DESIGN & NEW CRAFT - UniFI
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MD Journal Rivista scientifica di design in Open Access Numero 7, Luglio 2019 Anno IV Periodicità semestrale Direzione scientifica Alfonso Acocella Direttore Veronica Dal Buono Vicedirettore Dario Scodeller Vicedirettore Comitato scientifico Alberto Campo Baeza, Flaviano Celaschi, Matali Crasset, Claudio D’Amato, Alessandro Deserti, Max Dudler, Hugo Dworzak, Claudio Germak, Fabio Gramazio, Massimo Iosa Ghini, Hans Kollhoff, Kengo Kuma, Manuel Aires Mateus, Caterina Napoleone, Werner Oechslin, José Carlos Palacios Gonzalo, Tonino Paris, Vincenzo Pavan, Gilles Perraudin, Christian Pongratz, Kuno Prey, Patrizia Ranzo, Marlies Rohmer, Cristina Tonelli, Michela Toni, Benedetta Spadolini, Maria Chiara Torricelli Comitato editoriale Alessandra Acocella, Chiara Alessi, Luigi Alini, Angelo Bertolazzi, Valeria Bucchetti, Rossana Carullo, Vincenzo Cristallo, Federica Dal Falco, Vanessa De Luca, Barbara Del Curto, Giuseppe Fallacara, Anna Maria Ferrari, Emanuela Ferretti, Lorenzo Imbesi, Alessandro Ippoliti, Carla Langella, Alex Lobos, Giuseppe Lotti, Carlo Martino, Giuseppe Mincolelli, Kelly M. Murdoch- Kitt, Pier Paolo Peruccio, Lucia Pietroni, Domenico Potenza, Gianni Sinni, Sarah Thompson, Vita Maria Trapani, Eleonora Trivellin, Gulname Turan, Davide Turrini, Carlo Vannicola, Rosana Vasquèz, Alessandro Vicari, Stefano Zagnoni, Michele Zannoni, Stefano Zerbi Procedura di revisione Double blind peer review Redazione Giulia Pellegrini Art direction, Federica Capoduri, Annalisa Di Roma, Fabrizio Galli, Monica Pastore Promotore Laboratorio Material Design, Media MD Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara Via della Ghiara 36, 44121 Ferrara Le immagini utilizzate nella rivista www.materialdesign.it rispondono alla pratica del fair use (Copyright Act 17 U.S.C. 107) recepita Rivista fondata da Alfonso Acocella, 2016 per l’Italia dall’articolo 70 della Legge ISSN 2531-9477 [online] sul Diritto d’autore che ne consente l’uso ISBN 978-88-85885-09-7 [print] a fini di critica, insegnamento e ricerca Stampa scientifica a scopi non commerciali. Grafiche Baroncini 2 A. Acocella MD Journal [ 1 ] 2016
MD Journal [ 7 ] 2019 DESIGN & NEW CRAFT 6 Editoriale New Craft e Design. Simmetrie, osmosi e dissonanze Vincenzo Cristallo, Sabrina Lucibello, Carlo Martino Essays 14 New craft Marco Bettiol, Eleonora Di Maria, Stefano Micelli 22 Folklore e delitto Rossana Carullo, Antonio Labalestra 36 Fare design e artigianato Claudia De Giorgi, Valentina Coraglia 46 Forme del craft, forme del progetto Eleonora Lupo 58 Il linguaggio delle cose Stefano Follesa, Francesco Armato 70 Il Design che orienta processi Handmade Maria Antonietta Sbordone, Rosanna Veneziano 82 Post-Digital Craft Jim Stevens 92 L’artigiano “artefice” Olavo Bessa, Silvia Pizzocaro 104 Lo sguardo “strabico” della grafica popolare Daniela Piscitelli 118 Revert to type Alessio Caccamo, Andrea Vendetti 132 Valorizzare l’artigianato con l’audiovisivo Nicolò Ceccarelli 146 La tipografia come new craft Emanuela Bonini Lessing, Fiorella Bulegato, Priscila Lena Farias In copertina Vicky Katrin, Polvere. Manufatti ceramici unici realizzati tramite seconda cottura in cavità scavate nel terreno
[ EDITORIALE ] Un quadro mutevole attraversato da movimentismi Ma- kers, da economie Self Brand, da attività Open Source e da visioni del mondo On Demand. In altre parole un “ambiente laborioso” coinvolto in evoluzioni digitali che sperimentano criteri produttivi e di consumo per arte- NEW CRAFT E DESIGN. SIMMETRIE, fatti sostenuti da nuove reti ideologiche. Nuovo non è più, certamente, il confronto internazio- nale sull’artigianato rilanciato negli ultimi dieci anni da OSMOSI E DISSONANZE saggi in grado di coinvolgere ampi interessi e pubblici diversi: Richard Sennet pubblica nel 2008 Craftsman; Chris Anderson presenta nel 2012 Makers. The New In- dustrial Revolution; Stefano Micelli dà alle stampe nel Vincenzo Cristallo vincenzo.cristallo@uniroma1.it 2011 Il Futuro Artigiano, premio Compasso d’Oro nel Sabrina Lucibello sabrina.lucibello@uniroma1.it 2014. Un panorama arricchito dall’insieme di mostre Carlo Martino carlo.martino@uniroma1.it ed eventi per rilanciare un artigianato tradizionale ed Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura esclusivo, associato in molti casi al mondo del lusso, e al tempo stesso esporne le contaminazioni digital [1]. Segnali manifesti di un dialogo riaperto e fertile tra il fare manuale, “industria” e scienze del progetto già prefigurato da Giulio Carlo Argan alla fine degli anni New Craft e New thinking Cinquanta. Argan rilevava che l’artigianato affiancato Il numero sette di MD Journal si apre a un dibattito di- alle produzioni seriali, potesse, per queste, avere una sciplinare tra i più controversi, quello che storicamente autentica funzione economica, e, oltre a ciò, sosteneva intercorre tra artigianato e design o più generalmente tra che, «poiché ad ogni attività produttiva sociale valida disegno industriale e arti applicate (La Pietra, 2018). Un è necessariamente legato un interesse estetico, l’artigia- parallelo fissato nel tempo da un rapporto complesso e am- nato può ancora produrre valori estetici e rappresentare biguo, acuito in dispute sopraggiunte negli anni Settanta, quindi un fattore concreto e positivo nella situazione sulla base di teorie del progetto pop e radicale, e proseguite […] contemporanea» (Argan, 1959, p. 45). con l’avvicendamento postmodernista che ha imposto la Un artigianato complementare all’industria nel comune frammentazione e la contaminazione dei generi, la polise- fine di contribuire al benessere economico e nel deter- mia dei contenuti, la fusione e la mediazione tra competen- minare – quindi – nuove percezioni estetiche. ze ed esperienze di diverso genere e origine. Ricompare per certi aspetti l’Artidesign, un neologismo È altresì un confronto che richiede di essere scientifica- coniato nel 1991 da Filippo Alison e Renato De Fusco; mente riaggiornato considerando che una nuova rela- un termine dall’incerta fortuna nei campi della critica, zione tra design e artigianato si è venuta alimentando ma di sicuro interesse per la possibilità di cogliere le doti in questi anni all’interno di una cultura plurale che ha dei reciproci scambi tra artigianato e design. Una sorta riconvertito, sulla base di cambiamenti economici e so- di “genere terzo” che dall’arte conquista l’attitudine allo ciali, la disciplina del design e le nozioni di tradizione, sperimentalismo e alla ricerca intorno al bello senza la territorio e localismo. Si tratta di una mutazione che necessità di intercessioni di natura tecnica; dall’artigia- ha compreso non solo le procedure del “saper fare” il nato guadagna l’eredità della tradizione nel solco di una progetto e il prodotto, ma ha investito la