COMPETENZE SOCIO-PSICO-PEDAGOGICHE PER L'ACCESSO AL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE DI SOSTEGNO - IV CICLO - DOCENTE FORMATORE- PHD MARGHERITA ...
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COMPETENZE SOCIO-PSICO-PEDAGOGICHE PER L’ACCESSO AL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE DI SOSTEGNO – IV CICLO Docente formatore- PhD Margherita Maniscalco Marzo 2019
PEDAGOGIA Paidòs= figlio , ragazzo Àghein= guidare,portare Quindi guidare in senso lato morale Culturale educativa Un impegno che non si riduce semplicemente a quantità, ma che implica una qualità del tempo passato assieme
Perché scienza? • La pedagogia è una scienza in quanto costituita da un organico sistema di saperi, il destinatario dei suoi prodotti teorici e pratici è l'Uomo. • Egli è il destinatario di questa scienza e, pertanto, il fine di tutta la ricerca pedagogica • La pedagogia è una scienza pratica (prassi) che attua fondamenti teorici, cioè il suo fine ultimo non è quello di creare teorie generali dell'educazione ,ma di costituire modelli di intervento educativo spendibili nella pratica educativa immediata. Per fare questo la pedagogia in primo luogo: • studia e rielabora modelli di già proposti e attuati; • valuta risorse, strumenti e contesti per progettare e attuare un intervento educativo; Fatto ciò la pedagogia: • elabora un progetto che sta alla base dell'intervento educativo da attuare
Johan Amos –KOMENSKY- COMENIO (1592- 1670) Padre della pedagogia moderna La ratio studiorum era individuata nella diffusione universale del sapere, definita PANSOFIA : insegnare tutto a tutti (OMINUBUS- OMNIA OMNINO) Nel progetto comeniano l’educazione doveva essere “cosa di tutti”, secondo l’autore: «insegnare era avvezzare tutti a vivere, senza che nessuno dimenticasse mai più la dignità e l’eccellenza umana» . Comenio per rendere la scuola adatta al suo compito, propose un’arte dell’insegnamento definita come “arte delle arti” valida per insegnare “tutto” e “a tutti” nel modo più breve e piacevole possibile.
Johan Amos –KOMENSKY- COMENIO (1592-1670) L’insegnamento doveva doveva realizzare una formazione intellettuale completa dell’uomo, non doveva essere limitata al rapporto fra la realtà (le cose), i pensieri e i linguaggi (i discorsi), ma doveva estendersi anche all’universo della comprensione delle azioni Ciò che contava per Comenio era dunque che gli uomini venissero formati a pensare con retta ragione, in modo da sfuggire a equivoci ed imprecisioni. Occorreva, dunque, una PAMPEDIA, un’educazione universale, a tal fine erano necessari: l’unità dell’insegnamento (quella che oggi definiamo con interdisciplinarietà), la connessione tra le varie materie, in modo che una integrasse l’altra, e la gradualità .
Johan Amos –KoMENSKY- COMENIO (1592-1670) L’educazione doveva essere collettiva e non individuale, in quanto era molto più utile istruire i giovani tutti insieme, perché il frutto e il piacere del lavoro erano maggiori quando gli allievi avrebbero potuto aver esempio ed incitamento gli uni dagli altri. La scuola era suddivisa in quattro gradi corrispondenti alle prime quattro fasi dello sviluppo: infanzia, puerizia, adolescenza e giovinezza (PRINCIPIO DELLA GRADUALITA’ E CICLICITA’) Infanzia la scuola materna o del grembo (fino a 6 anni); Puerizia l’istituto letterario /scuola vernacola o di lingua madre(6-12 anni) Adolescenza la scuola di latino o ginnasio (12 -18 anni) Giovinezza accademia (18 -24 anni)
Johan Amos –KoMENSKY- COMENIO (1592-1670) Comenio aveva intuito la necessità di fondare l’educazione su un metodo efficace giustificato dal raggiungimento di tre obiettivi: 1. Universalità (tutto a tutti) PANSOFIA 2. Spontaneità (seguire il corso della natura) OSSERVAZIONE DELLA NATURA E CRITERIO DELL’ORDINE 3. Semplicità (partire dai sensi) CONOSCENZA DIRETTA E INDIRETTA Nella prospettiva di un sapere unitario, efficace ed in grado di formare la persona nella società, il curriculum degli studi doveva essere qualificato da sei caratteristiche: semplicità, utilità, ciclicità, consequenzialità, continuità educativa e realismo.
