riccardo Moselli e Maria                                                             morceau de réception da presentare all’Académie
Maddalena Barrera, Vittorio Natale, Davide Pescarolo, Alice Pierobon, Silvia Piretta, Gianni Pron, Ada         In copertina                                   Royale de Peinture et de Sculpture, la Giudit-
Quazza, Tonino Rizzi, Paolo Robino, Giovanni Romano, Giovanna Sapori, Maria Paola Soffiantino,                 Francesco Ladatte, Arma dei Turinetti          ta con la testa di Oloferne, ora al Louvre1. La pre-
Gelsomina Spione, Alberto Tealdi, Roberto Toffanello, Bruno Toscano, Tarcisio Vergnano, Maria Carla            di Pertengo, piombo, particolare, 1759.        dilezione per i materiali malleabili è attestata
Visconti, Clara Vitulo.                                                                                        Chieri, Villa La Moglia, portale d’ingresso.   da una contabilità delle prove presentate ai           Francesco Ladatte, Basamento per la statua di Luigi XV, bronzo, 1739 circa. Già Rouen, Palais des Consuls.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  5
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
l’applicazione a soggetti di genere favoriti
                                                                                                                 dal gusto contemporaneo aprì la strada an-
                                                                                                                 che in Piemonte a nuove forme di collezio-
                                                                                                                 nismo. Il gran numero di repliche e varianti
                                                                                                                 dei piccoli gruppi in terracotta dei giochi di
                                                                                                                 putti allusivi alle Stagioni o agli Elementi, per
                                                                                                                 lo più ritenuti dei modelletti relativi all’im-
                                                                                                                 presa dei piombi fusi per i giardini reali nel
                                                                                                                 1745-1747, è sintomatica di una predilezione
                                                                                                                 specifica per un genere esemplare del gusto
                                                                                                                 del Settecento che a Torino, grazie a Ladatte,
                                                                                                                 finì per sollecitare la fioritura di un fenome-
                                                                                                                 no selettivo di collezionismo delle terrecotte,
                                                                                                                 orientato da un naturalismo gentile e condot-
                                                                                                                 to nel segno della morbidezza.
                                                                                                                 Ai Salons e nelle collezioni parigine
                                                                                                                 La diffusione del collezionismo di bozzetti in
                                                                                                                 terracotta è una novità del XVIII secolo in-
                                                                                                                 nescata principalmente dai Salons, le mostre
                                                                                                                 di arte contemporanea riaperte a Parigi con
                                                                                                                 cadenza regolare dal 1737, dove bozzetti e
                                                                                                                 modelli di pittura e scultura erano sottoposti      Sébastien-Antoine e Paul-Ambroise Slodtz su modello di Francesco Ladatte (1738), Martirio di san Filippo, bronzo, 1746 circa.
                                                                                                                 al giudizio del pubblico e una ristretta élite di   Versailles, Castello, Cappella Reale.
                                                                                                                 amatori prese a contendersi le prove prepa-
                                                                                                                 ratorie per i morceaux d’agrément e de réception    les sculptures même les plus achevées. C’est               animavano la scena artistica parigina – Jean       mento della sua dimora parigina divenne un
                                                                                                                 à l’Acadèmie, che venivano esposte in quella        que comme dans un dessein des yeux fins et                 de Julienne (1686-1766), lo stesso Pierre-Je-      modello di orientamento per le collezioni di
                                                                                                                 sede6. Le ragioni di quella improvvisa fortuna,     éclairés y découvrent tout l’esprit du maître;             an Mariette (1694-1774), Jacques-Onésyme           arte francese contemporanea, e il suo ruolo di
                                                                                                                 che trovava conferma in ambito romano nella         cet esprit créateur, ce feu éticelant et tout di-          Bergeret (1715-1785) – a radunare la più ri-       indirizzo verso «le goût patriotique» veniva
                                                                                                                 collezione raccolta dall’abate veneziano Filippo    vin qui émane de l’âme, et que l’instant de                levante raccolta di terrecotte dei maestri fran-   riconosciuto anche da Mariette11. Nella sua
                                                                                                                 Farsetti tra il 1749 e il 17537 – unilateralmen-    réflexion est si prêt d’éteindre et de faire di-           cesi contemporanei fu Ange-Laurent La Live         residenza arrivò a esporre una cinquantina di
                                                                                                                 te mirata in quel caso ai soli due grandi maestri   sparoître»10.                                              de Jully (1725-1779), dal 1756 Introducteur        sculture di una trentina di autori, in buona
                                                                                                                 del secolo precedente, Bernini e Algardi – tra-     Tra le note figure di amatori-collezionisti che            des ambassadeurs à la Cour de France. L’allesti-   parte opere presentate in precedenza ai Salons
                                                                                                                 evano origine dal convincimento, sostenuto                                                                                                                        del Louvre. Accanto alle terrecotte preparato-
                                                                                                                 dalle giustificazioni teoriche di Roger de Piles,                                                                                                                 rie per i morceaux de réception di Michel-Ange
                                                                                                                 che le prime forme di studio dell’opera trat-                                                                                                                     Slodtz, Bouseau, Challe, Saly e Falconet, vi