dimensione storia che accetta le modificazioni indotte dai dispositivi del manufare in quanto corredo sociale, archivio di co- tecnologici e dai modelli mercantili di domanda e offer- noscenze, fenomeno di integrazione interculturale e di ta; dal “disegno industriale” raccoglie il valore assoluto e riorganizzazione degli ambienti di lavoro. Un processo astratto dell’idea come piano dell’opera, l’attenzione all’u- in divenire per di più condizionato dal modo in cui il so dei materiali nei processi di innovazione, ma soprattut- “concetto fabbrica” ha invaso il sociale, simmetricamente to «quell’ambiguità semantica del termine design come il da come la società tutta ha conquistato lo “spazio fab- riflesso dell’incontro tra cultura industriale e cultura del brica” liberandolo da un simbolico recinto industriale. progetto» (De Fusco, 2012, pp. 131). V. Cristallo Orcid 0000-0003-1543-260X S. Lucibello Orcid 000-0001-6523-4455 C. Martino Orcid 0000-0002-0664-0549 6 → 13 ISSN 2531-9477 [online], ISBN 978-88-85885-09-7 [print] 7 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino
Più recentemente Maurizio Dallocchio riconferma quan- l’influenza reciproca tra il conservatorismo di un pas- to scritto da Argan sostenendo che gli artigiani «sono sato preindustriale e la mobilità (di pensiero e attività) costruttori di valore. Sono ideatori del bello […] Sono imposta da un modernismo, talvolta di maniera. Uomi- persone in grado di fare qualcosa in modo completa- ni capaci di emanciparsi attraverso i mestieri che cam- mente diverso rispetto alla norma e allo stesso tempo biano in una società nella quale le competenze hanno la particolarmente coerente con le esigenze di un nuovo tendenza a diventare obsolete assai rapidamente (Ram- tipo di domanda, quella del gusto crescente, dalla fio- pini, 2010). Si riabilita però la nozione di mestiere arti- rente capacità di spesa, quella consapevole di ciò che giano, vale a dire considerare il lavoro in sé a cominciare va oltre al possesso fine a sé stesso» (Dallocchio, 2016, dal piacere che esso restituisce nel svolgerlo liberamen- p. 17). A settant’anni di distanza, Stefano Micelli – ri- te, indipendentemente da questioni remunerative. Più prendendo la teoria della coda lunga di Chris Anderson propriamente dall’Uomo Artigiano si deve passare a un [2] – si accosta simmetricamente ad Argan riconoscen- modo di “pensare artigiano”, un abito mentale che non do all’insieme delle occupazioni artigianali presenti del può più vestire un’acritica idea di ritorno a un langui- nostro paese, e quindi al valore da queste prodotto, una do passato. Né, tantomeno, quando si invoca il termine consistenza economico-territoriale così rilevante che, artigianato questo può più distinguere una forma d’im- oltre ad essere non sostituibile, si riflette direttamente presa, necessariamente piccola. La realtà svela grandez- sui principi di base che alimentano le ragioni dell’iden- ze operative incerte e mobili in una variabilità di con- tità storico-estetica delle comunità locali (Micelli, 2016). testi territoriali ed economici che ospitano, ad esempio, Contesti tanto più significativi, poiché improntati, in servizi artigiani erogabili in “forma elettronica” senza molti casi a una Digital Economy che riprogramma la perdita di qualità (prestazione mediata o remotizzata) sequenza idea-materializzazione-distribuzione, tale da e altri che richiedono una obbligatoria presenza fisica dare forma a un emblematico “rinascimento digitale” in (prestazione personalizzata) (Micelli, 2011). omaggio al profondo processo di trasformazione sociale, La seconda posizione attiene al rapporto con le tecno- artistico ed economico che regalò al mondo europeo del logie. Digitali per definizione. L’idea di fabbrica diffusa XV secolo un volto del tutto nuovo [3]. che perviene trasversalmente da molti dei saggi si muo- ve in questa prospettiva tecnologica: un luogo di elabo- Percorsi, esperienze e ricerche razione collettiva (comunità di progetto) composto da Obiettivo dichiarato della call è stato quello di appro- numerose propaggini ideative, larghe o dimensional- fondire le relazioni che intercorrono tra design e arti- mente ridotte, per produzioni just in time (Mascheroni, gianato esplorandone, per mezzo di Case History, Best 2010). Si tratta di manifatture che incidono intenzio- Practise e speculazioni teoriche, i punti di forza, le fra- nalmente nelle politiche industriali rivolte a valutare i gilità e la catena dei valori nelle frontiere, talvolta equi- temi della ricollocazione dei beni e servizi all’interno di voche, delle tradizioni locali. Interrogarsi, inoltre, sui mutati fenomeni economici e professionali. Per questo cambiamenti che hanno investito il profilo del proget- motivo se oggi è impossibile richiamarsi a un unico mo- tista e il ruolo dell’impresa. Chiedersi, infine, quali mo- dello produttivo è analogamente improbabile riferirsi a delli di ricerca e quali figure di ricercatore devono essere un’unica figura di progettista [4]. Compaiono in forme introdotte affinché si implementi e si generi innovazione spurie compagini di progettisti, così come si affermano anche nel campo della formazione. Un corredo alquanto produttori e prodotti che danno vita a Make Culture e a ambizioso di domande alle quali l’insieme dei contributi Make Space: attività che trovano nell’ammodernamento pervenuti, realisticamente, a fronte della vastità del tema, dei centri abitati il loro naturale e organico ambiente di risponde in maniera aperta e differente. Pur tuttavia sviluppo. Il progressivo consolidarsi di queste comunità emergono posizioni che testimoniano una problemati- digitali nei processi ideativi incide inoltre direttamente cità argomentativa esemplare nell’accertare il ripetersi di nelle pratiche della ricerca sperimentale da cui nascono alcune tesi, nel farne emergere alcune di inedite e per os- Star-Up che alimentano spontaneamente tesi a supporto servare il trasformismo di alcuni apparenti postulati. del New Craft. L’Olanda e l’Inghilterra rappresentano l’e- La prima tra queste è quella dell’Uomo Artigiano: in picentro di questa sorta di Craft Renaissance. In questa fondo non esiste. Compare ancora nell’estensione figu- area geografica è iniziata la meccanizzazione e li è pure rata che propone Sennet, ovvero un individuo iconico stata annunciata la sua crisi. In Olanda, in particolare, che amministra ora, attraverso la retorica delle mani, fin dall’arrivo di Droog Design, a metà degli anni No- 8 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino 9 V. 