Johan Amos –KOMENSKY- COMENIO (1592-1670) Semplicità: nel senso che l’educazione doveva essere conseguita tenendo conto dei tempi naturali e dello sviluppo mentale dell’educando; Comenio diceva «natura non facit saltus», cioè la natura non procede per salti; pertanto occorreva avanzare con gradualità, passo dopo passo. Gli argomenti proposti dovevano essere presentati in modo semplice e piacevole per tutti. Non era necessario appesantire l’alunno con un numero smisurato di nozioni da studiare, bisognava però saper incoraggiare il loro interesse e la loro partecipazione; Utilità: intesa come la proposizione di diversi contenuti, tali da far avvertire agli allievi l’utilità; Ciclicità: nei vari gradi, per quanto differenti tra loro, non erano insegnate cose diverse, bensì le stesse cose ma in modo diverso, in base all’età e al grado della precedente preparazione. Seguendo questo principio, durante i vari momenti della vita scolastica non si insegnano in successione discipline diverse, ma sempre le stesse, variando il numero dei particolari e il grado di difficoltà;
Johan Amos –KOMENSKY- COMENIO (1592-1670) Consequenzialità: Intesa come passaggio da un contenuto all’altro dell’apprendimento che doveva essere coerentemente concatenato e sempre rilevante per colui che imparava; Continuità educativa: Occorreva procedere dal semplice al complesso, dal generico allo specifico, dal noto all’ignoto, dal concreto all’astratto, perché si potessero mantenere, da un livello all’altro della formazione, i principi e i metodi che la caratterizzavano. Era inoltre fondamentale il rispetto della storia educativa dell’alunno Realismo: Poiché la acquisizione di nuove nozioni deriva dai sensi, occorreva stimolare tutti i sensi, e ciò sarebbe stato possibile solo mostrando agli alunni gli oggetti di cui si parlava, per far sì che avessero una conoscenza diretta delle cose; laddove ciò non era possibile (ad esempio nel caso in cui si parlava di piante tropicali o animali) si doveva ricorrere alle immagini. Da qui le AZIONI dell’insegnante: GUIDARE- ESPORRE CON CHIAREZZA – FAR RIPETERE –FAR APPLICARE SUBITO- ACCOMPAGNARE- MOTIVARE- RISPETTARE PROGRESSIONE NATURALE
COMENIO- ALCUNE OPERE SCRITTA PRIMA IN CECO POI IN LATINO CONSTA DI 33 CAPITOLI CONTIENE ARGOMENTI DEL METODO PEDAGOGICO DI COMENIO TESTO ILLUSTRATO PER L’INFANZIA LE IMMAGINI F\ACILITANO L’APPRENDIMENTO ATTRAVERSO ASSOCIAZIONE DI PAROLE OPERA LATINA CHE AIUTA GLI STUDENTI A COLLEGARE LINGUA NAZIONALE ED ESPRESSIONI LATINE
Jean Jacques ROUSSEAU (1712-1778) Con Jean-Jacques Rousseau si apre la problematica di un’educazione “puerocentrica”, basata sulle conoscenze dell’età evolutiva e sul rispetto pedagogico di essa. Si staccò dal pensiero illuminista che celebrava la ragione ed i “lumi” , ed esigeva per i membri della loro società un’educazione comunitaria e celebra, il sentimento e l’educazione naturale. Alla base della concezione pedagogica di Rousseau si ritrova la forte opposizione tra natura e cultura, per cui nello stato di natura l’uomo vive in una condizione di uguaglianza e libertà, nella società e con la cultura si trova invece, oppresso da imposizioni e disuguaglianze. L’UOMO NASCE BUONO E GIUSTO, LA SOCIETA’ E’ RESPONSABILE DELLA SUA CORRUZIONE (mito del Buon selvaggio).
Jean Jacques ROUSSEAU (1712-1778) Rousseau parla dell’ “homme naturel” e non intende il selvaggio, bensì l’uomo che non si lasci trascinare dalle passioni e dalle opinioni degli altri, che vede e sente con i propri occhi e con la propria anima, che non si fa governare da nessuna autorità, fuorché da quella della propria ragione. L ’autore sollecita il ritorno alla natura come affermazione di quel principio della spontaneità e dell’originalità dello spirito. La natura consiste, nell’ «insieme delle facoltà umane e razionali dello stato originario dell’uomo, che vengono alterate nella società contemporanea, da civiltà e cultura». Per Rousseau la natura umana è in sé buona, ma deve ampliarsi, attraverso l’educazione, e l’instaurazione di rapporti con gli uomini e con la società. Tuttavia l’educazione deve essere naturale, perché solo chi obbedisce alla natura si dirige verso il bene.
