CONCRETE2021 - LIBRO DEGLI ATTI - CRITERI DI MANUTENZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI - IRIS Politecnico di Milano

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ARCHITETTURA e TECNICA

              CONCRETE2021
CRITERI DI MANUTENZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI
    E DI NUOVA PROGETTAZIONENEL XXI SECOLO

                LIBRO DEGLI ATTI
            a cura di EMANUELE LA MANTIA
CONCRETE2021 - LIBRO DEGLI ATTI - CRITERI DI MANUTENZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI - IRIS Politecnico di Milano
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-9639-436-6

©2021 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DEL MOLISE
Via De Sanctis
86100 Campobasso
CONCRETE2021 - LIBRO DEGLI ATTI - CRITERI DI MANUTENZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI - IRIS Politecnico di Milano
CONCRETE 2021

PATROCINI

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SPONSOR

    SISTEMA TNC DOMODRY

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PRESENTAZIONE

La sesta edizione del congresso CONCRETE vede la sua attivazione con ben due
anni di ritardo. Il motivo lo conosciamo bene e resterà nella storia dell’umanità
come le grandi epidemie di peste dei secoli passati. La pandemia del ventunesimo
secolo sta condizionando in modo determinante il modo di vivere della società e
questo fenomeno coinvolge forzatamente l’architettura come dimostrato dalle
sperimentazioni progettuali che si stanno verificando in varie regioni de mondo. Gli
ospedali, ma non solo, vedono l’organizzazione degli spazi in funzione delle
esigenze legate alla diffusione del COVID-19 con ambienti dedicati alle patologie
da virus e l’isolamento dagli altri reparti specializzati per evitare il diffondersi del
contagio. Allo stesso modo, già sono realizzati, e la Francia vede una posizione
primaria in ciò, edifici per civili abitazioni cosiddetti “covid free” con organizzazione
funzionale, e soprattutto impiantistica, fortemente caratterizzata dal vivere gli
spazi in funzione delle regole di salvaguardia. Tutto riporta indietro nel tempo
quando, ad esempio, gli spazi urbani di Napoli alla fine dell’Ottocento furono
rivoluzionati con la demolizione di quartieri malsani per la realizzazione di strade
aperte e areate a valle della grave epidemia di colera che fece molte vittime tra gli
strati sociali più poveri che vivevano in condizioni di igiene precaria. Questa nuova
configurazione che ancora ai nostri giorni caratterizza la città partenopea nella sua
organizzazione intorno al perimetro del centro antico, e che ha visto una appendice
razionalista di alto livello progettuale oltre che classicista nel periodo del ventennio
fascista, è frutto di una situazione pandemica esattamente analoga a quella attuale
a conferma di come eventi eccezionali possano produrre nuova architettura.
Se queste considerazioni possono valere per le nuove progettazioni, resta la forte
problematica della conservazione di un patrimonio costruito sia architettonico che
edilizio in conglomerato cementizio armato che mostra tutti i difetti di una
manutenzione inappropriata, per non dire mancata, che ha condotto ad una situazione
di degrado non solo del materiale calcestruzzo ma degli edifici costruiti con la
tecnologia intelaiata del ventesimo secolo che ha sostituito quella in muratura
portante e impedito a quella in carpenteria metallica di continuare a diffondersi tranne
che negli USA. La grande possibilità del materiale di adattarsi a forme disparate ha
consentito di sviluppare effetti compositivi che hanno raggiunto livelli artistici di
grande livello che hanno caratterizzato tutto il secolo scorso fino alla rovina degli anni
della grande speculazione dopo il periodo d’oro della ricostruzione post bellica. Si può
affermare come i grandi studi che hanno preceduto l’applicazione progettuale, di
carattere fisico-matematico, a partire dal 1830, necessari per comprendere e
sviluppare le caratteristiche di resistenza del calcestruzzo, abbiano consentito di
produrre un’architettura che ha cambiato il volto di tutte le aree urbane senza
dimenticare le grandi opere infrastrutturali e di ingegneria civile. Tale scarsa
conoscenza iniziale dei mix degli impasti ha visto una qualità edilizia bassa legata
anche all’uso poco consono delle casseforme producendo una durabilità molto
limitata, come dimostrato dal tempo, con conseguenze letali sia per la sicurezza

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statica che dinamica. È in particolare a tale patrimonio costruito che occorre rivolgere
l’attenzione degli studiosi con tecniche di recupero caratterizzate da interventi in
funzione di una manutenzione programmata in sinergia con l’adozione di diagnostica
e sensoristica. Tale pensiero non va ristretto, comunque, al patrimonio costruito in
conglomerato cementizio armato da recuperare ma deve necessariamente
caratterizzare anche le nuove progettazioni con uso tecnologicamente appropriato del
materiale e del relativo sistema costruttivo. Le patologie di cui può soffrire il
calcestruzzo sono ormai note e questo consente di affrontare la problematica in modo
preciso e produttivo senza ‘se’ e senza ‘ma’ evitando quelle condotte progettuali e di
cantiere che hanno caratterizzato il più recente passato rendendo non sostenibile un
intero momento storico con conseguente negativa ricaduta sulla società attuale. In
ciò si è aiutati da un sistema produttivo qualificato che vede aziende di eccellenza
impegnate non solo nella produzione ma anche nello studio dei prodotti in sinergia
con centri universitari. È questo il motivo che ha indotto a proporre il “Progetto
CONCRETE” che svilupperà temi comuni di ricerca che saranno presentati nella
edizione successiva di CONCRETE.
I concetti esposti, seppur necessariamente in maniera sintetica, sono quelli
indagati nella sesta edizione di CONCRETE che si onora della partecipazione di
studiosi di livello internazionale che si applicano alle tematiche congressuali e con
orgoglio si evidenzia la partecipazione dei giovani ricercatori a cui è rivolto il premio
che nelle edizioni precedenti ha visto l’emergere nel mondo accademico di giovani
talenti che sono entrati nel corpo docente. E sempre con orgoglio si evidenzia la
partecipazione all’evento di aziende di grande prestigio che si sono ampiamente
distinte nei progetti di ricerca sia nazionali che internazionali. Alla MAPEI, alla
BIEMME e a DOMODRY va tutto il ringraziamento degli organizzatori.
Allo stesso modo il ringraziamento va alla rivista di classe A “Vitruvio”, che selezionerà i
quattro best papers che saranno pubblicati nei numeri del 2022, e agli autori dei volumi
che saranno presentati in una ‘special session’ dedicata.
Termino con un doveroso pensiero alla memoria del Professore Aldo de Marco che
partendo dalla natia Napoli si può dire abbia attraversato trasversalmente il mondo
accademico nazionale con il suo insegnamento e la sua umanità che sarà celebrata con
una sessione speciale e con il volume di scritti curati da Renato Iovino, suo allievo e mio
Maestro, a cui si deve l’iniziativa. E non posso tralasciare i ringraziamenti al caro collega,
ed ormai amico, Paolo Faccio della IUAV che con me ha ideato i contenuti scientifici di
questa sesta edizione nel momento antecedente la pandemia e agli amici Francesca
Cappelli e Devis Zanardo dello Studio CHIAVE DI VOLTA, che si occupano
progettualmente dei temi del recupero e della manutenzione in sinergia con APAVE Italia,
a cui si deve la bellissima proposta di tenere il congresso a Venezia Mestre presso la sede
del Museo M9 straordinaria location di cui ho vivamente apprezzato la consulenza
organizzativa della Dottoressa Silvia Carraro che ugualmente ringrazio.

