Content Strategy GRETA LOMAESTRO - Head of Communication - Italia Cloud Champion
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Mi presento Head of Communication Mi presento: Greta, 36 anni, amo il mio lavoro, lo sport (palestra, trekking, yoga, MTB etc.), i viaggi zaino in spalla, cucinare, i cani e la musica rock. Non necessariamente in quest’ordine. • 10 anni di esperienza come Specialista di Comunicazione, con un focus sul digital • Ho studiato lingue a indirizzo didattica, ecco perché sono sempre felice di tornare dietro a una «cattedra», anche se virtuale • Nella mia precedente agenzia, ero Head of Digital PR & Social Media, gestendo un reparto di 10 risorse multilingua per clienti come Wolford, Fontanot, GetYourGuide • Ho iniziato occupandomi di Ufficio Stampa, Eventi e Social per un’agenzia di comunicazione, gestendo progetti per grandi marchi come Avon, Automobile.it, Patrizia Pepe • Da 5 anni sono Head of Communication di Pro Web Consulting e di alcuni nuovi progetti all’interno dell’universo Cerved 2
Indice 1. Introduzione: Owned, Earned e Paid, la forza del contenuto ottimizzato 2. Contenuti Owned: Sito, Blog e schede 3. Contenuti Earned: Digital PR, UGC e Social (focus su LinkedIn) 4. Contenuti Paid: accenni alle campagne Social 5. Brand Reputation e Personal Reputation in SERP 3
Il nostro percorso Contenuti su canali Contenuti su canali Contenuti su canali OWNED EARNED PAID Sito Digital PR Campagne e Blog Influencer sponsorizzazioni Schede e UGC sui Social descrizioni
Tipologie di contenuti Contenuti owned Tutto ciò che è all’interno dei canali proprietari aziendali: i testi del sito, le schede aziendali caricate sui marketplace e store, o il Blog aziendale.
Tipologie di contenuti Contenuti owned Contenuti earned Tutto ciò che è all’interno dei I contenuti che portano valore al canali proprietari aziendali: i vostro Brand dall’esterno, senza che testi del sito, le schede ci sia dietro un pagamento: un aziendali caricate sui esempio sono articoli e interviste marketplace e store, o il Blog ottenuti attraverso attività di Digital aziendale. PR, catturando l’interesse delle testate online di settore o di blogger/influencer di settore.
Tipologie di contenuti Contenuti owned Contenuti earned Contenuti paid Tutto ciò che è all’interno dei I contenuti che portano valore al La promozione attraverso canali proprietari aziendali: i vostro Brand dall’esterno, senza che sponsorizzazioni di contenuti che testi del sito, le schede ci sia dietro un pagamento: un altrimenti avrebbero visibilità minore, aziendali caricate sui esempio sono articoli e interviste ad esempio le campagne sui Social marketplace e store, o il Blog ottenuti attraverso attività di Digital media. aziendale. PR, catturando l’interesse delle testate online di settore o di blogger/influencer di settore.
Contenuto ottimizzato. Ma cosa significa ottimizzare? Rendere ottimale, portare a una condizione o a un risultato che possano essere considerati i migliori possibili
Il nostro percorso Contenuti su canali OWNED
Perché ottimizzare i contenuti? Il testo, nella maggior parte dei casi, è ciò che consente al motore di ricerca di comprendere il contenuto di una pagina web. La rilevanza del contenuto rispetto all’intento di ricerca è uno dei fattori di ranking più importanti.
Perché ottimizzare i contenuti? Da ricordare -> gli utenti visitano soprattutto i primi risultati Grazie a una tecnologia denominata eye tracking è possibile comprendere qual è l’atteggiamento degli utenti nel momento in cui si trovano di fronte a una SERP. È evidente che il maggior numero di click sarà effettuato nella zona “calda” chiamata Golden Triangle.
Motore di ricerca? No, motore di RISPOSTA Bisogna scrivere il contenuto migliore rispetto alle ricerche degli utenti
Ma come cerchiamo? Tramite le keyword Una keyword o parola chiave è un insieme di una, due o più parole che identificano un ambito di ricerca specifico. Esistono due tipi di keyword: le head keyword e le long tail. Dobbiamo chiederci se per noi: ➢ È meglio lavorare su una parola chiave generica e omnicomprensiva, con volume di ricerca alto ma molto più difficile da posizionare? ➢ oppure è meglio lavorare su molte parole chiave lunghe e specifiche, con un volume di ricerca minore ma più semplici da posizionare? Tendenzialmente, la seconda strategia permette di ottenere risultati migliori soprattutto con i contenuti di un Blog o un sito informativo, di coprire un maggior numero di query, di diffondere i propri contenuti in maniera più capillare e di intercettare più potenziali clienti.
