Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici - SIRIO ...

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Crossover: alimentare la
      riflessione sui saperi pratici
      Vincenzo Alastra1, Alice Marazzato1, Francesca Menegon1
      1 Struttura   Semplice Formazione e Sviluppo Risorse Umane - Azienda Sanitaria Locale Biella - autore

      per corrispondenza: Vincenzo.Alastra@aslbi.piemonte.it

RIASSUNTO
In questo contributo viene presentato il progetto Crossover, una particolare metodica formativa
sostanziatasi nell’organizzazione di brevi stage centrati sul confronto fra “pari” in maniera
“incrociata” - analogamente a quanto accade in biologia con il meccanismo di crossing over - sulle
pratiche in uso nelle diverse sedi della Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta della Rete. Con
quali particolari dispositivi narrativo-riflessivi possono essere condotti questi brevi stage al fine di far
emergere e accrescere il sapere pratico dei professionisti in essi coinvolti? Come favorire la
“circolazione” di buone pratiche, il rinforzo di quelle positive già in atto, ma anche una rivisitazione
critica e riflessiva sulla propria esperienza professionale? A questi e ad altri interrogativi hanno
inteso fornire alcune prime risposte le azioni di formazione e ricerca, qui richiamate, condotte in
accompagnamento al progetto.
Parole chiave: formazione-ricerca-intervento, apprendere dall’esperienza, riflessione, narrazione - rete
oncologica.

ABSTRACT
This paper presents the Crossover project, a particular training method which consisted in the
organization of short internships centered on the discussion between "peers" in a "cross" manner -
similarly to what happens in biology with the crossing over mechanism - on the practices used in the
various hospital sites of the Oncology Network of Piedmont and Valle d'Aosta of the Network. With
what particular narrative-reflective devices can these short internships be conducted in order to bring
out and increase the practical knowledge of the professionals involved? How can the "circulation" of
good practices, the enhancement of the positive ones already used, but also a critical and reflective
review about one’s professional experience be promoted? The training and research steps mentioned
here carried out in accompaniment to the project, intended to provide some first answers to these
and other questions.
Keywords: education-research-intervention, learning from experience, reflection, narration -
oncological network.

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Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici

INTRODUZIONE                                             vora nelle strutture della Rete Oncologi-
La prima edizione del progetto Crossover                 ca, creando occasioni di cooperazione e
prende le mosse nel 2006, per venire in-                 scambio di esperienze;
contro al desiderio e all’interesse degli            −    uniformare le procedure gestionali di
operatori dell’intera Rete Oncologica del                diagnosi, assistenza e cura;
Piemonte e Valle d’Aosta 1 di condividere            −    migliorare le organizzazioni delle strut-
pratiche, modalità operative e strumenti.                ture di Rete, aumentando la trasparenza
Sulla scorta del successo di questa prima                gestionale;
pionieristica sperimentazione sono seguite           −    verificare le condizioni e i dispositivi
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altre edizioni, fino all’ultima del 2019 .               utili a favorire negli operatori processi
Fin dalla sua prima edizione, il progetto ha             riflessivi in merito alle loro esperienze.
previsto l’organizzazione di brevi esperien-
ze di stage pratici, nei quali i professionisti      Alle diverse edizioni hanno partecipato i
coinvolti potevano porsi in osservazione e           professionisti dei Servizi di Oncologia, Day
confronto dell’attività svolta da colleghi di        Hospital,     Centro      Accoglienza       Servizi
una sede diversa dalla propria, in un con-           (CAS) 3, Farmacia e Psicologia Oncologica
testo di scambio alla pari.                          di diverse Aziende Sanitarie Ospedaliere e
Lo scopo di Crossover è sempre stato                 Locali di Piemonte e Valle d’Aosta.
quello di creare occasioni di confronto e            L’ultima edizione è stata quella più artico-
crescita sia per coloro che sono ospitati            lata: ha cioè compreso lo svolgimento di
(tutee), sia per chi si è offerto come guida         una prima ricerca esplorativa e la condu-
e referente locale per l’accoglienza (tutor).        zione di una attività formativa ritenuta
Le coppie tutor-tutee sono formate da                propedeutica allo svolgimento operativo
operatori della stessa professione.                  del progetto stesso (Alastra, 2020).
Più nel dettaglio, gli obiettivi generali del        In tale edizione, sono stati coinvolti onco-
progetto Crossover sono:                             logi e infermieri (partecipanti a uno stage
                                                     di quattro giorni), psicologi, farmacisti, ed
−        favorire la conoscenza dei reciproci        amministrativi dei CAS (per loro la durata
        metodi     di    lavoro,     aumentando      dello stage è stata di due giorni), per un
        l’empowerment     professionale   e   lo     totale di 28 coppie tutor-tutee.
        scambio di buone pratiche;                   A tutti i professionisti che hanno aderito al
−        consolidare i rapporti e strutturare        progetto è stato chiesto di partecipare a
        modalità di interconnessione tra chi la-     due incontri formativi propedeutici, il pri-