Napoli, 31 dicembre 2021
                                                                         Agostino Catalano

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PROGETTO CONCRETE

REFERENTI
 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DEL MOLISE
 Prof. Agostino Catalano
 UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA
 PROF. Paolo Faccio
 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVA
 Prof. Enrico Dassori
 UNIVERSIDAD POLITÉCNICA DE MADRID
 Prof. Pepa Cassinello
 INSTITUTE OF ENGINEERING MECHANICS – CHINA EARTHQUAKE
 ADMINISTRATION
 Prof. Junwu Dai
 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA
 Prof. Antonella Guida
 FEDERACIÓN INTERNACIONAL de CENTROS CICOP
 Prof. Nani Arias Incollà (UNIVERSITA’ DI BUENOS AIRES)
 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO
 Prof. Enrico Sicignano
 UNIVERSIDAD NACIONAL DE COLOMBIA
 Prof. Andres Salas Montoya
 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA CAMPANIA LUIGI VANVITELLI
 Prof. Luigi Mollo
 BENEMERITA UNIVERSIDAD AUTONOMA DE PUEBLA – MEXICO
 Prof. Patricia Maximo Romero
 ITESO (INSTITUTO TECNOLOGICO Y DE ESTUDIOS SUPERIORES DE
 OCCIDENTE) (MESSICO)
 Prof. Fabiola Colmenero Fonseca
 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA
 Prof. Raffaella Lione
 UNIVERSITA’ DI ROMA TOR VERGATA
 Prof. Stefania Mornati
 ISTITUTO EDUARDO TORROJA DI MADRID
 Dott. Rafael Talero
 UNIVERSITAT POLITÈCNICA DE VALÈNCIA
 Prof. Luis Palmero Iglesias

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COMITATI

COMITATO SCIENTIFICO

    •   RICCARDO AZZARA – INGV ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E
        VULCANOLOGIA
    •   ADOLFO BARATTA – UNIVERSITA’ DI ROMA TRE
    •   GRAZIELLA BERNARDO – UNIVERSITA’ DELLA BASILICATA
    •   PEPA CASSINELLO – POLITECNICO DI MADRID
    •   AGOSTINO CATALANO – UNIVERSITÀ DEL MOLISE
    •   FABIOLA COLMENERO FONSECA – ITESO (INSTITUTO TECNOLOGICO Y
        DE ESTUDIOS SUPERIORES DE OCCIDENTE) (MESSICO)
    •   JUNWU DAI – INSTITUTE OF ENGINEERING MECHANICS CHINA
        EARTHQUAKE ADMINISTRATION
    •   BRUNO DANIOTTI – POLITECNICO DI MILANO
    •   ENRICO DASSORI – UNIVERSITA’ DI GENOVA
    •   CAROLINA DI BIASE – POLITECNICO DI MILANO
    •   PAOLO FACCIO – UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA
    •   ANTONELLA GUIDA – UNIVERSITA’ DELLA BASILICATA
    •   MARIA de las NIEVES ARIAS INCOLLA’ – UNIVERSIDAD DE BUENOS
        AIRES
    •   RENATO IOVINO – UNIVERSITA’ TELEMATICA PEGASO
    •   RAFFAELLA LIONE – UNIVERSITA’ DI MESSINA
    •   MIGUEL ANGEL MATRAN – UNIVERSIDAD DE LA LAGUNA (SPAGNA)
    •   LUIGI MOLLO – UNIVERSITÀ DELLA CAMPANIA LUIGI VANVITELLI
    •   GIOVANNI MASSA – CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI
    •   GIOVANNI MINUTOLI – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE
    •   STEFANIA MORNATI – UNIVERSITÀ DI ROMA TOR VERGATA
    •   MAURIZIO NICOLELLA – UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II
    •   LUIS PALMERO IGLESIAS – UNIVERSITÀ POLITECNICA DI VALENCIA
    •   ROBERTO PARISI – UNIVERSITA’ DEL MOLISE
    •   MARCO PRETELLI – ALMA MATER UNIVERSITA’ DI BOLOGNA
    •   FULVIO RE CECCONI – POLITECNICO DI MILANO
    •   ALESSANDRO ROGORA – POLITECNICO DI MILANO
    •   PATRICIA MAXIMO ROMERO – BENEMERITA UNIVERSIDAD AUTONOMA
        DE PUEBLA (MESSICO)
    •   ANDRES SALAS MONTOYA – UNIVERSIDAD NACIONAL DE COLOMBIA
    •   ENRICO SICIGNANO – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO
    •   ENZO SIVIERO – UNIVERSITA’ TELEMATICA eCAMPUS
    •   RAFAEL TALERO – ISTITUTO E. TORROJA DI MADRID
    •   ROSA MARIA VITRANO – UNIVERSITA’ DI PALERMO

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COMITATO ORGANIZZATORE

     •   AGOSTINO CATALANO – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE
     •   CAMILLA SANSONE – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE
     •   FRANCESCA CAPPELLI – STUDIO CHIAVE DI VOLTA VENEZIA
     •   DEVIS ZANARDO – STUDIO CHIAVE DI VOLTA VENEZIA
     •   EMANUELE LA MANTIA – UNIVERSITÀ TELEMATICA PEGASO

                                  LOCATION
 Il congresso si svolge presso l’Auditorium “Cesare De Michelis” del Museo M9 di
                                       Mestre

M9 – Museo del ’900 è il primo museo dedicato alla storia materiale del Novecento
in Italia ed è il cuore di un intervento di rigenerazione urbana realizzato dalla
Fondazione di Venezia nel centro di Mestre.
Inaugurato nel dicembre 2018, appartiene a una nuova generazione di musei:
racconta in modo avvincente la storia di tutti attraverso le piccole e grandi
trasformazioni del secolo (dalla vita quotidiana ai grandi cambiamenti sociali,
economici, ambientali e culturali).
La collezione permanente del Museo presenta il Novecento italiano attraverso i beni
culturali che lo stesso secolo ha prodotto, con un largo utilizzo di immagini,
installazioni audio, video, sfruttando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie
per la narrazione dei contenuti, l’interattività dell’utenza e l’immersività
dell’esperienza di visita.
Il Museo intende essere una casa aperta al territorio e alle sue comunità, un
laboratorio permanente del contemporaneo, capace di promuovere riflessioni e
azioni sul tempo presente e sul futuro, grazie al suo programma di mostre
temporanee, attività didattiche e formative e a un ricco palinsesto di eventi

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CONTENUTI

                                 ID PAPER
ID001   Gambaro Matteo, Albani Francesca                                  23
        INDUSTRIA TESSILE BOSSI A CAMERI, GREGOTTI-
        MENEGHETTI- STOPPINO, 1968. DIBATTITI E PROPOSTE PER
        LA CONSERVAZIONE E IL RIUSO
ID002   Anania Francesca                                                  33
        COSTRUZIONI INCOMPIUTE TRA MANUTENZIONE E
        MANUTENIBILITÀ
ID003   Baratta Adolfo F. L., Finucci Fabrizio, Magarò Antonio, Mariani   47
        Massimo
        STRUTTURE PER L’IRREGGIMENTAZIONE DELLE ACQUE IN
        MURATURA ARMATA DI BLOCCHI DI CALCESTRUZZO
        NELL’AFRICA SUB-SAHARIANA
ID004   Bruschi Greta                                                     57
        “MEZZI COSTRUTTIVI MODERNISSIMI” ALLA PROVA DEL
        TEMPO. FERDINANDO FORLATI E L’IMPIEGO DEL
        CALCESTRUZZO ARMATO NEI RESTAURI VENEZIANI.
ID005   Calcagnini Laura, Trulli Luca                                     67
        IL CALCESTRUZZO FOTOLUMINESCENTE. L’INNOVAZIONE
        MATERICA APPLICATA ALLE INFRASTRUTTURE VIARIE
ID006   Cassinello Pepa                                                   77
        MUSEO EDUARDO TORROJA. EL HOMBRE Y SU LEGADO
ID007   Castelluccio Roberto, Vitiello Veronica                           89
        CITTÀ DELLA SCIENZA: DALLA RICONVERSIONE DEL SITO
        INDUSTRIALE ALLA RICOSTRUZIONE DI UN’IDENTITÀ
        CULTURALE
ID008   Ortega Bertha Violeta, Del Campo Martín Alatorre Rafael,          99
        Colmenero Fonseca Fabiola, Aceves Ascencio Antonio,
        Palmero Iglesias Luis
        MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX,
        CONSERVÁNDOLO EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE
        GUADALAJARA, JALISCO, MX
ID009   Piccinato Andrea, Giorgio Croatto, Bertolazzi Angelo,             111
        D’Agnolo Elisa, Fattori Giorgia, Turrini Umberto
        IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
        ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
        EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)
ID010   GUAN Liqian WENG Xuran, DAI Junwu, XU Defeng, WENG                121
        Xuran
        SEISMIC COLLAPSE MODE OF RC FRAME BUILDING STRUCTURE
ID011   Blonda Mara, Dellavedova Patrizia                                 135
        PONTI IN CLS ARMATO DEL XX SECOLO. I PONTI SUL FIUME
        OLONA A LEGNANO TRA STORIA E MANUTENZIONE

