Ciné giornate di cinema riccione 2018 - I Wonder Pictures

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Ciné giornate di cinema riccione 2018 - I Wonder Pictures
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Ciné giornate di cinema riccione 2018 - I Wonder Pictures
LE BRIO
Regia di Yvan Attal                                                                   Con Camélia Jordana    Daniel Auteuil
Francia - 2017 - 95’

                       MIGLIOR PROMESSA
   BIOGRAFILM          FEMMINILE
  FESTIVAL 2018
   Biografilm Europa

                                          neïla salah (camélia Jordana, premio césar 2018 per la miglior nuova promessa
                                          femminile) è cresciuta a créteil, nella multietnica banlieu parigina, e sogna di
                                          diventare avvocato. iscrittasi alla prestigiosa università di panthéon-assas
                                           a parigi, sin dal primo giorno si scontra con pierre mazard (daniel auteuil),
                                             professore celebre per i suoi modi bruschi, le sue provocazioni e il suo
                                                 atteggiamento prevenuto nei confronti delle minoranze etniche. ma
                                                     proprio il professor mazard, per evitare il licenziamento all’indomani
                                                       di uno scandalo legato a questi suoi comportamenti, si troverà ad
                                                        aiutare neïla a prepararsi per l’imminente concorso di eloquenza.
                                                          cinico ed esigente, pierre potrebbe rivelare di essere proprio il
                                                          mentore di cui lei ha bisogno… tuttavia, entrambi dovranno prima
                                                           riuscire a superare i propri pregiudizi.
Ciné giornate di cinema riccione 2018 - I Wonder Pictures
LA PROMESSA DELL’ALBA
Titolo originale: La promesse de l’aube                                                      Con Charlotte Gainsbourg     Pierre Niney
Regia di Eric Barbier
Francia - 2017 - 131’

NOMINATION        NOMINATION            NOMINATION              NOMINATION
MIGLIOR ATTRICE   MIGLIOR ADATTAMENTO   MIGLIORI COSTUMI        MIGLIOR SCENOGRAFIA

                                                                    Dalla difficile infanzia in Polonia passando per l’adolescenza a
                                                                    nizza, per poi arrivare alla carriera da aviatore in africa durante
                                                                   la seconda guerra mondiale… romain gary ha vissuto una vita
                                                                  straordinaria. ma questo impulso a vivere mille vite, a diventare
                                                                 un grande uomo e un celebre scrittore è merito di nina (charlotte
                                                                gainsbourg), sua madre. sarà proprio il folle amore di questa madre
                                                               possessiva ed eccentrica che lo porterà a diventare uno dei più
                                                              grandi romanzieri del ventesimo secolo, e a condurre una vita piena
                                                             di rocamboleschi colpi di scena, passioni e misteri. ma quell’amore
                                                            materno senza freni sarà anche un fardello per tutta la sua vita.
                                                            Dall’omonimo romanzo autobiografico di culto scritto da Romain Gary,
                                                           un film appassionante e commovente.
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WE THE ANIMALS
Regia di Jeremiah Zagar                                             Con Raúl Castillo    Sheila Vand
Stati Uniti - 2018 - 94’

                                   il sorprendente romanzo d’esordio di Justin torres adattato
                                   nel film che ha incantato il Sundance Film Festival e che è stato
                                  salutato dalla critica come il nuovo moonlight. manny, Joel e
                                 Jonah si fanno largo nell’infanzia e rispondono come possono al
                                precario affetto dei loro genitori: il padre è portoricano, la madre
                               bianca, e il loro amore è di quelli impegnativi, pericolosi, capaci di
                              fare e disfare una famiglia molte volte. La vita in casa è intensa e
                             totalizzante, in un continuo oscillare tra lacrime ed euforia. mentre
                             manny e Joel crescendo diventando sempre più simili a loro padre,
                            Jonah, il fratello più giovane, abbraccia un mondo di immaginazione
                           che è solo suo.
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SUMMER
Titolo originale: Leto                                       Con      Teo Yoo    Irina Starshenbaum   Roman Bilyk
Regia di Kirill Serebrennikov
Russia - 2018 - 126’

