BUSINESS COMPLIANCE Business Compliance Overview - ANNO 2018 - Cetif
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LO STEERING Analytics, machine learning e RegTech sono solo alcune delle principali innovazioni COMMITTEE BUSINESS tecnologiche e di business che stanno trasformando l’industria finanziaria nel suo COMPLIANCE complesso. La digital transformation e la ricerca delle modalità migliori per affrontarne il fenomeno sono ad oggi, quindi, l’oggetto delle priorità strategiche della maggior parte degli istituti finanziari nazionali e internazionali. È tuttavia importante riuscire a gestire efficacemente il trade off tra innovazioni, tutela della clientela e regole, facendo sì che queste ultime non ostacolino il level playing field. A tal proposito con l’obiettivo di confrontarsi in merito alle principali sfide derivanti dal contesto normativo e dalle innovazioni tecnologiche, il 27 febbraio si è riunito per la prima volta lo Steering Committee Business Compliance 2018 - 2020, composto da Chief Compliance Officer e Responsabili AML di Banche e Compagnie Assicurative, da rappresentanti delle Autorità di Vigilanza e da docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. EVOLUZIONE DEL Se si considerano i numeri del sistema finanziario, come la riduzione di 4.250 sportelli BUSINESS E RUOLO bancari e di 1.600 agenzie rispetto al 2011 e le massicce rettifiche di valore sui crediti DELLA COMPLIANCE deteriorati in bilancio, associati ai costi della Compliance (300 miliardi di dollari di sanzioni normative a seguito del 2008, il 13,8% del cash out IT dedicato ad interventi di Compliance nel 2016)1, emerge in maniera chiara la necessità di stare al passo con le nuove tecnologie, innovando prodotti e servizi e riducendo il time to market, e di trovare nuovi business model per incrementare la redditività. In generale, in questa fase di forte transizione, la Compliance diventa una funzione sempre più strategica e alla quale sono richiesti requisiti organizzativi più stringenti, nuove competenze e creazione di valore aggiunto. La crescente concorrenza e le spinte all’innovazione, derivanti dall’ingresso di nuovi attori nell’ecosistema dei servizi finanziari, fanno presagire vari possibili modelli operativi di relazione con il cliente per rimanere sul mercato: un’istituzione finanziaria riorganizzata (“Better Bank/Insurance Company”); una “New Institution”, completamente digitalizzata; una “Platform”, scenario abilitato dalla PSD2 e dall’apertura delle API (Application Programming Interface). Figura 1. Modelli operativi possibili 1 Rielaborazione CeTIF da report Banca d’Italia, IVASS e ANIA su dati 2017 e 2016
Business Compliance Overview 2018 Il rischio di non cogliere le opportunità derivanti dall’innovazione tecnologica, da un lato, e dalla regulation, dall’altro, potrebbe concretizzarsi in una completa disintermediazione della relazione con il cliente, che potrebbe essere gestita direttamente da un aggregatore di servizi o da altri player, GAFA o Fintech, sfruttando alcuni servizi standard che l’Istituzione continuerà ad «offrire» (ad es. servizi di tesoreria). Gli impatti dell’utilizzo delle tecnologie si riflettono anche sul cliente che è sempre di più alla ricerca di relazioni e user experience basate su velocità, semplicità, sicurezza e trasparenza, e a cui vanno offerti prodotti e servizi basati sui suoi bisogni reali in ottica omnicanale. In questo senso sta spingendo la normativa che enfatizza il concetto di customer centricity; in particolare, la Product Oversight Governance introduce l’obbligo di individuare il target market di riferimento con l’obiettivo di garantire una tutela maggiore dei consumatori, allineando ciascun prodotto ai loro reali interessi ed obiettivi in fase di creazione del prodotto e assicurandone adeguate modalità di distribuzione. In questo senso, tutela e conoscenza del cliente vanno di pari passo e