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mo di presentazione del progetto, il se-         attraverso l’invio di una e-mail (prima
condo di approfondimento e analisi dei           dell’inizio e al termine dello stage), nonché
ruoli di tutor e di tutee nel processo di        focalizzate le tracce e definite le procedure
condivisione delle esperienze lavorative.        da seguire per le due interviste telefoniche
A seguito e durante lo svolgimento dei pe-       semi-strutturate: quella prevista al secondo
riodi di crossover tra i professionisti, sono    giorno e quella programmata a distanza di
state attivate azioni di ricerca-intervento,     un mese dalla fine dello stage.
svolte in collaborazione con la Prof.ssa         Entrambe le interviste sono state audio-
Barbara Bruschi del Dipartimento di Filo-        registrate e trascritte, previo consenso te-
sofia     e     Scienze      dell’Educazione     lefonico dei professionisti.
dell’Università degli Studi di Torino. Tali
azioni hanno previsto la somministrazione        LA SELEZIONE DEI CASI DEL CAMPIO-
di due interviste e due questionari ai pro-      NE.
fessionisti.                                     La possibilità di partecipare alla ricerca è
In letteratura risultano rari i contributi che   stata offerta a tutti i professionisti parteci-
hanno affrontato il tema dei processi di         panti al progetto. L’adesione alla ricerca si
apprendimento e di riflessione connessi a        è di fatto sostanziata su base volontaria,
esperienze di stage formativi in contesti        attraverso la risposta ad almeno uno dei
sanitari (Khalid et al., 2018; Burgess et al.,   due questionari o ad almeno una delle due
2016). Per questo motivo, l’indagine con-        interviste, coinvolgendo complessivamente
dotta nell’ambito del progetto è stata di        51 operatori sui complessivi 52 professio-
tipo esplorativo.                                nisti partecipanti al progetto Crossover.
La messa a punto del disegno di ricerca ha
comportato l’individuazione degli aspetti        TEMPI E METODI DI ANALISI DEI DATI.
metodologici e la programmazione delle           L’analisi dei dati è stata condotta immedia-
attività che sono andate compiendosi così        tamente dopo la raccolta di tutto il mate-
come di seguito sinteticamente descritto.        riale, così che fosse possibile mantenere
                                                 vive nella mente le impressioni avute du-
INDIVIDUAZIONE E MESSA A PUNTO                   rante la somministrazione degli strumenti
DEGLI STRUMENTI E DELLE MODALITÀ                 di indagine.
DI RACCOLTA DEI DATI.                            È da precisare che gli stage del progetto
Sono stati elaborati ad hoc due questiona-       Crossover non sono riconducibili (per la
ri somministrati entrambi in forma scritta       durata, per i ruoli andragogici assunti e

