Di Gaia Brancati - Forcalsoft.eu
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Le piante Sulla terra esistono vari tipi di piante: legnose ed erbacee a seconda delle dimensioni e della forma del fusto. Il fusto Il fusto tende a crescere verso l’alto. Quando esso è legnoso ed è ramificato si chiama tronco. I tronchi sono rivestiti dalla corteccia che può essere liscia o rugosa. Nel tronco, sotto la corteccia, si trova il legno e al centro c’è il midollo. Quando il fusto è vuoto all’interno si chiama culmo. Quando il fusto è tenero come quello dell’erba si chiama stelo. Lo stelo è sempre di colore verde. I tronchi sviluppano alla loro estremità superiore moltissimi rami. Ai rami sono attaccate le foglie. Vi sono piante in cui il fusto si sviluppa sotto terra e perciò viene chiamato fusto sotterraneo. I fusti sotterranei sono di tre tipi: il rizoma, il tubero ed il bulbo. Il rizoma è un fusto che si sviluppa in senso orizzontale, il tubero è un ramo del fusto sotterraneo che si ingrossa e accumula sostanze nutritive. Il bulbo è un fusto molto corto intorno al quale si sviluppano delle foglie carnose. Il fusto delle piante è percorso da sottilissimi canali situati nella parte più interna del tronco. Essi portano la linfa grezza dalle radici alle foglie. Qui viene elaborata e grazie ad altri canali posti verso la parte esterna del tronco, arriva la linfa elaborata a tutte le parti delle piante.
Le foglie e la fotosintesi clorofilliana Le foglie possono essere di forma e dimensione molto differenti, comunque tutte sono unite al ramo dal picciolo da cui partono le nervature che sostengono il resto della foglia, cioè la lamina. Le sostanze nutritive, assorbite dalle radici e passate attraverso il fusto arrivano al picciolo e alle nervature. A questo punto nella lamina iniziano le trasformazioni come in un vero e proprio laboratorio chimico: l’acqua e le altre sostanze si combinano con l’anidride carbonica che si trova nell’aria, assorbita dagli stomi, e con l’energia del sole viene trasformata da una sostanza detta clorofilla, si trasformano in linfa elaborata, cioè in sostanze che discendono lungo il
fusto ed arrivano ad ogni parte della pianta, ed in ossigeno che viene disperso nell’aria. Questo fenomeno viene detto fotosintesi clorofilliana. Da questo si può capire in caso di siccità il perché non possono crescere piante vicine perché la pianta al buio non si sviluppa. Le piante sono capaci di procurarsi da sole il cibo necessario utilizzando l’aria, la luce solare e le sostanze della terra. Per questo motivo sono chiamate PRODUTTORI.
Le radici Le radici sono molto importanti per la pianta senza di esse non potrebbero vivere, fissano la pianta al terreno, si conservano le sostanze di riserva assorbendo l’acqua e i Sali minerali. Quando il seme germoglia e mette la radice che tende a crescere verso il basso. Pian piano la radice si ramifica e affonda nel terreno. La punta di ogni radice si chiama pileoriza ed è protetta da cellule dure, adatte ad aprirsi la strada tra la sabbia e i sassi del terreno. Poco lontano dalla punta, le radici presentano dei sottilissimi fili chiamati peli assorbenti. Essi servono per assorbire l’acqua nella quale sono disciolti i Sali minerali. Sui pendii delle montagne le radici legano con i loro intrecci il terreno e impediscono le frane. In alcuni casi la pianta deposita nelle radici delle sostanze nutritive buone per l’uomo. Conosce ad esempio quelle contenute nella carota, nella barbabietola e nel rapanello. Le radici sotterranee possono essere divise in: radici fascicolate - formate da un fascio di sottilissime radichette; radici a fittone - formate da una radichetta principale, un po’ ingrossata,
Le radici aeree si sviluppano fuori dal terreno come quelle dei rampicanti. Il fiore I fiori hanno tutti una funzione ben precisa: produrre frutti e semi per dare origine a nuove piante e continuare la specie. Il fiore è formato dal calice, dalla corolla, dagli stami e dal pistillo. Il calice protegge tutte le altre parti del fiore, specialmente durante il loro sviluppo. E’ formato da cinque foglioline verdi chiamate sepali. La corolla è formata dai petali di vario colore e ricchi di sostanze odorose. Ha il compito di richiamare l’attenzione degli insetti. All’interno della corolla si trovano gli stami, filamenti sottili costituiti da una parte superiore ingrossata e generalmente di colore giallo detta antera piena di una polvere finissima: il polline. Al centro del fiore si trova il pistillo simile a un piccolo fiasco; la parte inferiore si dice ovario perché contiene gli ovuli, la parte centrale si chiama stilo che corrisponde al collo della bottiglia e nella parte terminale un ingrossamento detto stimma che serve a trattenere i granelli di polline. Le varie parti del fiore sono unite ad un ingrossamento del gambo o peduncolo chiamato ricettacolo. Il vento l’acqua e gli insetti trasportano il polline dagli stami di un fiore sui pistilli di altri fiori: avviene così l’importante funzione dell’impollinazione. Dopo l’impollinazione l’ovario si trasforma in frutto e gli ovuli in semi.
Il frutto Quando un granello di polline cade sul fiore l’ovario comincia ad ingrossarsi per dare origine al frutto, contemporaneamente gli stami e i petali seccano e cadono. Il frutto si ingrossa, cambia colore fino a diventare maturo e gli ovuli si trasformano in semi che serviranno per la riproduzione della pianta e per la sopravvivenza della specie. I frutti possono essere: carnosi: la parte che avvolge e protegge il seme e succulenta, ricca di acqua e di zuccheri come la pesca, la ciliegia e l’albicocca. Secchi: la parte che avvolge e protegge il seme è dura ed è povera di acqua come la noce, la castagna, la nocciola, i fagioli, il grano, la ghianda, ecc. I frutti falsi: nella mela, nella pera il vero frutto è il torsolo, quello che noi gettiamo e che racchiude i semi. Nella fragola il vero frutto sono i piccoli granelli che sono fuori dal frutto. Molti frutti sono riuniti a grappoli e allora ha la infruttescenza come nel grappolo d’uva e nella spiga di frumento.
Il seme Il seme è un piccolo organo a cui è affidata la conservazione della specie. Non tutti i frutti vengono raccolti dall’uomo. Molti di essi, giunti a maturazione, si staccano dalla pianta, si aprono e liberano semi. La pianta provvede alla disseminazione, cioè alla dispersione dei semi attraverso il vento, l’acqua e gli animali. Quando finalmente il seme trova condizioni favorevoli di umidità, di luce e di calore, germoglia e sviluppa una piantina che cresce rapidamente. Le parti di un seme Nel seme si distinguono le seguenti parti principali: il tegumento o buccia che lo ricoprono. Sotto l’embrione, che è l’abbozzo della futura pianta, una pianta in miniatura ed è costituito da una radichetta, da un fusticino e da una gemma o piumetta. I cotiledoni che sono i veri e propri serbatoi di materiale nutriente, ricchi d’amido, indispensabili per i primi giorni di vita della nuova pianta, fino allo sviluppo della radice delle prime giovani foglie.
sporgenza (embrione) zona d’attacco del seme buccia o tegumento intero diviso a metà piumetta fusticino embrione radichetta i due cotiledoni
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