10
ID012   Di Resta Sara, Peron Verdiana                                 145
        CONSERVATION ISSUES OF EXPOSED REINFORCED
        CONCRETE IN THE ITALIAN MOTORWAY BRIDGE-
        RESTAURANTS OF THE LATE 20TH CENTURY
ID013   Lenticchia Erica, Faccio Paolo, Ceravolo Rosario              155
        CONOSCENZA E ANALISI DELLE STRUTTURE DI PIER LUIGI
        NERVI: UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
ID014   Sicignano Claudia, Fiore Pierfrancesco                        167
        L’ARCHITETTURA DELLO SPAZIO SACRO DI RUDOLF
        SCHWARZ: LA CHIESA DI ST. ANNA A DÜREN IN GERMANIA
ID015   Scaramuzza Paola, Gandini Bénédicte                           177
        IL CANTIERE DEL QUARTIERE FRUGÈS A PESSAC DI LE
        CORBUSIER PIERRE JEANNERET. ALLE ORIGINI DELLA
        STANDARDIZZAZIONE NELLE COSTRUZIONI IN CEMENTO
ID016   Garda Emilia, Di Mari Giuliana                                187
        CALCESTRUZZO, PROGETTO, INDUSTRIA. L’OLIVETTI DI
        MARCO ZANUSO
ID017   Germanà Maria Luisa                                           197
        MANUTENZIONE DELL’AMBIENTE COSTRUITO: QUANTO
        RESTA DELLA NOTTE?
ID018   Mornati Stefania, Giannetti Ilaria                            213
        “ELEMENTI CRITICI” DEI PONTI IN CEMENTO ARMATO: LE
        SELLE GERBER, STORIA E DEGRADO
ID019   La Mantia Emanuele                                            223
        CONSIDERAZIONI E CONFRONTI TRA GLI ANTICHI ED I
        MODERNI CALCESTRUZZI
ID020   Iovino Renato, La Mantia Emanuele                             233
        MIX DESIGN DI UN CALCESTRUZZO DUREVOLE. LA
        SPERIMENTAZIONE
ID021   Mosca Cristina, Jean Giacinta, Bologna Alberto, Caroselli     247
        Marta
        KNOWLEDGE AND TECHNICAL CULTURE TO INFORM THE
        PRESERVATION OF REINFORCED CONCRETE. EXAMPLES
        FROM CANTON TICINO
ID022   Máximo Romero Patricia, Aguilar Rogelio Ramos, Muñoz          259
        Flores José Gilberto Otoniel
        TECHNIQUES FOR HISTORICAL BUILDINGS REHABILITATION
        USING CONCRETE AND OTHER MATERIALS
ID023   Fascia Flavia, La Mantia Emanuele                             269
        DURABILITA’ DEL CEMENTO ARMATO E LE CLASSI DI
        ESPOSIZIONE AMBIENTALE
ID024   Minutoli Fabio                                                283
        PANNELLI SANDWICH IN CALCESTRUZZO: TRADIZIONE,
        INNOVAZIONE, SPERIMENTAZIONE
ID025   Agliata Rosa, Bortone Antonio, Lione Raffaella, Mollo Luigi   295
        BIM-BASED CULTURAL HERITAGE MAINTENANCE TOOLS:
        UNA PROSPETTIVA INNOVATIVA PER LA CONOSCENZA E LA

                                                                        11
CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI IN CALCESTRUZZO
        ARMATO DEL XX SECOLO
ID026   Nicolella Maurizio                                            305
        NUOVE SFIDE PER IL RECUPERO DELLE OPERE IN
        CALCESTRUZZO DEL DOPOGUERRA
ID027   Ormando C., Ianniruberto U., Giovinazzi S., Clemente P.       317
        SEISMIC SAFETY IN THE 21ST CENTURY: SEISMIC
        ISOLATION IN NEW AND EXISTING R.C. BUILDINGS
ID028   Iglesias Palmero, Manuel Luis, Bernardo Graziella             327
        THE BRISE-SOLEIL AS A FORMAL AND FUNCTIONAL COMPONENT
        IN THE ARCHITECTURE OF THE MODERN MOVEMENT
ID029   Parisi Roberto                                                337
        GIOVANNONI E IL BETON ARMÈ NELL’ARCHITETTURA DELLA
        PERONI DI ROMA
ID030   Pasqual Francesca                                             351
        IL RUOLO DELLA RICERCA ARCHIVISTICA NELLA REDAZIONE
        DI UN PIANO DI CONSERVAZIONE: IL CASO DEI SALONI DI
        PIER LUIGI NERVI A TORINO ESPOSIZIONI
ID031   Petriccione Livio                                             361
        CALCESTRUZZI AL LIMITE. L’IMPIEGO DEL CONGLOMERATO
        NELLE OPERE DELLA FORTIFICAZIONE PERMANENTE DELLA
        FRONTIERA ORIENTALE
ID032   Rogora Alessandro                                             371
        PRIME ESPERIENZE SPERIMENTALI SU CONGLOMERATI IN
        CARTA E CEMENTO REALIZZATI AL POLITECNICO DI MILANO
ID033   Montoya Andres Salas, Rada Beatriz E. Mira                    381
        EVALUATION OF KEY PARAMETERS ON THE PROPERTIES OF
        NATURAL AND RECYCLED AGGREGATE CONCRETES
ID034   De Vivo Maria Antonietta, Signorelli Leila, Trovò Francesco   393
        ANAMNESI DEGLI INTERVENTI PREGRESSI E MANUTENZIONE
        ODIERNA. IL CASO DELLA VASCA IN CALCESTRUZZO NELLA
        SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA A VENEZIA
ID035   Paolo Simeone                                                 403
        MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI CON
        DISPOSITIVI ANTISISMICI
ID036   Vitrano Rosa Maria                                            413
        RIVOLUZIONE VERDE E PATRIMONIO COSTRUITO: CONCETTI E
        PROSPETTIVE DELLA RIGENERAZIONE AMBIENTALE
ID037   Vitrano Rosa Maria                                            429
        ARCHITETTURA VERNACOLARE NELL’ITALIA INSULARE UN
        PATRIMONIO DA CONSERVARE E VALORIZZARE
ID038   Alceo Vado
        DIVERSITÀ E SINERGIE POSSIBILI TRA I CONGLOMERATI DI          445
        TERRA E QUELLI DI CEMENTO
ID039   Francesca Castanò, Anna Gallo
        LE FABBRICHE DI FIGINI E POLLINI: DA OLIVETTI ALLA            459
        MANIFATTURA CERAMICA POZZI

12
ID040   Francesca Cappelli, Devis Zanardo                   475
        MANUTENZIONE CERTIFICATA COME EVOLUZIONE DEL
        RESTAURO ATTRAVERSO IL PROCESSO DI CONTROLLO E
        GESTIONE SOSTENIBILE DELL'EDIFICIO "RAZIONALISTA"
        PADIGLIONE PEDIATRICO A MOGLIANO VENETO – TREVISO
ID041   Enrico Sicignano                                    485
        LA PRATICA DEL BUON COSTRUIRE IN CONGLOMERATO
        CEMENTIZIO ARMATO. IL CASO DELLA SCUOLA SUPERIORE
        STETTBACH DI RUDOLF GUYER ED ESTHER ANDRES A
        ZURIGO SCHWANMENDINGEN 1961-67, SESSANTA ANNI
        DOPO

                                                              13
CONTENUTI
                                .
                           AUTORI PAPER
Aceves Ascencio Antonio                                            99
           MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX,
           CONSERVÁNDOLO EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE
           GUADALAJARA, JALISCO, MX
Agliata Rosa                                                       295
           BIM-BASED CULTURAL HERITAGE MAINTENANCE TOOLS: UNA
           PROSPETTIVA INNOVATIVA PER LA CONOSCENZA E LA
           CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Aguilar Rogelio Ramos                                              259
           TECHNIQUES FOR HISTORICAL BUILDINGS
           REHABILITATION USING CONCRETE AND OTHER
           MATERIALS
Alatorre Rafael                                                    99
           MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX,
           CONSERVÁNDOLO EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE
           GUADALAJARA, JALISCO, MX
Albani Francesca                                                   23
           INDUSTRIA TESSILE BOSSI A CAMERI, GREGOTTI-
           MENEGHETTI- STOPPINO, 1968. DIBATTITI E PROPOSTE
           PER LA CONSERVAZIONE E IL RIUSO
Anania Francesca                                                   33
           COSTRUZIONI INCOMPIUTE TRA MANUTENZIONE E
           MANUTENIBILITÀ
Baratta Adolfo F. L.                                               47
           STRUTTURE PER L’IRREGGIMENTAZIONE DELLE ACQUE IN
           MURATURA ARMATA DI BLOCCHI DI CALCESTRUZZO
           NELL’AFRICA SUB-SAHARIANA
Bernardo Graziella                                                 327
           THE BRISE-SOLEIL AS A FORMAL AND FUNCTIONAL COMPONENT
           IN THE ARCHITECTURE OF THE MODERN MOVEMENT
Bertolazzi Angelo                                                  111
           IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
           ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
           EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)
Blonda Mara                                                        135
           PONTI IN CLS ARMATO DEL XX SECOLO. I PONTI SUL
           FIUME OLONA A LEGNANO TRA STORIA E MANUTENZIONE
Bologna Alberto                                                    247
           KNOWLEDGE AND TECHNICAL CULTURE TO INFORM THE
           PRESERVATION OF REINFORCED CONCRETE. EXAMPLES
           FROM CANTON TICINO