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per le competenze chiamate a esprimersi)                     riguardanti future azioni e sperimenta-
a un vero e proprio tirocinio con tutorag-                   zioni;
gio 4 e nemmeno a una esperienza di for-                 −    capire se, e in che misura, la parteci-
mazione on the job o di coaching. Lo stage                   pazione al percorso formativo breve che
crossover può invece essere considerato                      ha preceduto la realizzazione degli sta-
alla stregua di una breve, ma significativa,                 ge avesse o meno favorito una proficua
situazione di confronto, della durata di po-                 esperienza di stage, contribuendo, ad
chi giorni, fra due professionisti che ha                    esempio, a favorire l’assunzione di un
luogo in un contesto relazionale paritario:                  ruolo in parte riconducibile a quello di
sia in senso gerarchico, sia per quanto                      tutor e tutee, a facilitare quell’approccio
concerne le competenze e i relativi livelli                  riflessivo sopra accennato, a rendere più
che i due interlocutori sono chiamati a                      chiari e condivisi i motivi dell’indagine
presidiare e mettere in campo.                               stessa, ecc.;
Le finalità e gli obiettivi di questa indagine           −    verificare il valore e la sostenibilità del-
sono stati per tanto piuttosto generali e                    lo stesso impianto di ricerca quindi: en-
hanno riguardato i seguenti aspetti:                         tità delle risorse impiegate a fronte di
−        verificare se le esperienze di stage so-            quelle necessarie, valutazioni di conte-
        no state affrontate, e in che misura, con            sto e di gradimento della ricerca stessa,
        un atteggiamento riflessivo da parte                 significatività dei dati raccolti e adegua-
        degli operatori coinvolti, quanto è stata            tezza dei metodi adottati, qualità delle
        in tal senso stimolata detta propensione             informazioni emergenti, livello di parte-
        riflessiva e su quali temi e contenuti;              cipazione dei soggetti coinvolti, tono
−        indagare se potesse rivelarsi un valore             dei commenti, delle esplicitazioni e di
        aggiunto richiamare esplicitamente i                 altri comportamenti in tal senso infor-
        professionisti a riflettere sulla loro espe-         mativi (quali quelli riferibili alla puntuali-
        rienza di stage e, più in generale, su               tà e ai tempi di risposta, alla ricchezza o
        quella lavorativa;                                   meno delle risposte fornite, ecc.);
−        valutare la soddisfazione dei tutor e           −    consentire una ridefinizione organizza-
        tutee e l’utilità complessiva del modello            tiva e l’apporto di alcune modifiche mi-
        Crossover in termini pratici: vale a dire            gliorative al progetto Crossover nel suo
        registrare la presenza di qualche ricadu-            insieme o relativamente ai passi o fasi
        ta concreta nelle realtà lavorative o an-            che lo compongono: alle azioni di co-
        che soltanto la messa a fuoco di ipotesi             municazione, reclutamento e ingaggio

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  dei professionisti, al momento formativo       prendimenti anche in lui. Purtroppo, dalle
  quale fase propedeutica alla realizza-         risposte dei tutor e dei tutee, non emerge
  zione di stage stimolanti, alla socializza-    questa attribuzione di senso. Sicuramente i
  zione e valorizzazione delle esperienze        professionisti impegnati in questi ruoli si
  e delle risultanze derivanti da queste,        percepiscono come colleghi alla pari, che
  anche in termini di linee di azione per-       possono scambiare idee ed informazioni
  seguibili dalla Rete Oncologica.               senza alcuna difficoltà, in una relazione in-
                                                 formale fondata sulla reciprocità. Nelle di-
Da quanto sopra riportato si può allora          chiarazioni raccolte non vengono attribuite
cogliere quanto la ricerca si sia focalizzata    all’uno o all’altra responsabilità di inse-
sulla dimensione della riflessione, quale        gnamento (che peraltro sarebbero risultate
aspetto fondamentale e strettamente con-         del tutto fuori contesto, in quanto stiamo
nesso a quell’apprendimento esperienziale        parlando di visite o stage brevi e non di
che uno stage dovrebbe stimolare.                corsi strutturati, contesti formativi d’aula,
                                                 ecc.), ma nemmeno un ruolo che attiene
1) Come sono stati percepiti i ruoli di tutor    essenzialmente alla facilitazione di proces-
e tutee, quale significato è stato loro attri-   si di apprendimento (Cortese, Quaglino,
buito e come sono stati attuati.                 1999; Zannini, 2005).
Il primo interrogativo di ricerca è legato ad
                                                 Tutee Amministrativa CAS: “Diciamo che abbiamo
un elemento fondante il progetto Crosso-
                                                 avuto uno scambio di idee, quando io le facevo
ver sia nella sua dimensione di sperimen-
                                                 vedere certe operazioni lei mi descriveva quello che
tazione di un’altra realtà professionale, sia    era il loro modo di agire, per cui abbiamo avuto
nella sua dimensione di esperienza forma-        questo scambio
tiva di apprendimento. Questo elemento è         lavorativo, di idee”.

