Dal blog "seguendo tracce" - ACRT
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Dal blog “seguendo tracce” Premessa: per riuscire a comprendere gli avvenimenti di questi ultimi giorni, secondo me, occorre abbandonare le piccinerie e la visione limitata. “Quelli sono cinesi e non mi piacciono perché vogliono dominare il mondo”, “Gli americani sono tutti capitalisti guerrafondai”, “I russi sono fighi perché Putin è un vero duro” oppure “I russi violano i diritti umani!” (solitamente sui russi si spara a doppio cannone…) e via con le amenità tipiche dei social. Che vi piaccia o meno, che ne siate consapevoli o meno, parallelamente allo Stato Profondo transnazionale e sovranazionale, esiste un altro “ordine”, estremamente variegato – e troppo spesso infiltrato - unito da pochi punti chiave. Uno di questi punti è la ricerca di un equilibrio di pace. Partiamo da qui. Solo un mese fa, Joe Biden dichiarava: “The Taliban is not the Vietnamese army. There’s gonna be no circumstance where you see people being lifted off the roof of an embassy of the United States from Afghanistan” [trad.: I talebani non sono l'esercito vietnamita. Non si verificherà mai una circostanza in cui vedrete persone che vengono evacuate dall'Afghanistan dal tetto di un'ambasciata degli Stati Uniti] Poco più di un mese dopo, la scena che si mostra agli occhi del mondo è questa: Che, a ben guardare, ricorda molto da vicino la “fuga” da Saigon del 1975: 1
Per capire cosa sta succedendo, occorre fare un passo indietro e un giro molto largo. E’ novembre 2017, Donald Trump ha giurato da Presidente degli Stati Uniti da poco meno di un anno ed è il primo leader straniero – dal 1949 - a ricevere l'onore di cenare nella Città Proibita cinese. Un “trattamento imperiale”, titolavano i giornali. “Trattamento ‘imperiale’ per Donald Tr u m p i n C i n a : i l p r e s i d e n t e americano è infatti il primo leader straniero a cenare nella Città Proibita dal lontano 1949, in un evento “privato” allestito al Jianfu Palace. Nell'ambito della formula “State visit plus” definita dalla Cina, al presidente e alla first lady Melania vengono riservate nei tre giorni di visita “attenzioni speciali” per ricambiare l'apprezzata ospitalità ricevuta dal presidente Xi Jinping e dalla consorte Peng Liyuan durante la loro visita in aprile nella residenza di Trump a Mar-a-Lago, in Florida.” [Repubblica, 8.11.17] E’ molto interessante analizzare anche il video di quell'evento e confrontarlo con i video di altri incontri tra il Presidente Trump e suoi omologhi. Con Xi, niente pacche sulle spalle o gesti fuori dall'ordinario: due pari. Due 'Avatar’ sulla scena del mondo. Poco tempo prima, Trump aveva organizzato un incontro con Xi Jinping in Florida, nella sua residenza di Mar-a-Lago. Da notare il fatto che il Presidente Xi e tutta la delegazione cinese ebbero come tappa in USA solo la residenza privata di Trump. Anche in questo caso, è molto interessante analizzare il video ufficiale dell'evento e notare l'atteggiamento dei due 'Avatar’. Il mondo tira un sospiro di sollievo: Trump non è quel mostro che i Media descrivono e tutto fa supporre che i due leader, nonostante gli oggettivi difficili rapporti tra i rispettivi Paesi, non abbiano alcuna intenzione di incrociare le spade della guerra. Non mancano inoltre le attestazioni di amicizia tra i due Presidenti ed entrambi, in diverse occasioni, ci tengono a ribadire il concetto. 2
