BIORAFFINERIE PER LA RIGENERAZIONE DEI TERRITORI: STATO DELL'ARTE E CRITICITÀ
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
BIORAFFINERIE PER LA RIGENERAZIONE DEI TERRITORI: STATO DELL'ARTE E CRITICITÀ Ecomondo 2022 9 NOV 2022 h 14.30– 17.00 Sala Tiglio Gestione e possibile valorizzazione delle bioplastiche separate da FORSU Paola Zitella - Responsabile area Chimica verde, Environment Park Francesca Valetti Cristina Varese DBIOS_UNTO UNITO DBIOS-MUT Federica Spina UNITO DBIOS-MUT
La bio-raffineria per la conversione dei rifiuti organici e della CO2 a bio-carburanti, bio-fertilizzanti e biochemicals: un approccio integrato per una valorizzazione completa delle matrici di scarto esempio concreto di applicazione dei principi dell’economia circolare. https://saturnobioeconomia.it/
ASSI DI SVILUPPO PLASTICHE separazione e valorizzazione delle plastiche di scarto, anche per la produzione di componentistica per il settore automotive FORSU creazione di composti ad alto valore aggiunto dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, in un’ottica di bioraffineria sostenibile CO2 cattura e valorizzazione della CO2 (anidride carbonica) prodotta da cogeneratori, automobili, cementifici e conversione a metanolo e ABE https://saturnobioeconomia.it/
Accordo di programma CIC – COREPLA - maggio 2019 Monitoraggi degli imballaggi in plastica e bioplastica compostabile negli …Utilitalia: "strutturalmente gli impianti di riciclo organico (Compostaggio e integrati Compostaggio & DA) impianti anaerobici e misti non sono in grado di degradare la plastica Fonte: Consorzio Italiano compostatori compostabile … Dati ISPRA -il 63% della frazione umida italiana confluisce negli impianti di trattamento anaerobici e misti Secondo la EN 13432 la Biodegradabilità descrive la capacità del materiale compostabile di essere convertito in CO2 e acqua sotto l'azione di microrganismi in presenza di ossigeno. Questo misurato con prova standard di laboratorio EN 14046 Per mostrare completa biodegradabilità, deve essere raggiunto un livello di biodegradazione di almeno il 90% in meno di 6 mesi
Pretrattamenti con enzimi Prova Enzima Quantità MaterBi HRT (h) Bacillus Licheniformis BL, Bacillus Amyloliquefaciens BA Bacillus L1 2 mg 1 S (7,036 g) 48 subtilis BS BL L2 4 mg 1 S (6,99 g) 48 A1 20 µl 1 S (7,036 g) 48 BA A2 40 µl 1 S (6,9 g) 48 Prova 1 2,5 mg 1/2 S (3,5 g) 65 BS Prova 2 2,5 mg 1/4 S (1,7475 g) 65 Prova 3 BA + BS 20 µl + 2,5 mg 1/2 S (3,4987 g) 48 + 48 Prova 4 BS + BA 2,5 mg + 20 µl 1/2 S (3,4753 g) 48 + 48 0,8 L2 0,6 0,6 C (g/l) 0,4 0,4 L1 conc C (g/l) 0,2 M 0,2 conc M 0 conc 0 12 24 36 48 G 0 conc h 0 12 24 36 48 G h 0,6 0,8 0,5 A1 0,6 A2 0,4 C (g/l) C (g/l) 0,3 0,4 0,2 conc conc M 0,2 M 0,1 0 0 conc conc 0 12 24 36 48 G 0 12 24 36 h 48 G h 5
Pretrattamenti con enzimi Decrescita percentuale del peso secco 14 18 8 12 16 7 10 14 6 12 8 %w 5 10 %w bianco %w 6 4 8 bianco bianco 4 L2 3 6 2 A1 4 A2 2 0 2 1 0 12 24 36 48 0 0 0 12 24 36 48 t (h) 0 12 24 36 48 t (h) 14 t (h) 20 E 10 18 12 16 A 8 14 A 10 12 %w 8 6 %w 10 prova 3 %w 6 bianco L1 prova 1 8 4 6 prova 4 4 prova 2 4 E 2 2 2 0 0 0 0 12 24 36 48 0 12 24 36 48 60 72 84 96 0 12 24 36 48 60 72 t (h) t (h) t (h) • Prove L1 L2: all’aumentare del dosaggio di enzima non si ha un corrispondente aumento di efficienza con l’enzima; • Prove A1 ed A2: decrescita di peso che aumenta proporzionalmente con il raddoppiare della del dosaggio di enzima • Prove con l’esterasi - prova 1 e prova 2 non denotano una efficacia diretta nell’idrolizzazione delle plastiche. L’andamento delineato segue quello delle prove di bianco • Prove 3 e 4, per valutare l’effetto della eventuale rottura dei legami estere sulla efficacia delle amilasi: 1. l’ordine degli enzimi non è influente, 2. decrescita totale circa del 20% 6