il ruolo di tutor e tutee e la loro interazio-
                                                 Tutee Oncologa: “… è molto utile questa cosa qua,
ne nel contesto del progetto Crossover.
                                                 nel senso che ti raffronti con delle realtà diverse.
In questa operazione la prospettiva di sen-
                                                 Quando lavori nel tuo penso sempre non dico di far
so adottata dal gruppo di ricerca è stata        giusto ma che quello che fai sia la cosa più giusta”.
quella per cui anche il tutee poteva e do-
veva essere considerato come portatore di        Tutor Psicologa: “(…) si è instaurato chiaramente
conoscenze e di esperienze significative         un clima alla pari in cui è stato possibile continua-
                                                 mente un confronto, sulla nostra operatività evi-
che avrebbero potuto, a loro volta, attivare
                                                 denziando, sostanzialmente, similitudini e differen-
l’interesse del tutor e alimentare così ap-
                                                 ze… quindi arricchente”.

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Solamente un tutor e un tutee nelle loro           a come poter migliorare gli assetti organiz-
risposte hanno fatto un riferimento esplici-       zativi.
to a compiti e responsabilità organizzative
                                                   Tutee Infermiere DH: “(…) l’organizzazione fa tanto,
riconducibili al ruolo assunto. La perma-
                                                   nel senso che i pazienti c’è modo e modo per arri-
nenza del tutee presso una struttura ospi-
                                                   vare a… non che nell’Oncologia della mia sede non
tante sembra caratterizzarsi come uno              si faccia, si arriva lo stesso al bene della persona, è
scambio di informazioni che avviene non            la fatica che ci si mette in più per un modello orga-
solo con il tutor, ma anche con gli altri col-     nizzativo ormai obsoleto adoperato rispetto a quel-
                                                   lo che vedo qui dove, con minor risorse umane,
leghi della struttura ospitante, in maniera
                                                   riescono a fare fronte a una mole di lavoro grosso
molto libera e “paritaria”, in un clima com-
                                                   modo uguale (…) sì, mi sta facendo riflettere”.
plessivamente favorevole. Allo stesso mo-
do, viene vissuta dai tutor la relazione con
                                                   Al di là di rari e generici riferimenti alla
il tutee.
                                                   possibilità di ripensare la propria attività,
                                                   dalla maggior parte dei partecipanti non
2) Quale valore/significato ha avuto questa
                                                   sono emerse considerazioni puntuali sul
esperienza per i partecipanti e quanto è
                                                   valore       di     una       pratica      riflessiva
stata oggetto di riflessione.
                                                   (Dewey,1999; Merizow, 2003; Mortari,
Dopo la conclusione dello stage, solo in
                                                   2002, 2003; Schön, 1983) e nemmeno
rari casi l’esperienza crossover viene ap-
                                                   problematizazioni e riflessioni significative
prezzata e riconosciuta dai partecipanti
                                                   particolari agganciate          all’esperienza di
anche come un’opportunità per pensare e
                                                   permanenza presso un’altra struttura.
riflettere intorno al proprio modo di opera-
                                                   Questa assenza può essere ricondotta alla
re. Quasi tutte le testimonianze vertono sul
                                                   diffusa percezione di non avere possibilità
riconoscere      un      valore     aggiunto
                                                   alcuna di trovare il tempo, durante o fuori
dell’esperienza di scambio in sé, ma non
                                                   dal       tempo    d    lavoro,     per     riflettere
come esperienza scatenante o facilitante
                                                   sull’esperienza. Questa percezione quasi
riflessioni sulla propria pratica o ruolo pro-
                                                   sicuramente si riscontra in moltissime
fessionale.
                                                   strutture e servizi sanitari, in cui la realtà
Vengono invece facilmente colte le diffe-
                                                   quotidiana ad alta intensità di lavoro e in
renze significative sul piano organizzativo
                                                   carenza di organico, porta i professionisti
fra le due realtà; differenze che, solo in al-
                                                   sanitari a negare e negarsi gli spazi di
cuni casi, inducono gli operatori a pensare
                                                   pensiero sul proprio operato (Alastra
                                                   2015, 2016), con conseguenze in termini