                                                                                                                 tenessero in sé lo spirito e la qualità inventiva                                                                                                                 erano esposte opere di altri contemporanei
                                                                                                                 della creazione artistica in misura molto più                                                                                                                     di Ladatte, Guillaume e Nicolas Coustou,
Francesco Ladatte, Trionfo della Virtù incoronata da genii e attorniata dalle Arti Liberali, terracotta, 1744.   genuina dei manufatti compiuti. «La matière                                                                                                                       Le Lorrain, Bouchardon, Lambert-Sigisbert
Parigi, Musée des Arts Décoratifs, inv. 6313.                                                                    molle du modeleur & l’esquisse sur le papier                                                                                                                      Adam e Pigalle, e di qualche illustre mae-
                                                                                                                 du dessinateur, nous offrent le véritable esprit                                                                                                                  stro delle generazioni precedenti, come Puget
                                                                                                                 de l’artiste: pendant que dans un tableau fini                                                                                                                    e Pierre Legros. Nella collezione di La Live
                                                                                                                 & dans une statue achevée, les détails & les or-                                                                                                                  si trovavano ben quattro pezzi di Francesco
                                                                                                                 nemens ralentissent souvent le feu du génie»,                                                                                                                     Ladatte, tutti molto apprezzati nei commenti
                                                                                                                 scriverà Winckelmann nel 17648, riafferman-                                                                                                                       del catalogo della raccolta redatto con l’aiu-
                                                                                                                 do una posizione già sostenuta in precedenza,                                                                                                                     to di Mariette nel 176412. Il più noto era il
                                                                                                                 con sfumature sottilmente diverse, da Caylus,                                                                                                                     modello preparatorio per il morceau de réception
                                                                                                                 da Mariette e da Diderot9.                                                                                                                                        presentato in marmo all’Académie nel 1741,
                                                                                                                 Le osservazioni forse più lucide sulla nascen-                                                                                                                    la «Judith qui tient la tête d’Holopherne»,
                                                                                                                 te passione per le terrecotte furono avanzate                                                                                                                     ora al Louvre, seguito dal gruppo descritto
                                                                                                                 da Mariette nel 1750 in apertura al catalogo                                                                                                                      come «le Génie des Arts, entouré de plusieurs
                                                                                                                 della raccolta Crozat, nel tracciare i connota-                                                                                                                   enfans qui soutiennent le médaillon du Roi»,
                                                                                                                 ti di una forma di collezionismo riservato a                                                                                                                      verosimilmente da identificare con la terra-
                                                                                                                 pochi raffinati conoscitori dotati di occhi sot-                                                                                                                  cotta del Trionfo della Virtù coronata dai Ge-
                                                                                                                 tili e illuminati, i soli in grado di cogliere in                                                                                                                 nii e circondata dalle Arti liberali, attualmente
                                                                                                                 quelle prove tutto lo spirito del maestro: «On                                                                                                                    conservata al Musée des Arts Décoratifs13; a
                                                                                                                 n’insistera point sur l’excellence des modèles                                                                                                                    quest’ultimo faceva da pendant un altro grup-
                                                                                                                 en terre cuite; tout le monde n’est pas éga-                                                                                                                      po raffigurante «les bains de Diane» presen-
                                                                                                                 lement capable d’en apercevoir et d’en sentir                                                                                                                     tato da Ladatte al Salon del 1741; l’ultimo era
                                                                                                                 les beautés cachées; mais il n’en est pas moins                                                                                                                   un modello in stucco di «une femme assise
                                                                                                                 vrai que pour quelqu’un qui mérite de porter                                                                                                                      près d’une cep de vigne d’où elle prend une
Francesco Ladatte, Trionfo della Virtù incoronata da genii e attorniata dalle Arti Liberali, terracotta,         le nom de véritable connoisseur, ces morce-         Francesco Ladatte, Trionfo della Virtù incoronata da genii e attorniata dalle Arti Liberali, terracotta,      grappe de raisin: un Amour la regarde», ad
particolare, 1744. Parigi, Musée des Arts Décoratifs, inv. 6313.                                                 aux ont peut-être encore plus d’attrait que         particolare, 1744. Parigi, Musée des Arts Décoratifs, inv. 6313.                                              oggi ancora da rintracciare14.
