B - HAEMOPHILUS INFLUENZAE - a cura di - Sip
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Realizzato con il contributo educazionale di © copyright 2016 by Percorsi Editoriali di Carocci editore, Roma Progetto grafico e impaginazione Ulderico Iorillo e Valentina Pochesci Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.
Indice Storie per riflettere Un esempio di buona comunicazione di Rocco Russo Siamo tutti responsabili di Giorgio Conforti Il dubbio di Giovanni Gabutti Il dottor André e il libero arbitrio di Alberto Tomasi Schede informative Il responsabile Come si trasmette Diagnosi Malattie invasive da Hib Interventi preventivi per infezioni invasive da Hib La situazione nel mondo La situazione in Italia La vaccinazione Controindicazioni e precauzioni vaccinali Comunicazione ai genitori Per approfondire…
Un esempio di buona comunicazione di Rocco Russo Centro vaccinale pediatrico di una ASL Italiana: madre di un bambino e medico vaccinatore. Madre Salve dottore, dovrei vaccinare mio figlio che ha compiu- to due mesi sei giorni fa, ma avrei bisogno di porle un paio di domande sul vaccino contro l’Haemophilus influenzae di tipo b. La prima: questo vaccino è sicuro? Medico Ha fatto bene a rivolgersi a un medico per avere le op- portune informazioni. Per quanto riguarda la “sicurezza” ci tengo a precisare che se per “vaccino sicuro” lei si riferisce a un prodotto totalmente esente da effetti collaterali, allora nessun vaccino è sicuro al 100%; ma bisogna anche essere consapevoli che nessuna attività umana è sicura: un certo rischio, per quanto piccolo, esiste in tutte le nostre attività. Se invece per “sicuro” lei intende un vaccino che solo molto raramente o eccezionalmente può provocare effetti collaterali e tuttavia questi sono considerati accettabili proprio perché quel vaccino difende da un pericolo più grande rappresentato dalla malattia, allora siamo di fronte a una definizione più aderente alla realtà. Madre Grazie, dottore! Una seconda domanda: un’amica mi ha detto che questo germe non è particolarmente aggressivo. È vero? 5
Medico Assolutamente no. L’Haemophilus influenzae di tipo b, ossia l’Hib, è un batterio che causa infezioni spesso severe, so- prattutto tra i bambini di età inferiore ai 5 anni. Abitualmente, l’Hib dà una malattia similinfluenzale, che si risolve nel giro di qualche giorno. In alcuni casi, tuttavia, l’infezione può evolvere in forme gravi, dette forme invasive. Madre Ma come si trasmette questo tipo di batterio? Medico La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto, con l’inalazione di goccioline emesse con le secrezioni naso-fa- ringee da parte di malati e/o portatori. Le due stagioni nelle qua- li l’Hib si diffonde maggiormente da un soggetto all’altro sono l’autunno e la primavera. La contagiosità dell’Hib è limitata ma, in caso di comunità (asili, scuole), si possono verificare piccole epidemie. Madre Che tipi di malattie causa l’Hib? Medico Le malattie più comuni e più gravi causate dall’Hib sono la meningite e l’epiglottite. Madre La meningite?! Medico Sì, signora! La meningite è un’infezione delle membra- ne che coprono il cervello ed è la più comune tra le malattie inva- sive da Hib. Pensi che in epoca prevaccinale era pari al 50-65% dei casi. I sintomi tipici della meningite sono febbre, alterazione dello stato mentale e rigidità del collo. La letalità della meningite da Hib è del 2-5%, anche con un’appropriata terapia antibiotica. Chi guarisce dalla meningite, inoltre, può avere gravi conseguen- ze neurologiche. Consideri che si verificano nel 15-30% dei pa- zienti… Madre E l’epiglottite che cos’è? 6
Medico È un’infezione dell’epiglottide, una struttura della gola che ricopre e protegge la laringe durante la deglutizione. L’epi- glottite è molto pericolosa perché può causare un’ostruzione del- le vie aeree con rischio di morte per soffocamento. Madre Ma ci sono dei dati scientifici sui benefici di questo tipo di vaccino? Sulla riduzione delle malattie causate dall’Hib? Medico Certo, signora! Negli Stati Uniti, ad esempio, in epoca prevaccinale venivano notificati circa 20.000-25.000 casi all’an- no di meningite da Hib. La vaccinazione anti-Hib è stata intro- dotta negli USA nel 1987 e ha portato a una drastica riduzione dei casi di malattia. Dopo solo due anni dalla sua introduzione, la malattia era pressoché scomparsa. Madre Ok, dottore. E ci sono anche dati europei? Medico Certamente! In Europa, secondo i dati del Centro Eu- ropeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC, European Centre for Disease prevention and Control), nel 2010 sono stati segnalati 2.044 casi di malattia invasiva da Haemophi- lus influenzae. Nel nostro paese, data la gravità di queste malat- tie, è attivo dal 1994 un sistema di sorveglianza nazionale delle meningiti, istituito dal Ministero della Salute e coordinato dall’I- stituto Superiore di Sanità (ISS), con la partecipazione di tutte le Regioni. Anche in Italia, come negli USA, l’introduzione della vaccinazione anti-Hib, che da noi è avvenuta nel 1995, ha signi- ficato una progressiva diminuzione dei casi di malattia da Hib. Siamo passati da 63 casi notificati nel 1998 a 5 casi notificati nel 2003. Nel 2012 è stato segnalato un unico caso di malattia inva- siva, seguito purtroppo da decesso. Madre Come si è riusciti a ottenere questi successi vaccinali? 7
Medico Questi importanti risultati sono di sicuro da attribui- re all’inserimento del vaccino anti-Hib all’interno della fiala del vaccino con antidifterite-antitetano-antipertosse-antipolio-an- tiepatite B (il cosiddetto vaccino esavalente). Il successo però è legato soprattutto alle elevate coperture vaccinali presenti nel nostro paese, che però purtroppo negli ultimi tempi stanno peri- colosamente calando. Madre Dottore, grazie infinite per tutte queste informazioni! Hanno aumentato la consapevolezza della mia scelta: voglio vac- cinare mio figlio! Medico Prego, signora. È un mio dovere! 8
b ia m o im para to... C o s a a b Ogni vaccino può, molto raramente o eccezionalmente, provocare effetti collaterali che sono tuttavia considerati accettabili rispetto al pericolo più grande rappresentato dalla malattia La trasmissione dell’Hib avviene attraverso il contatto di- retto, con l’inalazione di goccioline emesse con le secrezioni naso-faringee da parte di malati e/o portatori La meningite è la più comune tra le malattie invasive da Hib. In epoca prevaccinale era pari al 50-65% dei casi L’epiglottite è un’infezione dell’epiglottide molto pericolo- sa perché può causare un’ostruzione delle vie aeree con ri- schio di morte per soffocamento Sia negli USA che in Europa l’introduzione della vaccinazio- ne anti-Hib ha portato a una drastica riduzione dei casi di malattia Dal 1994 è presente in Italia un sistema di sorveglianza na- zionale delle meningiti, istituito dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, con la parteci- pazione di tutte le Regioni 9