                                Leningrado, anni ottanta. in barba alla censura della russia sovietica, mike e
                                   la sua band hanno una passione sfrenata per il rock che arriva illegalmente
                                       dagli stati uniti. un giorno d’estate, fra birre, chitarre e falò, mike e sua
                                           moglie natasha conoscono Viktor, musicista emergente. È un colpo
                                               di fulmine: mike lo prende sotto la sua ala, mentre fra Viktor e
                                                   natasha nasce un delicato gioco di emozioni contrastanti.
                                                     Kirill serebrennikov ripercorre la storia di due band che
                                                       hanno fatto la storia del rock russo, gli zoopark e i Kino.
                                                        Applaudito al Festival di Cannes, summer è un film
                                                        romantico che riporta l’incanto di un mondo sospeso,
                                                        in cui una generazione piena di ideali si affacciava al
                                                       mondo cercando, forse in modo naïf, di cambiarlo.
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AnothEr dAY of lifE
Regia di raúl de la fuente, damian nenow
Polonia - 2018 - 80’

                                           “Make sure they won’t forget us.” Forse è questo l’imperativo che
                                            risuona nella mente di ryszard Kapuściński, giornalista nonché
                                             autore del libro che dà il titolo al film. Scritto all’indomani del suo
                                             viaggio in angola nel 1975, nel pieno della guerra civile, il reporter
                                                polacco vuole essere sicuro che nessuno dimentichi ciò che è
                                                  successo. Raúl de la Fuente e Damian Nenow recuperano il
                                                   suo messaggio e lo trasformano con grande audacia in un
                                                   lungometraggio animato, accompagnato da interviste in live-
                                                    action. Presentato al Festival di Cannes, another day of Life
                                                    è più di una fiction, più di un documentario: senza mancare di
                                                    coinvolgere e stupire, è il resoconto coraggioso di una storia
                                                    tristemente vera.
Ciné giornate di cinema riccione 2018 - I Wonder Pictures
non-fiction
Regia di olivier Assayas                                    Con Juliette Binoche    Guillaume Canet     Olivia Ross
Francia – 2018 – in post-produzione

                             alain, un editore parigino di successo, e Leonard, uno dei suoi autori storici,
                              sono riluttanti a comprendere appieno e ad abbracciare il mondo dell’editoria
                               contemporanea, fatta di e-book e shop online. Quando si incontrano per discutere
                               del nuovo manoscritto di Leonard – l’ennesimo romanzo autobiografico incentrato
                               sulla sua storia d’amore con una celebrità minore – alain non può che confessare
                                  all’amico ciò che pensa del libro: che è un’opera troppo datata e banale e non può
                                    pubblicarla. ma la moglie di alain, selena (Juliette Binoche), è invece convinta
                                     che si tratti di un vero e proprio capolavoro, sicuramente il miglior libro che
                                      Leonard abbia mai scritto. il pluripremiato regista olivier assayas (irma Vep,
                                      sils maria, personal shopper), per la prima volta alle prese con una commedia,
                                      racconta con sguardo leggero e ironico il mondo che cambia e il modo in cui
                                       riusciamo (o non riusciamo) a reagire a questi cambiamenti.
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MUSEo
Regia di Alonso ruizpalacios                           Con Gael García Bernal Simon Russell Beale Lynn Gilmartin
Messico - 2018 - 128’

                                   museo è “una replica della storia originale”, quella realmente accaduta il 24
                                      dicembre del 1985, quando due studenti rubarono decine di opere del
                                        Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico. Nel film sono
                                        gael garcía Bernal e Leonardo ortizgris a interpretare i giovani ladri
                                        che, spinti dalla noia di una vita monotona, si intrufolano nel museo del
                                       titolo e riescono ad impossessarsi dei preziosi reperti maya, mixtechi e
                                     Zapotechi. Esiste la teoria per cui “non sai ciò che hai finché non lo perdi”,
                                     infatti dopo il furto le visite nel museo sono aumentate esponenzialmente.
                                   Il film di Ruizpalacios non è un semplice heist movie, ma riesce a compiere
                               una riflessione sulla cultura messicana, sul rapporto con il passato e sulla ricerca
                               di un’identità nazionale.
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diAMAntino                                                                  TOUCH ME NOT
Regia di Gabriel Abrantes, daniel Schmidt                                   Regia di Adina Pintilie
Brasile, Francia, Portogallo - 2018 - 92’                                   Romania, Germania, Repubblica Ceca - 2018 - 125’

