CHARLES ATLAS OMINOUS, GLAMOROUS, MOMENTOUS, RIDICULOUS 12.03.2020 03.05.2020
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CHARLES ATLAS OMINOUS, GLAMOROUS, MOMENTOUS, RIDICULOUS 12.03.2020 03.05.2020 ICA Milano
ICA Milano CHARLES ATLAS Via Orobia 26, 20139 Milano OMINOUS, GLAMOROUS, MOMENTOUS, office@icamilano.it +39 375 5324806 RIDICULOUS Metropolitana M3 fermata Lodi T.I.B.B. Uscita P.le Lodi V.le Isonzo A cura di Curated by M3 fermata Brenta Alberto Salvadori Alberto Salvadori Mezzi di superficie Tram 24 Fermata Via Ripamonti Via Lorenzini Bus linea 65 12.03.2020 03.05.2020 Fermata Largo Isarco Bus linea 34 Fermata Via Ripamonti Via Barletta 3
OMINOUS, GLAMOROUS, MOMENTOUS, RIDICULOUS The Legend of Leigh Bowery (2002) artistica sono intrecciate nella sua e l’installazione immersiva The opera, rivelando ancora una volta Fin dai suoi esordi alla fine degli Profondamente affascinato dall’im- Waning of Justice (2015), lavori ca- come arte e vita personale coin- anni ‘60, Charles Atlas (St. Louis, patto defamiliarizzante prodotto paci di raccontare in modo appro- cidano creando un flusso continuo Missouri, 1949) ha svolto un ruolo da tecniche come il chroma-key, fondito i temi più cari ad Atlas – di riflessione, scambio, creazione centrale nello sviluppo del film è verso la fine degli anni ‘70 e i primi la relazione tra il video e la danza, e memoria che egli ha saputo de- e del video nell’ambito dell’arte anni ‘80 che inizia ad applicare le politiche identitarie contem- codificare attraverso un potente im- contemporanea. le sue sperimentazioni filmiche a poranee e il glamour underground – maginario spinto talvolta al limite Le sue sperimentazioni tecniche, opere specifiche. Alcune delle sue e al contempo svela alcune delle del surreale. Atlas ha trasmesso formali e contenutistiche hanno video installazioni, spesso molto collaborazioni più salienti che ne tale capacità immaginifica e visio- spesso portato l’artista alla crea- complesse a livello tecnico, sono hanno caratterizzato l’opera duran- naria anche attraverso l’utilizzo zione di complesse opere e video- esplorazioni astratte e giocose te gli anni più intensi della sua di un sub-idioma culturale pop gra- installazioni che hanno nella di un’iconografia di serie geometri- produzione artistica. zie al quale ha saputo affrontare, danza e nella performance il loro che o sequenze numeriche che in modo sottile, ironico e mai ecces- centro di gravità. esaminano la segmentazione e la Atlas è spesso citato proprio per sivamente dichiarato, aspetti del Atlas inizia il suo percorso a New costruzione dello spazio visivo, por- gli importanti progetti collaborativi biopotere e delle politiche del corpo York nel 1969, a soli vent’anni, prima tando la visione verso una rifles- nei quali ha coinvolto personalità e dell’identità, tematiche fonda- come assistente stage manager sione su tematiche sociali urgenti come i coreografi Merce Cunning- mentali tuttora al centro della pro- e in seguito come filmmaker in come le strutture e le modalità di ham (1919-2009) e Michael Clark duzione artistica contemporanea. residence per la Merce Cunningham rappresentazione identitarie nella (1962) e il performer e fashion L’opera visionaria di Atlas ha sapu- Dance Company, celebre compa- e della contemporaneità. designer Leigh Bowery (1961-1994). to influenzare le generazioni più gnia di danza fondata e diretta dal La sua rete di collaboratori e part- giovani di filmmaker e videoartisti coreografo e danzatore Merce La mostra raccoglie molte opere ner professionali è spesso coincisa internazionali, che ancora oggi Cunningham, padre della Modern fondamentali, mettendo in risalto con la sua cerchia di amici più lo considerano una figura chiave Dance americana. Durante i nume- la continua e instancabile capa- intimi: molti dei lavori realizzati della sperimentazione filmica. rosi tour, con una camera super-8 cità creativa di Atlas volta a inve- dall’artista tra gli anni ‘80 e gli anni Un esempio importante della sua Atlas inizia a fissare sulla pellicola stigare il potenziale espressivo dei ‘90 sono infatti i ritratti di alcuni cinematografia è il fiction-docu- il team della compagnia, elabo- time-based media. Anche questa dei protagonisti della scena under- mentario Hail the New Puritan (1986), rando non solo tecnicamente ma mostra, come per altre realizzate ground e del milieu artistico new- esposto in mostra in una delle sale anche concettualmente i possi- dalla Fondazione ICA Milano, yorkese dell’epoca, di cui Atlas era al primo piano. Realizzato in colla- bili utilizzi della cinepresa e delle percorre una modalità curatoriale parte integrante. borazione con l’allora giovanissimo attrezzature tecniche all’epoca che si basa sulla totale libertà danzatore Michael Clark e dedi- disponibili. Danza e corpo in movi- interpretativa dell’artista rispetto In occasione di OMINOUS, cato alla scena underground della mento sono infatti i soggetti sui allo spazio, al progetto, al suo GLAMOROUS, MOMENTOUS, Londra di fine anni ‘80, in quest’opera quali si concentrò e lavorò fin catalogo, come si sarebbe detto RIDICULOUS (in italiano traducibile per la prima volta la camera diven- dall’inizio. Nel 1983, l’artista decide negli ambienti della sperimenta- con “INFAUSTO, ENTUSIASMAN- ta la reale e attiva controparte del di lasciare la compagnia prose- zione all’epoca degli esordi di TE, ECCEZIONALE, RIDICOLO”), soggetto. Il film è stato realizzato in guendo così l’approfondimento Atlas. Realizzato dopo oltre un anno prima mostra personale mai re- piena epoca thatcheriana, momen- del suo percorso artistico e crean- d’intenso dialogo con l’artista, alizzata in Italia dedicata al lavoro to storico caratterizzato da un duro do alcuni dei lavori seminali che il progetto espositivo presenta di Atlas, l’artista ha infatti scelto clima sociale imposto dalle rifor- avrebbero influenzato le future ge- alcune delle sue opere più celebri di esporre alcune delle opere che me di matrice liberista. Atlas sceglie nerazioni di filmmakers e video- tra cui Locale (1980); Hail the New celebrano proprio questi legami: di creare un’atmosfera quasi ma- artisti internazionali. Puritan (1986); Teach (1992/1998); vita privata e sperimentazione gica, in cui il glamour vissuto dal 4 5
