CIVILTÀ ROMANA VI 2019 - Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica e le sue interpretazioni - Hypothese.org

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CIVILTÀ ROMANA VI 2019 - Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica e le sue interpretazioni - Hypothese.org
CIVILTÀ ROMANA
Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica
             e le sue interpretazioni

                   VI – 2019

                 Edizioni Quasar
CIVILTÀ ROMANA VI 2019 - Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica e le sue interpretazioni - Hypothese.org
CIVILTÀ ROMANA
Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica
             e le sue interpretazioni

                   VI – 2019

                 Edizioni Quasar
Direttore scientifico
Anna Maria Liberati

Comitato scientifico internazionale
Joshua Arthurs • West Virginia University, Morgantown
Silvana Balbi de Caro • Bollettino di Numismatica, MiBACT, Roma – Museo della Zecca di Roma, IPZS
Gino Bandelli • Università degli Studi di Trieste
Marcello Barbanera • “Sapienza” Università di Roma
Mihai Bărbulescu • Universitatea Babeş-Bolyai, Cluj-Napoca
Giovanni Brizzi • “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna
Franco Cardini • Istituto di Scienze Umane e Sociali, Scuola Normale Superiore, Pisa
Maddalena Carli • Università degli Studi di Teramo
Juan Carlos D’Amico • Université de Caen Normandie
Letizia Ermini Pani (†) • Istituto Nazionale di Studi Romani, Roma
                           Fondazione Centro italiano di studi sull’alto medioevo, Spoleto
Lucietta Di Paola Lo Castro • Università degli Studi di Messina
Antonio Duplá Ansuátegui • Universidad del País Vasco/Euskal Herriko Unibertsitatea, Vitoria/Gasteiz
Maurilio Felici • LUMSA, Palermo
Philippe Fleury • Université de Caen Normandie
Oliver Gilkes • University of East Anglia, Norwich
Virgilio Ilari • Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano – Società Italiana di Storia Militare, Roma
Flavia Marcello • Swinburne University of Technology, Melbourne
Anna Pasqualini • Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Giuseppina Pisani Sartorio • Pontificia Accademia Romana di Archeologia, Roma
Gaetano Platania • Istituto Nazionale di Studi Romani, Roma – Università degli Studi della Tuscia
Isabel Rodà de Llanza • Universitat Autònoma de Barcelona – Institut Català d’Arqueologia Clàssica, Tarragona
Friedemann Scriba • “Hermann Hesse” Oberschule, Berlin
Paolo Sommella • “Sapienza” Università di Roma
Heinz Sproll • Universität Augsburg

Coordinamento editoriale: Teresa Silverio
Editing: CIVILTÀ ROMANA. Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica e le sue interpretazioni
Via Salaria 1495/U, B6, 00138 Roma – tel./fax 068887304 – email: rivistaciviltaromana@gmail.com
This is a peer-reviewed Journal

CIVILTÀ ROMANA
Rivista pluridisciplinare di studi su Roma antica e le sue interpretazioni
Direttore responsabile: Enrico Silverio
Proprietario: Anna Maria Liberati
Registrazione Tribunale Ordinario di Roma n. 265 del 27 novembre 2014
ISSN 2421-342X
L’abbreviazione internazionale della rivista è «CivRom»
© Roma 2020 Anna Maria Liberati

Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l.
via Ajaccio 41-43, 00198 Roma
tel. 0685358444, fax 0685833591
email: info@edizioniquasar.it

Finito di stampare nel mese di aprile 2020

Nessuna parte del presente volume può essere riprodotta senza preventivo permesso scritto degli aventi diritto
Sommario

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .         V
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   VII

Giuseppina Pisani Sartorio, Portici e templi lungo il Tevere all’epoca della conquista del Mediterraneo
(III-I sec. a.C.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .     1

Giulio Merlani, Dalla prima alla seconda o nuova Roma: il retaggio storico-ideologico dell’Urbe e
l’eredità del potere imperiale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .        17