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vanta, l’artigianato è stato fatto coincidere con il bisogno esercita nella ricaduta tecnica e culturale derivante da di un più radicato contatto con i temi della riorganizza- un articolato confronto tra artigianato (storico) e design zione urbana. Gli oggetti realizzati con queste premesse (contemporaneo) riproposto ciclicamente nella comple- sono stati percepiti come portatori di rinnovate abilità mentarità dei rispettivi assunti. Una sorta di contro- sociali (Antonelli, 2011). versia che prevede il superamento dei rispettivi dogmi Tornando a riflettere sul tentativo di aggregare in una per accogliere le istanze di una società la quale non si qualche misura i contenuti dei singoli testi, si possono riconosce in una tradizione annichilita dallo standard e circoscrivere, con le cautele del caso, tre aree tematiche da mestieri Handmade contrassegnati da individualismi alle quali assegnare ambiti d’interesse critico-speculati- febbrili. Tutti possono essere, nelle rispettive mansioni, vo. La prima di queste si accosta alla sfera del moderno portatori di utili e sinergiche competenze. artigianato con un’attenzione pluridisciplinare e storio- Il contributo di Carullo e La Balestra osserva i territori grafica e pertanto con inclinazioni a relazioni più aperte in comune tra design e artigianato traguardandoli dal e non liminari. Alla seconda possiamo ascrivere il tema punto di vista della stratificazione folcloristica, una “ca- delle azioni sul campo dalle quali osservare il New Craft tegoria” alla quale poter attribuire un corredo valoriale in proporzione al manifestarsi di tracce Design Driven. persistente per l’inalienabilità del suo contenuto storico. Da queste pagine emerge come la ricerca applicata sia La storia come regno della lunga durata rappresenta una una strada maestra per la sperimentazione progettuale riserva di conoscenze e saperi nella quale naturalmen- e non secondaria per verificare ipotesi teoriche. La terza, te si esprime l’artigianato che, in ragione di ciò – come meno prevedibile, chiama in causa la comunità scienti- l’arte - può evitare la scadenza dei suoi beni (De Fusco, fica nella sua componente dedita allo studio della grafica 2012). Il folclore, parola complessa e densa di equivoci e della comunicazione visiva: dall’audiovisivo ibridato, ai quali è sempre necessario reagire, può allora dialo- come strumento di valorizzazione dei luoghi (audiovi- gare con il design in virtù della sua tensione ideologica sivo + exhibit + experience), si passa alla trasposizione verso un’innovazione che, se privata di pregiudizi ico- e sedimentazione di segni e linguaggi sviluppati in con- noclasti, traduce e non tradisce la storia. testi spontanei e popolari, fino a includere il recupero L’essay di Lupo delinea la dipendenza tra design e artigia- delle tecniche tradizionali di stampa. nato attraverso processi Cultural Drive. Una trattazione Procedendo con la suddivisione appena fissata, osser- riprodotta attraverso una sorta di organismo Craft inter- viamo che il saggio di Bettiol, Di Maria e Micelli sottoli- pretato come complesso sistema dell’Heritage in quanto nei come ineluttabile, ai fini di ogni ipotesi sostenibile di giacimento di conoscenze irripetibili. Ma affinché si rea- crescita economica dell’artigianato, la triangolazione tra lizzi questa prospettiva è necessario rinegoziare le orato- l’ingegno del fare, il design e gli strumenti tecnologici. rie di un artigianato storicizzato su visioni naif e metodi Una intelaiatura nella quale il ruolo del sistema design, autoreferenziali, esigendo – al contempo – dalle scienze oltre che generatore di prassi del progetto, diviene il luo- del design di rinunciare a visioni precostituite. Anche il go privilegiato della sperimentazione di processi di con- dualismo tra il territorio fisico sostenuto da un tradizio- sumo e produttivi. Un percorso virtuosamente non linea- nale Genius Loci manifatturiero e la pervasività della ter- re che si fa nonostante tutto attraversare dalle proprietà za o quarta rivoluzione industriale (che fagocita l’idea di di una industria 4.0 (automatizzata e interconnessa) che un unico modello di innovazione) è da superare valutan- agisce contestualmente nella dimensione fisica e sociale do come la cultura sia in grado di sostenere Policies che dello spazio produttivo. Ma, oltre a ciò, la condizione garantiscano spazio a tutti. La riflessione condotta da De necessaria e sufficiente perché sia possibile un sistema Giorgi e Coraglia muove dall’osservare Case History lega- artigiano regolarmente rinnovabile negli strumenti, è ti a modelli esperienziali da cui estrarre esempi di buone dettata dalla formazione di soggetti specializzati per pratiche finalizzati ad attività di servizio per il territorio questi compiti, un tema – sostengono gli autori – del in una cornice open source. Scenario, questo, che include tutto sottostimato dall’agenda politica. Senza profili e ancora la verifica dei compiti assegnati agli attori in cam- competenze professionali all’altezza, una nuova espe- po, siano essi designer, aziende, enti, università, delinean- rienza del progetto difficilmente potrà contribuire alla do per tutti le relative responsabilità operative. Quella del definizione di un riformato modo di agire nei molteplici ricercatore, in particolare, deve recuperare una maggiore territori dell’artigianato. L’esegesi di un “linguaggio del- attitudine all’interdisciplinarietà. le cose” caratterizza il testo di Follesa. Un aspetto che si 10 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino 11 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino
Al secondo dei tre temi si collega l’indagine di Sbordone segnico delle culture materiali-artigianali locali. Un an- e Veneziano che riferisce – dopo una diffusa premessa damento deduttivo che rivela come la tradizione si com- storico-critica – di un training didattico condotto sul pone in assoluto di doti simboliche e figurative le quali, tema della nutrizione nell’ambito del programma World alternativamente, si “materializzano” in trasposizioni Design. Utilizzando processi Hand-Made integrati alla formali e in grammatiche visive. Un focus comune ca- formazione Learning-by-Doing, l’esperienza comunica ratterizza invece i contributi di Bonini Lessing, Bulegato prassi di integrazione, tra progettisti e piccole artigiani, e Farias e di Caccamo, Vendetti riguardo le problemati- sostenute tecnologicamente dal Digital Manufactoring che ri-aperte dal recupero della Letterpress come tecni- e convalidate da dinamiche collaborative di Coworking. ca di stampa. Nel primo saggio gli autori ricostruiscono Bessa e Pizzocaro rivolgono uno sguardo lungo a usan- lo stato dell’arte, una sorta di “riscossa tipografica”, che ze artigiane arcaiche e pre-progettuali, raccontando di accomuna diverse esperienze internazionali, tra cui l’I- un caso di studio alquanto specifico per la particolarità talia. Una rigenerazione che pone particolareggiate que- dei luoghi da cui proviene. Illustrano i risultati di una stioni filologiche rispetto al carattere tipografico, inteso ricerca svolta, secondo metodi