COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO - Sabato, 21 marzo 2015
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COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO Sabato, 21 marzo 2015 Cronaca 21/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3 Operazione Zarina, cinque condanne 1 21/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 17 I giornali freschi di stampa nell'antica cappella affrescata 2 21/03/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 25 RADOGNA MATTEO Coppia di albanesi in manette dopo dieci furti di capi firmati 3 21/03/2015 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 2 "Tra quei nomi sentirete leggere quello di mio padre. E io avrò i... 4 21/03/2015 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 2 LUIGI SPEZIA Le cosche sotto le Torri il pm Mescolini fa condannare altri cinque... 6 Politica locale 20/03/2015 Ansa Da lezioni sospese a studenti 'in maschera', l' eclissi di Sole regione... 7
21 marzo 2015 Pagina 3 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca IN TRIBUNALE RITO ORDINARIO PER ALTRI OTTO IMPUTATI. Operazione Zarina, cinque condanne CONDANNE PESANTI per i prestanomi di Michele Pugliese, alias Michele la Papera', 39 anni, ritenuto dalla Procura elemento di spicco della 'ndrangheta. Ieri mattina davanti al gup Rita Chierici sono state processate con rito abbreviato cinque delle 13 persone coinvolte nell' operazione Zarina, eseguita nell' aprile 2013 dai carabinieri coordinati dal pm della Dda Marco Mescolini. Le accuse erano, a vario titolo, reimpiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni, aggravati dall' agevolazione dell' associazione mafiosa. Il giudice ha condannato Anna La Face e Salvatore Mungo a 2 anni, Vito Muto a 5 anni e 2 mesi (si trova ai domiciliari), Diego Tarantino a 4 anni (ai domiciliari), e Federico Periti a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni (in carcere). Altri otto imputati hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio (prima udienza l' 8 ottobre): sono Michele Pugliese, due suoi familiari, Mirko e Mery, l' ex compagna Caterina Tipaldi, e altri quattro presunti complici. Nell' ambito dell' inchiesta sono stati sequestrati beni per 13 milioni di euro tra aziende, alberghi in Calabria, trattori, rimorchi e conti bancari. Tutti riconducibili, per l' accusa, a Michele la Papera', ritenuto uomo di spicco delle cosche Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. Il gup ha disposto la confisca dei beni dei cinque condannati. A REGGIO EMILIA l' indagine prese il via con una segnalazione della Camera di Commercio, mentre a Bologna le indagini partirono nel 2011, quando i carabinieri di San Giovanni in Persiceto cominciarono a indagare sull' incendio di alcuni escavatori in una cava della società Lame 91, con sede a Castel Maggiore ma con attività di estrazione a Sala Bolognese, in cui risultavano effettuare movimento terra alcune ditte calabresi. Le indagini si sono poi concentrate sulla famiglia Tipaldi. Originaria anche questa di Isola, ma da anni presente a San Giovanni e Sant' Agata Bolognese. g. d. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1
21 marzo 2015 Pagina 17 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca I giornali freschi di stampa nell'antica cappella affrescata LA PRIMA edicola di San Giovanni in Persiceto? La aprì la famiglia Tolomelli a fine Ottocento, con un chiosco a pochi passi dal Comune e dal teatro, in piazza del popolo. Quell' edicola, da allora, non ha mai smesso di far arrivare le notizie in paese. Al massimo si è spostata di qualche metro: è finita sotto ai portici, giusto all' angolo tra corso Italia e piazza del Popolo, ha preso posto in una antica cappella a ridosso dei locali comunali e lì è rimasta. OGGI È NELLE MANI di Stefano