Cistercense, architettura - Definizione - Amazon S3
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Cistercense, architettura Definizione Ordine monastico benedettino, nato da una riforma promossa dall’abbazia di Cîteaux, fondata in Borgogna nel 1098. La prima costituzione dell’ordine (la “Carta Caritatis”) venne approvata nel 1119 da papa Callisto II e s’ispirava ai principi disciplinari elaborati dai primi abati di Cîteaux, Roberto di Molesme, Alberto e Stefano Harding. A partire da questo periodo l’ordine conobbe una crescente diffusione in tutta l’Europa cristiana, creando un sistema federativo di abbazie legate al Capitolo Generale di Cîteaux, che orientava la guida dei diversi monasteri. I cistercensi intendevano recuperare un equilibrio tra la liturgia comunitaria, la meditazione individuale e il lavoro manuale, ritornando alla purezza delle origini della regola benedettina. Un ruolo di primissimo piano nella storia dell’ordine venne assunto da san Bernardo, primo abate di Clairvaux, che negli anni 1130-1153 si affermò come il principale protagonista della riforma. Prime realizzazioni e critteri costruttivi Le prime abbazie costruite dall’ordine in Borgogna (Cîteaux 1098, La Ferté 1113, Pontigny 1114, Clairvaux e Morimond 1115), vennero in gran parte alterate nei secoli successivi e oggi possono essere studiate soltanto tramite immagini storiche e scavi archeologici. L’abbazia meglio conservata della prima età cistercense, che probabilmente riflette gli orientamenti introdotti nell’architettura dallo stesso san Bernardo, è quella di Fontenay, dove la chiesa venne realizzata negli anni 1139-1147. Nei decenni successivi la fortuna dell’ordine fu molto vasta e tra le strutture più
importanti si possono ricordare in Francia le abbazie di Le Thoronet, Sénanque, Silvacane e Silvanès, nella penisola iberica quelle create nei regni di Castiglia, Aragona e Portogallo (Moreruela, La Espina, Poblet, Santes Creus, Alcobaça), e ancora in Inghilterra (Abbey Dore, Byland, Fountains), in Irlanda (Méllifont) e in Germania (Heilbronn, Eberbach, Heiligenkreuz, e nel Duecento quelle di Ebrach e Riddagshausen). In Italia si distingue il nucleo delle prime abbazie fondate dai cistercensi nell’area lombarda, a cominciare da quella di Tiglieto, nata nel 1120 sull’Appennino Ligure, presto seguita dai grandi complessi di Chiaravalle Milanese, Cerreto, Morimondo, Vallalta, Staffarda, Chiaravalle della Colomba, Casanova, Lucedio, Rivalta Scrivia. Cronologicamente successivo è invece il gruppo di abbazie dell’Italia centrale e meridionale, rappresentato soprattutto nel Lazio dai grandi cantieri di Fossanova e di Casamari, che segnano i maggiori progressi dell’ordine nel XIII secolo. In tutti questi casi i principi costruttivi promossi dal primo nucleo di abbazie borgognone vennero rielaborati e applicati secondo le consuetudini legate alle tradizioni architettoniche locali. I cistercensi organizzavano tendenzialmente le diverse abbazie affiliate secondo modelli comuni in tutto l’ordine, che seguivano regole di organizzazione liturgica, disciplinare ed economico-produttiva. Nelle abbazie cistercensi è così possibile riconoscere la permanenza di schemi planimetrici e costruttivi derivati dalla lunga tradizione benedettina, ma interpretati con sobrietà e rigore, senza concedere spazio al lusso costruttivo e alle decorazioni scultoree o pittoriche. L’esplicita condanna da parte di Bernardo di Chiaravalle degli eccessi di monumentalità e di ornamentazione nelle chiese monastiche, espressa con vigore nello scritto Apologia ad Guillelmum Abbatem, ha rappresentato un costante punto di riferimento per tutta la tradizione cistercense. La grande novità introdotta dall’ordine consiste proprio nella rigida geometria architettonica che caratterizza l’impianto delle chiese e degli edifici monastici, elaborata secondo un