Federica Calabrese, Badon Hill romana: il controverso sito della battaglia emblematica di re Artù                                                                        35
Anna Maria Liberati, La Mostra Augustea della Romanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .                                                     53
Heinz Sproll, Alexandre Kojèves Phänomenologie des cäsarischen Imperiums. Sein ideenpolitisches
Programm des Empire latin (27.8.1945): Europa auf dem Weg zum Bewusstsein seiner selbst und als
Paradigma für den homogenen Weltstaat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .                97

                                                                                   Fonti

Anna Maria Liberati - Enrico Silverio, Le fonti sulla Mostra Augustea della Romanità nelle
carte dell’Archivio Centrale dello Stato, I: «dovrà riuscire un’importante opera di cultura» . . . . . . . 131
Abstracts . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237

                                                                             Recensioni

Anna Maria Liberati, Antigüedad clásica y naciones modernas en el Viejo y el Nuevo Mundo,
eds. Antonio Duplá Ansuategui, Eleonora Dell’Elicine, Jonatan Pérez Mostazo . . . . . . . . . . . . . . 243

Notiziario
Pubblicazioni ricevute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 249
Recensioni
Antigüedad clásica y naciones modernas
                       en el Viejo y el Nuevo Mundo
         eds. A. Duplá Ansuategui, E. Dell’Elicine, J. Pérez Mostazo
                     Ediciones Polifemo, Madrid 2018

Il volume si inquadra nell’ambito di alcuni progetti di ricerca che vedono coinvolti studiosi di università
europee e latino-americane: HAR 2012-31736 “Antigüedad, nacionalismos e identidades complejas
en la historiografía occidental (1700-1900): Los casos español, británico y argentino”, ora HAR 2016-
76940-P “Antigüedad, nacionalismos e identidades complejas en la historiografía occidental (1789-
1989): Aproximaciones desde Europa y América Latina” (www.aniho.org; www.aniho.hypotheses.org).
Il testo raccoglie i contributi, derivati dagli studi condotti nell’ambito dei progetti sopra ricordati, pre-
sentati a novembre 2015 in occasione del Congresso internazionale svoltosi a Vitoria-Gasteiz Antigüedad
clásica y naciones modernas en el Viejo y el Nuevo Mundo, di cui costituisce quindi gli Atti. Molti degli
autori dei saggi sono membri dei progetti medesimi.
      L’opera affronta il tema dell’utilizzo del passato nella costruzione delle realtà identitarie naziona-
li, rilevando come tale utilizzo costituisca un fenomeno onnipresente nella modernità occidentale. Il
ricorso al passato sembra infatti rappresentare una delle risorse principali per riconoscersi parte di
una determinata comunità. Il costante richiamo a personaggi o episodi del passato ha costituito e
costituisce un ineliminabile punto di riferimento politico e culturale. Si tratta di richiami codificati e
diffusi attraverso diversi meccanismi che si possono riconoscere nel sistema educativo, nella propa-
ganda politica ed in varie espressioni storico-artistiche, ma anche in particolari manifestazioni della
vita quotidiana.
      Nell’ambito di alcuni processi di costruzione nazionale, in Europa ed in America, la rivendicazio-
ne del passato rinvia spesso all’antichità classica quale paradigma esemplare, attingendo, soprattutto
dall’antica Roma ma non solo, modelli da seguire ed imitare. A volte si è infatti verificato che siano
state prese a modello le popolazioni autoctone di quella determinata nazione, e spesso i loro stessi
capi carismatici come modelli di lotta per la libertà e l’indipendenza, esaltando l’eroismo di questi
personaggi nei confronti di altri popoli conquistatori, quasi sempre Roma. Per il fatto stesso di costi-
tuire una realtà distante nel tempo, l’antico è adottato in molti processi nazionali perché favorisce un
senso di appartenenza ad un passato illustre che quindi viene proiettato nel processo storico in atto,
dona lustro e nel contempo favorisce una sensazione di continuità e non di rottura.
      Quanto fin qui esposto costituisce l’ambito concettuale generale all’interno del quale si inqua-
drano i diversi contributi presentati nel volume, che affrontano temi afferenti al Vecchio ed al Nuovo
Mondo, spaziando in un ambito cronologico che va dalla fine del secolo XVIII alle prime decadi del
XX, privilegiando in maniera particolare il XIX secolo.
      Nell’introduzione i curatori ribadiscono come la formazione di identità collettive abbia spesso
fatto ricorso al passato poiché esso rappresenta uno dei principali strumenti in grado di fornire un
potente senso di appartenenza. Sottolineano in particolare come l’analisi ricorrente ed approfondita
della storia classica intesa quale fattore ereditario abbia favorito l’appropriazione dei valori politici
e culturali del mondo antico da parte delle moderne culture nazionali, che ne hanno promosso lo
studio e la rivisitazione.
      Tale avvicinamento di realtà cronologicamente lontane tra loro s’inquadra, secondo le parole dei
curatori, nell’ambito del rinnovamento degli studi inerenti la storia delle nazioni ed il nazionalismo
244 Anna Maria Liberati

