Competitività economica 2017 - RAPPORTO SULLA STRUTTURA ECONOMICA TICINESE - Referenti: Paolo Malfitano Federica Rossi ...

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Competitività economica 2017 - RAPPORTO SULLA STRUTTURA ECONOMICA TICINESE - Referenti: Paolo Malfitano Federica Rossi ...
Competitività economica 2017
 RAPPORTO SULLA STRUTTURA ECONOMICA TICINESE

 Referenti:
 Paolo Malfitano
 paolo.malfitano@usi.ch
 Federica Rossi
 federica.rossi@usi.ch
Competitività economica 2017 - RAPPORTO SULLA STRUTTURA ECONOMICA TICINESE - Referenti: Paolo Malfitano Federica Rossi ...
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Istituto di Ricerche Economiche (IRE)
Osservatorio delle Dinamiche economiche (O-De)
Via Maderno 24
CH – 6904 Lugano
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Fax. +41(0)58 666 46 62
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 Competitività Economica 2017, © Ottobre 2017 – Aprile 2018
Competitività economica 2017 - RAPPORTO SULLA STRUTTURA ECONOMICA TICINESE - Referenti: Paolo Malfitano Federica Rossi ...
INDICE
INDICE ..................................................................................................................................................................
1. ..........................................................................................................................................................................
INTRODUZIONE.................................................................................................................................................. 1
 1.1 La competitività regionale: riflessioni teoriche ....................................................................................... 1
2. ..........................................................................................................................................................................
LA COMPETITIVITÁ ATTUALE SECONDO IL MODELLO PIRAMIDALE .................................................................. 5
 2.1 Standard di vita........................................................................................................................................ 6
 2.2 Determinanti della crescita ..................................................................................................................... 7
 2.3 Determinanti di sviluppo ......................................................................................................................... 9
 2.4 Determinanti di successo ...................................................................................................................... 12
3. ..........................................................................................................................................................................
LE MISURE DELLA COMPETITIVITÁ CANTONALE ............................................................................................. 16
 3.1 Revealed competitiveness ..................................................................................................................... 16
 3.2 I profili della competitività cantonale.................................................................................................... 17
4. ..........................................................................................................................................................................
FOCUS: QUALITÀ DELLA VITA .......................................................................................................................... 21
 4.1 La qualità della vita ticinese nel confronto inter-regionale................................................................... 21
 4.2 Lugano nel confronto con le altre grandi città svizzere ........................................................................ 24
5. ..........................................................................................................................................................................
CONSIDERAZIONI FINALI.................................................................................................................................. 27
APPENDICE A ................................................................................................................................................... 29
APPENDICE B ................................................................................................................................................... 30
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................................. 31
Competitività economica 2017 - RAPPORTO SULLA STRUTTURA ECONOMICA TICINESE - Referenti: Paolo Malfitano Federica Rossi ...
1

 breve-medio periodo; e una relativa alla competi-
 tività dal punto di vista della popolazione resi-

 1. dente, in un’ottica di lungo periodo. Queste deter-
 minanti sono rappresentate graficamente in modo
 da ottenere un quadro immediato e facilmente
 fruibile della situazione competitiva ticinese nel
 INTRODUZIONE confronto inter-cantonale. L’architettura del do-
 cumento qui proposto si basa su tre sezioni princi-
Il presente documento, giunto alla sesta edizione, pali: la prima è relativa all’aggiornamento della pi-
mira a delineare una sintesi del profilo economico ramide competitiva, la seconda riguarda il con-
del cantone Ticino. L’obiettivo è quello di creare fronto della competitività inter-cantonale, mentre
una piattaforma conoscitiva sullo stato e sull’evo- la terza affronta un focus sulla qualità della vita in
luzione della competitività economica cantonale, Ticino, e in particolare nella città di Lugano.
basandosi sulle principali evidenze emerse
dall’analisi dei dati secondari. Una delle funzioni 1.1La competitività regionale:
principali del presente rapporto è inoltre quella di riflessioni teoriche
interpretare in modo coerente gli indicatori che si- In un mondo globalizzato e in continua evoluzione,
stematicamente vengono rilevati a livello canto- il concetto di competitività regionale muta e si
nale, al fine di individuare trend di crescita e dise- evolve con esso. Nel presente paragrafo cerche-
gnare possibili traiettorie di sviluppo. Lo studio remo di dare una definizione esaustiva dei requi-
vuole quindi essere un punto di riferimento sul siti che deve possedere un territorio per essere de-
quale costruire il monitoraggio dell’economia can- finito “competitivo” rispetto all’ambiente circo-
tonale e la valutazione delle politiche economiche, stante. Ci baseremo sulle riflessioni e le esperienze
dando la possibilità di approfondire – attraverso delle maggiori organizzazioni mondiali che si occu-
analisi e/o focus specifici – ciascuna delle dimen- pano di sviluppo economico e le più recenti teorie
sioni considerate. Il presente lavoro racchiude le presenti in letteratura. Da una prima analisi, si
attività di monitoraggio e benchmarking prodotte evince che la stima del livello competitivo di un
dall’Osservatorio delle Dinamiche economiche (O- territorio presenta molteplici sfaccettature e si
De), creato in IRE per volontà del Dipartimento presta a svariate interpretazioni. Da un lato, infatti,
delle Finanze e dell’Economia (DFE). L’osservato- troviamo molti economisti che vedono la compe-
rio gestisce inoltre un database ad uso interno, or- titività come qualcosa di sperimentato solo a li-
ganizzato e aggiornato di volta in volta con i dati vello di impresa, ignorando il concetto di “compe-
più recenti, per l’analisi della competitività (attual- titività nazionale” (Krugman, 1996). Altri studiosi,
mente la maggior parte delle serie considerano un invece, considerano la mancanza di attenzione per
lasso temporale dal 1980 al 2016; nel presente la- una più ampia nozione a livello nazionale di com-
voro si farà comunque riferimento all’ultimo dato petitività come una forte lacuna nella ricerca eco-
temporale disponibile). Anche per quest’anno si è nomica e a livello di policy (Porter, 1990). I territori
scelto di misurare la competitività di medio e influenzano chiaramente la competitività a livello
lungo periodo tramite degli indicatori sintetici. La di impresa (positivamente o negativamente) tra-
prima misura riguarda il livello competitivo che si mite il capitale umano, l'accesso al mercato, la bu-
manifesta in un territorio, intesa come il risultato rocrazia, le istituzioni e una serie di altri fattori.
della capacità competitiva territoriale, denomi- Un'economia in cui gli imprenditori possono con-
nata “Revealed Competitiveness”. Le determi- tare su fattori di vantaggio rispetto ai territori limi-
nanti della competitività sono state poi suddivise trofi, permette loro di raggiungere un più alto li-
in due componenti, una relativa alla competitività vello di competitività.
dal punto di vista delle imprese, in un’ottica di
2

