CHE TRANSIZIONE SARÀ Dentro la sfida energetica - Startmag
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Il magazine dedicato all’innovazione e alla crescita economica Quadrimestrale anno VI° n. 1/2022 Marzo 2022/ Giugno 2022 CHE TRANSIZIONE Dentro la sfida energetica SARÀ Lucio Caracciolo, Roberto Cingolani, Giulio Sapelli, Carlo Stagnaro, Chicco Testa, Giovanni Battista Zorzoli
ditoriale editoriale editoriale editoriale e VISIONE E PRAGMATISMO di PIERLUIGI MENNITTI “Chi ha delle visioni dovrebbe farsi vede- gia ha alimentato in modo mai visto prima re da un medico”. Questa caustica frase, lo sviluppo industriale, economico, sociale pronunciata dal cancelliere tedesco Hel- ed educativo dell’umanità. Ha foraggiato il mut Schmidt nella campagna elettorale nostro benessere, non solo materiale. del 1980, mi è tornata in mente affrontando Ridurre e in futuro magari rinunciare alle fonti l’editoriale di questo numero dedicato alla fossili a beneficio di quelle rinnovabili o a bas- transizione energetica. In quell’occasione, sa emissione è la sfida che ci attende e che Schmidt rispondeva un po’ stizzito alla criti- chiama in campo una straordinaria volontà ca di un giornalista dello Spiegel di risulta- politica globale, un enorme sforzo di innova- re algido e asettico, e poco incline a quegli zione delle tecnologie e la capacità di fare, in slanci visionari che avevano contraddistinto ogni momento, mosse giuste e condivise. il suo illustre predecessore, Willy Brandt. Il percorso passa per porte strette, tra cor- Un socialdemocratico anche lui, capace sa alle rinnovabili, necessità energetiche di però di infiammare la fantasia dei tedeschi breve e medio periodo e crisi geopolitiche. E (ma anche di molti europei) con i suoi slanci non è a costo zero, tra investimenti in nuove idealistici e sognatori. fonti e nelle tecnologie associate e soste- Brandt e Schmidt furono due grandi capi di gni finanziari, necessari sia per attenuare i governo, insieme sarebbero stati eccellenti. rincari delle fonti attuali (gas e petrolio su Visione e pragmatismo è un binomio che si tutte), sia per aiutare le regioni del mondo adatta perfettamente alla sfida del secolo dipendenti dalle fonti fossili a reinventarsi che impegnerà la vita politica, economica modelli economici e sociali. e sociale del pianeta nei prossimi decen- Sono somme immense, come dimostra la ni: quella di trasformare la produzione di vastità del Green New Deal europeo, il più energia per raggiungere, presumibilmente ambizioso progetto di transizione energeti- entro la metà di questo secolo, la neutralità ca in campo, con i suoi progetti puntuali e le climatica, e cioè lo stato di equivalenza fra tappe serrate di realizzazione. l’anidride carbonica che si emette nell’at- Alle visioni serve quindi il pragmatismo del- mosfera e quella che si cattura. Ce lo chie- le scelte politiche, e anche la fiducia nella de il pianeta, per parafrasare una frase che forza dell’innovazione tecnologica, che da va di moda. sempre ha preceduto e accompagnato le Già detta così è una sfida che fa venire i grandi svolte dell’umanità. brividi e che spazza il campo da ogni tipo È con tale spirito che abbiamo costruito di radicalismo, con il quale la strada della questo numero, invitando a parteciparvi transizione finisce diritta in un vicolo cieco. esperti e decisori politici, tecnici impegnati Nello sforzo di contenere l’aumento della nel campo energetico, dirigenti di aziende e temperatura entro un grado e mezzo, livel- giornalisti curiosi di indagare e spiegare la lo ritenuto compatibile con le capacità di complessità dell’impresa. È un viaggio affa- adattamento umano, il settore energetico scinante e disincantato dentro la transizione giocherà la partita principale. Per compren- energetica, all’inizio del lungo cammino. dere quel che significa, basti rammentare che nell’ultimo secolo, e negli ultimi de- cenni in misura ancor più marcata, l’ener-
StartMag è un prodotto Giulio Sapelli di Innovative Publishing S.r.l. Alessandro Sperandio www.startmag.it Carlo Stagnaro www.innovativepublishing.it Maurizio Stefanini Carlo Terzano Direttore Editoriale Chicco Testa Michele Guerriero Simone Togni Giovanni Battista Zorzoli Direttore Responsabile Pierluigi Mennitti Redazione Via Sicilia 141, 00187 Roma T. +39 06 87758077 Immagini info@startmag.it Tutte le immagini sono in creative commons Giulia Alfieri CC0 by unsplash.com Michele Arnese (direttore www.startmag.it) Progetto grafico Giusy Caretto Grafica Internazionale Roma Marco Dell’Aguzzo Illustrazione copertina: Valerio Giardinelli Stefano Navarrini Manuela Mollicchi (segreteria di redazione) Distribuzione INFORMATIVA PRIVACY (ART.13 Maria Teresa Protto FDC Services REGOLAMENTO UE 2016/679). Chiara Rossi Via Ernesto Nathan, 55 (Roma) La rivista Start Magazine Alessandro Sperandio viene distribuita gratuitamente Stampa e per finalità divulgative. In questo numero Grafica Internazionale Roma L’invio della pubblicazione hanno scritto www.graficainternazionale.it prevede un trattamento di dati Gianni Vittorio Armani personali che avviene nel rispetto Gianni Bessi Editore delle procedure di sicurezza, Lucio Caracciolo Innovative Publishing srl protezione e riservatezza dei Giusy Caretto IP srl dati. La informativa completa Roberto Cingolani Via Sardegna 22, 00187 Roma sulle finalità, modalità, durata Francesco De Felice C.F. 12653211008 del trattamento e sui diritti Marco Dell’Aguzzo esercitabili dall’interessato Stefano Grazioli Registrazione Tribunale di Roma è disponibile cliccando su http:// Paola Liberace n. 197/2017 del 21.12.2017 www.startmag.it/wp-content/ Pierluigi Mennitti ROC n. 26146 uploads/GdpR-startmag.pdf. Umberto Minopoli Titolare del trattamento Marco Ortu Chiuso in redazione è Innovative Publishing srl, Gianguido Piani 28 Febbraio 2022 sede legale via Sardegna, 22 Francesco Prezioso 00187 Roma - redazione via Paolo Quaini Stampa Sicilia, 147 – 00187 - Roma. Agostino Re Rebaudengo Marzo 2022 Indirizzo mail: info@startmag.it