protagonista – all’epoca ancora poco cinamento ed esplorazione dei sto che semplicemente davanti conosciuto – e dal suo entourage, vasti mondi che i corpi stessi abi- o dietro di loro. ha il ruolo principale di contrastare tano. Dalle opere in mostra emerge Ancora una volta sono le opere l’inevitabile disfunzionalità sociale inoltre come l’interesse di Atlas a parlare per l’artista, svelandoci del thatcherismo dell’epoca, di- si rivolga sovente al filmare tanto il più ampio progetto di Atlas: il suo ventando l’unica arma ammissibile le coreografie quanto i danzatori interesse nel fornire un’intima vi- in una realtà così complessa stessi. Profondamente dedito sione del mondo della danza come e delicata. ai suoi soggetti, l’artista infatti li ha metodologia di auto riflessione Nei lavori di Atlas la danza non mostrati e ripresi nel dettaglio: nel su noi stessi, una dimensione pri- appare mai da sola; è infatti quasi loro candore, in abbandono e in vata ma al contempo condivisa che sempre e intrinsecamente connes- tensione, sia grazie alla cura e all’at- rivela i modi in cui tutte le sogget- sa alla comunità di persone che tenzione quasi maniacale per i tività già agiscono come una vera la rendono possibile. Performer, dettagli delle inquadrature sia per e propria performance. coreografi, compositori, costumisti, le metodologie e tecniche utilizza- Sin dall’inizio della sua pratica scenografi, registi, perfino il pubbli- te. Tali strategie hanno avuto il infatti, Atlas ha desiderato vedere, co stesso. Durante gli anni, la dan- merito non solo di attrarre il pubbli- e al contempo mostrare, il vero za è rimasta una tematica costante co più vicino ai soggetti che Atlas sé che giace all’interno di ciascuno nella ricerca dell’artista, mentre filmava (grazie alla loro fisicità, alle dei suoi soggetti. Attraverso le le diverse comunità in essa attive qualità del movimento e alle per- strutture coreografiche, Atlas li ri- ne sono diventate i duraturi sog- sonalità emerse), ma anche ai diver- traeva tuttavia non come danzatori getti. Una delle sue collaborazioni si contesti che essi animano nei o performer, ma come persone. più longeve e fruttuose è proprio suoi lavori. A questo desiderio si lega indisso- quella con il coreografo e danzatore Il ritratto diviene per Atlas un meto- lubilmente l’interesse dell’artista Merce Cunningham. Insieme a do di analisi utile non a focalizzar- per i mondi delle culture under- lui Atlas da vita alla pratica della si sul singolo, ma sulle implicazioni ground e per il clubbing, mondi tal- “video dance” o “dance for camera”, che esso ha in relazione alla col- volta terribilmente crudi e onesti, una metodologia per la quale i movi- lettività, alle collaborazioni e al net- intrisi di un fascino glamour e bo- menti sono ideati e coreografati work in cui agisce, come accade hémien vissuti come antidoti da direttamente in relazione alla cine- in The Myth of Modern Dance (1990) contrapporre al cinismo e alla presa e ai suoi spostamenti. Questa in collaborazione con il danzatore violenza del mondo, proprio come tecnica è ben visibile in alcune delle Douglas Dunn, The Legend of Leigh ci racconta la drag queen Lady opere presenti nella mostra e alle- Bowery (2002) o il già citato Hail Bunny in The Waning of Justice stite al primo piano, tra cui Channel/ the New Puritan (1986). (2015), dove la sua voce ci abbraccia Inserts (1981) in collaborazione Così facendo, Atlas mostra lo slitta- e ci avvolge: nel mondo ominous, con lo stesso Merce Cunningham mento tra gli spazi della vita quo- glamorous, momentous, ridiculous o Ex-Romance (1984/1987), in col- tidiana e della performance, quelli in cui viviamo tutto è ancora pos- laborazione con la danzatrice e co- della vita trasmessa dalla tele- sibile, persino essere se stessi. reografa Karole Armitage. camera e della vita reale. Le riprese di Atlas collocano spesso l’osser- Alberto Salvadori Per Atlas filmare la danza non con- vatore esattamente all’interno della Chiara Nuzzi sisteva semplicemente nel cattu- danza o della coreografia, al cen- rare un corpo in movimento; era tro dell’azione; tra i danzatori di e continua a essere un gesto di avvi- Cunningham o di Armitage piutto- 6 7
OMINOUS, GLAMOROUS, MOMENTOUS, RIDICULOUS explore in depth the themes dear- that he has been able to decode est to Atlas—the relationship be- through a powerful imagination Since the late 1960s Charles Atlas the early 1980s that he began to tween video and dance, contempo- which is sometimes almost surreal. (St. Louis, Missouri, 1949) has apply his film experiments to spe- rary identity policies and under- Atlas has also transmitted this played a central role in the devel- cific works. Some of his video ground glamour—at the same time imaginative and visionary ability opment of film and video in con- installations—often very complex reveal some of the fundamental through the use of a pop culture temporary art. at a technical level—are abstract collaborations that characterised sub-idiom which had enabled him His technical, formal and content and playful explorations of an his work during the most intense to deal with aspects of bio-power experiments have often led the iconography of geometric series years of his artistic production. and body and identity politics in a artist to create complex works and or numerical sequences that subtle, ironic and never excessively video installations that have their examine the segmentation and Atlas is often mentioned precisely stated way, fundamental issues centre of gravity in dance and construction of the visual space, for the important collaborative pro- still at the centre of contemporary performance. bringing the vision towards a jects in which he involved person- artistic production. Atlas’ visionary Atlas began his career in New York reflection on urgent social issues alities such as the choreographers work has influenced younger in 1969, at the age of twenty, first such as structures and ways of Merce Cunningham (1919-2009) generations of international film- as an assistant stage manager and representing identity in and of the and Michael Clark (1962) and the makers and video artists, who still later as a filmmaker in residence contemporary time. performer and fashion designer consider him a key figure in film for the Merce Cunningham Dance Leigh Bowery (1961-1994). His net- experimentation. An important ex- Company, a famous dance com- The exhibition brings together many work of collaborators and profes- ample of his cinematography is the pany founded and directed by the fundamental works, highlighting sional partners has often coincided fiction-documentary Hail the New choreographer and dancer Merce Atlas’ continuous and tireless cre- with his circle of closest friends: Puritan (1986), exhibited in one of Cunningham—father of American ative ability aimed at investigating many of the works he created be- the smaller rooms on the first floor. Modern Dance. the expressive potential of time- tween the 80s and 90s are in fact Created in collaboration with the During numerous tours, Atlas begins based media. Like other exhibitions the portraits of some of the protago- then very young dancer Michael to follow the company’s team with conceived by the Fondazione nists of the underground scene and Clark and dedicated to the London a super-8 camera, and to develop ICA Milano, it follows a curatorial the New York artistic milieu of the underground scene of the late the possible uses of the camera and approach that is based on the time of which Atlas was an integral 1980s, for the first time in this work equipment available at the time artist’s total freedom of interpre- part. the camera becomes the real and from both a technical and concep- tation with respect to the space, the active counterpart of the subject. tual perspective. From