Un esempio può essere quello dato dai costi logi- “La competitività regionale può essere definita
stici e di trasporto: il basso costo di questi fattori come la capacità di offrire un ambiente attrattivo
può influenzare la scelta localizzativa delle im- e sostenibile per imprese e residenti per vivere e
 lavorare”
prese. Il “Global Competitiveness Report 2015-
2016 1 ” pubblicato dal World Economic Forum Il termine sostenibile in questa definizione non
(WEF) definisce il concetto di competitività come: viene utilizzato nel senso puramente ecologico-
 ambientale, ma è da interpretarsi come la capacità
 “L’insieme delle istituzioni, politiche e fattori che
 di una regione di fornire un ambiente attrattivo sia
 determinano il livello di produttività di un'econo-
 mia, e che a sua volta determina il livello di pro- nel breve che nel lungo termine. Ciò significa, ad
 sperità a cui un Paese può arrivare” esempio, che una regione che riduce le imposte a
 tal punto da non poter più mantenere la qualità
Volendo focalizzare l’attenzione sulla competiti- delle sue infrastrutture e dei servizi pubblici, non
vità regionale sub-nazionale, notiamo che anche in soddisfa i requisiti della definizione sopracitata.
questo caso vi è un dibattito aperto tra i policy ma- Queste definizioni toccano alcuni fattori di svi-
ker e il mondo accademico. L’intento di questo luppo da cui possono trarre beneficio sia le im-
studio è quello di costruire una semplice defini- prese che i residenti. Un esempio possono essere
zione di competitività regionale, che risponda le “buone” istituzioni, ma anche fattori, quali i sa-
pragmaticamente ai temi di attualità sollevati lari, in cui gli interessi del pubblico possono en-
nella letteratura e permetta di riflettere sulla trare in conflitto con quelli dei privati. Nel pre-
scelta degli indicatori da utilizzare. La riflessione sente rapporto ci sforzeremo, quindi, di bilanciare
proposta parte dal presupposto che una regione gli aspetti più importanti di un ambiente attrattivo,
non è né una semplice aggregazione di imprese, né combinando gli obiettivi del successo commer-
una versione in scala di una nazione (Gardiner et ciale con il benessere personale. Nel tentativo di
al. 2004). Meyer-Stamer (2008) asserisce che: unificare alcuni elementi chiave del concetto di
 competitività, si riconferma la scelta di un modello
“Possiamo definire la competitività di un territorio
 che prenda in considerazione diverse intuizioni sia
 come la capacità di una località o regione di ge-
nerare redditi elevati e crescenti e di migliorare le teoriche che empiriche, noto come modello pira-
condizioni di vita delle popolazioni che vi abitano” midale della competitività 2. Il modello piramidale,
 nel suo ultimo aggiornamento (Lengyel, Rechni-
In contrasto con la definizione precedente del WEF tzer, 2013) si basa sulle relazioni tra input-output,
focalizzata sul concetto di produttività, quest’ul- e outcome. I risultati (outcome) dipendono dalla
tima definizione si basa interamente sui benefici competitività e si riferiscono al tenore di vita in
per le persone che vivono in una regione. Si pre- una data regione. Gli input che influenzano la com-
suppone quindi uno stretto legame tra competiti- petitività regionale possono essere suddivisi in
vità e prosperità. Sulla stessa linea, proponiamo due gruppi: diretti e indiretti. La componente di-
una definizione di competitività regionale che in- retta rappresenta i fattori di competitività che
tegra il punto di vista sia delle attività produttive hanno effetti sugli outcome a breve-medio ter-
che della popolazione residente (Dijkstra et al. mine. Altrettanto importanti sono gli input indi-
2011): retti, dati dai fattori sociali, economici, ambientali
 e culturali che hanno un impatto a lungo termine
 sulla competitività, le cosiddette “determinanti di
 successo”. Il modello appena definito, con le sue
 componenti, è rappresentato in Figura 1.

1Global Competitiveness Report 2015-2016
2 Lengyel (2004), Begg (1999), European Commission (1999), Jensen-
Butler (1996).
3

 Figura 1: RAPPRESENTAZIONE SEMPLIFICATA DEL MO- DETERMINANTI DELLA CRESCITA. Scomponendo il PIL
 DELLO PIRAMIDALE DELLA COMPETITIVITÀ. per fini analitici come proposto da Palmieri
 (2005) 3 si mettono in evidenza due componenti
 principali 4: la produttività del lavoro e il tasso di
 Standard di vita occupazione. La produttività è intesa come una
 Outcome
 misura delle risorse necessarie per produrre una
 data unità di output. In questo senso, essa è un in-
 Determinanti della crescita dicatore importante per la competitività regionale
 e locale, così come la situazione occupazionale.
 Input diretti
 Determinanti di sviluppo DETERMINANTI DI SVILUPPO. Queste determinanti si
 posizionano nella linea intermedia dello schema
Input indiretti Determinanti di successo piramidale. Sono dimensioni che hanno un’in-
 fluenza diretta sulla crescita e sulle quali i policy
 maker possono intervenire, con programmi speci-
 fici, per ottenere un risultato di breve-medio ter-
 mine sulla performance competitiva regionale.
 STANDARD DI VITA. L’obiettivo competitivo di un ter- Nella fattispecie, si tratta di fattori che hanno un
 ritorio è quello di mantenere o generare un tenore effetto diretto sulla scelta localizzativa delle im-
 di vita elevato in termini sia quantitativi sia quali- prese e sulla performance aziendale, essendo fon-
 tativi. Quando un territorio presenta una buona damentali per l’insediamento, la conduzione e lo
 qualità di vita, significa che la maggioranza della sviluppo di un’attività produttiva:
 sua popolazione può fruire di una serie di vantaggi
 politici, economici e sociali che le permettono di • SUPERFICIE DISPONIBILE;
 sviluppare con discreta facilità le proprie potenzia- • CAPITALE UMANO;
 lità umane e condurre una vita relativamente se- • CAPITALE FINANZIARIO;
 rena e soddisfacente. Le variabili che rientrano in • IMPRENDITORIALITÀ;
 questo costrutto sono molte e difficilmente quan- • COSTO DEI FATTORI;
 tificabili, poiché possono essere sia materiali (di- • INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE.
 rettamente misurabili) che immateriali (non quan-
 Queste dimensioni sono a loro volta influenzate o
 tificabili). L’indicatore comunemente utilizzato per
 la misura della qualità della vita è il Prodotto In- formate da quegli input che definiscono - nel lungo
 termine - un elevato livello di competitività regio-
 terno Lordo (PIL) pro-capite, insieme al reddito di-
 nale: le determinanti di successo.
 sponibile delle economie domestiche, in quanto
 essi sono in grado di dare un’indicazione, sebbene
 DETERMINANTI DI SUCCESSO. L’inserimento di questi
 incompleta, dello standard di vita medio della po-
 tasselli alla base della piramide ha una duplice va-
 polazione. Nel focus di questo rapporto si cercherà
 lenza: da un lato permette di specificare ulterior-
 di approfondire le varie sfaccettature della qualità
 mente le caratteristiche delle determinanti di svi-
 di vita, in maniera tale da ottenere un quadro più
 ampio dello standard di vita della popolazione.

 3 =
 
 ∗
 
 ∗
 
 ∗
 
 dove:
 
 tasso di attività.
 