8                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 9
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
circolazione dei repertori di incisioni, ma sono                                                                                                  colati. Sia la compostiera che il servizio da scrit- dell’ostensorio di Meissonnier per le carmelita- A Torino Andrea Boucheron lavorò in più occa-
soltanto parzialmente indicative della produ-                                                                                                     toio presentano in incisione l’aquila coronata, ne di Poitiers. Anche in quest’opera Boucheron sioni per la Confraternita della Santissima An-
zione dell’argentiere36.                                                                                                                          simbolo dell’appartenenza al servizio della corte utilizza un linguaggio misurato, che preve- nunziata, presso il cui archivio si conserva anco-
Della cospicua opera documentata, i rari ar-                                                                                                      di Carlo Emanuele III41. Per quanto riguarda la de l’inserimento di decorazioni rocaille in una ra un disegno dell’argentiere per una croce pro-
genti di Andrea Boucheron ancora conservati                                                                                                       compostiera l’individuazione nei recapiti della composizione lineare e simmetrica, in cui so- cessionale. Il disegno e la descrizione data nei
risentono infatti sensibilmente del periodo di                                                                                                    Real Casa a Boucheron si perde nei generici pa- prattutto gli elementi di raccordo mantengono documenti portano a immaginare una serie di
formazione vissuto a Parigi in contatto con                                                                                                       gamenti per le numerose vasselle. Di servizi da un legame con il repertorio classico. Il cristallo decorazioni in argento e rame, in parte dorate,
Thomas Germain, mediatore tra le nascenti                                                                                                         scrittoio muniti di contenitori per l’inchiostro e al centro della raggiera dorata è avvolto da una applicate a una struttura lignea. Il 17 gennaio
novità della rocaille francese e il classicismo ere-                                                                                              per la sabbia nei pagamenti se ne contano sette, nuvola da cui sbucano le testine di dieci serafi- 1757 la Confraternita ricompensò Boucheron
ditato dal gusto di Luigi XIV, che imponeva                                                                                                       ma tutti antecedenti al periodo in cui Bartolo- ni; la resa spumosa delle nubi, dalla superficie per «la formaz.e degli ornam.ti d’argento alla
ancora composizioni misurate e simmetriche.                                                                                                       meo Pagliani, che impresse il proprio marchio satinata e in alcuni tratti leggermente puntina- Croce nuova p. le Consorelle d’essa Confratt.a»,
Il maestro francese di Boucheron raramente ri-                                                                                                    di controassaggio sul calamaio, svolse la propria ta, ricorda la cesellatura di alcuni particolari nel secondo la deliberazione del 28 maggio 1756
nunciò a riferimenti allo stile Luigi XIV e nel                                                                                                   attività di assaggiatore42.                          calice di Vercelli con Cristo nell’orto degli ulivi. di far realizzare «una croce ornata d’arg.to in-
progetto per un centrotavola datato 1725-1730                                                                                                     Oggetto della mia ricerca sono stati gli argenti La medesima lavorazione si osserva per il nim- serviente alle Consorelle quando vanno alle
si osserva una concomitanza tra i due stili e la                                                                                                  sacri, che ho potuto rintracciare in diverse sedi bo raggiato dell’ostensorio a Settimo Vittone, processioni secondo il disegno, o sia modello
convivenza di elementi naturalistici ispirati al                                                                                                  religiose, a partire da una portella di taberna- verosimilmente databile al 1755 e forse legato presentato poi convenuto circa il prezzo della
vero e partiti decorativi geometrici o stilizza-                                                                                                  colo in argento con il punzone dell’argentie- alla committenza della Compagnia del Santis- fattura e quantità dell’arg.to dal prefato ven.do
ti. Nei quattro rinfrescatoi in argento dorato                                                                                                    re, raffigurante la Cena in Emmaus, conservata simo Sacramento, che nel 1742 aveva ordinato Conseglio col Sig.r Orefice Andrea Bouchero-
all’Ermitage (1731-1732), le rocailles avvol-                                                                                                     presso il Duomo di Cagliari, nella cappella di un nuovo altare in marmi policromi allo scul- ne»51. Oltre al disegno sono riconducibili all’ar-
gono i recipienti, che tuttavia si mantengono          Andrea Boucheron, Servizio da scrittoio, argento sbalzato e dorato, 1753-1761 circa.       Santa Cecilia43. Il rilievo presenta il marchio tore Carlo Giudici di Viggiù49. Tra gli elementi gentiere cinque pastorali conservati tutt’ora
simmetrici nell’impianto generale. Una certa           New York, The Metropolitan Museum of Art, inv. 1997.151.1a, b-4.                           d’assaggio di Giovanni Damodè, attivo alla resi in maniera naturalistica spiccano i tre an- nell’Archivio della Confraternita, tre dei quali
linearità nell’impiego degli ornamenti, unita                                                                                                     Zecca dal 1733 al 175344, periodo indicativo geli a telamone che reggono il fusto dell’osten- verosimilmente identificabili con quelli per cui