etnografici, nei territo- come “reperto” culturale di antiche sapienze, con rica- ri brasiliani del Rio Grande do Norte. Descrivono, le dute sensibili in una storia del design che va nondimeno autrici, come in questi casi la mansione potenziale del aggiornata. Aggiornate anche le opportunità offerte dal design, al netto di tutte le possibili declinazioni tecni- Letterpress a una editoria indipendente che coglie nel- che, sia innanzitutto quella di intermediario e “agente” la stampa predigitale l’occasione di coltivare una forma culturale al servizio di processi di valorizzazione delle colta di New Craft. Caccamo e Vendetti, in linea con le risorse del luogo. Un compito altresì dettato dalle neces- problematiche evidenziate da Bonini Lessing et al., si sità di superare le contraddizioni tra le politiche locali concentrano sulle dinamiche che possono far interagire e le strategie nazionali (sostegno ai processi di “mecca- le tecnologie di stampa digitale con le tecniche di stam- nizzazione”), scongiurando ipotesi di sradicamento di pa a caratteri mobili, ipotizzando logiche di utilizzazio- abilità endogene tipiche di una maestria Faber che in ne implementative e non suppletive. Riabilitano così il questi casi concretamente sopravvive. La dissertazione concetto di “risarcimento”, caro alle teorie del restauro di James Stevens si dipana – al contrario – intorno alle architettonico di Gustavo Giovannoni, per prefigurare capacità “fabbricative” di una stampante 3d “ibridata” un uso “critico” dei caratteri mobili mancanti e da ripro- per permettere un Hackeraggio (paradossale) da parte durre in stampa 3D. dell’artigiano. Il fine è quello di sperimentare prodotti Quel che si ritrae, in sintesi da MD Journal 7, è un volto contemporanei realizzati secondo “tensioni operative” parziale del New Craft, eppure in grado di raffigurare di tipo tradizionale. Si percepisce un sistema combinato un’area resistente e composita nella quale convivono su base matematica nel quale l’interazione e il controllo ancora conoscenze storicizzate, economie inventive e tattile artigiano lavora in tandem con il codice informa- progetti corali. Un luogo distintamente reale e retorico tico preordinato nella stampante, generando un artefat- nel quale sopravvive la ricerca per la qualità del lavo- to che differisce sempre dal modello digitale originario. ro, il desiderio di miglioramento delle tecniche, la vo- Nella terza e ultima tematica la comunicazione visiva e cazione alla sperimentazione materiale e dei materiali, multimediale, a servizio della promozione dell’artigia- il radicamento di “comunità di pratiche” socialmente nato, è al centro delle analisi di Ceccarelli che descrive riconosciute. Uno spazio dove prevale la compresenza quanto è stato prodotto in occasione di Expo 2015, e in di forme di creatività definibili oggi come Thinkering mostra, nel 2017, a Milano, presso la Triennale. Espe- (Antonelli, 2011), ovvero un’area neutra nella quale rienze finalizzate a far conoscere le tipicità dell’artigiana- procedere in modo sperimentale, pragmatico e adattivo to sardo attraverso una modalità narrativa nella quale la verso le opportunità che si generano evitando competi- comunicazione è strumento e conclusione del progetto. zioni tra artigiani digitali e tradizionali che nella pratica Una modalità di fare Storytelling costruita sulla traspo- non esistono. Ma non è, quello descritto, uno scenario sizione di casi analoghi di “racconto” attuati in passato idealizzato. Al contrario, il mosaico che si compone in da artisti quali Costantino Nivola e Eugenio Tavolara. ragione di un contraddittorio ricorrente tra artigianato Daniela Piscitelli compone un testo nel quale riannoda e design dimostra che è, si, composto da tessere sim- una “linea” della grafica italiana, che attraversa tutto il metriche e complementari, ma anche dissonanti per i paese, contrassegnata dall’avere attinto dal patrimonio non pochi malintesi disciplinari che persistono. Se da 12 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino 13 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino
un lato si può stabilire che l’inalienabilità dell’artigiana- REFERENCES to in quanto insieme non divisibile tra saperi storici e Argan Giulio Carlo, Risposta a un’inchiesta sull’artigianato, Zo- nuovi saperi è tale solo se si valicano posizioni prefis- diac, pp. 1-7, 1959, ripubblicato in Argan Giulio Carlo (a cura sate e falsi miti, dall’altro, il design, nella sua vocazione di Claudio Gamba), Progetto e Oggetto, Milano, Medusa, 2003, all’innovazione sostenibile, deve agire in termini di pro- pp. 223. iezione strategicamente inclusiva nell’associare compe- Alison FIlippo, De Fusco Renato, Artidesign, Firenze, Altralinea, tenze e risorse. Un traguardo che prevede un modello 2018 (ed. or. 1991), pp. 142. duttile, leggero non perché bisogna privare il design del De Fusco Renato, Made in Italy. Storia del design Italiano, Roma- confronto tra le prerogative della produzione seriale e Bari, Editori Laterza, 2007, pp. 330. la necessità del pezzo unico, ma in quanto processo di Rampini Federico, “Homo Faber”, La Repubblica, 20 marzo costante affiancamento alla cultura artigiana e non di 2010. anticipo o sostituzione. Antonelli Paola, “States of Design 03: Thinkering”, Domusweb, https://www.domusweb.it/it/design/2011/07/04/states-of-de- sign-03-thinkering.html [4 luglio 2011]. NOTE Micelli Stefano, Futuro Artigiano, Marsilio, Venezia, 2011, pp. 221. [1] Sono da richiamare la “Revelations. The international fine craft and creation event”, fiera biennale dell’alto artigianato al Grand Mascheroni Loredana, “Autoprogettazione 2.0”, Domus, n. 959, Palais di Parigi, a partire dal 2013; la “New Craft” del 2016, pres- 2012, pp. 76-83. so la XXI Triennale di Milano, mostra curata da Stefano Micelli; De Fusco Renato, Filosofia del design, Torino, Einaudi, 2012, L’“Homo Faber” del 2018, esposizione dell’artigianato legato al pp. 240. lusso organizzata all’Isola di San Giorgio a Venezia, a cura della Micelli Stefano, Fare e innovare. Il nuovo lavoro artigiano, il Muli- Fondazione Michelangelo; la “Doppia Firma/Double Signature. A no, Bologna, 2016, pp. 122. Dialog between design and artisanal excellence” (rassegna giun- ta nel 2019 alla 4° edizione, organizzata in occasione della Milano Dallocchio Maurizio (a cura di), con Alessandra Ricci e Matteo Design Week) curata da Michelangelo Foundation; la “Louis Vitton. Vizzaccaro, Costruttori di valore. Il ruolo strategico del saper Object Nomade”, collezione avviata dal 2012 e proposta a Milano fare italiano, Venezia, Marsilio Editore-Fondazione Cologni, all’interno della del Salone del Mobile 2019; la “Hermes. Dietro le 2016, pp. 156. Quinte”, accolta nel 2019 nel museo dell’Ara Pacis di Roma. La Pietra Ugo, Fatto ad arte. Né arte né design. Scritti e disegni [2] Chris Anderson nell’ottobre