Dalla Dichiarazione di Messina alla Messina Road Map. 2014-2018: dieci anni di Open Access in Italia - Messina, 4 novembre 2014 - Decennale della ...

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Dalla Dichiarazione di Messina alla Messina Road Map. 2014-2018: dieci anni di Open Access in Italia - Messina, 4 novembre 2014 - Decennale della ...
Roberto Delle Donne

Dalla Dichiarazione di Messina alla Messina Road Map.
    2014-2018: dieci anni di Open Access in Italia

                Messina, 4 novembre 2014
Dalla Dichiarazione di Messina alla Messina Road Map. 2014-2018: dieci anni di Open Access in Italia - Messina, 4 novembre 2014 - Decennale della ...
La Dichiarazione di Messina (2004)

Sottolinea ”l’importanza fondamentale che la diffusione
    universale delle conoscenze scientifiche riveste nella
    crescita economica e culturale della società”.

D’altronde, la diffusione delle reti telematiche e l’accesso aperto
      consentono un’immediata e capillare disseminazione dei risultati delle
      ricerche scientifiche, rispondendo anche alle esigenze di ampia
      diffusione e di rapido confronto informato tra “specialisti”, maturate
      da tempo all’interno delle diverse comunità accademiche. Inoltre,
      l’accesso aperto permette non solo di incrementare la consistenza
      quantitativa della comunicazione scientifica, ma anche di accrescere
      considerevolmente la trasparenza delle procedure di ricerca, dal
      momento che diventano visibili e ripercorribili per il lettore i diversi
      passaggi e le fasi intermedie del lavoro di ricerca, fino alla
      pubblicazione finale certificata.
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Dichiarazione di Messina
                        Press Release

“La Commissione CRUI per le Biblioteche di Ateneo, in
  collaborazione con l’Università degli Studi di Messina,
  intende promuovere la diffusione delle pubblicazioni
  Open Access nel sistema universitario italiano al fine di
  diffondere i benefici che derivano dal ricorso a forme di
  editoria elettronica ad accesso aperto.”
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Dichiarazione di Messina
                         Press Release

Dopo essersi richiamata allo spirito della Dichiarazione della
  Budapest Open Access Initiative, la Carta di ECHO e il
  Bethesda Statement sull’Open Access Publishing, così
  prosegue:
“La comunità accademica italiana fronteggia un momento
  difficile. Le risorse a disposizione della ricerca
  scarseggiano, l'Italia diminuisce la propria quota di
  finanziamento sul PIL scendendo agli ultimi posti in
  Europa, il rischio di emarginazione è alto. Occorre
  trovare una soluzione che ci permetta di restare
  all'avanguardia facendo attenzione all'allocazione delle
  risorse e al tempo stesso aumenti la visibilità e l'impatto
  dei risultati della ricerca italiana.”
Dichiarazione di Messina
                        Press Release

“Per combattere l’attuale meccanismo distorto, possiamo
   seguire più strategie che si incardinano in due distinti
   ambiti:
· quello delle attività editoriali e quindi attività di e-
   publishing alternative o sostenibili,
· quello del deposito da parte degli autori entro gli Open
   Archives di Ateneo, attraverso un processo di
   autodeposito noto con il termine di self-archiving.”
Margini di profitto di alcuni editori STM
                              2001-2004

Settore / Editore
Giuridico             %            Scientifico
Thomson               29,6         Elsevier      38,6%
Kluwer                26,4         Kluwer        25,8%
Elsevier              19,7         John Wiley    48,1%
Business                           Finanziario
Elsevier              15,8%        McGraw Hill   31,6%
United     Business   18,8%        Reuters       27,9%
Media
VNU                   18,1%        Thomson       27,6%
Primedia              19,6%
Margini di profitto di alcuni editori STM

Tra il 2007 e il 2012, in un periodo di drammatica crisi
economica, il loro sviluppo non è affatto declinato.

I profitti di Elsevier variano tra il 24,8% nel 2007 e il
27,1% del 2011.
Senza grosse sorprese anche quelli di Kluwer oscillano tra
il 21,7% (2011) e il 19,9% (2009).
Dichiarazione di Messina

Erano individuati 3 obiettivi:
 Adesione degli atenei italiani alla Dichiarazione di Berlino
 Promuovere forme di editoria ad accesso aperto
  all’interno degli atenei
 Diffusione degli Open Archive di ateneo
Berlin Declaration on Open Access to
              Knowledge

Hanno aderito oltre 480 organizzazioni, in gran parte
  istituzioni universitarie, di oltre 50 paesi.