al rispetto per la simmetria, si riscontra anche                                                                                                  per la datazione dell’opera che escluderebbe il sorio sulle spalle. Anche in questo caso perline, Boucheron riceve un pagamento di 170.2.9 lire
in un periodo più avanzato, come dimostrano i                                                                                                     riferimento al progetto per l’altare di Carlo Via- fogliette stilizzate e baccellature si alternano a il 16 aprile 175152. I piccoli gruppi scultorei
progetti del 1745 per la toilette di Maria Tere-                                                                                                  na, documentato al 177745. Il coinvolgimento realistiche code di pesce, conchiglie cesellate a rappresentanti l’Annunciazione, coronati da una
sa Rafaela, principessa di Spagna e moglie del                                                                                                    diretto nelle vicende del Duomo di personalità piatto, volute e teste aggettanti di cherubino. raggiera dorata e da nubi spumose, si innesta-
Delfino di Francia37. Un lucido confronto tra                                                                                                     piemontesi tra gli anni venti e cinquanta del Pierluigi Gaglia ha proposto un confronto tra no su di un nodo dorato decorato da serie di
le scelte stilistiche di Germain, cui aderì An-                                                                                                   Settecento può orientare la datazione dell’opera il raggio a Settimo Vittone e l’ostensorio privo fogliette stilizzate orizzontali. La minor raffi-
drea Boucheron, e le novità proposte da Meis-                                                                                                     entro il quarto decennio: l’arcivescovo Giovan- di punzonature rubato nel 1973 dal tesoro della natezza nella resa delle superfici nei pastorali è
sonnier compare nel necrologio che Pierre-Jean                                                                                                    ni Giuseppe Raulo Costantino Falletti governò Collegiata di Chieri e mai più recuperato: evi- anche dovuta alla tecnica di fusione impiegata,
Mariette dedicò a Germain, ritenendolo uno                                                                                                        la diocesi dal 1726 al 1748 ed eresse la cappella dente la ripresa degli angeli a telamone che reg- con esiti più approssimativi rispetto a quanto
dei più grandi argentieri che la Francia avesse                                                                                                   di Santa Barbara nella navata sinistra, dove – a gono lo stelo e forti le similitudini nelle volute ottenibile con l’opera di cesellatura. Dato il co-
mai avuto: «Ce n’est pas que M. Meyssonier ne                                                                                                     a lato dell’altare – si trova il monumento al to- di raccordo tra i vari elementi e nel nodo ornato sto non elevato, circa 57 lire l’uno, comprensive
puisse le lui disputer en certaines parties, mais,                                                                                                rinese Gerolamo Falletti, vicerè di Sardegna dal di cherubini con teste a tuttotondo50.                   di fattura e materiale, si deduce l’utilizzo di una
à tous égards, je trouve M. Germain supérieur.                                                                                                    1731 al 173546.
Son goût d’ornement est plus sage, ses compo-                                                                                                     La lavorazione a sbalzo e cesello della portella
sitions moins fantasques, et, quant à l’exécu-                                                                                                    di Cagliari colpisce per la resa dura e spigolo-
tion, la sienne n’est pas moins brillante. Si M.                                                                                                  sa delle vesti degli astanti, che contrasta con
Germain ne copie pas tout juste l’antique, et si                                                                                                  la morbidezza e la naturalezza con cui sono
pour se prêter au goût régnant, il se livre à des                                                                                                 realizzati i cherubini, i volti e le mani dei tre
formes singulières, il ne donne jamais dans des        Andrea Boucheron, Compostiera, argento sbalzato e cesellato. Collezione privata.           protagonisti, come si ritrova in altre opere di
écarts blamables, et autant qu’il le peut, il em-                                                                                                 Andrea Boucheron, in particolare i rilievi di
prunte de l’antique et des bons maîtres ce qu’ils                                                                                                 Vicoforte. La fisionomia del viso di Cristo e le
ont de beau, et il en embellit sa manière»38.                                                                                                     sinuose ciocche di capelli ricadenti sulle spalle
Come si è accennato, la possibilità di confron-                                                                                                   richiamano il Cristo nell’orto degli ulivi del cali-
tarsi con la produzione profana di Andrea Bou-                                                                                                    ce di Vercelli, attribuito alla collaborazione tra
cheron è fortemente compromessa dalla perdita                                                                                                     Boucheron e Ladatte.                                                                                      Andrea Boucheron, Calice, argento sbalzato,
dei suoi argenti destinati a fine Settecento alla                                                                                                 Una diversa e raffinatissima resa delle superfici                                                         cesellato e dorato, particolare con la Caduta di Cristo,
fusione; tuttavia si sono conservate alcune ope-                                                                                                  si ritrova invece in due ostensori a raggio pun-                                                          1760 circa. Vercelli, Sant’Eusebio.