ommario sommario sommario sommario 4 Imitare la natura, imparare dalla storia Intervista a ROBERTO CINGOLANI di PAOLA LIBERACE 42 Il grande gioco della transizione energetica è appena iniziato di GIULIO SAPELLI 9 Numeri e fatti delle rinnovabili in Italia di ALESSANDRO SPERANDIO 46 Nel nome del clima di CARLO STAGNARO 11 Piccoli produttori crescono di GIOVANNI BATTISTA ZORZOLI 50 Energia, IT, mercato. E l’ambiente? di GIANGUIDO PIANI 14 È stato corretto investire sulle rinnovabili Intervista a GIANNI VITTORIO ARMANI di GIUSY CARETTO 53 Transizione energetica e rigenerazione urbana di PAOLO QUAINI 18 La forza del vento di SIMONE TOGNI 56 Investimenti e innovazione per la rete elettrica del futuro di CARLO TERZANO 22 Il freno della burocrazia di AGOSTINO RE REBAUDENGO 60 Il ruolo della mobilità elettrica di FRANCESCO PREZIOSO 25 Batterie, UE (e Italia) alla ricerca dell’indipendenza di GIUSY CARETTO 63 La rivoluzione corre sui binari di MARCO DELL’AGUZZO 28 Nucleare, la fonte controversa di cui sarà difficile fare a meno di UMBERTO MINOPOLI 66 Il compito immane dei pionieri della transizione di FRANCESCO DE FELICE 32 Le rinnovabili sono competitive. Il caso del biometano di MARCO ORTU 70 Dalla Russia con calore di STEFANO GRAZIOLI 35 Gas made in Italy di GIANNI BESSI 74 Mediterraneo mare aperto Intervista a LUCIO CARACCIOLO di MAURIZIO STEFANINI 39 L’addio immaginario alle fonti fossili di CHICCO TESTA 77 Dopo il carbone di PIERLUIGI MENNITTI
intervista intervista intervista intervista i 4 IMITARE LA NATURA, IMPARARE DALLA STORIA sa potenza richiesta e una che potremmo “La transizione energetica definire intermedia. Per la prima esiste una sola energia sostenibile, quella che alimenta richiede trasformazioni le stelle, vale a dire l’energia nucleare: total- mente pulita e senza scorie, e producibile antropologiche e a partire da risorse estremamente abbon- danti in natura. Per la seconda, invece, il culturali. Non esistono processo di riferimento è quello della foto- sintesi, che converte luce in energia, tipico soluzioni semplici: non c’è delle fonti rinnovabili. Per la terza tipologia, che comprende oggetti e corpi che hanno sostenibilità ambientale un consumo energetico a metà strada tra i due estremi, la natura ci propone un mecca- senza quella sociale”. nismo come il metabolismo degli zuccheri e dei grassi: nel 2080 potremmo essere riusci- ti a fare qualcosa di simile, convertendo lo scarto organico in energia con una sorta di INTERVISTA A ROBERTO CINGOLANI fegato artificiale. Mi piace pensare che in un DI PAOLA LIBERACE futuro lontano l’uomo possa aver recuperato la forma di saggezza che lo porti a valorizza- Da quando è stato chiamato a guidare la re il lavoro già fatto, guardando alle soluzioni regia della transizione energetica, Rober- sviluppate dalla natura in ambito energetico, to Cingolani è uno dei ministri più ricercati invece di inventarsi chissà cos’altro. E in na- dai media. Non è stato facile incrociarlo in tura l’energia non è mai un piatto unico, ma questa fase, segnata dall’acceso dibatti- sempre un complesso di soluzioni. to a Bruxelles sulla tassonomia europea e dall’impegno a Roma sui progetti del PNRR Al contrario degli ecosistemi naturali, tut- per avviare la grande trasformazione. Ma tavia, il contesto in cui ci muoviamo chie- l’opportunità di affrontare questo tema con de di accettare e metabolizzare le scelte il respiro ampio che può offrire una rivista energetiche. Cosa dovrebbe accadere sul quadrimestrale ha reso allettante e possibi- fronte sociale ed economico perché il pa- le l’incontro. norama appena descritto diventi realtà? Anzitutto, noi abbiamo creato una socie- Ministro, immaginiamo di essere già nel tà dell’energia a più velocità, vincolata alla 2080. Come sarà composto a quell’epoca disponibilità dei carburanti fossili: chi ne il panorama energetico? Quali saranno le disponeva, o riusciva a procurarseli, è riu- fonti prevalenti? scito a crescere prima di altri. L’energia do- Immagino che per quell’epoca l’essere uma- vrebbe invece essere un diritto universale, no, nel suo continuo tentativo di imitare la in un futuro socialmente – e non solo am- natura, sarà finalmente riuscito ad avvici- bientalmente – sostenibile: non può esserci narsi all’originale. E se guardiamo la natu- sostenibilità ambientale se non c’è lotta alla ra, parlando di energia, troviamo tre grandi disuguaglianza globale, non esiste futuro in classi energetiche: una con fabbisogno di una società guerrafondaia, ed è quindi ne- potenza estremamente elevato, una a bas- cessario democratizzare e rendere l’acces-
5 so all’energia universale, come quello alla E poi c’è il fattore geopolitico… cultura, o alla rete, ormai beni primari per Ci sono assurdi che complicano situazioni l’umanità. L’energia nucleare rispetta que- già di per sé complicate, nei quali il tema sto requisito perché utilizza l’idrogeno, che culturale si somma a quello geopolitico: è deriva da una risorsa universalmente acces- scioccante, nel 2022, sentir parlare di ven- sibile come l’acqua: condizione indispensa- ti di guerra alle porte dell’Europa, con un bile, prima ancora della disponibilità delle Paese che minaccia di attaccarne un altro. tecnologie, che possono essere sviluppate Ma se il primo pensiero è il profondo errore solo da alcuni ma sono poi trasferibili a tutti che questo atteggiamento comporta, come – diversamente da risorse come il petrolio, dovremmo ormai aver capito dopo migliaia o il gas. C’è un passaggio di natura storica, di anni di storia, il secondo è: accidenti, non antropologica e culturale che è alla base abbiamo più gas. E quindi fermiamo riscal- della transizione energetica e più in gene- damenti, industrie… tutto. Io vengo da una rale ecologica: senza questo passaggio, ci formazione tecnica, ma penso che bisogne- ridurremo sempre a gareggiare per l’ener- rebbe studiare la storia, la filosofia, risco- gia, a confrontarci con regole folli. Pensia- prire le discipline umanistiche degli ultimi mo alla situazione delle rinnovabili: produ- quattro o cinquemila anni per farci un’idea ciamo energia tramite queste fonti, ma poi di errori seriali come questi, magari per stabiliamo il prezzo sulla base del prezzo del concludere che Sapiens ha un problema co- gas del giorno precedente, proprio come fa- gnitivo, non impara. Mi dà particolarmente cevamo in un’epoca di relativa economicità fastidio, di fronte a questa situazione, vede- di questa risorsa. In un momento nel quale, re la dabbenaggine di chi sostiene di avere per via di fattori geopolitici, il prezzo del gas soluzioni pronte: chiudiamo tutto e domani è alle stelle, non riusciamo più a giustificare siamo verdi, faremo tutto con il solare e con il costo che attribuiamo a un megawattora l’eolico… sembrano studiate apposta per la di energia idroelettrica, visto che la risorsa prima infanzia, o forse neppure, visto che è gratuita e abbondante e gli impianti am- a quell’età i bambini riflettono più attenta- mortizzati, se non per una convenzione di mente. Il sistema è molto più complesso: mercato, che bisogna quindi cambiare. non riuscire a vederlo ha radici molto più