14
Bortone Antonio                                                      295
           BIM-BASED CULTURAL HERITAGE MAINTENANCE TOOLS: UNA
           PROSPETTIVA INNOVATIVA PER LA CONOSCENZA E LA
           CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Bruschi Greta                                                        57
           “MEZZI COSTRUTTIVI MODERNISSIMI” ALLA PROVA DEL
           TEMPO. FERDINANDO FORLATI E L’IMPIEGO DEL
           CALCESTRUZZO ARMATO NEI RESTAURI VENEZIANI.
Calcagnini Laura                                                     67
           IL CALCESTRUZZO FOTOLUMINESCENTE. L’INNOVAZIONE
           MATERICA APPLICATA ALLE INFRASTRUTTURE VIARIE
Cappelli Francesca                                                   475
           MANUTENZIONE CERTIFICATA COME EVOLUZIONE DEL
           RESTAURO ATTRAVERSO IL PROCESSO DI CONTROLLO E
           GESTIONE SOSTENIBILE DELL'EDIFICIO "RAZIONALISTA"
           PADIGLIONE PEDIATRICO A MOGLIANO VENETO – TREVISO
Caroselli Marta                                                      247
           KNOWLEDGE AND TECHNICAL CULTURE TO INFORM THE
           PRESERVATION OF REINFORCED CONCRETE. EXAMPLES
           FROM CANTON TICINO
Cassinello Pepa                                                      77
           MUSEO EDUARDO TORROJA. EL HOMBRE Y SU LEGADO
Castanò Francesca                                                    459
           LE FABBRICHE DI FIGINI E POLLINI: DA OLIVETTI ALLA
           MANIFATTURA CERAMICA POZZI
Castelluccio Roberto                                                 89
           CITTÀ DELLA SCIENZA: DALLA RICONVERSIONE DEL SITO
           INDUSTRIALE ALLA RICOSTRUZIONE DI UN’IDENTITÀ CULTURALE
Ceravolo Rosario                                                     155
           CONOSCENZA E ANALISI DELLE STRUTTURE DI PIER LUIGI
           NERVI: UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
Clemente P.                                                          317
           SEISMIC SAFETY IN THE 21ST CENTURY: SEISMIC
           ISOLATION IN NEW AND EXISTING R.C. BUILDINGS
Colmenero Fonseca Fabiola                                            99
           MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX,
           CONSERVÁNDOLO EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE
           GUADALAJARA, JALISCO, MX
Croatto Giorgio                                                      111
           IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
           ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
           EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)
D’Agnolo Elisa                                                       111
           IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
           ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
           EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)

                                                                       15
DAI Junwu                                                          121
            SEISMIC COLLAPSE MODE OF RC FRAME BUILDING STRUCTURE
De Vivo Maria Antonietta                                           393
            ANAMNESI DEGLI INTERVENTI PREGRESSI E MANUTENZIONE
            ODIERNA. IL CASO DELLA VASCA IN CALCESTRUZZO NELLA
            SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA A VENEZIA
Dellavedova Patrizia                                               135
            PONTI IN CLS ARMATO DEL XX SECOLO. I PONTI SUL
            FIUME OLONA A LEGNANO TRA STORIA E MANUTENZIONE
Di Mari Giuliana                                                   187
            CALCESTRUZZO, PROGETTO, INDUSTRIA. L’OLIVETTI DI
            MARCO ZANUSO
Di Resta Sara                                                      145
            CONSERVATION ISSUES OF EXPOSED REINFORCED
            CONCRETE IN THE ITALIAN MOTORWAY BRIDGE-
            RESTAURANTS OF THE LATE 20TH CENTURY
Faccio Paolo                                                       155
            CONOSCENZA E ANALISI DELLE STRUTTURE DI PIER LUIGI
            NERVI: UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
Fascia Flavia                                                      269
            DURABILITA’ DEL CEMENTO ARMATO E LE CLASSI DI
            ESPOSIZIONE AMBIENTALE
Fattori Giorgia                                                    111
            IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
            ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
            EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)
Finucci Fabrizio                                                   47
            STRUTTURE PER L’IRREGGIMENTAZIONE DELLE ACQUE IN
            MURATURA ARMATA DI BLOCCHI DI CALCESTRUZZO
            NELL’AFRICA SUB-SAHARIANA
Fiore Pierfrancesco                                                167
            L’ARCHITETTURA DELLO SPAZIO SACRO DI RUDOLF
            SCHWARZ: LA CHIESA DI ST. ANNA A DÜREN IN
            GERMANIA
Gallo Anna                                                         459
            LE FABBRICHE DI FIGINI E POLLINI: DA OLIVETTI ALLA
            MANIFATTURA CERAMICA POZZI
Gambaro Matteo                                                     23
            INDUSTRIA TESSILE BOSSI A CAMERI, GREGOTTI-
            MENEGHETTI- STOPPINO, 1968. DIBATTITI E PROPOSTE
            PER LA CONSERVAZIONE E IL RIUSO
Gandini Bénédicte                                                  177
            IL CANTIERE DEL QUARTIERE FRUGÈS A PESSAC DI LE
            CORBUSIER PIERRE JEANNERET. ALLE ORIGINI DELLA
            STANDARDIZZAZIONE NELLE COSTRUZIONI IN CEMENTO
Garda Emilia                                                       187
            CALCESTRUZZO, PROGETTO, INDUSTRIA. L’OLIVETTI DI
            MARCO ZANUSO

16
Germanà Maria Luisa                                                197
           MANUTENZIONE DELL’AMBIENTE COSTRUITO: QUANTO
           RESTA DELLA NOTTE?
Giannetti Ilaria                                                   213
           “ELEMENTI CRITICI” DEI PONTI IN CEMENTO ARMATO: LE
           SELLE GERBER, STORIA E DEGRADO
Giovinazzi S.                                                      317
           SEISMIC SAFETY IN THE 21ST CENTURY: SEISMIC
           ISOLATION IN NEW AND EXISTING R.C. BUILDINGS
GUAN Liqian                                                        121
           SEISMIC COLLAPSE MODE OF RC FRAME BUILDING STRUCTURE
Ianniruberto U.                                                    317
           SEISMIC SAFETY IN THE 21ST CENTURY: SEISMIC
           ISOLATION IN NEW AND EXISTING R.C. BUILDINGS
Iglesias Palmero                                                   327
           THE BRISE-SOLEIL AS A FORMAL AND FUNCTIONAL COMPONENT
           IN THE ARCHITECTURE OF THE MODERN MOVEMENT
Iovino Renato                                                      233
           MIX DESIGN DI UN CALCESTRUZZO DUREVOLE. LA
           SPERIMENTAZIONE
Jean Giacinta                                                      247
           KNOWLEDGE AND TECHNICAL CULTURE TO INFORM THE
           PRESERVATION OF REINFORCED CONCRETE. EXAMPLES
           FROM CANTON TICINO
La Mantia Emanuele
           CONSIDERAZIONI E CONFRONTI TRA GLI ANTICHI ED I         223
           MODERNI CALCESTRUZZI
         MIX DESIGN DI UN CALCESTRUZZO DUREVOLE. LA                233
         SPERIMENTAZIONE
           DURABILITÀ DEL CEMENTO ARMATO E LE CLASSI DI            269
           ESPOSIZIONE AMBIENTALE
Lenticchia Erica                                                   155
           CONOSCENZA E ANALISI DELLE STRUTTURE DI PIER LUIGI
           NERVI: UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
Lione Raffaella                                                    295
           BIM-BASED CULTURAL HERITAGE MAINTENANCE TOOLS: UNA
           PROSPETTIVA INNOVATIVA PER LA CONOSCENZA E LA
           CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Magarò Antonio                                                     47
           STRUTTURE PER L’IRREGGIMENTAZIONE DELLE ACQUE IN
           MURATURA ARMATA DI BLOCCHI DI CALCESTRUZZO
           NELL’AFRICA SUB-SAHARIANA
Manuel Luis                                                        327
           THE BRISE-SOLEIL AS A FORMAL AND FUNCTIONAL COMPONENT
           IN THE ARCHITECTURE OF THE MODERN MOVEMENT