the very project, and its catalogue, in much On the occasion of OMINOUS, The film was made in the middle of beginning, dance and the body in the same way as the experimental GLAMOROUS, MOMENTOUS, the Thatcher era, a historical mo- movement were the subjects he environments in which Atlas moved RIDICULOUS, the first personal exhi- ment characterised by a harsh so- concentrated upon. In 1983 he de- at the beginning. Realised after bition ever realized in Italy dedi- cial climate arising out of liberal cided to leave the company, and a year of intense dialogue with the cated to the work of Charles Atlas, reforms. Atlas chooses to create an furthering his artistic career he cre- artist, the exhibition project pre- the artist has in fact chosen to almost magical atmosphere, in ated some of his seminal works sents some of his most famous exhibit some of the works which which the glamour experienced by that would influence future genera- works including Locale (1980); Hail celebrate precisely these ties. the protagonist—still little known tions of international filmmakers the New Puritan (1986); Teach (1992/ In his work, private life and artistic at the time—and his entourage, and video artists. 1998); The Legend of Leigh Bowery experimentation are intertwined, has the main role of contrasting the Deeply fascinated by the de-famil- (2002) on the first floor and the once again revealing how art and inevitable social dysfunctional iarising impact produced by tech- immersive installation The Waning personal life coincide, creating nature of Thatcherism of the time, niques such as chroma-key, it was of Justice (2015) installed on the a continuous flow of reflection, ex- becoming the only admissible towards the end of the 1970s and ground floor. These works, which change, creation and memory weapon in an extremely complex 8 9
and delicate context. In Atlas’ works, fact showed them and reproduced sion which reveals the ways in dance never appears alone; it is them in detail: in their candour, in which all subjectivities already act in fact almost always intrinsically abandonment and in tension, both as a real performance. connected to the community of thanks to the almost obsessive care Since the beginning of his practice, people who make it possible. Per- and attention to the detail of the in fact, Atlas has wanted to see, formers, choreographers, com- shots and in the methodologies and at the same time show, the posers, costume designers, set and techniques used. These strate- true self that lies within each of his designers, directors, even the public gies have not only brought the subjects. However, through the itself. Over the years, dance has public closer to the subjects that choreographic structures, Atlas remained a constant theme in the Atlas filmed (thanks to their physi- portrayed them not as dancers or artist’s research, while the various cality, the qualities of the move- performers, but as people. This communities active in it have be- ment and the personalities that desire is inextricably linked to the come its enduring subjects. emerged), but also to the different artist’s interest in the worlds of One of his most long-lived and contexts that they animate in his underground cultures and clubbing, fruitful collaborations is precisely works. worlds which are sometimes that with the choreographer and For Atlas, the portrait becomes terribly raw and honest, imbued dancer Merce Cunningham. To- a method of analysis useful not to with a glamorous and bohemian gether with him, Atlas gives life to focus on individuals, but on the charm. They are lived as antidotes the practice of “video dance” or implications that they have in rela- to be opposed to the cynicism “dance for camera”, a methodology tion to the community, the collabo- and violence of the world, just like for which movements are con- rations and the network in which the drag queen Lady Bunny in ceived and choreographed directly they act, like in The Myth of Modern The Waning of Justice (2015) tells us in relation to the camera and its Dance (1990) in collaboration with in a voice that embraces us and motions. This technique is clearly Douglas Dunn, The Legend of Leigh envelops us: in the ominous, glam- visible in some of the works in the Bowery (2002) or the aforemen- orous, momentous, ridiculous world exhibition and set up on the first tioned Hail the New Puritan (1986). in which we live everything is still floor, including Channel/Inserts In doing so, Atlas shows the shift possible, even being yourself. (1981) in collaboration with Merce between the spaces of daily life and Cunningham or Ex-Romance (1984/ performance, that of life transmitted Alberto Salvadori 1987), in collaboration with the by the camera and real life. Atlas’ Chiara Nuzzi dancer and choreographer Karole filming often places the observer Armitage. within the dance or choreography, For Atlas, filming dance was not right at the centre of the action; simply about capturing a moving among the dancers of Cunningham body; it was and continues to be or Armitage rather than simply a gesture that involves approaching in front of or behind them. and exploring the vast worlds that Once again it is the works that speak the bodies themselves inhabit. The for the artist, revealing the wider works on display also show that Atlas’ project: his interest in pro- Atlas’ interest often focuses on the viding an intimate vision of the dancers as well, and not solely world of dance as a method of self- on the choreographies. Deeply dedi- reflection on ourselves, a private cated to his subjects, the artist in but at the same time shared dimen- 10 11
Le opere 2 teplici azioni riprese tuttavia in luoghi separati. grafo Fergus Greer e del musicista Richard Torry. Blue Studio: Five Segments, 1976 Ispirati infatti alle azioni parallele presenti in alcune Nell’opera emergono la straordinaria forza e influen- La mostra, concepita interamente con l’artista, si Collaborazione con Merce Cunningham scene de Il Padrino, girato nel 1972 da Francis Ford za che Bowery esercitò sulla comunità artistica sviluppa su entrambi i piani della Fondazione. Gli Blue Studio: Five Segments nasce dalla collaborazio- Coppola, Cunningham e Atlas dividono le diverse dell’epoca, oltrepassando le mere discipline della ambienti sono stati appositamente trasformati per ne tra Atlas e il coreografo e danzatore statunitense location della regia in sedici aree dove tre coppie di moda e del design grazie alla sua personalità ribelle accogliere le opere di Charles Atlas, realizzando Merce Cunningham. Nel 1973 Cunningham decide danzatori compiono romantici duetti, privi tuttavia e colma di contrasti. così un percorso narrativo specifico nel quale l’arti- di lavorare con il video e chiede ad Atlas di collabo- di una narrazione specifica. Grazie all’insieme delle sta guida il visitatore attraverso una selezione dei rare insieme a lui. L’artista inizia così a sperimentare coreografie di Cunningham, dei costumi disegnati 5 suoi lavori seminali culminando al primo