Azienda Agricola Bombieri Nicola - VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A VIA - FTP
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
REGIONE PROVINCIA COMUNE VENETO VERONA GREZZANA AZIENDA AGRICOLA BOMBIERI NICOLA Azienda Agricola Bombieri Nicola VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A VIA Dott. Arg. Pietro Spiazzi - Agr. Dott. Stefano Ferrarin 27/06/2019 PROGETTO DI RIDIMENSIONAMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLE SUPERFICI STABULABILI DI UN ALLEVAMENTO DI TACCHINI DA CARNE IN LOC. MARCIAGO DI AZZAGO - COMUNE DI GREZZANA (VR)
1 Sommario 2 Premessa ......................................................................................... 7 3 Struttura dello studio ......................................................................... 8 4 Quadro normativo ............................................................................. 9 5 Descrizione progettuale .....................................................................10 6 Descrizione territoriale ......................................................................15 6.1 Riferimento catastale....................................................................16 6.2 Il piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC) .....................16 6.3 Il piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) ...................18 6.4 Il piano di assetto territoriale (PAT) ................................................20 7 Descrizione ambientale .....................................................................23 7.1 Regime pluviometrico ...................................................................25 7.2 Regime termometrico ...................................................................25 7.3 Regime anemometrico ..................................................................26 7.4 L'atmosfera .................................................................................26 7.5 Geomorfologia .............................................................................32 7.6 Idrogeologia ................................................................................32 7.7 Biodiversità .................................................................................32 7.8 Paesaggio ...................................................................................34 8 Descrizione gestionale .......................................................................37 8.1 Ciclo produttivo ...........................................................................37
8.2 Trattamenti .................................................................................39 8.3 Viabilità e trasporti .......................................................................40 8.4 Impianti......................................................................................42 8.4.1 Distribuzione di acqua ...........................................................42 8.4.2 Distribuzione di mangime ......................................................43 8.4.3 Illuminazione .......................................................................43 8.4.4 Ventilazione .........................................................................43 8.4.5 Riscaldamento .....................................................................44 8.4.6 Generatore di corrente ..........................................................45 8.4.7 Sistema di allarme................................................................45 8.4.8 Deposito animali morti ..........................................................45 8.5 Potenzialità dell'allevamento..........................................................46 8.6 Produzione di pollina e azoto .........................................................47 8.7 Gestione della pollina ...................................................................48 8.8 Riferimento alla normativa sulla valutazione di impatto ambientale ....48 8.9 Classificazione allevamento ...........................................................49 8.10 Riferimento alla normativa IPPC ..................................................52 8.11 Riferimento alla normativa sul benessere animale .........................52 8.12 Utilizzo di MTD/BAT ...................................................................53 8.13 Fabbisogno idrico ......................................................................57 8.14 Fabbisogno energetico ...............................................................57
8.15 Valutazioni in ordine alle scelte e localizzazione di progetto ............58 9 Descrizione degli impatti....................................................................59 9.1 Emissioni in atmosfera..................................................................59 9.2 Emissioni di vibrazioni ..................................................................61 9.3 Emissione di rumori......................................................................61 9.4 Emissione di radiazioni ionizzanti ...................................................61 9.5 Emissione di radiazioni non ionizzanti .............................................62 9.6 Suolo e sottosuolo........................................................................62 9.7 Ambiente idrico ...........................................................................62 9.8 Biosfera ......................................................................................63 9.9 Salute e sicurezza sanitaria ...........................................................63 9.10 Viabilità....................................................................................63 9.11 Paesaggio.................................................................................63 9.12 Effetto cumulo ..........................................................................63 10 Sicurezza sul lavoro ........................................................................68 11 Matrice di valutazione .....................................................................69 12 Consapevolezza pubblica .................................................................72 13 Conclusioni ....................................................................................73 Allegati esterni Relazione geologica-geotecnica e idrogeologica, Relazione tecnica All. E Vinca, Relazione previsionale di impatto acustico, progetto e relazione tecnica