6 profonde, nella nostra formazione scola- approvvigionamento energetico, in un con- stica, dalla quale non abbiamo imparato testo in cui non si poteva contare su altra ad analizzare i nostri errori, né dal punto di energia che quella da loro stessi incontrata vista storico né con strumenti quantitativi. nel viaggio. L’energia di quei primi pannel- Basterebbero pochi numeri: se abbiamo li solari, installati sui satelliti, avevano un un Pil di 1700 miliardi, e prevediamo che costo esorbitante, ma era l’unica possibile: nel 2050 si aggiri intorno ai 2200 miliardi, oggi la tecnologia fotovoltaica è probabil- a demografia pressoché invariata, è chiaro mente il motore principale della transizione che avremo bisogno di più energia, non di ecologica, ma chi l’ha messa a punto pen- meno: se saremo bravi a efficientare i nostri sava a utilizzi del tutto diversi, spaziali. Si consumi potremo farci bastare la quantità tratta del classico sottoprodotto della co- di energia attuale, ma non si può pensare di noscenza: quando si studiano cose che non dire che la dimezzeremo. si capiscono, di cui si ha paura, si finisce per trovare soluzioni a problemi che ancora non Quali sono allora le competenze che ci si conoscono. Uccidere il motore innato del- metteranno in grado di affrontare la la conoscenza e dell’innovazione significa transizione energetica? trasformare in ideologico qualsiasi approc- Distinguiamo il breve dal medio-lungo ter- cio alla tecnologia, ed è proprio quello che mine: nei prossimi 5 o 10 anni avremo biso- sta accadendo. gno di STEM, di preparazione tecnica. Che piaccia o no, la transizione è una materia di Tornando al 2080, quale sarà a quell’epo- natura tecnologica, oltre che culturale: per- ca il giudizio sulla COP26 del 2021 nei libri sino per convincere qualcuno a comportar- di storia? si diversamente è necessario essere chiari Non ci sarà neppure, nei libri di storia: ma nella spiegazione, avere basi quantitative, chi crede che in una conferenza annuale di mostrare che ogni azione ha una conse- una comunità complessa, composta da 197 guenza e quali sono quelle effettive. Servi- Paesi, ci possa essere davvero un cambia- ranno almeno trenta o quarantamila risorse mento disruptive, invece che un passetto in- specializzate in campo tecnico, scientifico crementale? Queste occasioni sono impor- e ingegneristico, non solo per la transizio- tanti non in senso risolutivo, ma per porre ne energetica ma per quella digitale, per le priorità e per fare il passo dopo l’altro che infrastrutture, per la medicina. Credo che serve a completare i grandi processi. dovremo accettare l’idea che un approccio unicamente giuridico non basti: è fonda- Parlando di sottoprodotti, il greenwa- mentale affinché funzionino organizzazione shing è forse uno di questi, inevitabile, e patti sociali, ma mentre su questo fronte della transizione. Come fare a evitare la abbiamo già competenze siamo indubbia- deriva di strumenti altrimenti virtuosi mente più deboli nella techne. come incentivi e fondi per la decarboniz- zazione e il green? Parlando di tecnologie, la combinazione L’etica è l’unica cosa che non si insegna. Sia- tra transizione energetica e innovazio- mo passati da bolle di ogni tipo, dalle spe- ne tecnologica assicura opportunità ma culazioni edilizie a quelle del digitale: vanno comporta anche rischi: quali sono i prin- considerate come momentanei stati obnu- cipali che vede? bilati del mondo del denaro. Detto questo, Il rischio principale che intravedo è temere è fondamentale che ci siano grandi investi- quello che non si conosce, invece di studiar- menti: ridurre le diseguaglianze globali, an- lo. Esattamente la posizione opposta rispet- che in campo energetico, è una questione di to alla regola aurea di ogni innovazione, del cifre enormi, inaccessibili ai soli Stati, per futuro: perché se non conosco, ho paura, cui abbiamo bisogno di una collaborazione e quindi dico di no. E invece dallo studio tra pubblico e privato che non ha precedenti qualcosa di buono deriva sempre, non ne- nella storia dell’umanità. Dovunque ci sono cessariamente quello che ci aspettavamo: grandi investimenti ci sono anche specula- mi piace sempre ricordare che, se esiste il tori: servono regole, ma soprattutto etica. fotovoltaico, lo dobbiamo al fatto casuale Ho sentito aziende che affermavano di inve- che, lanciando in orbita i primi satelliti, ab- stire nelle rinnovabili: ma non si trattava di biamo dovuto risolvere il problema del loro costruzione di nuovi impianti, per esempio
7 eolici, ma di acquisizione di vecchi impianti beneficiando di incentivi, quindi sfruttando la leva finanziaria. Gli Stati dovranno vigilare in maniera particolarmente attenta, e so- prattutto collaborare attivamente nell’otti- ca del partenariato con i privati. Come vede lo sviluppo del PNRR in gene- rale, e in particolare per la missione 2? Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è in agenda, e sta procedendo su tutti i fronti, anche se ce ne sono alcuni più visibili di altri, tra i quali quella legata alla transizione ener- getica. Uno dei grandi vantaggi del PNRR è il vincolo contrattuale: è il contratto con l’Eu- ropa a dettare i tempi, e chi non lo rispetta compromette non solo il proprio obiettivo ma tutti gli altri. Chiaramente, se interven- gono significativi fattori esogeni – come l’e- sorbitante aumento del corso dell’energia in pochi mesi – si può pensare di rinegoziare; se invece si tratta di responsabilità inter- ne, resta tutto nelle nostre mani. Quando si lavora su progetti internazionali questa è la prassi: gli investitori che sostengono il progetto chiedono chiarezza e trasparenza, e una condivisione tempestiva se si manife- stano problemi in corso d’opera. Si chiama confidence building, e si ottiene mostran- dosi di giorno in giorno affidabili, misurabili e attendibili, con una spiegazione per ogni elemento del processo. Se avessi dubbi sul- la nostra capacità di rispettare il program- ma, dovrei già dirlo: vedo invece impegno da parte dell’intero fronte governativo. Forse bisognerebbe spiegare, ogni tanto, che non stiamo parlando della salvezza o della ca- tastrofe dell’Italia: il PNRR prevede risorse ingenti, ma comparato con il nostro Pil ap- pare come una scintilla, una prima tranche di un investimento che dobbiamo poi esse- re in grado di continuare negli anni, anche oltre il limite temporale del Piano, quando non potremo contare su altre risorse rispet- to a quelle prodotte con le nostre scelte, e ci verrà richiesto di continuare con le nostre sole forze. Usare bene la disponibilità attua- le è l’unico modo per restare in traiettoria e con la barca in buone condizioni. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica. Paola Liberace, Partner RSM e coordinatrice scientifica dell’Istituto per la Cultura dell’Innovazione