Bignardi, che l' ha acquistata lo scorso anno da Enzo Rondelli, proprietario e gestore per 37 lunghi anni. Ai giornali si sono aggiunti i giocattoli, i libri e la cartoleria. Presenza caratteristica e ormai una sorta di istituzione in paese, della vecchia cappella l' edicola Bignardi conserva dei bellissimi affreschi. I LAVORI di ammodernamento furono effettuati da Rondelli. L' impostazione del negozio è rimasta la stessa da allora, e Stefano Bignardi l' ha mantenuta, come si confà alle botteghe storiche. Con i giocattoli, i libri in esposizione, le riviste nelle vetrine a ridosso delle colonne del portico e le civette dei quotidiani fuori dalla porta. Il resto è vita quotidiana, scandita dall' arrivo dei giornali quando è ancora notte e dall' apertura al pubblico, a partire dalle cinque di mattina per tutti i passanti che da una certa ora in poi, da più di cento anni a questa parte, si recano in piazza per acquistare i quotidiani freschi di stampa. L' edicola resta aperta fino all' una, poi riapre nel pomeriggio e chiude alle 19. Pronti a ricominciare il giorno dopo, tutti i santi i giorni, come dai primi del Novecento a questa parte. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2
21 marzo 2015 Pagina 25 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca ARGELATO CARABINIERI IN AZIONE AL CENTERGROSS. Coppia di albanesi in manette dopo dieci furti di capi firmati di MATTEO RADOGNA ARGELATO LADRI modaioli' arrestati per furto aggravato dopo 10 colpi nei negozi del Centergross di Funo ad Argelato. Dopo aver razziato diversi magazzini del distretto della moda Bolognese, due albanesi di Reggio Emilia, un 24enne disoccupato e una 38enne casalinga, sono finiti nella rete dei carabinieri della stazione di San Giorgio e della compagnia di Persiceto. Si parla di un bottino tra i 5mila e i 10mila euro, anche se una stima precisa non è stata ancora effettuata. La maxi razzia grandi firme' è avvenuta lungo i capannoni che ospitano i magazzini di abbigliamento per donna. Abiti raffinati, da indossare nelle occasioni che contano o per appuntamenti mondani e che vengono venduti all' ingrosso a compratori italiani o esteri. I ladri sapevano evidentemente il fatto loro, visto che in pochi minuti si sono avventati sui capi più costosi delle boutique, ma dopo aver razziato una decina di negozi e aver riempito un' auto di vestiti, sono stati pizzicati dai titolari delle ditte Sorbino Uomo SpA' e Dixie'. I malviventi scoperti hanno tentato di darsi alla fuga ma un addetto li ha raggiunti e bloccati insieme ad altri commercianti del distretto. All' arrivo degli uomini dell' Arma, infatti, i due stranieri erano infatti già stati fermati. MA NON SI è trattato di un fatto isolato, perché indagando più a fondo, gli inquirenti hanno scoperto che all' interno di una Jeep parcheggiata nelle vicinanze e intestata a una connazionale dei due soggetti, erano stati nascosti altri dieci capi d' abbigliamento del valore di migliaia di euro. La merce, rubata qualche ora prima ad altre aziende del posto, è stata immediatamente restituita ai legittimi proprietari. IL CONTROLLO nei blocchi del Centergross da parte dei carabinieri è stato intensificato, ma la collaborazione con i commercianti resta fondamentale. Dopo aver trascorso la notte nelle camere di sicurezza della caserma di San Giovanni in Persiceto, i due arrestati, tra l' altro incensurati, sono stati condotti in tribunale per l' udienza di convalida dell' arresto. RADOGNA MATTEO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3