Siamo tutti responsabili di Giorgio Conforti Studio del dottor Giovanni, pediatra di famiglia un po’ avanti negli anni di professione. Sono le ore 19, Giovanni sta chiudendo il computer alla fine di una lunga giornata di visite sia a domici- lio che in ambulatorio. Ha ancora un appuntamento, ma questa volta non con un paziente ma con Anna, specializzanda in pe- diatra che ha frequentato lo studio di Giovanni per fare esperien- za di quei pazienti che in ospedale non vede. Giovanni Pronto Anna? Anna Ciao Giovanni! Giovanni Ciao, come va? Anna Di mer... Giovanni Scusa? Anna Scusa tu, ho il morale sotto i tacchi! Sono sbalordita da come va la vita oggi per i bambini e per noi medici… Giovanni Uhm. L’ho capito che qualcosa non andava dal tono della tua voce per telefono quando mi hai chiesto se potevi venire a fine ambulatorio. Che c’è? Problemi col fidanzato? Marco, se ben ricordo? 10
Anna Diagnosi completamente sbagliata... È il lavoro! Giovanni Ok, sfogati pure. Anna Te ne avevo già parlato. È per quel bambino che i genitori non hanno voluto vaccinare e che a due anni si è preso una me- ningite risultata poi da emofilo. Giovanni Sì, certo. Me lo ricordo! Ma mi pareva che ne fosse uscito abbastanza bene, grazie agli sforzi del reparto di malattie infettive… Anna Infatti, nessun reliquato serio. Però è rimasto sette giorni in rianimazione, poi ne ha avuti venti di ricovero e ha rischiato forte. Giovanni Già… Se ben ricordo, la meningite batterica nei neona- ti è mortale nel 15% dei casi e, non di rado, provoca amputazioni, sordità, perdita della vista, difficoltà d’apprendimento. È il terro- re di tutti i genitori e infatti la copertura vaccinale è alta. Anna Di tutto questo i genitori erano stati bene informati dalla pediatra. Ma, ciò nonostante, hanno scelto di non vaccinarlo! Sai, hanno consultato siti online, letto alcuni libri che vanno per la maggiore, scritti purtroppo da colleghi che non meritano ne- anche di essere considerati medici… incoscienti potremmo defi- nirli… Giovanni Che vuoi che ti dica… certo, servirebbe una maggio- re attenzione, dei controlli… Ti ricordi di quel medico inglese, Wakefield, e del suo articolo in cui asseriva di aver trovato il nes- so causale tra vaccini e autismo? Alla fine il suo articolo è stato ritirato e lui radiato dall’albo! Ma torniamo al tuo caso, l’avete dimesso? 11
Anna Questo è il punto! Alla dimissione il primario ha convo- cato i genitori, gli ha esposto le condizioni del bambino e i fol- low-up che dovrà fare, in una prognosi per fortuna benigna… Ha raccontato dell’impegno di tutto lo staff dell’ospedale per tirarlo fuori da una malattia così grave che poteva essere evitata con la vaccinazione con buona percentuale di possibilità… Tutto, senza farli sentire troppo in colpa... Giovanni Beh, bravo! Per una volta un medico che sa comunicare… Anna Già, per tutta risposta a tanto impegno professionale e umano… sai cosa hanno risposto? Giovanni Che hanno detto? Anna Se avevamo fatto la ricerca degli antigeni di istocompati- bilità! Hanno letto che certi bambini hanno più rischi di amma- larsi di meningite e altri meno e che, secondo alcuni medici, tutti i bambini devono fare questi esami per evitare di danneggiare l’organismo di bambini predisposti ad avere danni da vaccini. Giovanni Non mi dici cose nuove. Penso però che quei genitori siano molto meno responsabili rispetto a chi scrive queste cavo- late irresponsabili… Anna Sì, ma quando ti trovi di fronte a un caso così... perdi il ben dell’intelletto! Nulla, non li ha smossi nulla, non l’essere di fron- te alla sofferenza del figlio, la consapevolezza del pericolo corso, l’impegno di noi tutti… Giovanni Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, diceva qualcuno! E l’ideologia, quando è perversa, è impermeabile a ogni ragione. Cosa vuoi farci? La nostra professione è una mis- sione, una missione verso la tutela della salute. L’importante è non sentirsi soli! Dobbiamo lavorare insieme alle istituzioni, ai 12
servizi sociali. Gravi trascuratezze, ad esempio “scelte” irragione- voli come diete incongrue o il rifiuto di terapie accreditate, an- drebbero segnalate. Sai che negli USA si sono già verificati due casi di malattia emorragica del neonato per il rifiuto della profi- lassi con la vitamina k? I bambini sono dei genitori e su questo non ci piove, ma la responsabilità della loro salute globalmente intesa appartiene a tutti. Anna Grazie Giovanni! Trovi sempre le parole giuste per ogni circostanza. L’ho imparato in questi anni e ti ringrazio. Poi, in questa situazione, il caso ero io, ero proprio confusa, confusa e arrabbiata. Giovanni Vuol dire che sto invecchiando… di solito la saggezza va di pari passo con l’esperienza che solo l’età favorisce, bella sod- disfazione... Dai, domani si ricomincia, per stasera fatti una bella pizza con Marco, si chiama Marco, nevvero? b ia m o im para to... C o s a a b La meningite è la più comune tra le malattie invasive da Hib La meningite batterica nei neonati è mortale nel 15% dei casi Nel 15-30% dei pazienti che guariscono dalla meningite si verificano gravi e permanenti disabilità, come amputazio- ni, sordità, perdita della vista e difficoltà d’apprendimento 13
Il dubbio di Giovanni Gabutti Luca è un bellissimo bimbo, nato circa due mesi fa. La sua mam- ma, Anna, alle prese per la prima volta con un bebè che non fa che piangere, mangiare e dormire, si trova ad affrontare anche il problema delle vaccinazioni. Ha sentito i pareri di tante mam- me come lei, ma ancora non è riuscita a capire se vaccinare un bambino così piccolo sia sempre un bene o se, a volte, possa es- sere una prassi inutile, dato che non tutte le vaccinazioni sono obbligatorie, eppure vengono fatte comunque nella stessa seduta vaccinale. Ha provato anche a informarsi su internet, con la speranza di trovare informazioni utili, ma ogni sito visitato le ha dato infor- mazioni differenti, per cui al momento si sente ancora più con- fusa. Ha capito che alcune vaccinazioni sono obbligatorie: difterite, tetano, poliomielite ed epatite B, malattie delle quali ha senti- to parlare tante volte e per le quali comprende l’importanza di una prevenzione. Ma per altri vaccini? Perché vaccinare contro la pertosse, di cui ormai non si sente più parlare così tanto come ai tempi in cui lei stessa era bambina? E ancor più, perché vacci- nare contro l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), del quale non sa quasi nulla e di cui si sente parlare pochissimo? 14