e presenta un punto di svolta storiografica intorno agli anni Ottanta del secolo passato. Lo studio del
fenomeno nazionalista si affronta a partire da quel momento come una costruzione politica e cultu-
rale propria della modernità che affonda le proprie radici in epoche più o meno antiche, a seconda
dei singoli casi. Particolarmente evocativa risulta in questa cornice intellettuale la definizione delle
nazioni avanzata da B. Anderson (Imagined Communities: Reflections on the Origin and Spread of Na-
tionalism, London 19832) quali «imagined communities», o la prospettiva esposta nel volume edito
per la Cambridge University Press sempre nel 1983 a cura di E. Hobsbawm e T. Ranger The Invention
of Tradition, che sottolinea l’aspetto creativo di tale fenomeno il quale rimanda a numerose tradizioni
considerate antiche e degne di rispetto.
     Questa prospettiva evidenzia, fanno notare i curatori, un segno distintivo volontario ed elabora-
to, proprio delle nazioni e dei nazionalismi, frutto di un processo che ha le proprie origini nel XVIII
secolo (A.M. Thiesse, La crèation des identités nationales, Paris 1999). Invenzione o immaginazio-
ne non devono comunque essere equiparate a falsificazione o mistificazione anche perché in ogni
caso le singole “storie” delle nazioni fondano le proprie basi su elementi storici, sociali e culturali
di indubbia antichità. Da questa questione concettuale nasce, a detta dei curatori, il dibattito tra
«modernistas» e «primordialistas» o «primitivistas» che in tal modo però confezionano classi-
ficazioni sempre potenzialmente riduttive a proposito dell’antichità delle identità nazionali e delle
componenti che concorrono a determinarle.
     Al di là di queste considerazioni comunque, il ricorso al passato risulta essere un fattore fon-
damentale nella moderna “costruzione” delle nazioni e nell’identità dei popoli. Allo stesso tempo,
la storia di Roma ed il suo Impero, appaiono le fonti privilegiate cui attingere e trarre ispirazione,
rifiutando l’assimilazione alla modernità. Tale operazione intellettuale non è aliena dal considerare
specifici tratti distintivi e simbolici in quanto la sua particolarità è anche quella di rifarsi ad illustri
esempi del passato. Gli stessi autori antichi come Livio o Sallustio spesso ricordano i grandi uomini
politici e militari loro antecedenti, mettendoli a confronto con quelli del proprio tempo.
     L’antichità classica infatti, soprattutto quella romana, offre modelli di prestigio a partire da famo-
si esempi di conquistatori e leader politici ma, anche le popolazioni autoctone possono essere prese
a modello per l’eroismo dimostrato nella lotta per la libertà e l’indipendenza. In generale dunque i
tempi antichi possono essere considerati una buona fucina di quei «dioses utiles» di cui parla Álva-
rez Junco nel suo volume edito a Madrid nel 2016 Dioses útiles. Naciones y nacionalismos.
     Come spiegato infatti nell’introduzione, una prima questione da affrontare in questo ambito di
studi è costituita dai limiti entro i quali collocare il riferimento all’antichità classica, limiti dai contor-
ni molto spesso affatto definiti e dai quali scaturiscono ricezioni a volte contraddittorie. Cosa mettere
in evidenza: l’aspetto tradizionale e convenzionale della civiltà contro la barbarie o l’aspetto relativo
alla lotta dei ribelli autoctoni contro il dispotismo? Un’altra questione riguarda l’apparente distinzio-
ne tra le vecchie nazioni europee che presentano un continuum tra il presente ed il lontano passato
e le nazioni americane di formazione recente rispetto alle prime, per le quali l’elemento classico è
fonte di prestigio ed esempio di riflessione politica e dove le popolazioni originarie non partecipano
a questo processo condotto da una élite di formazione culturale europea di stampo tradizionale.
     Un nuovo campo d’indagine è inoltre quello che tende a superare il ristretto ambito della sto-
riografia e si spinge ad esplorare un’area più vasta che si può definire “cultura historica” perché
comprende altri ambiti di studio che si rivolgono ugualmente al passato. I curatori infatti avvertono
che i diversi contributi presentati nel volume non si limitano a considerare il richiamo all’antichità
classica unicamente come fattore di costruzione di identità nazionali, ma come l’eredità del passato,
soprattutto nel XIX secolo, registri una diffusione non più ed unicamente limitata all’élite culturale
del tempo ma risulti diffusa in ambiti diversi, dall’arte alla letteratura e finanche ai giochi di intrat-
Antigüedad clásica y naciones modernas en el Viejo y el Nuevo Mundo   245

