Descrizione dettagliata del progetto - Capofila - FACCIAMO ESERCIZIO CONTRO LA PLASTICA MONOUSO - No-pla.com
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FACCIAMO ESERCIZIO CONTRO LA PLASTICA MONOUSO Descrizione dettagliata del progetto Capofila Partners Luglio 2019
I – Contesto progettuale L’utilizzo di plastiche monouso tocca un’infinità di aspetti del vivere quotidiano e di ambiti: anche solo focalizzandosi sui consumi alimentari, non può sfuggire l’entità del fenomeno. A puro titolo indicativo e non esaustivo, può essere utile ricordare come in Italia nel 2018 si possa stimare, anche rielaborando i dati sull’immesso al consumo forniti dal Consorzio COREPLA, che: a. 2.292.0000 t di imballaggi in plastica immessi complessivamente sul mercato nazionale; di cui b. 1.446.000 t complessive utilizzate in ambito domestico e quindi destinate a divenire Rifiuti Urbani; c. circa 400.000 t di bottiglie in PET, in grande prevalenza utilizzate per contenere acqua minerale e altre bevande; d. più di 200.000 t di film per “imballaggio automatico” (in genere in polipropilene), spesso in forma “multistrato” o addirittura “poliaccoppiata”, per imballaggio flessibile di prodotti alimentari più svariati. Questi imballaggi, una volta divenuti rifiuti, raccolti in maniera differenziata ed inseriti nei reali sistemi industriali di selezione e riciclo, presentano gradi di riciclabilità diversa tra loro (ad esempio ottimo per le bottiglie in PET e pessimo per il film per “imballaggio automatico”), ma in ogni caso sono tutti caratterizzati da un “deficit di catena” che rende comunque, seppure in misura diversa, l’intero ciclo della loro raccolta, selezione e riciclo un’operazione economicamente in netta perdita, in quanto il valore del materiale riciclato prodotto dal loro recupero è sicuramente inferiore ai costi sostenuti per arrivare al suo riciclo, senza contare che in ogni caso il 50% circa dell’attuale raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, non trovando sbocchi industriali a riciclo, deve essere avviata a recupero energetico, in taluni casi addirittura a discarica, andando nella direzione opposta a quella prevista dalla c.d. “gerarchia europea delle forme di gestione dei rifiuti”, che prevede nell’ordine a. prevenzione; b. riutilizzo; c. riciclo; d. recupero energetico; e. smaltimento. Il Progetto, partendo da queste considerazioni di ordine generale, individua nel binomio prevenzione/riutilizzo l’area di maggiori potenzialità, ossia quella in cui possono essere messe in campo una pluralità di iniziative anche “micro”, finalizzate a formare una “rete delle buone pratiche” in grado di portare in prospettiva ad una effettiva riduzione del consumo di plastiche monouso, a vantaggio di soluzioni durevoli e riutilizzabili. Per questa ragione sono stati presi in considerazioni contesti diversi, considerati nella dinamica odierna della realtà metropolitana milanese, caratterizzata da un livello di consapevolezza ambientale media elevato ma anche da modelli di vita, di insediamenti, di socialità e di consumo che, se non correttamente supportati, possono essere causa della proliferazione incontrollata di rifiuti in generale e di plastica monouso in particolare: a. “Area Scuola”: 225 + 124 scuole primarie e secondarie di primo grado, tra pubbliche e private, a Milano-Città; b. “Area Università”: 15 istituzioni universitarie o ad esse equiparate, tra pubbliche e private, a Milano- Città; 2
c. “Area GDO”: 138 punti vendita della distribuzione organizzata, nelle sue varie forme e dimensioni, nella sola città di Milano, con banchi per alimenti sfusi, ossia banchi rosticceria/salumeria ecc.; d. “Area Aggregazione”: 7.333 pubblici esercizi per la somministrazione di cibi e bevande a Milano, anche se il Progetto si concentra sui centri di aggregazione con eventuale presenza interna di pubblici esercizi. A contesti diversi corrispondono esigenze diverse e, di conseguenza, diverse modalità di intervento: a. nelle scuole primarie, essendo già stati gestiti con soluzioni degne di nota da Milano Ristorazione le problematiche specifiche concernenti le mense, oggi le criticità residue si concentrano nelle modalità di approvvigionamento e veicolazione dell’acqua da bere al di fuori delle mense stesse (medesima considerazione per le scuole secondarie di primo grado, dove non è previsto il servizio di mensa) e sull’organizzazione di feste/eventi nell’ambito scolastico (“Area Scuola”); b. nelle università, in ragione dei forti flussi di pendolarismo (dati ISTAT: negli anni accademici 2014 - 2016 a Milano il 62,7% dei 174.706 studenti universitari proveniva da fuori regione, senza contare i fuori sede “di corto raggio” provenienti dalla stessa Lombardia). Il consumo di pasti fuori casa, in ragione delle particolari modalità che ha assunto l’organizzazione moderna della vita urbana, è per altro ormai la regola anche per gli stessi studenti residenti nella città di Milano. A questa necessità provvedono innanzitutto le mense universitarie, ma è crescente la quota di popolazione che, gravitando quotidianamente sulle università, in alternativa, sia per ragioni economiche che di scelte alimentari, anziché rivolgersi ai pubblici esercizi della zona prospiciente le sedi universitari, acquista cibo già pronto da consumare in loco presso esercizi commerciai della zona oppure lo prepara in anticipo a casa per consumarlo poi nelle aree universitarie. Questo modello, che tra l’altro sta prendendo sempre più piede anche negli uffici (specialmente quelli di dimensioni medio-piccole che non dispongono di mensa interna), può comportare un grande utilizzo di vaschette in plastica monouso, ossia un rifiuto particolarmente difficile da riciclare anche laddove sia correttamente conferito nella raccolta differenziata (“Area Università”); c. la GDO è la massima fonte di immissione nel circuito del consumo di alimenti imballati. Operare per un’inversione di tendenza generalizzata richiede strategie di lungo periodo e attenta valutazione delle ricadute sui modelli di vita e, forse ancor di più, sul rapporto tra modello di distribuzione delle merci al dettaglio, reddito delle famiglie e, quindi, possibilità di accesso ad intere tipologie di consumo per vaste platee di consumatori. All’interno della GDO, tuttavia, esistono aree in cui è possibile con relativa facilità operare da subito una sostanziale riduzione degli imballaggi in plastica “usa e getta”. Tra queste una di quelle di maggiore interesse è quella dei banchi “con servizio” per alimenti freschi, generalmente salumeria/rosticceria (“Area GDO”); d. i centri di aggregazione e socialità sono