Head keyword Head keywords = query generiche CRM Di fronte a una situazione del genere, il motore di ricerca prova a rispondere con una gran varietà di “argomenti interessanti” legati alla query. I 10 risultati a lato, trattano tutti "topic" differenti: dalla semplice definizione di cosa sia un CRM ad aziende che propongono questo tipo di prodotto, da Wikipedia ad alcuni Blog sull’argomento…
Long tail keyword Long tail keywords = query specifiche Il termine «Long Tail» è stato coniato nel 2004 da Chris Anderson per indicare una strategia di vendita al dettaglio che predilige vendere un gran numero di oggetti unici in quantità ridotte, piuttosto che vendere pochi elementi popolari in grandi quantità. Nella SEO, la coda lunga è la strategia per cui si preferisce creare contenuti per molte parole chiave a basso volume di ricerca, piuttosto che creare pochi contenuti per parole chiave ad alto volume di ricerca. Vantaggi: • Migliori opportunità di posizionamento • Più traffico da ricerca organica • Più conversioni perché derivano da ricerche specifiche e davvero interessate
Head keyword
Long tail keyword
Come cerchiamo? Per trend periodici Su Google Trends è possibile vedere l’andamento dell’interesse nei confronti di una determinata keyword nel tempo e nello spazio. È possibile anche comparare più keyword, per capire quale sia quella più ricercata dagli utenti.
Come cerchiamo? Per trend periodici Google Trends mostra anche l'interesse delle ricerche per regione, le query correlate più ricercate e quelle in crescita. Queste informazioni sono utili per comprendere la geolocalizzazione delle ricerche, intercettare trend ed arricchire i contenuti testuali con quello che gli utenti realmente stanno cercando.
Come si ottimizza un contenuto per il vostro sito? H1 Headline Ottimizzare la struttura e i contenuti di CRM: cos’è e come scegliere quello più efficace una pagina in ottica SEO significa Image Filename Body Text: proporre agli utenti e ai motori di ricerca crm.jpg Image Title informazioni interessanti, Come scegliere CRM aziendale fortemente correlate alle ricerche Image effettuate e strutturate in modo (with Alt Tag attribute) CRM chiaro e facilmente comprensibile. Schermata di un CRM aziendale Customer Relation Management La pagina raffigurata qui a fianco H2 Headline: rappresenta un modello ideale di come Le nostre soluzioni di CRM Integrazioni CRM una pagina e i suoi contenuti dovrebbero CRM in cloud essere strutturati in ottica SEO. Migliori CRM italiani H3 Headline: Vantaggi e svantaggi di un CRM free CRM free CRM open-source
Caratteristiche di un contenuto ottimizzato Contenuti di qualità Dopo i vari aggiornamenti di Google (Panda in particolare) per avere maggiori possibilità di raggiungere le prime posizioni sui motori di ricerca è necessario proporre agli utenti contenuti: • Originali • Esaustivi • Di qualità
Caratteristiche di un contenuto ottimizzato Contenuti di qualità Keyword Dopo i vari aggiornamenti È importante agire in di Google (Panda in modo naturale e non particolare) per avere forzare troppo la presenza maggiori possibilità di di keyword all’interno raggiungere le prime della pagina. posizioni sui motori di ricerca Bene utilizzare anche è necessario proporre agli sinonimi e altre parole utenti contenuti: semanticamente rilevanti rispetto al topic • Originali trattato. • Esaustivi • Di qualità
Caratteristiche di un contenuto ottimizzato Contenuti di qualità Keyword Formattazione Dopo i vari aggiornamenti È importante agire in Inserire una parola chiave in di Google (Panda in modo naturale e non bold/strong apporta un minimo particolare) per avere forzare troppo la presenza vantaggio lato SEO. Utilizzarlo maggiori possibilità di di keyword all’interno poche volte in modo mirato può raggiungere le prime della pagina. essere molto utile. posizioni sui motori di ricerca Bene utilizzare anche è necessario proporre agli sinonimi e altre parole Divisione in paragrafi utenti contenuti: semanticamente rilevanti rispetto al topic È consigliabile suddividere il testo • Originali trattato. in brevi paragrafi da massimo • Esaustivi 4-5 righe ciascuno. • Di qualità
Keyword Density – Involuzione 10 anni fa 5 anni fa Non solo non è più necessario ripetere ossessivamente la keyword, è anche una pratica penalizzata -> si chiama keyword stuffing (black-hat SEO).