21 marzo 2015 Pagina 2 La Repubblica (ed. Bologna) Cronaca "Tra quei nomi sentirete leggere quello di mio padre. E io avrò i brividi" "Fu Brusca a rivelare che mio papà fu ucciso per errore, anche se non so se posso dire grazie a un assassino" "Ci ho messo 22 anni per riuscire a raccontare la sua storia, Libera mi ha dato anche quella forza" ILARIA VENTURI SUOpadre fu ucciso il 18 giugno 1991 sulla strada per Alcamo al ritorno da una partita di calcetto: era andato a vederla con dei colleghi, in macchina c' era anche un operaio della Forestale che non conosceva. L' auto fu fermata da un commando: l' obiettivo era uno solo, Domenico Parisi, cognato del latitante Lorenzo Greco. Morirono in tre, anche Gaspare Palmeri, 61 anni, vittima innocente nella guerra dei Corleonesi. Filippo, il figlio che vive e lavora come imprenditore edile a San Giovanni in Persiceto, ricorda quel giorno come fosse ieri. "Allora io avevo 34 anni, me n' ero già andato dalla Sicilia perché non potevo lavorare, avevo già ricevuto qualche intimidazione. Non capivo perché mio padre era morto e per anni ho dovuto sopportare anche che la gente dicesse che era colluso con la mafia e io il figlio di uno che se l' era andata acercare.Unaferitacheancoramibrucia". Poi la verità, rivelata a processo nel 2003 da Giovanni Brusca. "Disse che mio padre non c' entrava nulla, ma non so se posso dire grazie, è una parola pesante riferita a Brusca". Suo padre rischiava di essere una vittima dimenticata. "All' inizio la sua morte è stata un dolore così forte che in famiglia l' abbiamo vissuto in solitudine. Io ci ho messo 22 anni per raccontare la sua storia". Perché questo blocco, vissuto in solitudine? "Vedevo che se raccontavo di mio padre alla gente poi non interessava, pensavo di non essere capito. Poi ho incontrato Libera, gli altri famigliari, don Ciotti, che per me è un padre". Il nome di Gaspare Palmieri dal 2008 risuona dal palco del 21 marzo, che effetto le fa? "Ogni volta mi vengono i brividi, sentire il suo nome però mi dà gioia, è come se, dopo aver vagato anni nel nulla, mi sia riappacificato con la mia coscienza. Quest' anno poi succederà a Bologna, città che considero ormai la mia terra. Mi restituisce orgoglio, sento che è stata fatta giustizia". E lei ora cammina coi parenti delle vittime al corteo, parla nelle scuole. "Questo sarà il mio quarto anno in corteo con i famigliari, per noi significa non essere soli, è un grande Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4
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21 marzo 2015 Pagina 2 La Repubblica (ed. Bologna) Cronaca L' INCHIESTA. Le cosche sotto le Torri il pm Mescolini fa condannare altri cinque 'ndranghetisti LUIGI SPEZIA LA "zarina" andrà a giudizio. Con lei altre sette accusati di reimpiego illecito di beni e estorsione con l' aggravante dell' associazione mafiosa. L' ha deciso ieri il gup Rita Clerici, che ha intanto condannato con rito abbreviato cinque persone, per gli stessi reati tranne l' estorsione. E' il risultato di un' altra inchiesta della Dda di Bologna contro la 'ndrangheta, coordinata dal pm Marco Mescolini, lo stesso dell' inchiesta Aemilia con i suoi 117 arresti. I condannati sono Anna La Face e Salvatore Mungo a 2 anni, Diego Tarantino (4 anni), Federico Periti (4 anni e 5 mesi), Vito Muto (5 anni e 2 mesi). Il fulcro era a Gualtieri in provincia di Reggio Emilia, ma quest' inchiesta aveva scoperto un anno fa una base anche in provincia di Bologna. A Sant' Agata Bolognese risiedeva Caterina Tipaldi, detta appunto "la zarina" per il suo piglio imprenditoriale, ex amante del boss Michele Pugliese, 38 anni, detto «Michele la papera», uno degli otto rinviati a giudizio insieme a Mery, Doriana, Vittoria e Mirko Pugliese e a Carmela Faustini e Giuseppe Ranieri. Pugliese dirigeva le sue numerose imprese di trasporti soprattutto da Isola Capo Rizzuto, dove venne sospettato di aver fatto parte del gruppo di fuoco che nel 2004 eliminò a colpi di bazooka il boss della cosca in quel momento rivale, Carmine Arena. Bazooka e mitragliatrici ricorrono anche in alcune intercettazioni