si rende necessaria l’attivazione di strutture e strumenti in grado di razionalizzare i dati, integrare le varie fonti informative relative al cliente e, in generale, per una conoscenza olistica come da IV Direttiva AML, in modo da analizzarlo e monitorarlo nel continuum, tenuto conto dei vincoli normativi in materia di protezione dei dati personali definiti dal GDPR. Opportunità importante, utile all’efficientamento dei processi di controllo, è fornita da REGTECH, SUPTECH, strumenti RegTech (Regulatory Technology), che consiste nell’utilizzo di tecnologie per lo COMPLIANCE svolgimento delle attività di compliance, ad oggi particolarmente time consuming ed R-EVOLUTION onerose in termini di risorse umane da dedicarvi e report da produrre. Se da un lato il RegTech si rivolge alle istituzioni regolamentate, dall’altro il SupTech (Supervisory Technology) è un fenomeno che sta lanciando sfide alle autorità di vigilanza, consentendo di svolgere l’attività di supervisione non più sulla base di dati passati, prolungate ispezioni e azioni correttive spesso tardive, ma con un approccio proattivo e forward looking che dipende da una più efficace raccolta di dati e dall’utilizzo di strumenti di predictive analytics. In generale l’utilizzo dei dati e degli analytics, la potenza di calcolo e la connettività che stanno caratterizzando la rivoluzione industriale in corso, diventano altresì i driver della Compliance R-Evolution: l’approccio legal oriented contraddistinto da una forte attenzione a procedure e metodologie e caratterizzante la funzione della primissima fase, ha lasciato in breve tempo il posto ad un approccio più orientato al controllo e agli aspetti organizzativi, di reputation e trust, fino alla configurazione degli ultimi anni di un approccio risk based, volto alla creazione di valore in termini di performance e di business advisory. L’approccio, invece, che contraddistinguerà la Compliance 4.0 è di tipo forward looking basato su advanced analytics e su processi rinnovati grazie all’utilizzo di tecnologie quali machine learning, cloud computing e nuovi player (es. Regtech). 3
Figura 2. Compliance R-Evolution LE SFIDE DELLA Il 2018 rappresenta una significativa fase di passaggio che chiama la funzione Compliance COMPLIANCE 4.0 a far fronte a nuove sfide: l’arricchimento e la diversificazione delle competenze, tra le quali sicuramente comprendere conoscenze IT e digital che consentano sia di utilizzare linguaggi comuni alle controparti interne (Compliance 4 Digital), ma anche di essere in grado di effettuare un’attività di “scouting” di soluzioni tecnologiche potenzialmente adottabili per lo svolgimento di attività di controllo (Digital 4 Compliance); il consolidamento del ruolo di advisor normativo per il business, già nelle fasi iniziali dei progetti; la generazione di valore, impegnandosi nel presidio che gli obblighi derivanti dalla normativa siano assolti e nel recupero dell’efficienza dei processi in termini di cost management. Per gli operatori, infatti, diventa sempre più essenziale promuovere la cultura della Compliance nelle altre funzioni aziendali in modo che possano nascere progetti compliant sin dal principio e, d’altro canto, capire come riuscire a garantire contemporaneamente la protezione dei clienti, la gestione dei controlli e la cooperazione con il business. Le Autorità stesse convengono sulla necessità di conoscere e gestire le nuove tecnologie con un approccio proattivo e coerente con le esigenze del Business, dell’IT e del cliente, oltre che sull’importanza di sviluppare un crescente dialogo con il mercato sull’aspetto Digital 4 Compliance. In particolare, la creazione di sandbox, ambienti protetti e controllati – spesso agevolati da alleggerimenti normativi – all’interno dei quali testare lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, oltre che rappresentare uno strumento di supporto dell’innovazione, potrebbe far emergere ed individuare eventuali gap normativi da colmare per consentire al sistema finanziario di stare al passo con le novità, ormai all’ordine del giorno, e con le nuove sfide di competizione internazionale. 4 • Copyright © CeTIF 2018. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale del presente documento