Ma, in realtà, c'è molto di più. E’ come se, in sottofondo, si notasse un coordinamento tra i due. Era il 28 marzo 2018 e Kim Jong-un, Presidente della Corea del Nord, arrivava a Pechino a bordo di un treno blindato per un incontro con il Presidente Xi che si faceva promotore della mediazione sulla linea di un impegno per la denuclearizzazione tra USA e Corea del Nord. L'incontro fu tenuto segreto fino all'ultimo e, una volta pubblico, ecco arrivare inesorabile il Tweet di Trump: “Kim ora ha una buona chance di fare ciò che è giusto per il suo popolo e per l'umanità. Ma intanto, purtroppo, le sanzioni e la pressione devono essere mantenute”. Impossibile non notare una sorta di “coordinamento” della situazione. Poco meno di tre mesi dopo, si svolgerà il primo incontro tra il Presidente Trump e la guida suprema della RPDC, Kim Jong-un. Un incontro storico, nel solco (ormai tracciato) della ricerca di una strada verso la pace tra USA e Corea del Nord. Ma Trump e Xi condividono anche gli stessi oppositori. Questa l’ultima invettiva di George Soros nei confronti di Xi (definito “dittatore”): Altre premesse doverose, prima di affrontare l'argomento Afghanistan, sono quelle che ho descritto in questo mio precedente articolo sugli “invisibili di Trump” e la loro lotta contro il tempo per assicurare un assetto di Pace in Medio Oriente. La guerra in Afghanistan inizia ufficialmente nemmeno un mese dopo gli eventi dell'11 settembre 2001 (sappiamo tutti che l'attacco alle Torri Gemelle fu un inside job e che i talebani, al potere dal 1994 grazie agli USA, vennero utilizzati come parafulmine e accusati di aver dato ospitalità a Osama bin Laden e ai suoi). Inizialmente gli USA manovrarono il “Fronte islamico unito per la salvezza dell'Afghanistan” contro i Talebani. Dopo la conquista di Kabul, partì l'operazione Enduring Freedom (boots on ground, mentre la fase inziale prevedeva solo supporto logistico e aereo al Fronte islamico). Con il passare degli anni, quella che avrebbe dovuto essere una “guerra lampo” si è trasformata in un sanguinoso e infinito travaso di sangue, energie, danari e devastazione. Morte su morte, mentre il Pentagono ingrassava i suoi Generali, il Congresso ingrassava il Pentagono e il Complesso Militare Industriale ingrassava i suoi membri di riferimento al Congresso (praticamente, ad un livello trasversale, tutti). Julian Assange, nel 2011 dichiarava: “L'obiettivo è utilizzare l'Afghanistan per riciclare denaro dalle basi imponibili degli Stati Uniti e dei paesi europei attraverso l'Afghanistan e riportarlo nelle mani delle élite della sicurezza transnazionale". Inoltre, aggiunse che “l'obiettivo è una guerra eterna, non una guerra di successo”. Queste invece le parole del Presidente Trump: “It was a horrible decision going into the Middle East. I know the Bush family will not be happy, but I believe it was the worst decision in the history of our Country when we decided to go into the Middle East.” [trad.: È stata una decisione orribile quella di andare in Medio Oriente. So che la famiglia Bush non sarà felice, ma credo che sia stata la decisione peggiore nella storia del nostro Paese quando abbiamo deciso di andare in Medio Oriente.] 3
Questo articolo di The Intercept rende l'idea: “$10,000 Invested in Defense Stocks When Afghanistan War Began Now Worth Almost $100,000”. Di certo la guerra in Afghanistan non è stato un fallimento per i cinque maggiori contractors della Difesa USA (Lockheed Martin, Boeing, Raytheon, Northrop Grumman, and General Dynamics) e i loro shareholders. I contractors della Difesa, in ogni Paese del mondo, fanno (e talvolta determinano) la politica estera dei loro Paesi. Un altro dei “grandiosi risultati” di questa guerra infinita: nel 2014 l'Afghanistan produceva tre volte più oppio rispetto ai primi anni 2000. Nel 2015 era la fonte del 90% del papavero da oppio mondiale. Campi da oppio diligentemente sorvegliati dai militari statunitensi. L'Afghanistan