Jean Jacques ROUSSEAU (1712-1778) Educare secondo natura significa, dunque, rispettare la natura dell’uomo e le varie fasi dello sviluppo psicologico dell’allievo, tenendo conto delle sue richieste, dei suoi bisogni, dei suoi interessi e delle sue inclinazioni, serbando comunque, la sua libertà ed individualità. L’unica educazione adeguata non può che essere quella naturale, perché forma l’uomo, cosicché sarà poi in grado di svolgere positivamente il suo contributo alla crescita della società. SOCIETA’ INFLUENZA NEGATIVA vs EDUCAZIONE POSITIVA Uno dei princìpi che domina la pedagogia di Rousseau è, dunque, quella che è stata definita come educazione naturale, che dura venticinque anni e comincia dalla nascita. Rousseau ipotizza un’educazione in cui il primo allevamento e l’alimentazione sono di responsabilità esclusiva della madre, ma ben presto il bambino deve essere affidato alle cure di un precettore, poiché una prolungata educazione materna tende ad alimentare nel bambino la debolezza
Jean Jacques ROUSSEAU (1712-1778) Egli riconosce la difficoltà di trovare un precettore disposto a dedicare la sua vita all’alunno e a non farlo per brama di denaro, tant’è che secondo lui l’unico vero precettore non può che essere il padre. Il ruolo della madre passa in secondo piano: una posizione secondaria, perché se l’educazione naturale deve partire dal nucleo umano naturale, nella famiglia, il vero educatore è il padre. Ne consegue che alla madre competono solo le cure fisiche del neonato. Bisogna però considerare che il precettore non è un istruttore, bensì un educatore, poiché il compito educativo fondamentale è quello morale. Compiti dell’educatore sono: dare al fanciullo la possibilità di compiere esperienze adeguate alle sue capacità e facoltà, nel rispetto della vera natura delle cose; Astenersi dall’intervenire in modo diretto; Tutelare l’incolumità fisica del bambino; Assecondare tempi e modi stabiliti dalla natura.
ROUSSEAU- alcune OPERE ROMANZO PEDAGOGICO (1762) DIVISO IN 5 PARTI (FASI DELLA VITA): 1. PRIMA INFANZIA( 0-3 anni) Abilità sensoriali e motoria 2. SECONDA INFANZIA (3-12 anni) Educazione naturale 3. FANCIULLEZZA (12-15 anni) Spazio all’istruzione 4. ADOLESCENZA ( 15-20 anni) Educazione morale e religiosa 5. ETA’ ADULTA (a partire dai 20 anni) (Partecipazione alla vita sociale) Teorizzazione di un'educazione dell'uomo in quanto tale attraverso un suo "ritorno alla natura". Emilio è un bambino orfano e nobile che verrà condotto in una campagna dove maturerà sotto la giuda vigile ed attenta del precettore.
ROUSSEAU- alcune OPERE Saggi scritti per un concorso indetto dall’Accademia di Digione: il primo nel 1750 il secondo nel 1754. Nella Disuguaglianza fra gli uomini Rousseau l’autore afferma che essa si genera all’interno della società e che è dannosa per il benessere dell’umanità
ROUSSEAU- alcune OPERE Opera di natura politica sociale (1762) in cui si delineano le basi per uno stato democratico Opera autobiografica (1764-1770)
Johann Heinrich PESTALOZZI Un grande contributo alla storia dell’educazione ci è fornito anche da Pestalozzi. Punto di riferimento era l’educazione materna e familiare, un modello educativo molto attento ai cambiamenti e ai comportamenti dei ragazzi, lui proferiva che «ogni buona educazione esige che l’occhio materno legga, con sicurezza, giorno per giorno, ora per ora, ogni mutamento nello stato d’animo del figlio, nel suo occhio, nella sua bocca e sulla sua fronte» La condizione necessaria per l’educazione, questa doveva essere naturale, cioè fondata sulla consapevolezza delle leggi della natura dell’animo umano e sull’offerta di condizioni idonee al suo sviluppo. L’individuo è educabile sin dalla nascita e attraversa tre particolari stadi evolutivi: 1. NATURALE: dominano le forze dell’istinto; 2. SOCIALE: la vita sociale conduce a processi di adattamento, non sempre positivi; 3. MORALE : implica la predisposizione al bene, alla solidarietà e ad accogliere DIO
Johann Heinrich PESTALOZZI (1746- 1827) Scopo ultimo dell’istruzione non era dunque “un’istruzione perfetta” ma la “preparazione alla vita” e l’orientamento alla riflessione, alla ponderatezza, era dunque necessario insegnargli a “pensare”, tramite lo sviluppo dell’intelligenza, del sentimento, delle capacità creative e artistiche. Egli insisteva sul fatto che il fanciullo dovesse diventare un “utile cittadino”. Pestalozzi, diversamente da Rousseau, evidenziava che l’educazione non poteva essere staccata dall’ambiente di vita e di lavoro. La didattica si fonda sull’insegnamento intuitivo ed è caratterizzata da CONTINUITA’ ED ORGANICITA’, agevolando, così, l’interpretazione delle esperienze intuitive. Il metodo di insegnamento deve essere elementare fornendo elementi fondamentali del sapere in maniera chiara e sicura affinché possano essere assimilati.