Perché l’impatto visivo del testo conta? Perché sul web NON si legge. Nel 1997 Jakob Nielsen pubblicava l’articolo How Users Read on the Web. Dalle sue ricerche è emerso che solo il 16% dei lettori online legge parola per parola, mentre il 79% scansiona la pagina, lasciando che l’occhio cada sugli elementi che attirano maggiormente l’attenzione. Il web è il regno della consultazione, non della lettura o dell’apprendimento. Gli utenti vogliono trovare velocemente quello che cercano. Per approfondire: https://www.nngroup.com/articles/how- users-read-on-the-web/
Struttura del testo: la piramide rovesciata Utenti e motori di ricerca privilegiano il testo presente all'inizio dell'articolo: • Prima le informazioni (e le chiavi) importanti, un abstract dei contenuti. • Poi il testo vero e proprio. • Alla fine le parti di approfondimento meno importanti. Non esiste una lunghezza ottimale, basta che l’argomento venga sviluppato bene. No alle 300 o 500 parole forzate.
L’introduzione è la parte più importante https://www.nngroup.com/articles/scrolling-and-attention/
Scrivi facile (e bene) • Ogni testo deve essere scritto nel modo più scorrevole e fluido possibile. • Usa parole comprensibili, per quanto possibile, anche su contenuti molto tecnici e settoriali. • Concentrati su una costruzione di frase semplice, ma senza dimenticare il tono di voce aziendale e le guidelines di comunicazione del tuo brand. • Limita le subordinate troppo lunghe e complesse, che risultano difficili da comprendere a una lettura veloce. • Evita metafore, iperboli e, in generale, le figure retoriche troppo letterarie. • Rispondi alle domande degli utenti in modo semplice e diretto.
Niente è più facile dello scrivere difficile. Karl Popper
A cosa serve un Blog aziendale? • Intercettare le ricerche di tipo informazionale. • Ottenere link in ingresso e traffico. • Fidelizzare il tuo pubblico e porti come divulgatore. • Dare un volto e una voce alla tua azienda. • Potenziare il comparto social e le interazioni con gli utenti.
Quindi tutte le aziende possono e devono aprire un blog aziendale? NO, non necessariamente!
Cos’è un piano editoriale? Il piano editoriale è il documento che definisce cosa e quando verrà pubblicato sul proprio blog. Perché un piano editoriale sia anche SEO-friendly occorre scegliere con cura le parole chiave con cui posizionare i propri articoli.
Come scegliere le parole chiave? ➢ Volumi di ricerca Per attirare più visitatori sul proprio blog occorre intercettare i bisogni dei propri utenti. L’errore più comune è volersi posizionare con parole chiave che non corrisponde ai bisogni, e quindi alle ricerche, dei propri utenti. ➢ Pertinenza e rilevanza anche con i trend del momento ➢ Concorrenza Quanto difficile sarà posizionarsi tra i primi risultati in SERP? (Numero di risultati indicizzati, numero e qualità dei siti concorrenti) La kw perfetta è quella più pertinente e rilevante rispetto al mio modello di business, con il minore grado di difficoltà e con il maggiore numero di ricerche mensili.
Verifiche da fare prima di scrivere un blog post 1. Ho già scritto contenuti Meno di 1 utente su 10 visita la simili? seconda pagina di Google. →site:http://www.nomedominio .it/ “argomento del post” ➢ Far risalire un articolo in prima pagina potrebbe portare a un incremento di → LINK INTERNI traffico potenziale notevole. →AGGIORNAMENTO CONTENUTI CON ➢ È più facile far risalire in 1° pagina un POTENZIALE articolo che si trova nella 2° piuttosto che nella 3°, 4°, ecc.