                                                                     17
Mariani Massimo                                                    47
           STRUTTURE PER L’IRREGGIMENTAZIONE DELLE ACQUE IN
           MURATURA ARMATA DI BLOCCHI DI CALCESTRUZZO
           NELL’AFRICA SUB-SAHARIANA
Martín Del Campo Alatorre Rafael                                   99
           MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX,
           CONSERVÁNDOLO EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE
           GUADALAJARA, JALISCO, MX
Máximo Romero Patricia                                             259
           TECHNIQUES FOR HISTORICAL BUILDINGS
           REHABILITATION USING CONCRETE AND OTHER
           MATERIALS
Minutoli Fabio                                                     283
           PANNELLI SANDWICH IN CALCESTRUZZO: TRADIZIONE,
           INNOVAZIONE, SPERIMENTAZIONE
Mollo Luigi                                                        295
           BIM-BASED CULTURAL HERITAGE MAINTENANCE TOOLS: UNA
           PROSPETTIVA INNOVATIVA PER LA CONOSCENZA E LA
           CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Montoya Andres Salas                                               381
           EVALUATION OF KEY PARAMETERS ON THE PROPERTIES OF
           NATURAL AND RECYCLED AGGREGATE CONCRETES
Mornati Stefania                                                   213
           “ELEMENTI CRITICI” DEI PONTI IN CEMENTO ARMATO: LE
           SELLE GERBER, STORIA E DEGRADO
Mosca Cristina                                                     247
           KNOWLEDGE AND TECHNICAL CULTURE TO INFORM THE
           PRESERVATION OF REINFORCED CONCRETE. EXAMPLES
           FROM CANTON TICINO
Muñoz Flores José Gilberto Otoniel                                 259
           TECHNIQUES FOR HISTORICAL BUILDINGS
           REHABILITATION USING CONCRETE AND OTHER MATERIALS
Nicolella Maurizio                                                 305
            NUOVE SFIDE PER IL RECUPERO DELLE OPERE IN
            CALCESTRUZZO DEL DOPOGUERRA
Ormando C.                                                         317
           SEISMIC SAFETY IN THE 21ST CENTURY: SEISMIC
           ISOLATION IN NEW AND EXISTING R.C. BUILDINGS
Ortega Bertha Violeta                                              99
           MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX, CONSERVÁNDOLO
           EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE GUADALAJARA, JALISCO, MX
Palmero Iglesias Luis                                              99
           MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX, CONSERVÁNDOLO
           EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE GUADALAJARA, JALISCO, MX
Parisi Roberto                                                     337
           GIOVANNONI E IL BETON ARMÈ NELL’ARCHITETTURA
           DELLA PERONI DI ROMA

18
Pasqual Francesca                                                 351
            IL RUOLO DELLA RICERCA ARCHIVISTICA NELLA
            REDAZIONE DI UN PIANO DI CONSERVAZIONE: IL CASO
            DEI SALONI DI PIER LUIGI NERVI A TORINO ESPOSIZIONI
Peron Verdiana                                                    145
            CONSERVATION ISSUES OF EXPOSED REINFORCED
            CONCRETE IN THE ITALIAN MOTORWAY BRIDGE-
            RESTAURANTS OF THE LATE 20TH CENTURY
Petriccione Livio                                                 361
            CALCESTRUZZI AL LIMITE. L’IMPIEGO DEL
            CONGLOMERATO NELLE OPERE DELLA FORTIFICAZIONE
            PERMANENTE DELLA FRONTIERA ORIENTALE
Piccinato Andrea                                                  111
            IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
            ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
            EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)
Ponce Sánchez                                                     99
            MOLDEANDO EL CONCRETO EN EL SIGLO XX,
            CONSERVÁNDOLO EN EL XXI. REFLEXIONES DESDE
            GUADALAJARA, JALISCO, MX
Rada Beatriz E. Mira                                              381
            EVALUATION OF KEY PARAMETERS ON THE PROPERTIES OF
            NATURAL AND RECYCLED AGGREGATE CONCRETES
Rogora Alessandro                                                 371
            PRIME ESPERIENZE SPERIMENTALI SU CONGLOMERATI IN
            CARTA E CEMENTO REALIZZATI AL POLITECNICO DI MILANO
Scaramuzza Paola                                                  177
            IL CANTIERE DEL QUARTIERE FRUGÈS A PESSAC DI LE
            CORBUSIER PIERRE JEANNERET. ALLE ORIGINI DELLA
            STANDARDIZZAZIONE NELLE COSTRUZIONI IN CEMENTO
Sicignano Claudia                                                 167
            L’ARCHITETTURA DELLO SPAZIO SACRO DI RUDOLF
            SCHWARZ: LA CHIESA DI ST. ANNA A DÜREN IN GERMANIA
Sicignano Enrico                                                  485
           LA PRATICA DEL BUON COSTRUIRE IN CONGLOMERATO
           CEMENTIZIO ARMATO. IL CASO DELLA SCUOLA SUPERIORE
           STETTBACH DI RUDOLF GUYER ED ESTHER ANDRES A
           ZURIGO SCHWANMENDINGEN 1961-67, SESSANTA ANNI
           DOPO
Signorelli Leila                                                  393
            ANAMNESI DEGLI INTERVENTI PREGRESSI E MANUTENZIONE
            ODIERNA. IL CASO DELLA VASCA IN CALCESTRUZZO NELLA
            SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA A VENEZIA
Simeone Paolo                                                     403
            MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI CON
            DISPOSITIVI ANTISISMICI

                                                                    19
Trovò Francesco                                                       393
            ANAMNESI DEGLI INTERVENTI PREGRESSI E MANUTENZIONE
            ODIERNA. IL CASO DELLA VASCA IN CALCESTRUZZO NELLA
            SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA A VENEZIA
Trulli Luca                                                           67
            IL CALCESTRUZZO FOTOLUMINESCENTE. L’INNOVAZIONE
            MATERICA APPLICATA ALLE INFRASTRUTTURE VIARIE
Turrini Umberto                                                       111
            IL RIUSO DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI IN CALCESTRUZZO
            ARMATO CON SISTEMI NESTED-BUILDING. IL CASO DELLA
            EX-MANIFATTURA TABACCHI DI VERONA (1930-65)
Vitiello Veronica                                                     89
            CITTÀ DELLA SCIENZA: DALLA RICONVERSIONE DEL SITO
            INDUSTRIALE ALLA RICOSTRUZIONE DI UN’IDENTITÀ CULTURALE
Vitrano Rosa Maria
            RIVOLUZIONE VERDE E PATRIMONIO COSTRUITO:                 413
            CONCETTI E PROSPETTIVE DELLA RIGENERAZIONE
            AMBIENTALE
          ARCHITETTURA VERNACOLARE NELL’ITALIA INSULARE UN            429
          PATRIMONIO DA CONSERVARE E VALORIZZARE
Vado Alceo
          DIVERSITÀ E SINERGIE POSSIBILI TRA I CONGLOMERATI           445
          DI TERRA E QUELLI DI CEMENTO
Zanardo Devis                                                         475
          MANUTENZIONE CERTIFICATA COME EVOLUZIONE DEL
          RESTAURO ATTRAVERSO IL PROCESSO DI CONTROLLO E
          GESTIONE SOSTENIBILE DELL'EDIFICIO "RAZIONALISTA"
          PADIGLIONE PEDIATRICO A MOGLIANO VENETO – TREVISO
WENG Xuran                                                            121
          SEISMIC COLLAPSE MODE OF RC FRAME BUILDING STRUCTURE
XU Defeng                                                             121
          SEISMIC COLLAPSE MODE OF RC FRAME BUILDING STRUCTURE

20
PAPER

        21
22
CONCRETE 2021

                                        ID001
 INDUSTRIA TESSILE BOSSI A CAMERI, GREGOTTI-MENEGHETTI-
       STOPPINO, 1968. DIBATTITI E PROPOSTE PER LA
                CONSERVAZIONE E IL RIUSO

   BOSSI TEXTILE INDUSTRY IN CAMERI, GREGOTTI-MENEGHETTI-
  STOPPINO, 1968. DEBATES AND PROPOSALS FOR CONSERVATION
                         AND REUSE

                       Francesca Albani, Matteo Gambaro

                              Politecnico di Milano, Italia
            e-mail: francesca.albani@polimi.it – matteo.gambaro@polimi.it

Keywords: architetture industriali, riuso, conservazione, Gregotti, Architetti
Associati