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Volume 20, numero 2

di perdita di capacità di pensiero critico e             tesse avvenire. Molto raramente, i tutee si
di preponderante messa in atto di pratiche               sono approcciati alla realtà ospitante aven-
professionali routinarie, in forma di auto-              do già in mente su quali aspetti focalizzare
matismi.                                                 la loro attenzione e con quali obiettivi rife-
                                                         ribili al miglioramento del proprio contesto
Tutor Oncologa: “Noi non abbiamo tempo di fare
                                                         lavorativo e, comunque, senza un apprez-
troppe riflessioni, purtroppo questo è un problema
                                                         zabile e fecondo atteggiamento problema-
di tutti i medici in Italia, a meno che tu non
lavori in un contesto ambulatoriale in cui con la        tizzante in merito a tutto ciò.
mattina finisce la tua attività… mentre quando sei
sotto organico, quando sei da sola…”.                    3) Quali le ricadute di tipo organizzativo e
                                                         di tipo relazionale generate nelle singole
Tutee Farmacista: “Allora... eh sì questa è una bella
                                                         realtà coinvolte e nella Rete.
domanda... [risata] (…) il silenzio… sono abituato a
                                                         Nelle testimonianze dei partecipanti prati-
gestire situazioni in cui ci sono più persone (…) il
rumore di fondo è un leitmotiv che mi accompagna         camente non vi sono state risposte relative
la giornata. Quindi sì, per certi versi [questo silen-   ad aspettative riguardanti possibili ap-
zio] mi faceva percepire che non ero a casa mia,che      prendimenti, spunti di riflessione e messe
non ero nel mio contesto, mi permetteva di concen-
                                                         in discussione di propri approcci, routine e
trarmi e di rilassarmi e di non dover dire e pensare
                                                         convinzioni. La maggior parte dei tutee si
contemporaneamente”.
                                                         sono fermati a considerazioni superficiali
Tutee Oncologo: “Da quello che succedeva. Le ri-         legate alla sensazione di soddisfazio-
flessioni scaturiscono da quello che vedo, non era-      ne/interesse più o meno provata una volta
no preimpostate diciamo, sono scaturite dal vissu-
                                                         terminata l’esperienza di stage. Pochi det-
to”.
                                                         tagliano quali siano gli spunti operativi o
                                                         organizzativi che hanno giudicato signifi-
Dalla quasi totalità degli intervistati, non è
                                                         cativi a tal punto da poter tentare di tra-
emersa una predisposizione alla riflessione
                                                         sferirli nella propria sede. Ancor meno so-
messa in atto prima della visita, una messa
                                                         no i tutor che dichiarano di essere venuti a
a fuoco di temi e pensieri sui quali pratica-
                                                         conoscenza, grazie ai tutee, di pratiche
re una riflessione.
                                                         significative dell’altra sede interessanti per
Per quanto riguarda le opportunità di ri-
                                                         essere applicate nella propria realtà. Que-
flessione colte durante i giorni di stage,
                                                         sto è facilmente spiegabile con il fatto che
queste sono nate per motivi diversi e in
                                                         è più difficile, come detto, riconoscere e
maniera del tutto casuale, senza cioè una
                                                         quindi apprezzare il valore o la significati-
esplicita propensione a far sì che ciò po-