 4 In
 prodotto pro-capite; questa fase è anche importante sottolineare che, a livello regio-
 
 prodotto per ore lavorate; nale, il PIL pro-capite non è determinato soltanto dall’attività delle
 
 imprese, ma anche dai trasferimenti regionali (sia pubblici che privati)
 ore medie di lavoro per occupato;
 
 e dalla parte di valore aggiunto non valutato sul mercato (elementi
 tasso di occupazione; importanti soprattutto nelle regioni più povere).
 
4

luppo in un’ottica di lungo termine, dall’altro evi- • TRAGITTO CASA/LAVORO;
denzia gli elementi che influiscono indirettamente • STRUTTURA SOCIALE E ISTITUZIONALE;
sulla performance competitiva. • STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE;
 • SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE.
Per tale motivo, un eventuale intervento su di esse
produrrà effetti strutturali su un orizzonte tempo- La base conoscitiva offerta dal modello piramidale
rale di lungo periodo. Queste determinanti riguar- ha una triplice funzione. In primo luogo, fornisce
dano in particolare aspetti della società, abitudini un riferimento interpretativo con un impatto vi-
della popolazione e caratteristiche del territorio sivo immediato per la valutazione competitiva
che permettono di costruire un ambiente ottimale cantonale. In secondo luogo, permette un monito-
in cui vivere e lavorare (cfr. Dijkstra et al., 2011). raggio delle politiche economiche attento, struttu-
Le dimensioni individuate nel modello sono: rato e ripetuto nel tempo. Infine, costituisce una
 base informativa comune, utile sia per l’analisi
• SICUREZZA; della situazione economica corrente sia come
• SCOLARITÀ E ISTRUZIONE; punto di partenza per analisi e riflessioni più det-
• CENTRI DECISIONALI; tagliate.
5

 della dimensione considerata. Ad un primo im-
 patto visivo si notano due tasselli con colorazione

 2. rossa. Negli altri casi, il cantone Ticino presenta
 delle criticità meno gravi. La produttività del la-
 voro ticinese presenta una traiettoria convergente
 positiva: il cantone parte da un livello sensibil-
 LA COMPETITIVITÁ ATTUALE mente inferiore rispetto alla Svizzera ma mostra
 un trend di crescita leggermente superiore. Anche
 SECONDO IL MODELLO il tasso di occupazione mostra una convergenza
 PIRAMIDALE verso la media nazionale (in caso di mantenimento
Questo capitolo è dedicato all’aggiornamento del trend nel lungo periodo). Il PIL pro-capite è ele-
sulla situazione competitiva ticinese, delineando il vato, mentre il basso reddito disponibile comporta
profilo economico cantonale sulla base delle ana- una colorazione in giallo del tassello relativo al
lisi comparative svolte sull’insieme dei cantoni. La reddito. L’imprenditorialità e il costo dei fattori
rappresentazione grafica del modello piramidale sono dei punti saldi della competitività ticinese. Il
fornisce un’istantanea sulla realtà competitiva ti- tragitto casa/lavoro, la sicurezza e la scolarità e
cinese attuale, attraverso la sua immediata visua- istruzione ottengono anch’essi una valutazione
lizzazione. La Figura 2 illustra la piramide della positiva. Al contrario, le valutazioni sui centri deci-
competitività 2017 per il Ticino. Il colore rosso in- sionali e sulla struttura della popolazione sono for-
dica quelle aree in cui esistono carenze e ritardi temente negative. Per i restanti tasselli del mo-
competitivi da colmare: pone quindi un segnale di dello piramidale, la colorazione gialla indica in
allerta su un’area di potenziale intervento da parte molti casi una valutazione positiva per un aspetto
dei policy maker. Il colore giallo indica il raggiungi- e una sotto la media per un altro; ad esempio, il
mento di determinati obiettivi competitivi, ma una giudizio carente sull’innovazione ticinese viene bi-
non completa affermazione. In termini compara- lanciato positivamente dalla buona capacità di in-
tivi si tratta di un’area in linea o anche inferiore ri- ternazionalizzazione dell’economia cantonale. Le
spetto alla media svizzera, ma che mostra un trend analisi dei dati e gli approfondimenti relativi ai sin-
in miglioramento. Il colore verde indica invece una goli tasselli che formano la piramide, sono presen-
valutazione buona (superiore alla media svizzera) tati nei paragrafi successivi.

Figura 2: LA COMPETITIVITÀ TICINESE NEL CONFRONTO INTER-CANTONALE SECONDO IL MODELLO PIRAMIDALE, 2017.

 Standard di vita Reddito

Determinanti della Produttività del Tasso di
 crescita lavoro occupazione

 Super-
 Determinanti di ficie Capitale Capitale Impren- Costo dei Innova-
 finan- ditoria- zione e
 sviluppo dispon-
 ibile
 umano
 ziario lità
 fattori
 internaz.

 Determinanti di Sicurezza
 Scolarità e Centri Tragitto
 Struttura
 sociale e
 Struttura
 popola-
 Sosteni-
 bilità
 successo istruzione decisionali casa/lavoro ististu-
 zionale
 zione ambientale
6

2.1 Standard di vita economia domestica dopo la correzione per il li-
REDDITO. Il PIL pro-capite è superiore alla media na- vello dei prezzi), in particolar modo nel confronto
zionale, il reddito disponibile è inferiore. con la Grande Regione de Svizzera centrale e di Zu-
 rigo (circa 1'200 e 1’000 CHF in meno). Negli anni
I dati UST aggiornati al 2015 5 (stime provvisorie) recenti (Figura 3), si evidenzia per il Ticino un au-
indicano uno standard di vita ticinese (espresso mento del reddito disponibile del 7,3% dal biennio
dal PIL pro-capite), sempre al di sopra della media 2006-2008 al biennio 2009-2011, mentre per la
nazionale dal 2008 in poi. La differenza tra PIL pro- crescita per il biennio successivo si attesta 2,6%,
capite ticinese e svizzero nel 2008 era di circa 150 per un totale di circa il 10% dal 2006-2008 al 2012-
CHF, mentre nel 2015 si arriva a circa 3'550 CHF 2014. Solo la Svizzera del Nord-Ovest fa registrare
(82'480 Vs 78'930 CHF) 6. La misura del PIL è riferita un dato più basso (4% circa nell’intero periodo),
alla quantità di beni e servizi prodotti in una data mentre la crescita per la Regione del Lemano e la
regione ma non riesce a fornire informazioni sulla Svizzera centrale è di circa il doppio rispetto al Ti-
distribuzione del reddito all’interno della stessa. cino. A parte nel confronto con la Svizzera N-O, vi
Una misura che indica la capacità di spesa delle fa- è quindi una divergenza negativa per questo
miglie è il reddito disponibile delle economie do- aspetto dell’economia cantonale rispetto alle altre
mestiche 7, opportunamente misurato dopo la cor- Grandi Regioni. Il Ticino registra infatti una cre-
rezione delle differenze dei livelli di prezzi tra le scita inferiore alla maggior parte delle altre Grandi
Grandi Regioni 8. Nel biennio 2012-2014, il Ticino Regioni, partendo da una situazione di svantaggio.
presenta il reddito disponibile più basso nel con-
fronto con le altre Grandi Regioni (6'850 CHF per