ABSTRACT
The subject of how twentieth-century architecture ages is highly complex and
detailed. But the problem is not only decay: it is also a question of the significance
and values that the architectural work acquires (or loses) over time. The decision to
demolish the buildings designed by important 20th century architects (residential
estates, industrial complexes, single buildings, ...) is not only link to the poor
conditions and the need to transformation of the city but is more complex. First, we
should consider that no owner would give up a prized object with an economic value
without a convincing reason. Here we are dealing with a process in which the
architectural product progressively undergoes changes and loses its significance. It is
evident, for example, that in the collective imagination there is nothing that so much
suggests featureless and blighted suburbs as the concept of “concrete architecture”
of second half of 20th century. Drabness, seriality, reinforced concrete produced
cheaply, create a series of preconceptions which disturb, and sometimes distort, our
reading and understanding of works that draw their strength from experimentation,
variation in repetition, construction techniques and modular coordination. It is the
case of Bossi Factory, a textile industry founded at the end of 19th century in Cameri
near Novara in the north of Italy. A new building used for the spinning department
was designed by Vittorio Gregotti, Lodovico Meneghetti, Giotto Stoppino in 1968.
In 2013 the Bossi factory closed and began a progressive dismantling of equipment
and a consequent decay of abandoned buildings. Some parts of the complex were
sold, and a recent project transform the area for the construction of a new residential
district that involves the demolition of the spinning factory designed by Gregotti. Many
complaints by architects, cultural associations and local communities have led to a
more in-depth reflections on the theme of the enhancement and reuse of the
architecture of the late 20th century. The knowledge of architecture and specific
strategy of reuse could contribute to a process aimed at the enhancement and
conservation of these buildings, to ensure that they continue to represent a ”stage
of thought”.

                                                                                     23
Francesca Albani, Matteo Gambaro

     1 Introduzione

«Sono nato a Cameri, in provincia di Novara, nel 1927, in mezzo alle risaie ma
dentro la fabbrica tessile della mia famiglia. Mio padre era il direttore della fabbrica
con la passione per il volo e mia madre era una novarese con grande passione
musicale [...]. La fabbrica (o meglio, le fabbriche) erano di proprietà della famiglia
industriale di mio padre (che possedeva anche le cartiere di Verona) dagli anni
Settanta del XIX secolo. Con mio fratello Enrico, di due anni più giovane, avevamo
vissuto i nostri primi dieci anni in fabbrica con tutte le curiosità e la fratellanza dei
nostri operai giocando al calcio con loro […] ma anche facendo esperienze di lavoro
in fabbrica ordinate da mio padre» [Gregotti, 2019]. La fabbrica fu un luogo
privilegiato nella vita del giovane Vittorio alla cui memoria ha dedicato la
pubblicazione Recinto di fabbrica, nella seconda metà degli anni ’90. Di questo
luogo progettò interventi e ampliamenti in diverse fasi della sua attività,
interpretando le nuove esigenze della produzione e della vita della fabbrica. Da
giovane architetto con i soci Lodovico Meneghetti e Giotto Stoppino, realizzò alcuni
progetti di ampliamento del complesso industriale: le residenze per i dipendenti
dell’industria tessile Bossi nel 1954, manufatto di tre alloggi duplex che avrebbe
dovuto essere il primo di un complesso di nove appartamenti, poi non realizzati; il
secondo edificio residenziale a quattro piani per gli operai nel 1961 e il primo corpo
di fabbrica per la filatura costruito nel 1968, ultimo progetto dello studio Architetti
Associati prima dello scioglimento e del trasferimento a Milano. Successivamente
la Gregotti Associati realizzarono numerose opere, tra cui nel 1980 il corpo di
fabbrica per gli uffici.
In particolare, il progetto del corpo di fabbrica per la filatura rappresenta un
momento specifico all’interno della riflessione di Gregotti. Segna, infatti, un
periodo di svolta nell’approccio culturale al progetto, processo già avviato con la
costruzione tra il 1962 e 1964 dei complessi della Cooperativa d’abitazione in via
Palmanova, in via Montegani e in via Da Settignano a Milano. Si tratta di
un’evoluzione dell’approccio critico assunto fino ad allora dagli Architetti Associati
nei confronti del moderno che allo stesso tempo non si presentava
accondiscendente allo storicismo vernacolare, proponendo una linea culturale
attenta alle preesistenze ambientali, fisiche e sociali [Morpurgo, 2008].

     2 Una fabbrica del dopoguerra

Il progetto di ampliamento della fabbrica Bossi, che dal 1907 ha sede a Cameri,
matura nel contesto milanese del dopoguerra in cui ‒ come ci ricorda Umberto Eco
nella prefazione all’edizione francese di Territoire de l’architecture del 1982 ‒ molti
architetti, tra cui Vittorio Gregotti e il suo maestro Ernesto Nathan Rogers,
diventano gli interpreti delle istanze della borghesia industriale del nord Italia. Si
tratta di una caratteristica diffusa nel periodo del boom economico [Crippa, 2007]
dove si registra la volontà di coniugare “problemi di scienza, della tecnica, della
programmazione industriale” attuando una ricerca formale e compositiva in stretto
rapporto con gli artisti, gli scrittori, i filosofi” [Umberto Eco, 1982, p. VI].
Il corpo di fabbrica della filatura per come si presenta oggi è il frutto di numerosi
interventi successivi, che iniziarono con un primo progetto degli Architetti Associati

24
CONCRETE 2021

nel 1968 (1) e che proseguirono per circa un ventennio ad opera dello studio
Gregotti Associati. Il primo ampliamento fu realizzato a Ovest nel 1971 e consiste
in un corpo di fabbrica di 14 x 31 metri adibito allo sballamento del cotone (2). Nel
1983 la filatura venne ampliata a Est con la realizzazione del magazzino e poi nel
1988 a Nord di via Michelona. A metà degli anni Novanta l’ultimo intervento
riguardò la realizzazione di una pensilina adiacente ai magazzini. Tutti gli interventi
si posero in continuità e coerenza costruttiva con l’idea iniziale degli Architetti
Associati e ne rappresentarono in diversi modi una sorta di sviluppo nel tempo. In
particolare, dimostra questa continuità l’intervento del 1983 su progetto dello
studio Gregotti Associati (3). Il nuovo corpo di fabbrica si collega al corpo realizzato
alla fine degli anni Sessanta, adottandone il medesimo linguaggio formale e
costruttivo al punto che ad una lettura veloce potrebbe sembrare che l’intero
edificio sia stato realizzato in un unico momento.

2.1   Il primo corpo di fabbrica della filatura della fabbrica Bossi

Il primo corpo di fabbrica fu progettato alla fine degli anni Sessanta per accogliere
il reparto filatura della Società Bossi fondata nel 1827 da Luigi Molina a Mortara
come stabilimento di tessitura per la produzione di cotoni per l’abbigliamento. Al
momento del suo trasferimento a Cameri per volere del Cav. Quinto Bossi l’azienda
vantava ben 160 telai meccanici e progressivamente la produzione si arricchì dei
processi necessari ad ottenere una struttura integrata, dal filato al tessuto, dalla
tintoria al finissaggio. L’ampliamento della fabbrica della fine degli anni Sessanta
fu progettato per ospitare il reparto filatura che rappresenta il momento
fondamentale per raggiungere il ciclo completo necessario per garantire un
prodotto di elevata qualità con costi compatibili con la realtà di mercato. L’edificio
fu progettato oltre il recinto della fabbrica esistente, in un’area a Est già di
proprietà della famiglia. «Esisteva già, a prova di questa possibilità, una corta
galleria che passava sotto la strada dall’aeroporto e portava in aperta campagna,
costruita proprio in previsione di ampliamenti futuri» [Gregotti, 1996].
Il nuovo edificio ha forma rettangolare e dimensione 90 x 30 metri con struttura
portante verticale costituita da pilastri in acciaio con interasse 10 metri collegati
con travi metalliche su cui poggiano ogni 5 metri capriate metalliche da 30 m di
luce. La copertura è realizzata con pannelli sandwich in lamiera zincata e
preverniciata, mentre il tamponamento perimetrale è costituito da pannelli a
tutt’altezza in calcestruzzo con “Leca espansa”, che conferisce loro un colore rosso
mattone. Il coronamento, che funge anche da asola tecnica per gli impianti, è
rivestito con lamiera ondulata dipinta in colore bianco appoggiata su una sottile
fascia di serramenti che figurativamente rappresentano l’architrave del volume
tecnico. Alla razionalità del manufatto destinato alla filatura fanno da contrappunto
i volumi in calcestruzzo armato prefabbricato destinati ad ospitare le prese d’aria
dell’impianto di areazione; forme asimmetriche iconiche sormontate da enormi
cilindri che rappresentano i portali d’ingresso. L’approccio è razionale e rigoroso e
la regola geometrica-costruttiva costituisce il filo conduttore del progetto. Il
linguaggio è completamente diverso dalle realizzazioni precedenti e palesa

                                                                                     25
Francesca Albani, Matteo Gambaro

l’indipendenza dai riferimenti storici, sia costruttivi che figurativi. Unica eccezione
l’espressività funzionale delle grandi prese d’aria cilindriche e semicilindriche.