re di destinazione privata e nuovi ritrovamenti                                                                                                   zonati da Boucheron e conservati rispettiva-
sono stati esposti alla mostra Sacro alla Luna.                                                                                                   mente presso l’Abbazia di Fruttuaria a San Be-
Argenti sabaudi del XVIII secolo alla Fondazione                                                                                                  nigno Canavese e nella parrocchiale di Sant’An-
Accorsi39. Si tratta di un servizio da scrittoio                                                                                                  drea Apostolo a Settimo Vittone47. Sul primo
conservato al Metropolitan Museum di New                                                                                                          non sono finora emerse notizie documentarie,
York, di una compostiera in collezione privata                                                                                                    ma è logico supporre una committenza legata a
e di una paiola di proprietà della Regione Pie-                                                                                                   Carlo Vittorio Amedeo delle Lanze, prelato di
monte in affidamento alla Reggia di Venaria40.                                                                                                    Carlo Emanuele III che ricevette il titolo car-
Anche in queste opere, in particolar modo nella                                                                                                   dinalizio nel 1747 e a cui due anni più tardi fu
paiola, Boucheron non rinuncia a una certa com-                                                                                                   attribuita la giurisdizione dell’Abbazia48. In tal
postezza e al rispetto della simmetria nell’im-                                                                                                   caso il 1749 diverrebbe un termine post quem
pianto; elementi naturalistici, elaborate cartelle                                                                                                per l’esecuzione dell’ostensorio, il cui piede con Andrea Boucheron, Calice, argento sbalzato,            Andrea Boucheron, Calice, argento sbalzato,
e sinuose volute si mescolano a campiture lisce        Andrea Boucheron, Paiola, argento sbalzato e cesellato. Venaria Reale, Reggia di Venaria   il medaglione centrale e le testine angeliche ai cesellato e dorato, 1760 circa. Vercelli,                cesellato e dorato, particolare con la Caduta di Cristo,
e baccellature, innestandosi su geometrici reti-       (deposito della Regione Piemonte).                                                         lati richiama la soluzione utilizzata per la base Sant’Eusebio.                                           1750-1760 circa. Cesena, San Giovanni Battista.
34                                                                                                                                                                                                                                                                                                               35
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
«Padrone della creta»                                 renza del volto che aveva certamente presente           del 1754 e il giugno del 1755, quando furono         sollevarono delle perplessità sulle dimensioni
                                                                                                             L’investimento di lungo periodo sulla forma-          l’ammirato capolavoro della Vestale Tuccia, scol-       lavorate e messe in opera dallo Studio di scul-      del rilievo48 per rilanciare invece la proposta di
                                                                                                             zione del futuro regio scultore, raggiunto a          pita da Antonio Corradini nel 1743. Le copie            tura di Simone Martinez sei tavole di marmo          impegnare lo scultore nella lavorazione di un
                                                                                                             Roma nel 1753 dal fratello minore Filippo,            in marmo dei due busti arrivarono a Torino nel          nella Galleria Beaumont, ovvero le consolles più     gruppo «comandato d’ordine di S.M. e per un
                                                                                                             inviato dal re «per attendere anch’egli allo          luglio del 1754, precedute dalle solite attesta-        tardi dotate del sostegno delle coppie di putti      tavolino delle regie sue stanze»49. Sul sogget-
                                                                                                             studio del disegno, e della scultura» e subito        zioni di comprovata qualità, ricambiate a stret-        scolpite parte da Martinez e parte dai fratelli      to dell’antichità da copiare interveniva perso-
                                                                                                             introdotto al cardinale Albani43, suggeriva di        to giro di posta dal sovrano, che il 31 luglio          Collino e illustrate nel disegno di presenta-        nalmente Carlo Emanuele III ponendo delle
                                                                                                             allargare il repertorio di modelli stilistici da      ordinava una gratificazione di 500 lire da desti-       zione della galleria delineato da Benedetto          condizioni dettate dalle sue bigotte attitudini
                                                                                                             acquisire, inducendo Ignazio a rivolgersi a ori-      nare allo scultore «per animarlo sempre più ad          Alfieri47. La nuova attenzione di natura colle-      di avversione alle nudità, come emerge, non
                                                                                                             ginali da copiare via via più sofisticati e non       applicarsi alla sua professione»46.                     zionistica veniva allo scoperto nel momento          senza qualche imbarazzo dell’ambasciatore Ri-
                                                                                                             sempre allineati alla selezione del classicismo       Gli invii delle opere romane di Ignazio Col-            in cui, dopo essersi confrontato con differenti      vera, dalla lettera del 19 luglio 1755: «avendo
                                                                                                             contemporaneo, quali il busto della Vestale ve-       lino, ormai trasmesse a Torino ogni anno con            esemplari di statue e rilievi, Ignazio passava       terminato il signor Giuseppe [sic] Collino il
                                                                                                             lata ai Musei Capitolini e la testa della Zinga-      regolare continuità, dovettero contribuire a            a misurarsi con i gruppi di scultura. Rivera         gruppo a cui S.M. gli ha comandato di lavo-
