RECENSIONE ROBINIE By sologolfista Bico (Enrico Gerosa)

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RECENSIONE ROBINIE By sologolfista Bico (Enrico Gerosa)
RECENSIONE ROBINIE
                                                                  By sologolfista Bico (Enrico Gerosa)

CIRCOLO
Il circolo in pratica è affogato nella mega-struttura dell’Hotel, centro ricevimenti, ristorante e si
riduce alla cassa del pro-shop, dove la segreteria trova il suo spazio operativo.
Il Robinie è un grande centro residenziale, dove il golf, è un traino a tutta una serie di attività
collaterali.
Il livello è molto alto, qualsiasi essa sia, anche la componente golf è di livello.
Di grande effetto la terrazza vista 17 e lago condiviso con la 18, a qualsiasi ospite offri
l’aperitivo, gli apri anche il cuore e anche il portafoglio se coincide con un incontro di affari.
Il verbo che vige in questa macchina da business è il Pay&Play, ossia paghi quello che usi ed
esiste una tariffa per ogni cosa che fai o vuoi.
Belli e grandi spogliatoi, piscina, palestra, una pecca per gli accappatoi, anche loro a
pagamento con dispenser.

MINIGOLF
Costruite a regola d’arte, queste 18 buche perfette, sono a disposizione degli ospiti dell’hotel e
di chicchessia abbia pagato un green fee, esso sia per le 18 buche convenzionali oppure per il
Pitch&Putt.
Sono in pratica 18 piccoli green serpeggianti, con buca terminale, allo scopo di fare pratica con
il putter, però in un contesto inusuale, anche con leggere discese, a ridosso della buca 17.
Molto originale, voto 10.
Nulla a che vedere con i soliti minigolf per bambini, questo è una cosa seria e di qualità.

CAMPO PRATICA
Grande Driving range, con diverse postazioni coperte.
Spesso cambiano la distanza delle partenze, dal tappetino in inverno e poi scalando sull’erba
per pratica dall’erba.
Molto attenti i greenkeeper al rifacimento dei tees.

PITCHING GREEN
Un’area a se stante, con green apposito, serve per far pratica al pitching, ovvero per gli
approcci corti, che è uno dei fondamenti del golf, l’avvicinamento al green

PUTTING GREEN
Un’area canonica è anche quella del putting, quello che serve, di qualità come tutto.

SERVIZI
Ci sono a disposizione cart a non finire, carrelli a non finire, si può noleggiare quello che si
vuole, basta pagare.
A disposizione Maestri e assistenti qualificati,anche con tecnologie, tipo videocamere, analisi
dello swing, insomma tutto ciò che può servire al business.

MANUTENZIONE
Ottima, sempre e ovunque si nota la cura per tutto, quasi maniacale.
Solo la maleducazione e la mancanza di osservanza dell’etichetta le si incontrano durante il
percorso, ma la colpa è da addebitarsi ai giocatori.
La squadra dei greenkeeper è molto attenta.
PITCH&PUTT
18 graziose buche par3, certificate da una vera e propria federazione, quella del Pitch&Putt,
sono la chicca del Robinie.
Illuminate fino a tardi , durante la buona stagione, offrono al golfista soluzioni di allenamento e
di gioco diverso dal solito, quanto mai affascinante.
Comode per chi ha poco tempo e si spende anche meno, anche perché le difficoltà sono
contenute. E’ un golf in miniatura, ma è un vero golf.
Chiaramente si gira con soli tre ferri: pitch, sand e putter.