Figura 3: REDDITO DISPONIBILE (IN CHF) DELLE ECONOMIE DOMESTICHE (CORRETTO PER IL LIVELLO DEI PREZZI) PER GRANDE
REGIONE, DAL 2006-2008 AL 2012-2014.
8500
 Regione del Lemano Espace Mittelland Svizzera N-O Zurigo
 Svizzera orientale Svizzera centrale Ticino
 8072
8000
 7839
 7706
 7606
7500 7531
 7461 7452

 7206
 7170 7206
 7140
7000 7021
 6960
 6837 6850
 6775
 6716 6675
6500 6537
 6346
 6220

6000
 2006-2008 2009-2011 2012-2014

5 Con la pubblicazione dei dati provvisori 2015, l’UST ha effettuato compresi nella base di calcolo (denominatore) del PIL pro-capite
una revisione delle stime relative agli anni precedenti, per cui que- (non sono cioè compresi all’interno della popolazione).
ste possono variare rispetto al rapporto competitività 2016. 7
 Il reddito disponibile è pari al reddito lordo al netto delle spese ob-
6 Nell’analisi di questo valore nel confronto inter-cantonale si deve
 bligatorie (assicurazioni sociali, imposte, assicurazioni malattia).
considerare il fatto che l’economia cantonale sia caratterizzata da 8 Elaborazione IRE (Arioldi & Maggi, 2016) delle differenze dei livelli

un numero relativamente elevato di lavoratori frontalieri, che con- di prezzo per il 2009-2011, in mancanza di dati per gli altri periodi,
tribuiscono alla produzione di ricchezza del cantone, ma non sono questa viene applicata anche al biennio precedente e successivo.
7

 170'000 CHF di valore aggiunto, uno zurighese, ad
2.2 Determinanti della crescita esempio, ne produce più del doppio. Analizzando
PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO. La produttività è inferiore
 il quinquennio 2011-2015, osserviamo come la
alla media svizzera ma il gap sta diminuendo.
 produttività ticinese sia aumentata del 2,3%
La produttività ticinese 9, secondo UST, si colloca al nell’intero periodo, mentre quella svizzera mostra
di sotto del dato nazionale. Il gap produttivo si sta un incremento dello 0,6%. Nello specifico, il trend
comunque restringendo, mentre nel 2011 la pro- di crescita della produttività ticinese nel lustro
duttività ticinese era inferiore di circa il 6,8% ri- considerato è discontinuo, con aumenti nel 2012 e
spetto a quella svizzera, nella rilevazione provviso- 2014 e una decrescita nel 2013. Nella Figura 4,
ria del 2015 si attesta a circa il 5% in meno. Nel sull’asse delle ascisse troviamo il livello assoluto di
2015, l’analisi della produttività per settori econo- produttività nel 2011, sulle ordinate il tasso di cre-
mici 10, evidenzia una performance ticinese sotto la scita fino al 2015, entrambi espressi in rapporto al
media inter-cantonale per quasi tutti i settori con- livello nazionale (Svizzera = 0). I quadranti I e III
siderati. Gli unici due macro-settori in cui la pro- rappresentano percorsi di convergenza rispettiva-
duttività ticinese risulta più elevata rispetto alla mente positivi e negativi e i quadranti II e IV per-
media elvetica, sono quello relativo ai servizi di corsi divergenti rispettivamente positivi e negativi.
produzione e distribuzione d’energia e sanità, e Il Ticino si colloca nel I quadrante, evidenziando
quello delle attività immobiliari, scientifiche, tec- una convergenza al dato nazionale a partire da una
niche e ricreative. In questi casi, un lavoratore tici- situazione iniziale di sfavore. Continuando con
nese produce fino a 9'000 franchi all’anno di va- questo trend nel lungo periodo, si colmerebbe il
lore aggiunto in più rispetto ad uno svizzero. Al gap competitivo ticinese nella produzione di beni
contrario, il settore dei servizi finanziari e di assi- e servizi, rendendo il cantone un territorio mag-
curazione registra una produttività molto bassa: giormente attrattivo per le attività imprenditoriali.
mentre un lavoratore ETP in Ticino produce circa

Figura 4: TRAIETTORIE DI CRESCITA DELLA PRODUTTIVITÀ PER GRANDE REGIONE, 2011-2015P.
 1.5
 I II
 Convergenza Divergenza
 positiva positiva
 1
Crescita 2011-2015p (asse Y)

 Svizzera centrale
 0.5
 Ticino

 Svizzera orientale Zurigo
 Espace Mittelland 0 Svizzera=0

 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6
 Svizzera del N-O8 10

 -0.5

 IV -1 III
 Divergenza Convergenza
 negativa negativa
 Produttività assoluta nel 2011 (asse X)
 -1.5

9 Calcolata come il rapporto tra il PIL a prezzi correnti e le ore effet- 10 In questo caso, l’UST non fornisce il dettaglio settoriale e canto-

tive di lavoro. nale, per cui si è proceduto al calcolo della produttività come rap-
 porto tra valore aggiunto lordo e dipendenti ETP per settore (STA-
 TENT).
8

OCCUPAZIONE. La disoccupazione è in diminuzione, Settembre 2017). Questo dato, pur essendo supe-
quasi alla pari rispetto al dato svizzero. riore a quello della maggior parte dei cantoni, ri-
 sulta in leggera diminuzione rispetto allo stesso
Il tasso di attivi occupati netto del 2016 11 per il Ti- mese del 2016 (3.2%). A partire dal 2013, si è in-
cino è pari al 75%, in aumento rispetto all’anno fatti registrato un trend di convergenza verso la
precedente. Tuttavia, è il secondo valore più basso media svizzera che porterà presumibilmente al
nel confronto con le altre Grandi Regioni, dopo la raggiungimento del dato nazionale nel breve-me-
Regione del Lemano (73%). Questa differenza è dio periodo. La Grande Regione del Lemano mo-
probabilmente dovuta alla particolare struttura strava un andamento molto simile al Ticino fino al
della popolazione, della funzione produttiva e del 2013, ma mentre quest’ultimo ha deviato verso un
mercato del lavoro (caratterizzati dalla vicinanza trend in diminuzione, la tendenza per questi can-
alla frontiera). Il numero dei frontalieri nel se- toni è invece rimasta costante intorno al 5%. I can-
condo trimestre del 2017 è stato di circa 65'000 toni della Svizzera centrale sono i più virtuosi, con
unità, in aumento di circa 3'000 unità rispetto allo un tasso intorno all’1,5%. L’UST fornisce inoltre le
stesso trimestre dell’anno precedente. Solo il can- stime del tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO 13 per
tone di Ginevra fa registrare un dato superiore le comparazioni internazionali. La Grande Regione
(circa 87'000 lavoratori da oltreconfine). Analiz- ticinese presenta un dato inferiore solo alla Re-
zando ora il dato opposto, l’indicatore fornito dalla gione del Lemano (6,8% e 8% nel II trimestre del
SECO per monitorare la disoccupazione strutturale 2017), in leggero aumento rispetto allo stesso tri-
è il tasso di disoccupazione mensile 12 (Figura 5). Il mestre del 2016. La media Svizzera è del 4,4%. An-
cantone Ticino presenta un tasso di disoccupa- che per questo indicatore, il Ticino si trova in una
zione leggermente superiore alla media svizzera situazione di svantaggio, ma si ha una diminuzione
nell’ultima rilevazione disponibile (3,1% Vs 3%, del gap rispetto alle altre realtà cantonali.