                                                                                                             rella in collezione Borghese. Replica romana di       modificare gradualmente l’atteggiamento di              aveva a lungo insistito perché il bassorilievo       rare e che rappresenta il fatto di Lucio Papirio
                                                                                                             un originale greco del IV secolo a.C., per il suo     Carlo Emanuele III e della corte sabauda, che           che celebrava la Protezione accordata dal Sovrano    che fermo alle lusinghe della madre non si la-
                                                                                                             carattere esotico segnalata nel Settecento come       incominciarono a guardare a quegli esercizi di          alle Arti e alle Scienze, modellato in terracotta    scia sedurre ben ché giovinetto, a confidarle il
                                                                                                             statua egizia, quest’ultima era stata restaurata      studio come a sculture adatte ad adornare gli           e vivamente apprezzato da Placido Costanzi,          segreto del Senato, gruppo che fra gli antichi
                                                                                                             verosimilmente da Nicolas Cordier, il quale           appartamenti reali. Un proposito che si mani-           venisse tradotto in marmo per il re. Ma le re-       di pregio è l’unico che siasi trovato qui come
                                                                                                             ne aveva sostituito gli arti e la testa in marmo      festava, in assoluta contemporaneità, tra la fine       azioni da Torino furono piuttosto tiepide e si       desiderava la M.S. senza nudità ed in atto mo-
                                                                                                             nero con integrazioni in bronzo44. Fu proprio la
                                                                                                             capricciosa acconciatura di restauro a stimolare
                                                                                                             la prova di copia di Ignazio, che si dedicò a ri-
                                                                                                             percorrere nel marmo il manierato intrecciarsi
                                                                                                             della capigliatura, senza mancare di interveni-
                                                                                                             re a modificare i tratti, in realtà piuttosto duri,
                                                                                                             del volto lavorato da Cordier, attutendone i
                                                                                                             passaggi in una temperata dolcezza. Un analo-
                                                                                                             go stimolo alla interpretazione di un originale
                                                                                                             antico che andava a sollecitare gli ideali del gu-
                                                                                                             sto contemporaneo per una grazia dolcemente
                                                                                                             seducente, così congeniale allo scultore più
                                                                                                             apprezzato dai fratelli Collino, Filippo della
                                                                                                             Valle, potrebbe aver suggerito la scelta «del
                                                                                                             celebre busto della Vestale di Campidoglio»45,
Ignazio Collino, Zingarella, dall’antico, marmo, 1753-1754. Torino, Palazzo Reale.                           pretesto per il virtuoso trattamento in traspa-

Ignazio Collino, Zingarella,                          Zingarella, Replica romana di un originale greco del   Ignazio Collino, Vestale velata,
dall’antico, marmo, 1753-1754.                        IV secolo a.C. (?) completata da Nicolas Cordier       dall’antico, marmo, 1753-1754.                        Ignazio Collino, Niobe con una figlia, dall’antico, terracotta, 1755-1757.       Ignazio Collino, Lucio Papirio con la madre, dall’antico, terracotta, 1754-1755.
Torino, Palazzo Reale.                                (?), marmo e bronzo. Parigi, Musée du Louvre.          Torino, Palazzo Reale.                                Collezione privata.                                                              Collezione privata.
54                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 55
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
raffiguranti Alessandro il Macedone e sua madre
                                                                                                                                                                      Olimpia13.
                                                                                                                                                                      Queste esercitazioni compiute sull’antico lascia-
                                                                                                                                                                      rono profonde tracce nello stile dei fratelli Colli-
                                                                                                                                                                      no. Lo si può osservare nell’impostazione classica
                                                                                                                                                                      della Fortezza d’Animo, la maestosa statua che
                                                                                                                                                                      realizzarono a Roma tra il 1760 e il 1761 per
                                                                                                                                                                      ornare la Galleria Beaumont di Torino e che ri-
                                                                                                                                                                      prende nella gestualità e nell’orientamento l’A-
                                                                                                                                                                      pollo del Belvedere, studiato da Ignazio nel 175014.
