BATTISTI: SAPPE, 'NO ACCANIMENTO, SOFRI PREGIUDICATO NON PUO' STARE IN NOSTRI PANNI

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BATTISTI: SAPPE, 'NO ACCANIMENTO, SOFRI PREGIUDICATO NON PUO' STARE IN NOSTRI PANNI
Il SAPPE replica all’articolo di Adriano Sofri su Il Foglio

  BATTISTI: SAPPE, 'NO ACCANIMENTO, SOFRI PREGIUDICATO
              NON PUO' STARE IN NOSTRI PANNI

Sull’estrazione dell’omicida Cesare Battisti si è detto e scritto molto, e
sono convinto che ancora molto leggeremo ed ascolteremo sull’ex
terrorista.
Un articolo, in particolare, mi ha colpito: l’ha pubblicato Il Foglio –
“Essere umani, essere Cesare Battisti”, edizione di martedì 15 gennaio
2019 – e l’ha scritto Adriano Sofri, il leader di Lotta Continua
condannato a 22 anni di carcere (ma da tempo in libertà) quale
mandante dell’omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi
avvenuto a Milano nel 1972.
Sofri, tra le altre cose, insinua sulla professionalità degli uomini del
Corpo di Polizia Penitenziaria che avranno il compito di gestire la
detenzione di Battisti. Si azzarda a sostenere di sapersi “mettere nei
panni di un agente della Polizia penitenziaria” ed immagina,
commentando le parole del ministro dell’Interno Salvini (“Lo abbiamo
preso. Ora dovrà marcire in galera fino all’ultimo giorno”), quale
“risonanza possano avere parole simili in chi si proponga, per propria
cordiale inclinazione o per zelo di obbedienza o tutti e due, di
praticarle. Immagino di sentirle ripetere attraverso lo spioncino come
un divertito ritornello: “Devi marcire fino all’ultimo giorno”).
Vorrei intanto ricordare a Sofri che un pregiudicato non può mettersi
nei nostri panni: lui la legge l’ha infranta, noi la facciamo rispettare e
siamo al servizio delle Istituzioni democratiche repubblicane.
A Oristano, città nel cui carcere è detenuto Sofri, le donne e gli
uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio
con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un
contesto assai complicato. L’impegno del primo Sindacato della Polizia
Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il
carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società
civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da
BATTISTI: SAPPE, 'NO ACCANIMENTO, SOFRI PREGIUDICATO NON PUO' STARE IN NOSTRI PANNI
nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e
fondamentale      –    ma     ancora   sconosciuto     -    lavoro    svolto
quotidianamente, lo ripeto, con professionalità, abnegazione e
umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. La
prima fondamentale e imprescindibile considerazione che il SAPPE
intende fare è che a Cesare Battisti, così come ai detenuti delle carceri
italiane, sono e saranno assicurate e garantite ogni tipo di tutela e
garanzie, a cominciare dai diritti relati all’integrità fisica, alla salute
mentale, alla tutela dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale
e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli
operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di
Sorveglianza, l’Avvocatura, le Associazioni di volontariato, i
parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle
carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e
sul territorio, legate alle marginalità. Particolarmente preziosa, in
questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e
dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che
rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario,
nella prima linea delle sezioni detentive, con professionalità, senso del
dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità.
Noi, come primo Sindacato dei Baschi Azzurri, vogliamo sottolineare
che la Polizia Penitenziaria è formata da persone che nonostante
l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro credono nella propria
professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e
d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro
umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano ogni
giorno. Anche salvando la vita a taluni detenuti “spregevoli”, per usare
le parole che Sofri ha inteso riservare ad alcuni appartenenti alla
Polizia Penitenziaria.
Perché per noi poliziotti penitenziari il diritto alla vita, specie della
persona in esecuzione penale, è il bene più prezioso da preservare e
garantire.

Roma, 15 gennaio 2019
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE
Segreteria Generale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
Via Trionfale, 79/a – 00136 Roma – Tel. 06.3975901 fax 06.39733669
stampa@sappe.it;
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