Eppure, la consuetudine è di somministrare un unico vaccino (esavalente) che comprende, oltre alle 4 vaccinazioni obbligato- rie, anche il vaccino contro la pertosse e l’Hib, in tre dosi: 3°, 5° e 11° mese di vita. Ma non sarà inutile? Non si esporrà il bambi- no a un maggior rischio di reazioni avverse legate al vaccino? In alcuni siti internet ha letto che Hib è responsabile fondamental- mente di infezioni asintomatiche o di otiti di lieve entità, e solo raramente può causare meningiti o malattie invasive. Perché al- lora ricorrere a un vaccino? Con la speranza di avere risposta ai suoi dubbi, Anna decide di rivolgersi al Dipartimento di prevenzione della sua città, per par- lare con un medico esperto che possa aiutarla a decidere cosa sia meglio per il suo bambino. Una dottoressa molto gentile la fa accomodare nell’ambulatorio e la mette a suo agio. Dottoressa Signora, mi dica pure tutte le sue perplessità e pre- occupazioni in modo da poterle dare le informazioni che la po- tranno aiutare a prendere una scelta consapevole. Anna Grazie per la disponibilità, dottoressa! Senta, io sono molto perplessa… In particolare, per quanto riguarda il vaccino contro l’Hib; se sono obbligatori solo 4 vaccini, perché invece se ne som- ministrano addirittura 6? Non saranno troppi per un neonato? Dottoressa Signora, capisco le sue preoccupazioni! In effetti sui vaccini, in particolare su internet, c’è una grande disinformazio- ne e proprio per questo le mamme non sanno più quale “campa- na” ascoltare per capire cosa sia più giusto fare. La ringrazio per la fiducia che mi dimostra rivolgendosi a me per avere chiarimenti! 15
Il primo aspetto da evidenziare è quello dell’importanza della vaccinazione in generale. È dimostrato che, quando la vaccina- zione non era ancora disponibile o largamente applicata, le ma- lattie infettive avevano un forte impatto in termini di casi, com- plicanze e, purtroppo, decessi; così come è provato, senza alcun dubbio, che l’uso estensivo dei vaccini ha permesso di salvare un numero enorme di vite umane. Tra l’altro, i neonati sono da sem- pre stati identificati come una popolazione di riferimento per le vaccinazioni proprio perché esposti a rischi infettivi. Anna Sull’importanza dei vaccini in generale sono d’accordo. Ma oggi ho grandi dubbi sulla vaccinazione anti-Hib. Perché farla? È effettivamente necessaria? Tra l’altro, non ho nemmeno ben chiaro cosa sia e cosa possa causare questo Hib… Il nome mi fa venire in mente l’influenza! Dottoressa L’Haemophilus influenzae tipo b è un batterio re- sponsabile di malattie che colpiscono i bambini al di sotto dei 5 anni; i casi più gravi si registrano nel primo anno di vita. Il germe si trasmette da persona a persona attraverso il contatto diretto o tramite le goccioline emesse con gli starnuti e la tosse. A questo punto il germe può rimanere nel naso e nella gola senza causare sintomi (quindi indurre uno stato di “portatore” asintomatico, che può a sua volta trasmettere il batterio ad altri bambini), può causare otiti, sinusiti o bronchiti, oppure può diffondersi e cau- sare malattie invasive, raggiungendo organi lontani (come le me- ningi, le ossa, le articolazioni, il cuore ecc.). In epoca prevaccinale, l’Hib rappresentava la causa principale di meningite batterica nei bambini con meno di 5 anni. Poteva causare anche polmoniti, epiglottiti, infezioni articolari, ossee o pericarditi. Le forme più gravi portavano a morte o a esiti perma- nenti come ritardo mentale, convulsioni, cecità, sordità, paralisi. In sintesi, la meningite da l’Hib è fatale nel 2-5% dei casi anche 16
con un’appropriata terapia antibiotica. Il 15-30% dei pazienti che guariscono dalla meningite può avere conseguenze neuro- logiche. Anna Grazie per queste informazioni! Però non ho mai sentito parlare di casi di questa malattia… Dottoressa È vero. Oggi non si sente più parlare spesso di menin- gite da Haemophilus influenzae di tipo b, ma il motivo è proprio legato alla notevolissima e quasi totale scomparsa dei casi da ri- condurre alle politiche di vaccinazione di massa, che hanno com- portato una riduzione della diffusione di questa e altre malattie. Negli Stati Uniti, ad esempio, prima dell’introduzione del vacci- no, venivano notificati circa 20.000-25.000 casi all’anno di me- ningite da Hib. La vaccinazione, introdotta nel 1987, ha portato a una drastica riduzione dei casi, tanto che, dopo solo due anni la malattia era pressoché scomparsa. In Europa, secondo i dati dell’ECDC (European Centre for Dise- ase Prevention and Control), nel 2010 sono stati segnalati 2.044 casi di malattia invasiva da Hib, e in Italia, dall’introduzione del vaccino anti-Hib nel 1995, vi è stata una progressiva diminuzione dei casi di malattia, passando dai 63 casi notificati nel 1998 ai 5 casi nel 2003. L’incidenza si è ridotta da 5,5/100.000 casi all’an- no a 0,6/100.000. Questi importanti risultati sono da attribuire all’elevata copertura vaccinale che il nostro paese ha raggiunto e mantenuto da tanti anni. Anna Quindi la malattia è quasi scomparsa. Ma allora perché vaccinare? Dottoressa È importantissimo continuare a vaccinare i nuovi nati anche contro l’Hib per evitare che possano infettarsi e avere gravi conseguenze. I rischi della mancata vaccinazione sono evi- denti. 17