                                   Con      Carloto Cotta   Carla Maciel                                          Con Laura Benson   Tómas Lemarquis

                                                                               Orso d’Oro   Miglior opera prima

Il sorprendente film di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt che ha            una regista e i suoi personaggi si avventurano insieme in una ricerca
conquistato la Settimana della Critica al Festival di Cannes 2018.          personale sull’intimità. Sul confine sottile tra realtà e finzione, touch
diamantino è un campione di calcio di fama mondiale. È un cristiano         me not segue i percorsi emotivi di Laura, roman e christian, lanciando
Ronaldo, un piede d’oro, un inarrestabile genio del pallone. Finché,        uno sguardo profondamente empatico sulle loro vite. desiderosi
un brutto giorno, tutto il genio sparisce irrimediabilmente nel nulla.      di trovare una forma di intimità eppure anche profondamente
attraverso le bizzarre vicende del suo protagonista, tra visioni            terrorizzati da essa, sono al lavoro su se stessi per superare vecchi
mistiche, barboncini giganti e figure pastello superkitsch, diamantino      schemi mentali, tabù e meccanismi di difesa, per trovarsi finalmente
si veste da commedia stravagante per giocare con intelligenza con i         liberi dalle proprie paure. touch me not, orso d’oro al 68esimo
conflitti della contemporaneità: dal culto delle celebrità all’ascesa dei   Festival di Berlino, racconta come possiamo trovare l’intimità nei
deliranti pensieri antieuropeisti e dei populismi xenofobi.                 modi più inaspettati e come amarci l’un l’altro senza perdere noi
                                                                            stessi.
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MONOS                                                                  ovErGod
Regia di Alejandro Landes                                              Regia di Gabriel Mascaro
Colombia - 2017 - In post-produzione                                   Brasile, Uruguay, Norvegia, Danimarca - 2018 - In post-produzione

                                           Con   Julianne Nicholson

                                                                       Joana ha 42 anni, lavora in uno studio notarile ed è una devota
                                                                       cristiana evangelica. al di fuori dell’orario di lavoro, fa sua una
sette adolescenti isolati dal mondo, sperduti sui monti della          missione importante: usare la sua conoscenza della dottrina per
colombia si allenano e combattono. a prima vista potrebbe              aiutare coppie in crisi. a questo scopo, le invita a partecipare agli
sembrare una specie di campo estivo, un bizzarro ritrovo di            incontri del gruppo “amore divino”, un’ala della chiesa locale il cui
ragazzini che giocano a fare i soldati. invece si tratta dello         obiettivo è riscoprire il piacere di coppia come possibile fonte di
scenario iniziale di una missione delicatissima: i sette adolescenti   riavvicinamento e alternativa al divorzio.
hanno con sé una prigioniera, una donna americana che chiamano         mentre Joana attende un segno che confermi il riconoscimento dei
semplicemente “la dottoressa”. il loro compito è proteggerla.          suoi sforzi, sarà proprio il suo matrimonio ad affrontare una difficile
improvvisamente braccati da un vero e proprio esercito, saranno        crisi, una situazione che la porterà in ultima istanza a un contatto
costretti a rifugiarsi nella giungla. tra il signore delle mosche e    ancora più stretto con dio. dal talento visivo e narrativo del regista
Beasts of no nation, uno sconvolgente survival thriller firmato dal    brasiliano gabriel mascaro (premio orizzonti a Venezia nel 2015 con
nuovo talento del cinema sudamericano alejandro Landes.                neon Bull), un film coinvolgente e visionario.
LIBRE                                                                  McQUEEn
Regia di Michel toesca                                                 Regia di ian Bonhôte, Peter Ettedgui
Francia - 2018 - 100’                                                  Regno Unito - 2018 - 111’