9 NUMERI E FATTI DELLE RINNOVABILI IN ITALIA al top nel Vecchio Continente si colloca la Il 2021 è stato l’anno Germania con 5,3 GW, seguita dalla Spagna (3,8), Paesi Bassi (3,3), Polonia (3,2) e Fran- record in Europa cia (2,5). Trainata da questa ventata anche l’Italia sta per il settore al centro puntando in modo deciso sulle rinnovabili, complici anche i recenti rincari di luce e gas della transizione legati alla ripresa economica postCovid e a un’offerta inferiore alla domanda per quanto energetica. Il nostro riguarda il combustibile blu. Secondo l’Os- servatorio FER realizzato da ANIE Rinnova- Paese si è messo in scia, bili, associazione di ANIE Federazione, sulla base dei dati Gaudì di Terna, nel 1° semestre ma il passo è ancora 2021 si registra un totale cumulato di 452 MW (+34% rispetto allo stesso periodo del insufficiente a raggiungere 2020) di nuove fonti energetiche pulite: la parte del leone è ancora una volta per il fo- gli obiettivi previsti. tovoltaico con 362 MW (+40% in relazione al 1° semestre 2020), 74 MW hanno riguardato l’eolico e 16 MW l’idroelettrico (rispettiva- mente +75% e -59% in relazione al 1° seme- di ALESSANDRO SPERANDIO stre 2020). Il secondo trimestre 2021, in particolare, ha Il 2021 sarà ricordato come un anno record visto le nuove installazioni di fotovoltaico, per il settore delle energie rinnovabili: se- eolico, idroelettrico raggiungere comples- condo l’analisi dell’Agenzia internazionale sivamente i 272 MW (+69% rispetto al 2° per l’energia (Aie) le installazioni dovreb- trimestre 2020) con andamenti positivi per bero raggiungere quota 290 GW in tutto il tutti i comparti: fotovoltaico (+47%), idroe- mondo, battendo il primato dell’anno pre- lettrico (+455%) ed eolico (+21%). Malgrado cedente. E anche i prossimi cinque anni non questo risultato positivo, dall’analisi con- scherzano se è vero che la capacità globale giunturale emerge però per i comparti fo- di elettricità rinnovabile aumenterà di oltre tovoltaico ed idroelettrico un rallentamento il 60% rispetto ai livelli del 2020, fino a su- della crescita. perare i 4800 GW, almeno secondo le previ- Infatti, dal confronto del secondo trimestre sioni del Renewables Market Report di Aie. del 2021 con il primo emerge che il foto- Una parte importante di questi numeri è voltaico ha conseguito un incremento del legata all’Europa che nell’anno appena tra- +39% rispetto alla prima parte dell’anno, scorso ha registrato quasi 25,9 GW di nuo- l’eolico +126%, l’idroelettrico +49%. Com- va capacità solare fotovoltaica collegata plessivamente il risultato positivo è pari al alla rete, con un aumento del 34% rispetto +50% grazie al sempre maggiore contributo ai 19,3 GW installati nel 2020. Si tratta del del comparto fotovoltaico e alla ripresa del miglior risultato di sempre secondo il nuo- settore eolico e idroelettrico. Ma osservan- vo studio di SolarPower Europe: nel suo EU do l’andamento semestrale si nota come, in Market Outlook, il report suggerisce che realtà, “la potenza installata non stia per-
10 correndo una traiettoria di crescita signifi- IN SINTESI cativa. Malgrado un risultato complessivo positivo del +3,7%, i comparti fotovoltaico ed idroelettrico registrano un rallentamento rispettivamente del -1% e del -46%”. In attesa siano disponibili i dati per l’intero anno, l’Electricity Market Report elaborato EUROPA dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano ha evidenziato che la capacità installata di capacità solare fotovoltaica rinnovabili in Italia supera oggi i 56 GW, vi- 25,9 GW ceversa quella termoelettrica si è ridotta: circa 60 GW, rispetto ai 77 GW del 2012, per il 77% rappresentati da impianti a gas natu- rale e per il 17% da impianti a carbone, che dovranno essere dismessi entro 5 anni. Il problema è semmai rappresentato dagli +34% rispetto ai obiettivi europei del Fit for 55 al 2030: il rit- mo a cui sta procedendo l’Italia è infatti in- sufficiente a raggiungere gli obiettivi previ- 19,3 GW del 2020 sti. Secondo il Politecnico di Milano al 2030 le fonti rinnovabili dovrebbero coprire il 40% del mix energetico europeo, l’efficien- EU MARKET OUTLOOK za energetica sul consumo di energia fina- le dovrebbe salire al 36% (e al 39% quella sul consumo di energia primaria), ogni anno andrebbe riqualificato almeno il 3% della superficie complessiva degli edifici pubblici 5,3GW GERMANIA e le emissioni delle nuove auto andrebbero ridotte del 55% rispetto ai livelli del 2021, e del 100% entro il 2035, quando sarà vietata 3,8GW SPAGNA la vendita di nuove auto termiche. A pesare sono soprattutto la burocrazia che al mo- mento allunga in modo pesante i tempi au- 3,3GW PAESI BASSI torizzativi per la costruzione di un impianto, la sindrome Nimby ma anche un problema di semplice reperimento delle competenze 3,2GW POLONIA necessarie a traguardare gli obiettivi 2030 che per l’Italia significano installare 70 GW di rinnovabili con un ritmo al momento fer- 2,5GW FRANCIA mo a circa 0,9 GW l’anno. Ad aiutare sicuramente il nostro Paese do- vrebbe essere il Piano di ripresa e resilien- za, il cosiddetto PNRR, che per esempio, ha ITALIA stanziato 2,2 miliardi di euro per dare soste- dal 1° semestre 2021 al secondo trimestre gno alle comunità energetiche rinnovabili (CER) e alle strutture collettive di autopro- FOTOVOLTAICO +39% duzione: lo scopo è realizzare impianti di produzione di energie rinnovabili, attraver- EOLICO +126% so l’installazione di circa 2mila megawatt di nuova capacità di generazione elettrica e di circa 2.500 gigawattora annui di produzio- IDROELETTRICO +49% ne, in grado di tagliare, secondo le previsio- ni, circa 1,5 milioni di tonnellate ogni anno. Alessandro Sperandio, giornalista, esperto di temi energetici, è autore di Energia Oltre.