è ricco di petrolio? Diciamo che non sono certi gli utili derivanti da un'eventuale attività estrattiva su larga scala. E’ l'oppio - insieme a una grande quantità e varietà di minerali utili - dunque la “ricchezza” (se così possiamo chiamarla) dell'Afghanistan. La “rete nera” della gestione finanziaria di tutte le operazioni segrete in Afghanistan per tanto tempo ebbe il suo epicentro presso un istituto bancario occulto interno alla BCCI, la Bank of Credit and Commerce International, registrata in Lussemburgo e con uffici principali presso Karachi (Pakistan) e Londra. Da Karachi, la struttura occulta della BCCI svolgeva il ruolo di operatore finanziario per tutte le esigenze della CIA. Dal libro Terrorismo S.p.A. di Loretta Napoleoni (ed. Hoepli 2008, pag. 122): “L'ex direttore della CIA Richard Kerr, che ha ammesso la presenza di conti segreti della sua organizzazione presso la sede pakistana della BCCI, ha confermato che questi erano stati aperti per distribuire i fondi dell'agenzia ai funzionari pakistani e ai resistenti afghani. (…) Alla metà degli anni ottanta la 'rete nera’ controllava ormai il porto di Karachi e gestiva tutte le operazioni doganali delle spedizioni della CIA dirette in Afghanistan, comprese le indispensabili tangenti per l'ISI.” Fatte queste dovute – seppur schematiche - premesse (necessarie per comprendere gli eventi attuali) facciamo un salto spazio-temporale e approdiamo al 29 febbraio 2020 (sì, il 2020 era un anno bisestile e vantava un 29 febbraio…). Il 29 febbraio 2020, sotto la Presidenza Trump, in quel di Doha (Qatar) venne siglato uno storico accordo tra USA e Talebani. Per inciso ricordo solo, visto che le date sono importanti, che il 1 marzo del 2001 i Talebani, con la distruzione dei Buddha di Bamyan concretizzavano la loro dichiarazione di guerra contro il mondo. Uno storico accordo quello del 29 febbraio, dunque, che che ha “gelato” i media di mezzo mondo, visto che all'epoca è passato in leggera sordina (il mondo intero era concentrato sulla questione Covid). L'accordo è stato raggiunto dalle delegazioni di Stati Uniti e Talebani, guidate dall’inviato della Casa Bianca Zalmay Khalilzad e dal Mullah Baradar. Di Zalmay Khalilzad, nonostante il ruolo importante, non si sa moltissimo: classe 1951, diplomatico statunitense di origine afghana e rappresentante permanente presso le Nazioni Unite. Cosa prevede l'accordo di Doha, fortemente voluto dl Presidente Trump? 4
Primo punto: truppe Usa e alleati dovranno andarsene dall’Afghanistan entro 14 mesi (quindi maggio 2021). Secondo punto: l’accordo deve essere seguito dall’apertura di un tavolo di pace tra militanti islamisti talebani e il governo afgano (il governo sostenuto da USA e alleati). Terzo punto: i talebani si impegnano a tagliare i ponti con il terrorismo locale e internazionale. In pratica si parla di Al Qaeda e Isis. Tutti sappiamo, però, che sia Al Qaeda che Isis non “nascono da soli” e i flussi di finanziamento sono in realtà molto… “occidentali”, seppur vantando intermediari qatarioti e sauditi. Gli stessi qatarioti che, a Doha, hanno ospitato la sigla dell'accordo USA-Talebani (è come se stessimo guardando una sorta di triangolo e cercassimo di cancellarne – o far saltare/portare dalla nostra parte - ogni lato: un lato è l'Arabia Saudita, un altro lato è il Qatar e il terzo credo abbia base in occidente). Quarto punto: è deciso il rilascio di 5mila talebani dalle carceri governative (anche se il presidente – ora ex presidente - Ashraf Ghani non ha confermato questa decisione). [Breve inciso sull'ex presidente Ashraf Ghani,per inquadrare il personaggio: il presidente designato dagli USA per l'Afghanistan, successore di Karzai. Cito