                                                                                                                                                                      Il recupero del modello antico è però tradotto in
                                                                                                                                                                      una chiave assolutamente moderna, attraverso
                                                                                                                                                                      un drappeggio molto ampio e mosso che si spie-
                                                                                                                                                                      ga tra il braccio che sorregge lo scudo e i fianchi
                                                                                                                                                                      della figura allegorica.
                                                                                                                                                                      Come segnala la lettera scritta dal marchese di
                                                                                                                                                                      Gorzegno al conte di Rivera il 21 novembre
                                                                                                                                                                      1748, parallelamente alle esercitazioni sull’an-
                                                                                                                                                                      tico lo studio di Ignazio Collino era proseguito
                                                                                                                                                                      presso il «signor scultore Mayni»15. Al momen-
                                                                                                                                                                      to dell’arrivo del torinese nella sua bottega, l’ar-
                                                                                                                                                                      tista era impegnato nella messa in opera degli
                                                                                                                                                                      stucchi per la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte,
                                                                                                                                                                      nell’esecuzione dei rilievi della Basilica di San
                                                                                                                                                                      Pietro con storie della vita del santo e nel Mo-
                                                                                                                                                                      numento funebre di Scipione Publicola in Santa Ma-
                                                                                                                                                                      ria in Publicolis16. Vernazza scriveva che «pochi      Ignazio Collino, Scena di offerta, penna e inchiostro bruno acquerellato in grigio, 1770 circa.
                                                                                                                                                                      giorni bastarono a far conoscere ch’egli già era       Torino, Biblioteca Reale, Varia 197, dis. 8.
                                                                                                                                                                      in grado tale da non aver bisogno d’altro che di
                                                                                                                                                                      perfezionarsi. Per la qual cosa il Maini lo consi-
                                                                                                                                                                      gliò a frequentare il Campidoglio, e quivi sugli
                                                                                                                                                                      originali studiar con qual arte i sommi scultori
                                                                                                                                                                      avessero eguagliata la natura, ed imitarli, e far
                                                                                                                                                                      da sé», allineandosi in questo modo alle diret-
                                                                                                                                                                      tive suggerite dal cardinale Albani17. Tuttavia,
Apollo del Belvedere, marmo, copia romana di età adrianea da originale greco.      Ignazio e Filippo Collino, Fortezza d’Animo, marmo, 1760-1761.
Città del Vaticano, Musei Vaticani.                                                Torino, Galleria Beaumont.                                                         il 5 settembre 1750 il conte di Rivera segnala-
                                                                                                                                                                      va che il maestro, non vedendosi ricompensato
La terracotta della collezione americana mostra         in marmo per la Galleria Beaumont, già in via          bondanza che l’eccellenza e la maestria con cui        adeguatamente, «trascura affatto presentemente
d’altra parte più significative concordanze con le      di progettazione nel 1758.                             dai greci artefici sono state fatte»11.                il povero giovine […] sino a negargli l’ingresso
figure allegoriche alle testate della Galleria Be-      È del 21 dicembre 1748 la lettera con cui il car-      La corrispondenza tra l’ambasciatore sabaudo           nello studio molte volte che s’è presentato per
aumont, eseguite da Ignazio e Filippo Collino a         dinale Alessandro Albani comunicava al mar-            e il segretario di stato per gli Affari Esteri per-    entrarvi»18; si interrompeva così, dopo neanche
Roma e inviate nella capitale sabauda tra il 1760       chese di Gorzegno, segretario di stato per gli         mette di registrare, a partire dal 1749, lo studio     due anni, l’alunnato di Collino presso Maini, che
e il 17637. La maniera di trattare i drappeggi,         Affari Esteri sabaudo, la notizia di una visita del    sull’antico che Ignazio Collino avviò fin dal suo      peraltro non sembra aver lasciato segni notevoli
l’aria antichizzante, il medesimo orientamento          giovane Ignazio Collino, appena giunto nell’Ur-        arrivo a Roma e che fu sua principale attività per     nell’opera del torinese.