realtà complesse dove si concentrano molteplici funzioni sia no profit che profit (spesso ascrivibili al campo della ristorazione e/o somministrazione di cibi e bevande), talvolta di alto valore simbolico e culturale anche dal punto di vista ambientale. In questi contesti è doveroso pretendere i più elevati standard di prevenzione di formazione del rifiuto, oltre che di corretto svolgimento della raccolta differenziata (“Area Aggregazione”). Per tutti e quattro questi contesti viene assunta un’”area test” significativa, ove svolgere nell’ambito del Progettio attività volte a risolvere le criticità segnalate. Si tratta di esperienze relativamente di piccola taglia, ma sicuramente scalabili e riproponibili su scala anche molto più ampia, senza contare che esistono azioni che, di per sé, poco possono spostare rispetto ai grandi numeri, ma possono invece essere formidabili “attivatori” e “facilitatori” del cambiamento, ad esempio dimostrando la fattibilità/affidabilità di soluzioni alternative a quelle comunemente adottate (caso tipico, in questo senso, è quello delle “case dell’acqua”, che, stante i volumi in gioco, nell’immediato possono direttamente incidere poco per riequilibrare i consumi di acqua ora fortemente squilibrati a favore dell’”acqua minerale” imbottigliata, ma che sul medio – lungo 3
periodo servono soprattutto a rifamiliarizzare i cittadini con “l’acqua del sindaco”, contribuendo a darne un’immagine rassicurante e qualitativa). Per ciascuno dei contesti presentati, quindi, l’“area test” individuata per il Progetto è: a. “Area Scuola” (7 plessi di 3 Istituti Comprensivi): - Istituto Comprensivo “Giuseppe Giusti - D’Assisi” (zona Sarpi/Garibaldi), composto da due scuole primarie (“Ciceri-Visconti” in via Palermo e “Giusti” in via Giusti, 15) e da una scuola secondaria di primo grado (“Panzini” in via Giusti), per un totale di 52 classi e circa 1.200 alunni; - scuole primarie dell’Istituto Comprensivo “Stoppani” (zona P.ta Venezia) di Via Matteucci di via Stoppani, con 42 classi e circa 1.000 alunni; - scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Tommaso Grossi” (zona Romana - Molise) di via Monte Velino e scuola secondaria di primo grado dello stesso istituto nella medesima via, per un totale di 45 classi e circa 1.000 alunni. La scelta degli istituti scolastici fotografa realtà sociali e culturali profondamente diverse, con un occhio rivolto anche a quelle più fragili e complesse e alle problematiche dell’inclusione delle comunità di “nuovi cittadini”. b. “Area Università” (una sede): - “Università degli Studi di Milano Bicocca” di Piazza dell’Ateneo Nuovo 1 (zona Bicocca), per un totale di più di 32.000 studenti e più circa tremila persone tra personale docente e non docente. c. “Area GDO” (15 punti vendita) - negozi ad insegna “Naturasì” di EcorNaturaSì SpA distribuiti nell’intera città di Milano d. “Area Aggregazione”: un centro di aggregazione - “Cascina Cuccagna” di Via Cuccagna 2/4 (zona Romana), con molteplici attività associative e culturali dell’Associazione Cascina Cuccagna, e attività di ristorazione quali il bar/ristorante “Un posto a Milano”. UB SC SC SC SC SC SC Università UB Milano Bicocca SC Scuole SC Punti vendita CC SC NaturaSì Cascina CC Cuccagna 4
II – Obiettivi del progetto (cambiamento perseguito) Le plastiche monouso sono in alcuni casi sostituibili adottando opzioni differenti con relativa facilità, in altri, invece, la loro eliminazione (o anche la loro semplice riduzione) comporta cambiamenti radicali degli stili di vita e di consumo, che richiedono lungo periodo e la concorde mobilitazione di un grande numero di attori, dai decisori politici alle imprese della produzione, alla distribuzione, fino ai singoli cittadini che dovrebbero accettare e praticare per via consensuale profondi adeguamenti nelle loro abitudini quotidiane, con probabili ricadute anche sul loro potere di acquisto e sulla loro possibilità di accedere a talune tipologie di consumo. Il Progetto, pertanto, si concentra su quei cambiamenti che possono essere sviluppati già “qui ed ora”, intervenendo su ambiti specifici in cui è possibile attivare da subito un cambiamento significativo e con l’ulteriore obiettivo di creare “best practices” replicabili fino ad investire l’intero contesto cittadino (in prima istanza) coinvolgendo via via tutte le realtà analoghe. L’area di intervento centrale e prioritaria del Progetto è quella del “riutilizzo”, ossia della sostituzione in diversi contesti di specifiche tipologie di contenitori monouso con altri durevoli e riutilizzabili in grado di assicurare le medesime prestazioni. Per questa ragione sono stati individuati i quattro ambiti già analizzati (“Area Scuola”, “Area Università”, “Area GDO”, “Area Aggregazione”), in quanto: a. sono comunque situazioni di forte produzione di rifiuti di plastiche monouso; b. hanno una forte valenza educativa e simbolica, tale da poter far ritenere che un risultato positivo ottenuto in questi contesti abbia anche una funzione di “moltiplicatore” delle “buone pratiche”. A. “Ambito Scuola” L’azione rivolta alle scuole è essenzialmente incentrata sull’eliminazione dell’acqua imbottigliata, attivando un percorso di “riscoperta” dell’acqua pubblica non solo attraverso la distribuzione/installazione di supporti e attrezzature (borracce metalliche/erogatori), ma anche coinvolgendo positivamente l’intera popolazione scolastica e le famiglie per restituire all’”acqua del sindaco” la corretta percezione che merita, avendo come prospettiva quindi un cambiamento di abitudini che trascende il semplice contesto scolastico ma che auspicabilmente si insinui anche nella quotidianità domestica. A complemento di questa attività centrale, sempre nell’ambito “Scuola”, si prevede di lavorare sui modelli organizzativi dei momenti conviviali, che sempre più spesso arricchiscono ed integrano la mera attività didattica, ma che sono anche alla base di situazioni critiche per l’abuso di plastiche monouso. Il cambiamento atteso da questa area di attività, pertanto, è: a. immediata eliminazione dell’utilizzo dell’acqua imbottigliata nelle scuole partecipanti; b. nel medio periodo cambiamento delle abitudini in pari direzione anche nei contesti famigliari degli alunni coinvolti; c. nel medio/lungo miglioramento generale della percezione dell’”acqua pubblica”; d. scalabilità rispetto alle altre scuole cittadine; e. sperimentazione immediata di modelli virtuosi per la convivialità scolastica “esportabili” anche in contesti analoghi. B. “Ambito Università” L’azione rivolta all’Università di Milano Bicocca prende le mosse dalla verifica di quanto già fatto in una macro-comunità di circa 35.000 persone (una volta e mezza la popolazione di Sondrio!), particolarmente sensibile alle tematiche ambientali che, in molti casi, costituiscono parte integrante dei percorsi formativi degli studenti. 5