Ottimizzazione di una scheda aziendale I parametri da rispettare per una scheda aziendale efficace sono gli stessi utilizzati per qualsiasi tipo di contenuto ottimizzato: ✓ Divisione in paragrafi e uso della formattazione per facilitare la lettura ✓ Uso di elenchi puntati, sempre per facilitare la comprensione ✓ Uso delle keyword essenziali ✓ Una lunghezza tale da fornire tutte le informazioni necessarie senza ripetersi ✓ Il testo DEVE essere originale, non duplicato su più canali ✓ Eventuali materiali di approfondimento, immagini e video, possono aiutare l’utente.
Ottimizzazione di una scheda aziendale
Ottimizzazione di una scheda per App Store Titoli tagliati perché troppo lunghi (vanno rispettare le lunghezze standard fornite dagli App Store
Ottimizzazione di una scheda per App Store Descrizione breve e poco esaustiva, testo non formattato né diviso in paragrafi.
Ottimizzazione di una scheda per App Store Descrizione lunga e testo diviso in paragrafi, con elenchi puntati per favorire lettura. Ottimo inserire link al sito nella descrizione.
Ottimizzazione di una scheda per App Store
3. Contenuti Earned: Digital PR, UGC e Social (focus su LinkedIn) 44
Il nostro percorso Contenuti su canali Contenuti su canali OWNED EARNED
Cosa sono le Digital PR? Quella serie di attività online volte a promuovere prodotti, servizi, progetti o eventi di un'azienda o di un'organizzazione attraverso relazioni digitali. È l’evoluzione dell’Ufficio Stampa tradizionale, che si mescola con alcune competenze tecniche proprie della SEO (ottimizzazione contenuti e link building). 46
Qual è il target di riferimento? Il pubblico di riferimento non è più solo il giornalista, ma tutti coloro che scrivono e commentano online e che hanno la capacità di influenzare in qualche modo l'utenza: opinion leader, community manager, blogger e sempre più spesso anche i semplici utenti. 47
Che obiettivo hanno le DPR? L'obiettivo è diffondere e far circolare notizie corrette e positive su un brand, prodotto o servizio. Le aziende che usano le Digital PR sono primariamente quelle che vendono i propri prodotti o servizi online, ormai trasversalmente per settore. 48
Perché sono contenuti «earned»? Perché generalmente si tratta di articoli (con o senza link), interviste, citazioni da parte di opinion leader e influencer o anche UGC (user generated content) ottenuti grazie alla relazione. È un lavoro di PR, che quindi tipicamente si «guadagna» attraverso la capacità di generare interesse nell’interlocutore, non dietro pagamento. 49
Digital PR VS Link Building Digital PR Link Building ✓ Metodo -> relazione ✓ Metodo -> outreach ✓ Obiettivo ->migliorare ✓ Obiettivo -> awareness e di migliorare ranking di conseguenza portare keyword specifiche anche traffico ✓ Ruolo del link -> ✓ Ruolo del link -> link importante ma non fondamentale, essenziale conditio sine qua non della pubblicazione
UGC = User generated content – Cosa sono? • Commenti sui social media • Recensioni e opinioni spontanee • Pubblicazioni spontanee Sono molto importanti perché naturali. Sono da monitorare perché – se negativi – sono potenzialmente rischiosi
Social Media organici: la forza del contenuto Creare contenuti davvero interessanti sui Social Media è meno banale di quanto si possa pensare. Un tono troppo promozionale è quasi sempre la via per il fallimento. Il valore di ciò che facciamo e la nostra professionalità deve emergere da ciò che pubblichiamo, senza bisogno di sottolinearlo. Servono con contenuti di valore per l’utente, che richiedono quindi spesso un piccolo extra-effort. Possibili sostituzioni di tono di voce per dei post su LinkedIn: • Lancio prodotto/servizio -> «Ecco il nostro nuovo prodotto» -> «Avete mai pensato di rendere più efficace il tal processo? Abbiamo approfondito questa problematica nel nostro ultimo white paper» • Focus su servizi/intervista -> «Ecco le nostre soluzioni per…» -> «Abbiamo fatto una chiacchierata con la redazione di XYZ per parlare di soluzioni cloud» • Success Case -> «Ecco l’ultimo successo della nostra azienda» -> «Siamo stati selezionati da XY come partner per i nostri servizi: oggi, occuparsi di XY significa confrontarsi con il processo di #digitaltransformation. Vi spieghiamo come».