L’edificio fu realizzato in una prima fase dall’impresa Costruzioni Ing. Andreotti
S.p.A e dall’ing. Giulio Ceruti, a cui nel 1969 subentra la Gherzi Organisation
Zurich. In questo progetto è evidente come sia determinante una “connessione
dipendente e immediata con l’idea di produzione e di prodotto industriale” che
definisce una connessione intima tra progetto e le regole del fare architettonico ai
metodi della produzione industriale” [Gregotti 1986].
I dettagli costruttivi, infatti, sono un approfondimento ineludibile nel metodo di
lavoro di Vittorio Gregotti, e testimoniano l’attenzione verso la costruzione e il
controllo assoluto del progetto attraverso il disegno.
La costruzione dell’architettura, infatti, avviene a seguito di un progressivo
processo di conoscenza e di puntuale definizione tecnica e figurativa, come
testimoniano i numerosissimi disegni esecutivi prodotti per ogni progetto, che a
volte arrivano persino alla scala 1:1. Il dettaglio diventa lo strumento per il
controllo dell’esito anche formale del progetto. Come scrive Gregotti nel volume
del 1966, parlando del ruolo del progetto esecutivo; “Il progetto come viene
prodotto nella sua forma finale è essenzialmente rivolto ad un altro scopo: quello
della comunicazione di un insieme di dati per la corretta esecuzione dell’opera […]
il cui sistema di decodificazione sia il più sicuro possibile, assicuri il massimo di
univocità al messaggio che si comunica” [Gregotti 1966, p. 27].

Figura 1: Planimetria del primo lotto (Archivio CASVA, Archivio professionale
Vittorio Gregotti: Architetti Associati - Gregotti Meneghetti, Stoppino, 1953 - 1969,
planimetria).

26
CONCRETE 2021

Figura 2: Vista prospettica, 2° progetto, maggio 1968 (Archivio CASVA, Archivio
professionale Vittorio Gregotti: Architetti Associati-Gregotti Meneghetti, Stoppino,
1953 - 1969, tav. 3987, prospettiva del 2° progetto).

Figura 3: Vista prospettica della fabbrica Bossi a Cameri (Archivio CASVA, Archivio
professionale Vittorio Gregotti: Architetti Associati - Gregotti Meneghetti, Stoppino,
1953 - 1969, tav. 7, prospettiva).

Figura 4: Vista di scorcio del fronte sud (in Morpurgo G., Gregotti Associati 1953-
2003, Rizzoli/Skira, Milano 2004, p. 48).

                                                                                   27
Francesca Albani, Matteo Gambaro

Figura 5: Copertura. Piante, sezioni e dettagli, 1968 (Archivio CASVA, Archivio
professionale Vittorio Gregotti: Architetti Associati-Gregotti Meneghetti, Stoppino,
1953 - 1969, tav. 6, facciate-sezione-pianta-copertura-particolari).

3     Processi di abbandono

3.1   La chiusura della fabbrica Bossi

Varie e di diversa natura sono le ragioni della dismissione e dell’abbandono di
architetture industriali e difficilmente possono essere trattate in modo omogeneo,
in quanto ogni luogo è interessato da specifiche vicende. Tra queste molteplicità di
cause, possiamo però individuarne alcune di carattere generale che risultano
essere comuni a molte delle aree italiane, dove il fenomeno della dismissione
industriale non ha comunque mai assunto le grandi dimensioni di altri contesti
europei. Le cause principali possono essere imputate a questioni economico-
settoriali, tecnologiche, ambientale e urbanistiche. Tra queste quella che ha giocato
un ruolo determinante nel caso della Bossi è stata la prima ed in particolare la crisi
“del prodotto” con il relativo esaurimento da parte del mercato della domanda del
bene e la conseguente incapacità dell’impianto di rispondere in tempi brevi ad una
nuova domanda. Nel 2013 la storica azienda tessile Bossi di Cameri con 37
dipendenti chiude dopo aver presentato il 22 marzo al Tribunale di Novara la
richiesta di concordato preventivo. Sulle pagine de’ La Stampa, i titolari

28
CONCRETE 2021

dell’azienda Gian Luigi e Luca Gregotti, illustrano le motivazioni che li hanno
portati al blocco totale dell’attività. La crisi del mercato, iniziata nel 2001, è stata
successivamente aggravata dalla situazione economica degli ultimi anni di attività
che ha paralizzato gli acquisti, a fronte di un aumento dei costi determinando uno
squilibrio che ha portato la società alla richiesta di concordato. Da tale data si
assiste ad un progressivo smantellamento delle attrezzature e ad un conseguente
degrado dei manufatti abbandonati a sé stessi. Alcuni edifici e alloggi del complesso
vengono alienati e in anni recenti viene predisposto un primo progetto di
trasformazione dell’area compresa tra via Galilei e via Michelona che prevede il
cambio di destinazione d’uso della filatura e il frazionamento del lotto, oggi
completamente piantumato con la logica del preverdissement, per la realizzazione
di un nuovo quartiere residenziale.

3.2    Previsione di demolizione

Con la cessione anche di questa porzione della proprietà viene redatto nel 2020 un
Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica PIRU che prevede la completa
trasformazione dell’area con l’obiettivo di realizzare un nuovo quartiere
residenziale e un’area commerciale e artigianale. Il programma prevede la
divisione del lotto in due ambiti: uno a destinazione commerciale e artigianale, che
implica la demolizione del corpo di fabbrica del 1968 che ospitava la filatura e la
conservazione solo dei corpi di fabbrica in calcestruzzo realizzati anni più tardi nella
zona Est del lotto; e l’altro a destinazione residenziale con tipologie a villa e a
schiera. Una nuova strada di attraversamento Est-Ovest separa i due ambiti.
La configurazione proposta viene accolta favorevolmente da parte
dell’Amministrazione comunale, suscitando però le proteste dell’Ordine degli
Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori delle Provincie di Novara e del
Verbano Cusio Ossola e di Italia Nostra, che sollecitano ad una riflessione più
approfondita sul tema della valorizzazione e del riuso dell’architettura “d’autore”
del secondo Novecento. Stimoli ripresi ed amplificati anche da altre organizzazioni
culturali e riviste [Borghi, 2020, p. 12], culminati successivamente nella petizione
sulla piattaforma change.org. Anche la Soprintendenza, seppur tardivamente, ha
avviato l’iter finalizzato alla tutela della Filatura Bossi oggi inserita nell’elenco delle
Architettura di eccellenza del secondo Novecento (4) del Ministero della Cultura
[Zanzottera, 2019]. Da qualche mese è stata avviata una interlocuzione tra il
Segretariato Generale per il Piemonte del Ministero, l’Amministrazione comunale,
i proprietari e il progettista del PIRU “al fine di verificare se e quali margini vi siano
per rivedere il progetto urbanistico prevedendo anziché la demolizione, la
rifunzionalizzazione compatibile dell’esistente”.

4      Possibili futuri

4.1    Dismissione e riuso

Il fenomeno della dismissione delle aree industriali è un fenomeno diffuso e
articolato, sia nel contesto italiano che in quello europeo. Costituisce quel processo
di disattivazione, anche parziale, di aree urbane o extraurbane, di agglomerati o

                                                                                        29
Francesca Albani, Matteo Gambaro

di semplici fabbricati, variegati per dimensioni e caratteristiche, per i quali il
recupero o la conversione ad una nuova funzione presentano problemi di varia
natura [Dansero, Spaziante, 2016]. Il problema della dismissione, quindi, riguarda
tutti quei fabbricati o quelle aree che hanno perduto la loro funzione per la quale
erano stati realizzati, come nel caso della fabbrica Bossi [Parisi, Chimisso 2021].
Queste aree abbandonate non costituiscono più dei luoghi “vivi”, ma hanno perso
la loro identità e il loro legame con il contesto urbano, sociale ed economico nel
quale sono inserite, assumendo così, un ruolo di totale indifferenza nei confronti
della città stessa [Ronchetta, Trisciuglio, 2008]. In particolare, le aree industriali
dismesse sono percepite come contenitori svuotati delle funzioni immanenti che ne
hanno motivato la costruzione, destinati inevitabilmente alla dismissione e alla
progressiva obsolescenza non solo funzionale ma anche fisica e materica [Pedretti,
2011].
Tale processo, al contrario, potrebbe essere arrestato sul nascere se questi
manufatti, spesso di notevole interesse per la storia dell’industria e della
tecnologia, venissero interpretati come testimonianza materiale di memorie
individuali e collettive, di cultura del lavoro, di valori simbolici e di storia locale.