Nel 2012, ad esempio, è stato segnalato un caso di malattia in- vasiva, seguito purtroppo da decesso; nel 2015 ci sono stati tre casi riguardanti bambini di 2, 3 e 5 mesi, gravemente colpiti da meningite da Hib e ricoverati in gravi condizioni. Ciò dimostra che il batterio è ancora in circolazione e che se non proteggiamo adeguatamente i nostri neonati c’è il pericolo di avere nuovi casi di malattia. Anna Mamma mia! Uno di quei bambini aveva proprio l’età di mio figlio Luca. Poteva esserci lui in quel lettino di ospedale a lot- tare tra la vita e la morte! Sapere che poteva essere tutto evitato con una vaccinazione mi fa un po’ impressione. Vorrei comunque altre informazioni sul vaccino… avrà degli ef- fetti collaterali? Non saranno troppi sei vaccini in un’unica som- ministrazione? Dottoressa Il vaccino anti-Hib è un vaccino inattivato che con- tiene frammenti del batterio legati a una proteina per renderlo più efficace. Non può quindi rappresentare alcun pericolo per chi viene vaccinato ed è non solo efficace ma anche sicuro. Viene somministrato per via intramuscolare insieme ad altri vaccini. Questo è il motivo per cui ha sentito parlare del vaccino esava- lente che permette con una sola iniezione, da ripetere 3 volte nel corso del primo anno di vita, di proteggere il neonato non solo contro l’Hib ma anche contro la difterite, il tetano, la pertosse, la polio e l’epatite B. L’unica controindicazione alla somministrazione del vaccino è la presenza di allergia contro uno qualsiasi dei suoi componenti. Altre reazioni, più comuni, non sono gravi e consistono in arros- samenti o gonfiori in sede di iniezione o l’eventuale comparsa di febbre di lieve entità. Questi sintomi sono comunque passeggeri e senza alcuna conseguenza per il piccolo. 18
Anna Dottoressa, la ringrazio veramente molto! Ora non ho più dubbi! Il vaccino è un’arma preziosissima per proteggere il mio piccolo Luca dalle malattie infettive. Mi può dire, per favore, come posso fare per fissare l’appuntamento per la vaccinazione? Dottoressa Certamente, fissiamo subito l’appuntamento. E, mi raccomando, trasmetta queste informazioni alle sue amiche che, come mi ha riferito, hanno gli stessi dubbi che aveva lei. para to... Cosa abbiamo im L’Haemophilus influenzae di tipo b è un batterio responsa- bile di malattie che colpiscono i bambini al di sotto dei 5 anni; i casi più gravi si registrano nel primo anno di vita La meningite è la più comune tra le malattie invasive da Hib. La meningite da Hib può essere fatale nel 2-5% dei casi, anche con un’appropriata terapia antibiotica. Chi guarisce dalla meningite può presentare conseguenze neurologiche (15-30% dei pazienti) La vaccinazione anti-Hib è sicura ed efficace È fondamentale che i neonati vengano vaccinati rispettan- do le tempistiche indicate dal calendario vaccinale 19
Il dottor André e il libero arbitrio di Alberto Tomasi Il dottor André ha sempre amato leggere di filosofia. Ogni giorno, alla fine del solito ambulatorio, trovava sempre qualche spunto di riflessione che lo rimandava a qualche questione etica e morale. C’era sempre qualcosa su cui riflettere a fine giornata: qualcosa di buffo, qualcosa di grave, qualcosa di utile in ogni caso. Il tema del giorno in questione era: il libero arbitrio. André è un medico di sa- nità pubblica, si occupa da sempre di vaccinazioni, lavora presso il Dipartimento di prevenzione, presso l’ambulatorio STP, cioè per stranieri temporaneamente presenti, e presso il Centro di medici- na dei viaggiatori della propria città. Una figura alle volte invisibile anche ai propri colleghi, un medico di sanità pubblica, il cosiddetto “medico delle persone sane”; quello che puntualmente ricorda ai propri pazienti che la cura migliore per le malattie è non ammalarsi, concetto piuttosto difficile da far comprendere a un individuo sano. Proprio in quei giorni si era imbattuto in due casi che lo avevano fatto riflettere: una coppia di genitori che aveva rifiutato la vac- cinazione esavalente per il proprio bimbo e un caso di infezione da Haemophilus influenzae in una donna immigrata che aveva visitato pochi giorni prima. “Il rischio — pensava André, cercando di immedesimarsi — la giusta percezione del rischio. Sono un genitore, non ho fatto studi 20
medici e devo vaccinare mio figlio”. André non aveva voluto figli per scelta, ma di bambini ne aveva visti passare tanti in ambula- torio, in braccio a genitori fiduciosi o apprensivi prima di affidar- li all’infermiera o a lui stesso per le somministrazioni vaccinali. Erano cambiate molte cose da quando aveva iniziato a lavorare, era cambiato il rapporto con i pazienti, la fiducia che questi ave- vano nei confronti dei medici e soprattutto nelle vaccinazioni. In particolare, percezione del rischio e storia delle vaccinazio- ni sembravano seguire un preciso filo logico che portava a una conclusione banale ma reale: l’essere umano ha paura solo del contingente e di ciò a cui può dare un volto. André rigirava tra le mani un volumetto di bioetica che era solito consultare e andava con la memoria a una settimana prima quan- do si era recato all’ambulatorio STP. Quel giorno si era imbattuto in una donna di nazionalità pakistana di 26 anni alla 16a settimana di gravidanza che presentava dolori addominali e spotting vagina- le. La donna si era recata in prima battuta all’ambulatorio STP e successivamente era stata inviata al pronto soccorso. Presentava febbricola, ipotensione e tachicardia. Poche ore dopo aveva avuto un aborto spontaneo. Dal sangue placentare era stato isolato un H. influenzae resistente alle beta-lattamasi, uno dei patogeni il cui vaccino era stato rifiutato dai genitori che aveva visto al mattino. “Dovevo essere più insistente, probabilmente avrei dovuto spa- ventarli”, pensava tormentandosi. Mentre era intento a riflettere, Ester, una specializzanda che svolgeva il tirocinio presso la struttura dipartimentale entra in ambulatorio con un faldone di scartoffie. Ester Ah, buonasera dottor André, scusi l’irruzione pensavo non ci fosse più nessuno! 21
Dottor André Vieni pure avanti, Ester, in realtà dovrei essere già a casa, ma sono qui da due ore a riflettere senza giungere ad alcuna conclusione. Ester Di che si tratta, dottore? Dottor André Stavo pensando ai genitori che stamattina hanno rifiutato il vaccino esavalente per il proprio bimbo. Da filosofo mancato quale sono, sono qui che mi interrogo sul libero arbitrio. Sono incerto se contattarli o meno per convincerli a ripensarci. Ester Non saprei come aiutarla dottore! Spesso anch’io mi chie- do il perché di alcune scelte e, soprattutto, di questa recente on- data di timori nei confronti di un presidio come il vaccino i cui benefici oltrepassano di gran lunga i rischi. Dottor André Sto cercando di immedesimarmi, Ester! Stavo pensando anche al caso della donna pakistana di una settimana fa, ti ricordi? Ester Sì sì, mi ricordo bene, purtroppo… So che ora sta bene, ma ha perso il bambino. Dottor André Beh, pensa! Lei probabilmente nemmeno ha avuto scelta. Da bambina non avrà certo avuto l’opportunità di vaccinarsi… E, invece, ci sono persone che espongono irrespon- sabilmente il proprio bambino al rischio di contrarre patologie così importanti… Ovviamente non parlo solo di Haemophilus, ma anche di difterite, epatite b, pertosse, polio, tetano! Non rie- sco ad accettarlo. L’impulso sarebbe quello di ricontattarli facen- do leva sulla paura per convincerli, ma sento che non sarebbe la scelta giusta. Aiutami a riflettere anche tu. Ester si siede e rimane in silenzio per qualche minuto. 22