PERCORSO ROBINIE
Il percorso delle Robinie ha 5 tee per ogni buca, solitamente si parte dai gialli per gli uomini,
ma se in manutenzione si può partire anche dai neri (proette), quindi le distanze cambiano
dalle solite, circa 20 metri in meno di media. Percorso di grande effetto.
Campo molto ben tenuto, nonostante qualcuno, che dell’etichetta, conosce solo quelle delle
magliette oppure delle bottiglie.
Tra l’altro al Robinie, vige una regola locale, che bisogna tamponare la ferita con della sabbia,
che ti devi portare dietro, ma che comunque si trova all’inizio di ogni buca.
Questa sabbia dovrebbe permettere una migliore radicazione del parrucchino scalpato.
Per prendere l’handicap al Robinie ne sono sufficienti 32, di punti Stableford.
In particolar modo per gli handicap 36 o Neofiti, è consigliabile calcolare il par, sempre due
colpi sopra e con questo spirito bisogna giocare, pensando al par e non ai punti, quindi
ragionare Medal (colpi) e mai Stableford (punti).
Al Robinie è molto difficile perdere le palline, in quanto anche i rough sono molto ben tenuti e
quindi sempre visibili, altri percorsi se finisci in rough, non perdonano.
Pochi draghi verdi, uno solo funzionante per dissetarsi, la bouvette a volte è chiusa.
Sono importanti anche questi aspetti, soprattutto quando si gira la boa della 9, che ne
rimangono appena altre 9 da fare e sempre verso la 12/13, si soccombe. Per farne 18 di fila
bisogna essere allenati, non si possono fare sottogamba.

BUCA 1 ROBINIE PAR 4 HCP 9 Metri 306 (neri)

Bel colpo d’occhio. Vallata modellata, in leggera discesa, stradina alberata sulla destra e fuori
limite con alberi e cespugli sulla sinistra.
Il green si vede laggiù in fondo alla vallata.
Da tenere presente che questo terreno era piatto, un tempo, Jack Nicklaus, l’ha fatto
modellare, come se fossimo in collina, sbarellando tonnellate di terra con le ruspe della sua
Golden Bear.
Campo ad effetto, pur essendo ad un passo dalla Malpensa, infatti non si può tirare troppo
alto, altrimenti si rischia di tirare giù qualche Jumbo.
Leggero rough, facile, ben tenuto anch’esso, la pallina si vede sempre, non la si perde mai,
anche nel folto rough.
Il green della buca 1 è ben tenuto e grande, a parte i pitchmark degli approcci dimenticati,
colpa dell’etichetta non osservata.
E’ sopraelevato e protetto sulla destra da due grandi bunker, dai quali è possibile evitare di
entrarci, aggirando sulla sinistra ad arco, ma facendo più strada.
Se si vuole tagliare si rischia la sa bbia e questi bunker hanno verso il green sempre delle
sponde ben alte, quasi da link inglesi.

BUCA 2 ROBINIE PAR 4 HCP 17 Metri 269 (neri)

Altra bella buca in discesa.
Jack Nicklaus si è divertito a disegnarne un nugolo di bunker sulla sinistra, da almeno metà
buca fino a sotto il green, sempre molto circondato, da ampi bunker e profondi.
E’ bene quindi attenersi a debita distanza dal settore sinistro e girare al largo verso destra.
Sulla destra che divide dalla 1, la stradina che poi attraversa le piazzole dei 5 tees.
I fairways sono ben drenanti ed in caso di piogge violente e copiose, sopportano molto bene,
l’assorbimento.
Rasatissimi sia i fairway che i green, molto alto il livello persino dei rough, molto facilitati, per
chi non va sempre diritto.
Le sponde di questa buca e della precedente consentono di contenere i colpi fuori traiettoria,
facendoli rimbalzare all’interno, riducendo i tempi di ricerca delle palle perse.
Sempre 5 le piazzole del tee, ampie e molto confortevoli.
Si può rischiare tranquillamente il driver, tenendo la destra, uno leggero slice è consigliato.
BUCA 3 ROBINIE PAR 3 HCP 15 Metri 127 (neri)

E’ un par 3 molto corto, in discesa e sulla destra del green un bello stagno puzzolente, mentre
a sinistra c’è il muro di cinta, fuori limite con fila di alberi, che costeggia tutta la buca.
Tra il tee ed il green, un brutto rough in discesa, da evitare.
Il green è molto grande, come tutti del resto al Robinie, ma il fuori limite a sinistra e il lago che
percorre tutta l’ultima parte della buca, ne fa una buca assolutamente non facile, impegnativa.