piano, il cui varie tecniche di regia, editing e montaggio, sco- da Atlas e della musica dalle sonorità apocalittiche, Ex-Romance, 1984/1987 spazio più ampio intitolato dall’artista I Am Beautiful, prendo le relazioni tra la camera e il corpo e le possi- il risultato è un’opera dalla struttura di un vero Ex-Romance, progetto in collaborazione con la dan- accoglie due diverse videoinstallazioni, Teach (1992/ bilità date dall’attrezzatura tecnica dell’epoca. Par- e proprio film. zatrice e coreografa Karole Armitage, avrebbe 1998) e Turning Portraits (2020). Quest’ultima è la ticolarmente affascinati dal chroma key – una delle dovuto essere girato in Italia sui colli romani, ma il nuova importante produzione realizzata in occasione tecniche usate per realizzare effetti di sovrappo- 3 budget raccolto non fu sufficiente a coprire le spese della mostra presso la Fondazione ICA Milano. sizione di due diverse immagini (o due diversi video) Hail the New Puritan, 1986 del viaggio. Il film venne così realizzato all’aeroporto grazie alla quale è possibile rimuovere il colore di Hail the New Puritan è una lettera d’amore dedicata di Providence, Rhode Island, e nelle sue vicinanze. Piano terra sfondo in post-produzione e sostituirlo con qualsiasi alla città di Londra e agli straordinari personaggi Sebbene Atlas la ricordi come una delle esperienze altra immagine – i due artisti realizzano una compo- che ne hanno caratterizzato parte della scena under- lavorative più complesse a causa della scarsa di- 1 sizione di cinque segmenti girati tutti su uno sfondo ground negli anni ‘80. Incaricato da Channel 4, sponibilità economica e della necessità di ripensare The Waning of Justice, 2015 blu. In ciascuno di essi, Cunningham compie un importante emittente televisiva pubblica britannica, continuamente le scene da girare e quelle da esclu- Realizzata con diversi elementi, tre video proiezioni movimento diverso, coreografando cinque assoli di realizzare un documentario dedicato all’arte, dere, per l’artista fu un momento di apprendimento (Ethel’s Fortune, Kiss the Day Goodbye e Here e interpretandoli personalmente, nonostante non Atlas decide di coinvolgere il danzatore Micheal importante nel quale riuscì a combinare la danza She Is… v1), una scultura (Chai) e un video a monitor amasse essere ripreso dalla telecamera, in costumi Clark che all’epoca, appena ventenne, non aveva alla narrazione. Ispiratosi per le scene iniziali al film (Terri’s Option), The Waning of Justice è la prima diversi. L’ultimo segmento li raccoglie tutti, per- ancora raggiunto la piena celebrità. L’artista si reca Viaggio in Italia (1954) di Roberto Rossellini, in opera ad accogliere lo spettatore portandolo mettendogli di apparire sullo schermo in una volta quindi a Londra, dove insieme a Clark s’immerge quest’occasione Atlas lavorò per la prima volta con nell’universo immaginifico e nella poetica di Atlas. sola e in tutte e cinque le versioni. nella comunità artistica locale entrando in contatto degli scrittori. In particolare, coinvolse il critico 44 tramonti fiammeggianti, ripresi dall’artista in con diversi personaggi, tra cui l’artista e stilista teatrale e scrittore Hilton Als, di cui era amico, come Florida, combinazioni di effetti grafici, found footage Locale, 1980 drag australiano Leigh Bowery, con il quale stringerà voce fuori campo che descriveva i personaggi e al- ed elementi numerici sono proiettati su alcune Collaborazione con Merce Cunningham un’intima e duratura amicizia. Totalmente disinte- cuni momenti della narrazione. Influenzato inoltre delle pareti della Fondazione. Simultaneamente, la L’invenzione della steadicam (il supporto meccanico ressato a realizzare un documentario tradizionale, dai primi programmi della TV via cavo, Atlas costru- voce della leggendaria performer drag newyorkese sul quale montare la camera sostenuto dall’opera- Atlas costruisce un antidocumentario imperniato isce una bizzarra intervista nella quale gli attori Lady Bunny, la cui immagine si staglia imponente tore) aveva affascinato Atlas sin dal momento della sulla danza. Nel film – una versione stilizzata della si esibiscono in un’assurda cronaca in diretta sui e sofisticata sulla parete al fondo della sala, ci rag- sua diffusione per le nuove possibilità di speri- vita di Michael Clark – quasi tutto è fittizio: i caratteri, danzatori; il risultato è una messa in scena che dona giunge con la sua narrazione di episodi della pro- mentazione nella ripresa in movimento, L’artista i luoghi e i dialoghi stessi sono spesso esagerati e ulteriore organicità alle diverse parti del video. pria vita, riflessioni su temi universali come la pace, decise quindi di testarne le potenzialità nell’ambito portati all’eccesso. Nel film Atlas utilizza le tecniche la collettività, le politiche americane: un decalogo della coreografia con l’amico e collega Merce di ripresa della danza apprese precedentemente As Seen on TV, 1987 per la civiltà. Un grande orologio digitale occupa Cunningham. Per la prima volta, grazie a questa adattandole alle atmosfere ricreate con Clark e con- Collaborazione con Bill Irwin il centro della sala riproducendo senza fine un conto innovazione tecnica, il regista non era più vincolato ferendo inoltre un ruolo importante alla musica, Commissionato dal servizio di distribuzione tele- alla rovescia che va dai 18 minuti allo zero (il tem- dai movimenti stazionari delle telecamere dell’epo- elemento fondamentale nelle dirompenti coreo- visiva americana Public Broadcasting Service po impiegato dal sole per tramontare). L’installazione ca e poteva dunque seguire ogni passo dei danza- grafie del danzatore inglese. (PBS), As Seen on TV è una delle maggiori produzioni presenta una riflessione poetica ed evocativa tori muovendosi liberamente senza limiti per entrare di Atlas, alla cui realizzazione collaborò il clown dell’artista sulla caducità della vita e l’eterna ten- nel vivo della coreografia. Le riprese di questo 4 e attore Bill Irwin. Concepita come una sorta di denza dell’umanità verso l’esercizio del potere video furono tutt’altro che semplici: la troupe doveva The Legend of Leigh Bowery, 2002 “viaggio” di Bill Irwin nel mondo dell’artista (vi sono e la sopraffazione. infatti ingegnarsi continuamente per evitare che In seguito alla morte prematura dell’amico e colla- infatti numerosi camei che vedono la partecipazione i cavi della steadicam e gli specchi della sala da boratore Leigh Bowery, artista e fashion designer di amici di Atlas provenienti dalla scena clubbing Primo Piano ballo apparissero nell’inquadratura. Tuttavia, come molto noto negli ambienti del clubbing, della moda e underground), la storia venne ideata dai due in un racconta Atlas, a lui e a Cunningham piaceva e dell’arte londinese e newyorkese morto nel 1994 processo collaborativo e creativo condiviso. Irwin Le opere video allestite al primo piano rappre- cimentarsi in nuove sfide. di AIDS, Atlas decide di realizzare un documentario interpreta un personaggio alla Buster Keaton che sentano un excursus dell’intera