Ester Forse ha ragione lei! Dovremmo provare a immedesimar- ci… Dunque, sono un genitore apprensivo, confuso, suscettibile, vittima di campagne di disinformazione. Qualcuno mi dice che, col vaccino, mio figlio potrebbe diventare autistico o morire im- provvisamente, essere vittima di un complotto delle case farma- ceutiche e altre assurdità varie. Il vaccino è lì, contingente, e non è una patologia supposta come quella verso la quale noi medici cerchiamo di proteggere i bambini. Dottor André Sì, esatto, brava! Il vaccino è percepito come un pericolo imminente, una possibile truffa e il nostro ragionamen- to è troppo tecnicistico per riuscire a contrastare le paure dei ge- nitori. Ester Giusto, dottore! Il nostro “medichese” li spaventa… Biso- gna trovare un linguaggio che ci permetta di entrare in sintonia con loro, un linguaggio semplice e comprensibile, diretto, ma evidence based. Dottor André Credo che un genitore possa restare paralizzato e non riuscire a decidere di spostare la leva dello scambio che porterà suo figlio dal binario su cui ci sono 100 probabilità di malattie infettive su quello dove c’è una sola possibilità di rea- zione avversa. Forse succede perché si focalizza l’attenzione su quest’ultima, appunto più contingente! Ester Esatto dottore! Ma nessun genitore sano di mente sposte- rebbe intenzionalmente suo figlio dal binario su cui lo aspetta una possibilità di una reazione avversa per metterlo su quello dove lo aspettano cento possibilità di malattie gravi. Dottor André Quindi cosa fare? Obbligarli? Spaventarli? La- sciar perdere? 23
Ester Beh no! Nella mia inesperienza di giovane medico credo che la chiave del contatto sia la comunicazione. In ogni caso, mai lasciar perdere, lo sa? Proprio ieri ho assistito a un seminario di bioetica! In soldoni, ci hanno detto che le vaccinazioni sono un intervento giustificato perché rappresentano un intervento di profilassi delle malattie infettive della collettività. È etico, quindi, operare attraverso un’idonea educazione alle vaccinazioni rivol- ta alla popolazione generale, così come attraverso la “negazione” del libero arbitrio. Dottor André Brava Ester, profilassi della collettività! Ecco su cosa non avevo ancora riflettuto. È un intervento di salute pub- blica. Quindi, dobbiamo cercare di recuperare gli indecisi. Con- tatterò i genitori del bambino per parlarci! Ester Mi faccia sapere come è andata! Il giorno dopo André prende coraggio e recupera il numero di telefono dei genitori che avevano rifiutato l’esavalente. A rispon- dere trova la voce sospettosa e titubante della mamma del bam- bino, piuttosto sorpresa e seccata per la telefonata. Dottor André Buongiorno signora, la chiamo dall’ASL, sono il dottor André. Ci siamo visti ieri mattina in ambulatorio. Si ricor- da di me? Madre Sì, certo che mi ricordo ma... posso chiederle il perché della telefonata? Dottor André Mi scusi se l’importuno! Puro senso del dovere… Ieri mattina temo di non averle dedicato abbastanza tempo e di non aver approfondito meglio con lei i motivi delle sue paure ri- guardo al vaccino esavalente. Vi ho visti piuttosto incerti, lei e suo marito, ma non categorici e ho pensato che forse poteva es- serci ancora un margine di comunicazione. 24
Madre Beh sì, ma alla fine abbiamo fatto il vaccino anti-pneu- mococco. Ricorda? Io sono sempre dell’idea che l’esavalente contenga troppi componenti e non me la sento di sottoporre il sistema immunitario di mio figlio a un tale stress. Ho letto sull’argomento, sa? Su un sito internet si consigliava di riman- dare l’esavalente a quando il bambino avrà un sistema immuni- tario più robusto. André respira profondamente. Dottor André Lo sa, signora? Proprio ieri mi è capitato di vede- re un caso che mi ha fatto pensare a voi ed è per questo che l’ho chiamata. Pensavo a quanto siamo fortunati a poter proteggere i nostri bambini da malattie che in altri paesi mietono ancora vit- time e pensavo anche che al mondo ci sono così tante cose dalle quali vorremmo proteggerli che, a volte, verrebbe voglia di met- terli sotto una campana di vetro. Io sono un gran fifone, sa? Ci vuole coraggio ad avere dei figli e ci vuole coraggio a esporli ai rischi che la vita comporta... Quello che vorrei dirle, semplice- mente, è che alcuni rischi sono prevenibili e abbiamo il dovere di proteggere i nostri figli da ciò che possiamo prevedere… Una meningite da Haemophilus influenzae, ad esempio, così come la poliomielite, sono rischi reali e prevenibili. Madre Dottore, lei parla quasi come un filosofo e per questo mi sta simpatico! Ma ho letto che proprio il vaccino che lei mi pro- pone di fare ha un nesso di causa con l’autismo! Dottor André Se lei, giustamente confusa, ha deferito la vaccina- zione del suo bimbo per paura di reazioni gravi quali l’autismo, la posso rassicurare con il supporto di tutta l’evidenza scientifica raccolta fino a oggi! Quella dell’autismo è purtroppo una brutta storia, nata da una truffa scientifica che si è poi diffusa attraverso 25
internet producendo tanta disinformazione. A oggi numerosis- simi studi hanno dimostrato senza ombra di dubbio che non esiste alcun legame fra autismo e vaccinazioni. Madre Ora riprende a fare il dottore… Beh, riesce a essere quasi convincente. Senta, io sono ancora molto confusa, ma lei mi ha fatto venir voglia di un confronto. Sono maleducata se le chiedo la gentilezza di rivederla in ambulatorio? Dottor André Non lo è per niente! Venga quando vuole, possia- mo vederci anche domani. Madre Va bene, verrò domani, ma soltanto per parlare. Ok? Dottor André Non chiedo altro, signora! Probabilmente do- vremmo parlare più spesso con i nostri pazienti e farli sentire al centro delle decisioni che vengono prese in ambulatorio. André riattacca il telefono sorridendo ed esce a prendere un caf- fè. Nel corridoio incontra Ester. Dottor André Allora domani preparati! Mi servi per un dialogo con i genitori del bambino di cui ti ho parlato ieri. Ripassa i vac- cini contenuti nell’esavalente e il metodo del dialogo socratico! Ester Va bene dottore! Allora è riuscito a recuperare le pecorelle smarrite! Vedrò di studiare entrambi! “Il dottor André” — pensa Ester — “è davvero un personaggio unico”. 26