BUCA 4 ROBINIE PAR 4 HCP 3 Metri 339 (neri)

Jack dice che forse è la più spettacolare esteticamente, io preferisco il lago con la 9 e la 10, o
meglio ancora un altro lago con 17 e 18.
Ci dicono che questa buca, pare esista una classifica delle migliori 500 buche del mondo e
questa ne fa parte.
Un grande lago riposa a destra sul primo colpo, molto grande, che costeggia tutta la seconda
parte della buca, facendo scordare gli arditi di tagliare e tentare il green.
Peccato che finito il lago c’è tutta una serie di bunker ampi e profondi, che prendono in
consegna la protezione.
In effetti le sponde sono ripidissime e non ci si spiega come mai non si possa droppare dalla
sponda, invece è stata predisposta un’area di droppaggio, comoda e senza colpi di penalità,
Gianni cultore delle regole, dice che non ha senso.
Per i buoni giocatori il tiro a destra è decisamente più allettante, ma se non si vuole rischiare si
deve giocare sulla sinistra, allungando la buca.
Il lago è lì che ti tenta, ma non bisogna farsi tentare.
L’ultima curva prima dell’avant green è come una parabolica, che se sei lungo, può darsi che la
pallina faccia la curva da sola e non si perda oltre.
Il green molto ampio e con un avant green enorme, venendo da sinistra.
Attenzione però se la palla finisce nei bunker sotto green, è un impresa salirci e se la bandiera
è proprio sul precipizio, può essere molto arduo l’ultimo attacco.

BUCA 5 ROBINIE PAR 5 HCP 13 Metri 459 (neri)

Si comincia con i par 5, saranno quattro in totale, come un par72 si rispetti, le altre sono la 9,
la 13 e la 17.
Buca ampia, l’occhio si perde all’orizzonte, alla ricerca del green.
Il green non è visibile dal tee, nascosto da alcuni alberi, in quanto c’è un leggero dogleg a
destra, infatti è la prima cosa che ci si chiede, per capire qual’è la direzione da prendere.
Parecchi bunker a metà buca sulla destra, che dividono dalla 12, Jack Nicklaus ha fatto man
bassa qua al Robinie, con i bunker, ha esagerato decisamente.
Il green è molto grande come tutti, bombardato letteralmente ovunque da bunker che lo
“difendono”, si difende benissimo da solo.

BUCA 6 ROBINIE PAR 4 HCP 7 Metri 311 (neri)
Jack Nicklaus l’ha ridisegnata completamente rispetto al disegno originale, rendendola sinuosa
e negli angoli del serpeggiamento bunker abbondanti.
Anche se non molto lunga, richiede precisione, per i giochi di bunkers posizionati nei posti più
appropriati, laddove il nostro colpo finisce spesso.
Il green è protetto da un grande bunker sulla destra e un altro in fondo a sinistra.
Buca facile per chiunque, infatti si riesce a fare par anche per un hcp 36 e due grassi e
succulenti punti Stableford.

BUCA 7 ROBINIE PAR 4 HCP 1 Metri 377 (neri) E' il par 4 più lungo.

Leggero dogleg verso sinistra, con strategici 3 bunker, a sconsigliare i soliti che vogliono
tagliare e non seguire pedestremente il fairway.
Qua se parti molto bene e prendi il fairway con il tee-shot e poi cerchi miracolosamente di
rimanerci, tentando di volta in volta di uscire nel rough, la tentazione è sempre forte, perché
rovinare quella moquette perfetta che è il fairway, quando posso falciare l’erba senza far danni
alcuno?
I bunker, in effetti sono molto pochi in questa buca, che direi facile e molto larga, agevole, ma
parecchio lunga, anche perché il green non si vede, fin quando non si è sotto, è nascosto dagli
alberi, che ne disegnano quasi un angolo a destra.

BUCA 8 ROBINIE PAR 3 HCP 11 Metri 179 (neri)

Si tratta di un par 3 abbastanza lungo e difficile.
In discesa, quasi un avvallamento tra il tee e il green che è nascosto da alberi e rimane
sopraelevato in un angolo tendente a destra.
Non è facile a salirci, specialmente se si è finiti nel rough sprofondati nell’avvallamento.
Attenzione alla stradina sulla destra di collegamento ed alla discesa prima del green.
Se la si scavalca si rischia di finire sulla buca 1.
II tee è circondato da alberi ed attenzione al fuori limite sulla sinistra che percorre tutta la
buca.