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 2 Premessa Il presente studio riguarda la verifica di assoggettabilità a valutazione di impat- to ambientale per un intervento di riorganizzazione e ammodernamento dell'a- zienda agricola Bombieri Nicola (codice ASL 038VR324) sita nella frazione di Azzago in Via Marciago 11 nel comune di Grezzana in provincia di Verona. Nell'azienda, dove vengono allevati tacchini da carne, è prevista la demolizione dei capannoni 5 e 6 con ricostruzione sul sedime esistente di un nuovo capan- none (7). Elenco relatori/progettisti Studio preliminare ambientale Dott. Agr. Pietro Spiazzi verifica di assoggettabilità a VIA Agr. Dott. Stefano Ferrarin Relazione geologica/geotecnica/idrogeologica Dott. Geol. Alberto Cò Relazione previsionale di impatto acustico Agr. Dott. Stefano Ferrarin Dott. Agr. Pietro Spiazzi Relazione tecnica Vinca All. E Agr. Dott. Stefano Ferrarin Progetto edilizio Geom. Laur. Paolo Melchiori 7
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 3 Struttura dello studio Lo studio preliminare ambientale è strutturato secondo i seguenti contenuti: QUADRO NORMATIVO, ripropone sinteticamente la normativa della valu- tazione di impatto ambientale e i principali strumenti legislativi di riferi- mento a livello nazionale; DESCRIZIONE PROGETTUALE, descrive il progetto oggetto di analisi; DESCRIZIONE TERRITORIALE, descrive il progetto in esame e la sua col- locazione a livello pianificatorio; DESCRIZIONE AMBIENTALE, descrive le caratteristiche ambientali dell'a- rea in cui è previsto il progetto; DESCRIZIONE GESTIONALE, descrive la parte gestionale, impiantistica e produttiva. DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI, descrive le possibili fonti di impatto deri- vanti dall’attività oggetto di studio. VALUTAZIONE DEI RISCHI DI IMPATTO, vengono esaminati i potenziali aspetti critici in merito a possibili interazioni ambientali che l'opera po- trebbe esercitare sul territorio circostante, in un ottica di tutela alla salu- te sia umana che ambientale. Lo studio si compone inoltre di una serie di allegati interni (numerazione ara- ba) e di 3 allegati esterni (numerazione romana) che fanno riferimento alle re- lazioni specialistiche di complemento. 8
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 4 Quadro normativo La valutazione di impatto ambientale (VIA) può essere definita come una pro- cedura valutativa degli effetti globali che una proposta progettuale può avere sull’uomo e sull’ambiente (complessivamente considerato in tutti i suoi aspetti di tipo naturalistico, paesaggistico, culturale e sociale) tenendo conto delle sue principali alternative. A livello europeo, la valutazione di impatto ambientale è stata introdotta nel 1985 con l’emanazione della Direttiva 85/337/CEE, successivamente modifica- ta con le Direttive 97/11/CE e 2003/35/CE. In tali provvedimenti legislativi, la procedura valutativa è essenzialmente strutturata sulla base del principio di a- zione preventiva piuttosto che sull’affronto successivo degli impatti. In ambito nazionale la procedura di VIA è stata recepita con la Legge n. 349/1986, cui sono seguiti due DPCM nel 1998, promulgati per la definizione delle categorie di opere in grado di produrre rilevanti modifiche dell’ambiente. Successivamente è stato emanato il DLgs n. 152 del 3 aprile 2006, che è stato modificato del DLgs n. 4 del 16 gennaio 2008. Il presente studio è stato realizzato tenendo in considerazione, quale piatta- forma di base per la sua strutturazione, le Linee Guida del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e la DGRV n. 1624 del 1999. Il DLgs n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i. prevede che gli allevamenti siano sot- toposti a verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale qualo- ra il numero complessivo di capi sia maggiore di quello derivante dal rapporto tra 40 quintali di peso vivo di animali per ettaro di terreno funzionalmente as- servito all'allevamento. 9
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 5 Descrizione progettuale Il nucleo aziendale è attualmente dotato di 6 capannoni per l'allevamento avi- colo, casa di abitazione e manufatti accessori alla conduzione del fondo. Figura 1: capannoni attuali La superficie utile di stabulazione attuale viene di seguito riportata. Capannone m2 1 840 2 864 3 1.300 4 1.414 5 420 6 570 Tot SUS 5.408 Tabella 1: superficie utile di stabulazione attuale Il progetto prevede la demolizione dei capannoni 5 e 6 in quanto strutture da- tate che presentano infiltrazioni d'acqua che, nonostante la necessaria manu- 10
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 tenzione, non rendendo più idonee le strutture all'allevamento sotto l'aspetto del benessere animale e della sicurezza lavorativa. A seguito della demolizione sarà costruito un nuovo capannone (7) con superficie utile di stabulazione di 1.085 m2. Pertanto a livello progettuale si prevede una riduzione a 5 capanno- ni. Figura 2: capannoni futuri La superficie utile di stabulazione futura viene di seguito riportata. Capannone m2 1 840 2 864 3 1.300 4 1.414 7 1.085 Tot SUS 5.503 Tabella 2: superficie utile di stabulazione da progetto 11