della testa e delle braccia e alcuni accorgimenti,      be «per perfezionarsi nell’arte della scultura»9. Il   i successivi nove anni. Le tredici copie realizza-     Nella stessa lettera del 1750, in cui riferiva
come il tessuto che cinge diagonalmente i fian-         cardinale Albani era celebre a Roma in qualità         te in quel contesto furono tratte dai capolavori       delle incomprensioni con Maini, l’ambasciato-
chi, accomunano in particolare la Giuditta e la         di mecenate e collezionista di arte antica, ma il      classici più apprezzati e maggiormente copiati         re sabaudo scriveva che il «signor Placido [Co-
figura della Rettitudine, realizzata nel 1762-1763      suo interessamento all’arrivo di Ignazio Collino       in quegli anni. Si trattava dell’Endimione dor-        stanzi] ha preso in affezione il medesimo gio-
dallo scultore per la Galleria. Queste convergen-       in città va attribuito al profondo legame che lo       miente, dell’Ercole Farnese, del Gladiatore morente,   vine a motivo appunto della grande abilità che
ze stilistiche si potrebbero mettere in relazione       univa alla corte nel suo ruolo di protettore de-       dell’Antinoo Capitolino, dell’Apollo del Belvedere,    ha conosciuta in esso, pensa di dirigerlo anche
con una lettera scritta il 5 settembre 1750, in         gli interessi sabaudi fin dalle controversie che       di un rilievo tratto dalla Colonna Traiana, del        nell’idea di un basso rilievo d’invenzione, a cui
cui l’ambasciatore sabaudo alla corte di Roma,          opposero il Piemonte e la Santa Sede a partire         bassorilievo dell’Antinoo Albani, della Vestale Ca-    lavorerà in questo novembre»19, nominando
conte di Rivera, alludeva a «una Giuditta che sta       dal 172510. Nella lettera del dicembre 1748 Al-        pitolina, della Zingara Borghese, dei busti di Fau-    per la prima volta il pittore che avrebbe aiutato      Ignazio e Filippo Collino, Umberto omaggia Corrado imperatore, terracotta, 1772-1773 circa.
presentemente lavorando il medesimo virtuoso            bani affermava di aver raccomandato lo sculto-         stina Minore e Marco Aurelio giovane e dei gruppi      Ignazio Collino a raffinare la sua formazione a        Torino, Pinacoteca Albertina, inv. 410.
Collino di propria invenzione», che in una suc-         re piemontese a Giovanni Battista Maini, sotto         di Lucio Papirio e Niobe12. Anche la formazione        Roma tra il 1752 e il 1753. Probabilmente lo           collaborazione con il paesaggista Orizzonte20.          zazione di un bassorilievo raffigurante i Progressi
cessiva missiva, riferendosi alla fragilità dell’o-     cui Collino desiderava lavorare, e assicurava che      del più giovane Filippo Collino passò attraver-        scultore fu indirizzato al nuovo maestro dalla         Costanzi, formatosi nelle botteghe di Francesco         delle Arti sotto la reale protezione, che sarebbe stato
pera, indicava essere di «creta»8. Una datazione        avrebbe dato «allo stesso giovane tutte quel-          so la copia dall’antico a Roma; in partenza per        stessa corte sabauda, vista la grande ammira-          Trevisani e Benedetto Luti, dirigeva nella sua          inviato a Torino l’anno successivo21. Menziona-
della terracotta di Minneapolis al 1750, quando         le direzioni che gli potranno essere di maggior        l’Urbe il 4 settembre 1753, una lettera di Rive-       zione che Carlo Emanuele III nutriva per la            abitazione un’accademia privata dove verosimil-         va nuovamente Costanzi nella lettera del 19 lu-
Ignazio Collino realizzava a Roma la sua Giudit-        vantaggio […] Gli ho inculcato di venire spesso        ra del 14 agosto 1756 lo segnalava «impaziente         maniera di Costanzi, preferito di gran lunga a         mente studiò anche Ignazio Collino. L’amba-             glio 1755, riportando il suo giudizio sul gruppo
ta, la collocherebbe a mezza strada tra la collabo-     da me a mostrarmi i suoi lavori, e sopra tutto gli     […] di dare anch’egli della sua applicazione e         Pompeo Batoni, e al quale erano state commis-          sciatore Rivera scriveva il 29 luglio 1752 che il       di Lucio Papirio e sua madre «eseguito con tutta
razione con Francesco Ladatte, da cui il giovane        ho insinnato che prima di mettersi a modella-          dei progressi […] qualche riprova alla M.S.»,          sionate per Palazzo Reale due sovrapporte nel          pittore non era riuscito a negare al giovane Col-       perfezione» da Ignazio Collino22. Le notizie tra-
scultore aveva appreso a modellare delicatamen-         re attenda qualche tempo a disegnare le statue         motivo per cui realizzava i due bassorilievi an-       1740, raffiguranti Clelia davanti a Porsenna e la      lino di «assisterlo nel disegno, che è quello in        smesse dal conte di Rivera, cui si aggiunsero i
te la terracotta, e l’esecuzione delle quattro virtù    antiche, delle quali in questa città eguale è l’ab-    cora oggi custoditi in Palazzo Reale a Torino,         Continenza di Scipione, e due dipinti realizzati in    che deve ora esercitarsi» e di aiutarlo nella realiz-   commenti entusiasti del cavaliere Ossorio alla
68                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       69
Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000 Di Modello, di Intaglio e di Cesello - Scultori e incisori da Ladatte ai Collino - ISBN 978-88-898-5328-3 - Editris2000
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