BUCA 9 ROBINIE PAR 4 HCP 5 Metri 461 (neri)

Bellissima, l’orizzonte e la clubhouse si aprono davanti ai nostri occhi.
In discesa sempre come piace a Jack, verso un grande lago azzurro, forse il più grande,
condiviso con la 10.
Mostruosi assembramenti di bunker, delimitano la buca dal lago, su tutta la parte destra, fino
al green, laggiù in fondo alla valle, ben visibile.
E’ come se fosse una spiaggia in riva al lago, un po’ puzzolente però sempre spiaggia.
Se si colpisce però il bordo di pietra che è posto tra spiaggia e lago, c’è la possibilità di un’area
di droppaggio, più accogliente e più sicura, qua Nicklaus ci ha dato dentro con la fantasia, il
famoso orso d’oro.
Sotto al green c'è un bunker con un muro erboso di 4 metri (forse il più profondo d'Europa).
Più che bunker è un dirupo, anche pericolosetto, infatti si droppa dall’area di droppaggio
comoda e senza penalità, come poi Gianni contesterà.
Molto panoramica, si domina il grande lago della 9/10, sfondo club house e bouvette,
negligentemente chiusa inspiegabilmente, avvisassero magari.
E’ come se uno nel deserto vede una bouvette, assetato arriva e sbatte contro la porta chiusa
e dentro è pieno di bibite fresche, veramente disdicevole e cattivissima.
Legno 3 in centro fairway, molto largo, ferro 6, ancora bello in centro al prato fosforescente,
due ferri 7 ed un piccolo sand e due bei putt onorevoli.
Si può chiudere in 7 colpi questa buca par 5.

BUCA 10 ROBINIE PAR 4 HCP 16 Metri 307 (neri)

Bella come la nove.
E’ un piacere della vista, quando c’è un lago, una discesa ed una vista così dominante e green
ben in vista, molto lontano, con bandierina che sventola vezzosa, ma in vista e soleggiata.
La 10 costeggia specularmente il lago della 9 appena fatta.
Il colpo di approccio colpisce il green, ma rotola sulla ciglia ripidissima del bunker, tipo link
inglese.
A dispetto di Gianni che non condivide, tramite una regola locale, si può droppare da un’area di
droppaggio molto agevole, in piano stesso del green, se la pallina finisce sulla sponda alta di
questo bunker ripido e pericoloso.
Gianni sosteneva che è inutile fare delle sponde così ripide, nell’ostacolo, se poi tramite una
regola gli si consente un droppaggio, senza penalità.
Gianni invece sosteneva il fatto che la penalità ci deve essere, è andato via poco convinto di
questa concessione.
Infatti con un approccio senza penalità sono finito vicino alla buca e puttando ho tratto
vantaggio da questa regola, che altrimenti non mi avrebbe evitato una bella X, invece ho
chiuso in 6 colpi avveneristici, nonostante il problema.
Quindi tutto sommato non è proprio giusta questa regola, o smussi l’ostacolo o togli la regola.

BUCA 11 ROBINIE PAR 3 HCP 18 Metri 122 (neri)

Bisogna arrampicarsi dal green della 10 per arrivare ai tee della 11.
Fairway corto e rischioso se si va lunghi, a correre oltre il green.
Se si rimane corti il rough non perdona in questa buca e si raggiunge il fairway solo al secondo
colpo.
Un grosso bunker sulla destra limita quando la bandiera è posta da quella parte.

BUCA 12 ROBINIE PAR 4 HCP 2 Metri 367 (neri)

Tra la buca 5 e questa solo un po’ di bunkers che le delimitano.
Green abbastanza visibile dal tee e si capisce dove bisogna tirare.
Alla 12 si comincia a sentire la fatica.
C’è da dire che al Robinie i rough, sono sempre molto ben tenuti, tali da non consentire spesso
le perdite delle palline.
E’ raro che si perdano, o qualche lago oppure sono i fuori limite, i punti dove le si perdono.

