Bollettino novembre 2019 - IIS Maserati con sezione Baratta
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Bollettino novembre 2019 Aspettami per cercare un po’ di fortuna non ha bisogno di molto sai chi si ama non credere a niente che non venga dal cuore siamo fatti di terra, di fuoco, di vento, di sangue, di musica e parole di musica e parole (Luca Barbarossa, Musica e Parole)
“ NOTRE DAME DE PARIS” “Uno spettacolo entusiasmante”, “Musica e scene spettacolari”, “Cantanti e ballerini straordinari”. Sono questi alcuni dei commenti che abbiamo sentito al termine dello spettacolo “Notre Dame de Paris” a cui abbiamo assistito l’8 novembre 2019, accompagnati dalle Professoresse Savino e Adaglio. Il musical, andato in scena al Teatro degli Arcimboldi, è stato tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, scritto nel 1831 ed è ambientato nella Parigi del 1482. La vicenda narra la triste storia di Quasimodo, un giovane orfano gobbo e dall’ aspetto mostruoso adottato da Frollo, l’arcidiacono di Notre Dame che diventa il campanaro della cattedrale. Un giorno Quasimodo vede la bella zingara Esmeralda e se ne innamora. Lei però è infatuata di Febo, capitano delle guardie del Re, a sua volta fidanzato con la ricca Fiordaliso. Anche Frollo si innamora della bella zingara e, per gelosia, pugnala Febo e fa accusare ed imprigionare Esmeralda per cercare di convincerla a barattare il suo corpo con la libertà. Interviene Quasimodo liberando la ragazza e nascondendola nel campanile. Clopin, capo degli zingari e amico della ragazza, fraintende le intenzioni del gobbo e assale la torre per liberarla. Arriva Febo per mettere ordine. Quasimodo, ingenuamente, affida la ragazza a Frollo che, però, la consegna alle guardie. Febo la fa impiccare per poter essere libero di sposare Fiordaliso. Quando il gobbo comprende il tradimento dell’uomo di cui si fidava, getta Frollo dalla cattedrale e si lascia morire accanto ad Esmeralda. Sapevamo, perché ci eravamo documentati prima, che lo spettacolo è stato definito più volte “il musical dei record”, che è stato tradotto in nove lingue e che è stato rappresentato in ben ventitré Paesi, ma l’effetto che ha suscitato in tutti noi, studenti dell’Istituto “Maserati”, è stato decisamente positivo. Siamo stati tutti affascinati dalle vicende e coinvolti dalle musiche potenti e suggestive. Oltre alla bellezza delle scene e alla bravura dei cantanti e dei ballerini, bisogna anche sottolineare i contenuti sociali dello spettacolo perché viene affrontato il tema dell’emarginazione del diverso (il protagonista, Quasimodo, è brutto e grottesco, gli zingari sono guardati con pregiudizio e paura). Tra i momenti più emozionanti ricordiamo alcune canzoni che ci sono immediatamente risuonate nella testa e che, alla fine, quando gli attori, durante gli applausi finali, ci hanno riproposto, cantavamo tutti a squarciagola!