Figura 5: TASSO DI DISOCCUPAZIONE % (SECO) MENSILE PER GRANDE REGIONE, DAL 01/2010 AL 09/2017.
 7%

 6%

 5%

 4%

 3%

 2%

 1% Svizzera Regione del Lemano Espace Mittelland Svizzera N-O
 Zurigo Svizzera orientale Svizzera centrale Ticino
 0%
 ott-10

 ott-11

 ott-12

 ott-13

 ott-14

 ott-15

 ott-16
 apr-10

 apr-11

 apr-12

 apr-13

 apr-14

 apr-15

 apr-16

 apr-17
 gen-10

 lug-10

 gen-11

 lug-11

 gen-12

 lug-12

 gen-13

 lug-13

 gen-14

 lug-14

 gen-15

 lug-15

 gen-16

 lug-16

 gen-17

 lug-17

11 Calcolatocome il rapporto tra la popolazione attiva occupata e la 13 Organizzazione Internazionale del Lavoro: proporzione di persone

popolazione residente permanente di 15-64 anni. Calcolo IRE su dati che non erano occupate nel corso della settimana di riferimento ed
UST. hanno cercato attivamente un impiego nelle quattro settimane pre-
12 Numero di disoccupati registrati, nel giorno di riferimento (ultimo
 cedenti ed erano disponibili ad assumere un'attività, tra le persone
giorno del mese), diviso per il numero di persone attive, moltiplicato attive professionalmente (che esercitano un'attività professionale o
per 100. che sono disoccupate) nella popolazione residente permanente in
 età di 15 anni e più.
9

2.3 Determinanti di sviluppo terziaria 14 (formazione professionale superiore o
SUPERFICIE DISPONIBILE. La superficie edificabile è alte scuole) è del 27,9% nel 2015, un dato inferiore
sufficiente, mentre lo stock immobiliare è vetusto. alla media nazionale (29,4%) e molto al di sotto da
 quello di altri cantoni come Basilea-città, Ginevra,
La superficie edificabile disponibile (non costruita) Zugo e Zurigo (35% o superiore). Allo stesso tempo,
secondo l’UST nel 2012 è leggermente al di sotto la quota di persone con una formazione inferiore
della media svizzera (12% Vs 12,3%). Un altro o pari alla scuola dell’obbligo in Ticino è pari al
aspetto importante riguarda la qualità dalle ri- 27,6%, e superiore di circa tre punti percentuali ri-
sorse immobili utilizzate direttamente o indiretta- spetto alla media elvetica. Riguardo alla forma-
mente per la produzione di beni e servizi e per la zione delle nuove generazioni, il tasso ticinese di
fruizione degli stessi. Lo stock immobiliare in Ti- laurea bachelor/diploma alle alte scuole 15 nel
cino risulta piuttosto vetusto: secondo la rileva- 2016 risulta superiore alla maggior parte dei can-
zione UST del 2015, il 74,5% degli edifici è stato co- toni (29,1% contro una media svizzera del 28,7%),
struito prima degli anni ’80, mentre solo il 9,6% de- mostrando un buon livello di formazione dei gio-
gli immobili è stato costruito nel nuovo millennio. vani all’interno del territorio.
La media svizzera è del 13,9%. Date queste carat-
teristiche, ci si aspetta un minor grado di efficienza CAPITALE FINANZIARIO. Il potenziale fiscale viene suf-
energetica, costruttiva e maggiori costi di gestione. ficientemente sfruttato, mentre il risparmio pri-
 vato è modesto e i debiti contratti sono elevati.
CAPITALE UMANO. La quota di laureati tra la popola-
zione è leggermente sotto la media svizzera. Il capitale finanziario è valutato sotto un duplice
 profilo: da un lato il potenziale finanziario o fiscale
Con il termine capitale umano si fa generalmente
 pubblico, che indica le possibilità e potenzialità di
riferimento all’insieme delle capacità e delle ri-
 una regione di poter attingere alle risorse presenti
sorse umane, riconducibili in particolare a cono-
 sul territorio; dall’altro il potenziale finanziario pri-
scenza, istruzione, formazione e abilità, che danno
 vato, cioè i risparmi e i debiti rapportati al PIL can-
luogo alla capacità di svolgere attività di trasfor-
 tonale. In relazione al potenziale finanziario o fi-
mazione e creazione di nuovi beni di consumo.
 scale pubblico, si rileva come il peso della fiscalità
Sempre più spesso è la trasposizione del termine
 in Ticino sia a un livello medio rispetto ai valori de-
inglese human capital, che secondo la letteratura,
 gli altri cantoni. Un altro indicatore fornito dall’Uf-
fa riferimento alla qualità della forza lavoro, misu-
 ficio Federale di Statistica è quello relativo allo
rata in termini di formazione: una regione risulta
 sfruttamento del potenziale fiscale 16 , esso per-
più competitiva se presenta un elevato livello di
 mette infatti di valutare in quale misura le imposte
formazione delle persone attive nel mercato del
 cantonali e comunali pesino sui contribuenti.
lavoro, in grado di rispondere ai bisogni dell’eco-
nomia e di ridurre le circostanze che generano di- In altre parole, fornisce un’indicazione sul carico
soccupazione. La qualità del capitale umano tici- fiscale dei singoli cantoni. L’Indice di Sfruttamento
nese continua a essere sufficientemente valoriz- del Potenziale Fiscale (ISPF) nel 2017, per il can-
zata, ma non ancora abbastanza da incrociare per- tone Ticino, è di 105,1, posta la Svizzera = 100. Il
fettamente le esigenze dell’economia. Secondo Ticino ottiene quindi una buona performance
l’UST, la quota di popolazione con una formazione

14 In rapporto alla popolazione residente di 15 anni e più. Dato l’alto grado di fluttuazione dovuto alla reperibilità dei dati, la
15 Quota percentuale rispetto alla popolazione della stessa fascia di sostanza fiscale viene calcolata su medie triennali (media degli anni
età (tasso di laurea netto). 2011-2013 per l’anno di riferimento 2017). In formula si ha:
16 Lo sfruttamento del potenziale fiscale corrisponde al rapporto tra 
 