del 2004, in articolo pubblicato su (1976-2018), Venezia, Marsilio, 2018, pp. 255. Wired Magazine, elabora il concetto di “coda lunga” per tracciare un modello economico (Amazon ne è un esempio) nel quale i ricavi per una azienda si ottengono, oltre che commercializzando consistenti unità di pochi oggetti, ugualmente vendendo molte unità di numerosi oggetti diversi. [3] Cfr., su questi temi si leggano: Claude Lévi-Strauss, Discor- so per il premio Nonino, https://www.lavoroperlapersona.it/ attualita-della-cultura-artigiana/ [1 febbraio 1986], Jeff Howe, Crowdsourcing. Il valore partecipativo come risorsa per il futuro del business, Napoli, Sossella, 2010, pp. 200; Stefano Maffei, Ar- tigianato oggi, Comprendere i processi innovativi contemporanei tra design, nuove forme di progetto e creatività ed evoluzione dei modelli di produzione, pp. 19-26, in: Venanzio Arquilla, Intenzioni creative. Creative Ways, Santarcangelo di Romagna (RN), Mag- gioli editore, 2011; Chris Anderson, “In the Next Industrial Re- volution, Atoms Are the New Bits”, Wired Magazine, disponibile su http://www.wired.com/magazine/2010/01/ff_newrevolution/ 14 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino 15 V. Cristallo, S. Lucibello, C. Martino
La riscoperta del lavoro artigiano Nel corso degli ultimi vent’anni la figura dell’artigiano ha conosciuto una rivalutazione significativa. Studi e ricer- che provenienti da discipline diverse hanno contribuito a rimettere in evidenza un’idea di lavoro il cui valore è New craft stato amplificato in modo significativo dagli investimenti in comunicazione promossi da numerose imprese inter- nazionali appartenenti a settori diversi, dall’arredo alla Saper fare, tecnologia e design meccanica, dalla moda all’agroalimentare. Il rinnovato interesse per il lavoro artigiano è legato a due temi cru- per una produzione sostenibile ciali. Da un lato il saper fare artigiano costituisce una leva essenziale per la qualità della produzione, soprattutto Marco Bettiol Università di Padova, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali quando il prodotto viene personalizzato sulla base delle “Marco Fanno” marco.bettiol@unipd.it richieste del cliente finale, dall’altro il gesto dell’artigiano Eleonora Di Maria Università di Padova, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali conferisce qualità culturale e senso a prodotti altrimenti “Marco Fanno” eleonora.dimaria@unipd.it senz’anima (Sennett, 2008). Un’idea di qualità rinnova- Stefano Micelli Università Ca' Foscari di Venezia, Dipartimento di Management ta, incardinata sulla visibilità del segno umano più che micelli@unive.it sulla rispondenza del prodotto a specifiche tecniche de- finite a priori così come un’idea di valore centrata sulla L’articolo propone una lettura che prevede una combina- personalizzazione del prodotto su larga scala, grazie a zione originale tra lavoro artigiano e macchine digitali con competenze distintive di ascolto e di interpretazione della l’obbiettivo di garantire personalizzazione del prodotto e domanda, hanno rilanciato la figura dell’artigiano come qualità non solo a poche nicchie di mercato. È il designer che ha il compito di definire un perimetro dedicato all’in- fattore di crescita economica e di unicità della produzione terazione con il cliente, che valuta un possibile equilibrio (Bettiol, 2015; Micelli 2011). fra tradizione e digitale, che identifica spazi di personaliz- I primi a interrogarsi sugli aspetti determinanti del va- zazione del prodotto. Perché un design centrato su una lore all’indomani della crisi del 2008 sono stati i grandi nuova cultura del lavoro e del consumo possa prendere marchi del lusso. Grandi gruppi come LVMH, Hermès e piede, è necessario un capitale umano all’altezza. L’Italia ha Richmond hanno puntato sul saper fare artigiano come oggi la necessità di affrontare una duplice sfida: aumentare il numero di profili legati ai mestieri artigianali e tecnici nelle elemento distintivo di prodotti unici e culturalmente aziende, dall’altro dare maggiore qualità alla formazione. rilevanti. L’impegno legato alla valorizzazione del saper Design, Artigianato, Industria 4.0, Manifattura, Digitale fare ha preso direzioni diverse: si sono moltiplicate le campagne pubblicitarie intese a promuovere il lavoro ar- tigiano come fattore distintivo dell’offerta di qualità; sono This article proposes an interpretation that envisages an original combination of craftsman's work and digital ma- stati sviluppati format narrativi innovativi che, in alcuni chines with the aim of guaranteeing product customization casi, hanno assunto una connotazione stabile; sono sta- and quality not only to a few market niches. The designer te avviate fondazioni culturali le cui finalità sono legate is in charge of defining a perimeter dedicated to interaction esplicitamente alla valorizzazione del saper fare della with the customer, a possible balance between tradition tradizione. Questa enfasi sull’importanza del saper fare and digital ands spaces for product customization. For a design based on a new culture of work and consumption è oggi propria di una varietà di imprese impegnate nel- to take hold, a qualified human capital is necessary. Today, la ridefinizione del proprio rapporto con il consumatore Italy faces a double challenge: on the one hand to increase finale. È emblematico, in questa prospettiva, l’impegno the number of profiles related to crafts and technical jobs in di un’istituzione come Altagamma nel recente sforzo di companies, on the other to give higher quality to the train- valorizzazione dei mestieri del Made in Italy e nel rilancio ing process. complessivo dell’immagine del lavoro di qualità in ambito Design, Craft, Industry 4.0, Manufacturing, Digital manifatturiero (Altagamma, 2019). Il mondo del design ha avuto un ruolo importante nell’ac- compagnare questo processo di rivalutazione. La cultura del progetto ha saputo mettere da parte, quando utile e rilevante, il legame con le logiche tipiche della produzio- M. Bettiol Orcid id 0000-0001-5145-0042 E. Di Maria Orcid id 0000-0003-4595-2155 S. Micelli Orcid id 0000-0002-0798-2313 14 → 21 ISSN 2531-9477 [online], ISBN 978-88-85885-09-7 [print] 15 S. Micelli, E. Di Maria, M. Bettiol