In questo contesto, è già stato affrontato il problema dell’accesso all’acqua da bere ed è già stato quindi distribuito un gran numero di borracce, ma si presenta un indubbio problema per quanto concerne l’assunzione dei pasti da parte di una popolazione costretta in maggioranza ad accedervi fuori casa. Detto che il cibo portato da casa risulta la modalità di consumo più diffusa, superiore anche all’utilizzo delle mense universitarie (55%, con punte del 62% tra le studentesse, secondo i dati forniti dalla ricerca svolta dalla stessa Università Mangiare in Bicocca – I luoghi della ristorazione), le modalità di trasporto e conservazione per il consumo in università di questi alimenti rappresenta un sicuro fattore di criticità, tenuto conto che spesso in realtà, più che preparato a casa, il cibo risulta acquistato in negozi/supermercati in confezioni in plastica monouso che fungono da contenitore sia per il trasporto che per il consumo, immediato o differito che sia. L’obiettivo è pertanto quello di verificare la possibilità di attuare una transizione dal contenitore “usa e getta” a quello durevole e riutilizzabile, intervenendo su quel particolare segmento della commercializzazione di prodotti alimentari rappresentato dai banchi del “fresco” con servizio. A tal fine, è fondamentale sperimentare le opportunità offerte dall’utilizzo di contenitori (seppure in plastica ma durevoli e riutilizzabili) da distribuire a studenti e personale dell’ateneo, da usare sia per il trasporto di cibo preparato a casa, sia per l’acquisto dai banchi rosticceria/salumeria di una catena GDO convenzionata (NaturaSì), anche attraverso forme di premialità/incentivazione e dove potrà essere verificata anche la compatibilità pratica (già verificata quella formale) con le pratiche di igienizzazione richieste dalle normative vigenti in materia di contenitori per alimenti e di responsabilità del venditore. Il cambiamento atteso da questa area di attività, pertanto, è: a. riduzione consistente nel breve periodo dell’utilizzo di contenitori in plastica monouso per gli alimenti preparati/acquistati all’esterno dell’università per poi essere consumati all’interno dell’ateneo o nelle sue immediate vicinanze dagli studenti e dal personale docente/non docente dell’Università degli Studi di Milano Bicocca; b. sostituzione, partendo da una case history sperimentale, del contenitore monouso in plastica nei reparti “fresco” con servizio della GDO; c. scalabilità nel medio periodo rispetto agli altri poli universitari cittadini. 6
C. “Ambito GDO” La sperimentazione dell’utilizzo di contenitori riutilizzabili per il cibo d’asporto dai banchi del “fresco” con servizio per gli studenti e il personale dell’Università Milano Bicocca non esaurisce ovviamente questa problematica: oltre all’uso particolare per il consumo di cibo fuori casa, in realtà tutti gli acquisti di questo genere comportano il confezionamento in imballaggi in plastica a perdere (in genere vaschette in PET o in PP), anche quando il cibo acquistato sfuso è destinato al normale uso domestico. La fattibilità di un simile cambiamento passa in ogni caso in primo luogo dalla verifica preliminare della possibilità di assicurare sempre e comunque il rigoroso rispetto delle normative igienico sanitarie per i contenitori a contatto con gli alimenti e, quindi, nel caso di contenitori riutilizzabili, anche quello dei processi di igienizzazione. Oltre all’attività specifica dedicata all’Università degli Studi di Milano Bicocca, il Progetto prevede quindi, una volta individuate le modalità più corrette, la distribuzione di analoghi contenitori durevoli riutilizzabili (“schiscette”) anche ai normali clienti dei banchi del “fresco” con servizio dei punti vendita NaturaSì che vorranno aderire all’iniziativa, che saranno coinvolti anche in un percorso informativo e formativo presso gli stessi store, finalizzato ad aumentarne il grado di consapevolezza anche al fine di creare dei veri e propri “testimonial del riutilizzo” quale “buona pratica”. L’obiettivo è evidentemente quello di acquisire una curva d’esperienza tale, sia dal punto di vista delle procedure che della risposta dei consumatori, da poter proporre a tutta la GDO, in piena sicurezza e senza inconvenienti per i consumatori stessi, il graduale passaggio all’utilizzo di contenitori riutilizzabili. Il cambiamento atteso da questa area di attività, pertanto, è: a. verifica della fattibilità dell’introduzione di contenitori riutilizzabili e di procedure di igienizzazione conformi alle disposizioni igienico – sanitarie; b. successivamente, progressiva eliminazione sin dal breve periodo dell’utilizzo di contenitori in plastica monouso per alimenti acquistati sfusi dai banchi del “fresco” con servizio dei punti vendita NaturaSì di Milano; c. attivazione immediata, tramite un percorso formativo e di coinvolgimento (engagement), degli stessi clienti dei punti vendita Natura Sì quali veri e propri “testimonial del riutilizzo” d. tramite la creazione di un “caso” anche di forte impatto mediatico, crescita nel medio periodo dell’interesse del mondo della GDO per le pratiche di riutilizzo in sostituzione dell’”usa e getta”; e. scalabilità nel medio periodo rispetto alle altre catene della GDO. 7
D. “Ambito Aggregazione” I centri di aggregazione costituiscono importanti nodi del complesso sistema di “reti” in cui si articola oggi la vita cittadina e rappresentano anche vere e proprie “vetrine” degli stili di vita, assurgendo spesso al ruolo di segni identificativi delle diverse “tribù metropolitane” che li frequentano. In questo senso la scelta nell’ambito del Progetto del complesso di Cascina Cuccagna, fenomeno unico di spazio recuperato ed autogestito per usi pubblici da un gruppo di cittadini “per farne un luogo di incontro e aggregazione, un laboratorio attivo di cultura, un punto di riferimento per la ricerca comune di benessere sociale e di qualità della vita. Un'impresa esemplare sostenuta e finanziata da chi ha a cuore il futuro della città” (www.cuccagna.org), non è casuale, ma vuole costruire un laboratorio partendo da una situazione già di eccellenza, per verificare la sostenibilità di buone pratiche “spinte”, conciliandole anche con la presenza nell’ambito della cascina stessa di un punto di ristorazione/bar di alto livello ed attrattività, anche commerciale. In questo particolare contesto, l’obiettivo