ANTONELLO DA MESSINA, PICTOR DIVINUS. A PALAZZO REALE A MILANO DAL 21 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO - fabula viva

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ANTONELLO DA MESSINA, PICTOR DIVINUS. A PALAZZO REALE A MILANO DAL 21 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO - fabula viva
ANTONELLO DA MESSINA, PICTOR DIVINUS.
A PALAZZO REALE A MILANO DAL 21 FEBBRAIO AL 2 GIUGNO

Antonello da Messina, Annunciata, 1475-1476, Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis

Lo stupore e la magia degli sguardi che rendono vitali i personaggi ritratti accanto
alla forza e al vigore che si leggono nei loro volti, arricchiti dalla lucentezza di un
colore straordinario che condensa i risultati della pittura rinascimentale del Nord e
del Sud d’Europa, costituiscono la cifra stilistica peculiare della pittura di Antonello
da Messina, artista fra i maggiori del nostro Quattrocento, le cui opere saranno
visibili nella mostra inaugurata a Palazzo Reale a Milano il 20 febbraio e che
rimarrà aperta al pubblico fino al 2 giugno 2019. Mancava un progetto dedicato ad
Antonello da Messina. Le ragioni sono diverse: poche e bellissime sono le opere del
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pittore salvate dalla distruzione provocata dagli avvenimenti naturali e dall’incuria
degli uomini e la difficoltà di riunire i quadri sparsi nei musei di tutto il mondo, ha
spiegato il direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina. Questa esposizione che per
la prima volta a Milano permetterà di vedere diciannove delle trentacinque opere
che fanno parte della sua autografia , ha detto l’assessore alla Cultura del Comune
di Milano, Filippo del Corno, si è resa possibile grazie alla collaborazione di
istituzioni museali italiane e straniere. Un lavoro di equipe di alta specializzazione
coordinato dalla Regione Sicilia e dal Comune di Milano che ha il pregio di fare
focus sul pittore messinese che ha rivoluzionato grazie, ad una particolare tecnica ad
olio, ma si potrebbe precisare anche attraverso un diverso modo di svelarci i segreti
dell’umano, il modo di dipingere. Le sue invenzioni che traggono ispirazione dal
mondo fiammingo ma che egli ha declinato con un personale intendimento che
mescola tempera ed olio e si sbizzarrisce con velature incantevoli, ci restituisce volti
che potremmo, affascinati, osservare per lunghe ore per udire le frasi che essi
sembrano sul punto di pronunciare o solo per scoprire le intenzioni celate che
lasciano suggerire le loro posture.

Antonello da Messina, Ritratto d’uomo, d’ignoto marinaio, 1470 circa, Cefalù, Fondazione Culturale Mandralisca
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Il ritratto d’uomo, detto anche d’ignoto marinaio, proveniente dalla Fondazione
Culturale Mandralisca di Cefalù, ci incuriosisce per il suo sorriso ironico e ci riporta
alla memoria un altro famoso movimento delle labbra della storia dell’arte italiana,
quello della Gioconda di Leonardo da Vinci. In un altro quadro Il ritratto d’uomo,
detto anche il Condottiero la particolare resa dei tratti fisiognomici: occhiaie,
qualità e colore della pelle, piccole cicatrici e acconciatura dei capelli individuano
un’abilità ritrattistica ineguagliabile. Un’occasione di rilievo per la valorizzazione del
patrimonio culturale siciliano ha definito l’esposizione di Milano, l’assessore
regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Tusa e l’Annunciata
l’opera simbolo di Antonello da Messina rimarrà come ricordo di un’operazione
culturale straordinaria. L’Annunciata, l’icona della pittura del nostro Quattrocento
che campeggia ovunque: nel catalogo, nelle locandine e in tanti oggetti presenti in
mostra, ha la delicatezza e il fascino del mistero femminile che essa incarna. Il
manto azzurro rivestito di lapislazzuli che le circonda il volto la avvolge del colore di
un cielo infinito. Si scardina l’impaginazione tradizionale dell’Annunciazione,
scompare l’angelo e il turbamento di questo evento si traduce negli occhi e nel
movimento impercettibile delle mani della Vergine. Essa incanta da ovunque si
guardi. Il valore di questo pittore è chiaramente espresso già nelle parole siglate nel
cartellino di un’opera del figlio di Antonello da Messina, presente in mostra, La
Madonna con il bambino dell’Accademia di Bergamo, dove Jacobello si definisce
figlio di un pittore non umano, ossia divino.
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Jacobello di Antonello da Messina, Madonna col Bambino, 1480, Bergamo, Accademia Carrara