da wikipedia, in modo che tutti possano farsi un'idea: “Ghani è nato nel 1949 nella provincia di Logar nel Regno dell'Afghanistan. Appartiene alla tribù Ahmadzai Pashtun. Come scambio studentesco, Ghani frequentò la Lake Oswego High School a Lake Oswego, in Oregon, si diplomò con la classe del 1967. Inizialmente voleva studiare legge, ma ma poi si iscrisse ad antropologia culturale. Ghani ha frequentato l'American University di Beirut dove ha conseguito la laurea nel 1973 e, successivamente, ha frequentato la Columbia University, dove ha conseguito il master nel 1977 e un dottorato di ricerca nel 1983. Dopo la laurea, Ghani ha fatto parte della facoltà dell'Università di Kabul (1973-77) e dell'Università di Aarhus in Danimarca (1977). Dopo il dottorato di ricerca, ha insegnato all'Università della California, Berkeley, nel 1983, e poi alla Johns Hopkins University dal 1983 al 1991. Ha anche frequentato il programma di formazione per la leadership della Harvard Business School. La sua ricerca accademica è stata sulla costruzione dello stato e sulla trasformazione sociale. Ghani è entrato a far parte della Banca Mondiale nel 1991, lavorando a progetti in Asia orientale e meridionale durante la metà degli anni '90. È stato eletto presidente dell'Afghanistan il 21 settembre 2014. Ghani è stato anche Ministro delle Finanze durante la presidenza di Karzai ed è stato anche rettore dell'Università di Kabul.” L'ex presidente Ghani aveva inoltre, dal 2010, una linea diretta con il Dipartimento di Stato guidato da Hillary Clinton. Anche quel “nido di vespe” che è l’Atlantic Council (nella persona di Madeline Albright), nel 2015, ha onorato Ghani con il suo Distinguished Leadership Award.] Cosa voleva evitare esattamente Trump, stipulando l'accordo di Doha con i Talebani? Gli Stati Uniti (Pentagono, Stato Profondo, Complesso Militare Industriale…), nel 2018, avevano preso atto del fallimento nel programma di divisione della Siria e dell’Iraq sostenendo l’Isis e altre forze terroristiche per stabilire uno “Stato islamico” nei due Paesi arabi. Decidono così di optare per un nuovo programma di destabilizzazione: nel 2018 iniziano a trasferire comandanti e combattenti dell’Isis dalla Siria e dall’Iraq all’Afghanistan. L'obbiettivo è la destabilizzazione della regione del Khurasan (che inizia dal Caucaso, principalmente regioni a maggioranza musulmana della Cecenia e del Daghestan e raggiunge la provincia cinese dello Xinjiang, l’Afghanistan, il Pakistan, il Bangladesh, l’India e parti dell’Iran). Lo scopo è creare minacce alla zona che fa da cuscinetto di sicurezza per Russia, Cina e Iran. Tutto questo avrebbe voluto dire: ancora destabilizzazione, ancora guerra, ancora morte, ancora dolore. Per gli Stati Uniti e per il resto del mondo.Trump voleva evitare tutto questo e avrebbe fatto di tutto: anche proporre l'idea folle – poi dismessa - di invitare i Talebani a Camp David. Fino ad approdare, il 29 febbraio 2020, all'accordo di Doha. Molti dubbi sono stati espressi sull'accordo di Doha, soprattutto dalla stampa occidentale, dalla stampa “democratica”, a parole colorata, pacifista e sempre schierata dalla parte giusta ma, nei fatti, reggente di un sistema profondamente marcio. 5