                                                                         2018

Nella Val Roia, divisa tra la Francia e l’Italia, ogni giorno decine   cresciuto nell’east London, alexander mcQueen era un semplice
di migranti cercano di superare il confine in cerca di una vita        ragazzo della working class inglese, senza doti né prospettive. ma
migliore. ma in questo limbo chiuso fra due stati, le politiche        nel suo intimo, “Lee” ha sempre saputo di non essere come gli altri.
sull’immigrazione rendono loro impossibile l’ingresso sul              per anni ha coltivato demoni interiori, dalle sembianze eleganti e
territorio francese. cédric Herrou, un contadino della Valle, per      spaventose. e soltanto controllandoli, forse, è riuscito a diventare
questi ragazzi è un eroe: da anni offre ospitalità a tutti i giovani   uno dei più iconici artisti del nostro secolo. come ha fatto questo
e le famiglie che, senza avere altro posto dove andare, restano        punk ribelle a conquistare l’alta moda parigina? e perché, al picco
bloccati sul confine. Grazie all’aiuto di amici e volontari, Cédric    della sua fama, ha deciso di mettervi un punto? Riflettendo sulla
sfida con coraggio le istituzioni francesi. Osservando senza filtri    savage beauty e la dirompente vivacità del suo design, i registi
questa situazione drammatica, Libre denuncia, o meglio, urla ai        evocano una figura opaca, tra tortura e ispirazione, per celebrare un
quattro venti l’urgenza di un intervento da parte delle istituzioni.   genio radicale e ipnotico e la profonda influenza che ha avuto sulla
                                                                       sua epoca
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 SHUT UP AND PLAY THE PIANO                                                THE CLEANERS
Regia di Philipp Jedicke                                                  Regia di hans Block, Moritz riesewieck
Germania, Regno Unito - 2018 - 82’                                        Brasile, Germania, Italia, Olanda, Stati Uniti - 2018 - 90’

All’anagrafe è Jason Charles Beck, ma il suo nome d’arte è Chilly.        L’esclusiva indagine sull’industria digitale che ha sconvolto il
Chilly Gonzales. Dal suo Canada alla fine degli anni Novanta alle         Sundance Film Festival. The Cleaners ci porta dietro le quinte delle
più grandi sale filarmoniche del mondo, passando per Parigi e             procedure di rimozione dei contenuti di colossi come Facebook
autoproclamandosi presidente della scena musicale underground             e Google. Quando postiamo qualcosa sul web, dove va a finire? È
a Berlino, l’artista di Montréal non ha mai smesso di sorprendere.        davvero un algoritmo a decidere ciò che vediamo? Tra interviste
Nella sua carriera polimorfa si è reinventato di continuo, indossando     esclusive agli addetti ai lavori e vicende umanissime legate al tema
maschere sempre nuove e paradossali. Tra incursioni nel rap,              della censura online – e nell’anno in cui Facebook affronta la sua
sperimentazioni elettroniche e un album da solista realizzato solo        crisi più forte in seguito allo scandalo Cambridge Analytica – il film
con un pianoforte, il film scava nelle contraddizioni di un personaggio   getta uno sguardo nuovo e denso di spunti di riflessione su un tema
teatrale, un performer a tutto tondo che ha fatto dell’intrattenimento    fondamentale e quanto mai attuale della società contemporanea.
una vera e propria filosofia, nonché la sua ragione di vita.
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 MATANGI / MAYA / M.I.A.                                                    THE GREENAWAY ALPHABET
Regia di Steve loveridge                                                    Regia di Saskia Boddeke
Regno Unito, Stati Uniti - 2018 - 90’                                       Olanda - 2017 - 68’