Questa consapevolezza e questi meriti sono stati sottolineati sia dal curatore della
mostra, il professore Giovanni Carlo Federico Villa nella chiusura del suo discorso di
presentazione, sia dal professore Vittorio Sgarbi in apertura al suo intervento.
Giovanni Villa parlando di Antonello da Messina e del grave fatto che solo
ottant’anni dopo la sua morte si erano già perse tracce e documenti, ha indicato il
valore aggiunto dato dalla presenza a Palazzo Reale di sette taccuini e di diversi
fogli ricchi di annotazioni di Giovan Battista Cavalcaselle, lo studioso dell’Ottocento,
autore della monumentale Storia della pittura italiana, che per primo riuscì a
ricostruire il percorso pittorico del pittore siciliano. Grazie ai taccuini possiamo
meglio comprendere la particolare tecnica di Antonello da Messina, che si presenta
diversa da quella fiamminga e da quanto si stava elaborando allora in Veneto.
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Antonello da Messina, San Girolamo nello studio, 1475 circa, London, The National Gallery

Uno dei capolavori del maestro è sicuramente la tavola con San Gerolamo nello
studio che rivela le sue capacità prospettiche e di resa architettonica arricchite da un
uso sapiente della luce essenziale nel ricreare lo spirito di concentrazione dello
studioso immerso in uno spazio chiuso, ma al tempo stesso in relazione attraverso le
finestre con la natura. Ogni cosa è descritta con acribia minuziosa dove oggetti e
animali come il pavone denotano valori simbolici. Quest’uccello rinomato per la sua
bellezza allude all’immortalità, mentre la pernice alla tentazione o anche alla verità.
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Antonello da Messina, Crocifissione, 1465 circa, Sibiu, Museu National Brunkethal

 La Crocifissione di Sibiu, dipinta su una tavola di pero, essenza piuttosto rara,
mostra influenze dell’arte borgognona nelle parte inferiore del dipinto dove
incontriamo le Marie: qui troviamo riferimenti anche a monumenti, come il
monastero basiliano di San Salvador, della Messina del tempo: tratto tipico di un
tipo di religiosità, la devotio moderna, dove ci si avvicina al sacro attraverso la
meditazione sulla quotidianità.
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Antonello da Messina, Ecce Homo, 1475, Piacenza, Collegio Alberoni

Un tema sul quale Antonello ha lavorato molto nel corso del suo percorso artistico è
l’Ecce Homo. Soffermandoci sull’esemplare del Collegio Alberoni di Piacenza
notiamo la mestizia di questo volto dove le lacrime acquistano lucentezza e i segni
della sofferenza della corda che disegnano ombre sul corpo, ma in particolare
osserviamo le labbra piegate verso il basso assieme agli occhi con le sopracciglia,
anch’esse inclinate verso il basso. Questo Cristo sembra riportarci al Vangelo di
Giovanni, quando Pilato ordina di far flagellare Gesù, dopo aver chiesto se vogliono
libero Barabba o il figlio di Dio. Un figlio qui più uomo, nella delusione che gli si legge
nel volto che reca lo sgomento per l’incomprensione del male degli uomini.
Antonello da Messina, Madonna con il bambino e due angeli reggi corona, parte del Polittico di Firenze Milano,
1471 1472, Firenze, Galleria degli Uffizi

Sul polittico di Firenze- Milano: la Madonna con il Bambino e due angeli reggi
corona con San Giovanni Evangelista e San Benedetto si è soffermato al termine
della conferenza stampa, Vittorio Sgarbi per narrare le carambolesche avventure
che hanno portato alla sua riunione: vicende fatte di riconoscimenti contrastati,
acquisti e restauri complessi. La storia dell’arte spesso racconta di molti polittici
smembrati e poi dispersi in palazzi, in chiese e in magazzini di musei spesso
interrompendo così quel fascinoso dialogo che questi insiemi di tavole costruiscono
fra i personaggi rappresentati. Dialoghi silenti che li uniscono come nel polittico in
mostra. Quando questi pezzi si rimettono insieme ,anche se solo per poco tempo, si
completa un mosaico a cui mancavano i pezzi e si ricomincia una misteriosa
narrazione interrotta. Nel catalogo dell’esposizione prodotta da MondoMostre Skira
la maestria nella riproduzione delle opere ci restituisce ancora la qualità della
materia pittorica di Antonello da Messina in particolare nei numerosi ingrandimenti
dei particolari dei quadri, spiegati in approfondite schede tecniche che ne svelano i
contenuti e la storia.

                                              Patrizia Lazzarin
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