produzione di Atlas che potesse rendere giustizia alla sua complessa durante un’audizione attraversa una serie di vicissi- a partire dagli anni ‘70 fino ad oggi e raccontano Channels / Inserts, 1981 personalità artistica. L’opera rappresenta un atto tudini per poi finire fuori dalla finestra. Per la rea- l’approccio sperimentale che ha caratterizzato il suo Collaborazione con Merce Cunningham d’amore tramite il quale l’artista cerca di trasmettere lizzazione del film, Atlas utilizzò found footage pro- utilizzo dell’immagine in movimento, in particolare In Channels / Inserts, Cunningham e Atlas sviluppano al pubblico, soprattutto a quello più giovane, la di- venienti dagli archivi della PBS tra cui immagini di in relazione con la danza. Le quattro piccole sale ulteriormente le loro sperimentazioni con la cine- cotomia di genialità e brutalità, a tratti crudele, che documentari sugli animali ed estratti di alcune soap accolgono video differenti e sono dedicate ciascuna presa, utilizzando le steadicams (supporti mecca- caratterizzò Bowery durante la sua vita e la sua opera, conferendo al video un’atmosfera comica a una specifica collaborazione intercorsa negli anni nici sui quali montare la camera sostenuti dall’ope- carriera. Mosso dal desiderio di riportare un ritratto e ilare. tra Atlas e alcuni tra i più importanti artisti della ratore) e numerose carrellate. Se il video Locale, completo e veritiero, Atlas si recò sia in Australia scena underground degli anni ‘80, in particolare i co- di poco precedente, era basato sui movimenti della per intervistare la famiglia di Bowery sia a Londra, The Myth of Modern Dance, 1990 reografi e danzatori Merce Cunningham, Michael camera, in questo lavoro, girato di notte e quindi epicentro culturale della comunità di cui egli faceva Collaborazione con Douglas Dunn (coreografia) Clark, Karole Armitage e Douglas Dunn, l’artista con luci artificiali, gli artisti conferiscono maggior parte, riuscendo così a ottenere immagini e mate- L’opera, nata originariamente come un assolo e fashion designer Leigh Bowery e l’attore, comico importanza al montaggio spezzato, nel tentativo riali provenienti dagli archivi di alcuni amici di Leigh, di danza eseguito dal ballerino Douglas Dunn, fu e clown Bill Irwin. di far percepire al pubblico la simultaneità delle mol- tra cui quelli dell’artista Lucian Freud, del foto- adattata per la televisione su richiesta della 12 13
produttrice Susan Dowling. Il video inizia con alcune Works 2 riprese di Dunn mentre legge un testo scientifico Blue Studio: Five Segments, 1976 riguardo al mito dell’evoluzione inteso come pro- The exhibition layout, conceived entirely together Collaboration with Merce Cunningham cesso lineare che viene qui interpretato in analogia with the artist, is spread over both floors of the Blue Studio: Five Segments is one of the works con l’dea di progresso della danza stessa. Essendo Foundation. Some rooms have been specially trans- arising from the collaboration between Atlas and la pratica di Dunn caratterizzata da una forte com- formed to accommodate the works of Charles Atlas, the American choreographer and dancer Merce ponente umoristica, perfettamente in linea con thus creating a specific narrative path in which Cunningham. In 1973 Cunningham decides to work l’approccio di Atlas, tale collaborazione portò ad un the artist guides the visitor through some of his with video and asks Atlas to collaborate with him. risultato piuttosto divertente. Strutturato in brevi seminal works, culminating on the first floor where The artist thus begins to experiment with various sezioni differenti, nelle quali Dunn interpreta di volta the main space, named by the artist I Am Beautiful, directing, editing and montage techniques, discover- in volta un personaggio diverso, come per il prece- accommodates two different video installations: ing the relationships between the camera and the dente Blue Studio (1976), anche The Myth of Modern Teach (1992/1998) and Turning Portraits (2020). body and the possibilities the technical equipment Dance è ispirato al concetto della sovrapposizione The latter is the important new production created of the time offered. Particularly fascinated by the di elementi e sfondi diversi che scorrono dentro in occasion of Atlas’ solo show at Fondazione chroma key—one of the techniques used to create e fuori l’immagine, permettendo ad Atlas di rivisitare ICA Milano. overlapping effects of two different images (or two con una variazione l’idea sviluppata in precedenza. different videos) thanks to which it is possible to Ground floor remove the background colour of the first and re- 6 place it with any other—the two artists create a com- I Am Beautiful, 2020 The Waning of Justice, 2015 position made of five segments shot on a blue back- Made of different elements including three video ground. In each of these, Cunningham performs a Teach, 1992/1998 projections (Ethel’s Fortune, Kiss the Day Goodbye different movement, choreographing five solos and Anche il video Teach è dedicato a Leigh Bowery, and Here She Is ... v1), a sculptural element (Chai) interpreting them personally, although he did not performer e fashion designer australiano icona della and a monitor video (Terri’s Option), The Waning of like being filmed by the camera, in different cos- scena clubbing e underground inglese degli anni Justice is the first work to welcome viewers by imme- tumes. The last segment collects them all, allowing ‘80 con cui Atlas era solito collaborare come regista. diately immersing them in the imaginative uni- them to appear on the screen in one go and in all Nel video Bowery indossa delle labbra finte, fissa- verse and poetics of Atlas. 44 flaming sunsets shot five versions. te sulla propria bocca con delle spille da balia, personally by the artist in Florida, combinations canta in lip-sync la canzone “Take a Look” di Aretha of graphic effects, found footage and numerical Locale, 1980 Franklin, che Atlas scelse per l’allusione all’atto elements are projected onto some of the walls of the Collaboration with Merce Cunningham del ‘guardarsi allo specchio’. Lo specchio – spiega Foundation while the voice of the legendary New Thanks to the new possibilities for experimenting Atlas – gli ricordava il periodo in cui Bowery si York drag performer Lady Bunny, whose imposing with shooting in movement, the invention of the trovava da lui a New York. In quell’occasione, il per- and sophisticated image stands out on the wall steadicam (the mechanical structure on which to former gli chiese di comprare più specchi poiché at the back of the room, recounts episodes of her life mount the camera supported by the operator) riteneva che quelli presenti a casa di Atlas non fos- and reflects on issues related to the history of hu- had fascinated Atlas since its diffusion. The artist sero per lui sufficienti. Il materiale registrato quel manity such as peace, the community, and politics. therefore decided to experiment with its potential giorno rimase inutilizzato per un lungo