11 PICCOLI PRODUTTORI CRESCONO sumata e dopo il decreto attuativo del Mise. Per sfruttare il potenziale Più che comunità energetiche, i limiti in- trodotti dalla legge consentono di realiz- delle comunità energetiche zare autoconsumi estesi. È infatti possibile dotarsi di impianti FER sino ad un massimo rinnovabili è necessario di 200 kWp e le utenze devono essere con- nesse alla medesima cabina secondaria. Ciò accelerare i decreti nonostante a fine ottobre, quindi a poco più di un anno di distanza dalla operatività del- attuativi della direttiva la norma, secondo il Centro ricerche green della Bocconi, sul territorio italiano erano RED II. Le misure del PNRR state realizzate 27 CER. Dato reso ancora più significativo dalla presenza tra i loro promo- e il ruolo dei distretti tori di società come Enel X e Sorgenia. Viceversa, il recepimento della RED II è av- industriali. venuto soltanto lo scorso 8 novembre col decreto legislativo 199/21, cioè in ritardo rispetto alla scadenza stabilita (30 giugno 2021), per cui mancano ancora tutti i decre- di GIOVANNI BATTISTA ZORZOLI ti attuativi. Il decreto, oltre a prevedere per impianti di potenza pari o inferiore a 1 MW Da parte dei tre governi che si sono succe- un incentivo per l’energia autoconsuma- duti nell’attuale legislatura non sono certo ta, stabilisce che gli impianti e le utenze di mancate manifestazioni di interesse per consumo possono essere connesse sotto la il potenziale contributo delle Comunità stessa cabina primaria. Il superamento del energetiche rinnovabili (CER) alla decarbo- vincolo della cabina secondaria, stabilita nizzazione dell’economia. Interesse di cui dalla legge n. 8 del 2020, consente la rea- i numerosi riferimenti presenti all’interno lizzazione di CER dotate di impianti con ca- dell’attuale versione del Piano nazionale in- pacità sufficientemente elevate da renderli tegrato per l’energia e il clima (PNIEC) sono competitivi. la testimonianza ufficiale. Inoltre, il decreto specifica che in attuazione Eppure, malgrado la direttiva RED II sia stata delle misure previste dal PNRR per lo svilup- pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unio- po delle comunità energetiche nei piccoli ne europea il 21 dicembre 2018, cioè a ini- Comuni, saranno definiti criteri e modalità zio legislatura, nessuno dei tre governi ha per la concessione di finanziamento a tasso presentato una proposta di legge che anti- zero fino al 100% dei costi ammissibili. cipasse almeno in parte le indicazioni comu- In più, è stata introdotta la possibilità che nitarie sulle CER. impianti esterni a fonti rinnovabili aderisca- Solo grazie all’iniziativa del presidente no alle CER, in una misura comunque non della X Commissione del Senato ha visto superiore al 30% della potenza complessiva la luce l’articolo 41 bis della legge n. 8 del che fa capo alla comunità. Anche se il termi- 28/2/20201, diventata operativa il 15 settem- ne “aderire” è suscettibile di più interpreta- bre successivo, dopo la delibera di Arera zioni2, questa possibilità, non contemplata sulle tariffe dell'energia prodotta e autocon- dalla direttiva europea, diminuendo l’inve-
12 FIGURA 1 Potenza fotovoltaica installata (MW) 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Moderato Intermedio Accelerato AC 2,5 GW 3,6 GW 5,1 GW REC stimento iniziale, rende più agevole la co- luppo più sostenuto nel successivo quinquen- stituzione di una comunità, in quanto riduce nio, le CER potrebbero consentire l’installazio- sensibilmente il finanziamento richiesto e ne ne entro il 2030 di una capacità complessiva facilita la bancabilità, se il contratto di com- poco sopra 10 GW, cui andrebbe aggiunto al- pravendita è stipulato con un operatore di meno 1 GW di autoconsumo collettivo. comprovata solidità. La capacità installabile al 2030 potrebbe Finora l’unica indicazione concreta è quella però essere significativamente maggiore. già citata, contenuta nel PNRR, che prevede Infatti, secondo una stima preliminare effet- un investimento di 2,2 miliardi per installare tuata da Elemens per conto di Legambiente, circa 2.000 MW in comunità energetiche e il potenziale relativo alle misure oggi in vi- strutture collettive di autoproduzione, par- gore è stimato in circa 11 GW ed è relativo in tecipate da pubbliche amministrazioni, fa- gran parte allo sviluppo di impianti fotovol- miglie e microimprese in Comuni con meno taici su edifici condominiali. Con il pieno re- di 5.000 abitanti3. cepimento della direttiva RED II, il perimetro delle CER potrebbe allargarsi, permettendo È un progetto molto riduttivo, in quanto: la realizzazione di ulteriori 6 GW, soprat- ■ esclude le comunità realizzabili dove tutto fotovoltaici e, in alcune aree, anche è più agevole costituirle (ad esempio eolici (Fig. 2)5. Il pieno sviluppo di questo in quartieri cittadini o in distretti potenziale permetterebbe di incrementare industriali); al 2030 la produzione elettrica da fonti rin- ■ consentirà di installare soltanto 2.000 novabili di circa 22,8 TWh, coprendo il 30% MW entro il 2026: un po’ meno della circa del loro incremento previsto dall’at- capacità stimata installabile dall’Energy tuale PNIEC. & Strategy Group del Politecnico di In entrambe le previsioni si tratta di instal- Milano nel quinquennio 2021-2025 lare capacità che dovrebbero creare minori (cioè un anno prima) nello scenario di problemi di permitting, trattandosi di inizia- diffusione moderato; circa i due terzi tive autogestite da comunità energetiche, di quella nello scenario di diffusione con la partecipazione di cittadini, di enti e di medio; circa il 44% di quella nello imprese locali. scenario di diffusione alto: 4,6 GW Come già anticipato, i distretti industriali fotovoltaici (Fig. 1)4. possono svolgere un ruolo rilevante nella diffusione delle CER. Oltre ad avere espe- Poiché lo scenario di sviluppo accelerato è coe- rienze pregresse di messa in comune di rente con gli obiettivi al 2030 del Green Deal alcuni servizi (fra cui i gruppi di acquisto europeo, nella ragionevole ipotesi di uno svi- dell’energia), i distretti industriali costitui-
13 FIGURA 2 Potenziale CER (MW) − escluso autoconsumo individuale Solo condomini (25% degli edifici Altre EC condominiali, esclusi monofamiliari) Stime preliminari 2.067 2.006 2.056 1.985 1.938 1.252 1.834 877 1.127 1.315 1.732 1.782 689 188 501 188 1.544 1.594 1.258 1.333 1.258 1.249 1.133 1.190 879 804 504 670 504 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 scono circa un quarto del sistema produtti- alle medesime condizioni economiche vo italiano. Rappresentano quindi un grande di chi è membro della comunità mercato potenziale per le CER in quanto: energetica, è ancora meno probabile la ■ possono mettere in comune risorse e costituzione di comitati Nimby. competenze; Con queste prospettive, solo ingiustificati ■ non dovrebbero avere problemi ritardi delle norme attuative del decreto di di bancabilità, avendo prestazioni recepimento della RED II potrebbero ridurre superiori alla media (nel 2019 il il contributo delle CER al conseguimento de- valore aggiunto per addetto a prezzi gli obiettivi al 2030. correnti era mediamente pari a 51.300 euro contro 49.900 nelle aree non distrettuali6); ■ il legame col territorio in cui Giovanni Battista Zorzoli, presidente onorario operano li rende capaci di attivare la di FREE, Coordinamento Fonti Rinnovabili partecipazione alla comunità energetica ed Efficienza Energetica. dei cittadini, degli enti locali, di altre attività economiche; ■ nei distretti l’incidenza di imprese con NOTE impianti di produzione di energia FER e 1 Legge 2020, n. 8. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante dispo- beneficiari degli incentivi del GSE è pari sizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di complessivamente all’11,8% (ci si ferma organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di al 10,4% al di fuori dei distretti), con innovazione tecnologica, art. 42 bis, 8 febbraio. punte del 28,3% tra le aziende di grandi 2 Quella più probabile potrebbe prevedere la stipula di un contratto di compravendita pluriennale tra un operatore dimensioni, contro il 20,2% delle medie, esterno e la CER. il 13,1% delle piccole e il 6,5% delle 3 Piano nazionale di ripresa e resilienza, p. 129. micro7; 4 Energy & Strategy Group, Electricity Market Report, novem- ■ il loro peso, non solo economico, nella bre 2020. regione dove sono insediati rende poco 5 Elemens, Il contributo delle Comunità energetiche alla de- carbonizzazione, slide 14. probabile un atteggiamento negativo 6 Banca Intesa San Paolo, Economia e finanza dei distretti da parte dei soggetti coinvolti nella industriali, Rapporto annuale – n. 13, marzo 2021. procedura autorizzativa, a partire dalle 7 Ivi. stesse regioni; 8 È infatti previsto che «la partecipazione alle comunità di energia rinnovabile sia aperta a tutti i consumatori, compresi ■ se, come previsto dalla RED II8, si quelli appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili» consentirà alle categorie disagiate di (art. 22, comma 4, lettera f della RED II), prescrizione confer- accedere all’erogazione di elettricità mata nell’art. 42 bis della legge n. 8 del 2020.