Johann Heinrich PESTALOZZI ELEMENTI FONDAMENTALI DEL SAPERE sono: A. FORMA (geometria- disegni e scrittura) B. NUMERO (elemento di base matemetica) C. NOME (elemento di base linguistica) TRE ELEMENTI FONDAMENTALI che rimandano ai SETTORI DISCIPLINARI : per capire un oggetto bisogna capire la quantità, la forma, la qualità e il nome). Questo, per Pestalozzi, è l’ABC dell’intuizione La scuola deve concorre allo sviluppo dell’intelligenza si sviluppa a partire da alcuni elementi fondamentali: sapere (forma e numero) morale (amore materno e fede) ed lavoro (che fa parte dell’essenza umana) e non devono svolgersi separatamente. Pestalozzi sottolinea anche l’importanza della formazione dei giovani in comunità e non in solitudine, perchè la vita della scuola si svolga in armonia con quella della famiglia e della società.
PESTALOZZI e alcune OPERE ROMANZO PEDAGOGICO (1781- 1787) E’ importante il ruolo dell’educazione familiare, all’interno della quale un ruolo essenziale è svolto dalla figura femminile
PESTALOZZI e alcune OPERE OPERA DEL 1801 PERMETTE DI SUPERARE LA VISIONE DI ROUSSEAU CHE AFFIDAVA ALLA MADRE SOLO FUNZIONI DI ALLEVAMENTO ATTRAVERSO LA FIGURA DI GERTRUDE PESTALOZZI CHIARISCE IL SUO MEDOTO. OPERA DEL 1825 CONTIENE UNA PARTE AUTOBIOGRAFIA ED UNA IN CUI SI ESPLICITA LA TEORIA CIRCA L’EDUCAZIONE
Ferrante APORTI (1791- 1858) In Italia, il primo asilo d’infanzia viene istituito a Cremona nel 1828 da Ferrante Aporti, per bambini da 3 a 6 anni. Questi asili aprivano la strada ai più bisognosi, ai figli dei poveri. Si affermava sin dalla prima istituzione dell'asilo, che «la scuola infantile» sia che accolga i figli dei benestanti, sia che accolga i figli del proletariato, ha identici fini e metodi. Non è, per sua essenza, un ricovero per determinate categorie di piccoli, ma l'istituto di cui abbisognano, chi più, chi meno, tutti i piccoli in età prescolastica.
Ferrante APORTI (1791- 1858) L’asilo doveva: 1) accogliere e preservare dai pericoli della strada i figli dei lavoratori (assistenza e prevenzione); 2) aiutare le famiglie a sostenerli mediante la refezione (refettorio); 3) educare i bambini attraverso il gioco, la preghiera,il canto ed il disegno, apprendendo nozioni semplici ci lettura scrittura, religione e matematica; 4) attraverso i fanciulli migliorare le condizioni sociali del popolo dissipando l’ignorando e alimentando verità e virtù. Il fine della ASILO era quello di sviluppare lo SVILUPPO TEMPESTIVO E ARMONICO della persona Educazione e istruzione sono necessarie all’uomo: sono richieste dalla sua stessa natura. E l’uomo è stato creato da DIO fornito del potere di perfezione (perfettibile): ha il potere di perfezionale le facoltà ricevute dal creatore . La perfettibilità è presente nella vita dell’uomo in ogni sua fase ed innesta le radici nei primi ani di vita.