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Complessivamente la superficie utile di stabulazione totale subirà un lieve in- cremento. SUS attuale m2 SUS prevista m2 Variazione m2 5.408 5.503 + 95 Tabella 3: variazione superficie utile di stabulazione Il nuovo manufatto sarà realizzato nel rispetto delle norme igenico-sanitarie e sismiche. La realizzazione di un unico capannone permetterà una gestione d'al- levamento più razionale rispetto a quella odierna. Il capannone sarà realizzato con struttura in acciaio su platea di fondazione, tamponamento in muratura coibentata e copertura a doppia falda in pannello sandwich di lamiera testa di moro e controsoffitto coibentato interno. La pavimentazione sarà di cls tirato al quarzo. Sono previsti pozzetti a tenuta stagna di raccolta delle acque di lavag- gio. Sarà inoltre presente l'impianto di raccolta e dispersione delle acque di fo- gnatura del bagno realizzato all'interno del capannone. E' prevista un'antica- mera d'accesso. L'ingresso dei mezzi carrabili verrà consentito sulle testate del capannone. Di seguito si riportano degli stralci progettuali del geom. laur. Paolo Melchiori ai quali si rimanda per una visione di dettaglio. 12
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 3: sovrapposizione manufatto di progetto Figura 4: pianta e prospetti 13
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Il progetto ricevuti tutti i permessi sarà portato a compimento entro il 2020. Per la realizzazione del nuovo capannone saranno necessarie delle opere di demolizione con parziale recupero delle strutture riutilizzabili (es. copertura), realizzazione delle fondazioni e delle opere con finalità di contenimento, trac- ciamento e posa impiantistica ed elevazione delle strutture di confinamento del manufatto. Complessivamente l'arco temporale utile dalla demolizione alla rea- lizzazione del nuovo capannone può essere previsto in mesi 5. 14
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 6 Descrizione territoriale L'azienda Agricola Bombieri Nicola si trova a nord est del comune di Grezzana in contesto di alta collina sul versante orientale della Valpantena. Figura 5: localizzazione comunale dell'azienda L'intero territorio del comune di Grezzana ai sensi della Legge regionale n. 19 del 3/07/1992 è classificato come montano. Il comune di Grezzana si trova in- fatti nella Lessinia centro-meridionale e morfologicamente è caratterizzato per il 90% da aree con quote che raggiungono gli 830 m s.l.m. e per il restante 10% dall'area pianeggiante della Valpantena. Le colline sono caratterizzate da dorsali allungate in prevalente direzione N-S. 15
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 6.1 Riferimento catastale L'intervento sarà realizzato sul mappale 436 del foglio 28. Figura 6: estratto catastale 6.2 Il piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC) Il PTRC della regione Veneto rappresenta il più alto livello di pianificazione ter- ritoriale, fornendo un disegno complessivo della superficie regionale e delle a- zioni che possono essere realizzate sul territorio. Esso è articolato in settori funzionali raggruppati in quattro sistemi: ambientale, insediativo, produttivo e relazionale; tra questi quello di interesse prevalente ai fini del presente studio è rappresentato dal sistema ambientale che definisce il quadro delle aree a più rigida tutela a livello Veneto. L'analisi del PTRC vigente è stata effettuata tramite i visualizzatori cartografici del geoportale dei dati territoriali della regione Veneto. 16
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 L'area di interesse ricede in vincolo paesaggistico e vincolo idrogeologico. 17
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 6.3 Il piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) Il PTCP è uno strumento di pianificazione di area vasta, e si colloca a livello in- termedio tra la pianificazione regionale e quella comunale, con lo scopo di ar- monizzare e raccordare i piani. In linea generale si tratta di uno strumento di pianificazione di secondo livello che indirizza, prevalentemente attraverso di- rettive, le scelte dei piani sotto ordinati. Il PTCP della provincia di Verona è sta- to approvato nel marzo 2015. Figura 7: carta dei vincoli e della pianificazione territoriale 18
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 8: carta delle fragilità Nessuna evidenza da riportare. Figura 9: carta del sistema ambientale Il PTCP identifica la rete ecologica provinciale e gli elementi naturali che carat- terizzano il territorio. Le aree di connessione naturalistica sono definite come 19
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 ambiti di sufficiente estensione e naturalità in continuità con le aree nucleo, essenziali per la migrazione e lo scambio genetico. Si indirizzano i Comuni al recepimento della rete ecologica tramite appropriati studi ecologici e naturali- stici al fine di integrare e meglio descrivere gli elementi della rete. Figura 10: carta del sistema del paesaggio Nessuna evidenza da riportare. Le norme tecniche del PTCP adottato non prevedono dunque nulla che contra- sti con le attività previste dal progetto in esame. 6.4 Il piano di assetto territoriale (PAT) Il PAT è uno strumento pianificatorio Comunale che fissa gli obiettivi e le condi- zioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili su previ- sioni decennali. Questo strumento pianificatorio che si cala a livello comunale detta le discipline di tutela e regolamentazione salvaguardando i contenuti del piano territoriale di coordinamento provinciale. 20
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 11: carta dei vincoli e della pianificazione territoriale Figura 12: carta delle invarianti Nessuna evidenza da riportare. 21
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 13: carta delle fragilità Figura 14: carta delle trasformabilità Le norme tecniche del PAT adottato non prevedono dunque nulla che contrasti con le attività previste dal progetto in esame. 22