                                                                                                     11
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici

vità di una pratica solo raccontata, rispetto        nizzativi più funzionali tra le diverse realtà
ad una pratica che si sperimenta o si vede           della Rete.
messa in atto. Inoltre, tra i pochi che det-         Quasi tutti i rispondenti hanno in proposi-
tagliano gli spunti operativi che hanno tro-         to dichiarato la volontà di mantenere nel
vato trasferibili, gli intervistati (soprattutto     tempo i contatti con il tutor-tutee e-o la
tutee) spesso fanno presente alcune diffi-           realtà con la quale si è entrati in contatto.
coltà legate all’attuazione di tali cambia-          Alcuni contatti si sono proprio creati ex-
menti organizzativi (poiché non si ricopre           novo grazie all’esperienza di crossover, al-
una posizione di coordinamento o respon-             tri si sono riallacciati dopo anni e hanno
sabilità). Molti riportano di essersi limitati       ridato linfa ad un rapporto professionale
a valorizzare le buone pratiche incontrate           sopito, facilitando la possibilità di mante-
nell’altra sede con il proprio coordinatore          nere uno scambio (anche solo via Wha-
al quale competerà valutarne l’eventuale             tsapp) o di accordarsi per frequentare cor-
applicazione.                                        si e iniziative di aggiornamento insieme.
Le buone pratiche, le procedure e gli spun-
                                                     Tutee Oncologa: “Sì guardi, si perché mi sono tro-
ti operativi/organizzativi individuati, so-
                                                     vata molto bene anche dal punto di vista così affet-
prattutto dai tutee operanti nei CAS e nei
                                                     tivo diciamo, sia con lui che con la sua primaria che
DH, come importabili nella propria realtà            è molto brava e anche con una collega con la quale
sono stati per lo più quelli relativi alla mo-       sono stata una giornata e
dulistica utilizzata (schede infermieristiche        quindi ho i recapiti, ho mantenuto i contatti, quindi
                                                     sicuramente quello sì”.
o cartelle cliniche giudicate meglio struttu-
rate e più funzionali o con parametri e in-
                                                     Tutee Psicologa: “… ci siamo anche scritte poi suc-
dicatori ritenuti utili) e al materiale infor-
                                                     cessivamente tramite Whatsapp insomma, la mia
mativo sui percorsi terapeutici distribuibile        tutor devo dire che la conoscevo già perché ab-
ai pazienti nei CAS.                                 biamo fatto il master insieme di psico-oncologia
Nelle risposte date nell’intervista svolta a         quindi… però negli anni ci eravamo perse, non ci
                                                     eravamo più sentite, più contattate quindi per me è
un mese di distanza dalla conclusione del-
                                                     stato anche bello ritrovarla e condividere delle cose
lo stage è stato rilevato come l’esperienza
                                                     su un piano operativo, cioè di cose che lei fa e io
di crossover sia stata un’occasione per              stessa da parte mia ho raccontato di altre cose che
promuovere, non solo qualche cambiamen-              faccio io con la mindfulness, con la meditazione che
to operativo, ma anche relazioni interper-           lei… a cui era
                                                     interessata, quindi a livello di scambio devo dire
sonali più soddisfacenti e-o rapporti orga-
                                                     che è andata bene”.

 12
Volume 20, numero 2

4) Quali le possibili ridefinizioni di Crosso-   pensare”. I due incontri formativi sono sta-
ver in sue future edizioni.                      ti reputati di interesse, ma alcuni degli in-
Per ognuna delle edizioni condotte, com-         tervistati (soprattutto gli oncologi) li hanno
presa l’ultima, si è potuto registrare una       giudicati sì utili, ma nel contempo conden-
generale soddisfazione dei partecipanti,         sabili in un unico incontro e comunque
tanto da indurre tutti i promotori a consi-      migliorabili, ritenendo, da parte di qualcu-
derare l’opportunità di allestire analoghi       no, l’iniziativa formativa nel suo insieme
percorsi di formazione sul campo anche           comunque poco attinente al proprio profi-
per il futuro.                                   lo professionale.
L’esperienza evidenzia la necessità di strut-    L’esperienza del progetto Crossover ci dice
turare questi futuri progetti imperniandoli      che è necessario assumere uno sguardo
maggiormente     sulla   condivisione   delle    nuovo su “visite aziendali” e brevi stage
esperienze in una chiave riflessiva più          per liberare pienamente il potenziale for-
strutturata e sostenuta da una metodolo-         mativo insito in queste pratiche; uno
gia formativa messa a punto progressiva-         sguardo che, per questo motivo, dirotta
mente (de Mennato, 21012a; 2012b; de             l’attenzione sul tema più generale di come
Mennato et al., 2011).                           favorire l’emersione e la messa in parola
Le nuove edizioni dovrebbero assumere            delle esperienze che i professionisti hanno
una veste di formazione-intervento più           sedimentato e sono disponibili a rimettere
marcata e ricercare, con i diversi attori del    in gioco e a farne oggetto di riflessione
sistema, un loro maggiore coinvolgimento         (Moon, 2012, Mezirow, 2003) in concomi-
e la loro ancora più ampia condivisione          tanza allo strutturarsi della visita-stage.
degli obiettivi perseguiti e della metodo-       Il focus va per tanto sempre di più posto,
logia impiegata (Alastra, Kaneklin, Scaratti,    non solo e non tanto sullo scambio di pro-
2012; Alastra 2015, 2016).                       cedure, di singoli artefatti, di confronto e
I professionisti non hanno ritenuto di im-       messa in comune di pratiche (Wenger e
pegnare del tempo per elaborare partico-         Snyder, 2000; Wenger, 2006; Wenger, Mc.
lari riflessioni su questa esperienza, arri-     Dermott e Snyder, 2007; Alastra, Kaneklin
vando ad avanzare, anche qualche per-            e Scaratti 2012), bensì sull’intreccio di
plessità rispetto alle azioni formative con-     esperienze che insieme possono essere
dotte e ritenute ridimensionabili, parados-      nuovamente tessute, appunto, in coerenza
salmente, proprio a causa della percezione       con una prospettiva di pensiero ispirata
di una scarsa disponibilità di tempo “per        alla teoria della complessità (Ceruti, 1989;