intervista intervista intervista intervista i 14 È STATO CORRETTO INVESTIRE SULLE RINNOVABILI mondiale – si è posta l’obiettivo di ridurre i Nei prossimi decenni lo gas serra del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990, anche l’Italia sarà chiamata a fare scenario della generazione la sua parte, imprimendo un’accelerazione drastica rispetto alle attuali performances. di energia elettrica a I piani del governo sulla transizione energe- tica impegnano tutto il settore, noi in primis, livello mondiale sarà a incrementare l’indipendenza energetica del Paese dalle fonti fossili. Il caro bollette dominato dalla crescita di questi ultimi mesi è evidenza di un proble- ma geopolitico che conferma che le scelte di dell’elettrificazione dei lungo termine del Paese di investire sulle rin- novabili sono state corrette. Le rinnovabili, consumi e delle fonti green. già prima della crisi del gas, erano la risor- sa più economica e oggi a maggior ragione. Inoltre, possono rendere l’Italia indipenden- te dalle questioni geopolitiche che stanno INTERVISTA A GIANNI VITTORIO ARMANI influenzando l’economia del Paese. DI GIUSY CARETTO Lo slancio verso un’economia più sostenibile si traduce in un impegno verso nuovi sistemi Il Covid-19 ha cambiato anche il mondo dell’e- energetici e di mobilità a basse emissioni, nergia. Se da una parte il lockdown, con lo con un forte impulso verso la riqualificazio- smart working, ha rivoluzionato i consumi, ne edilizia e la salvaguardia/circolarità delle dall’altra i soldi in arrivo con il PNRR catalizzano risorse. La sfida è di aiutare il Paese a uscire gli investimenti nelle rinnovabili. Come immagi- da una crisi profonda iniziata già prima del- narci il futuro del settore? Lo abbiamo chiesto la pandemia, creando nuove infrastrutture, a Gianni Vittorio Armani, che da maggio 2021, sviluppando nuovi business come, ad esem- in piena emergenza sanitaria, è amministratore pio, quello della mobilità elettrica e dell’ef- delegato e direttore generale di Iren. ficienza energetica e attivando investimenti nella logica della digitalizzazione e della so- Per spronare l’attività economica a una stenibilità ambientale. I fondi stanziati dal ripresa significativa, oggi, servono inve- PNRR – legati per circa il 40% alla transizio- stimenti che vadano oltre le necessità ne ecologica (tra i 60 e i 70 miliardi di euro) più urgenti. Uno dei settori su cui, causa – rappresentano oggi un’opportunità senza anche cambiamenti climatici ed obiettivi precedenti per favorire una reale ripresa Ue, l’Italia deve puntare è quello energe- economica sostenibile del Paese e possono tico. Ma quali sono le necessità e i bisogni fungere da volano per il settore delle multiu- di questo settore? tility per integrare gli investimenti e per rin- In un quadro in cui l’Ue – responsabile del forzare le già solide capacità industriali e di 9% delle emissioni di gas serra a livello innovazione delle imprese.
15 Qual è il ruolo che può avere una multiu- sui territori che, grazie al proprio ruolo di for- tility nel raccordo tra pubblico e privato? nitore di servizi pubblici, può unire università, Il PNRR rappresenta un’opportunità per il Pae- start-up, PA, imprese private facendo rete. se per intervenire sull’efficienza delle proprie Per favorire la ripresa economica sono im- infrastrutture, sulla produttività complessiva prescindibili sia il contributo di indirizzo del e sulla qualità della macchina pubblica in ge- settore pubblico sia la capacità industriale e nerale. Se guardiamo al recente passato non di investimento del settore privato. Le mul- è che mancassero i soldi, quanto piuttosto la tiutility saranno in particolare attori centrali capacità di fare investimenti. Una parte signi- nella gestione delle risorse a disposizione, ficativa del PNRR è di fatto una traslazione al fine di valorizzare i temi della transizione di fondi da finanziarie passate. Quindi erano energetica ed ecologica, ambiti cruciali nel obiettivi di investimento che già esistevano PNRR. Le multiutility sono interlocutori chia- ma non venivano messi a terra. Se prima si ve per le istituzioni e possono mettere a ter- poteva dire che si risparmiavano soldi pubbli- ra un’ingente mole di investimenti in ambito ci se non si facevano investimenti ora, se non impiantistico e infrastrutturale (50 miliardi si fanno, è un problema nei confronti dell’Ue di euro in 5 anni), con un effetto moltiplica- quindi aumenta il senso di urgenza. Inoltre, tore positivo sul Pil. Possono inoltre guidare manca una capacità organizzativa da parte la trasformazione del sistema energetico con della pubblica amministrazione, anche dal effetti benefici sulla sostenibilità ambientale, punto di vista delle risorse umane, per gestire in primis nei centri urbani. le progettazioni, gli appalti e le realizzazioni delle opere. In questo senso Iren, che è mol- In che modo la pandemia ha cambiato usi to radicata territorialmente, può essere un e consumi sul fronte energetico? Nella partner ideale perché può investire in modo sua immensa drammaticità, la pandemia preventivo sulla progettazione, accelerare i ci lascia un’eredità cui attingere? Magari, processi di appalto e coinvolgere aziende lo- anche alcune buone abitudini? cali in modo diretto accelerando l’utilizzo di La pandemia, i ripetuti e sempre più dram- questi finanziamenti. Tutto ciò in un contesto matici eventi atmosferici avversi hanno im- in cui buona parte delle istituzioni italiane non posto all’attenzione dell’opinione pubblica riusciranno a utilizzare i fondi europei quindi, mondiale gli effetti nefasti del climate chan- chi riuscirà a organizzarsi per essere più effi- ge. Si sta diffondendo una nuova consape- cace, attirerà maggiori risorse nelle proprie volezza che sembra per la prima volta in- aree. Iren può e deve ambire a essere abilita- nescare uno sforzo concreto per limitare le tore e facilitatore dello sviluppo dei territori emissioni e contenere entro limiti accettabili in cui opera in qualità di pivot e guida. Lo può il surriscaldamento del pianeta. Oggi è un fare in quanto società storicamente radicata fatto assodato che l’attenzione all’ambiente