 . 
le effettive entrate fiscali di un cantone e la sostanza fiscale. La so- ISPFi= =
stanza fiscale è calcolata a partire dai redditi imponibili, dai patrimoni ∑26 
 . ∑26 
 . 
e da altri potenziali guadagni del Cantone.
10

nello sfruttamento del potenziale fiscale, posizio- sotto questo profilo individuiamo Zurigo con più di
nandosi al nono posto nel confronto inter-canto- 5'000 imprese create al netto delle chiusure nel
nale. Concentrando ora l’attenzione sul potenziale 2015, a seguire Ticino, Berna, Vaud e Ginevra.
finanziario privato, analizziamo la quota di ri-
sparmi. Essa rappresenta un indice della capacità COSTO DEI FATTORI. Il costo dei fattori produttivi è tra
di assorbimento di eventuali shock reddituali. Se- i più bassi nel confronto inter-cantonale.
gnaliamo come il rapporto tra risparmi (depositi I fattori produttivi sono gli strumenti utilizzati in
bancari) e PIL ticinese 17, nel 2016, sia tra i più bassi un’impresa per produrre beni e servizi. Essi rap-
della Svizzera (68,3%), rispetto ad una media del presentano gli input del processo produttivo (in-
77,3%. Considerando invece i debiti contratti sotto put di produzione), dalla cui combinazione deriva
forma di mutuo, il livello aggregato è pari a circa il la creazione del prodotto finale (output di produ-
161,6% del PIL nel 2016, in leggero aumento ri- zione). In una versione semplificata della funzione
spetto all’anno precedente (160,4%). Questo va- di produzione aziendale, i fattori sono due: capi-
lore risulta al di sopra della maggior parte degli al- tale e lavoro. Il costo del lavoro è dato dalla retri-
tri cantoni, ed è in forte aumento a partire dalla buzione economica dei dipendenti, cioè il salario.
crisi economica globale del 2008 (circa il 40% in La struttura economica ticinese è caratterizzata
più). Concludiamo l’analisi rapportando i risparmi dal minore livello salariale di tutta la Confedera-
ai debiti ipotecari, il cosiddetto cover ratio. Il can- zione. Il salario mensile lordo mediano ticinese nel
tone Ticino, i Grigioni, Friburgo e Giura presentano settore pubblico e privato nel 2014 (dati UST) è di
i peggiori rapporti (inferiori al 43%) a causa della 5’125 CHF contro una mediana federale di circa
bassa quota di risparmi/PIL e dell’elevato indebi- mille franchi in più, pari ad una differenza del
tamento. 17,2%. Non ci sono differenze sostanziali nel gap
 della distribuzione salariale tra il Ticino e la Sviz-
IMPRENDITORIALITÀ. Il Ticino è il 2° cantone per im-
 zera rispetto ai profili professionali, dal dirigente
prese create al netto dei fallimenti.
 all’operaio semplice. Riguardo alle differenze sala-
Il Ticino si caratterizza per una struttura produttiva riali tra i diversi rami economici, i settori meno in-
orientata soprattutto alla micro (fino a 9 addetti) teressati da questo fenomeno sono l’industria
e piccola impresa (fino a 49 addetti) con pochis- estrattiva, le cartiere e stamperie, le costruzioni, il
simi grandi gruppi internazionali. Nell’analisi sulla commercio al dettaglio, la sanità e assistenza so-
demografia d’impresa, notiamo come il cantone ciale. Questi settori presentano sempre scosta-
sia particolarmente dinamico in merito alla nascita menti negativi ma inferiori al 10%. Le differenze
di nuove imprese, soprattutto nel settore terziario. salariali rispetto alla media svizzera sono invece
In Ticino, nel 2015 sono state create 3'121 imprese maggiori in alcuni settori storicamente classifica-
per un totale di 4'605 posti di lavoro. Questo dato bili come ad alto valore aggiunto (manifattura di
corrisponde al 7,9% di tutte le imprese create in prodotti informatici, elettronici e ottici, orologeria
Svizzera e all’8,4% dei nuovi posti di lavoro. Specu- e industria farmaceutica).
larmente, in relazione ai fallimenti d’impresa, ri- L’analisi del costo del lavoro merita una riflessione
sulta uno dei cantoni con i valori più elevati, sia nel riguardo al legame con la produttività. La rileva-
numero (763) che nel valore delle perdite (194 zione della struttura dei salari (RSS) fornita
Mio. CHF). Il saldo netto delle imprese create negli dall’UST ed eseguita ogni due anni consente il con-
ultimi tre anni è comunque ampiamente positivo fronto della produttività media oraria con il salario
(oltre 2'000 imprese all’anno, al netto dei falli- medio. Osservando la Figura 6 relativa alle Grandi
menti dal 2013 al 2015). Tra i cantoni più dinamici Regioni e alla Svizzera nel suo complesso, nel 2012,

17 Dati su risparmi e mortage forniti dalla Banca Nazionale Svizzera

(BNS) e stima del PIL fornita sa BakBasel
11

emerge con evidenza la relazione tra produtti- sono associati a costi marginalmente inferiori (la
vità 18 e costo marginale del lavoro. All’aumentare parte della curva dove l’inclinazione è minore) ri-
della produttività corrispondono livelli più che spetto agli aumenti in produttività in reparti dove
proporzionali di costo/retribuzione ad essa asso- essa è di per sé già elevata, che avvengono a fronte
ciati. In altre parole, per potersi garantire una di un costo marginale sensibilmente maggiore (la
maggiore retribuzione del lavoro è necessario rag- parte della curva con inclinazione maggiore). In
giungere un’alta produttività e viceversa. Questa conclusione, i salari sono strettamente legati alla
riflessione è tanto più valida quanto più si consi- produttività: un’impresa non ha incentivi a pagare
dera la produttività associata ai singoli settori. In un lavoratore più di quanto questo riesca a pro-
reparti a bassa produttività, gli aumenti produttivi durre.

Figura 6: SALARI MEDI IN CHF (ASSE X) E PRODUTTIVITÀ IN CHF PER ORA LAVORATA (ASSE Y) PER GRANDE REGIONE, 2012.
 90
 Zurigo
 88
 Svizzera N-O
 86

 84
 CH
 82
 Espace Mittelland Regione del Lemano
 80 Svizzera centrale
 Ticino
 78

 76 Svizzera orientale

 74
 6000 6500 7000 7500 8000 8500

Il capitale è il fattore produttivo composto dal de- INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE. La capacità
naro e dai beni utilizzati per la produzione. Il costo innovativa e gli sforzi per l’innovazione sono an-
del capitale può dipendere da molti elementi (es. cora insufficienti, mentre l’apertura commerciale è
macchinari, edifici, terreni, strumenti, ecc.). Gli in- leggermente sotto la media.
dicatori forniti dall’UST e da BNS che possono es-
sere utilizzati come proxy del costo del capitale ri- L’innovazione e l’internazionalizzazione rappre-
guardano l’indice dei prezzi delle costruzioni e il sentano fattori fondamentali del successo econo-
costo degli affitti. L’ultima rilevazione BNS (Aprile mico e competitivo delle imprese. Da un lato, il
2017) sul prezzo delle costruzioni per area com- processo di internazionalizzazione risulta favorito
merciale mostra il dato in diminuzione per il Ticino dall’innovazione; dall’altro, il processo di innova-
(98,1 considerando come base ottobre 2015=100). zione appare stimolato dall’entrata in nuovi mer-
L’affitto medio per le abitazioni in Ticino nel 2015, cati (De Luca, 2015). L’innovazione e, in particolare,
secondo UST, è di 13,3 CHF al m2, anche in questo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S), rap-
caso il Ticino è tra i cantoni più competitivi. La me- presentano un elemento critico per il tessuto pro-
dia svizzera è di 15,6 CHF, mentre in cantoni come duttivo ticinese. Anche in questo caso risulta ar-
Zugo, Ginevra e Zurigo si registra il dato più ele- duo misurare l’innovatività di un territorio a livello
vato, superiore ai 18 franchi al m2. quantitativo, in quanto pochi indicatori sono di-