tenimento ed alle promozioni commerciali.
L’opera comprende saggi che si rivolgono sia
al Vecchio che al Nuovo Mondo in un excur-
sus cronologico che dalla fine del XVIII secolo
conduce ai primi decenni del XX, anche se,
come già accennato, è il «largo» secolo XIX lo
scenario principale afferente ai vari contributi.
     Il volume si apre con un prologo dal titolo
Naciones, historia y ciencias sociales di José Álva-
rez Junco (Catedrático emérito de Historia del
Pensamiento y de los Movimientos Políticos y
Sociales presso la Universidad Complutense
di Madrid) in cui lo studioso, esperto di nazio-
ni e nazionalismo, inquadra concettualmente
l’argomento oggetto del volume, evidenziando
la vitalità e l’esito del nazionalismo considera-
to quale elemento di coesione sociale e poli-
tica in epoca moderna sottolineando come,
all’indomani della Seconda Guerra Mondiale,
la memoria collettiva ed il ricorso al passato
abbiano costituito un elemento fondamentale
nei processi di costruzione identitaria.
     La prima parte del volume raccoglie con-
tributi di studiosi relativi al Vecchio Mondo
e si apre con il saggio Algunas consideraciones
sobre la concepción de la historia, la Antigüedad
y la nación en la Real Sociedad Bascongada de
Amigos del País di Antonio Duplá Ansuategui
(Catedrático de Historia Antigua presso la
Universidad del País Vasco / Euskal Herriko
Unibersitatea), uno dei curatori del volume e          Alcune delle illustrazioni, in lingua italiana, della serie
                                                       Vestigia della dominazione romana in Africa realizzata dalla
“Investigador Principal” dei progetti di ricer-        Liebig. Si distinguono dall’alto: l’anfiteatro di El-Djem
ca all’inizio ricordati. Nel suo scritto Duplá         in Tunisia, alcuni sepolcri di Tolmeitha in Cirenaica e
prende in esame il ruolo rivestito dallo studio        le rovine dell’antica Timgad in Algeria. Si noti che ogni
dell’antichità quale illustre referente e fonte        illustrazione era accompagnata da schede didattiche
privilegiata per diversi testi di carattere storico    poste sul retro (dalla quarta di copertina del volume).
realizzati nei Paesi Baschi dalla Real Sociedad
Bascongada de Amigos del País nell’ultimo terzo del XVIII secolo.
     A seguire Entre Ilerda y Emporion: etnicidad y clasicismo en las raíces del nacionalismo catalán di Jor-
di Cortadella (Profesor Titular de Historia Antigua presso la Universitat Autònoma de Barcelona),
che analizza il concetto di nazione, la percezione della Grecia e di Roma e l’impatto dell’elemento
etnico presso i maggiori ideologi del nazionalismo catalano del XIX secolo, dai progetti federalisti di
Francesc Pi i Margall e Valentí Almirall fino al catalanismo tradizionalista di Josep Torras i Bages e la
sintesi operata da Enric Prat de la Riba.
     L’archeologia e la sua importanza nella costruzione «de la Historia (o historias)» (p. 77) della
Spagna tra i secoli XVIII e XX è il tema del contributo di Gloria Mora (Profesora Titular de Historia
246 Anna Maria Liberati