b ia m o im para to... C o s a a b Senza la vaccinazione i bambini rischiano di contrarre pato- logie importanti, come difterite, epatite b, pertosse, polio, tetano, Hib Numerosissimi studi scientifici hanno dimostrato che non esiste alcun legame fra autismo e vaccinazioni Le vaccinazioni sono un intervento di profilassi delle malat- tie infettive della collettività Occorre parlare più spesso con i pazienti e farli sentire al centro delle decisioni che vengono prese in ambulatorio Per entrare in sintonia con i genitori e comunicare l’impor- tanza della vaccinazione è necessario trovare un linguaggio semplice e comprensibile, diretto, ma evidence based 27
Schede informative Il responsabile L’Haemophilus influenzae ( Figura ceppi non 6 ceppi 1) è un coccobacillo Gram negativo del- capsulati capsulati la famiglia delle Pasteurellaceae. Sono a c stati identificati ceppi non capsulati che, d b non reagendo con gli antisieri capsulari, f e vengono definiti “non tipizzabili” e 6 tipi a capsulati, antigenicamente distinti con pons bilità es 95% le lettere dell’alfabeto dalla a alla f, a se- r i ve conda della composizione chimica della capsula polisaccaridica. malattie invas Dei 6 tipi capsulati, il sierotipo b (Hib) è responsabile di circa il 95% di tutte le malattie invasive causate dall’Haemophilus influenzae. Figura 1. Haemophilus influenzae 28
La sua capsula contiene infatti uno specifico polisaccaride, il po- liribitolfosfato (PRP), descritto per la prima volta nel 1975, che risulta essere un fattore essenziale di virulenza per la sua capaci- tà di inibire la fagocitosi mediata dal complemento; l’assenza di anticorpi protettivi diretti contro la capsula polisaccaridica è il primo fattore di rischio per lo sviluppo di malattia invasiva. Gli altri ceppi capsulati possono talora provocare infezioni inva- sive analogamente al tipo b, mentre i non capsulati sono preva- lentemente associati a infezioni delle vie respiratorie così come a esacerbazioni di bronchiti croniche e otiti medie. La storia di questo batterio risale agli ultimi anni del XIX secolo quando, dopo la grande epidemia mondiale del 1889, si scatenò la caccia al germe che provocava l’influenza. Nel 1892, il biologo tedesco Richard Friedrich Johannes Pfeiffer (1858-1945) annun- ciò di averlo scoperto, isolandolo da colture di pazienti deceduti in quel periodo. Lo chiamò Haemophilus influenzae e tutti gli scienziati allora impegnati nella ricerca sulle malattie infettive gli dettero credito, sebbene l’inoculazione del germe nell’animale non provocasse alcuna malattia. Nel 1918 scoppiò un’altra terribile epidemia di influenza in tutto il mondo. Tutti i medici cominciarono a cercare l’Haemophilus influenzae nelle prime vie respiratorie dei malati ma, con grande sorpresa, il germe si trovava solo in rarissimi casi. Solo nel 1931 Margaret Pittman riuscì, per prima, a differenziare l’Haemophi- lus influenzae in ceppi capsulati e non capsulati e a chiarire che l’influenza non era provocata da un batterio ma da un virus, an- che se a tutt’oggi molti fanno confusione tra questo germe e il virus dell’influenza. 29
Come si trasmette La nicchia ecologica dell’Haemophilus influenzae è rappresen- tata dalla mucosa nasofaringea la cui colonizzazione risulta es- sere la condizione necessaria che precede una malattia di tipo invasivo. La modalità di trasmissione del germe patogeno è pro- babilmente da persona a persona, attraverso contatto diretto o inalazione di goccioline emesse con le secrezioni del tratto respi- ratorio infetto spesso di portatori sani e quindi asintomatici, che sono importanti diffusori del batterio. Il periodo di incubazione non è noto e, in caso di malattia inva- siva da Haemophilus influenzae di tipo b, è indicato l’isolamento respiratorio per almeno 24 ore dopo l’inizio di un’opportuna ed efficace terapia antibiotica. In epoca prevaccinale, l’Haemophilus influenzae di tipo b pote- va essere isolato dal nasofaringe dello 0,5-3% dei neonati e dei bambini, ma non era frequente negli adulti. È anche possibile una colonizzazione asintomatica di ceppi non capsulati. Sempre in epoca prevaccinale, la patologia invasiva da Hib nei bambini nel primo anno di vita aveva un’incidenza superiore al 60%, con un picco tra i 6 e gli 11 mesi di vita ( Figura 2). Nei primi mesi 6 mesi Epoca prevaccinale di vita, infatti, alcuni neonati possono be- neficiare della protezione passiva legata 1° anno di vita alle IgG specifiche trasmesse in gravidan- za pato den va da logi za e con l’allattamento materno, anche se ci i Hib una particolare predisposizione genetica, s va in a di cui non sono noti i meccanismi precisi, > 60% in risulta essere un fattore di maggiore su- scettibilità alle infezioni da Hib. 30
Figura 2. Hib: incidenza per fasce d’età, 1986* 200 180 160 140 Incidenza 120 100 80 60 40 20 0 0-1 12-13 24-25 36-37 48-49 60 Fasce d’età (mesi) * % per 100.000 persone, epoca prevaccinale. Fonte: CDC. Epidemiology and Prevention of Vaccine-Preventable Diseases, 13th Edition, 2014. Altri fattori predisponenti alle infezioni da Hib sono legati ad alcune specifiche patologie o condizioni, quali: asplenia funzio- nale o anatomica, infezioni da HIV, determinate immunodefi- cienze (ad esempio, IgG2, deficit del complemento), trapianto o trattamento chemio e/o radioterapico. Diagnosi La diagnosi di Hib viene effettuata attraverso l’esame del liquido cerebrospinale (LCS), del sangue, del liquido sinoviale, del liqui- do pleurico e dell’aspirato dell’orecchio medio che devono esse- re coltivati in specifici terreni di coltura come l’agar cioccolato, arricchito di uno o di entrambi i fattori (coenzimi termostabili) che si trovano nel sangue: il fattore X (ematina, necessario per la sintesi di enzimi quali citocromi, citocromo-ossidasi, catalasi, perossidasi) e il fattore V (nicotinamide adenina dinucleotide, utilizzato dalle deidrogenasi nei processi bioenergetici). 31