è la completa e definitiva “deplastificazione” del luogo (intesa essenzialmente come progressiva eliminazione dell’utilizzo di manufatti in plastica non riutilizzabili), sia nell’ambito delle attività associative e culturali che dei diversi “abitanti” il complesso (ostello, ciclofficina, fioreria, mercato agricolo, agenzia viaggi nella natura, catering, bar ristorante “Un posto a Milano” ecc.), che al suo interno svolgono vere e proprie attività imprenditoriali, seppure in linea con la “filosofia” che ha dato vita all’esperienza. Le attività sono quindi rivolte sia al pubblico di frequentatori più o meno abituali sia agli stessi operatori che lavorano nell’”ambito Cascina”, e muovono sul duplice binario dell’eliminazione dei contenitori di plastica (a partire dall’erogazione dell’acqua pubblica gratuita, che è sempre stato uno dei punti caratterizzanti del sito, che vedrà la sparizione dei bicchieri di plastica a favore di borracce metalliche) e dell’azione di formazione ed educazione di tutti i frequentatori di Cuccagna, anche al fine di rendere comunque massimamente performante la raccolta differenziata, che diventerà anche la “Casa del Progetto”, dove saranno presentati i suoi avanzamenti e si concentrerà l’attività disseminazione dello stesso. Il cambiamento atteso da questa area di attività, pertanto, è: a. completa eliminazione nel breve periodo degli imballaggi e dei manufatti in plastica monouso non durevoli nell’ambito di tutti gli ambiti di attività della Cascina; b. scalabilità, pur nella considerazione delle specificità del sito e dell’esperienza, nel medio periodo rispetto ad altri centri di aggregazione/locali pubblici. 8
III – Strategia d’intervento (modalità d’intervento e azioni progettuali) Il Progetto, come detto, copre quattro aree: a. “Area Scuole” b. “Area Università” c. “Area GDO” d. “Area aggregazione” Ognuna di queste prevede specifiche attività, tuttavia la massima attenzione è stata posta nell’assicurare la connessione e la continuità tra queste, onde rendere tutte e quattro le aree parti di un unico percorso sperimentale. In questo senso un ruolo fondamentale è affidato all’Università di Milano Bicocca che, in quanto partner con il ruolo di coordinatore scientifico del Progetto nella sua interezza, assicura a. la coerenza e l’affidabilità scientifica di tutte le attività e dei contenuti; b. le rilevazioni iniziali e finali; c. le valutazioni tecniche, scientifiche e giuridiche della conformità dei contenitori riutilizzabili e dei relativi processi di igienizzazione; d. le valutazioni LCA (Life Cycle Analysis) e Carbon Footprint dei benefici; e. l’individuazione di criteri ed indicatori per la valutazione dei risultati, avvalendosi di proprie risorse interne (professori ordinari, associati, ricercatori, ecc.). L’Associazione Giacimenti Urbani, capofila cui si deve anche la progettazione complessiva poi validata dall’Università, svolge invece le attività di coordinamento organizzativo e gestionale, oltre ad alcune attività specifiche nell’ambito delle singole iniziative. Tra i partner, infine, l’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna mette a disposizione la “Casa del Progetto”, il luogo cioè ove svolgere la maggior parte dei momenti pubblici di presentazione e discussione, e avrà un ruolo fondamentale per tutta la parte di “disseminazione” del Progetto. Pur non annoverata tra i partner, ma con uno specifico accordo già sottoscritto per quanto attiene le linee guida, una funzione altrettanto importante è quella di EcorNaturaSì SpA, che offre i 15 punti vendita NaturaSì di Milano quale “teatro” per una parte rilevante delle attività e il supporto operativo del suo personale per rendere possibile la sperimentazione dell’uso di contenitori riutilizzabili per l’asporto di alimenti. Di analoga rilevanza è la collaborazione dei sette plessi scolastici individuati, che hanno già anch’essi sottoscritto impegni di disponibilità. Con un ruolo diverso, ovvero quello di “sponsor tecnico”, si pone infine GioStyle SpA, che fornirà tutti i contenitori per alimenti riutilizzabili. Prima di passare all’analisi puntuale delle attività previste per ciascuna “Area”, è importante sottolineare come queste siano tutte iniziative basate su un concreto “fare”, e quindi sulla produzione diretta di “cambiamento” (seppure, stante la natura sperimentale del Progetto, su scala per il momento limitata), ma anche come questo “fare” sia sempre accompagnato da momenti di formazione ed informazione dei diversi target, ritenendo la conoscenza condizione irrinunciabile per il consenso e quindi per l’engagement diretto. Il Progetto, infine, prevede una equa attività di “disseminazione”, di cui si rende conto nello specifico Allegato a questa presentazione, tanto più importante in ragione della sua dichiarata natura sperimentale, che quindi implica la sua conoscenza diffusa per dare corso concreto al suo follow up su più larga scala. 9
A. Modalità di realizzazione dell’intervento I dati dell’impresa sociale Circle Economy parlano di un circularity gap allarmante: solo il 9% dell’economia mondiale è circolare. I rifiuti, inclusi quelli da imballaggio, crescono spinti dai nuovi stili di vita e di consumo come il commercio online e il consumo di cibi pronti. In questo circolo vizioso gli imballaggi hanno un ruolo importante: occorre intercettarli tramite sistemi di raccolta domiciliare, ma anche prevenire e ridurre la produzione. In Italia gli imballaggi costituiscono il 35-40% in peso, ed il 55-60 % in volume, dei rifiuti solidi urbani che si producono ogni anno. In questo scenario abbastanza allarmante, uno studio sul riutilizzo degli imballaggi commissionato da CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) al Politecnico di Milano ha evidenziato come in Italia siano presenti ben 38 diverse declinazioni del riutilizzo (37% plastica, 24% acciaio, 18% legno, 11% alluminio, 5% vetro e 5% carta e cartone) e come uno dei settori di utilizzo principale è quello del food&beverage. Da queste riflessioni è nata l’idea forte che costituisce il fil rouge dell’intero Progetto: il riuso come “prima scelta” (anche ricordando la già citata “strategia europea” di gestione dei rifiuti), a partire da ambiti in cui il passaggio dalle soluzioni “usa e getta” a quelle basate appunto sul contenitore riutilizzabile risultano più praticabili, e quindi la distribuzione di acqua da bere in luoghi pubblici e comunità e l’acquisto di alimenti sfusi da banchi “con servizio”. La scelta delle borracce metalliche da distribuire nelle scuole e presso Cascina Cuccagna costituisce la modalità più ovvia e semplice per