LinkedIn: come funziona l’algoritmo Non esistono solo Google e Bing: ogni cosa con un ranking è un motore di ricerca. Lo è anche LinkedIn: ma come decide quali contenuti posizionare come rilevanti? Di recente, nell’autunno del 2019, ha aggiornato il suo algoritmo, ecco alcuni insight da considerare. Esistono 4 step di valutazione di un contenuto su LinkedIn: 1. Un primo passaggio semplice che verifica che il contenuto sia scritto correttamente e non presenti elementi non compliant con le policy e la netiquette; 2. Un secondo passaggio, detto test scoring, in cui il contenuto viene mostrato a una ristretta cerchia di collegamenti per valutarne la bontà in termini di visualizzazioni; 3. Un terzo passaggio, detto content scoring, in cui entrano in gioco le interazioni da parte di chi visualizza il post (consiglia, commenti, condivisioni…); 4. Infine, se il post è considerato di valore dagli editor di LinkedIn, decideranno di mostrarlo anche fuori dalla tua Rete di collegamenti, e potrebbe essere persino scelto come «Post messo in evidenza da LinkedIn Notizie» se particolarmente interessante e legato a trend del momento.
LinkedIn: altri tips per buoni contenuti • Meglio condividere link con preview o inserire il link nel primo commento? Si possono fare dei test empirici su questo: teoricamente, come qualsiasi piattaforma di engagement, anche LinkedIn vuole mantenere le persone dentro e non farle subito uscire. Ecco perché il link nel primo commento sarebbe da preferire; • Come si usano gli hashtag? Senza esagerare, come se fossero delle parole chiave di quanto stiamo dicendo. E senza inventarne di eccessivamente fantasiosi e personalizzati, meglio verificare quali hashtag esistono già legati al nostro settore/topic specifico e che volume di follower hanno; • Singolo contenuto VS trend generale? I contenuti vengono valutati e mostrati in base anche al trend generale della pagina aziendale o dell’account personale: una pagina vetrina vuota e senza interazione avrà meno modo di mostrare i suoi post… un vero cane che si morde la coda a livello di visibilità. Come spezzare il circolo vizioso? La sponsorizzazione può essere una buona soluzione; • Mobile first, any? Anche LinkedIn conferma il trend per il quale la fruizione del web è ormai appannaggio dei device mobili: circa il 60% degli utenti della piattaforma nel mondo si connetterebbero principalmente dallo smartphone. Ergo, è sempre bene pensare ad esempio alle componenti visive in una visualizzazione mobile.
L’importanza dei Social in SERP Avere dei buoni profili social posizionati in SERP è un ottimo modo per tenere le pagine dei risultati di ricerca pulite e ben presidiate, sia dal punto di vista dell’azienda che dei singoli portavoce della stessa. Infatti, i canali social riescono ad ottenere ottime posizioni per quanto riguarda keyword branded legate al nome del marchio e ai nomi propri di amministratori delegati e manager. Si lascia anche meno «spazio» a problemi di reputazione e a risultati negativi (lo vedremo nelle prossime slide).