18 Valore aggiunto medio prodotto in un anno in rapporto alle ore la-

vorate.
12

sponibili riguardo al livello tecnologico, all’innova- chi nel 2016 19 (dati della Amministrazione Fede-
zione dei processi produttivi e alla strategia inno- rale delle Dogane), pari al 3,1% della quota nazio-
vativa delle imprese. È possibile tuttavia analizzare nale 20 . Le importazioni sono pari a circa 7,3 mi-
e monitorare la variazione degli investimenti in ri- liardi, il saldo della bilancia commerciale è quindi
cerca e sviluppo, variabile fortemente correlata negativo. L'Indice di apertura commerciale viene
con il processo di innovazione. Secondo UST, nel calcolato come rapporto tra la somma dei flussi
2015 gli investimenti da parte delle imprese pri- commerciali di un territorio (import + export) e il
vate sono stati di 97 milioni (434 milioni nel 2012). suo prodotto interno lordo. Un indice più alto
La Grande Regione caratterizzata dalla più alta comporta un maggiore impatto del commercio
quota di investimenti privati in R&S a livello fede- sulle attività domestiche e quindi sull’economia
rale nel 2015 è la Svizzera Nord-Occidentale, che regionale. L’esposizione delle imprese e dei pro-
comprende Argovia, Basilea-campagna e Basilea- dotti alla concorrenza internazionale incoraggia gli
città. Questa Grande Regione detiene il primato agenti economici a concentrarsi sulla produttività,
per la spesa in R&S, pari ad una quota del 46,9% l’efficienza e l’innovazione al fine di competere su
rispetto alla confederazione; la quota ticinese cor- scala mondiale. L’indice di apertura al commercio
risponde allo 0,6% (nel 2012 era del 3%). Am- più alto nel 2016 è quello di Basilea-città, con un
pliando l’analisi dal punto di vista dell’efficacia de- valore degli scambi commerciali pari a 2,7 volte il
gli investimenti in R&S, le domande di brevetto de- PIL cantonale. Il Ticino si posiziona nella seconda
positate in Ticino nel 2013 sono state 69, pari al parte della classifica con un valore degli scambi
2,9% del totale dei brevetti depositati in Svizzera. commerciali pari a circa la metà del PIL della re-
Il cantoni della Svizzera N-O, che come abbiamo vi- gione.
sto precedentemente erano quelli che destina-
vano le maggiori quote di spesa per l’innovazione, 2.4 Determinanti di successo
ne ottengono un ritorno in forma di brevetti pari SICUREZZA. Il livello di sicurezza generale è in linea
al 21,7% rispetto al totale svizzero. L’utilizzo dei con la media svizzera.
brevetti come proxy per l’innovazione è comun- I dati forniti dall’UST offrono un buon riscontro nel
que soggetto in letteratura a forti critiche per due grado di sicurezza, sia economica che civile, del
motivi principali: registrare un brevetto costituisce cantone Ticino. Il numero di reati violenti com-
solo una parte dell’effetto dalla spesa in R&S; in messi è in linea con la media nazionale (5,3
secondo luogo, rappresenta una decisione strate- reati/1000 ab. Vs 5,2 reati/1000 ab. nel 2016), in
gica dell’impresa, di conseguenza, non tutte le in- diminuzione rispetto agli ultimi cinque anni. Il dato
venzioni brevettabili vengono brevettate (Fischer ticinese è comunque inferiore alla maggior parte
et al. 2009). Un’ultima considerazione riguarda gli degli altri cantoni anche per particolari tipi di reato
impiegati nei settori ad elevato tasso di innova- come i furti d’auto e le violazioni di domicilio.
zione ed innovatività. L’UST ha elaborato dei quo-
zienti di localizzazione cantonali per queste tipolo- SCOLARITÀ E ISTRUZIONE. La dispersione scolastica è
gie di lavoratori. Posta la Svizzera uguale a 1, nel tra le più basse, il sistema scolastico funziona in
2015 il Ticino ha un valore di 0,88 per i lavoratori maniera efficiente.
del settore high-tech e di 0,96 per quelli del terzia-
rio avanzato. Con riferimento invece alla struttura Con questa componente si vuole misurare la capa-
commerciale e al commercio estero, le esporta- cità da parte di una regione di creare un sistema di
zioni cantonali sono pari a circa 6,6 miliardi di fran- formazione in grado di rispondere alle esigenze fu-
 ture del tessuto produttivo. Secondo UST, il tasso

19 Il valore dei prodotti importati ed esportati è espresso al netto del 20Il totale include anche le esportazioni senza informazione sul can-
commercio di lingotti d'oro e altri metalli preziosi, monete, pietre tone di provenienza e dal principato del Liechtenstein.
preziose e gemme, opere d'arte e oggetti d'antiquariato.
13

2016 di studenti che abbandonano prematura- cantoni come Appenzello interno, Nidvaldo e Gri-
mente la scuola 21 residenti in Ticino è del 4,2%. gioni sono intorno al 3%. Un altro aspetto dell’ana-
Questo valore è inferiore al dato nazionale e infe- lisi consente di evidenziare la presenza nel territo-
riore di più di 3 punti percentuali rispetto alle rio di un'organizzazione più vasta, come gli spor-
Grandi Regioni del Lemano e della Svizzera Cen- telli bancari, le sedi estere delle multinazionali o gli
trale. Una valutazione qualitativa del sistema for- uffici distaccati delle imprese. L’elevata presenza
mativo può essere effettuata analizzando la prima di succursali o filiali può essere indice di una forte
selezione degli studenti per l'ingresso al livello se- attrattività del territorio da parte delle imprese
condario I. La maggior parte delle scuole superiori corporate e delle multinazionali. L’investimento
post-obbligatorie sono accessibili quasi esclusiva- sul territorio da parte di queste ultime implica la
mente agli allievi che hanno seguito una forma- presenza di opportunità per il proprio business.
zione detta “con esigenze estese”. In Ticino si regi- Anche in questo caso, il Ticino si colloca al di sotto
stra il 58% di studenti selezionati in questa catego- della media svizzera (10% Vs 11,6%) e il dato è in
ria nel 2015. Il dato è di molto inferiore rispetto ai costante diminuzione a partire dal 2011. Il cantone
cantoni Obvaldo e Friburgo (80% circa) e anche ri- di Neuchâtel è l’unico che supera la quota del 14%,
spetto alla media svizzera (66%). Al contrario, i mentre Zugo presenta all’interno del territorio
cantoni Vallese, Glarona e Sciaffusa mostrano una cantonale solo il 6,1% di succursali rispetto al to-
percentuale relativamente elevata di giovani inse- tale. Si riscontrano quindi una bassa autonomia
riti nel programma “esigenze di base” (42% e più) decisionale all’interno del territorio ticinese e una
mentre il Ticino è al di sotto della media elvetica altrettanto bassa attrattività da parte degli investi-
(29,3% Vs 32%) 22 . Il tasso di maturità misura la menti stranieri o inter-cantonali.
quota di studenti che idealmente ha accesso alle
università o alle alte scuole di formazione 23. A li- TRAGITTO CASA/LAVORO. Il percorso casa-lavoro è tra
vello geografico, il tasso di maturità è più elevato i più brevi della confederazione, l’accesso ai mezzi
a Basilea, in Svizzera romanda e in Ticino rispetto pubblici è agevole.
al resto della Svizzera. Proprio il Ticino registra il Una valutazione della mobilità può essere
tasso più alto nel 2016, pari al 49,5%. espressa tramite il tempo medio di spostamento
 nel tragitto casa-lavoro. Il Ticino, in questo conte-
CENTRI DECISIONALI. La quantità di centri decisionali
 sto, risulta uno dei cantoni con il tempo di percor-
è inferiore alla media svizzera e in diminuzione.
 renza minore. Secondo UST, nel 2015, solo il 3%
L’analisi di questo aspetto permette di approfon- dei pendolari ticinesi impiegava più di un’ora per
dire i rapporti esistenti tra il capitale presente e la arrivare al lavoro, contro il 4,3% dei pendolari sviz-
sua provenienza, quantificando il grado di autono- zeri. La statistica sullo sviluppo sostenibile “Cercle
mia decisionale dell’impresa. Escludendo le im- Indicateurs” 24 dell’ARE fornisce un indicatore rela-
prese con un solo stabilimento, il rapporto tra tivo alla facilità negli spostamenti col trasporto
unità giuridiche principali e il numero di aziende pubblico. Il dato del 2015 25 indica che in Ticino la
totali nel settore privato in Ticino è dell’1,84% nel distanza media tra le fermate dei mezzi pubblici e
2015 (dati provvisori, STATENT). Questa quota è il luogo di residenza è pari a soli 179 metri. Questo
inferiore rispetto alla media svizzera (2,36%) e in dato è secondo solo a Ginevra. L’accessibilità verso
diminuzione rispetto agli anni precedenti. Alcuni l’interno della confederazione è garantita dalla
 messa in funzione di AlpTransit e dall’apertura