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 7 Descrizione ambientale Le principali informazioni contenute in questo capitolo sono state reperite dal piano di assetto del territorio del comune di Grezzana, dalla valutazione am- bientale strategica e dai dati rilevati dalle stazioni agrometeorologiche dell'Ar- pav e da pubblicazioni della medesima agenzia. La regione del Veneto presenta peculiari caratteristiche climatiche derivanti dal risultato dell'azione combinata di un insieme di fattori che agiscono a diverse scale. A livello di macroscala il Veneto si trova in una posizione di transizione tra l'area continentale centro-europea dove predomina l'influsso delle grandi correnti occidentali e atlantiche, e quella mediterranea dove domina l'influsso degli anticicloni subtropicali provenienti dal mare Mediterraneo. A tali influssi fondamentali, si associano importanti fattori di scala secondaria; come il vasto areale alpino e prealpino a nord, l'apertura ad est sul bacino adriatico, la par- ziale chiusura a sud operata dalla catena preappenninica e la presenza ad o- vest di una importante massa d'acqua corrispondente al lago di Garda, che in- fluenzano in modo significativo il clima regionale fino a definirne specifiche sot- tozone climatiche. La zona di studio può essere collocata nell'area mesoclimatica prealpina a ri- dosso dei rilievi, dove l'elemento più caratteristico è rappresentato dall'abbon- danza delle precipitazioni con apporti significativi generalmente concentrati nelle stagioni primaverili e autunnali. L'inverno si caratterizza nell'aver una maggior frequenza di giornate con cielo sereno e relativa scarsità di precipita- zioni. L'ARPAV dispone di una rete di telemisura costituita da oltre 200 stazioni di- stribuite sul territorio Regionale, operanti in modo automatico e collegate ad un centro di calcolo. Di seguito verranno fornite delle sintesi grafiche dei dati a 2 metri dal suolo per gli anni compresi tra il 1994 e il 2018 relativi alla stazione di Grezzana. 23
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 La rete è costituita dalle seguenti stazioni Stazioni n. Agrometeorologiche 78 Meteorologiche 85 Idrometriche 24 Ripetitrici 16 24
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 7.1 Regime pluviometrico Precipitazioni - media mensile GEN 100 mm DIC FEB 80 60 NOV MAR 40 20 OTT 0 APR SET MAG AGO GIU LUG 7.2 Regime termometrico Temperatura - media mensile GEN 20 DIC FEB °C 15 10 NOV MAR 5 0 OTT -5 APR SET MAG AGO GIU LUG 25
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 7.3 Regime anemometrico Velocità del vento - media mensile GEN 1 DIC FEB m/s 0,8 0,6 NOV MAR 0,4 0,2 OTT 0 APR SET MAG AGO GIU LUG 7.4 L'atmosfera La variazione della normale composizione dell'atmosfera viene definita come una fonte di alterazione o inquinamento quando le trasformazioni possono compromettere le condizioni di salubrità umana e più in generale dell’ambiente. La valutazione della qualità dell'aria si basa sulla conoscenza delle sorgenti di emissione e sulla loro dislocazione sul territorio, tenendo conto dell'orografia, delle condizioni climatiche, della dislocazione della popolazione e delle sorgenti produttive. Il DLgs n. 155 del 2010 ha dato compito alle Regioni di redigere un progetto di riesame della zonizzazione del territorio circa la qualità dell'aria ambiente. Nella Regione Veneto sono stati individuati 5 agglomerati principali riportati l'immagine seguente. Nell'agglomerato di VR rientra anche il comune di Grez- zana. 26
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 La rete di monitoraggio della qualità dell'aria di ARPAV è composta da svariate centraline, di cui 35 (blu) sono utilizzate per monitorare e relazionare la qualità dell'aria. 27
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 La stazione più vicina al sito di interesse è quella collocata nella frazione di Corbiolo di Bosco Chiesanuova ed è utilizzata come stazione di fondo in am- biente rurale. Le principali fonti di inquinamento derivanti da attività zootecniche sono ricon- ducibile prevalentemente agli inquinanti ammoniaca NH3, metano CH4 e polveri sottili PM10. Di seguito sono riportate le cartografie elaborate per l'Inventario Emissioni Aria (INEMAR) aggiornate al 2013. Le emissioni di protossido di azo- to N2O non sono contemplate in quanto l'azienda conferisce a ditta esterna le deiezioni e non ha quindi zone di stoccaggio e non effettua riutilizzo agronomi- co a scopo fertilizzante. 28
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 In riferimento alle emissioni di polveri sottili è stata rilevata una stazionarietà o riduzione diffusa in tutti i macrosettori rispetto al 2010. Per il comune di Grez- zana non vi sono variazioni sull'intervallo di emissione. In riferimento all'ammoniaca è stato osservato un incremento rispetto al 2010 attribuibile in prevalenza al macrosettore agricolo ascrivibile per la maggior parte all'aumento dell'utilizzo di urea nei terreni arabili e in minor misura alla gestione dei reflui degli allevamenti. Per il comune di Grezzana si osserva in controtendenza una riduzione sull'intervallo di emissione da 400-653 t/a a 200-400 t/a. 29
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 In riferimento al metano si è osservata una riduzione rispetto al 2010 derivan- te dal macrosettore di trattamento e smaltimento dei rifiuti dovuto alla manca- ta attività di discariche controllate. Per il comune di Grezzana non vi sono va- riazioni sull'intervallo di emissione. Nel comune di Grezzana insistono un totale di 50 allevamenti intensivi collocati in maggioranza (40) nell'ATO di interesse della Collina Est. Nel rapporto preli- minare della valutazione ambientale strategica (VAS) circa la descrizione delle emissioni di inquinanti significativi è stato evidenziato che il territorio comunale è interessato da bassi valori di emissione per gli inquinanti presi in considera- zione ad esclusione dell'ammoniaca che trova la sua fonte principale di emis- sione nel comparto agricolo. Le emissioni comunali e provinciali per comparto agricolo per gli inquinanti presi in considerazione, sono le seguenti. Inquinante Comunali (t/a) Provinciali (t/a) PM10 51,16 2.139 NH3 360,37 16.577 CH4 416,1 36.674 Tabella 4: emissioni comunali totali e per comparto agricolo 30