Testo della canzone Il Tempo Delle Cattedrali cantata da Matteo Setti (Gringoire) E’ una storia che ha per luogo E questo è il tempo delle cattedrali Parigi nell’anno del Signore La pietra si fa Millequattrocentottantadue Statua, musica e poesia Storia d’amore e di passione E tutto sale su verso le stelle E noi gli artisti senza nome Su mura e vetrate Della scultura e della rima La scrittura è architettura La faremo rivivere Da oggi all’avvenire In questo tempo delle cattedrali La pietra si fa E questo è il tempo delle cattedrali Statua, musica e poesia La pietra si fa E tutto sale su verso le stelle Statua, musica e poesia Su mura e vetrate E tutto sale su verso le stelle La scrittura è architettura Su mura e vetrate La scrittura è architettura Qui crolla il tempo delle cattedrali La pietra sarà Con tante pietre e tanti giorni Dura come la realtà Con le passioni secolari In mano a questi vandali e pagani L’uomo ha elevato le sue torri Che già sono qua Con le sue mani popolari Questo è il giorno che verrà Con la musica e le parole Oggi è il giorno che verrà Ha cantato cos’è l’amore E come vola un ideale Nei cieli del domani Federica Obertelli 4^ AI
IL SECONDO PRINCIPIO DI UN ARTISTA CHIAMATO BANKSY Banksy ha colpito ancora... si proprio così| Non potete mancare alla mostra di questo artista misterioso del quale sono in esposizione le opere a Palazzo Ducale a Genova. La mostra si intitola “Il secondo principio di un artista chiamato Banksy” e sarà possibile visitarla fino al 29 marzo 2020. Di lui non si conosce precisamente neanche il suo vero nome: forse si chiama Robin Gunningham e forse è nato intorno al 1970 ma si sa che è cresciuto a Bristol, in Inghilterra. Al momento è il maggior esponente della street art e si esprime principalmente utilizzando la tecnica dello stencil. Lui si definisce un existencilist, dal titolo della sua più famosa mostra a Los Angeles: Existencilism, gioco di parole tra "esistenzialismo" e "stencil". Negli anni ha affinato questa tecnica creando gli stencil in laboratorio per essere più veloce durante la realizzazione delle sue opere in strada. E' questo il suo segreto che fino ad ora gli ha permesso di essere inafferrabile; infatti, il suo portavoce ha riferito che prima di affinare questa tecnica e di diventare "bansky", era sempre troppo lento e veniva spesso colto in flagrante dalla polizia. Quasi tutte le sue opere sono ironiche e provocatorie e raccontano argomenti come la politica, la cultura e l'etica e lanciano spesso messaggi di pace. I soggetti che predilige sono bambini, soldati, scimmie, banane e topi con i quali ha riempito i muri di Londra. Banksy riesce a entrare nelle mostre famose e ad appendere una sua opera senza che nessuno possa vederlo o riconoscerlo e spesso possono passare parecchi giorni prima che qualcuno si accorga del suo passaggio in quanto le sue opere riproducono fedelmente quadri del '700 con l’aggiunta di particolari anacronistici tipo damine con maschere antigas oppure nobili che usano bombolette spray che, se non ben osservati, non balzano subito all’occhio. Celebre è la Gioconda con il viso giallo che lui stesso appese (di nascosto) al Louvre.
Il primo grande murale in esterni di Banksy è The Mild Mild West, dipinto nel 1997 per coprire una pubblicità nel quartiere di Stokes Croft. Raffigura un orsacchiotto che lancia un cocktail molotov a tre poliziotti in tenuta antisommossa. Banksy è anche scultore, e una delle sue sculture più famose, The Drinker, somiglia molto al Pensatore (di Rodin), ma con un segnale stradale sulla testa. In esposizione alla mostra di Palazzo Ducale si può vedere anche una bellissima scultura in resina che raffigura un serpente che ingoia Topolino “Mickey Snake” infatti Bansky ha da sempre un
rapporto controverso con la Disney in quanto a suo avviso rappresenta per l’nfanzia un mondo dalla retorica favolistica e irreale. Tra i vari appellativi affibbiatigli spiccano “l’artista senza nome” e “l’invisibile dell’arte moderna e le sue opere sono tracciate sui muri dalla Gran Bretagna alla Palestina. Proprio in quest’ultima, a Betlemme, ha progettato e arredato un albergo con vista sul muro; il Walled Off Hotel Come avrete capito questo artista riesce ad affascinare in svariati modi e ritengo che questa mostra sia aperta a chiunque, giovani e non perchè i suoi contenuti sono più che mai contemporanei e interessano tutti. E ricordate, prima di lasciare la mostra non dimenticate di apporre la vostra dedica sul muro, proprio come Banksy....io l’ho fatto! Sara Granata 3SD
Ipno Giocando con Le città invisibili di Italo Calvino E’ una città fluida. Le case non sono mai ferme nello stesso posto: vorticano su loro stesse, cambiano via, si coricano su un lato oppure si uniscono a un’altra abitazione. Pure il colore non resta lo stesso: una casa all’alba può essere di color ciano e la sera di amaranto. Gli abitanti di Ipno non aprono mai gli occhi perché non serve, si muovono all’interno della città immaginando dove la loro destinazione possa trovarsi. Quel che è più sorprendente è che non vanno mai addosso ad un muro e trovano sempre il luogo che cercano. Ipno è talmente mutevole che essa stessa non si trova in un luogo preciso: coloro che si allontanano, sempre ad occhi chiusi, indicano poi la strada che hanno percorso, ma chi la segue non raggiunge mai la città. Se si vuole visitare Ipno si deve incominciare senza una meta… Riccardo Nava 3SD
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