ne di massa per avvicinarsi alle potenzialità economiche attraverso la rete e produttori in grado di tradurre richie- e sociali riconducibili alla promozione di serie limitate e ste frammentate e eterogenee in artefatti su misura. di prodotti su misura. Questo percorso ha beneficiato sia In alternativa a questa impostazione ha preso forma in dell’interesse crescente di grandi marchi attivi a scala in- questi anni un secondo scenario promosso da imprese e ternazionale interessati a differenziare la propria offerta ricercatori accomunati dal convincimento che senza una promuovendo serie limitate legate a momenti e contesti riflessione sul tema del lavoro e senza un ripensamento specifici, sia delle potenzialità offerte da nuovi canali di sostanziale dei modelli di consumo si viene meno agli comunicazione e di vendita presenti sul web che hanno obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale che oggi ca- favorito la nascita e lo sviluppo di numerosi progetti im- ratterizzano le strategie delle imprese più innovative. In prenditoriali indipendenti. questa prospettiva il rapporto fra uomo e tecnologia si Per molte imprese italiane attive sul fronte del progetto definisce come un rapporto di complementarità che trova la riscoperta del lavoro artigiano è stata principalmente la sua sostenibilità economica in una rinnovata relazione una presa di consapevolezza: molte imprese del settore con la domanda finale. Invece di assecondare il potenzia- del mobile-arredo, della meccanica e della moda pro- le di standardizzazione e di omogeneizzazione dell’offerta ducono da tempo sulla base di specifiche richieste della permesso dalle nuove tecnologie, le imprese avviano un clientela. Una quota parte del valore che sono in grado dialogo con il consumatore finale per renderlo parte in- di produrre a scala globale dipende da un lavoro di qua- tegrante del progetto e per segnalare alla sua attenzione il lità che in Italia è ancora diffuso e radicato nei territori. contributo offerto dalla manodopera nella realizzazione Molte fra queste imprese hanno saputo incardinare il di un manufatto complesso. Un coinvolgimento di questo contributo di questi profili all’interno di modelli gestio- tipo spinge la domanda a riconoscere un valore superiore nali coerenti con uno sforzo di innovazione tecnologica a un determinato prodotto perché lo salda a un’offerta “su e di proiezione internazionale del prodotto (Bettiol, Mi- misura” (Anderson, 2012; Gauntlett, 2013). celli, 2014). L’Italia è stata un paese all’avanguardia nella costruzio- ne di una manifattura “ibrida” in grado di combinare in Designer e artigiano di fronte al paradigma Industria 4.0 modo originale tradizione, nuove tecnologie e un’offerta Nel corso degli ultimi cinque anni, il dibattito sulle tra- personalizzata per il cliente internazionale. Le analisi sul- sformazioni dei processi produttivi ha fatto i conti con la diffusione delle tecnologie di Industria 4.0 (Bettiol e al., la diffusione di nuove tecnologie capaci di rivoluzionare 2019) e sul loro impatto nell’economia di tante piccole e la produzione industriale così come l’abbiamo cono- medie imprese dei settori del Made in Italy ha messo in sciuta nel secolo scorso. La diffusione di stampanti 3D, evidenza come una quota significativa delle imprese ita- strumenti per il taglio laser, robot a costi contenuti così liane abbiano già avviato, non senza difficoltà, un percorso come la rapida diffusione di strumenti di connettività di crescita basato su questi presupposti. In settori come la diffusa (Internet of Things) e di intelligenza artificiale ha meccanica e l’arredo, le imprese hanno saputo sviluppare innescato un cambiamento di paradigma che istituzio- cluster di strumenti di manifattura digitale coerenti con un ni e stampa hanno chiamato con la formula di successo progetto di elevata personalizzazione dell’offerta. Nel caso “Industria 4.0”. di filiere caratterizzate da relazioni business to business, Il dibattito internazionale sul ruolo del digitale nella ma- l’automotive ad esempio, la customizzazione del prodotto nifattura del futuro ha enfatizzato il potere della tecnolo- è diventata un aspetto essenziale del modo di competere gia come sostituto di forme di lavoro ripetitivo così come delle imprese italiane: l’impresa progetta, sviluppa e pro- di lavoro cognitivo evoluto, a lungo al riparo dai rischi ge- duce su misura per i propri clienti (Bettiol et al., 2018). nerati dalla digitalizzazione della attività di impresa. Isti- tuzioni di ricerca prestigiose hanno ipotizzato una rapida Design e manifattura socialmente sostenibile contrazione dei posti di lavoro esistenti fino ad immagi- Il design contribuisce in modo essenziale a questo nuovo nare una vera e propria fine del lavoro e una obsolescenza tipo di offerta. È il designer che prefigura un perimetro rapida delle conoscenze e competenze che hanno fatto la dedicato all’interazione con il cliente, che valuta un pos- fortuna della manifattura tradizionale. In uno scenario di sibile equilibrio fra tradizione e digitale, che identifica questo tipo anche l’attività di progettazione potrebbe es- spazi di personalizzazione da sperimentare in itinere. Il sere svolta da software di intelligenza artificiale capaci di progetto non è più finalizzato ad alimentare la serialità mediare fra le esigenze di consumatori che si esprimono di robot sempre più intelligenti ma punta a qualificare il 16 S. Micelli, E. Di Maria, M. Bettiol 17 S. Micelli, E. Di Maria, M. Bettiol
dialogo e l’interazione fra produzione e cliente finale. È sono fatte su misura e così l’ottanta per cento degli arma- un progetto aperto perché riconosce e si fa carico della di. A un certo livello uno non si accontenta del prodotto soggettività altrui. La tecnologia è un supporto essenziale: standard. Molteni è più una sartoria che un’industria» rende economicamente sostenibile un processo di inte- (Molteni, 2013). La rinuncia a importanti economie di razione con la domanda e un modello di produzione su scala per incontrare le specifiche richieste di clienti, così misura altrimenti destinati esclusivamente a nicchie di come l’incorporazione di una quota di servizio legato mercato estremamente contenute. all’attività di progettazione, sono aspetti distintivi di un L’idea di un progetto “aperto” a contributi e variabili ester- modo di fare impresa oggi sempre più diffuso, non solo ne non è nuova. Carlo Martino ha identificato in Gaeta- nel settore del mobile. L’adozione di tecniche di gestio- no Pesce una figura chiave nell’anticipare un approccio ne della produzione mutuate dal modello giapponese (in al design in grado di valorizzare in modo nuovo lavoro, particolare il lean management) e la diffusione di sistemi consumo e tecnologia. Le sue riflessioni sulla “Serie di- gestionali integrati adatti alla manifattura discreta (ERP) versificata” e, in anni più recenti, sul “Mal Fatto” hanno hanno permesso che questo nuovo assetto strategico tro- puntato a valorizzare l’unicità dell’uomo attraverso l’eli- vasse riferimenti operativi in grado di sostenere la sua minazione dello “standard”, sostituito dalla ipotesi di un crescita e soprattutto la sua proiezione internazionale. progetto non più chiuso e predefinito a priori. Il proces- L’evoluzione delle formule imprenditoriali che hanno se- so produttivo, cui partecipano creativamente artigiani e gnato l’impresa italiana, soprattutto quella media impresa utenti finali, è parte “integrante” del progetto stesso e con- che ha contribuito a portare nel mondo l’eredità dei di- tribuisce a definire un’idea completamente nuova di qua- stretti industriali, richiede una nuova consapevolezza sul lità. Quest’ultima non si misura più solo come semplice fronte della cultura del progetto. Organizzare un dialogo rispondenza di un manufatto a standard tecnici fissati da fra tradizione manifatturiera, opportunità offerte dalle imprese e istituzioni internazionali, ma sulla base dell’ef- nuove tecnologie e un consumatore che chiede varietà e fettivo coinvolgimento di attori diversi tradizionalmente personalizzazione costituisce una sfida impegnativa sul separati. Il valore degli oggetti, in altre parole, dipende fronte professionale così come su quello culturale. Il me- dalla loro capacità di diventare il nesso fisico per connes- stiere del designer, nella prospettiva ora messa in eviden- sioni sociali e culturali che prendono forma attraverso in- za, fa proprio un insieme esplicito di valori. Si fa carico di terazioni sul piano analogico così come su quello digitale una proposta politica, nel senso più ampio del termine, (Martino, 2016). che guarda al tema del lavoro come fattore di crescita del- Sul fronte della sperimentazione e dell’elaborazione cultu- le persone (oltre che leva di distribuzione del reddito) e rale, mostre come New Craft, promossa in occasione della che affronta il tema del consumo prefigurando una rela- XXI Triennale di Milano, e Homo Faber, promossa dalla zione attiva e consapevole fra domanda e offerta. Fondazione Michelangelo, hanno costituito momenti im- portanti di presentazione di questo modo di interagire e Capitale umano per una nuova cultura del fare e del di produrre. Oltre a mettere in scena manufatti capaci di progettare saldare insieme tecniche tradizionali e nuove tecnologie La possibilità che il design contribuisca a definire in della manifattura digitale, le mostre hanno ospitato una modo attivo un orizzonte di crescita per le imprese, in serie di eventi che hanno reso manifesto un nuovo modo particolare quelle manifatturiere, rilanciando la tradizio- di pensare il rapporto fra domanda e offerta, fra lavoro e ne del saper fare artigiano ibridata attraverso il confronto consumo (Maffei, 2016; Micelli, 2016). con le nuove tecnologie dipende da una molteplicità di Il successo di mostre e manifestazioni culturali legate a fattori, molti dei quali esterni al perimetro della profes- una nuova lettura del rapporto fra progetto e cultura del sionalità del designer comunemente inteso. È chiaro che fare di matrice artigianale deriva in parte considerevole per innovare il proprio ruolo lungo l’intera filiera di pro- dall’importanza che questo modo di produrre ha già ac- duzione del valore, il designer deve acquisire un nuovo quisito in tante aziende del Made in Italy. In un’intervista ruolo all’interno dell’impresa e farsi carico di rinnovare rilasciata a La Stampa, Carlo Molteni, presidente dell’o- l’idea stessa di progetto agli occhi del management. Oltre monimo gruppo, sintetizzava in modo efficace un modo a riposizionare il proprio contributo all’interno della go- di produrre che già oggi caratterizza molte delle imprese vernance delle imprese, la cultura del progetto orientata leader del settore del mobile in Italia: «Il futuro dell’indu- al lavoro e al consumo consapevole deve tener presente e, stria del mio genere è l’artigianato. Tutte le cucine Molteni possibilmente, contribuire attivamente a una serie di temi 18 S. Micelli, E. Di Maria, M. Bettiol 19 S. 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oggi largamente sottostimati dalla politica industriale in Europa e in Italia. Uno, in particolare, merita di essere REFERENCES preso in esame con particolare attenzione. Sennett Richard, The Craftsman, 2008 (tr. it. L’uomo artigiano, Affinché un modello di impresa fondato su produzione Milano, Feltrinelli, 2008, pp. 311). di varietà e personalizzazione si consolidi e abbia succes- Micelli Stefano, Futuro Artigiano. L’innovazione nelle mani degli so, è necessario investire su formazione e capitale umano. italiani, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 224. L’evoluzione dei mestieri in un mondo sempre più tec- Anderson Chris The new industrial Revolution, 2012 (tr. it. Ma- nologico richiede un rapido aggiornamento dei percorsi kers. Il ritorno dei produttori. Milano, Etas, 2012, pp. 312). formativi, in particolare nell’ambito della filiera tecnica e Gauntlett David, La società dei makers. La creatività dal fai da te professionale. A lungo in secondo piano per attenzione e al Web 2.0, Venezia, Marsilio, 2013, pp. 318. risorse disponibili, la formazione dei mestieri ha bisogno Molteni Carlo, La Stampa online, 30 settembre 2013 https://www. di modelli didattici al passo coi tempi e di nuovi legami lastampa.it/2013/09/30/economia/lo-stile-senza-tempo-di-mol- con il mondo delle imprese. Nonostante le tante buone teni-artigianato-e-giovani-designer-HuXo8rNVv3Sl4kCAavfxFO/ pratiche che hanno preso forma in Europa (in Svizzera pagina.html [giugno 2019] e in Germania soprattutto) l’Italia ha accumulato un ri- Bettiol Marco, Micelli Stefano, “The Hidden Side of Design: The tardo sostanziale tale da prefigurare un vero e proprio Relevance of Artisanship”, Design Issues, n. 1(30), 2014, pp. 7-18. rischio per le imprese nel corso dei prossimi cinque anni. Bettiol Marco, Raccontare il Made in Italy, Venezia, Marsilio, Senza profili e competenze professionali all’altezza, una 2015, pp. 112. nuova cultura del progetto difficilmente potrà contribuire Martino Carlo, “Il progetto per il non standard”, pp. 55-59, in alla definizione di un nuovo modo di fare impresa. Stefano Micelli (a cura di), New Craft, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 104. I dati forniti a più riprese da importanti associazioni di categoria parlano di una crescente difficoltà a rinnovare i Maffei Stefano, “Il superamento della mano”, pp. 45-53, in Stefa- no Micelli (a cura di), New Craft, Venzia, Marsilio, 2016, pp. 104. profili professionali che hanno contribuito al successo del Made in Italy dal dopoguerra ad oggi. Le stime indica- Micelli Stefano, (a cura di), New Craft, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 104. no un deficit di circa 236.000 profili tecnici (Voltattorni, 2019) per i prossimi cinque anni nei diversi settori della Bettiol Marco, Chiarvesio Maria, Di Maria Eleonora, Micelli Ste- fano, “Manufacturing where art thou? Value chain organization manifattura determinato dalla differenza fra coloro che si and cluster-firm strategies between local and global”, in Valentina avvicinano alla pensione e coloro che oggi frequentano De Marchi, Eleonora Di Maria e Gary Gereffi (a cura di), Local scuole professionali e che in futuro potrebbero sostituirli. Clusters in Global Value Chains Linking Actors