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Nel PAT del comune di Grezzana sono stati censiti gli allevamenti esistenti di cui si riporta un estratto a pagina seguente. L'allevamento di interesse ha nu- mero 26. 31
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 7.5 Geomorfologia Il comune di Grezzana si colloca nella Lessinia centro-meridionale e morfologi- camente è caratterizzato da aree di media collina incisa da valli trasversali che si raccordano alla Valpantena. La porzione di territorio in esame è rappresenta- ta da formazioni di tipo sedimentario prevalentemente calcaree. 7.6 Idrogeologia Il contesto lito-stratigrafico determina una circolazione prevalentemente verti- cale dovuta ad un carsismo attivo che facilita la rapida infiltrazione di delle precipitazioni meteoriche che vanno ad alimentare attraverso una rete di con- dotti carsici l'acquifero di base. La mancanza d'acqua superficiale unitamente alle modeste portate di carattere torrentizio della rete idrografica sono signifi- cative di una circolazione profonda e di una particolare condizione idrogeologi- ca. L'assetto idrogeologico ricostruito e descritto nella relazione geologica ha portato a definire la non interferenza delle acque sotterranee con le strutture di fondazione del progetto. 7.7 Biodiversità La salvaguardia della biodiversità, in attuazione della Convenzione di Rio de Janeiro, la direttiva Habitat 92/43/CEE e la direttiva Uccelli 79/409/CEE, costi- tuisce il riferimento normativo per la rete ecologica europea Natura 2000, che attraverso l’individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale, mira a garantire la tutela di habitat e specie considerati prioritari a livello comunitario. Su tale tematica l’obiettivo più ampio della Co- munità Europea è quello di creare una protezione diffusa e dinamica, applican- do perciò alla rete vitale, costituita da aree protette, parchi, Siti di Interesse Comunitario, Zone di Protezione Speciale e corridoi ecologici non con un regi- me vincolistico passivo, ma con un sistema di compatibilità degli interventi ri- spetto agli oggetti di tutela, costantemente monitorato. 32
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Il Sito di Interesse Comunitario e la Zona di Protezione Speciale della Regione Veneto sono individuati ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, in ba- se all’aggiornamento con D.G.R. 1180/2006, che riporta l’elenco revisionato dei SIC e delle ZPS relativi alla Regione Biogeografia Continentale e la Ridefini- zione Cartografica di SIC e ZPS della Regione Veneto in seguito all’acquisizione delle perimetrazioni su Carta Tecnica. Il Comune di Grezzana è interessato nella parte sud occidentale dal sito di im- portanza comunitaria (SIC) IT3210012 "Val Galina e Progno Borago" e nella parte nord occidentale ricomprende una minima parte del sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale (SIC/ZPS) IT3210006 "Monti Lessini: Ponte di Veja, Vaio della Marciora". Il PAT comunale di Grezzana ha inserito nella Carta delle Invarianti e nella Carta delle Trasformabilità una proposta per un area "Vaio del Paradiso" adibita alla formazione di un parco/riserva naturale di interesse comunale, inserendola come nodo tra gli elementi costitutivi la re- te ecologica comunale. Figura 15: allevamento e rete naturale 33
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Distanze dell'allevamento dai siti di interesse comunitartio. Tipo Codice Nome Km Monti Lessini:Ponte di SIC/ZPS IT3210006 Veja, Vaio della Mar- 7,6 ciora Val Galina e Progno SIC IT3210012 Borago 4,3 Proposta* Non codificato Vaio del Paradiso 0,43 *Attualmente questa area è allo stato di proposta a livello di nodo della rete ecologica. 7.8 Paesaggio L'atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio del Veneto inserisce il comune di Grezzana all'ambito n. 13 denominato "Lessinia". Il paesaggio è di tipo prealpi- no caratterizzato da sistema collinare e montano e interessato da aree sogget- te a vincolo forestale e idrologico, la maggior parte del territorio collinare rico- perto da boschi è soggetto a vincolo paesaggistico delle zone boscate, mentre nelle zone vallive insiste il vincolo paesaggistico per i corsi d'acqua. Nell'area di progetto è indicata come area di tutela paesaggistica dal PTRC, mentre il PAT riconosce l'area come soggetta a vincolo idrogeologico e solo più a nord dell'in- tervento stabilisce un area a vincolo paesaggistico per le zone boscate. Di se- guito si riportano i render di inserimento paesaggistico del nuovo capannone in progetto. 34
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 16: vista da sud stato di fatto Figura 17: vista da sud stato di progetto 35
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 18: vista da est stato di fatto Figura 19: vista da est stato di progetto 36
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 8 Descrizione gestionale 8.1 Ciclo produttivo I tacchini da carne vengono allevati sottostando a regolari contratti di soccida, con i quali si prevede che il soccidante fornisca gli animali, il mangime e si oc- cupi del ritiro dei capi a fine ciclo, mentre l’allevatore metta a disposizione le strutture di allevamento, la lettiera, l’energia elettrica e termica, l’acqua pota- bile, la manodopera e le proprie competenze professionali. Il ciclo produttivo interessa la fase di crescita dei tacchinotti fino al raggiungimento dell’età pre- stabilita e le attività di pulizia e manutenzione delle strutture per il successivo ciclo. Per la tipologia di tacchini allevati il numero di cicli che mediamente ven- gono conclusi nell’anno sono 2 e ogni ciclo si può sinteticamente suddividere in quattro distinte fasi operative: 1. Accasamento dei tacchinotti: La tecnica di allevamento dei tacchini da carne prevede l’arrivo dei tacchinotti di poche ore di vita dal peso di 55-60 grammi, provenienti dagli incubatoi. Essi vengono trasportati con mezzi autorizzati e accasati nei locali riscaldati, venti- lati ed opportunamente preparati. 