telefoniche. A Reggio Emilia l' inchiesta è nata dopo un esposto del presidente della Camera di Commercio Enrico Bini sul conto di una delle imprese di trasporti di Pugliese, l' Autotrasporti Emiliana Inerti srl. A Bologna sono stati i carabinieri di San Giovanni in Persiceto a iniziare le indagini partendo da un attentato ad un escavatore, all' interno di una cava della ditta Lame 91 a Sala Bolognese, nel novembre 2011. Il pm Mescolini ha ottenuto anche un altro risultato, la confisca di tutti i beni sequestrati, compresi tre hotel in Calabria. Con un unico neo: gli hotel stanno andando in malora, invece di essere conservati per essere reimpiegati dagli enti pubblici. © RIPRODUZIONE RISERVATA LUIGI SPEZIA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6
20 marzo 2015 Ansa Politica locale Da lezioni sospese a studenti 'in maschera', l' eclissi di Sole regione per regione Lezioni sospese e studenti 'in maschera' a Isernia, in strada con radiografie a Napoli, aperture straordinarie di molti osservatori: queste alcune delle tante iniziative, spontanee e organizzate, in tutte le regioni italiane nel nel tentativo di godersi il raro spettacolo dell' eclissi di Sole. Ma c' è anche chi, non utilizzando adeguate protezioni, è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari per fastidi agli occhi. ABRUZZO Dal mare ai monti, tutti col naso all' insù per l' eclissi che ha raggiunto il suo picco all' Aquila intorno alle 10.34. Appassionati si sono raccolti nelle zone più alte, a Campo Felice come a Campo Imperatore, per una volta senza sci ma con binocoli, cannocchiali e altri strumenti, ovviamente dopo aver schermato gli occhi con opportune protezioni. In città, qualche avvocato e qualche giornalista sono stati visti anche nel più trafficato del solito parcheggio della sede della Corte d' Appello del capoluogo abruzzese, dove è in corso un importante processo, e dove bisogna uscire dall' edificio per telefonare, lanciare un' occhiata furtiva con gli occhiali da sole. Lo stesso nei vicini uffici comunali di Villa Gioia, dove è comparso qualche curioso alle finestre. A Pescara gruppetti di persone muniti di appositi strumenti schermanti si sono ritrovati nel centralissimo corso Umberto, a due passi dal mare. E c' é chi ha anche rivolto una preghiera: nel momento clou, quando il sole si è impallidito, una signora si è affacciata sul terrazzo, ha guardato l' eclissi attraverso il vetro di una bottiglia e poi ha congiunto le mani in preghiera muovendo le labbra come a recitare dei versi in una posizione assorta. Aperti l' Osservatorio Colle Leone e il Planetario Fausto Marini di Mosciano Sant' Angelo (Teramo). BASILICATA Decine di persone, da sole o in gruppo, hanno osservato il cielo a Potenza e a Matera per partecipare al "fenomeno". A Potenza molti utilizzano occhiali o lenti speciali, mentre qualcuno ha fatto ricorso anche a materiale radiografico sanitario. A Matera, in piazza Vittorio Veneto, sono stati sistemati tre telescopi e l' eclissi è diventato un appuntamento per centinaia di persone: molti alunni di varie scuole della città si sono messi in fila per guardare il sole attraverso gli apparecchi. CALABRIA Una folla di appassionati di tutte le età ha risposto, a Reggio Calabria, all' appello lanciato dal Planetario Pythagoras per l' eclissi di sole di stamani. Per circa due ore si è così ripetuto lo spettacolo dell' oscuramento del sole che in tanti, di tutte le età, molti gli studenti, hanno potuto seguire nello spazio antistante la struttura, con gli occhialini protettivi o con i potenti telescopi messi a disposizione. Un successo per quanti, in tutta sicurezza, hanno potuto seguire il fenomeno del cosiddetto "Sole nero". Un Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7
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