periodo e fu A large digital clock stands within the room, end- in the choreography with his friend and colleague solo alla morte di Bowery che l’artista decise di lessly reproducing a countdown from 18 minutes to Merce Cunningham. For the first time, thanks tornare a lavorare al montaggio delle riprese. Il video zero (the time taken by the sun to set). The installa- to this equipment, the director was no longer bound diventa così un ulteriore intimo ricordo dell’amici- tion represents a poetic and evocative reflection on by the stationary movements of the cameras of the zia tra Atlas e Bowery. the themes of peace and humanity’s eternal ten- time and could therefore follow every step of the dency towards power and oppression. dancers, moving freely without technical limits and Turning Portraits, 2020 entering the heart of the choreography. The filming L’opera, una nuova produzione video realizzata First Floor of this video was far from simple: the crew had to appositamente per la mostra personale dell’artista continually strive to prevent the steadicam cables presso la Fondazione ICA Milano, è un remix di The video works on the first floor of the Foundation and mirrors from the ballroom from appearing in the ritratti video girato durante il tour di TURNING e make an excursus that runs through Atlas’ entire frame. However, as Atlas says, he and Cunningham realizzato nel 2006; una collaborazione con Anohni, production from the 70s to today, recounting the ex- liked new challenges. musicista precedentemente parte della celebre perimental approach that characterised his use band americana Antony and The Johnsons. of the moving image and the practice of dance. The Channels / Inserts, 1981 four rooms, which welcome different videos, are Collaboration with Merce Cunningham each dedicated to a specific collaboration between In Channels / Inserts, Cunningham and Atlas further Atlas and some of the most important artists of develop their experiments with the camera, using the American underground scene of the 80s, in par- steadicams (mechanical apparatuses on which ticular the choreographers and dancers Merce to mount the camera supported by an operator) and Cunningham, Michael Clark, Karole Armitage and numerous tracking shots. While the earlier video Douglas Dunn, the artist and fashion designer Locale is based on camera movements, in this work Leigh Bowery and the actor, comedian and clown shot at night and therefore with artificial lights, the Bill Irwin. artists give greater importance to the broken mon- tage. It is an attempt to make the public perceive the simultaneity of multiple actions, yet shot in dif- 14 15
ferent places. Inspired in fact by the parallel actions time, going beyond the mere disciplines of fashion of dance itself. Since Dunn’s practice is characterised present in some scenes of Francis Ford Coppola’s and design thanks to his rebellious personality by a strong humorous component perfectly in line 1972 film The Godfather, Cunningham and Atlas full of contrasts. with Atlas’ approach, this collaboration led to a rather divide the different locations of the direction into amusing result. Structured in different short sec- sixteen areas where three couples of dancers tions in which Dunn plays a different character from perform romantic duets, albeit without a specific 5 time to time, like the previous Blue Studio (1976) narration, choreographed by Cunningham. The Ex-Romance, 1984/1987 so too is The Myth of Modern Dance inspired by the costumes, designed by Atlas, and the apocalyptic Ex-Romance, a project in collaboration with the concept of the superposition of different elements music, give the work the character of a real film. dancer and choreographer Karole Armitage, should that also flow in and out of the image and the use have been shot in Italy in the Roman hills, but the of different backgrounds, allowing Atlas to revisit 3 funds raised were not sufficient to cover the travel a previously developed idea with a variation. Hail the New Puritan, 1986 expenses. The film was thus made at Providence Hail the New Puritan is a love letter dedicated to Airport, Rhode Island, and nearby. Although Atlas 6 the city of London and the extraordinary personali- remembers it as one of the most complex work I Am Beautiful, 2020 ties who characterised part of the underground experiences due to the low budget and the need to scene during the 1980s. Hired by the major British continually rethink the scenes to be shot and those Teach, 1992/1998 public broadcaster Channel 4 to make a documen- to be excluded, for the artist it was an important The video Teach is also dedicated to Leigh Bowery, tary dedicated to art, Atlas decides to involve the learning experience in which he managed to combine an Australian performer and fashion designer dancer Micheal Clark who at the time, in his early dance with storytelling. Inspired by the opening who was an icon of the English clubbing and under- twenties, had not yet become a full celebrity. He then scenes of Roberto Rossellini’s film Journey to Italy ground scene of the 1980s and with whom Atlas went to London, where together with Clark he im- (1954), Atlas worked with writers for the first time. collaborated as a director. In the video Bowery, who mersed himself in the local artistic community, com- In particular, he involved the writer and theatre critic wears fake lips fixed on his mouth with safety pins, ing into contact with several personalities including Hilton Als, with whom he was a friend, for the reali- sings in lip-sync the song “Take a Look” by Aretha the Australian drag artist and stylist Leigh Bowery, sation of some parts in voice-over that described Franklin, which Atlas chose for the allusion to the act with whom he would form an intimate and lasting the characters as well as parts of the narration. Also of ‘looking in the mirror.’ The mirror—Atlas ex- friendship. Totally uninterested in making a tradi- influenced by the first cable TV programs, Atlas plains—reminded him of the time when Bowery was tional documentary, Atlas builds an anti-documen- stages a bizarre interview in which the actors per- with him in New York. On that occasion, the per- tary focused on dance. In the film, a stylised version form an absurd live report on the dancers, a staging former asked him to buy more mirrors because he of Michael Clark’s life, almost everything is ficti- that gives organicity to the parts of the video. believed that those present at Atlas’ house were tious: the characters, places and dialogues them- not enough for him. The material recorded that day selves are often exaggerated and carried to excess. As Seen on TV, 1987 remained unused for a long period and it was only In the film Atlas uses the techniques of filming Collaboration with Bill Irwin after the death of the Australian performer that the dance learned previously by adapting them to Commissioned by the American Public Broadcasting the artist decided to return to work on the editing of the atmospheres recreated with