la sostituzione dell’acqua in bottiglia di plastica, da abbinare all’installazione di erogatori filtranti laddove le condizioni edilizie e logistiche lo consentono o a fontanelle, secondo una prassi ormai consolidata in situazioni di eccellenza (a cominciare dalla stessa sede del Ministero dell’Ambiente e dell’Università di Milano Bicocca…), ma che stenta ancora ad affermarsi in contesti di minore visibilità e disponibilità di risorse (come sono le scuole pubbliche), o nei luoghi di aggregazione (dove spesso, ma non nel caso di Cascina Cuccagna, può entrare i rotta di collisione “commerciale” con la vendita di acqua imbottigliata). Ovviamente l’uso della borraccia metallica elimina anche il ricorso ai bicchieri di plastica monouso, come invece avverrebbe laddove ci fosse il solo erogatore. Per quanto attiene invece le vaschette riutilizzabili in sostituzione di quelle monouso nei reparti del “fresco” con servizio della GDO (gastronomia), nell’ambito delle iniziative rivolte all’Università Milano Bicocca e ai negozi NaturaSì, in questo caso si tratta di una scelta assai più sperimentale, che deve in primo luogo confrontarsi con le problematiche normative in materia di sicurezza alimentare. Per tale ragione è prevista (inaugurando un percorso veramente innovativo) l’individuazione da parte della stessa Università, nella sua 10
qualità di coordinatore scientifico, e poi l’adozione presso i punti vendita coinvolti, di sistemi di igienizzazione per gestire il circuito nella massima sicurezza e ottemperanza alle leggi. La scelta è caduta su manufatti durevoli ma pur sempre in plastica, in quanto i soli a presentare caratteristiche favorevoli sia dal punto della sicurezza non solo alimentare ma anche del peso e quindi della trasportabilità. Per quanto concerne infine i fattori esterni che possono costituire criticità per la riuscita del Progetto, sono da segnalare: a. quelli di natura edilizia e burocratica per quanto concerne l’installazione degli erogatori nelle scuole, ragione per cui è stata prevista anche la sola distribuzione di borracce (si sottolinea nuovamente come, in presenza comunque della possibilità di approvvigionarsi di acqua pubblica, la sola borraccia soddisfi pienamente l’obiettivo del Progetto di ridurre l’utilizzo di plastiche monouso, mentre il solo erogatore senza borraccia implichi comunque l’utilizzo di stoviglie monouso, in plastica o in altro materiale, e quindi comunque la produzione di rifiuti); b. quelli di natura normativa per quanto concerne invece l’uso di contenitori riutilizzabili per i cibi da asporto, che hanno suggerito di prevedere, a seguito degli studi di fattibilità e conformità affidati all’Università Milano Bicocca, specifici sistemi di igienizzazione e un ulteriore studio affidato alla Scuola Agraria del Parco di Monza sulle best practices internazionali in materia. B. Azioni in cui si articola il progetto. Il progetto come già ripetutamente evidenziato si articola in quattro “aree”: a. “Scuole” b. “Università” c. “GDO” d. “Aggregazione”, rispetto alle quali si forniscono le seguenti informazioni, specifiche per la singola “Area”: a. descrizione sintetica delle singole azioni b. soggetti coinvolti (in qualità di capofila, partner, finanziatori, fornitori ecc.); c. tempi di realizzazione; d. soggetti beneficiari; e. risultati attesi; f. criteri di valutazione degli esiti. 11
- “Scuole” a. Descrizione sintetica azioni: 1. presso plessi scolastici individuati e con il coinvolgimento dell’intera popolazione scolastica e delle famiglie, predisposizione, somministrazione ed elaborazione di un questionario iniziale/intermedio/finale volto a verificare le modalità di accesso all’acqua da bere sia a scuola che a casa; 2. distribuzione borracce metalliche per il consumo dell’acqua pubblica in sostituzione di quella in bottiglia, senza necessità di ulteriori accessori monouso (bicchieri); 3. laddove si presentasse la necessità e la possibilità, fornitura ed installazione erogatori per microfiltraggio acqua pubblica, da utilizzare in combinato con le borracce; 4. percorso di educazione all’uso dell’acqua pubblica a scuola e a casa rivolto ad alunni, personale docente e non docente, famiglie; 5. percorso di educazione alla “deplastificazione”, con particolare riguardo ai momenti di aggregazione collaterali all’attività didattica e predisposizione/diffusione di una specifica guida alle buone pratiche; b. Soggetti coinvolti: 1. Associazione Giacimenti Urbani (capofila); 2. Università degli Studi di Milano Bicocca (partner, coordinatore scientifico); 3. Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna (partner, fornitore “Casa del Progetto”); 4. MM SpA – fornitore formazione; 5. Istituto Comprensivo “Giuseppe Giusti” (sede della sperimentazione); 6. Istituto Comprensivo “Stoppani” (sede della sperimentazione); 7. Istituto comprensivo “Tommaso Grossi” (sede della sperimentazione); 8. altri formatori specializzati in tematiche quali la gestione del ciclo idrico, la prevenzione dei rifiuti, il packaging e le materie plastiche (consulenti); 9. soggetti fornitori delle borracce e degli erogatori. c. Tempi di realizzazione: d. Soggetti beneficiari: 1. alunni scuole individuate; 2. personale docente e non docente scuole individuate; 3. famiglie alunni. e. Risultati attesi: 1. eliminazione acqua imbottigliata dall’ambito scolastico; 2. rifamiliarizzazione con l’acqua pubblica; 12
3. stimolo all’utilizzo dell’acqua pubblica anche in ambito domestico, con effetto moltiplicatore della riduzione di acqua imbottigliata in plastica; 4. formazione di una “best practice” replicabile per l’eliminazione dell’acqua imbottigliata e la “deplastificazione” nelle altre scuole milanesi. f. Criteri di valutazione esiti: 1. Indicatori - consumo iniziale/finale acqua in bottiglia a scuola e a casa - numero borracce distribuite - utilizzo effettivo delle borracce 2. Strumenti e tempistica verifica - questionario iniziale/intermedio/finale su abitudini e modelli di consumo somministrato a alunni, famiglie, personale in contesti ludici-scolastici per favorire la partecipazione e l’engagement; - verifica finale giacenze rispetto a dotazione distribuita; - campagne di rilevamento visivo. - “Università” a. Descrizione sintetica azioni: 1. presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca distribuzione in occasione di specifici momenti di engagement ambientale della popolazione universitaria (studenti, docenti, non docenti) di contenitori riutilizzabili per il trasporto e consumo dei cibi acquistati fuori dall’area universitaria e consumati al suo interno, per dare vita ad una sperimentazione di sostituzione dei contenitori in plastica monouso (vaschette) attualmente utilizzati; 2. accordo per incentivarne l’utilizzo presso 15 punti vendita NaturaSì di Milano (vedi anche punto successivo “GDO”); 3. presentazione presso l’Università di Milano Bicocca dei risultati degli studi sulla fattibilità del circuito di contenitori riutilizzabili “a rendere”, sui sistemi di igienizzazione e sul benchmark con analoghe esperienze estere; 4. distribuzione alla popolazione universitaria aderente all’iniziativa di contenitori riutilizzabili in plastica customizzati. b. Soggetti coinvolti: 1. Associazione Giacimenti Urbani (capofila); 2. Università degli Studi di Milano Bicocca (partner, coordinatore scientifico e distributore contenitori riutilizzabili); 3. Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna (partner, “Casa del Progetto”); 4. EcorNaturaSì SpA (titolare negozi NaturaSì sede della sperimentazione); 5. GioStyle SpA (sponsor tecnico per fornitura contenitori riutilizzabili); 6. Scuola Agraria del Parco di Monza (consulente per un benchmark internazionale di sistemi analoghi di riutilizzo ed igienizzazione) c. Tempi di realizzazione: d. Soggetti beneficiari: 1. studenti Università degli Studi Milano Bicocca; 13
2. personale docente e non docente Università degli Studi Milano Bicocca. e. Risultati attesi: 1. riduzione consumo contenitori monouso per alimenti freschi (vaschette); 2. supporto al consumo di alimenti freschi; 3. formazione di una “best practice” replicabile. f. Criteri di valutazione esiti: 1. Indicatori - numero iniziale/finale pasti consumati con contenitori a perdere - numero contenitori riutilizzabili distribuiti - numero fidelizzati circuito NaturaSì 2. Strumenti e tempistica verifica - numero iniziale/finale pasti consumati con contenitori a perdere - numero contenitori riutilizzabili distribuiti - numero fidelizzati circuito NaturaSì - “GDO” a. Descrizione sintetica azioni: 1. studio di fattibilità tecnico-normativa e benchmark con analoghe esperienze estere di un circuito di utilizzo di contenitori riutilizzabili “a rendere” per alimenti da asporto e dei relativi sistemi di igienizzazione prima della loro reimmissione nel circuito; 2. presso i 15 punti vendita di EcorNaturaSì SpA di Milano (negozi NaturaSì) sperimentazione dell’utilizzo di contenitori in plastica riutilizzabili per l’acquisto da parte dei consumatori di prodotti sfusi dai banchi del “fresco” con servizio (gastronomia); 3. distribuzione contenitori in plastica riutilizzabili customizzati ai clienti; 4. creazione di una rete di “clienti sperimentatori” che si impegnano a dare vita ad un circuito basato su contenitori riutilizzabili “a rendere”; 5. sistema di incentivazione e di fidelizzazione dei consumatori; 6. attività di formazione “in store” su “deplastificazione” dei consumi. b. Soggetti coinvolti: 1. Associazione Giacimenti Urbani (capofila); 2. Università degli Studi di Milano Bicocca (partner, coordinatore scientifico e studio dei sistemi di igienizzazione); 3. Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna (partner, “Casa del Progetto” 4. GioStyle SpA (sponsor tecnico per fornitura contenitori riutilizzabili); 5. Scuola Agraria del Parco di Monza (consulente per un benchmark internazionale di sistemi analoghi di riutilizzo ed igienizzazione) c. Tempi di realizzazione: 14
d. Soggetti beneficiari: 1. clienti 15 negozi NaturaSì di Milano. e. Risultati attesi: 1. Individuazione procedure di utilizzo e igienizzazione contenitori riutilizzabili conformi alle normative igienico – sanitarie vigenti; 2. riduzione consumo contenitori monouso per alimenti freschi; 3. supporto al consumo di alimenti freschi; 4. formazione di una “best practice” replicabile. f. Criteri di valutazione esiti: 1. Indicatori - numero vaschette utilizzate nei punti vendita NaturaSì (inizio/fine) - numero contenitori a rendere distribuiti e in rotazione - numero partecipanti sperimentazione 2. Strumenti e tempistica verifica - dati storici andamenti acquisti vaschette monouso NaturaSì - verifica numero contenitori - redemption contest e sistema fidelizzazione NaturaSì - “Aggregazione” a. Descrizione sintetica azioni: 1. installazione presso “Cascina Cuccagna” di una fontanella per la distribuzione gratuita dell’acqua pubblica; 2. distribuzione di borracce metalliche customizzate per il consumo dell’acqua pubblica in sostituzione di quella in bottiglia, senza necessità di ulteriori accessori monouso (bicchieri); 3. percorsi educativi sull’utilizzo dell’acqua pubblica; 4. formazione “abitanti” e “utenti”, anche sul corretto uso degli imballaggi e sulla raccolta differenziata e sull’eliminazione della plastica monouso all’interno della Cascina; 5. razionalizzazione sistema raccolta differenziata interna. b. Soggetti coinvolti: 1. Associazione Giacimenti Urbani (capofila); 2. Università degli Studi di Milano Bicocca (partner, coordinatore scientifico); 3. Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna (partner,“Casa del Progetto”) 4. MM SpA – fornitore formazione sull’acqua pubblica 5. altri formatori specializzati sulla prevenzione dei rifiuti, il packaging, le materie plastiche, la raccolta differenziata e il riciclo (consulenti); 6. soggetti fornitori borracce e fontanella. c. Tempi di realizzazione: 15
d. Soggetti beneficiari: 1. attività presenti in Cascina Cuccagna; 2. frequentatori Cascina Cuccagna. e. Risultati attesi: 1. eliminazione acqua imbottigliata; 2. eliminazione bicchieri di plastica usa e getta; 3. rifamiliarizzazione con l’acqua pubblica; 4. stimolo all’utilizzo dell’acqua pubblica anche in ambito domestico, con conseguente effetto moltiplicatore della riduzione di acqua imbottigliata in plastica; 5. formazione di una “best practice” replicabile per l’eliminazione dell’acqua imbottigliata e la “deplastificazione” anche in altri contesti aggregativi/ricreativi. f. Criteri di valutazione esiti: 1. Indicatori - numero iniziale/finale bicchieri monouso in plastica utilizzati 2. Strumenti e tempistica verifica - rilevamento iniziale/finale. C. Parte generale Per completezza, qui di seguito si riporta infine la tempistica relativa alle attività comuni all’intero Progetto: IV - Organizzazione richiedente (informazioni sull’organizzazione e sugli eventuali partner) Il Progetto nasce per iniziativa dell’Associazione Giacimenti Urbani che ha coinvolto come partner due soggetti molto diversi tra loro come a. l’Università degli Studi di Milano Bicocca b. l’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna. A questi tre promotori si affiancano come sostenitori del Progetto stesso: a. Comune di Milano b. AMSA SpA; c. AMAT – Agenzia Mobilità Ambiente Trasporti. Hanno poi fornito manifestazione di interesse e disponibilità i tre Istituti Comprensivi coinvolti per l’”Area Scuola”: a. Istituto Comprensivo “Giuseppe Giusti”; b. Istituto Comprensivo “A. Stoppani”; c. Istituto Comprensivo “Tommaso Grossi”. Hanno infine sottoscritto impegni di collaborazione i due soggetti privati indispensabili per lo sviluppo del Progetto: 16