La colorazione di Gram di un liquido organico infetto permette di individuare il microrganismo e di porre una diagnosi presun- tiva. L’agglutinazione al latex, insieme alla biologia molecolare PCR (Polymerase Chain Reaction), risultano essere validi meto- di per la tipizzazione capsulare. Malattie invasive da Hib L’Hib può provocare infezioni spesso severe, soprattutto tra i bam- bini di età inferiore ai 5 anni. La più frequente è la meningite, se- guita da epiglottite, polmonite, artrite settica, cellulite, batteriemia occulta, otite media e pericardite purulenta; infezioni meno fre- quenti sono le endocarditi, osteomieliti e peritoniti ( Figure 3-7). Meningite È un’infezione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale ed è la più comune tra le malattie inva- sive da Hib, pari al 50-65% dei casi in epoca prevaccinale. I sinto- mi tipici, presenti a prescindere dal batterio responsabile, sono la febbre, l’alterazione dello stato mentale e la rigidità del collo. Spes- so è preceduta da un’infezione delle alte vie respiratorie e otite me- dia. La letalità della meningite da Hib, anche con un’appropriata terapia antibiotica, è del 2-5%. Nel 15-30% di coloro che guari- scono dalla meningite si verificano gravi e permanenti disabilità, quali: paralisi, ritardo mentale, sordità, problemi psicologici e di apprendimento ( Figura 8). Il rischio di sequele da meningite da Hib è maggiore nei paesi in via di soggetti guariti sviluppo per le comprensibili cau- dalla meningite se legate al ritardo nella diagnosi 15-30% e inadeguate cure mediche, che con gravi e permanenti risultano essere compromesse an- disabilità che dall’aumento delle resistenze agli antibiotici di prima linea. 32
Figura 3. Hib: frequenza delle infezioni* Epiglottite 17% Meningite 50% Polmonite 15% Ostomielite 2% Artrite 8% Cellulite Batteriemia 6% 2% * Epoca prevaccinale. Fonte: CDC. Epidemiology and Prevention of Vaccine-Preventable Diseases, 13th Edition, 2014. Figura 4. Cellulite infettiva da Hib Fonte: Children’s Immunization Project, St. Paul, Minnesota. 33
Figura 5. Infezione da Hib nel cervello Fonte: Centers for Disease Control and Prevention. Figura 6. Malattie invasive da Hib: diagnosi clinica in diverse aree geografiche, 1996-97 100% 90% Altro 80% Cellulite 70% 60% Polmonite 50% Epiglottite 40% 30% Sepsi 20% Meningite 10% 0% Europa 1997 Italia 1997 Australia 1996 Fonte: M. Cerquetti, Haemophilus influenzae in epoca post-vaccinale, ISS, workshop Roma, 2012. 34
Figura 7. Malattie invasive da Hib: diagnosi clinica dei casi per fascia d’età in alcune nazioni europee*, 1996-97 100% Altro 80% Sepsi 60% 40% Epiglottite 20% Meningite 0% ni ni o i i ni ni o nn nn nn nn an an an an 2a 3a 1a 1a + -14 4 9 15 5- < 10 * Finlandia, Irlanda, Olanda, Valencia, Svezia, e UK aggregati. Fonte: M. Cerquetti, Haemophilus influenzae in epoca post-vaccinale, ISS, workshop Roma, 2012. Figura 8. Sequele a lungo termine della meningite da Hib Ritardo o disturbi del linguaggio Ritardo mentale (QI
Epiglottite È un’infezione e infiammazione dell’epiglottide. L’esordio è solitamente acuto e fulminante. I sintomi sono feb- bre elevata, forte mal di gola, difficoltà EPOCA PREVACCINALE di deglutizione, respirazione rumoro- sa. L’epiglottide si gonfia rapidamente causando ostruzione delle vie aeree con rischio di morte per soffocamento. Il picco di epiglottite è intorno ai 9 mesi. In epoca prevaccinale l’Hib era respon- responsabile 95% HIB sabile del 95% dei casi di epiglottite. casi epiglottite Interventi preventivi per infezioni invasive da Hib Per il paziente affet- to da patologia inva- ISOLAMENTO RESPIRATORIO siva da Haemophilus almeno 24 ore dopo influenzae di tipo inizio terapia antibiotica b è indicato l’isola- mento respiratorio per almeno 24 ore dopo l’inizio della specifica terapia antibiotica, mentre per i soggetti esposti all’infezione (in particolare i bambini non vaccinati o che non hanno completato l’opportuno protocollo vaccinale) bisogna mettere in atto solo in- terventi finalizzati a un’attenta sorveglianza sintomatologica. La rifampicina, per la sua capacità di eradicare l’Hib dal faringe in circa il 95% dei casi dei portatori, rappresenta un valido stru- mento di chemioprofilassi, finalizzato a ridurre il rischio di casi secondari causati da contatti familiari, nelle comunità infantili e nei reparti di neonatologia. La rifampicina va somministrata per via orale al dosaggio di 20 mg/kg (dose massima 600 mg) una volta al giorno per quattro giorni. Il dosaggio per il lattante al di sotto di un mese di vita non è stabilito, anche se alcuni esperti 36
raccomandano di diminuirlo a 10 mg/kg/die. Per gli adulti la sin- gola dose standard di rifampicina è 600 mg/die. La profilassi con rifampicina è raccomandata indipendentemen- te dall’età per tutti i contatti nelle famiglie in cui vi sia almeno un bambino di meno di 48 mesi di età non vaccinato o ancora non completamente vaccinato contro l’Hib, oppure un bambino immunodepresso della stessa età, anche se sottoposto a regolare ciclo vaccinale (per la possibile scarsa risposta anticorpale post- vaccinica del paziente immunodepresso). La stessa profilassi è raccomandata anche per i nuclei familiari in cui vive un lattante non completamente vaccinato contro l’Hib. Dal momento che la maggiore parte dei casi secondari in fami- glia si verifica nella prima settimana dal ricovero del caso indice, la profilassi, se raccomandata, deve essere iniziata al più presto. Comunque, visto che alcuni casi si verificano anche più tardi, la profilassi può anche servire se somministrata sette o più giorni dopo il ricovero in ospedale del caso indice. Le indicazioni e le linee guida americane (Red Book 2015) per la chemioprofilassi con rifampicina per i contatti di casi indice di malattia invasiva da Haemophilus influenzae di tipo b sono riportate nella Tabella 1. La situazione nel mondo Una stima del 2000 da parte Stima OMS 2000 dell’OMS (Organizzazione Mon- diale della Sanità) ha rilevato che 8.000.000 malattie gravi il batterio Hib è stato responsa- 371.000 morti bile a livello mondiale di più di 8.000.000 di malattie gravi in bambini da 1 a 59 mesi 37
Tabella 1. Indicazioni e linee guida per la chemioprofilassi con rifampicina per i contatti di casi indice di malattia invasiva da Hib Chemioprofilassi raccomandata ¤ Per tutti i contatti familiari1 nelle seguenti circostanze: famiglia con almeno un bambino di meno 4 anni non vaccinato o non completamente vaccinato2; famiglia con un bambino di meno di 12 mesi, se il bambino non ha ricevuto la vaccinazione primaria; famiglia con un bambino immunocompromesso, indipendentemente dal suo stato vaccinale. ¤ Nei nidi e nelle piccole comunità infantili ove si siano verificati due o più casi in 60 giorni. ¤ Per il caso indice se di meno di 2 anni o appartenente a fami- glia con un contatto suscettibile e trattato con uno schema che non contenga cefotaxima o ceftriaxone, la profilassi va sommi- nistrata di solito appena prima della dimissione ospedaliera. Chemioprofilassi non raccomandata ¤ Per i nuclei familiari senza bambini di meno di 4 anni oltre al caso indice. ¤ Per i familiari se tutti i contatti di meno 12-48 mesi sono stati completamente vaccinati e se i contatti familiari di meno 12 mesi hanno completato la schedula primaria. ¤ Per i contatti nei nidi e nelle piccole comunità di un caso indice. ¤ In gravidanza. 1 Persona che risiede con il paziente indice o non coresidente che abbia trascorso quattro o più ore con il caso indice almeno per cinque giorni su sette nella settimana precedente il ricovero. 2 Per completa vaccinazione si intende: almeno una dose di vaccino coniugato a 15 mesi di vita, 2 dosi tra 12 e 14 mesi, oppure 2 o 3 dosi di ciclo primario nei bambini di età < di 12 mesi con una dose booster a 12 mesi o più. 38