Clark and also Service (PBS), As Seen on TV is one of the mayor the shooting. The video thus becomes a further giving an important role to music, a fundamental productions realized by the artist. The clown and intimate reminder of the friendship between Atlas element in the disruptive choreography of the actor Bill Irwin collaborated to the project, which was and Bowery. English dancer. conceived as a kind of “journey” by Irwin within Atlas’ world (there are in fact several cameos played Turning Portraits, 2020 4 by personalities from the underground and club- The work, a new video production realized specifi- The Legend of Leigh Bowery, 2002 bing contexts who were close friends of Atlas him- cally for the artist’s solo show at Fondazione ICA Following the premature death of his friend and col- self). Both Atlas and Irwin conceived the plot together Milano, is a remix of live video portraits shot during laborator Leigh Bowery (of AIDS in 1994)—an artist as a collaborative and shared creative process. the 2006 tour of TURNING, a collaboration with and fashion designer well known in the London and Within the film Irwin plays a character à la Buster the musician Anohni (formerly of Antony and The New York clubbing, fashion and art circles—Atlas Keaton who, during an audition, experiences some Johnsons). decided to make a documentary that could do justice vicissitudes ending up out of the window. For the to Leigh’s complex artistic personality. The work realization of the film, the artist used found footage represents an act of love through which Atlas tries materials from the archives of PBS, such as images to convey to the public, especially to the youth, of animals’ documentaries and extracts of soap the brilliant genius and almost cruel brutality that operas, giving the video a comic and funny atmos- characterised Bowery. Moved by the desire to create phere. a complete and truthful portrait, Atlas went both to Australia to interview the Bowery family, and The Myth of Modern Dance, 1990 to London, the cultural epicentre of the community Collaboration with Douglas Dunn (coreography) of which he was a part, thus managing to obtain The work, originally conceived as a solo dance per- images and materials from the archives of some formed by the dancer Douglas Dunn, was adapted friends of Leigh, including those of the artist Lucian for television at the request of producer Susan Freud, the photographer Fergus Greer and the Dowling. The video begins with some shots of Dunn musician Richard Torry. The work reveals the extra- as he reads a scientific text about the myth of evo- ordinary strength and influence that Bowery was lution understood as a linear process which is inter- able to exert on the artistic community of the preted here as a sort of analogy with the progress 16 17
Piano terra / Ground floor Piano terra / Ground Floor 5 Charles Atlas 1 Ex-Romance, 1984/1987 Charles Atlas Film 16mm trasferito su video, sonoro / The Waning of Justice, 2015 16mm film transferred to video, sound Installazione video, sonoro / Video installation, sound Durata / Duration: 48’23’’ Durata / Duration: 24’36’’ Charles Atlas 1 Collaborazione con / Collaboration with Bill Irwin Primo piano / First floor As Seen on TV, 1987 co muro/finestra Film 16mm trasferito su video, sonoro / 2 16mm film transferred to video, sound Charles Atlas Durata / Duration: 25’10’’ Collaborazione con / Collaboration with Merce Cunningham Charles Atlas Blue Studio: Five Segments, 1976 Collaborazione con / Collaboration with Video muto / Video, silent Douglas Dunn (coreografia / choreography) Durata / Duration: 16’00’’ The Myth of Modern Dance, 1990 Video, sonoro / Video, sound Charles Atlas Durata / Duration: 24’41’’ Collaborazione con / Collaboration with Merce Cunningham 6 Channels / Inserts, 1981 Charles Atlas Film 16mm, sonoro / 16mm film, sound I Am Beautiful, 2020 Durata / Duration: 31’40’’ Installazione video, sonoro / Video installation, sound Charles Atlas Durata / Duration: 13’57’’ Collaborazione con / Collaboration with Merce Cunningham Charles Atlas Locale, 1980 Teach, 1992/1998 Film 16mm, sonoro / 16mm film, sound Video proiezione mono canale, sonoro / Durata / Duration: 29’36’’ Single-channel video projection, sound Primo piano / First floor Durata / Duration: 7’47’’ 3 Charles Atlas Charles Atlas Hail the New Puritan, 1986 Turning Portraits, 2020 Film 16mm trasferito su video, sonoro / Video proiezione quattro canali, sonoro / 6 16mm film transferred to video, sound Four-channel video projection, sound 3 4 Durata / Duration: 84’54’’ Durata / Duration: 6’13’’ 4 Charles Atlas 6 The Legend of Leigh Bowery, 2002 Video, sonoro / Video, sound Durata / Duration: 82’20’’ 2 5 6 18 19
PERCHÉ PERMETTIAMO ALLA POLIZIA DI PORTARE LA PISTOLA? Delilah (1991), un mediometraggio niera come un’altra di rivolgersi al di Johanna Fateman dai toni teatrali e pieno di sangue pubblico. Può essere un’afferma- finto. Nel film un killer uccide zione a sé stante, semplicemente Il testo di seguto pubblicato è stato scritto originariamente per il catalogo le star dello show Downtown, ma qualcosa che si abbia voglia di dire.” della mostra Charles Atlas: The Waning of Justice, 2015, Beeler Gallery, si arrende al fascino di Delilah. Columbus College di Arte & Design, Columbus, Ohio, USA. Interpretata dall’artista e performer Il titolo premonitore della sua ultima John Kelly, Delilah canta un’aria installazione multicanale, The A partire dall’estate del 2013, all’in- fatto prima”. Nello spazio caverno- di fronte a un enorme murale in cui Waning of Justice (2015), ne è un circa ogni settimana, ho portato so di un ex capannone, le pareti è rappresentato un tramonto nel esempio. Questa volta però, l’affer- il mio piccolo registratore vocale erano coperte di linee semoventi deserto su una confezione di pre- mazione del titolo non è poi così a casa di Charles Atlas, sulla 14a. e griglie in continua espansione. servativi Trojan. Atlas disse che, distante dal contenuto dell’opera, Per quasi un anno ci siamo incon- Sequenze e turbinii di numeri sovra- soltanto dopo averla completata, che riunisce svariati elementi già trati per ripercorrere la sua carriera, stavano e trafiggevano i visitatori. gli fu chiaro che l’opera era consolidati nella pratica di Atlas. discutendo di più di 75 opere tra La mostra aveva un che di geo- un’allegoria dell’AIDS. Ci sono un mucchio di tramonti in film e video, dalle sue prime colla- logico, di metafisico, di infinito The Waning of Justice. E ci sono borazioni con Merce Cunningham e di maestosamente impersonale. Atlas non crea opere con contenuti anche numeri, politica e – grazie al negli anni ‘70 ai successivi lavori Ma ciò che l’autore della recen- esplicitamente politici o recanti cielo – una drag queen. per la televisione, fino alle per- sione si chiedeva sconvolto era: un “messaggio”, pur interrogandosi formance di video-mixing dal vivo dove sono le drag queen? su come possa far spazio nel suo Atlas dice di non sapere esatta- e alle sue installazioni più recenti. lavoro