2. Allevamento - fase di accrescimento: Per l’alimentazione viene utilizzato mangime finito fornito dalla ditta mangimi- stica soccidante. I programmi alimentari per gli avicoli prevedono una alimen- tazione per stadi (considerata una tecnica MTD) che consiste nella divisione del ciclo produttivo in più fasi durante le quali diventa necessario ottimizzare l’indice di conversione del mangime in carne. I mangimi forniti avranno un con- tenuto proteico che andrà diminuendo progressivamente con eventuale inte- grazione di amminoacidi di sintesi (es. lisina) che permetterà produzioni mi- gliori. E’ prevista inoltre una alimentazione povera di fosforo ma integrata con enzimi tipoxilanasi, betaGlucanasi e fitasi. I mangimi contengono anche cocci- diostatico, che è una sostanza medicamentosa di sintesi (chimici) o di fermen- tazione (ionofori) che viene somministrata in avicoltura ad animali sani a scopo 37
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 di profilassi della coccidiosi. Tale trattamento viene interrotto a circa 5/7 gg dal previsto carico verso il macello a seconda delle indicazioni del veterinario a- ziendale e del mangimificio. Questi accorgimenti nella dieta alimentare degli animali, ovvero alimentazione per fasi, riduzione del tenore proteico, inseri- mento di amminoacidi di sintesi e inserimento di enzimi, vengono considerate tutte tecniche nutrizionali che rispettano le MTD. Durante la fase di stabulazione gli animali verranno sottoposti a trattamenti di profilassi vaccinale contro varie malattie secondo prescrizioni e cadenze decise dai veterinari. La fase di accrescimento ha la finalità di permettere ai tacchini di svilupparsi e di raggiungere un peso adeguato alla macellazione. 3. Carico finale degli animali e avvio alla fase di deposizione: Nel momento del carico gli animali vengono locati su automezzi autorizzati per il trasporto e avviati ad un macello, solitamente di proprietà del medesimo soc- cidante. 4. Predisposizione dell’impianto per il nuovo accasamento: Svuotati dalla pollina, al termine di ogni ciclo produttivo, segue un periodo di vuoto sanitario di minimo 21 giorni, durante i quali si provvede al risanamento degli ambienti di allevamento in vista del ciclo successivo. Si procede a ripulire il pavimento da tutti i residui di lettiera con una scopa meccanica e allo stesso modo vengono ripuliti anche i piazzali antistanti ai capannoni che possono es- sere interessati da eventuali perdite di pollina durante il trasporto. Terminata questa operazione si procede con la disinfezione dei capannoni con una miscela disinfettante, sulle pareti, sui soffitti e sui pavimenti. L’allevatore prima di ini- ziare un nuovo ciclo di allevamento provvede ad effettuare la manutenzione degli impianti tecnologici seguendo scrupolosamente le procedure previste nei manuali redatti dalle ditte costruttrici. 38
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 8.2 Trattamenti La presenza di mosche e di roditori nell’allevamento è legata alla concentrazio- ne di animali e delle loro deiezioni, che creano un ambiente ideale al loro svi- luppo e alla loro proliferazione. La presenza di ditteri molesti comporta notevole disagio agli animali, con pos- sibili ripercussioni negative sul benessere degli stessi, sulle condizioni igienico- sanitarie dell’allevamento e agli operatori adibiti alla cura degli animali. Le mo- sche si riproducono deponendo le uova nei substrati organici in decomposizione (cumuli di lettiera, cumuli di rifiuti, ecc.) e trovano in questi ambienti le condi- zioni ideali per la proliferazione. La lotta a questi insetti, deve essere princi- palmente di prevenzione, integrata e mirata a colpire i diversi stadi del loro ci- clo biologico, alterando le condizioni dell’ambiente ideale al loro sviluppo con una buona gestione dell’allevamento, ovvero impedendo possibili perdite dagli abbeveratoi e riducendo l’umidità della lettiera all’interno dei ricoveri. Solo in caso di necessità, ovvero di proliferazione incontrollata, l’azienda adotta ad un programma di controllo con l’uso di insetticidi chimici selettivi che agiscono di- rettamente sulle larve (principio attivo Ciromazina), oppure per contat- to/ingestione sugli adulti (principio attivo Azamethiophos). Gli interventi di derattizzazione rientrano in un programma di controllo adotta- to dall’azienda che in genere prevede l’uso di apposite esche paraffinate posi- zionate nei punti di passaggio dei roditori all’interno di appositi contenitori. Il prodotto attualmente utilizzato è il Brodimax Forte che contiene Brodifacoum, Denatonium Benzoato e inerti, adescanti e pigmenti. 39
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 8.3 Viabilità e trasporti Per quanto riguarda i trasporti che riguardano lo stabilimento, questi interes- sano essenzialmente il trasporto degli animali (a inizio e fine ciclo), il trasporto del mangime, della pollina e degli animali morti. Si stima una media di circa 1.5 trasporti ogni due giorni. I mezzi del carico degli animali sono concentrati in alcuni giorni dell’anno, in corrispondenza del maggior consumo di mangime e con l’invio degli animali al macello. Il trasporto della pollina avviene esclusi- vamente a fine ciclo. I mezzi in uscita dall’impianto percorrono Via Dosso Mar- tin per circa 500 m di Grezzana fino alla SP6 per collegarsi al sistema delle tangenziali della provincia di Verona. Il seguente prospetto mette a confronto il traffico indotto dall'allevamento allo stato attuale e allo stato di progetto. Viaggi anno Tipologia tra- Mezzo di tra- Viaggi anno Km previsti stato di pro- sporto sporto stato di fatto viaggio a/r getto Pulcini Furgone 2 2 150 Mangime Autotreno 100 100 165 Tacchini Autotreno 70 70 104 Pollina Autotreno 16 16 122 Carcasse Motrice 2 2 100 Veterinario Auto 20 20 40 Rifiuti Autocarro 1 1 100 Gas Motrice 18 18 140 Tabella 5: traffico indotto stato di fatto e di progetto Considerando una media di 300 giorni lavorativi all'anno l'incidenza giornaliera dei trasporti indotti dall'attività (che non subiranno variazioni tra lo stato di fat- to e di progetto) è di 0,76 mezzi giorno. Tale quantità può essere ritenuta inin- fluente rispetto alle matrici ambientali possibili di valutazione (studio del traffi- co, emissioni in atmosfera ed emissioni acustiche) e ampiamente supportata dalla rete viaria interna all'azienda e di connessione alla rete provinciale e di 40