Business Compliance Overview 2018 Interessante tema di dibattito riguarda l’esigenza o meno di norme di principio piuttosto che di dettaglio, considerato che le prime concedono maggior autonomia, lasciando tuttavia spazio all’interpretazione, le seconde rispondono ad esigenze definite indicando specifici precetti. Opinione condivisa è che si dovrebbe ambire a regole con un certo grado di flessibilità e i cui tempi di introduzione consentano di identificare le stesse come un fattore di beneficio; nel perseguire tale obiettivo, assume un ruolo fondamentale il dialogo costante tra Autorità e mercato volto alla corretta individuazione di tempistiche, modalità e contenuti. L’evoluzione del know how, l’apprendimento di nuovi linguaggi e il cambiamento del mindset tradizionale sono le fondamenta sulle quali deve costruirsi la Compliance 4.0, per consolidare il proprio ruolo di abilitatore dell’innovazione. Figura 3. Le sfide della Compliance 4.0 5
BUSINESS COMPLIANCE 2018 STEERING COMMITTEE MEMBERS Carlo Appetiti, Unicredit Paola Arduini, Crédit Agricole Cariparma Giuliano Baroni, Credem Viviana Becchi, BNP Paribas Cardif Piero Boccassino, Intesa Sanpaolo Roberto Brega, Banca Mediolanum Silvia Ciceri, AXA Giorgio Colciago, Assimoco Diana D’Alterio, Aviva Attilio D’Amico, Allianz Paola Ferrante, Cattolica Assicurazione Angelo Lo Giudice, Banco BPM Alessandro Maffeis, CheBanca! Maria Martinelli, UBI Banca Giorgio Mentuccia, Reale Mutua Assicurazioni Sabrina Miorin, Cargeas Assicurazioni Giorgio Ottogalli, Helvetia Laura Ottonello, Banca Carige Alessandro Papaniaros, Banca Monte dei Paschi di Siena Massimiliano Passaro, Poste Italiane Raffaella Perfetti, BPER Marica Piccioli, Zurich Pietro Ranieri, Unipol Gruppo Stefano Torrigiani, CNP Vita Federica Vincenzotto, Generali Magda Bianco, Banca d’Italia Martina Bignami, IVASS Giuseppe D’Agostino, CONSOB Chiara Frigerio, Università Cattolica del Sacro Cuore Massimo Mamino, Università Cattolica del Sacro Cuore Pierpaolo Marano, Università Cattolica del Sacro Cuore Andrea Perrone, Università Cattolica del Sacro Cuore Federico Rajola, Università Cattolica del Sacro Cuore Antonella Sciarrone, Università Cattolica del Sacro Cuore 6 • Copyright © CeTIF 2018. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale del presente documento
Business Compliance Overview 2018 TEAM CETIF: Chiara Frigerio Gabriella Pitagora Federico Rajola Clelia Tosi CONTATTI: CeTIF - Università Cattolica del Sacro Cuore Via San Vittore, 18 20123 Milano Tel. +39 02 7234.2590 Fax +39 02 7234.8340 E-mail: cetif@unicatt.it www.cetif.it Pubblicato nel mese di marzo 2018 Copyright © CeTIF. Tutti i diritti riservati. Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale del presente documento non è consentita senza previa autorizzazione di CeTIF. DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato con la massima cura e con tutta la professionalità acquisita nel corso della sua lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti d’informazione e nonostante il meticoloso impegno da parte di CeTIF affinché le informazioni contenute siano esatte al momento della pubblicazione, né CeTIF né i suoi collaboratori possono promettere o garantire (anche nei confronti di terzi) esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di tali informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali danni, di qualsiasi tipo, che possano derivare dall'uso delle informazioni contenute nel presente rapporto. Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni. 7
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