a. EcorNaturaSì SpA in quanto titolare dei 15 punti vendita in cui si sviluppano le iniziative dell’”Area GDO” e in quanto sottoscrittrice della convenzione per gli utenti dell’Università degli Studi di Milano Bicocca per le vaschette riutilizzabili; b. GioStyle SpA in quanto fornitrice di tutte le vaschette riutilizzabili necessarie per le iniziative sia dell’“Area Università” che dell’“Area GDO”, mentre MM SpA ha già espresso la sua disponibilità per le attività formative sul ciclo dell’acqua. Qui di seguito si fornisce per il capofila e i due partner una presentazione sintetica, particolarmente incentrata sulle attività attinenti al Progetto. A. Associazione Giacimenti Urbani L’ Associazione Giacimenti Urbani nasce nel 2014, con l’idea di trasformare i rifiuti in risorsa. L’obiettivo è promuovere l’economia circolare e ridurre gli sprechi, mettendo in rete le attività che favoriscono la riduzione dei rifiuti, attraverso la prevenzione, la riparazione, il riuso, l’upcycling, il riciclo e i siti dove recuperare materiali di scarto. L’ Associazione lavora su piani diversi: a. un’attività permanente, come la mappa dei Giacimenti Urbani, ossia di attività incentrate sul riuso e il recupero in un’ottica di lotta agli sprechi ed ai consumi non sostenibili, e il relativo circuito diffuso in tutta Italia; b. un’attività legata ad azioni e progetti mirati alla sensibilizzazione ambientale, alcuni dei quali messi in calendario ogni anno. Giacimenti Urbani ha in corso i seguenti progetti per la sensibilizzazione ambientale della cittadinanza: a. prosecuzione della mappatura delle attività virtuose sul territorio nazionale; b. collaborazione con i Restarters Milano – Pc Officina per attivare insieme Restart-party: incontri aperti ai cittadini in cui si chiacchiera e si ripara insieme per contrastare l’abitudine all’usa e getta; c. “Spazio TuttoGratis”, progetto che prevede l’esistenza di un luogo temporaneo del dono, dove si porta quel che non serve più e che può servire a qualcun altro; d. nella primavera del 2018 è partito un accordo di partenariato con AMSA-A2A, Eco dalle Città e Recup per il recupero sistematico del cibo ancora edibile in nove mercati milanesi (tra cui Viale Papiniano); e. è parte della Rete Qubi Umbria-Molise, occupandosi della comunicazione interna ed esterna; f. tutti gli anni, a partire dal 2016, l’Associazione partecipa con la “Piazza dei Giacimenti Urbani” a “Fa’ la cosa giusta”, fiera del consumo critico che si tiene a Fiera Milano City. g. tutti gli anni, a partire dalla sua costituzione, l’Associazione organizza il “Festival di Giacimenti Urbani” nell’ambito della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (SERR) e, in quanto Associazione accreditata da tempo per la stessa SERR, è stata coinvolta nel Parlamento Cittadino, promosso a dicembre 2018 dalla medesima organizzazione, per portare alcune istanze al Ministro dell’Ambiente. I principali progetti portati a compimento sono stati: a. mostra “Deplastic” sulle criticità ambientali e sanitarie rappresentate dalle plastiche monouso e sulle opzioni alternative per una loro “decrescita felice”, installata la prima volta nell’ambito dell’edizione 2019 della fiera “Fa la cosa giusta” e resa ora itinerante; b. progetto “Miniere Urbane”, presentato a “Fa’ la Cosa Giusta 2018”, per il riuso dei materiali inutilizzati in architettura; 17
c. presentazione di Harvest Map Italia, la mappa delle giacenze e degli scarti aziendali nata in Olanda e ora presente anche in Italia; d. mostra “Edilizia Circolare” con esempi internazionali di architetture realizzate con materiali di riuso; e. “Bando delle Periferie” del Comune di Milano, versione multiambito, con il progetto “Quartieri Ricicloni – Giacimenti alle periferie” – 2017; f. mostra “Eterno Ritorno: in natura non esistono scarti ma solo risorse” presentata a Milano nel 2017 e successivamente in altri eventi nazionali; g. EXPOP presso il Vivaio Riva con “Spazio TuttoGratis” – 2017 h. “Formichine Salvacibo” presso CAM Garibaldi, progetto di educazione anti-spreco - 2016 i. “Green City Milano” alla Rotonda della Besana – laboratori di riuso – 2015 Tutte le attività svolte sono sicuramente riconducibili all’ambito della gestione responsabile delle risorse e della riduzione dei rifiuti, con una forte esperienza specifica nel settore delle plastiche derivante in particolare dal percorso che ha portato al successo della citata mostra “Deplastic”. Per quanto attiene infine l’organizzazione dell’Associazione, questa si basa su di un nucleo centrale di soci fondatori che conferiscono il loro patrimonio di professionalità diversificate in vari settori (giornalisti, manager, architetti, ecc.), che offrono un impegno continuativo, e su di un panel di collaboratori esterni che vengono mobilitati su progetti specifici. B. Università degli Studi Milano Bicocca L’Università di Milano-Bicocca è fortemente orientata alle attività di ricerca in ambiti scientifici nel segno del rafforzamento degli strumenti di relazione con il territorio e di sviluppo del sistema produttivo. L’Ateneo ha sviluppato stabili e intensi rapporti con il mondo imprenditoriale, dedicando particolare attenzione alla realtà territoriale in cui è inserito e privilegiando, allo stesso tempo, la dimensione internazionale. All’interno del progetto, il gruppo BASE (Bicocca Ambiente Società Economia), che si occupa dei percorsi di sostenibilità all’interno e all’esterno dell’Ateneo, applicherà l’approccio metodologico del Life Cycle Thinking (con gli strumenti Life Cycle Assessment - LCA e Carbon Footprint - CF) per valutare gli impatti ambientali delle azioni proposte, con il supporto di indagini quantitative finalizzate alla raccolta dati. I ricercatori del gruppo BASE afferiscono al Centro di Ricerca POLARIS che ha consolidata esperienza sia nell’ambito del Life Cycle Thinking che in quello delle indagini. Progetti con applicazioni della metodologia LCA: a. ECOPAVE Supermodificanti a base di plastiche da recupero e grafene per asfalti extra resistenti e riciclabili all’infinito Regione Lombardia - programma operativo regionale 2014-2020 obiettivo “investimenti in favore della crescita e dell’occupazione” (cofinanziato con il Fesr) asse prioritario “i” – rafforzare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. Anno 2018-in corso b. BASE (Bicocca Ambiente Società Economia) Progetto dell’Università di Milano Bicocca finalizzato alla sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’Ateneo. Il progetto è diretto a rispondere ai requisiti dell’International Sustainable Campus Network e alla Rete delle Università per la Sostenibilità (RUS). Azioni: Valutazione dell’impatto ambientale dell’Ateneo ed ideazione di azioni per la sua riduzione, relazioni con i network (RUS e ISCN). Anno 2015 - in corso. c. Carbon Management dell’Università degli Studi di Milano Bicocca Secondo accordo tra Ateneo e Ministero dell’Ambiente: Valutazione della Carbon Footprint degli edifici dell’Ateneo, gestione dei consumi energetici (elettrici e termici), piano di gestione dei rifiuti, uso dell’acqua, mobilità di personale e studenti, piano gestione acquisti verdi. 2012 - in corso. 18