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 tangenziali della provincia di Verona. Si riportano di seguito i tragitti effettuati per i principali spostamenti del traffico indotto dall'allevamento. Figura 20: Tragitto camion pollina verso Rivoli Veronese (Italpollina) Figura 21: Tragitto camion mangime verso Ospedaletto Euganeo (Veronesi) 41
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Figura 22: Tragitto camion macello verso Nogarole Rocca (AIA) 8.4 Impianti 8.4.1 Distribuzione di acqua L’approvvigionamento idrico avviene con acqua della rete comunale che viene immessa nell’impianto di distribuzione. I capannoni esistenti sono già dotati di una/due vasche di accumulo d’acqua per il dosaggio e la distribuzione di solu- zioni medicamentose. L’acqua arriva agli animali attraverso un sistema di linee di abbeveraggio a goccia. Ogni capannone in progetto sarà dotato come per i capannoni esistenti, che attualmente sono forniti di ugelli e tazzine da tacchini, di un sistema di abbeveratoi a goccia muniti di tazze antispreco, di un riduttore di pressione e di uno sfiato finale. L’impianto è dotato di regolatore di pressio- ne in grado di modulare il dosaggio, oltre ad un conta-litri con indicatore di consumo. L’erogazione dell’acqua avviene con la pressione esercitata dal becco dell’animale su una piccola valvola, sotto la quale è sospesa una tazzina salva goccia che evita la dispersione dell’acqua non utilizzata dall’animale assicuran- do il mantenimento di una lettiera asciutta. L’altezza della linea dove sono di- sposte le tazzine, dipende dall’età e dalle dimensioni degli animale e può esse- re completamente sollevata a fine ciclo per svuotare e pulire agevolmente i ca- 42
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 pannoni. Per un corretto funzionamento dell’impianto nel tempo è necessario effettuare le operazioni di pulizia a fine ciclo per eliminare possibili sostanze come batteri, alghe, residui di trattamenti e calcare dalle tubazioni e dalle nip- ple (tazzina); la pulizia si esegue riempiendo le tubazioni con una adeguata so- luzione, lasciando agire per almeno 1-3 ore, lavando con acqua pulita e muo- vendo i nipples per liberarli da eventuali residui, pulendo gli sfiati e i filtri e controllando il livello di pressione. Le soluzioni utilizzate per queste operazioni possono essere a base di cloro e acido acetico. 8.4.2 Distribuzione di mangime Il mangime viene trasportato da una coclea dal silos all’interno dei capannoni; vengono così riempite delle tramogge dalle quali partono le spirali che riempio- no le mangiatoie lungo il capannone. Sono previste 2 linee di mangiatoie per ricovero e il dimensionamento dei silos è studiato in funzione delle necessità a- limentari dell'impianto zootecnico. Il trasferimento del mangime dal camion al silos avviene tramite coclea in un tempo di circa 15 minuti. 8.4.3 Illuminazione L’impianto di illuminazione sarà composto da led o a luci al neon a basso con- sumo posizionati all’interno dei capannoni e controllati da un quadro centrale posto nel locale servizi. Durante le ore diurne il livello di intensità luminosa all’interno dei ricoveri è assicurato dalla luce naturale che passa dalle finestre. 8.4.4 Ventilazione La ventilazione dei ricoveri avviene in modalità mista naturale-forzata. La ven- tilazione naturale utilizza le finestrature a ghigliottina e degli agitatori interni, mentre la ventilazione forzata è garantita da estrattori di depressione posti a muro dei capannoni tutti dotati di cuffie deviatrici di flusso. In linea generale gli estrattori in depressione funzionano quasi esclusivamente nel periodo inverna- le, mentre nelle restanti stagioni viene utilizzata la ventilazione naturale con 43
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 l'ausilio degli agitatori interni all'occorrenza. La gestione della ventilazione è comandata da una centralina elettronica e da più sonde distribuite sui lati del capannoni che danno impulso per azionare i diversi tipi di ventilazione. Di seguito è riportato uno schema degli estrattori in depressione a parete pre- senti allo stato di fatto e allo stato di progetto. Stato di fatto Capannone Ventole n. 1 2 2 2 3 2 4 2 5 2 6 0 Tot. 10 Tabella 6: ventilazione allo stato attuale Stato di progetto Capannone Ventole n. 1 2 2 2 3 2 4 2 7 4 Tot. 12 Tabella 7: ventilazione allo stato di progetto 8.4.5 Riscaldamento Il riscaldamento dei ricoveri viene assicurato da lampade radianti a Gpl. Il Gas Propano Liquido è stoccato in serbatoi interrati regolarmente approvati dal Comando dei Vigili del Fuoco di Verona per mezzo di un Certificato Prevenzione Incendi (CPI). 44
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 8.4.6 Generatore di corrente Per far fronte a possibili interruzioni di corrente elettriche, l’allevamento è do- tato di gruppo elettrogeno con avvio automatico/manuale di potenza elettrica nominale pari a 60 - 80 Kw che garantisce la continuità di funzionamento di tutti gli impianti presenti. Il gruppo elettrogeno è situato all’interno di un locale apposito. 8.4.7 Sistema di allarme L’allevamento è dotato di un sistema di allarme che garantisce un controllo continuo sui parametri fondamentali e consente agli operatori di intervenire prontamente per risolvere le anomalie che possono verificarsi durante il ciclo produttivo. In caso di malfunzionamento e/o anomalie l’allarme viene inviato al telefono cellulare del titolare, tramite combinatore telefonico, qualora: - Manca la tensione al quadro generale - Interviene la protezione dei magnetotermini/differenziali - I valori di temperatura minima e massima superano i valori impostati In caso di mancanza di energia elettrica, in aggiunta all’allarme telefonico, in- terviene lo sgancio automatico delle finestre con la loro apertura e l’attivazione del gruppo elettrogeno con avvio automatico. 8.4.8 Deposito animali morti Gli operatori visitano, almeno una volta al giorno, il ricovero controllando la vi- talità degli animali, raccolgono i capi deceduti e li inseriscono nella cella frigo, quindi registrano l’evento. La cella frigo viene svuotata ad ogni fine ciclo da una ditta specializzata che li trasporta presso un impianto di smaltimento auto- rizzato. 45