16 sia ai primi posti delle agende dei governi dei edifici privati, che ha trovato un forte recen- Paesi più importanti al mondo, come dimo- te slancio con il superbonus 110%: nel 2021 stra l’aumento del numero di impegni for- abbiamo già attivato oltre 250 cantieri di ri- mali per azzerare le emissioni di CO2. Oltre qualificazione di condomini e altri ne attive- a una maggiore consapevolezza ambientale, remo nei prossimi mesi, con impatto positivo vi è stata una accresciuta consapevolez- sull’ambiente e sull’economia dei nostri ter- za sull’importanza della digitalizzazione. Il ritori, dove collaboriamo con circa 500 sog- Piano industria 4.0 aveva avviato alla digi- getti tra imprese e studi di progettazione. talizzazione il sistema produttivo italiano già nel pre Covid. La diffusione del Covid ha Da maggio 2021, Lei è diventato ammini- spinto ulteriormente molte aziende a dotarsi stratore delegato di Iren, la quarta multiu- di strumenti digitali per far fronte alle limi- tility italiana per capitalizzazione di Borsa. tazioni imposte dal distanziamento sociale, Quali sono i piani futuri della società? riducendo il digital divide tra l’Italia e i prin- Il nostro piano prevede il rafforzamento del- cipali competitor europei. Dovremo però la presenza territoriale e in questi mesi ci stare attenti a non sostituire o digitalizzare stiamo concentrando su questo. In generale i rapporti umani: la relazione tra le persone abbiamo attivato tutte le azioni che ci porte- rimane centrale e fondamentale, si pensi per ranno a realizzare un piano di investimenti di esempio alla formazione dei giovani all’inter- circa 13 miliardi di euro, un raddoppio rispet- no delle aziende. to a quelli storici. Abbiamo chiuso il 2021 con oltre un miliardo di investimento mentre ne- Petrolio, gas, rinnovabili, efficienza ener- gli ultimi anni mediamente la cifra era stata di getica. Come cambierà il mix energetico mezzo miliardo. Per la prima volta nella storia del nostro Paese da qui al 2030? dell’azienda, abbiamo presentato un piano Nei prossimi decenni lo scenario della gene- industriale esteso a 10 anni, coerente con i razione di energia elettrica a livello mondiale principali macro-trend di settore ovvero la sarà dominato dalla crescita dell’elettrifica- decarbonizzazione e lo sviluppo delle rinno- zione dei consumi – basti pensare alla diffu- vabili, l’economia circolare, l’efficienza ener- sione dell’auto elettrica – e dalla conseguente getica e la salvaguardia delle risorse naturali. crescita delle fonti rinnovabili, grazie anche La strategia industriale è fortemente inte- allo sviluppo delle batterie. La sola Italia pre- grata con la strategia di sostenibilità: circa vede l’installazione di 8 Gigawatt all’anno da l’80% degli investimenti sarà sostenibile e qui al 2030 per arrivare a più del 70% di ener- circa il 61% sarà destinato allo sviluppo per gia elettrica da fonti green. In questa transi- favorire la crescita dimensionale del gruppo, zione verso le rinnovabili, il gas rimarrà però di cui 1,6 miliardi destinati all’innovazione e una fonte energetica di primaria importan- 600 milioni alla digitalizzazione. Abbiamo za. La strategia di Iren si inserisce in questo inoltre in programma un calendario di as- trend: al 2030 prevediamo di installare nuova sunzioni molto sfidante. Nel 2021 abbiamo capacità rinnovabile per 2,2 GW. Proprio nelle assunto 850 persone, è un impegno molto scorse settimane abbiamo acquisito il parco importante dell’azienda verso il rafforza- fotovoltaico più grande d’Italia, in Puglia, con mento, la crescita e il ricambio generaziona- una capacità installata di 103 MW. le. In dieci anni prevediamo 2500 uscite per Accanto ai macrotrend del settore dell’e- ragioni anagrafiche che verranno compensa- nergia, dovremo poi concentrarci su in- te con 3200 assunzioni, oltre a una crescita terventi specifici come l’efficientamento dei dipendenti per l’espansione del business energetico, settore nel quale, come Iren, per ulteriori 3800 persone. In totale 7000 crediamo molto e in cui siamo attivi da tem- lavoratori in più che testimoniano il rafforza- po. Abbiamo lavorato molto in passato nel mento complessivo dell’azienda. settore pubblico, prevalentemente nella ri- qualificazione impiantistica di edifici e nel relamping di illuminazione pubblica, dove Gianni Vittorio Armani, amministratore abbiamo ad oggi completato progetti che delegato e direttore generale di Iren. consentono un taglio alle emissioni di CO2 annue pari alla percorrenza media di quasi Giusy Caretto, giornalista, coordina la 15.000 automobili. Siamo attivi da sempre redazione del quadrimestrale Start anche nel mondo della riqualificazione degli Magazine.
Acq u a I A m b i e n te I E n e rg i a UTILITALIA. RISORSE PER IL PAESE Promuoviamo la cultura dell’innovazione. Ci occupiamo della filiera dell’acqua, della valorizzazione del ciclo dei rifiuti e di energia, per accompagnare il Paese verso la transizione energetica sostenibile. Siamo la Federazione che riunisce oltre 400 imprese nei servizi pubblici in Italia, con un valore della produzione superiore al 2% del PIL nazionale, per garantire ai cittadini servizi efficienti ed accessibili.
18 LA FORZA DEL VENTO Nel particolare, l’eolico in Italia ha raggiun- Lo sviluppo dell’eolico to ad oggi una potenza installata di oltre 10 GW ed una produzione di energia elettrica in Italia dimostra la sua rinnovabile vicina ai 19 TWh annui, a cui cor- risponde un quantitativo di emissioni evitate centralità nel passaggio di CO2 pari a oltre 10 milioni di tonnellate, un risparmio di petrolio superiore a 20 mi- alle rinnovabili. Ma i nodi lioni di barili e un bacino occupazionale, tra occupati diretti ed indiretti, di oltre 16.000 burocratici rallentano unità. Ciò individua e traccia una importante traiettoria di crescita per il settore al 2030, i progressi. L’offshore che, in accordo con gli obiettivi individuati dal governo Italiano nel Piano nazionale in- potenziale energetico tegrato energia e clima (PNIEC), dovrebbe come minimo raddoppiare le quantità sopra inespresso del nostro descritte, raggiungendo una potenza in- stallata di almeno 20 GW e una produzione Paese. di oltre 41 TWh, a cui corrisponderebbe un quantitativo di emissioni evitate di CO2 di oltre 25 milioni di tonnellate e un risparmio di barili di petrolio pari a 50 milioni, oltre di SIMONE TOGNI a prospettive occupazionali fino a 67.000 unità distribuite sul territorio nazionale e lo- L’esperienza dell’ultimo decennio ha confer- calizzate principalmente in aree cosiddette mato che l’utilizzo del vento e del sole per “depresse” del Paese. la produzione di energia elettrica costitui- POTENZIALITÀ sce il sistema più efficace e diretto di de- carbonizzazione e riduzione delle emissioni E OSTACOLI REGOLATORI inquinanti a nostra disposizione. Occorre pertanto proseguire in questa direzione, in- DA SUPERARE crementando prioritariamente l’elettrifica- zione dei consumi energetici, anche nei set- tori ad oggi interessati solo marginalmente dall’utilizzo dell’elettricità (e.g. industriale, Il potenziale dell’eolico nel nostro Paese, in- della climatizzazione e dei trasporti), per dividuato da appositi studi, conferma la di- poter integrare quote sempre maggiori di sponibilità della risorsa vento per il raggiun- energia pulita nel sistema energetico. gimento di detti obiettivi, ma al contempo, L’eolico infatti, forte di una tecnologia ma- riflettendo su quanto avvenuto nel passato e tura e consolidata, è in grado di contribuire sulla situazione attuale del settore, è chiaro in maniera significativa al raggiungimento che tale traguardo non si potrà certamente degli obiettivi di decarbonizzazione e realiz- conseguire a meno che non vengano risolte zare quindi l’obiettivo climatico dell’Ue per alcune criticità, per lo più regolatorie e di il 2030 lungo il cammino verso la neutralità atteggiamento di alcune istituzioni, tra cui il climatica. rilascio delle autorizzazioni secondo criteri