Antigua presso la Universidad Autónoma de Madrid) La arqueología en la construcción de la historia
de España: de los viajes anticuarios ilustrados al Catálogo Monumental de España. Nel saggio vengono
prese in esame le diverse strategie, sia pubbliche che private, sorte ai fini della tutela del patrimonio
archeologico.
     Viriato en el Congreso de los Diputados: de la Gloriosa a la disolución de las Cortes en España (1868-
1939) è il titolo del tema trattato da Pilar Iguácel de la Cruz e Pepa Castillo (rispettivamente Profeso-
ra Asociada e Titular de Historia Antigua presso la Universidad de La Rioja). Le studiose analizzano
il ruolo svolto da Viriato, condottiero lusitano, nell’attività parlamentare spagnola dell’epoca presa in
esame e l’utilizzo della sua figura storica nella retorica politica come esempio di eroismo al servizio
della libertà interpretato da un insigne “spagnolo” antico.
     Ignacio Peiró Martín (Profesor Titular de Historia Contemporánea presso la Universidad de Za-
ragoza) scrive sul tema La Antigüedad en acción. El sermón sobre la destrucción de la cultura nacional
española e tratta quella che viene definita una «guerra cultural española» (p. 135) condotta dal regi-
me franchista a partire dal 1936, una sorta di scontro culturale che vide schierati in maniera enfatica
e determinante molti studiosi di archeologia e storia antica.
     La figura di Pierre Paris e le sue indagini intorno alle forme artistiche della Grecia arcaica forni-
scono l’occasione a Grégory Reimond (Doctorant presso la Université Toulouse-Jean Jaurés [Plh-
Erasme] e Allocataire de recherche presso la Casa de Velázquez, Madrid) per presentare il suo studio
dal titolo Arcaísmo y clasicismo en el pensamiento de Pierre Paris: los escultores griegos a la conquista del
movimiento in cui sono prese in esame le risorse ed i limiti della comunità scientifica del XIX secolo,
soprattutto francese, in un’epoca caratterizzata da positivismo, fede nel progresso ed eurocentrismo.
     Martin Lindner (Lecturer in Ancient History presso la Georg-August-Universität, Gottinga)
scrive sul tema Winning History. Nationalistic Classical Reception in German Board and Card Games
from the “Long 19th Century”, illustrando il fenomeno della ricezione dell’antichità, anche in chiave
nazionalistica attraverso la figura di Arminio, nei giochi da tavolo e di carte nella cultura tedesca del
XIX secolo.
     In Images of Rome: Classical Rome and the United Kingdom, 1880 to 1930 Richard Hingley (Pro-
fessor of Roman Archaeology, Chair of the Hadrian’s Wall Archaeological Research Delivery Group
for the World Heritage Partnership Group, Durham University) analizza le varie declinazioni delle
«Images of Rome» in epoca vittoriana ed edoardiana quali fonti da utilizzare a fini politici, militari
ed anche nazionalistici mediante l’esaltazione di Budicca, regina degli Iceni, quale icona dell’impe-
rialismo inglese.
     Chiude la parte dedicata al Vecchio Mondo il contributo di Marta García Morcillo (Senior Lec-
turer in Ancient History, presso il Department of Humanities della University of Roehampton) dal
titolo Antiquity and Modern Nations in the Liebig Trading Cards che illustra l’utilizzo a fini commercia-
li della storia, soprattutto antica, nel marchio Liebig per reclamizzare il quale vennero ideate alcune
serie di illustrazioni tematiche di indubbio valore artistico e didattico.
     La seconda parte del volume si occupa del Nuovo Mondo in un percorso che va dai nascenti
Stati Uniti alle nuove repubbliche latino-americane. Clelia Martínez Maza (Catedrática de Historia
Antigua presso la Universidad de Málaga) presenta un saggio dal titolo La huella griega en el Senado
de los EE.UU. in cui tratta dei richiami filoellenici che ispirarono la creazione della Camera Alta degli
Stati Uniti d’America, sia quelli della tradizione spartana che quelli della “costituzione” soloniana
fino alla stessa esperienza federale greca, ampiamente utilizzati questi ultimi nei dibattiti tra il potere
centrale ed i diversi Stati.
     In ambito latino-americano ed in particolare nell’area «novohispana» si colloca il saggio di José
M. Portillo Valdés (Catedrático de Historia Contemporánea presso la Universidad del País Vasco /
Antigüedad clásica y naciones modernas en el Viejo y el Nuevo Mundo   247