71 atenei italiani

             http://openaccess.mpg.de/319790/Signatories
Editoria universitaria in Italia

In Italia sono presenti circa una trentina di iniziative di
   editoria accademica, a livello di ateneo e/o di
   dipartimento.
1. Alcune sono ispirate a modelli organizzativi e
    perseguono strategie di mercato non diverse dagli
    editori commerciali
2. Altre si ispirano ai principi dell’Open Access
La Directory of Open Access Journals
          10.049 riviste peer reviewed
Archivi aperti nel mondo: 2728
                                        (dati aggiornati al 2 novembre 2014)

Fonte: Open DOAR
http://www.opendoar.org/onechart.php?cID=&ctID=&rtID=&clID=&lID=&potID=&rSoftWareName=&search=&groupby=c.cCountry&orderby=Tall
y%20DESC&charttype=pie&width=600&height=300&caption=Proportion%20of%20Repositories%20by%20Country%20-%20Worldwide
Archivi aperti in Italia: 74
      (dati aggiornati al 2 novembre 2014)
Raccomandazione 2012/417/UE
Pubblicazioni: “Le politiche di accesso aperto ai risultati della ricerca
  scientifica dovrebbero applicarsi a tutte le ricerche che
  beneficiano di finanziamenti pubblici. Da tali politiche ci si
  attende un miglioramento delle condizioni in cui si effettua la
  ricerca; tale miglioramento, che si otterrebbe riducendo la
  duplicazione degli sforzi e il tempo dedicato alla ricerca delle
  informazioni e all’accesso alle stesse, permetterà di imprimere
  un’accelerazione al progresso scientifico e di agevolare la
  cooperazione entro e oltre i confini dell’UE. Le politiche di
  accesso aperto risponderanno anche agli appelli formulati nella
  comunità scientifica affinché vi sia un maggiore accesso
  all’informazione scientifica”
Tempi: quanto prima possibile, preferibilmente subito e comunque
  non più di sei mesi dopo la data di pubblicazione e di dodici mesi
  nel caso delle pubblicazioni nell’area delle scienze sociali e
  umane.
Raccomandazione 2012/417/UE

ll sistema delle carriere universitarie sostenga e premi i
    ricercatori che aderiscono a una cultura di condivisione
    dei risultati delle proprie attività di ricerca, in particolare
    assicurando l’accesso aperto alle loro pubblicazioni
    nonché sviluppando, incoraggiando e utilizzando nuovi
    modelli alternativi di valutazione delle carriere, nuovi
    criteri di misurazione e nuovi indicatori
L’Open Access in Europa:
              Interventi legislativi

   Gesetz zur Nutzung verwaister und vergriffener Werke
    und einer weiteren Änderung des
    Urheberrechtsgesetzes: ha aggiunto un quarto comma al
    paragrafo 38 della legge tedesca sul diritto d’autore
    (Urheberrechtsgesetz).
   Ley 14/2011, de 1 de junio, de la Ciencia, la Tecnología
    y la Innovación, articulo 37 Difusión en acceso abierto.
Italia: L. 7/10/2013, n. 112

   Pubblicazioni: […] promozione dell’accesso aperto ai risultati della
    ricerca finanziata per una quota pari o superiore al cinquanta per
    cento con fondi pubblici, quando documentati in articoli pubblicati su
    periodici a carattere scientifico che abbiano almeno due uscite
    annue […]
   Tempi: 18 mesi dalla prima pubblicazione per le pubblicazioni delle
    aree disciplinari scientifico-tecnico-mediche e 24 mesi per le aree
    disciplinari umanistiche e delle scienze sociali.
   Modalità: a) […] al momento della prima pubblicazione, in modo
    tale che l'articolo sia accessibile a titolo gratuito dal luogo e nel
    momento scelti individualmente; b) […] in archivi elettronici
    istituzionali o disciplinari, secondo le stesse modalità
   Soggetti: I soggetti pubblici preposti all'erogazione o alla gestione
    dei finanziamenti della ricerca scientifica […], nella loro autonomia
    […].
* Slide condivisa con Rosa Maiello
Promozione dell’accesso aperto

   Le istituzioni impegnate a promuovere l’accesso aperto
    sono nel mondo già più di duecento
    (http://roarmap.eprints.org/), dalla Max-Planck-
    Gesellschaft alla CRUI, dalla Harvard Law Faculty
    all’Istituto Superiore di Sanità di Roma.
Finanziamenti alla ricerca e OA