4.2    Riflessioni conclusive

La lettura degli approcci al riuso dell’architettura industriale permette di delineare
il quadro delle vicende in cui si sono sviluppati interventi significativi per la fruizione
delle aree dismesse, verifiche nodali per la conservazione dei valori culturali del
patrimonio costruito, sulle quali sono parallelamente maturate consapevolezze per
l’aggiornamento delle strategie di progetto di riuso secondo sensibilità alternative
a quelle meramente trasformative. Per rendere oggi sostenibile, nella sua
accezione più ampia, la conservazione e il riuso di manufatti industriali del secondo
Novecento è indispensabile considerare il progetto come un processo di
stratificazione di valori materiali e significati intrinsechi. Momento di sintesi dei
valori connaturati al manufatto stesso, alla sua storia d’uso e alle possibilità di
rivivere con nuove funzioni [Douet 2012]. La fabbrica Bossi rappresenta un
patrimonio rilevante per il territorio, in particolare per Cameri, sia di tipo
economico sia culturale in quanto capace di testimoniare “storie” diverse: da quelle
relative alla comunità locale a quelle legate al dibattito architettonico. Il manufatto
con le sue grandi spazialità offre significative e diversificate possibilità di riuso,
attuabili però, oltreché con opere di messa in sicurezza alla luce delle vigenti
normative [Sposito, 2012] solo a condizione di una presa di coscienza del valore
aggiunto determinato dalla qualità dell’edificio nel processo di riappropriazione.
Consapevolezza che travalica la semplice sostenibilità economica a fronte di un
approccio basato sui valori culturali come occasione, che rappresenta un
importante tassello della storia dell’architettura del Secondo Novecento. La
fabbrica Bossi costituisce infatti una delle prime sperimentazioni da parte di Vittorio
Gregotti di temi più complessi determinati dalla modernizzazione in corso della
società e contemporaneamente un cambio di scala
rispetto agli interventi puntuali e perimetrati del contesto novarese. Anche dal
punto di vista costruttivo si passa dall’utilizzo di soluzioni tradizionali come il
calcestruzzo armato e il laterizio alla sperimentazione delle strutture in acciaio e
all’uso esteso della prefabbricazione. La fabbrica è quindi una testimonianza di un

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CONCRETE 2021

Figura 6: Vista del prospetto Sud, 2021 (foto Albani, 2021).

momento di cruciale rilevanza all’interno dell’attività di Gregotti in quanto il
rapporto tra progetto e costruzione ed il suo significato, tema che successivamente
diventerà centrale all’interno della sua riflessione architettonica, appare affrontato
in piena consapevolezza. Inizia inoltre ad essere esplicito l’approccio nei confronti
del progetto in cui si presenta inscindibile il rapporto tra l’edificio, il paesaggio, il
tessuto urbano e, più in generale, la dimensione territoriale: “Ed è a partire da ciò
che, man a mano che cresceva la scala dei progetti, prese forma la concezione di
edificio come risposta al paesaggio, come ri-strutturazione ed elaborazione di un
segno archetipico sulla natura, una traccia geografica” (Rykwert, 1990).
E’ di pochi giorni fa la notizia dell’approvazione del PIRU a seguito dell’accordo tra
proprietà, Soprintendenza e Comune, che prevede la conservazione del primo
manufatto entrato in funzione nel 1971 che sarà, per la porzione compresa nel
PIRU, destinato a funzione pubblica probabilmente come sala per convegni e
manifestazioni per circa 250 posti; e per la parte esclusa dal perimetro del piano
conservata, almeno per ora, la destinazione artigianale/produttiva.

Bibliografia
[1] Parisi R., Chimisso M. (2021), La Carta di Nizhny Tagil e la tutela del patrimonio industriale in
    Italia, Rubbettino, Soveria Mannelli.
[2] Borghi R. (2020), “In difesa della filatura Bossi di Cameri”, in “ANANKH” n. 90, maggio, p. 12.
[3] Gregotti V., (2019), Autobiografia tendenziosa in Gambaro M. (a cura di), Il mestiere di
    architetto, Interlinea, Novara.
[4] Zanzottera F. (2019), Archeologia e architettura industriale: una relazione lunga quasi
    cinquant’anni, in “Territorio”, n. 89, p. 44-46.
[5] Dansero E., Spaziante A., (2016) Scoprire i vuoti industriali: analisi e riflessioni a partire da
    censimenti e mappature di aree industriali dismesse a Torino, Ires Piemonte, Torino

                                                                                                  31
Francesca Albani, Matteo Gambaro

[6] Douet J. (ed) (2012), Industrial heritage re-tooled. The ticcih guide to industrial heritage
    conservation, Carnegie Publishing Ltd, Lancaster.
[7] Sposito C. (2012), Sul recupero delle aree industriali dismesse. Tecnologie, materiali, impianti
    ecosostenibili e innovativi, Maggioli, Milano
[8] Pedretti B., (2011), La funzione in un mondo di finzione. Riuso del patrimonio storico e principio
    di disgiunzione tra forma e contenuto, in Reichlin B., Pedretti B. (a cura di), Riuso del patrimonio
    architettonico, Mendrisio Academy Press, Silvana Editoriale, Milano, p. 65-78.
[9] Morpurgo G., (2008), Gregotti e Associati. L’architettura del disegno urbano, Rizzoli, Milano.
[10]    Ronchetta C., Trisciuglio M. (a cura di) (2008) Progettare per il patrimonio industriale, Celid,
    Torino.
[11]    Crippa M.A. (2007), Modernità e Benessere nella Milano negli anni ’50/’70, in A. Piva, V. Prina
    (a cura di), Marco Zanuso: Architettura, Design, e la costruzione del benessere, Gangemi, Roma,
    p. 11-19
[12]   Rykwert J (1990), Je dors très vite, in Cagnardi A., Cerri P., Gregotti V., Gregotti Associati
    1973-1988, Electa, Milano.
[13]    Rykwert J (1995), Gregotti Associati, Rizzoli, Milano.
[14]    Gregotti V., (1996), Recinto di fabbrica, Bollati Boringhieri, Torino.
[15]    Gregotti V. (1986), “Costruire l’architettura”, in “Casabella” n. 520-521, gennaio-febbraio.
[16]    Eco U. (1982), Preface, in Le Territoire de l’architecture, L’Equerre, Paris, p.8.
[17]    Gregotti V. (1966), Il territorio dell’architettura, Feltrinelli, Milano.

Note
(1) Il Centro di Alti Studi per le Arti Visive CASVA conserva sia l’archivio: Architetti Associati-Gregotti
    Meneghetti, Stoppino (1953 – 1969) che l’archivio: Gregotti Associati (1974- 2016). Allo stato
    attuale è inventariato in modo completo solo l’archivio Gregotti Associati; è ancora in fase di
    elaborazione l’archivio Architetti Associati. Gli elaborati grafici citati e riportati nel presente
    articolo sono esiti di attività progettuali svolte a partire dal 1968 prima dallo studio Architetti
    Associati, poi dal solo Vittorio Gregotti, nel periodo compreso tra lo scioglimento del sodalizio
    con Meneghetti e Stoppino nel 1969 e la costituzione nel 1974 della Gregotti Associati. Ulteriori
    opere sono state progettate ed eseguite a partire dal 1980 dalla Gregotti Associati.
(2) Comune di Cameri Licenza di Costruzione n° 434, 22/4/1971, Collaudo Statico delle Opere
    Strutturali ing. Ugo Neri, 1/10/1971, permesso di agibilità n° 5666, 12/10/1971.
(3) Comune di Cameri Concessione Edilizia n° 4286, 8/6/1982, Genio Civile di Novara n° 9556/607,
    autorizzazione di agibilità 23/1/1984 n°565.
(4) “Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento". Avviato nei primi anni
    del 2000 dall’ex DARC Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee e proseguito
    con l’attuale DGCC Direzione Generale Creatività Urbana del Ministero della Cultura definisce
    l’edificio come un’opera di particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano e/o
    ambientale in cui è stato realizzato.

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