Social B2B: cosa c’è oltre LinkedIn Chi si occupa di B2B può pensare che l’unico social sensato e «serio» da utilizzare sia LinkedIn. Vero… ma solo in parte. Ecco alcuni usi degli altri social considerati più B2C, che possono essere utili anche ad aziende verticali e specializzate: • Facebook -> al di là di quanto se ne può pensare come qualità del contenuto presente e dell’audience media, Facebook continua ad essere il primo social al mondo per numero di utenti. Questo significa che su Facebook trovate davvero tutti, anche se sicuramente con una veste più privata e personale. o Le campagne su Facebook hanno un enorme bacino potenziale e una possibilità di profilazione tra le più precise e sfaccettate; o La sponsorizzazione di eventi e corsi è molto efficace; o Una nuova funzionalità permette di creare form direttamente sulla piattaforma di Facebook, senza dover avere una propria landing di appoggio. È poi possibile esportare i contatti in excel dalla propria pagina FB aziendale; • Twitter -> ottimo per entrare in contatto con giornalisti e opinion leader di settore; • Instagram -> ottimo per chi fa molti eventi/fiere e per chi sta cercando di mostrare un’immagine più «human» del proprio team, anche in ottica HR; • YouTube -> molto valido per chi ha materiale video da condividere, per chi fa tutorial e video divulgativi/formativi ad esempio, o per i demo-video delle piattaforme. I video possono essere ottimizzati e posizionarsi bene dentro YT stesso e sui motori di ricerca in generale; • TikTok -> …………………………… no, dai, non esageriamo ☺
4. Contenuti Paid: accenni alle campagne Social 57
Il nostro percorso Contenuti su canali Contenuti su canali Contenuti su canali OWNED EARNED PAID
Social Media: Facebook ads e sponsored posts Già da qualche anno l’algoritmo di Facebook sta andando sempre più nella direzione di limitare la visibilità organica dei post aziendali. Questo, secondo FB stessa, a tutela degli utenti, per scoraggiare i contenuti pubblicitari puri e favorire l’interazione con post di reale interesse. In realtà, la creatura di Zuckerberg sta cercando di tirare acqua al proprio mulino, promuovendo i contenuti sponsorizzati. Oggi, sono l’unico modo per avere davvero un po’ di visibilità: piccoli budget su contenuti selezionati e target mirati possono portare buoni risultati. Al contrario, avere solo post organici rischia di essere un grande effort con poco ritorno. Inoltre, Facebook può essere un buon canale per ottenere traffico verso il sito.
LinkedIn | Sponsored Contents esempio Lo stesso vale per LinkedIn: addirittura, pare che il fatto di fare campagne paid venga tenuto in considerazione come fattore di ranking dall’algoritmo di LinkedIn. I costi delle campagne sono leggermente maggiori rispetto ad altri social più consumer-oriented, ma il livello di targettizzazione e la capacità di colpire persone a target in un ambito B2B è molto rilevante.
Social B2B: esempio form Facebook
5. Brand Reputation e Personal Reputation in SERP 62
Il nostro percorso Contenuti Contenuti Contenuti Monitoraggio su canali su canali su canali costante dei OWNED EARNED PAID contenuti relativi all’azienda e agli stakeholder
Oggi la reputazione si crea e viaggia sulla rete 83% dei navigatori dichiara che le informazioni trovate in rete influenzano la loro fiducia in persone, prodotti e aziende.* 64 *Fonti: eMarketer, InsightMarketingGroup
Cos’è il SERP Reputation Management? È il classico Reputation Management ma in ottica SEO: significa ripulire la SERP da risultati negativi con differenti tecniche, posizionando contenuti positivi. 65
Perché lavorare sui motori di ricerca? È noto che rispetto a tutti gli altri canali di Crisi di reputazione informazione i motori di ricerca sono la fonte su cui è più facile reperire informazioni e notizie negative anche a distanza di anni. Visibilità negativa Media tradizionali e Motori di ricerca Social Anche dopo molti anni Dopo un momento di notizie e giudizi negativi picco, rimangono visibili a tutti. una crisi di reputazione è dimenticata rapidamente. Tempo 66
Un esempio: Amadori Amadori (12.000 ricerche/mese) Posizioni 8, 9, 10 67
Monitoraggio delle SERP Monitorare le SERP delle keyword di Brand permette di: 1. Verificare che i siti istituzionali non abbiano problemi di posizionamento; 2. Mantenere un presidio continuativo delle SERP principali, con real time alert su qualsiasi problematica; 3. Accorgersi in tempo reale dell'apparire di un problema di reputazione sui motori. 68
Rassegna stampa: monitoraggio | Alert ➢ Google Alert è un tool gratuito di Google che permette di settare alert giornalieri per specifiche parole chiave. ➢ È utile per monitorare le proprie pubblicazioni ma anche quelle dei competitor. • Link: https://www.google.it/alerts 69