BUCA 13 ROBINIE PAR 5 HCP 10 Metri 496 (neri)
E' la buca più lunga.
E’ dura per tutti su questa buca interminabile.
Pochi bunker, ma molto sinuoso.
Non si vede il green nascosto da alberi e quindi si perde un po’ l’orientamento, non capendo
quale traiettoria intraprendere, sprecando colpi.
Rough insidioso sulla destra e un po’ collinare.
Bisogna tentare di rimanere sul fairway e ciecamente mirare verso l’ipotetico green, molto in
ombra e nascosto dietro gli alberi, con un leggero dogleg a destra, ma leggero, tanto quanto
basta per perdersi.
Il green lo si vede solo nella sua prossimità, ma per i primi 400 metri non si capisce dove sia, è
anche in ombra e con il sole accecante negli occhi è difficile individuarlo.
Gianni infatti accecato pure lui, dal sole molto basso, mi chiede un paio di volte qual è la
direzione da tenere.
La stanchezza comincia a farsi sentire, la 13 è il punto critico, in percorso a 18 buche, se non
hai birra in corpo.

BUCA 14 ROBINIE PAR 4 HCP 8 Metri 348 (neri)

Bestiale con 28 bunkers a sinistra, dico 28, che sembra un bombardamento.
Bisogna evitarli ma è molto difficile.
Il fairway è diviso in due parti, da ulteriori bunker enormi.
Con un colpo bisogna arrivare sul ciglio del primo, per poterli saltare ed arrivare al secondo dei
fairway o se si riesce affrontare direttamente il green, ma non conviene, sono troppe le insidie
sabbiose.
Decisamente un po’ troppi ed esagerati.
Attraversano persino il fairways come se fosse un ostacolo, bunkers come i laghi finlandesi,
una distesa.
Qua Jack è stato veramente cattivello.

BUCA 15 ROBINIE PAR 4 HCP 6 Metri 364 (neri)

In direzione dell'arrivo ipotetico del drive, a difendere c’è una mitragliata di bunkers sulla
destra, quindi è bene tenersi a sinistra.
Buca semplice ed interlocutoria.

BUCA 16 ROBINIE PAR 3 HCP 14 Metri 154 (neri)

Tutta in discesa, il green è laggiù che ci aspetta, tranquillo, non scappa.
Green a più livelli, letteralmente assediato dai bunker.
Bisogna tenersi a sinistra, con una leggera pendenza del fairway si riesce poi a puttare anche
da fuori, considerato l’ottimo stato dei collar e avant green.

BUCA 17 ROBINIE PAR 5 HCP 12 Metri 460 (neri)
Ultime due grandi e panoramiche buche, che condividono l’ultimo grande lago.
Il tee della 17 è adiacente al campo di pitch&putt, dove si vedono i tee che partono con un
tappetino verde, per facilitare gli approcci.
Dog-Leg a sinistra con acqua, lungo tutta la buca.
Si rischia molto con il primo tiro, se sei lungo e fai hook, perché finisci nel lago.
E’ necessario stare a destra, ma non troppo perché altrimenti si va sulla 16.
Fairway perfetto, come il green, sempre molto facili, con poche pendenze.

BUCA 18 ROBINIE PAR 4 HCP 4 Metri 352 (neri)

Altra bella buca, l’ultima, speculare alla 17, con la quale abbracciano l’ultimo grande lago,
quello con vista case e club house.
Dog-Leg a sinistra, come la 17, ma un po’ più corto.
Lago sulla sinistra e rough impegnativo sulla destra, conviene stare in mezzo, dove la qualità
del fairway è evidente, di grande livello.
Grandi bunker intorno al green, ne fanno un’altra difficile buca, dulcis in fundo.
Se vai lungo si rischia di mandare la pallina sul campo da minigolf, un 18 buche costituito da
18 green piccoli e serpeggianti, molto attraente e originale.
Gran bel percorso, costruito ad arte.
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