 Molti enti finanziatori, sia pubblici sia privati, come
  European Research Council, la Commissione Europea,
  Wellcome Trust, Telethon e il National Institutes of
  Health, già sollecitano i ricercatori che
  hanno beneficiato di loro finanziamenti a
  depositare i risultati delle loro ricerche, entro un
  limitato arco di tempo, in archivi ad accesso aperto,
  come dimostra anche il Progetto Pilota della
  Commissione Europea che è alle origini di OpenAIRE .
 Horizon 2020
 Enti finanziatori italiani dopo la recente Legge: MIUR,
  Atenei
Finanziamenti alla ricerca e OA

   Tutti gli atenei italiani finanziati nell’ambito del
    Progetto Pilota sull’Open Access del
    Settimo Programma Quadro sono tenuti a
    prevedere che una copia
    digitale degli articoli pubblicati in riviste peer-
    reviewed sia depositata e resa disponibile ad
    accesso aperto, dopo un embargo compreso tra
    i 6 e i 12 mesi, nell’archivio dell’istituzione
    oppure, se l’ateneo ne fosse ancora sprovvisto,
    in un repository messo a disposizione da
    OpenAIRE presso il CERN di Ginevra
Chi certifica la qualità?

La garanzia della qualità delle pubblicazioni non è
  assicurata dagli editori, ma dai comitati scientifici delle
  riviste e delle collane e dall’esercizio della “peer review”,
  realizzata dalla comunità internazionale degli studiosi.

Insisto su questo punto, perché alcuni editori, in modo
  improprio, rivendicano per sé la funzione di
  “certificazione della qualità”, per consolidare rendite di
  posizione nel mercato della comunicazione scientifica.
La CRUI ha promosso:

– l’adesione delle università italiane alla “Dichiarazione
  di Berlino per l’accesso aperto alla letteratura
  scientifica” (Dichiarazione di Messina, 2004).
– la costituzione, nell’ambito della Commissione
  biblioteche della CRUI, del gruppo Open Access, da
  me coordinato dal 2006
La CRUI e l’accesso aperto

Il gruppo Open Access ha lavorato e lavora
     all’elaborazione di linee guida, non solo per
     diffondere all’interno della comunità accademica la
     consapevolezza dei vantaggi derivanti dalle
     pubblicazioni ad accesso aperto, ma anche, e direi
     soprattutto, per fornire puntuali indicazioni sulle
     migliori pratiche dell’accesso aperto, cioè sulle
     modalità di creazione e di gestione di archivi aperti,
     sulla tipologia dei materiali che dovrebbero essere
     sottoposti a deposito e sulla realizzazione di riviste
     elettroniche che siano pienamente interoperabili con
     gli archivi aperti.
CRUI, Commissione biblioteche,
          Gruppo Open Access
1.  Rapporti di collaborazione con gruppi di altri paesi
    europei
2. Deposito tesi di dottorato presso BNCC Roma e Firenze
3. Anagrafe e valutazione della ricerca
4. Linee guida per la creazione di archivi aperti
5. Riviste elettroniche
6. Metadati
7. Policy e regolamenti di ateneo
8. Rilevazione politiche degli editori
9. Inserimento negli Statuti degli Atenei dei principi
    dell’Accesso Aperto
10. Assegnazione NBN e DOI non commerciale, d’intesa con
    Magazzini Digitali e aderendo a DataCite
CRUI: Iniziative congiunte

L’«accesso aperto» alle pubblicazioni scientifiche (luglio
2014)
Dichiarazione CRUI - CUN

L'«Accesso Aperto» alle pubblicazioni scientifiche
Dichiarazione CRUI - CUN

Position statement sull'accesso aperto ai risultati
della ricerca scientifica in Italia
Sottoscritto da CRUI, CNR, ENEA, INGV, INFN, ISS, Ente
CRA
Accesso aperto in Italia

22 atenei hanno clausole statutarie
7 atenei hanno policy e/o regolamenti
Magazzini Digitali*

                       Tesi di dottorato
35 Università italiane su 80 aderiscono al servizio; a fine
   2013 oltre 40000 le tesi digitali archiviate. E' in corso
   l'harvesting per il 2014.
L'incremento annuale è intorno alle 6000 tesi annue.

* Dati forniti da Giovanni Bergamin,
Magazzini Digitali

          Pubblicazioni nate in formato digitale
Ancora in una fase di sperimentazione. Come previsto dal
   DPR 252/2006, art. 37, comma 2, è richiesta l’adesione
   volontaria da parte degli editori elettronici.
A tal fine sono stati stipulati tra le biblioteche depositarie e
   gli editori stessi, anche tramite le rispettive associazioni
   di categoria, specifici accordi.
 Le riviste accademiche open access pubblicate con
   piattaforma ojs sono state il punto di partenza per la
   sperimentazione: a oggi sono 80 gli e journals aderenti
   (unibo, unimi, unina, cineca, fupress, rifp) con 9908
   articoli raccolti pari a 20414 oggetti digitali (pdf, html
   pari a 5.5 giga di warc ottobre 2014)
Magazzini Digitali
L'editore che aderisce può fruire del servizio NBN
  (http://www.depositolegale.it/national-bibliography-
  number/ ): un identificativo digitale che aggiunge valore
  alla pubblicazione depositata (non solo stabilità nella
  risoluzione dell'indirizzo di rete -URI- come il DOI, ma
  anche stabilità per quanto riguarda le possibilità di
  accesso grazie al deposito legale). Come esempio di NBN
  assegnato si veda urn:nbn:it:unifi-10322. A oggi sono
  13040 gli identificativi assegnati (statistiche in
  tempo reale sul servizio
  http://nbn.depositolegale.it/nbn_report.html)
Per gli editori commerciali è in corso una sperimentazione
  con il formato bagit
  (http://www.cdlib.org/cdlinfo/2008/07/02/bagit-
  transferring-digital-content/ ).
Magazzini Digitali

I metadati relativi alle tesi di dottorato e agli articoli delle
  riviste vengono progressivamente caricati nei cataloghi
  (OPAC) delle nazionali centrali. Un primo caricamento è
  stato effettuato nei primi mesi del 2014 nel catalogo
  della BNCF.
CRUI: Progetto DOI

La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane ha
  aderito nel 2012 al consorzio internazionale DataCite
  (http://www.datacite.org/taxonomy/term/11) per
  l’attribuzione del DOI ai dati della ricerca e alle
  pubblicazioni ad accesso aperto.
Progetto DOI: Crui-DataCite

Che cos’è DataCite?
“a not-for-profit organisation formed in London on 1
   December 2009. Our aim is to:
    – establish easier access to research data on the
      Internet
    – increase acceptance of research data as legitimate,
      citable contributions to the scholarly record
    – support data archiving that will permit results to be
      verified and re-purposed for future study.”
Progetto DOI: Crui-DataCite

DataCite è costituita da un “Managing Agent” (la German
  National Library of Science and Technology) e da
  numerosi “Members and Associate Members”, presenti in
  tutto il mondo.
Progetto DOI: Crui-DataCite

Membri DataCite
1. Australia, Australian National Data Service (Member)
2. Canada, Canada Institute for Scientific and Technical Information (Member)
3. Denmark, Technical Information Center of Denmark (Member)
4. France, Institute for Scientific and Technical Information - INIST (Member)
5. Germany, German National Library of Science and Technology - TIB (Member); German
    National Library of Medicine - ZB MED (Member); GESIS - Leibniz Institute for Social Science
    (Member); German National Library of Economics - ZBW (Member)
6. Italy, CRUI - Conference of Italian University Rectors (Member)
7. Netherlands, TU Delft Library (Member)
8. Republic of Korea, Korea Institute of Science and Technology Information - KISTI (Associate
    Member)
9. Sweden, The Swedish National Data Service - SNDS (Member)
10. Switzerland, ETH Zurich (Member)
11. United Kingdom, The British Library (Member); Digital Curation Centre (Associate Member)
12. United States, California Digital Library (Member); Office of Scientific and Technical
    Information, US Department of Energy (Member); Purdue University Libraries (Member);
    Interuniversity Consortium for Political and Social Research - ICPSR (Associate Member);
    Microsoft Research (Associate Member)
Progetto DOI: Crui-DataCite

   32 istituzioni aderenti in Italia
   28446 DOI assegnati (3 novembre 2014)
Le comunità scientifiche

La fortuna dell’accesso dipende dal suo radicamento
  all’interno delle diverse comunità scientifiche.
Molte di esse, anche di area umanistica, si orientano verso
  la condivisione dei dati della ricerca e la diffusione in
  rete delle pubblicazioni, in Open Access.
Le comunità scientifiche

MODA: il Manifesto Open Data Archeologici promosso
   dal Laboratorio MAPPA dell'Università di Pisa e dal
   Gruppo Archeo & Arte 3D della Sapienza di Roma, primo
   Manifesto per la promozione degli Open Data
   Archeologici.
Il Manifesto vuole diffondere e rendere accessibili i dati
   archeologici ed è stato presentato durante la XVII
   edizione della Borsa del Turismo Archeologico di
   Paestum, in occasione di un incontro dedicato proprio al
   tema degli Open Data in Archeologia.
                      www.modarc.org
Le comunità scientifiche
Nel settembre 2013, 7 comunità disciplinari delle aree 10 e
  11, insieme al CUN, promuovevano un appello per la
  semplificazione amministrativa e la
  liberalizzazione nella riproduzione di beni
  culturali, per rendere liberamente accessibili in rete
  immagini ad alta risoluzione di reperti archeologici, opere
  d’arte, libri e manoscritti, sui quali non gravino altri
  vincoli che quelli di proprietà sull’oggetto in capo
  all’istituto culturale (archivio, biblioteca, museo ecc.).
Tale appello rispondeva a un’esigenza di condivisione dei
  dati della ricerca da tempo avvertita all’interno delle
  discipline umanistiche.

  http://www.rm.unina.it/index.php?action=viewnews&news=1379082134
Le comunità scientifiche:
                          un’occasione persa
L. 106/2014 (conversione del d.l. 83/2014, “Art Bonus”)
Introduzione del comma 3-bis all’art. 108 del Codice dei Beni culturali (d.l. 42/2004)

«3-bis. Sono in ogni caso libere le seguenti attività, svolte senza scopo di lucro, per finalità di studio,
    ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa, promozione della conoscenza
    del patrimonio culturale:
    1) la riproduzione di beni culturali diversi dai beni bibliografici e archivistici attuata con
    modalità che non comportino alcun contatto fisico con il bene, né l'esposizione dello stesso a
    sorgenti luminose, né, all'interno degli istituti della cultura, l'uso di stativi o treppiedi;
    2) la divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali, legittimamente acquisite,
    in modo da non poter essere ulteriormente riprodotte a scopo di lucro, neanche indiretto».

L’esclusione dei beni bibliografici e archivistici è stata introdotta alla Camera in sede di conversione in
     legge da un emendamento all’art. 12 del d.l. 83/2014 (c.d. “Art Bonus”).

M. Modolo, Il sogno infranto delle libere riproduzioni, «Il Giornale dell’Arte», 345 (settembre 2014)
     ‹http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2014/9/120926.html›
A. Brugnoli, Ancora sulla riproduzione dei beni culturali, «Roars. Return on Academic Research», 5 ottobre 2014
     ‹http://www.roars.it/online/ancora-sulla-riproduzione-dei-beni-culturali/›
A. Brugnoli – S. Gardini, Fotografia digitale, beni archivistici e utenti: l’impiego e la diffusione di una nuova tecnologia
     nella normativa e nelle iniziative dell’amministrazione archivistica, «Archivi & Computer», XXIII (2013), 1, pp.
     213-256
CRUI, Commissione biblioteche,
          Gruppo Open Access

                    Attività in corso

 Clausole contrattuali/aspetti legali
 Censimento di iniziative di Gold Road messe in atto dagli
  atenei
 Modalità di promozione in ateneo dei temi Open Access
 Open Courseware
 OpenData
 Applicazione della Road Map
Messina, 4 novembre 2014

                 ROAD MAP 2014/2018

Sostegno all’attuazione di politiche istituzionali volte a
  consolidare lo sviluppo dell’accesso aperto e a favorire le
  opportunità di internazionalizzazione della ricerca, nella
  prospettiva di assicurare ampia visibilità alla produzione
  scientifica italiana
ROAD MAP 2014/2018

   Prosecuzione e rafforzamento del dialogo istituzionale e
    interistituzionale sull’accesso aperto, nell’ottica di assicurare un
    approccio condiviso tra le istituzioni accademiche e di ricerca
    italiane, con il sostegno e il coordinamento della CRUI, anche
    attraverso l’individuazione in ciascuna sede di referenti politici e
    tecnici per l’accesso aperto;
   Adozione di politiche per il deposito e l’accesso aperto delle copie
    digitali dei prodotti della ricerca nei repository istituzionali, che,
    grazie alla integrazione con i CRIS, potranno divenire strumenti
    strategici per la valorizzazione e la valutazione dei risultati della
    produzione scientifica nazionale;
   Le istituzioni accademiche e di ricerca, si impegnano a promuovere
    cooperazione per l’adozione di una policy nazionale per il deposito,
    l’accesso aperto e il riuso dei dati della ricerca, coerentemente con
    le indicazioni della Commissione Europea per gli Open Research
    Data e in linea con le buone pratiche e con gli standard
    internazionali.
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