Giuseppe Lombardo Radice Il pedagogista della scuola serena
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Giuseppe Lombardo Radice (1879 - 1938) Il pedagogista della scuola serena
Brevi cenni biografici Giuseppe Lombardo Radice nacque a Catania il 28 giugno 1879 da Luciano Lombardo e Nunziata Radice. Il padre, impiegato alla Difesa Marittima, si trasferì ben presto a Messina. Giuseppe fu fin da piccolo “il capo nei giuochi e negli studi” di una piccola tribù di bambini, costituita dai suoi 6 fratelli e da altri fanciulli che si aggregavano a loro. La spiaggia e il porto rappresentarono per lui il primo “museo didattico”. Egli si formò come educatore “prima di tutto come fanciullo”.
Educatore a 14 anni … A 14 anni, la zia Nicolina, ormai morente, gli affidò i suoi cinque figli. “Quell’ora, io credo, ha deciso della mia vita. Perché io presi con fanciullesca serietà e devozione quel compito sacro, e senza che alcuno lo sapesse o si avvedesse che qualche cosa era mutato in me, mi sentii padre di quei cinque figlioletti e presi a frequentare di più la loro casa; a dare lezioni al maggiore quando era fuori di collegio, nelle vacanze; a guidare le due piccine e i due bambini; a unirli tutti quanti ai nostri giochi e alle nostre gite” (G. Lombardo Radice, Lettera alla signorina Rotten, in Saggi di critica didattica, a cura di L. Stefanini, Paravia, Torino 1927, pp. 68-69)
La formazione iniziale La sua prima “pedagogia” Giuseppe Lombardo Radice la apprese leggendo i testi delle sorelle maggiori che frequentavano la scuola normale di Catania, ma, soprattutto, riflettendo sulla vita e sulle proprie esperienze scolastiche. Egli frequentò il ginnasio-liceo classico di Messina, dove ebbe modo di sperimentare alcuni principi della scuola attiva, pur non conoscendo ancora l’attivismo pedagogico. Si trattava di una “scuola comune dove gli insegnanti sapevano vivere fuori della scuola coi loro scolari” e promuovevano vita. In quegli stessi anni si appassionò anche alla cultura e alle tradizioni popolari della sua Sicilia, grazie al preside del suo liceo e ad altre persone con cui era in contatto quotidianamente. Terminato il liceo, si iscrisse alla Scuola Normale Superiore di Pisa, “cenacolo di giovani studiosi conviventi in un regime di vera libertà”, ove ottenne la laurea in Filosofia. Dopo alcune esperienze di insegnamento nei licei e nelle scuole normali, divenne docente di Pedagogia alla Regia Università di Catania, dove insegnò dal 1911 al 1922, per poi passare all’Istituto Superiore di Magistero di Roma, dove rimase fino al 1928
Militante della pedagogia PUBBLICAZIONI DI RIVISTE PUBBLICAZIONI DI MANUALI MAGISTRALI (“NUOVI DOVERI”; DI PEDAGOGIA “EDUCAZIONE NAZIONALE”) Nel corso della sua carriera, Giuseppe Lombardo Radice si impegnò su diversi fronti di azione, tutti finalizzati al miglioramento della formazione degli insegnanti: PARTECIPAZIONE ADESIONE NEL 1919 AL AI CONGRESSI PROGRAMMA DEL DI ASSOCIAZIONI DI FASCIO DI EDUCAZIONE INSEGNANTI (FNISM) NAZIONALE
La concezione del rapporto educativo Lombardo Radice mutuò il lessico pedagogico di riferimento dalle elaborazioni del filosofo neoidealista Giovanni Gentile, che nel saggio Del concetto scientifico di educazione (1900) inaugurò una nuova prospettiva pedagogica, quella dell’attualismo. La pedagogia era considerata una scienza filosofica, in quanto coincideva con la filosofia dello spirito “L’educazione è compenetrazione di anime, cioè uno stato di coscienza nel quale il maestro scompare come individualità distinta dagli scolari e si adegua al loro momento spirituale, vivendolo come suo e sviluppandolo, per sospingerlo a posizioni più alte – da lui già raggiunte indipendentemente dai suoi attuali scolari, nella formazione della propria cultura; e nelle quali deve ritornare, riconquistandole con loro” (G. Lombardo Radice, Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale, Sandron, Palermo 1913, p. 13)
La concezione antropologica “L’alunno non è un’astratta entità individuale, ma un mondo organizzato nel suo spirito”. Istruire un fanciullo significa: approfondire con rendere la scuola lui il suo mondo, vita che agisce perché lo superi sulla vita, che si fa influire attraverso l’alunno su tutto il mondo di cui egli fa parte