alle proprie idee e pre- mente perché abbia ripreso con (Queste interviste, trascritte ed È una reazione comprensibile. Il occupazioni. Riguardo i “number la propria videocamera i tramonti editate, sono diventate il testo scrit- pubblico conosce il lavoro di Atlas pieces” – una serie iniziata nel 2008, nel corso di due estati passate to in prima persona che ha accom- attraverso varie aree d’interesse l’anno in cui rimanemmo svegli alla Rauschenberg Residency su pagnato l’esaustiva monografia e momenti della sua vita differenti fino a notte fonda temendo una Captiva Island, Florida. Sono bellis- Charles Atlas, pubblicata all’inizio (i film di danza, quelli nei club, vittoria della coppia McCain-Palin – simi, ovviamente, ma non più belli dell’anno.) Quando abbiamo affron- i suoi documentari), oppure vi entra egli stesso si chiede le ragioni di di una scatola di preservativi o tato il discorso dei suoi “number in contatto tramite i suoi esperti questa svolta verso l’astrazione. di un palcoscenico; hanno qualcosa pieces” abbiamo riso insieme di una collaboratori (Cunningham ovvia- Era forse “un abbandono della poli- che rimanda alle immagini stock. recensione che avevo letto sulla mente, ma anche Michael Clark, tica? Una reazione?” L’enigmatico In Ethel’s Fortune (2015), l’opera sua mostra da Luhring Augustine Yvonne Rainer, Marina Abramović, titolo di quella prima mostra da che riempie interamente la sala nel 2012. Nel nuovo, enorme spazio o ANOHNI). Il critico perplesso Luhring Augustine, The Illusion of principale di The Waning of Justice, della galleria Newyorkese a Brook- aveva conosciuto l’opera di Atlas Democracy non era di certo colle- alcune coppie di parole come lyn, Atlas aveva mostrato il suo nella programmazione di un cinema gato in maniera evidente ai “number “HISTORY SHADOW” e “QUINOA lavoro più astratto fino a quel mo- queer. Cita infatti Mrs. Peanut pieces”. Atlas mi disse che, messo VOODOO” appaiono sulla linea mento: tre proiezioni video in bianco Visits New York (1992-99), un breve sotto pressione per consegnare dell’orizzonte di proiezioni a tutta e nero, senza suono e di dimen- lavoro in cui Leigh Bowery, fashion i materiali da inserire nel comuni- parete. Scritto con il font “sans sioni monumentali. Era un chiaro designer e icona della club culture, cato stampa della mostra, prese serif” e in maiuscolo, il testo non e intenzionale dietrofront da parte affronta la giornata in un look che ispirazione da Why Are We in Viet- è poesia né pubblicità. Forse le di un artista conosciuto per il suo sembrerebbe adatto a un locale nam?, un racconto di Norman parole sono semplicemente delle lavoro innovativo sul movimento del notturno: un costume morphsuit Mailer del 1967 in cui l’argomento forme. Il sole si tuffa nell’acqua corpo. Mi disse che aveva voluto che evoca la controparte femminile della guerra viene affrontato mentre un orologio digitale su un creare “qualcosa che non assomi- di Mr. Peanut. La recensione fa solo velatamente. Atlas decise che piedistallo distaccato dalle pareti gliasse a niente che aveva già riferimento anche a Son of Sam and “il titolo per un artista è una ma- accelera fino alle ore 18:00:00. 20 21
Il tempo sta scadendo – è un senti- amici artisti, tutti girati nel suo stu- ci mostrava la luce alla fine del mento sottolineato dall’invettiva dio (ovvero il proprio salotto) su mondo, mentre Atlas cancellava contro il neoliberismo globale che sfondi a tinta unita, Atlas carpisce la collaborazione con la drag dalla sopraggiunge da una sala sul retro, le performance caratteristiche sua lista dei desideri. in cui Lady Bunny dà udienza agli dei suoi soggetti esibizionisti prima spettatori in un video-ritratto di di sospenderli elegantemente Atlas annota idee e colleziona filma- grandi dimensioni. Il suo atto di nello spazio del video attraverso ti, lasciando le cose nel dimentica- accusa contro i grandi giri d’affari, dispositivi formali che intensificano toio per anni, a volte per decenni, la guerra senza fine e il fazioso le loro insolite presentazioni di se confidando nel fatto che tutto tro- battibecco che maschera un una- stessi. In un’opera sintetica e stiliz- verà il suo posto in maniere ina- nime disprezzo per i poveri, è co- zata degli anni ‘90, l’immagine di spettate quando ci sarà l’opportu- stellato di terribili parti comiche Johanna Constantine, artista, dan- nità di una mostra. E poi eccolo (una cosa positiva di avere Hillary zatrice e frequente collaboratrice correre per rispettare la scadenza, Clinton come erede alla presidenza di Atlas, è suddivisa in pannelli ver- lavorando ad animazioni ed editing è che dovremmo “pagarla soltanto ticali. In un’altra, Anne Iobst (dive- scrupolosi fino all’ultimo momento la metà”), ma tutto decisamente nuta famosa per il progetto DANCE- disponibile. La confluenza di ten- schietto. Ecco un momento saliente: NOISE) viene trasformata nel suo denze rilassate e ossessive, di figlio neonato. Il modo in cui Atlas intuizione e precisione, di umori- No, non riuscirete a opprimerci. tratta la figura di Bunny è decisamen- smo graffiante e totale serietà, Non prenderete i nostri soldi te più semplice e, forse, più disar- conferisce alla sua opera una sin- per andare a combatterci una mante. Ne silenzia regolarmente la golare tensione. Atlas mantiene guerra. No, non ci discriminerete voce, lasciandoci contemplare la la bizzarra e invidiabile fede che le in maniera razzista. No, non ci sua forma – una sagoma di lustrini cose più disparate avranno sen- stuprerete. No, non ci darete sul grigio immutabile dello sfondo – so una volta messe insieme, per ordini su cosa entra nella nostra e la naturale esuberanza dei suoi il semplice fatto che lui le ha conce- vagina. movimenti. pite. E io adoro l’idea che un titolo possa stare al di fuori di tutto, come Bunny è la crème delle drag. In un Il loop di Here she is…v1 termina una lapide o un cartello di protesta, certo senso tradizionalista con non con l’apocalittica rabbia di semplicemente lì a dire qualcosa le sue parrucche cotonate, tette Bunny, ma con un pezzo da disco- che hai voglia di dire. a siluro, i modi di fare volgari della teca. Con testi tristi su una musica stand-up comedy e gli sketch dance contagiosa e ritmata, si satirici di lip-sync, Bunny emerse rammarica di aver lasciato naufra- dalla scena anni ‘80 del Pyramid gare una relazione. Lo sapevo, Club nell’East Village. Atlas, un pa- ma l’ho mandata all’aria, sì / Tu eri tito delle leggendarie serate drag l’unico, l’unico per me, la vediamo del locale, desiderava fare un lavo- cantare in abiti uno più folle ro con lei da anni, ma non ci era dell’altro. Il pubblico col quale mi mai riuscito – fino allo scorso inver- trovavo nella parte retrostante no, quando girò le riprese per della galleria durante l’inaugura- Here she is…v1 (2015) durante la zione di Waning esplose in un tempesta di neve che bloccò New applauso al termine dell’opera. York. Per gli altri ritratti dei suoi La magnifica performance di Bunny 22 23
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