21
 In rapporto alla popolazione residente permanente di età com- 23
 In rapporto alla popolazione in età tipica per ottenere un certifi-
presa tra i 18 e i 24 anni. cato di maturità.
22 Le differenze cantonali possono provenire dalle diverse strutture 24 UST - Cercle Indicateurs

dei sistemi scolastici cantonali, così come le pratiche di selezione ap- 25 Rilevazione del 2015 su dati del 2013.

plicate dai cantoni.
14

della galleria di base del San Gottardo a partire La media svizzera è di 1,78, mentre il cantone di
dalla fine del 2016. Riguardo agli spostamenti in- Basilea-città è l’unico a superare le tre associazioni
ternazionali, negli ultimi anni l’aeroporto di Lu- per migliaio di abitanti.
gano è stato soggetto ad una forte decrescita (62% In secondo luogo, valutiamo una variabile che può
di passeggeri in meno dal 1999 al 2014). Nel bien- essere utilizzata come indicatore del grado di fidu-
nio 2015-2016 è iniziato un trend in ripresa, nel cia nei confronti delle istituzioni e come giudizio
2016 si sono registrati infatti circa 30'000 passeg- della popolazione sull’attività politica: il tasso di
geri in più rispetto al 2014, pari ad un aumento del partecipazione al voto. I dati relativi alle quattro
24% circa. L’accessibilità da e verso l’estero è ga- votazioni popolari federali del 2016 indicano una
rantita anche dalla vicinanza all’aeroporto di Mal- partecipazione ticinese pari al 51,7%, superiore di
pensa. 2 punti percentuali rispetto al dato nazionale, mo-
 strando un elevato coinvolgimento della popola-
STRUTTURA SOCIALE E ISTITUZIONALE. La partecipa- zione nel contesto economico-sociale e istituzio-
zione sociale è buona, mentre la soddisfazione per- nale del proprio territorio. Un’ultima riflessione ri-
cepita sulla qualità della vita presenta forti criticità. guarda la valutazione della qualità della vita da un
 punto di vista soggettivo per diversi aspetti della
La valutazione del capitale sociale, dal punto di vi-
 vita quotidiana. Secondo UST, nel 2015, la soddi-
sta della competitività economica è una compo-
 sfazione generale espressa è sotto la media per il
nente di difficile misurazione. Bourdieu (1986) de-
 16,1% della popolazione ticinese maggiore di 16
finisce il capitale sociale come “la somma delle ri-
 anni. Questa percentuale è la più elevata nel con-
sorse reali o potenziali collegate al possesso di una
 fronto con le altre Grandi Regioni. La soddisfa-
rete durevole di relazioni di reciproca conoscenza
 zione legata alla situazione finanziaria, alle rela-
e riconoscimento più o meno istituzionalizzate”. I
 zioni personali e alla propria abitazione ottengono
problemi principali nella misurazione riguardano
 le valutazioni peggiori in Ticino, nel confronto con
la mancanza di dati specifici e le ambiguità che al-
 le altre Grandi Regioni. L’unico indicatore che re-
cuni indicatori quantitativi possono generare (Mi-
 gistra una percezione migliore rispetto alla mag-
cucci e Nuzzo, 2005). In questo rapporto tente-
 gior parte delle altre Grandi Regioni riguarda le at-
remo di misurare questo fattore tramite due pos-
 tività ricreative e di intrattenimento.
sibili proxy. In primo luogo, valutiamo il grado di
coinvolgimento dei cittadini nell’ambito della par- STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE. Il Ticino si colloca al
tecipazione attiva alla comunità, tramite il numero 3° posto per il più elevato indice di dipendenza.
di associazioni benefiche senza scopo di lucro. La
capacità di creare legami a livello sociale è un fat- La struttura demografica presenta delle criticità.
tore endogeno che opera nel lungo periodo per L’indice di vecchiaia 26 ticinese, nel 2016, è pari a
garantire una maggiore interazione tra le parti at- circa 154. Questo dato è di gran lunga il più elevato
tive nel processo competitivo regionale. In gene- tra i cantoni della Confederazione (114 in media).
rale, assume una connotazione molto rilevante L’indice di dipendenza 27 serve a misurare il rap-
quando è inserito in un contesto dove operano porto tra individui dipendenti (non attivi) e indi-
molte piccole-medie imprese. Il Ticino presenta un pendenti (potenzialmente attivi) in una popola-
numero di organizzazioni benefiche rapportate zione. Il denominatore rappresenta la fascia di po-
alla popolazione pari a 1,91 per 1’000 abitanti nel polazione che dovrebbe provvedere al sostenta-
2015 (dati STATENT provvisori). mento della fascia indicata al numeratore.

26 Rapporto tra le classi di età più anziane (65 anni o più) e le classi di 27 Rapporto tra il numero di individui non autonomi per ragioni de-

età più giovani (fino ai 15 anni) nella popolazione residente perma- mografiche (le classi non attive, ovvero i giovani fino ai 14 anni e le
nente. persone con 65 o più anni) e gli individui in età da lavoro (le classi at-
 tive tra i 15 e i 64 anni) nella popolazione residente permanente.
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