In caso di crisi di reputazione È possibile neutralizzare i risultati negativi In base alla forza e alla dimensione della crisi, al sui motori di ricerca, evitando che le persone numero di risultati, al tipo, al sito su cui si interessate li trovino come prime informazioni. trovano, l'azione può essere molto complessa e richiedere tempi lunghi. 70
La SEO al servizio della reputazione Il lavoro consiste nell'applicare di nuovo le tecniche SEO per spingere verso l'alto i risultati positivi, relegando nelle pagine successive quelli negativi. I risultati negativi non spariscono, ma diventano irrilevanti in termini di visibilità. È possibile spingere pagine già esistenti, oppure creare nuove pagine ad hoc. 71
Rafforzarsi oggi per prevenire problemi domani Prevenire una crisi di reputazione sui motori è possibile ampliando i risultati su Google che sono sotto il diretto controllo del Brand e rafforzando al massimo il trust di questi ultimi allo scopo di ridurre le probabilità che un domani un risultato negativo si posizioni in prima pagina. 72
Brand Reputation è anche Personal Reputation Con personal reputation intendiamo la reputazione che un singolo soggetto ha nella Rete. Se si pensa a C-level, AD, founder e proprietari, portavoce di aziende, sia grandi che PMI, è facile comprendere come la reputazione del marchio sia legata a quella del singolo. 73
Principali differenze tra social e motori di ricerca Social Singoli giudizi su social network hanno un effetto limitato al «circuito di colleghi», sia in efficacia (il consumo d’informazioni è molto veloce), che durata (il contenuto viene velocemente sostituito da altri più aggiornati). Motori di ricerca Un contenuto ripreso sui motori di ricerca viene sempre vista da persone interessate che hanno cercato il vostro nome (alta efficacia) e può riprendere anche informazioni vecchie di anni (alta durata). 74
Permanenza VS Attinenza Alta Attinenza Bassa Permanenza Alta Permanenza Bassa Attinenza 75
Perché la reputazione online è essenziale per un manager? Evitare crisi di reputazione alla vostra Azienda Un’uscita infelice in un’intervista a nome della vostra azienda – un’opinione personale o una critica all’azienda stessa – possono danneggiare l’immagine della vostra impresa, non solo di voi come individui. Perché è il vostro biglietto da visita Recruiter e head hunter usano LinkedIn per cercare il candidato ideale per la prossima posizione lavorativa. Allo stesso modo, potenziali finanziatori fanno lo stesso con le start- up o con aziende anche di medie dimensioni che vogliono acquisire. Non solo Social LinkedIn è il canale più utilizzato, ma ricerche di mercato dimostrano che i motori di ricerca sono lo strumento usato per rifinire o approfondire le proprie ricerche. 76
Personal reputation: cosa fare COSA FARE Comunicate 63% I contenuti sono la miglior risorsa per un manager, siano essi articoli sul proprio blog oppure articoli scritti per testate di terze parti. Dei recruiter considera un valore aggiunto un’esperienza di Siate credibili volontariato Non componente una reputazione solo di successi professionali, sarebbe poco credibile: al contrario, scegliete di mettere in evidenza anche altre vostre attività (es: beneficienza o volontariato) 77 *Fonti: CareerBuild, CIO.com, JobVite
Personal reputation: cosa non fare COSA NON FARE Social, social e altri social Evitate che la prima pagina di Google restituisca solo i vostri account su social «non» professionali come Facebook, Instagram o peggio TikTok. 66% Dei recruiter considera un elemento molto Spelling e linguaggio negativo la presenza La cura verso i dettagli è di fondamentale di errori di importanza: qualsiasi contenuto deve essere scritto correttamente, evitando errori di battitura battitura. Al tempo stesso tenere un linguaggio pulito è un importante indice di professionalità. Niente memoria a breve termine Voi dimenticate, i social dimenticano... ma Google no. 78 *Fonti: JobVite
Rimozione ai sensi delle leggi sulla privacy europee Il «Diritto all’Oblio» di Google è l’ultima spiaggia. Lo trovate a questo link: https://www.google.com/webmaste rs/tools/legal-removal- ! Questa richiesta su Google request?complaint_type=rtbf&visit_i il servizio funziona, ma in caso di crisi di d=636849821676653587- reputazione non è sempre facile 4137328096&hl=it&rd=1 dimostrare l'infondatezza delle argomentazioni negative. Bisogna avere documentazione reale a sostegno. 79
Diritto all’Oblio 80
Domande? 81
Thank NOME COGNOME_ GRETA RU H EA OD LOMAESTRO_ L OO F C O M M U N I C A T I O N email g.lomaestro@prowebconsulting.net you www.prowebconsulting.net it.linkedin.com/in/greta-lomaestro
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