                                                                                               13
Crossover: alimentare la riflessione sui saperi pratici

Morin, 1985; 1999), e ai contributi elabo-             Burgess A., Dornan T., Clarke A. J., Me-
rati intorno al tema dell’apprendimento                     zenes A., Mellis C. (2016). Peer tutoring
dall’esperienza e al profilo di competenze                  in a medical school: perceptions of tu-
di    un    professionista   pratico    (Mortari,           tors and tutees. BMC Medical Education
2003; Schön, 1983).                                         16:85. DOI: 10.1186/s12909 016-
                                                            0589-1.
BIBLIOGRAFIA                                           Cortese C. G., Quaglino G. P. (1999). Verso
Alastra V. (2020) (a cura di), Crossover:                   la learning organization: nuove figure
     apprendere     intrecciando     esperienze,            del formatore. In Quaglino G. P., Scritti di
     Lecce-Brescia: Pensa MultiMedia.                       formazione 1978-1998. Milano: Franco
Alastra V. (2015). Pratiche formative narra-                Angeli.
     tive based e vita organizzativa. In Ala-
     stra V., Batini F. (a cura di), Pensieri Cir-     Riferimenti in nota
     colari. Narrazione, Formazione e Cura
                                                       1
                                                           La Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta
     (pp. 63-84). Lecce-Brescia: Pensa Mul-
                                                       comincia a strutturarsi a partire dal 1999. In
     tiMedia.                                          precedenza, i Servizi di Oncologia in Piemonte
Alastra V. (2016). Formazione e ambienti               erano soltanto tre e i pazienti oncologici venivano
     narrativi nei territori di cura. In Alastra       assistiti in modo frammentato e disomogeneo

     (2016) (a cura di), Ambienti narrativi,           presso strutture di varie specialità non oncologiche,
                                                       in base all’organo da cui originava il tumore. È in
     territori di cura e formazione (pp. 126-
                                                       questo scenario organizzativo e a partire da questi
     144). Milano: Franco Angeli.                      bisogni che vennero quindi organizzate, con
Alastra V., Kaneklin C. e Scaratti G. (2012).          l’apporto del Polo Oncologico e del Servizio
     La formazione situata. Repertori di pra-          Formazione della ASL di Biella, i primi scambi di

     tica. Milano: FrancoAngeli.                       visite e “incroci” fra operatori di sedi diverse.

Khalid H., Shahid S., Punjabi N., Sahdev N.            2
                                                            Le edizioni seguenti la prima sono state quella
     (2018). An integrated 2-year clinical
                                                       del 2009-2010, del 2016-2017 e la quarta e
     skills peer tutoring scheme in a UK-              ultima conclusasi nel 2019. Pe queste tre edizioni
     based medical school: perceptions of              la realizzazione del progetto Crossover è stata

     tutee and peer tutors. Advances in Med-           affidata dalla Rete Oncologica del Piemonte e della
                                                       Valle d’Aosta alla S.S. Formazione e Sviluppo
     ical Education and Practice, Faculty of
                                                       Risorse Umane della ASL BI che ha curato il
     Medicine, St George’s, Hospital Medical
                                                       coordinamento organizzativo.
     School, London, UK, Dove Press, 9, 423-           3
                                                           Il Centro Accoglienza e Servizi (C.A.S.) è la
     432.                                              struttura di riferimento del paziente per ciò che

14
Volume 20, numero 2

concerne l’assistenza, l’orientamento e il supporto.
Il CAS ha una duplice funzione: accogliere il
paziente, informandolo in merito ai servizi erogati,
alle modalità di accesso, alle prenotazioni; svolgere
mansioni sul versante amministrativo-gestionale
lungo tutto il percorso diagnostico-terapeutico del
paziente.

4
    La letteratura riguardante tali esperienze riguarda
Scuole di Medicina all’estero e soprattutto la realtà
anglosassone (Khalid et al., 2018; Burgess et al.,
2016).

                                                          15
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