19 chiari e con tempi più rapidi e compatibili con le pianificazioni industriali degli operatori. Di fatto, i dinieghi oramai costanti delle so- printendenze e le lungaggini dei processi autorizzativi hanno comportato, negli ultimi nove anni, il passaggio dai 2.463 MW eolici autorizzati nel triennio 2012/2014 (con una media di 821 MW/anno), ai 1.186 MW eolici nel triennio 2015/2017 (con una media di 395 MW/anno) e ai soli 589 MW nell’ultimo trien- nio 2018/2020 (con una media di 196 MW/ anno, periodo in cui risalta il dato di soli 102 MW installati nel 2020). Questi dati dimo- strano una riduzione del 76% negli ultimi 8 anni dei provvedimenti autorizzativi emessi dalle pubbliche amministrazioni competenti. Riteniamo pertanto che al fine di poter esplicitare al meglio il potenziale eolico, fondamentale per la transizione energetica così come tracciata nel pacchetto “Fit for 55”, le condizioni nel nostro Paese non siano ancora sufficienti e i suddetti obiettivi non verranno raggiunti se non si interverrà in maniera rapida e decisiva nella risoluzione delle criticità che hanno determinato il re- cente rallentamento. La semplificazione e velocizzazione auto- rizzativa è senz’altro una delle principali urgenze che ANEV già da tempo sta rappre- sentando a vari livelli istituzionali e che ha trovato una prima risposta nelle disposizioni del Decreto Legge 16 luglio 2020 n. 76 (DL Semplificazioni) convertito l’11 settembre 2020 nella Legge n. 120 e del Decreto Leg- ge 31 maggio 2021 n. 77 (DL Semplificazioni- bis) convertito il 29 luglio 2021 nella legge n. 108, ma che riteniamo ancora non sufficien- te. Servono tempi certi, e liste di controllo per escludere in modo trasparente dalla VIA i nuovi impianti eolici ed il rinnovamento di quelli esistenti, nei casi in cui l’interven- to proposto riduca l’impatto rispetto alla situazione attuale. In tal senso auspichia- mo che l’adozione dei modelli unici digitali di cui all’art. 19 del Decreto Legislativo n. 199/2021, recante attuazione della Direttiva RED II, verranno concepiti come liste di con- trollo in grado di indirizzare opportunamen- te il procedimento. Un’altra fondamentale ragione di complica- zione nel processo di sviluppo degli impian- ti a fonte eolica è dovuta all’atteggiamento critico del ministero della Cultura e delle so- printendenze locali, nell’ambito dei proce- dimenti autorizzatori dei progetti eolici, sia green che brown field (repowering). Nell’ot-
20 L’AMBIGUO CRITERIO tica del processo di semplificazione ed ef- ficientamento dei processi autorizzativi, il DELL’INDIVIDUAZIONE ministero della Cultura e le soprintendenze locali devono assumere un ruolo chiave nel DELLE AREE IDONEE quadro del raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, stimolando le soluzioni architet- toniche in grado di integrare gli impianti sul territorio e favorendo la valorizzazione del Inoltre, non riteniamo debba essere perse- patrimonio archeologico coinvolto nello svi- guita l’introduzione del criterio di priorità luppo degli impianti eolici. Anche in questa relativo alla localizzazione del progetto in prospettiva è importante che nell’ambito un’area idonea, in quanto introduce in ma- della procedura di valutazione di impatto niera surrettizia una competizione tra i pro- ambientale (VIA), siano contemperati i di- getti su ulteriori criteri di determinazione versi interessi costituzionalmente garantiti non trasparente che esulano dall’imposta- e siano tenuti in adeguata considerazione zione degli strumenti di supporto e potreb- gli impegni internazionali, europei e nazio- bero introdurre delle distorsioni nel proces- nali assunti dallo Stato italiano nell’ambito so di sviluppo. del contrasto ai cambiamenti climatici, del In questo contesto cogliamo l’occasione di miglioramento della qualità dell'aria e della ribadire tutte le nostre perplessità legate decarbonizzazione dei processi produttivi. all’individuazione delle aree idonee, che dif- In mancanza di questa razionalizzazione, ficilmente si applica all’eolico. Difatti, per un tutte le misure di semplificazione adottate impianto eolico l’individuazione di aree ido- recentemente per accelerare i procedimenti nee, intese come zone di territorio deputate autorizzativi potrebbero essere vanificate. esclusivamente all’installazione di impianti ANEV ha proposto quindi alle istituzioni in di produzione di energia elettrica in virtù diverse sedi l’eliminazione del cosiddetto della disponibilità di risorsa, non potrebbe “concerto” del MIC nell’atto formale/finale mai assicurare la fattibilità tecnico-econo- di emanazione del decreto VIA, affinché ci mica delle installazioni a causa di limiti pra- sia una effettiva semplificazione dei relativi tici oggettivi nei quali andrebbe a incorrere iter autorizzativi. un soggetto pubblico, qualora si accingesse Occorre inoltre pianificare al meglio la pro- ad effettuare il censimento e la classificazio- secuzione del sistema delle aste e dei regi- ne del territorio con tale scopo. Oltre a es- stri. A tal proposito, troviamo adeguate le sere un’attività molto onerosa, rischierebbe misure individuate dal Decreto Legislativo di richiedere diversi anni per la sua attuazio- n. 199/2021 per il prolungamento del regime ne, vanificando così le aspettative legate a di aste del DM 4 luglio 2019 e l’impostazio- questo strumento. ne data al futuro sistema di sostegno che Tra i limiti pratici oggettivi più significativi conterrà una programmazione di almeno 5 teniamo a segnalare innanzitutto la valuta- anni delle aste competitive. Occorre però zione della risorsa tramite analisi anemome- sottolineare che, come più volte dichiarato trica puntuale, indispensabile a identificare e sostenuto dai risultati delle aste del DM un’area come adeguata alla valorizzazio- 4 luglio 2019, debbano essere realizzate ne migliore della risorsa eolica. La varietà procedure di asta con contingenti separati di soluzioni tecniche e di modelli proposti per tecnologia (aste monotecnologiche) e dai costruttori di aerogeneratori e la certi- distinte per tipologia di intervento. Inoltre, ficazione della campagna anemometrica, tali aste monotecnologiche devono neces- necessaria per la finanziabilità dell’investi- sariamente tener conto delle recenti signifi- mento, impongono condizioni tali da non cative oscillazioni di costo della tecnologia. poter consentire che la valorizzazione del- Ad esempio, il costo attuale di un aeroge- la risorsa eolica possa venire effettuata da neratore è considerevolmente maggiore ri- soggetti che non siano le aziende del setto- spetto a quello di un anno fa e, nonostante re stesse. Oltre a questo, molti altri aspetti ciò, occorre comunque sottolineare che i tecnici caratterizzano un’area come utile e costi attuali di produzione di energia elet- idonea allo sviluppo di progetti eolici, che trica da fonte eolica risultano lo stesso ben sono tipici e specifici del know-how che gli più contenuti rispetto a quelli provenienti operatori del settore hanno sviluppato, e dall’utilizzo di gas e fonti fossili. che difficilmente possono essere interioriz-
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