sistema di progettazione “ad quadratum”, basato sulla moltiplicazione modulare di cellule quadrangolari. L’emblema di questo modello costruttivo è rappresentato dal cosiddetto “coro bernardino” (plan bernardin, bernhardinischer Grundtypus), basato su uno schema modulare che aggrega secondo linee geometriche ortogonali il coro monastico, l’abside e i bracci del transetto, dotati di cappelle. Il modello si era diffuso nelle abbazie affiliate all’ordine nella seconda metà del XII secolo, e venne probabilmente elaborato in origine dagli ambienti monastici vicini a Bernardo di Chiaravalle. Per quanto riguarda invece gli edifici riservati alla vita cenobitica, i cistercensi condividevano i modelli già consolidati nell’ambiente benedettino, ma utilizzando schemi geometrici fissi, di natura modulare: intorno al chiostro venivano collocati di norma la chiesa, la sacrestia, la sala capitolare, il parlatorio, il refettorio, la cucina, la dispensa e i locali riservati all’uso dei conversi. Sviluppi Dopo una prima fase di consolidamento e di fissazione dei principi architettonici che guidavano l’ordine, verso il 1200 si assiste ad una nuova fase di sperimentazione, in cui vengono introdotti nelle chiese elementi strutturali e compositivi derivati dall’architettura gotica. L’esempio più significativo di questi sviluppi si riconosce nella ricostruzione dell’abbaziale di Pontigny, che presenta una matura articolazione dei pilastri polistili, pensili verso la navata mediana, e una struttura dilatata della terminazione orientale, con deambulatorio a cappelle radiali. Il nuovo modello rispondeva anche ad esigenze liturgiche e la moltiplicazione degli altari presenti nelle cappelle assicurava il servizio delle messe giornaliere per tutti i membri della comunità. Anche nella gestione delle proprietà monastiche i cistercensi si distinguevano all’interno della grande famiglia benedettina. Le abbazie riformate privilegiavano infatti una
conduzione diretta dei beni fondiari, ricorrendo ad un sistema di aziende agricole periferiche, dette “grange”, dislocate sul territorio e affidate di norma ai conversi, confratelli laici che curavano la gestione patrimoniale. Le grange rappresentavano delle vere “architetture per il lavoro”, elaborate secondo principi di funzionalità e di monumentalità costruttiva, segni emblematici dell’organizzazione monastica e dell’autorità abbaziale. Tra gli esempi meglio conservati si possono ricordare in Francia le grange di Fourcheret, di Vaulerent, di Warnavillers, di Maubisson, in Belgio quella di Ter Doest e in Italia quelle di Chiaravalle di Fiastra e di Fossanova. Bibliografia Elm K. (a cura di), Bernhard von Clairvaux. Rezeption und Wirkung im Mittelalter und in der Neuzeit, Wiesbaden, 1994; Fraccaro De Longhi L., L’architettura delle chiese cistercensi italiane, Milano, 1958; Hahn H., Die frühe Kirchenbaukunst der Zisterzienser, Berlin, 1957; Kinder T.N. (a cura di), Perspectives for an Architecture of Solitude: Essays on Cistercians Art and Architecture in Honour of Peter Fergusson, Turnhout, 2004; Kinder T.N. (a cura di), Cistercian Europe: Architecture of Contemplation, Grand Rapids, 2002; Lillich M.P. (a cura di), Studies in Cistercian art and architecture, Kalamazoo, 1993; Pressouyre L. (a cura di), L’espace cistercien, Paris, 1994; Ratio fecit diversum. San Bernardo e le arti. Atti del Congresso internazionale, in «Arte medievale», II s., 8 (1994); Romanini A.M., Le abbazie fondate da s. Bernardo in Italia e l’architettura cistercense “primitiva”, in Studi su san Bernardo di Chiaravalle nell’ottavo centenario della canonizzazione. Atti del Convegno internazionale, Roma, 1975, pp. 281-303; Rudolph R., The “Things of Greater Importance”. Bernard of Clairvaux’s Apologia and the Medieval Attitude Toward Art, Philadelphia, 1990; Tosco C., Bernard de Clairvaux. Histoire, mentalités, spiritualité. Colloque de Lyon-Cîteaux-Dijon, Paris, 1992.
Photogallery Fontenay (Borgogna), pianta della chiesa abbaziale. Chiudi Pontigny, chiesa abbaziale. Chiudi
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