Non si insegna ad essere maestri “Nessuno ti insegnerà ad essere maestro; tu non hai da applicar formule, ma da crear anime; tu non farai altra cosa che pensare, innalzarti a una spiritualità più alta; questo ti basterà per insegnar meglio […] pensa col filosofo, rivivi collo storico, palpita col poeta, e sarai maestro di filosofia, di storia, di poesia […] il tuo spirito è la tua legge; cioè lo spirito”. (G. Lombardo Radice, a cura di, Didattica viva. Problemi ed esperienze, La Nuova Italia, Firenze 1951)
Centralità dell’educazione popolare Per Giuseppe Lombardo Radice, l’educazione popolare rappresenta la finalità principale della nuova scuola elementare italiana delineata dai programmi della riforma Gentile (1923), a cui partecipa attivamente come Direttore generale dell’Istruzione elementare presso il Ministero della P. I. “INSEGNAMENTO “INSEGNAMENTI DEL DIALETTO E DI COSE” DEL FOLKLORE” Egli sostenne la strategia della “popolarità delle culture” vs. la “popolarizzazione della cultura”: il maestro deve valorizzare la cultura del popolo, non popolarizzare la cultura, cioè darla al popolo “in perle”, spegnendo la sete dei “perché”
Scuola serena: perché? «È una scuola per ragazzi L’insegnante ha un ruolo vivi, ragazzi veri, non ridotti attivo e critico come a cose» educatore di “anime” e di “cittadini” L’espressione “scuola serena” è stata coniata da Giuseppe Lombardo Radice per indicare il tipo di scuola elementare da lui pensata La lingua e il disegno rappresentano i mezzi di Il fine della scuola serena è espressione della personalità infondere nei ragazzi l’idea del bambino del bene e l’idea del bello che si va formando
Scuola serena: come? Con la scuola serena, Giuseppe Lombardo Radice fece un dono di “rigenerazione” alla scuola comune, introducendo in essa i rinnovamenti apportati dalle “scuole nuove” e dall’ “educazione nuova”: PUEROCENTRISMO LIBERTÁ AUTOEDUCAZIONE DISCIPLINA
La didattica della scuola serena è una didattica viva L’azione del docente è finalizzata allo sviluppo della Il metodo disciplina, intesa come un rappresenta una coscienza “interiore conformarsi operosa dell’ideale educativo, dell’alunno alla legge che deve essere incarnato dal sente viva ed operosa maestro, non è qualcosa di nel maestro” astratto SCUOLA VITA
Le lodi di Giuseppe Lombardo Radice alla scuola di Muzzano Nel corso di una sua visita in Canton Ticino nel 1923, Giuseppe Lombardo Radice conobbe Maria Boschetti Alberti e la sua esperienza didattica. Egli definì la scuola di Muzzano “una bandiera della riforma della scuola italiana”. «[…] Incontrerete una casuccia rustica, di modestissimo aspetto; gli scolari, contadinelli scalzi, che non vi sanno parlare che delle loro case, e anche di quelle poco, perché sono timidi; un’aula silenziosa, dove ogni bambino attende a ciò che lo interessa con serietà di lavoratore» (cfr. G. Lombardo Radice, Athena fanciulla. Scienza e poesia della scuola serena, Il Marzocco editore, Firenze 1925, pp. 223-246)
Il dopo Gentile: l’impegno per la “critica didattica” In seguito all’omicidio Matteotti, avvenuto nel giugno 1924, e il rivelarsi della natura dittatoriale del governo fascista, Lombardo Radice si allontanò da Gentile e dal neoidealismo, ricominciando ad insegnare e continuando il suo impegno per la formazione dei maestri. Subì un periodo di emarginazione dal mondo culturale fascista. In questo periodo, Lombardo Radice intensificò la sua attività di “critica didattica”, ovvero di studio delle attività di insegnamento-apprendimento messe in atto dai maestri, soprattutto nelle “scuole rinnovate”, per ricavarne principi a cui improntare la formazione pedagogica dei futuri insegnanti. In questo suo intento fu favorito dalla possibilità di poter diffondere le proprie idee sulla sua rivista “L’Educazione Nazionale”, che fu costretta a chiudere i battenti nel 1933. Lombardo Radice morì improvvisamente a Cortina D’Ampezzo il 16 agosto 1938
Le principali opere di Giuseppe Lombardo Radice Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale (1913) Come si uccidono le anime (1915) L’ideale educativo e la scuola nazionale: lezioni di pedagogia generale fondata sull’autoeducazione (1916) Educazione e diseducazione (1923) Athena fanciulla. Scienze e poesia della scuola serena (1925) Accanto ai maestri. Nuovi saggi di propaganda pedagogica (1925) Pedagogia di apostoli e di operai (1936) Didattica viva. Problemi ed esperienze (raccolta postuma pubblicata nel 1951)
Hanno scritto di lui … Giuseppe Catalfamo Giacomo Cives Roberto Mazzetti Iclea Picco
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