In tanti penseranno di non averla mai sentita nominare, ma M.I.A.           “Art is life and life is art”. Questo il motto di Peter Greenaway, filmmaker
è una fra le artiste più interessanti del panorama contemporaneo.           fra i più eclettici del cinema contemporaneo. Partendo da questa
La bad girl per eccellenza ha sempre avuto un solo desiderio:               premessa Saskia Boddeke, artista multimediale nonché moglie del
esprimersi. Nel documentario che ha stregato il Sundance Film               regista, fa incursione nella mente del marito. La creatività di Greenaway
Festival e la Berlinale, Steve Loveridge racconta l’incredibile viaggio     è incorniciata in una conversazione con la figlia adolescente Pip, che
della piccola Maya, dall’infanzia nello Sri Lanka alla trasformazione       in un dialogo ricco d’ironia mette in ordine alfabetico i punti salienti
nella popstar M.I.A., senza tralasciare i polveroni mediatici e le          della vita del padre. “A come Amsterdam”, dice Mister Greenaway,
cause legali. Fra politica tamil, immigrazione, ingiurie e giacche          ma anche “A come Autismo”, lo incalza Pip. Le domande della figlia
fluo, è l’artista stessa a dipingere la sua favola con colori sgargianti,   lo colpiscono dritte al cuore, permettendo alla moglie di trarne un
restando coerente con le sue tante contraddizioni. E sussurrando,           ritratto unico nel suo genere: quello di un visionario, sì, ma soprattutto
con sguardo accattivante: “Live fast, die young… bad girls do it well!”     di un uomo e della sua battaglia contro il tempo.
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ALMOST NOTHING -                                                        THE EYES OF ORSON WELLES
CERN: EXPERIMENTAL CITY
                                                                        Regia di Mark cousins
Regia di Anna de Manincor | Zimmerfrei                                  Regno Unito - 2018 - 110’
Belgio, Francia, Italia - 2018 - 74’

  INTERRELIGIOUS
      AWARD

Vi siete mai chiesti dove siano state concepite alcune fra le           “Solo una persona può decidere il mio destino - e quella persona
tecnologie più importanti per l’uomo? La risposta è semplice: in        sono io.” Con questa fermezza si presentava Charles Foster Kane,
una caffetteria. In particolare in quella del CERN, l’Organizzazione    indimenticabile protagonista di Quarto Potere, il film che nel 1941
Europea per la Ricerca Nucleare. In Svizzera, al confine con la         sconvolse il mondo del cinema. Molti anni dopo, le stesse parole
Francia, il CERN è una vera cittadella, dove le menti più brillanti     sembrano riecheggiare dietro al suo regista, sempre pronte a indicargli
provenienti da tutto il mondo si confrontano ogni giorno per            la via. Grazie all’accesso esclusivo al materiale privato di Orson Welles,
cambiare le sorti dell’umanità. Dagli aneddoti più audaci alla prima    Mark Cousins indaga una leggenda: attraverso i suoi occhi, disegnato
girl band apparsa sul web (Les Horribles Cernettes, ça va sans dire),   con le sue mani, dipinto con i suoi pennelli. Prodotto da Michael
Almost Nothing osserva una comunità al lavoro e se la ride insieme      Moore, The Eyes of Orson Welles riscopre uno dei più brillanti autori
a lei. Senza dimenticare che, in fondo, siamo “quasi niente”: puntini   del Ventesimo secolo e esplora come il suo genio, trent’anni dopo la
invisibili e lontani dispersi nell’immensità dell’Universo.             sua morte, risplenda ancora oggi nell’era di Trump.
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 RENZO PIANO: L’ARCHITETTO DELLA LUCE

Titolo originale: Renzo Piano, The Architect of Light
Regia di Carlos Saura
Spagna - 2017 - 80’

  BIOGRAFILM
 FESTIVAL 2018
   World Premiere

Quando cresci con l’idea che costruire è un’arte, ogni volta ti sembra di assistere a un miracolo. Così è per Renzo
Piano, architetto italiano tra i più celebri al mondo, autore del Centre Pompidou di Parigi, dell’Auditorium Parco
della Musica a Roma e degli edifici del New York Times. A raccontare questo genio dell’architettura è un genio del
cinema, Carlos Saura, che segue Piano nella progettazione del Centro Botìn a Santander, in Spagna. Il racconto
in presa diretta delle fasi della costruzione del Centro diventa presto riflessione sul processo creativo. Per capire
che l’arte, sia essa cinema o architettura, non è un atto prevedibile. Spesso è un po’ come guardare al buio: prima
di capire ciò che accadrà, bisogna dare il tempo agli occhi di adattarsi.
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