and Territories A fronte di un deficit quantitativo va sottolineato un pro- Through Manufacturing and Innovation, Londra, Routledge, blema di scarsa specializzazione di molti dei profili che 2018, pp. 230. oggi si avvicinano a questi mestieri: il numero degli stu- Altagamma, I talenti del fare, Rapporto di ricerca, Milano, Skira, denti che oggi frequenta una formazione tecnica terziaria 2019, pp. 152. (ITS) è troppo contenuto rispetto agli standard europei. Bettiol Marco, Capestro Mauro, Di Maria Eleonora, Furlan An- È difficile immaginare che un design centrato su una nuo- drea, “Impacts of industry 4.0 investments on firm performance. Evidence From Italy”, Marco Fanno Working Papers n. 233, va cultura del lavoro e del consumo possa prendere piede 2019, pp. 31. senza un capitale umano all’altezza. Questa condizione di https://www.economia.unipd.it/sites/economia.../20190233.pdf crescita, insieme ad altre che riguardano il rapporto con [giugno 2019] la distribuzione e con le istituzioni culturali, rende ancora Voltattorni Claudia, Il Corriere della sera online, 30 maggio 2019, più esplicita la natura politica – nell’accezione utilizzata https://www.corriere.it/economia/lavoro/19_maggio_30/lusso- in precedenza – del design e del suo rapporto con l’econo- 236-mila-posti-coprire-entro-5-anni-ma-aziende-non-trovano- mia. Rendono ancora più chiaro l’impegno del designer professionisti-6cb94d1a-82c3-11e9-93b3-f04c99d00891.shtml rispetto agli scenari economici con cui siamo chiamati a [giugno 2019] confrontarci. 20 S. Micelli, E. Di Maria, M. Bettiol 21 S. Micelli, E. Di Maria, M. Bettiol
Dal Volksgeist al design apocalittico e integrato «Tutte le grandi produzioni sorte dalla forza del popolo, religione avita, costumi, diritto, forme statali, non sono più per noi il risultato di singoli individui ma sono crea- zioni organiche di una vita elevata, che in ogni tempo si Folklore e delitto manifesta soltanto attraverso l’individuo, e in ogni tempo assomma in sé, in una possente sintesi, la sostanza degli individui. [...] Così è lecito, senza dir niente di mistico, par- Il design tra artigianato, usanze e ritualità lare di un’anima del popolo» (Freytag, 1867, p. 13). Questa stessa anima del popolo, postulata da Herder e de- nelle stratificazioni folkloriche del Mezzogiorno nominata Volksgeist da Hegel, seppur utilizzata sciagurata- mente in chiave nazionalistica come guida e nutrice del pen- Rossana Carullo Politecnico di Bari, Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile siero nazionalsocialista, nel XIX secolo pose però il seme e dell’Architettura DICAR della cultura folklorica come grande ambito per lo studio rossana.carullo@poliba.it comparativo delle origini della cultura umana. L’approccio Antonio Labalestra Politecnico di Bari, Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile più diffuso tra i primi antropologi che si occuparono di que- e dell’Architettura DICAR sti aspetti, sembra essere quello di ricondurre usi e costumi a alabalestra@hotmail.com possibili antecedenti storici e archetipici che ne fornirebbero la spiegazione in continuità con credenze e pratiche simbo- Il contributo [1] intende documentare come le pratiche lico-ludico-magiche risalenti a epoche arcaiche. artigianali, attraverso il design contemporaneo, possano Un paradigma, nella sua semplicità, ben rappresentato dal- arrivare a coinvolgere un più vasto sistema di relazioni la monumentale opera del Ramo d’oro di Frazer (1915) che, nelle quali, l’innovazione di senso riattivi i superstiti fram- menti culturali delle civiltà popolari, contaminandoli con nonostante la sua – per certi versi – ingenuità, ha rappre- i linguaggi della modernità, rispettandone le derivazioni sentato un potente dispositivo teorico in grado di stimolare culturali intese come determinazioni storiche e sociali di e organizzare la ricerca documentaria in tutti i campi della spazio e tempo, documentando in questo senso il carat- cultura popolare proponendo la denominazione di «folklo- tere molteplice e molecolare – per dirla con Ezio Manzini re» [2] in un’accezione di riferimento ai tempi antichi che (2018, p. 42) – delle comunità. influenzerà profondamente la disciplina negli anni succes- Guardare all’artigianato entro il più vasto contesto con- cettuale del folklore individua una prospettiva strategica sivi disgiungendola dall’antropologia: «Mentre l’antropolo- per il design, nella misura in cui in esso si riescano ad gia si è prevalentemente sviluppata in pratiche di ricerca accumulare frazioni di sapere che richiedono di essere pura condotte all’interno del mondo universitario, gli stu- continuamente ri-progettate. di sulla cultura popolare, pur non assenti dall’accademia, Nuovo artigianato, Folklore, Design sociale, Storia del hanno trovato terreno di coltura nei musei, nelle politiche design, Eredità culturale territoriali di valorizzazione del patrimonio e in altri ambiti applicati» (Dei, 2012, p. 129). The paper [1] intends to document how craft practices, Un indirizzo di studi autonomo, invece, accentrato su un through contemporary design, can involve a wider system interesse specifico per la cultura popolare si sviluppa nel of relationships in which, the innovation of meaning reac- pensiero di Gramsci a partire dai Quaderni del carcere: una tivates the surviving cultural fragments of popular civiliza- tions, contaminating them with the languages of modernity. reinterpretazione originale del marxismo, fondata sulla Respecting the cultural derivations of these traditions that rilettura dei rapporti tra struttura e sovrastruttura, e sul- are still connoted today as historical and social determi- la proposizione della cultura come campo di esercizio per nations of space and time, documenting in this sense the un’azione egemonica delle classi dominanti nei confronti multiple and molecular character – to quote Ezio Manzini di quelle subalterne (Gramsci [1947], 1975, pp. 210-217). (2018, p. 42) – of the communities. La novità proposta da Gramsci passa per una lettura che It is therefore the folklore and craftsmanship in this different perspective that are identified as strategic elements for de- definisce un tratto culturale – folklorico o popolare – non sign, to the extent that particles of knowledge that need to come elemento della semplicità spontanea della tradizione be continually re-designed accumulate in it. arcaica, bensì come condizione determinata secondo mo- New Craft, Folklore, Social design, Design history, Cul- dalità di fruizione dello stesso, in funzione delle dinamiche tural heritage dei rapporti sociali che innesta. In questo momento stori- R. Carullo Orcid id 0000-0002-4430-4079 A. Labalestra Orcid id 0000-0003-0440-4232 22 → 35 ISSN 2531-9477 [online], ISBN 978-88-85885-09-7 [print] 23 R. Carullo, A. Labalestra
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