Ferrante APORTI (1791- 1858) I Metodi di Aporti si basano sulle facoltà dell’uomo (fisiche, intellettuali, morali e religiose), che vanno sviluppate. I Metodi prevedono: EDUCAZIONE FISICA EDUCAZIONE INTELLETTUALE EDUCAZIONE LINGUISTICA EDUCAZIONE MORALE E RELIGIOSA METODO SINTETICO METODO DIMOSTRATIVO
Ferrante APORTI (1791- 1858) I Metodi di Aporti si basano sulle facoltà dell’uomo (fisiche, intellettuali, morali e religiose), che vanno sviluppate. I metodi prevedono: EDUCAZIONE FISICA Movimento – alimentazione razionale – vita serena e ordinata- igiene personale EDUCAZIONE INTELLETTUALE Per stimolare osservazione e riflessione EDUCAZIONE LINGUISTICA Articolazione corretta delle parole – esercizi di pronuncia. Uso di tavole sinottiche di nomenclatura EDUCAZIONE MORALE E RELIGIOSA Per sviluppare la condivisione delle leggi morali previste dalla società. Si può sviluppare nelle varie fasi di vita nel rispetto dei cambiamenti legati alla crescita METODO SINTETICO dal semplice al complesso METODO DIMOSTRATIVO Oggetti familiari- mostrati – nominati – si evidenziano le proprietà comuni
APORTI alcune opere 1836 1838 1847 1834
Friedrich FRÖEBEL Lo scopo dell’educazione è aiutare l’uomo a scoprire la propria destinazione particolare. «L’educazione deve dirigere e guidare l’uomo alla piena chiarezza di se stesso, all’armonia con la natura e all’unione con Dio; per questo è suo compito di elevare l’uomo alla conoscenza di Dio e della natura e alla vita pura e santa che ne deriva» Anche Fröebel, come Rousseau, distingue varie fasi della vita. 1. LATTANTE: si basa sullo sviluppo corpereo 2. INFANZIA: definita come la prima educazione, corrisponde per Fröebel alla prima fase educativa del bambino e inizia subito dopo i primi mesi di vita. In questa fase viene attribuito un grande valore al linguaggio, in quanto, consente al bambino di spiegare e rappresentare in azioni, ciò che sente dentro, grazie al suo impulso creativo. (ESTERIORIZZAZIONE) In questa fase dell’educazione, però, il precettore non è coinvolto, solo successivamente egli dovrà intervenire e guidare, seppur delicatamente, il bambino verso la diligenza e la chiarezza 3. FANCIULLEZZA: è il luogo in cui l’uomo può imparare a conoscere, qui domina l’istruzione, dall’esterno all’interno, porta dentro (INTERIORIZZAZIONE)
Friedrich FRÖEBEL La spontaneità del bambino deve, però, essere salvaguardata ad ogni costo, ed è in questo contesto che Fröebel insiste sul GIOCO come strumento educativo. •rappresenta il grado più alto dello sviluppo infantile e umano ; •permette di sperimentare il concetto di unità: si addentra nelle cose e le fa sue; •Permette di sviluppare funzioni superiori: linguaggio, disegno, logica e produttività •Il luogo della creazione dei rapporti (con sé- con gli altri – con il mondo esterno) •Luogo di crescita, in esso si trovano luogo le attività relative al corpo, al pensiero e alla vita sociale Anche per Fröebel la prima figura di educatore è la madre che svolge un ruolo circa la crescita e la strutturazione del carattere. Nella famiglia il bambino è protagonista della sua crescita, attraverso le attività proposte che non devono avere carattere di adultizzazione.
Friedrich FRÖEBEL Un altro concetto che occorre sottolineare è che IL GIARDINO D’INFANZIA, ( Kindergarten) Fröebel lo ha pensato come una scuola in senso proprio . E’ infatti distinto in due ambienti principali: uno esterno e uno interno. In quello esterno vi sono delle piccole aree (“proprietà private)” per la coltivazione delle piante insieme ad uno spazio per il lavoro comune, che riflette la logica froebeliana di connessione tra individuo e società, responsabilità individuale e collettiva. La scuola interna, invece, è più ordinata, è qui infatti, che si inseriscono i “doni” ; essi sono convalidati da Fröebel, sia come forme di vita architettonica, che come sostegno didattico per un’educazione all’arte e all’estetica.
Friedrich FRÖEBEL Palla di soffa sensi, linguaggio e estrazione Sfera di legno forza e movimento Cubostabilità cosmo – tridimensionalità Cilindrosfera + cubo
Friedrich FRÖEBEL Con i DONI il bambino: acquista la consapevolezza tra PARTI E TUTTO; Apprende OPERAZIONI MATEMATICHE Avvia operazioni di COSTRUZIONE
Friedrich FRÖEBEL CANTI E CAREZZE MATERNE 1844 1826
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