Digestione anaerobica plastiche biodegradabili Prova Coltura pH T (°C) Pretrattamento HRT (d) % decrescita peso FD1* Clostridia 5 37 A1 o L1 111 Trascurabile FD2* metanigeni 7 50 A1 o L1 56 Non camp FD3* metanigeni 7 50 A2 o L2 86 Non camp FD4* metanigeni 7 50 A2 o L2 86 Non camp FD5* Clostridia 5 37 A2 o L2 86 Trascurabile FD6* Clostridia 5 37 prova 1 49 Trascurabile FD7* Clostridia 5 37 prova 3 49 Trascurabile FD8* metanigeni 7 50 prova 2 49 Non camp FD9* metanigeni 7 50 prova 4 49 Non camp Prova Coltura pH T (°C) HRT (d) % decrescita peso Prove con esterasi: D1 Clostridia 5 37 111 25 - risultato immediato non significativo D2 Clostridia 5 37 111 19 - successive prove con batteri metanigeni: effetto di incremento D3 metanigeni 7 50 76 71 sulla cinetica - dopo 49 giorni (tempistiche non troppo dissimili da D4 metanigeni 7 50 76 68 alcuni processi di digestione industriale) le plastiche sono risultate FD1 Clostridia 5 37 111 13 non più campionabili, effetto ottenuto con gli altri pre-trattamenti D = digestato; FD = FORSU + digestato enzimatci in media dopo 86 gg. 7
Pre-trattamenti chimici Prove di pretrattamento chimico in alcuni casi seguite da DA degli idrolizzati. Esito significativo in termini di idrolizzazione delle bioplastiche. Valutazioni sull’efficacia del trattamento simili alle precedenti (decrescita di peso) impossibile. Valutazioni di tipo analitico per capire se alcuni componenti fondamentali del polimero fossero separati a seguito della degradazione dei legami. L’unico composto quantificabile negli idrolizzati pretrattati è stato l’1,4 butandiolo. La percentuale in peso di 1,4 butandiolo variava a seconda del pretrattamento effettuato da 0,26% a 0,63%. Test sia a 25°C che a 50°C con HCl e con NaOH: • 9 test con NaOH (differenti cond. concentrazioni e processo) • 1 test con NaOH seguito da DA • 2 test con HCl. Circa il 30%p/p del sacchetto convertito in 1,4 -butandiolo Conclusioni: 1. I trattamenti chimici più efficaci con NaOH. 2. La prova di DA del pre-trattato chimico si è dimostrata efficace, in quanto, seppur già ridotta ad uno stato di polvere in soluzione dopo il pre-trattamento chimico, le plastiche non erano più visivamente rilevabili dopo la DA.
Biotrasformazione di polimeri plastici mediante whole-cell treatment I funghi oggetto di studio sono stati isolati direttamente dal sovvallo plastico di impianti di compostaggio. Questa biodiversità estremamente adattata a questa nicchia ecologica può infatti presentare delle caratteristiche metaboliche uniche. I funghi sono stati identificati mediante un Cladosporium approccio polifasico (tecniche molecolari e analisi morfologica della colonia), individuando una comunità dominata da Ascomiceti (90%). I generi Penicillium Penicillium, Aspergillus e Cladosporium sono quelli maggiormente rappresentati (64%). Aspergillus
Uno screening preliminare è stato condotto utilizzando sacchetti di plastica biodegradabile in piastre agarizzate senza altra fonte di carbonio al fine di valutare le capacità di crescita dei funghi utilizzando il sacchetto stesso come unica fonte di nutrienti. o 10 funghi con ottime rese di trasformazione o 7 funghi, trasformazione parziale (compromissione integrità strutturale)
I 3 funghi che hanno saputo essere più performanti nei confronti dei sacchetti, portando ad una completa degradazione dello stesso in tempi ridotti (20-30 d) sono stati utilizzati per allestire prove su scala maggiore. Il pretrattamento fungino è stato ipotizzato come preliminare rispetto all’intero processo di gestione dei rifiuti organici urbani. Pre-trattamento fungino di sacchetti Digestione anaerobica con e senza Separazione sovvallo plastico di plastica Forsu In questo momento fase analitica di quantificazione di microplastiche residue e di PBAT in campioni a 15 e 30 gg di DA sia con pretrattamenti fungini che enzimatici su scala pilota
Grazie per l’attenzione! Paola Zitella Area Manager Environment Park Email: paola.zitella@envipark.com Tel. 011 2257255
Puoi anche leggere