Scriveva Adriano Sofri su Il Foglio, il 4 marzo 2020: “Guardiamolo negli occhi, il nostro mondo. Si stipula una pace in Afghanistan, affare elettorale di Trump, di cui vedremo gli svolgimenti.” Quanta sincera preoccupazione profusa a piene mani! Si stipula uno storico accordo di pace (per quanto imperfetto, date le condizioni di partenza) e i media esprimono dubbi, i capi di Stato esprimono dubbi, le diplomazie esprimono dubbi. Niente apertura, niente appoggio. Solo dubbi. Perché? Ma certo… perché l'accordo è stato voluto da Trump! Viene fatto passare come un “affare elettorale”. Scriveva Venturini, sul Corriere, il 29 febbraio 2020 (giorno della sigla dell'accordo): “È una pace zoppa quella firmata per l’Afghanistan, ma è pur sempre una pace dopo diciotto anni di massacri e di guerra senza vincitori. È la pace di Donald Trump, che vuole avere il tempo e il modo di ritirare dalla «Tomba degli imperi» afghana quasi tutti i suoi 13.000 soldati prima delle elezioni presidenziali di novembre, e che già tra 135 giorni potrà esibire agli elettori statunitensi una riduzione del contingente a 8.600 uomini. Quanto dovrebbe bastargli per rimanere alla Casa Bianca.” Personalmente, lo trovai vomitevole. Anche in quel caso, si evocava lo spettro di Saigon, il mantra dei media occidentali. Ma anche il mantra dei Generali che in tutti i modi cercavano di dissuadere Trump. Non tanto perché temessero realmente una “nuova Saigon” ma perché temevano un'ascesa della popolarità di Trump in vista delle elezioni e un eventuale futuro accordo USA – Iran (Trump aveva promesso la stipula di un suo accordo entro quattro mesi dall'eventuale giuramento del secondo mandato… quindi maggio 2021 perfettamente coincidente con il tempo-limite di ritiro delle truppe USA dall'Afghanistan). La considerazione dobbiamo farla per i membri corrotti del GOP (teoricamente alleati di Trump), la Nato e i neocon che in tutti i modi cercarono di spaventare il Presidente preventivandogli lo spettro del Vietnam. Trump aveva però intuito che quella dei Generali non era né preoccupazione per le truppe né apprensione per le sorti del popolo afghano… era una minaccia: “Se darai seguito al ritiro dall’Afghanistan, ti faremo fare una figura in stile-Saigon”. Cosa ha fatto a quel punto Trump? Ha messo in piedi un meccanismo che non avrebbe potuto essere fermato, nemmeno da un suo eventuale successore che, lui sì, si sarebbe trovato forse ad affrontare una situazione in stile Saigon. Per fare questo, però, andava predisposta innanzitutto la sicurezza del popolo afghano. Ed è qui che entrano in gioco russi e cinesi. Scrivevo nel mio primo articolo: “Trump, a dicembre 2020, aveva annunciato il ritiro definitivo del personale USA (ad eccezione di monitoraggio di Intelligence) dall'Afghanistan. Biden ha sì proseguito nell'intento (addirittura accelerandolo) ma “lasciando intenzionalmente sul campo” attrezzature militari e tecnologia in favore dei Talebani. Era così stata predisposta una trappola ai danni di Russia e Cina (già pronte, soprattutto la Russia, ad affacciarsi alla situazione sgombrata dalla presenza statunitense). “Peccato” che la trappola sia miseramente fallita. Nonostante i titoloni dei Media “I Talebani riprendono il potere e arriva il caos!!”, la situazione è in realtà molto diversa. I talebani sono stati ricevuti a Mosca dall'ambasciatore Kabulov per discutere di un piano di Pace.” E’ molto interessante il fatto che la delegazione di Talebani diretta a Mosca, poco più di un mese fa (luglio 2021), passò prima da Doha (in Qatar, la città sede della firma dello storico accordo tra l’amministrazione Trump e i Talebani). Il 28 luglio si teneva invece a Tianjin (il “guado fluviale celeste”, città portuale nel Nord-est della Cina) un incontro tra il ministro degli Esteri della Repubblica popolare cinese ed il capo ufficio politico dei Talebani. Di seguito una foto della delegazione: 6
Giova ricordare che il limite temporale (previsto dall'accordo di Doha) per il ritiro delle truppe USA era il 1° maggio 2021 ma Biden, il 14 aprile scorso, aveva spostato in avanti i termini (dal 1° maggio, come deciso da Trump, all’11 settembre, scelta quale data simbolica). Perché si sono mosse Russia e Cina? Per entrare nel territorio da attori protagonisti, ovviamente: l'Afghanistan è ricchissimo di risorse minerarie ed è uno snodo fondamentale sulla Via della Seta (confina con tutte le potenze asiatiche). Solo per quello? Io credo che ci sia stato un altro motivo: evitare i piani di caos appositamente predisposti dai Generali USA (e – di conseguenza – agli architetti delle endless wars, coloro che sulla guerra infinita ci mangiano e si ingrassano) e far fare loro una plateale figura di palta planetaria. Quegli stessi Generali che avevano negato a Trump la soddisfazione politica (e personale) di condurre finalmente le truppe statunitensi a casa opponendogli la minaccia di una figura disastrosa. La situazione in Afghanistan è preoccupante? Di certo alcuni rischi sono concreti… ma io non credo che Russia e Cina si lasceranno sfuggire l'occasione di stabilizzare una così importante zona-cuscinetto, prossima ai loro confini. I media occidentali, in particolare, sembrano particolarmente in ambasce: insistendo sul “disastro” afghano rischiano infatti di compromettere la popolarità di Biden mentre rivelando la stabilizzazione in corso rischiano di passare a Trump una mano vincente (l'accordo stipulato a Doha con i Talebani è suo). Il gen. Milley (Chairman of the Joint Chiefs of Staff, USA) in questi giorni prova a giustificarsi in questo modo: “Nulla di ciò che ho visto [informative Intel] avrebbe potuto indicare un crollo del goveno afghano in 11 giorni”. Lo stesso Milley che aveva negato al Presidente Trump il supporto per un ritiro ordinato dall'Afghanistan e che non molti mesi fa accusava indegnamente Trump di aver cercato di ordire un colpo di stato il 6 gennaio 2021. E’ impossibile credere che i russi (che hanno condotto colloqui con i Talebani per tutto il mese di luglio) e i cinesi non sapessero della rapida avanzata dei Talebani. Impossibile. Il Presidente Trump, due anni fa, ebbe profeticamente a dire: “I know more than our Generals do [about Afghanistan]”. Conosco più io dell’Afghanistan di quanto non conoscano i nostri Generali. Che dire… aveva ragione. 7
Ridicolismo al cubo! Siamo governati da inetti, abbiamo dato, abbiamo ceduto il potere a dei corrotti la cui unica dote è l’inettitudine. Lo si vede in ogni dove: https://www.telegraph.co.uk/news/2021/08/18/schools-told-hold-classes-outside-five- pupils-have-covid/ Alle scuole è stato detto di considerare di tenere lezioni all’aperto se cinque alunni hanno il Covid Le linee guida del governo sono state criticate dai sindacati dell’insegnamento, che avvertono che sarebbe “bizzarro” tenere le lezioni all’aperto quando le temperature scendono. E’ in atto una perversione incredibile, l’Occidente, patria del diritto e della tolleranza, nato dalla promulgazione della Magna Charta è diventa la patria del magna- magna di pochissimi ai danni del 99% degli altri. Eppure è cosi evidente… Le persone gli credono, hanno fiducia nei magna-magna… Hanno creduto al virus mai isolato, credono nel vaccino-non-vaccino, credono e basta. Sono intollerabilmente idioti. Sono gli stessi che dicevano ” vaccinatevi tutti e tutto si sistemerà”, invece NON SI SISTEMA UN CAZZO! Anzi ogni giorno va peggio! In Inghilterra faranno lezione all’aperto quest’inverno? Si, lo faranno, dopo che l’inverno scorso avevano chiuso in casa tutti per il virus mai isolato, adesso fanno il contrario, se prima il virus era fuori, adesso è dentro. Eppure è evidente lo scopo! Gli inetti governanti sono ovunque e dimostrano di esserlo: 8
Ma nonostante queste evidenze, le persone gli credono, sono felici di morire perchè credono che gli inetti li salveranno… Questa è una ragazza irlandese di 23 anni… Annuncia dopo la prima dose del vaccino: Spero sia l’inizio della fine del Covid… Beh, è stato l’inizio della SUA fine. Enfatti… Vado avanti! Qualora aveste dei dubbi, fateveli passare: vado avanti! La mia richiesta deve venire soddisfatta! E’ il “chiedete e vi sarà dato”, è il “bussate e vi sarà aperto”! Ogni giorno di più! Non è concesso allo stupido il regno dei cieli. Perchè il regno a cui può aspirare lo stupido è quello che già ha. Non c’è ricerca della verità, nè brama di comprensione, nè sintesi evolutiva, anzi, lo stupido cristallizza la realtà e vorrebbe, in un mondo dove tutto è in movimento, rimanere fermo, statico… In un mondo “spirituale”, lo stupido ha eretto il suo totem materiale. Ogni volta che tale situazione si è verificata, la risposta, anzi l’effetto ottenuto è sempre stato catastrofico. Sodoma e Gomorra… La torre di Babele.. Il diluvio universale… Adesso è il momento del nuovo ordine mondiale? Si, è arrivato quel momento, la richiesta è chiara: devono venire cancellati dal libro! 9
Ogni giorno che passa si delinea in modo evidente che la richiesta è stata fatta con adeguata conoscenza della Legge. Quale è questa Legge? Poichè tu sai, la tua richiesta viene esaudita. Questa è la sola Legge che c’è! Se ciò che sono è QUELLO, Quello è ciò che sono. Se tu sai che io so, io so che tu sai. Vado avanti. Rassegna di Intelligentoni 10
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Il contratto! Sapete che gli stati hanno firmato un contratto con Pfizer? Tale contratto è secretato! Ma essendo “obbligati” a dichiarare i loro intenti, ecco che qualche stato si “dimentica” di oscurare la pagina. Non è una dimenticanza è un atto voluto. Non potete più dire che non ve l’vevano detto! Traduzione Contesto: Pfizer è stata estremamente aggressiva nel cercare di proteggere i dettagli dei suoi accordi internazionali sui vaccini COVID19. Per fortuna sono riuscito a prenderne uno. Poiché il costo dello sviluppo dei contratti è molto elevato e richiede tempo (cicli di revisione legale), Pfizer, come tutte le società, sviluppa un modello di contratto standardizzato e utilizza questi accordi con adeguamenti relativamente minori in diversi paesi. #PfizerLeak #Pfizer 13
Questi accordi sono riservati, ma fortunatamente un paese non ha protetto abbastanza bene il documento contrattuale, quindi sono riuscito a procurarmene una copia. Come stai per vedere, c’è una buona ragione per cui Pfizer stava lottando per nascondere i dettagli di questi contratti. Innanzitutto, parliamo del prodotto: l’accordo non copre solo la produzione di vaccini per COVID19 e le sue mutazioni, ma anche per “qualsiasi dispositivo, tecnologia o prodotto utilizzato nella somministrazione o per potenziare l’uso o l’effetto di tale vaccino” . 14
Se ti stavi chiedendo perché l’ #Ivermectin è stata soppressa, beh, è perché l’accordo che i paesi hanno avuto con Pfizer non consente loro di sottrarsi al loro contratto, il quale afferma che anche se verrà trovato un farmaco per curare COVID19 il contratto non può essere annullato. #PfizerLeak #Pfizer Fornitura del prodotto: “Pfizer non avrà alcuna responsabilità per la mancata consegna delle dosi in conformità con le date di consegna stimate… né tale mancanza darà all’Acquirente alcun diritto di annullare gli ordini per qualsiasi quantità di Prodotto.” Per saperne di più https://threadreaderapp.com/thread/1419653002818990085.html Come vedete, gli stati hanno firmato che Pfizer non è imputabile delle morti e delle infermità causate dal suo prodotto. Ne consegue che la responsabilità se l’assume chi ha firmato? Vanno impiccati tutti. 15
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