d. Swarm-Net: Rete per la gestione intelligente delle risorse idriche (Smart Water Resource Management - Network). Bando “Smart Cities and Communities” Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Contributo nell’OR 9, Azione 32 “Valutazione dell’impatto di Swarm-Net in termini ambientali, economici e sociali”. 2016 - in corso. e. Valutazioni “Life Cycle Oriented” sul ciclo di depurazione chimico-fisica del Progetto Wasatex. Valutazione tramite metodologia LCA dell’impronta di carbonio relativa alle attività collegate all’impianto di depurazione dello stabilimento di produzione tessile in Osijek (Croazia) del gruppo Olimpias Tekstil. Committente Benetton. 2016. f. ECOPNED, ecologia e pneumatici per l’edilizia. Progetto nel Bando Industria 2015 - Nuove Tecnologie per il Made in Italy: Valutazione dell’impatto ambientale della filiera di progetto tramite metodologia LCA. 2012 - 2015. g. Valutazione degli Impatti Ambientali dell’attività di EPSON Italia tramite Metodologia LCA Analisi Life Cycle Assessment. Committente Epson Italia. 2011-2015. h. Valutazione Carbon Footprint comparativa di una stampante laser (con cartuccia toner) con una stampante inkjet Committente Epson Italia. 2014. i. Valutazione LCA comparativa di una cartuccia rigenerabile con una non rigenerabile. Committente Asso.It. 2013. j. Valutazione della Carbon Footprint della sede di Assimpredil-Ance. Committente Assimpredil-Ance. 2012. k. Valutazione del ciclo di trasformazione dei rifiuti in energia tramite metodologia Life Cycle Assessment (LCA). Unità Operativa B2 – Componenti territoriali e LCA, Responsabile scientifico: prof.ssa M. Camatini - DISAT Università di Milano Bicocca. All’interno del progetto FIRB 2010 “Definizione delle Componenti di Base e Obiettivi massimi teoricamente raggiungibili di un Modello di sistema per la valorizzazione dei Bacini Secondari di Energia, costituito da tre Sottosistemi: ITS, NEW, Waste&Power”. 2008-2010. Sia il personale (che ha documentata bibliografia scientifica) sia la strumentazione in capo alla struttura potranno quindi portare un notevole contributo al progetto. C. Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna Già presente nella mappa manoscritta del catasto teresiano del 1722 col nome di Cassina Torchio detta Preganella, pertiche 1,20, valor capitale 30 scudi, la cascina era dei Padri Fatebenefratelli, che nei terreni di pertinenza vi coltivavano le erbe officinali per l'Ospedale Maggiore. Divenuta nel 1984 proprietà del Demanio Comunale, dieci anni più tardi sarà dichiarata inagibile e quindi sgomberata da abitanti e attività. Alla fine degli anni '90, un gruppo di cittadini e associazioni della Zona 4 di Milano inizia a interessarsi di questo bene pubblico in rovina, fonda la Cooperativa Cuccagna e promuove una serie di iniziative volte al recupero della cascina. Da allora la Cooperativa ha svolto un sistematico lavoro di coinvolgimento e sensibilizzazione degli abitanti della zona, ma anche di realtà culturali e delle istituzioni milanesi. Ha organizzato occasioni di incontro e aggregazione negli spazi rimasti agibili della cascina. E ha sviluppato un progetto di intervento sull'intero complesso della Cascina Cuccagna, producendo uno studio di sostenibilità economica, un piano di gestione e un progetto di restauro conservativo e di adeguamento funzionale. 19
In occasione del bando del Comune di Milano per l'assegnazione della Cascina Cuccagna, è stata costituita l'Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna, che si è aggiudicata la concessione ventennale d'uso, con l'obbligo di procedere al restauro conservativo dell'immobile, per recuperare l'antica struttura e trasformarla in un "Centro polifunzionale di iniziativa e partecipazione culturale territoriale" aperto all'intera cittadinanza senza distinzione di età, appartenenza politica o corrente culturale. Oggi la Cascina Cuccagna costituisce un polo di eccellenza nell’ambito dell’aggregazione culturale, sociale ed ambientale nella città di Milano, offrendosi come sede ad una pluralità di iniziative ed attività, anche dell’imprenditoria equa e solidale: a. GAS – Gruppo Acquisto Solidale Cuccagna b. Gruppoverde – orti didattici c. Porte Aperte – gruppo di lettura e scambio culturale over 50 d. Passalibro - bookcrossing e. Magliando - gruppo di donne unite dalla passione per il lavoro a maglia come occasione di socialità f. Corsi di graphic design, fotografia, language design, audiovisivi, public speaking g. Punto Parco del Parco Agricolo Sud Milano h. Un posto a Milano – cucina, bar e foresteria i. Ciclofficina j. Fioreria – fiori e piante naturali k. Mercato Agricolo – vendita diretta di prodotti agricoli l. Four Seasons Natura e Cultura & Mowgli Education - viaggi nella natura, in Italia, in Europa e nel mondo m. Il Cucinista – corsi di cucina e catering. Cascina Cuccagna, divenuta negli anni polo di aggregazione di stili di vita sostenibili, è quindi oggi un modello per un differente approccio alla vita urbana. Per queste ragioni, avendo da sempre sviluppato al suo interno, sia tra i cd. “abitanti” (le attività svolte all’interno e il personale che le cura e gestisce) che tra i frequentatori, una particolare attenzione al tema dei rifiuti e del consumo responsabile (dalla raccolta differenziata alla distribuzione gratuita di acqua pubblica, dalla formazione allo sviluppo di modelli economici basati sul riuso e sul baratto), intende ora fare un ulteriore salto di qualità affrontando organicamente il problema della progressiva eliminazione dei (pochi) manufatti in plastica monouso non assolutamente insostituibili. 20
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