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 8.5 Potenzialità dell'allevamento La potenzialità totale dell’allevamento è da distinguersi tra allevamento di tac- chini maschi o tacchini femmine e quindi si è scelto di indicare entrambe le ti- pologie produttive possibili per lo stato di fatto (ante intervento) e lo stato di progetto (post intervento). Potenzialità allo stato di fatto 18.658 capi tacchini maschi per ciclo produttivo 36.234 capi tacchini femmine per ciclo produttivo Potenzialità allo stato di progetto 18.985 capi tacchini maschi per ciclo produttivo 36.870 capi tacchini femmine per ciclo produttivo Di seguito i prospetti di calcolo. Tabella 8: potenzialità dello stato di fatto 46
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Tabella 9: potenzialità dello stato di progetto 8.6 Produzione di pollina e azoto La tipologia costruttiva dell’allevamento avicolo in esame comporta la produ- zione di reflui sotto forma di pollina costituita da deiezioni, acqua, penne, e dal materiale di lettiera (trucioli, segatura, fibra di cocco ecc.). Al termine di ogni ciclo produttivo la pollina viene asportata dai capannoni mediante l’impiego di una pala meccanica, caricata su camion di ditte specializzate ed inviata in toto a centri di trasformazione autorizzati. Non vengono prodotti liquami. Per la quantificazione della pollina prodotta in azienda, si fa riferimento al De- creto Ministeriale 7 aprile 2006 e smi e alla normativa regionale che ha recepi- to tale decreto. Considerata la presenza media dell’allevamento nella situazione ante interven- to le produzioni di pollina e azoto calcolate ai sensi della DM 5046 del 25/02/2016 è pari a: 724 m3 di pollina e 13.758 kg N per tacchini maschi 721 m3 di pollina e 13.700 kg N per tacchini femmine Nella situazione post intervento le produzioni di pollina e azoto calcolate saran- no: 47
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 737 m3 di pollina e 14.000 kg N per tacchini maschi 734 m3 di pollina e 13.941 kg N per tacchini femmine 8.7 Gestione della pollina La pollina viene ritirata da ditte specializzate e inviata ad impianti di tratta- mento autorizzati. 8.8 Riferimento alla normativa sulla valutazione di impatto ambientale L’Allegato III della parte II del D. Lgs 152/2006 e s. mm. e ii alla lettera ac) recita che gli impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di: - 85.000 posti per polli da ingrasso, 60.000 posti per galline; - 3.000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o - 900 posti per scrofe sono sottoposti alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. L’Allegato IV della parte II del D. Lgs 152/2006 e s. mm. e ii alla lettera 1 c) recita che sono sottoposti alla procedura di Verifica di Assoggettabilità (ve- rifica attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se progetti possono avere un impatto significativo e negativo sull'ambiente e devono essere sottoposti alla fase di valutazione secondo le disposizioni del D. Lgs. 152/2006): 1c_Agricoltura: impianti per l'allevamento intensivo di animali il cui numero complessivo di capi sia maggiore di quello derivante dal seguente rapporto: 40 quintali di peso vivo di animali per ettaro di terreno funzionalmente asservito all'allevamento. Il D.M. 52 del 30/03/2015 determina che per interventi ricadenti in alcune aree sensibili il rapporto dei 40 q.li/pv per ettaro si dimezza a 20 q.li/peso vivo per ettaro. Il caso in esame ricade nella fattispecie di area sensibile quali le zone 48
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunita- ria sono già stati superati. La superficie totale in conduzione all’Az. Agr. Bombieri Nicola è pari a ha 27.03.62 di cui la superficie agricola utilizzabile e funzionalmente asservita all’allevamento è pari a ha 6.92.70 coltivata a prato e a ciliegeto per ha 0.19.19. Il calcolo del numero di capi potenziali (peso vivo medio 9 kg) dell' azienda a- gricola Bombieri Nicola, rispettando il rapporto di 20 q.li (2.000 kg) di peso vi- vo per ettaro di superficie utile funzionalmente asservita all’allevamento previ- sto dal D. Lgs. 152/2006 e dal D.M. 52 del 30/03/2015, è il seguente: N. capi per rispettare il rapporto di 20 q.li di p.v./ha 2000 kg/ha x 6.92.70 ha = 1.539 capi 9 kg Quindi il limite di numero di capi oltre il quale il progetto deve essere sottopo- sto a Verifica di Assoggettabilità a VIA è 1.539 capi. Il numero di capi potenzialmente allevabili (18.985c api tacchini maschi o 36.870 capi tacchini femmine per ciclo produttivo) è maggiore del numero di capi allevabili rispettando il rapporto dei 20 q.li/ha previsto dal D. Lgs. 152/2006 e dal D.M. 52 del 30/03/2015 (1539 capi). Quindi il progetto in esa- me deve essere sottoposto a Verifica di Assoggettabilità a VIA come da L’Allegato IV della parte II del D. Lgs 152/2006 e s. mm. e ii alla lettera 1 c). 8.9 Classificazione allevamento L’allevamento ai sensi della L.R. 11 2004 è considerato intensivo in quanto non soddisfa il parametro dei 40 quintali peso vivo per ha. La lett. D punto 5 della .R. 11/2004 modificata dalla DGR 856/2012 indica le modalità di classificazione dell’allevamento sulle quali si basano i calcoli delle distanze del perimetro dell’allevamento verso: 49
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 - Confini - