Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici - SIRIO ...
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Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici Vincenzo Alastra1, Alice Marazzato1, Francesca Menegon1 1 Struttura Semplice Formazione e Sviluppo Risorse Umane - Azienda Sanitaria Locale Biella - autore per corrispondenza: Vincenzo.Alastra@aslbi.piemonte.it RIASSUNTO In questo contributo viene presentato il progetto Crossover, una particolare metodica formativa sostanziatasi nell’organizzazione di brevi stage centrati sul confronto fra “pari” in maniera “incrociata” - analogamente a quanto accade in biologia con il meccanismo di crossing over - sulle pratiche in uso nelle diverse sedi della Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta della Rete. Con quali particolari dispositivi narrativo-riflessivi possono essere condotti questi brevi stage al fine di far emergere e accrescere il sapere pratico dei professionisti in essi coinvolti? Come favorire la “circolazione” di buone pratiche, il rinforzo di quelle positive già in atto, ma anche una rivisitazione critica e riflessiva sulla propria esperienza professionale? A questi e ad altri interrogativi hanno inteso fornire alcune prime risposte le azioni di formazione e ricerca, qui richiamate, condotte in accompagnamento al progetto. Parole chiave: formazione-ricerca-intervento, apprendere dall’esperienza, riflessione, narrazione - rete oncologica. ABSTRACT This paper presents the Crossover project, a particular training method which consisted in the organization of short internships centered on the discussion between "peers" in a "cross" manner - similarly to what happens in biology with the crossing over mechanism - on the practices used in the various hospital sites of the Oncology Network of Piedmont and Valle d'Aosta of the Network. With what particular narrative-reflective devices can these short internships be conducted in order to bring out and increase the practical knowledge of the professionals involved? How can the "circulation" of good practices, the enhancement of the positive ones already used, but also a critical and reflective review about one’s professional experience be promoted? The training and research steps mentioned here carried out in accompaniment to the project, intended to provide some first answers to these and other questions. Keywords: education-research-intervention, learning from experience, reflection, narration - oncological network. 5
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici INTRODUZIONE vora nelle strutture della Rete Oncologi- La prima edizione del progetto Crossover ca, creando occasioni di cooperazione e prende le mosse nel 2006, per venire in- scambio di esperienze; contro al desiderio e all’interesse degli − uniformare le procedure gestionali di operatori dell’intera Rete Oncologica del diagnosi, assistenza e cura; Piemonte e Valle d’Aosta 1 di condividere − migliorare le organizzazioni delle strut- pratiche, modalità operative e strumenti. ture di Rete, aumentando la trasparenza Sulla scorta del successo di questa prima gestionale; pionieristica sperimentazione sono seguite − verificare le condizioni e i dispositivi 2 altre edizioni, fino all’ultima del 2019 . utili a favorire negli operatori processi Fin dalla sua prima edizione, il progetto ha riflessivi in merito alle loro esperienze. previsto l’organizzazione di brevi esperien- ze di stage pratici, nei quali i professionisti Alle diverse edizioni hanno partecipato i coinvolti potevano porsi in osservazione e professionisti dei Servizi di Oncologia, Day confronto dell’attività svolta da colleghi di Hospital, Centro Accoglienza Servizi una sede diversa dalla propria, in un con- (CAS) 3, Farmacia e Psicologia Oncologica testo di scambio alla pari. di diverse Aziende Sanitarie Ospedaliere e Lo scopo di Crossover è sempre stato Locali di Piemonte e Valle d’Aosta. quello di creare occasioni di confronto e L’ultima edizione è stata quella più artico- crescita sia per coloro che sono ospitati lata: ha cioè compreso lo svolgimento di (tutee), sia per chi si è offerto come guida una prima ricerca esplorativa e la condu- e referente locale per l’accoglienza (tutor). zione di una attività formativa ritenuta Le coppie tutor-tutee sono formate da propedeutica allo svolgimento operativo operatori della stessa professione. del progetto stesso (Alastra, 2020). Più nel dettaglio, gli obiettivi generali del In tale edizione, sono stati coinvolti onco- progetto Crossover sono: logi e infermieri (partecipanti a uno stage di quattro giorni), psicologi, farmacisti, ed − favorire la conoscenza dei reciproci amministrativi dei CAS (per loro la durata metodi di lavoro, aumentando dello stage è stata di due giorni), per un l’empowerment professionale e lo totale di 28 coppie tutor-tutee. scambio di buone pratiche; A tutti i professionisti che hanno aderito al − consolidare i rapporti e strutturare progetto è stato chiesto di partecipare a modalità di interconnessione tra chi la- due incontri formativi propedeutici, il pri- 6
Volume 20, numero 2 mo di presentazione del progetto, il se- attraverso l’invio di una e-mail (prima condo di approfondimento e analisi dei dell’inizio e al termine dello stage), nonché ruoli di tutor e di tutee nel processo di focalizzate le tracce e definite le procedure condivisione delle esperienze lavorative. da seguire per le due interviste telefoniche A seguito e durante lo svolgimento dei pe- semi-strutturate: quella prevista al secondo riodi di crossover tra i professionisti, sono giorno e quella programmata a distanza di state attivate azioni di ricerca-intervento, un mese dalla fine dello stage. svolte in collaborazione con la Prof.ssa Entrambe le interviste sono state audio- Barbara Bruschi del Dipartimento di Filo- registrate e trascritte, previo consenso te- sofia e Scienze dell’Educazione lefonico dei professionisti. dell’Università degli Studi di Torino. Tali azioni hanno previsto la somministrazione LA SELEZIONE DEI CASI DEL CAMPIO- di due interviste e due questionari ai pro- NE. fessionisti. La possibilità di partecipare alla ricerca è In letteratura risultano rari i contributi che stata offerta a tutti i professionisti parteci- hanno affrontato il tema dei processi di panti al progetto. L’adesione alla ricerca si apprendimento e di riflessione connessi a è di fatto sostanziata su base volontaria, esperienze di stage formativi in contesti attraverso la risposta ad almeno uno dei sanitari (Khalid et al., 2018; Burgess et al., due questionari o ad almeno una delle due 2016). Per questo motivo, l’indagine con- interviste, coinvolgendo complessivamente dotta nell’ambito del progetto è stata di 51 operatori sui complessivi 52 professio- tipo esplorativo. nisti partecipanti al progetto Crossover. La messa a punto del disegno di ricerca ha comportato l’individuazione degli aspetti TEMPI E METODI DI ANALISI DEI DATI. metodologici e la programmazione delle L’analisi dei dati è stata condotta immedia- attività che sono andate compiendosi così tamente dopo la raccolta di tutto il mate- come di seguito sinteticamente descritto. riale, così che fosse possibile mantenere vive nella mente le impressioni avute du- INDIVIDUAZIONE E MESSA A PUNTO rante la somministrazione degli strumenti DEGLI STRUMENTI E DELLE MODALITÀ di indagine. DI RACCOLTA DEI DATI. È da precisare che gli stage del progetto Sono stati elaborati ad hoc due questiona- Crossover non sono riconducibili (per la ri somministrati entrambi in forma scritta durata, per i ruoli andragogici assunti e 7
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici per le competenze chiamate a esprimersi) riguardanti future azioni e sperimenta- a un vero e proprio tirocinio con tutorag- zioni; gio 4 e nemmeno a una esperienza di for- − capire se, e in che misura, la parteci- mazione on the job o di coaching. Lo stage pazione al percorso formativo breve che crossover può invece essere considerato ha preceduto la realizzazione degli sta- alla stregua di una breve, ma significativa, ge avesse o meno favorito una proficua situazione di confronto, della durata di po- esperienza di stage, contribuendo, ad chi giorni, fra due professionisti che ha esempio, a favorire l’assunzione di un luogo in un contesto relazionale paritario: ruolo in parte riconducibile a quello di sia in senso gerarchico, sia per quanto tutor e tutee, a facilitare quell’approccio concerne le competenze e i relativi livelli riflessivo sopra accennato, a rendere più che i due interlocutori sono chiamati a chiari e condivisi i motivi dell’indagine presidiare e mettere in campo. stessa, ecc.; Le finalità e gli obiettivi di questa indagine − verificare il valore e la sostenibilità del- sono stati per tanto piuttosto generali e lo stesso impianto di ricerca quindi: en- hanno riguardato i seguenti aspetti: tità delle risorse impiegate a fronte di − verificare se le esperienze di stage so- quelle necessarie, valutazioni di conte- no state affrontate, e in che misura, con sto e di gradimento della ricerca stessa, un atteggiamento riflessivo da parte significatività dei dati raccolti e adegua- degli operatori coinvolti, quanto è stata tezza dei metodi adottati, qualità delle in tal senso stimolata detta propensione informazioni emergenti, livello di parte- riflessiva e su quali temi e contenuti; cipazione dei soggetti coinvolti, tono − indagare se potesse rivelarsi un valore dei commenti, delle esplicitazioni e di aggiunto richiamare esplicitamente i altri comportamenti in tal senso infor- professionisti a riflettere sulla loro espe- mativi (quali quelli riferibili alla puntuali- rienza di stage e, più in generale, su tà e ai tempi di risposta, alla ricchezza o quella lavorativa; meno delle risposte fornite, ecc.); − valutare la soddisfazione dei tutor e − consentire una ridefinizione organizza- tutee e l’utilità complessiva del modello tiva e l’apporto di alcune modifiche mi- Crossover in termini pratici: vale a dire gliorative al progetto Crossover nel suo registrare la presenza di qualche ricadu- insieme o relativamente ai passi o fasi ta concreta nelle realtà lavorative o an- che lo compongono: alle azioni di co- che soltanto la messa a fuoco di ipotesi municazione, reclutamento e ingaggio 8
Volume 20, numero 2 dei professionisti, al momento formativo prendimenti anche in lui. Purtroppo, dalle quale fase propedeutica alla realizza- risposte dei tutor e dei tutee, non emerge zione di stage stimolanti, alla socializza- questa attribuzione di senso. Sicuramente i zione e valorizzazione delle esperienze professionisti impegnati in questi ruoli si e delle risultanze derivanti da queste, percepiscono come colleghi alla pari, che anche in termini di linee di azione per- possono scambiare idee ed informazioni seguibili dalla Rete Oncologica. senza alcuna difficoltà, in una relazione in- formale fondata sulla reciprocità. Nelle di- Da quanto sopra riportato si può allora chiarazioni raccolte non vengono attribuite cogliere quanto la ricerca si sia focalizzata all’uno o all’altra responsabilità di inse- sulla dimensione della riflessione, quale gnamento (che peraltro sarebbero risultate aspetto fondamentale e strettamente con- del tutto fuori contesto, in quanto stiamo nesso a quell’apprendimento esperienziale parlando di visite o stage brevi e non di che uno stage dovrebbe stimolare. corsi strutturati, contesti formativi d’aula, ecc.), ma nemmeno un ruolo che attiene 1) Come sono stati percepiti i ruoli di tutor essenzialmente alla facilitazione di proces- e tutee, quale significato è stato loro attri- si di apprendimento (Cortese, Quaglino, buito e come sono stati attuati. 1999; Zannini, 2005). Il primo interrogativo di ricerca è legato ad Tutee Amministrativa CAS: “Diciamo che abbiamo un elemento fondante il progetto Crosso- avuto uno scambio di idee, quando io le facevo ver sia nella sua dimensione di sperimen- vedere certe operazioni lei mi descriveva quello che tazione di un’altra realtà professionale, sia era il loro modo di agire, per cui abbiamo avuto nella sua dimensione di esperienza forma- questo scambio tiva di apprendimento. Questo elemento è lavorativo, di idee”. il ruolo di tutor e tutee e la loro interazio- Tutee Oncologa: “… è molto utile questa cosa qua, ne nel contesto del progetto Crossover. nel senso che ti raffronti con delle realtà diverse. In questa operazione la prospettiva di sen- Quando lavori nel tuo penso sempre non dico di far so adottata dal gruppo di ricerca è stata giusto ma che quello che fai sia la cosa più giusta”. quella per cui anche il tutee poteva e do- veva essere considerato come portatore di Tutor Psicologa: “(…) si è instaurato chiaramente conoscenze e di esperienze significative un clima alla pari in cui è stato possibile continua- mente un confronto, sulla nostra operatività evi- che avrebbero potuto, a loro volta, attivare denziando, sostanzialmente, similitudini e differen- l’interesse del tutor e alimentare così ap- ze… quindi arricchente”. 9
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici Solamente un tutor e un tutee nelle loro a come poter migliorare gli assetti organiz- risposte hanno fatto un riferimento esplici- zativi. to a compiti e responsabilità organizzative Tutee Infermiere DH: “(…) l’organizzazione fa tanto, riconducibili al ruolo assunto. La perma- nel senso che i pazienti c’è modo e modo per arri- nenza del tutee presso una struttura ospi- vare a… non che nell’Oncologia della mia sede non tante sembra caratterizzarsi come uno si faccia, si arriva lo stesso al bene della persona, è scambio di informazioni che avviene non la fatica che ci si mette in più per un modello orga- solo con il tutor, ma anche con gli altri col- nizzativo ormai obsoleto adoperato rispetto a quel- lo che vedo qui dove, con minor risorse umane, leghi della struttura ospitante, in maniera riescono a fare fronte a una mole di lavoro grosso molto libera e “paritaria”, in un clima com- modo uguale (…) sì, mi sta facendo riflettere”. plessivamente favorevole. Allo stesso mo- do, viene vissuta dai tutor la relazione con Al di là di rari e generici riferimenti alla il tutee. possibilità di ripensare la propria attività, dalla maggior parte dei partecipanti non 2) Quale valore/significato ha avuto questa sono emerse considerazioni puntuali sul esperienza per i partecipanti e quanto è valore di una pratica riflessiva stata oggetto di riflessione. (Dewey,1999; Merizow, 2003; Mortari, Dopo la conclusione dello stage, solo in 2002, 2003; Schön, 1983) e nemmeno rari casi l’esperienza crossover viene ap- problematizazioni e riflessioni significative prezzata e riconosciuta dai partecipanti particolari agganciate all’esperienza di anche come un’opportunità per pensare e permanenza presso un’altra struttura. riflettere intorno al proprio modo di opera- Questa assenza può essere ricondotta alla re. Quasi tutte le testimonianze vertono sul diffusa percezione di non avere possibilità riconoscere un valore aggiunto alcuna di trovare il tempo, durante o fuori dell’esperienza di scambio in sé, ma non dal tempo d lavoro, per riflettere come esperienza scatenante o facilitante sull’esperienza. Questa percezione quasi riflessioni sulla propria pratica o ruolo pro- sicuramente si riscontra in moltissime fessionale. strutture e servizi sanitari, in cui la realtà Vengono invece facilmente colte le diffe- quotidiana ad alta intensità di lavoro e in renze significative sul piano organizzativo carenza di organico, porta i professionisti fra le due realtà; differenze che, solo in al- sanitari a negare e negarsi gli spazi di cuni casi, inducono gli operatori a pensare pensiero sul proprio operato (Alastra 2015, 2016), con conseguenze in termini 10
Volume 20, numero 2 di perdita di capacità di pensiero critico e tesse avvenire. Molto raramente, i tutee si di preponderante messa in atto di pratiche sono approcciati alla realtà ospitante aven- professionali routinarie, in forma di auto- do già in mente su quali aspetti focalizzare matismi. la loro attenzione e con quali obiettivi rife- ribili al miglioramento del proprio contesto Tutor Oncologa: “Noi non abbiamo tempo di fare lavorativo e, comunque, senza un apprez- troppe riflessioni, purtroppo questo è un problema zabile e fecondo atteggiamento problema- di tutti i medici in Italia, a meno che tu non lavori in un contesto ambulatoriale in cui con la tizzante in merito a tutto ciò. mattina finisce la tua attività… mentre quando sei sotto organico, quando sei da sola…”. 3) Quali le ricadute di tipo organizzativo e di tipo relazionale generate nelle singole Tutee Farmacista: “Allora... eh sì questa è una bella realtà coinvolte e nella Rete. domanda... [risata] (…) il silenzio… sono abituato a Nelle testimonianze dei partecipanti prati- gestire situazioni in cui ci sono più persone (…) il rumore di fondo è un leitmotiv che mi accompagna camente non vi sono state risposte relative la giornata. Quindi sì, per certi versi [questo silen- ad aspettative riguardanti possibili ap- zio] mi faceva percepire che non ero a casa mia,che prendimenti, spunti di riflessione e messe non ero nel mio contesto, mi permetteva di concen- in discussione di propri approcci, routine e trarmi e di rilassarmi e di non dover dire e pensare convinzioni. La maggior parte dei tutee si contemporaneamente”. sono fermati a considerazioni superficiali Tutee Oncologo: “Da quello che succedeva. Le ri- legate alla sensazione di soddisfazio- flessioni scaturiscono da quello che vedo, non era- ne/interesse più o meno provata una volta no preimpostate diciamo, sono scaturite dal vissu- terminata l’esperienza di stage. Pochi det- to”. tagliano quali siano gli spunti operativi o organizzativi che hanno giudicato signifi- Dalla quasi totalità degli intervistati, non è cativi a tal punto da poter tentare di tra- emersa una predisposizione alla riflessione sferirli nella propria sede. Ancor meno so- messa in atto prima della visita, una messa no i tutor che dichiarano di essere venuti a a fuoco di temi e pensieri sui quali pratica- conoscenza, grazie ai tutee, di pratiche re una riflessione. significative dell’altra sede interessanti per Per quanto riguarda le opportunità di ri- essere applicate nella propria realtà. Que- flessione colte durante i giorni di stage, sto è facilmente spiegabile con il fatto che queste sono nate per motivi diversi e in è più difficile, come detto, riconoscere e maniera del tutto casuale, senza cioè una quindi apprezzare il valore o la significati- esplicita propensione a far sì che ciò po- 11
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici vità di una pratica solo raccontata, rispetto nizzativi più funzionali tra le diverse realtà ad una pratica che si sperimenta o si vede della Rete. messa in atto. Inoltre, tra i pochi che det- Quasi tutti i rispondenti hanno in proposi- tagliano gli spunti operativi che hanno tro- to dichiarato la volontà di mantenere nel vato trasferibili, gli intervistati (soprattutto tempo i contatti con il tutor-tutee e-o la tutee) spesso fanno presente alcune diffi- realtà con la quale si è entrati in contatto. coltà legate all’attuazione di tali cambia- Alcuni contatti si sono proprio creati ex- menti organizzativi (poiché non si ricopre novo grazie all’esperienza di crossover, al- una posizione di coordinamento o respon- tri si sono riallacciati dopo anni e hanno sabilità). Molti riportano di essersi limitati ridato linfa ad un rapporto professionale a valorizzare le buone pratiche incontrate sopito, facilitando la possibilità di mante- nell’altra sede con il proprio coordinatore nere uno scambio (anche solo via Wha- al quale competerà valutarne l’eventuale tsapp) o di accordarsi per frequentare cor- applicazione. si e iniziative di aggiornamento insieme. Le buone pratiche, le procedure e gli spun- Tutee Oncologa: “Sì guardi, si perché mi sono tro- ti operativi/organizzativi individuati, so- vata molto bene anche dal punto di vista così affet- prattutto dai tutee operanti nei CAS e nei tivo diciamo, sia con lui che con la sua primaria che DH, come importabili nella propria realtà è molto brava e anche con una collega con la quale sono stati per lo più quelli relativi alla mo- sono stata una giornata e dulistica utilizzata (schede infermieristiche quindi ho i recapiti, ho mantenuto i contatti, quindi sicuramente quello sì”. o cartelle cliniche giudicate meglio struttu- rate e più funzionali o con parametri e in- Tutee Psicologa: “… ci siamo anche scritte poi suc- dicatori ritenuti utili) e al materiale infor- cessivamente tramite Whatsapp insomma, la mia mativo sui percorsi terapeutici distribuibile tutor devo dire che la conoscevo già perché ab- ai pazienti nei CAS. biamo fatto il master insieme di psico-oncologia Nelle risposte date nell’intervista svolta a quindi… però negli anni ci eravamo perse, non ci eravamo più sentite, più contattate quindi per me è un mese di distanza dalla conclusione del- stato anche bello ritrovarla e condividere delle cose lo stage è stato rilevato come l’esperienza su un piano operativo, cioè di cose che lei fa e io di crossover sia stata un’occasione per stessa da parte mia ho raccontato di altre cose che promuovere, non solo qualche cambiamen- faccio io con la mindfulness, con la meditazione che to operativo, ma anche relazioni interper- lei… a cui era interessata, quindi a livello di scambio devo dire sonali più soddisfacenti e-o rapporti orga- che è andata bene”. 12
Volume 20, numero 2 4) Quali le possibili ridefinizioni di Crosso- pensare”. I due incontri formativi sono sta- ver in sue future edizioni. ti reputati di interesse, ma alcuni degli in- Per ognuna delle edizioni condotte, com- tervistati (soprattutto gli oncologi) li hanno presa l’ultima, si è potuto registrare una giudicati sì utili, ma nel contempo conden- generale soddisfazione dei partecipanti, sabili in un unico incontro e comunque tanto da indurre tutti i promotori a consi- migliorabili, ritenendo, da parte di qualcu- derare l’opportunità di allestire analoghi no, l’iniziativa formativa nel suo insieme percorsi di formazione sul campo anche comunque poco attinente al proprio profi- per il futuro. lo professionale. L’esperienza evidenzia la necessità di strut- L’esperienza del progetto Crossover ci dice turare questi futuri progetti imperniandoli che è necessario assumere uno sguardo maggiormente sulla condivisione delle nuovo su “visite aziendali” e brevi stage esperienze in una chiave riflessiva più per liberare pienamente il potenziale for- strutturata e sostenuta da una metodolo- mativo insito in queste pratiche; uno gia formativa messa a punto progressiva- sguardo che, per questo motivo, dirotta mente (de Mennato, 21012a; 2012b; de l’attenzione sul tema più generale di come Mennato et al., 2011). favorire l’emersione e la messa in parola Le nuove edizioni dovrebbero assumere delle esperienze che i professionisti hanno una veste di formazione-intervento più sedimentato e sono disponibili a rimettere marcata e ricercare, con i diversi attori del in gioco e a farne oggetto di riflessione sistema, un loro maggiore coinvolgimento (Moon, 2012, Mezirow, 2003) in concomi- e la loro ancora più ampia condivisione tanza allo strutturarsi della visita-stage. degli obiettivi perseguiti e della metodo- Il focus va per tanto sempre di più posto, logia impiegata (Alastra, Kaneklin, Scaratti, non solo e non tanto sullo scambio di pro- 2012; Alastra 2015, 2016). cedure, di singoli artefatti, di confronto e I professionisti non hanno ritenuto di im- messa in comune di pratiche (Wenger e pegnare del tempo per elaborare partico- Snyder, 2000; Wenger, 2006; Wenger, Mc. lari riflessioni su questa esperienza, arri- Dermott e Snyder, 2007; Alastra, Kaneklin vando ad avanzare, anche qualche per- e Scaratti 2012), bensì sull’intreccio di plessità rispetto alle azioni formative con- esperienze che insieme possono essere dotte e ritenute ridimensionabili, parados- nuovamente tessute, appunto, in coerenza salmente, proprio a causa della percezione con una prospettiva di pensiero ispirata di una scarsa disponibilità di tempo “per alla teoria della complessità (Ceruti, 1989; 13
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici Morin, 1985; 1999), e ai contributi elabo- Burgess A., Dornan T., Clarke A. J., Me- rati intorno al tema dell’apprendimento zenes A., Mellis C. (2016). Peer tutoring dall’esperienza e al profilo di competenze in a medical school: perceptions of tu- di un professionista pratico (Mortari, tors and tutees. BMC Medical Education 2003; Schön, 1983). 16:85. DOI: 10.1186/s12909 016- 0589-1. BIBLIOGRAFIA Cortese C. G., Quaglino G. P. (1999). Verso Alastra V. (2020) (a cura di), Crossover: la learning organization: nuove figure apprendere intrecciando esperienze, del formatore. In Quaglino G. P., Scritti di Lecce-Brescia: Pensa MultiMedia. formazione 1978-1998. Milano: Franco Alastra V. (2015). Pratiche formative narra- Angeli. tive based e vita organizzativa. In Ala- stra V., Batini F. (a cura di), Pensieri Cir- Riferimenti in nota colari. Narrazione, Formazione e Cura 1 La Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta (pp. 63-84). Lecce-Brescia: Pensa Mul- comincia a strutturarsi a partire dal 1999. In tiMedia. precedenza, i Servizi di Oncologia in Piemonte Alastra V. (2016). Formazione e ambienti erano soltanto tre e i pazienti oncologici venivano narrativi nei territori di cura. In Alastra assistiti in modo frammentato e disomogeneo (2016) (a cura di), Ambienti narrativi, presso strutture di varie specialità non oncologiche, in base all’organo da cui originava il tumore. È in territori di cura e formazione (pp. 126- questo scenario organizzativo e a partire da questi 144). Milano: Franco Angeli. bisogni che vennero quindi organizzate, con Alastra V., Kaneklin C. e Scaratti G. (2012). l’apporto del Polo Oncologico e del Servizio La formazione situata. Repertori di pra- Formazione della ASL di Biella, i primi scambi di tica. Milano: FrancoAngeli. visite e “incroci” fra operatori di sedi diverse. Khalid H., Shahid S., Punjabi N., Sahdev N. 2 Le edizioni seguenti la prima sono state quella (2018). An integrated 2-year clinical del 2009-2010, del 2016-2017 e la quarta e skills peer tutoring scheme in a UK- ultima conclusasi nel 2019. Pe queste tre edizioni based medical school: perceptions of la realizzazione del progetto Crossover è stata tutee and peer tutors. Advances in Med- affidata dalla Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta alla S.S. Formazione e Sviluppo ical Education and Practice, Faculty of Risorse Umane della ASL BI che ha curato il Medicine, St George’s, Hospital Medical coordinamento organizzativo. School, London, UK, Dove Press, 9, 423- 3 Il Centro Accoglienza e Servizi (C.A.S.) è la 432. struttura di riferimento del paziente per ciò che 14
Volume 20, numero 2 concerne l’assistenza, l’orientamento e il supporto. Il CAS ha una duplice funzione: accogliere il paziente, informandolo in merito ai servizi erogati, alle modalità di accesso, alle prenotazioni; svolgere mansioni sul versante amministrativo-gestionale lungo tutto il percorso diagnostico-terapeutico del paziente. 4 La letteratura riguardante tali esperienze riguarda Scuole di Medicina all’estero e soprattutto la realtà anglosassone (Khalid et al., 2018; Burgess et al., 2016). 15
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