bambini di età compresa tra 1 e 59 mesi e di circa 371.000 morti all’anno ( Tabella 2). Tabella 2. Numero di casi e decessi per infezioni da Hib Mediterraneo Sud-est Pacifico Totale Africa Americhe Europa orientale asiatico occidentale 286.000 8.130.000 1.970.000 (257.000- 899.000 129.000 3.340.000 1.500.000 (7.330.000- (1.780.000- 463.000) (815.000- (116.000- (3.020.000- (1.340.000- Casi 13.200.000) 3.190.000) 899.000 1.470.000) 209.000) 5.440.000) 2.440.000) (815.000- 1.470.000) % di mortalità 60 (40-85) 162 (112–224) 11 (7-15) 76 (52–110) 17 (11-24) 53 (33-77) 21 (12-31) (per 100.000) 371.000 181.000 48.500 Morti 8.400 8.600 97.200 27.200 (247.000- (126.000- (33.300- (5.200- (5.900- (61.300- (16.100- totali 527.000) 251.000) 70.400) 11.700) 12.600) 141.000) 40.600) Fonte: Watt, 2009, modificata. Nel 2008, la stima globale dei casi pediatrici fatali da infezioni da Hib (principalmente per polmoniti e meningiti) è scesa a cir- ca 199.000 decessi. Nei paesi più sviluppati, le infezioni invasive da Hib sono costi- tuite essenzialmente dalla meningite, mentre nei paesi in via di sviluppo sono più frequenti le infezioni polmonari, anche se in molte regioni non sono disponibili dati relativi all’epidemiologia ( Figure 9 e 10). Negli USA, nel periodo 2000-2012, il tasso di incidenza medio annuo delle malattie invasive da Hib nei bambini di età inferiore ai 5 anni è rimasto al di sotto dell’obiettivo fissato dal programma Healthy People 2020 del governo USA e pari a 0,27/100.000 casi ( Figura 11). 39
Figura 9. Percentuale di casi di Hib, per 100.000 bambini
Figura 11. Incidenza annuale stimata* di malattie invasive da Hib in bambini
Figura 12. Percentuale di malattie invasive confermate da Hib, EU/EEA, 2008-2012 (n = 1.352) 0.01 per 100.000 population Crude rate 0.00 2008 2009 2010 2011 2012 Anno Fonte: ECDC. Surveillance report. Annual epidemiological report. Vaccine-preventable diseases – in- vasive bacterial diseases 2014. Ministero della Salute e coordinato dall’Isti- tuto Superiore di Sanità (ISS) con la parteci- 1995 pazione di tutte le regioni. Nel nostro paese, dall’introduzione della vaccinazione anti-Hib introduzione nel 1995, inclusa nel Calendario Naziona- vaccinazione le delle Vaccinazioni nel 1999, il numero dei anti-Hib casi di infezioni invasive (meningiti e sepsi) da Haemophilus in- fluenzae rimane limitato, anche se viene confermato l’incremen- to dell’incidenza nel corso degli ultimi 4 anni (da 0,08 casi per 100.000 nel 2011 a 0,17 per 100.000 nel 2014) ( Figura 13). La vaccinazione La protezione verso l’Hib è mediata essenzialmente dagli anti- corpi contro il polisaccaride capsulare (PRP). Il primo vaccino contro l’Hib, introdotto negli USA nel 1985, essendo costituito solo dal polisaccaride capsulare poliribosilribitolo fosfato (PRP) dell’Haemophilus influenzae di tipo b, risultava essere maggior- mente immunogeno nelle fasce di età superiori ai 18 mesi; suc- cessivamente (1987 e 1989), la coniugazione di tale polisaccaride 42
Figura 13. Incidenza delle malattie invasive da Hib in bambini
mondo. Di contro, il vaccino PRP-D per la sua scarsa efficacia nelle popolazioni con alta incidenza di malattia, non viene più comunemente usato. Tutti i vaccini coniugati contro l’Hib vanno somministrati per via intra- ne zio muscolare. Non sono stati registra- a re istr cola ti gravi effetti collaterali e non si in us m m m a conoscono controindicazioni, fatta so tr a in eccezione che per l’ipersensibilità ai vi componenti dei vaccini. Il vaccino contro l’Hib può essere tranquillamente somministra- to insieme a qualsiasi altro vaccino previsto dal programma na- zionale di vaccinazioni pediatriche, così pure contestualmente ai vaccini antipneumococcico e antimeningococcico. Scarse evidenze scientifiche rilevano che l’utilizzo del vaccino co- niugato Hib prima delle 6 settimane di vita possa indurre una tol- leranza immunologica verso le successive dosi dello stesso vaccino. I bambini al di sotto dei 24 mesi di vita, che abbiano avuto una malattia invasiva da Hib, dovrebbero essere ugualmente vacci- nati, perché proprio per l’età alla quale hanno acquisito la ma- lattia naturale, la maggior parte non ha sviluppato un’adeguata immunità. Nel nostro paese, per l’immunizzazione anti-Hib dei nuovi nati, viene utilizzato il vaccino esavalente, che oltre a proteggere con- tro le infezioni invasive da Hib, previene anche la difterite, la po- liomielite, il tetano, la pertosse e l’epatite B. Il ciclo vaccinale è costituito da tre dosi da praticare entro il pri- mo anno di vita con un’iniezione per via intramuscolare a: 3, 5 44
VACCINO ESAVALENTE e 11 mesi di vita, contemporaneamente alle altre vaccinazioni dell’infanzia. Non Hib Poliomielite sono previsti altri richiami. Nei bambini Difterite Tetano di età superiore ai 12 mesi è sufficiente l’esecuzione di una sola dose di vaccino Epatite B Pertosse ( Tabelle 3 e 4). Tabella 3. Calendario nazionale delle vaccina- TRE DOSI < 12 zioni offerte attivamente a tutta la popolazione mesi 3 5 11 mesi Tabella 4. Calendario Vaccinale per la Vita 2014 (SItI, SIP, FIMP, FIMMG) > 12 mesi UNA DOSE Controindicazioni e precauzioni vaccinali Il vaccino anti-Hib è controindicato in caso di: età inferiore 6 settimane; reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministra- zione di una precedente dose; reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino (compreso il tossoide tetanico). Una malattia acuta grave o moderata, con o senza febbre, la re- azione allergica grave al lattice (per i prodotti che contengono lattice nella siringa) rappresentano delle precauzioni che devono indurre l’operatore a valutare caso per caso al fine di decidere se procrastinare la seduta vaccinale, oppure praticare la vacci- nazione in ambiente protetto. Una storia clinica di precedente infezione da Hib non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione anti-Hib. 45
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