Euskal Herriko Unibertsitatea) Cuando la Antigüedad no puede ser más que moderna. Identidades com-
plejas en el escenario imperial español de finales del siglo XVIII, in cui sono descritte le difficoltà dell’élite
creola americana per dare risalto ad una propria antichità tale da permettere di rivendicare una «an-
tigua constitución» chiara e definita nel momento di crisi della monarchia spagnola.
     Nel quadro della storia della Colombia, Ricardo del Molino García (Docente investigador del
Programa de Historia de la Facultad de Ciencias Sociales y Humanas presso la Universidad Exter-
nado de Colombia) con il suo contributo La Antigüedad clásica y la red protonacional neogranadina
(1767-1803) sottolinea l’esistenza di riferimenti politici e culturali classici nell’ambito delle rifles-
sioni sviluppatesi nella Nueva Granada attraverso il recupero dell’antichità greco-romana, sia nella
ristretta élite nobiliare che in ambito più popolare.
     Da ultimo, Eleonora Dell’Elicine (Profesora Asociada presso la Universidad Nacional de Gene-
ral Sarmiento, Argentina) con il suo Pasado clásico y nación moderna: los usos de la Antigüedad en la
construcción de un proyecto político para la Nación Argentina (1837-1852) presenta un determinato
periodo della storia argentina in cui una nuova sensibilità rivendica il passato classico inteso come
eredità politico-culturale pienamente condivisa con il Vecchio Mondo.
     Come sottolineato anche dagli stessi curatori, la non omogeneità dei temi presentati ed i differen-
ti ambiti indagati, ad una analisi superficiale potrebbero indurre a ritenere impensabile un qualche
tipo di conclusione. In realtà la pluralità degli studi proposti sta proprio a dimostrare, ed è questo
appunto il merito del volume, quanto l’eredità dell’antichità classica si riveli profondamente radicata
nelle ere successive all’antico fino all’odierna contemporaneità ed anzi sia entrata a far parte di molti
aspetti della vita pubblica e privata anche in ambiti territoriali ad essa originariamente estranei. Gli
studi presentati nel volume di Atti danno la misura del vastissimo campo d’indagine collegato a que-
sto fenomeno e suggeriscono ulteriori, proficui approfondimenti che si spera possano quanto prima
vedere la luce.
                                                                                    Anna Maria Liberati
ISSN 2421-342X

                 € 50,00
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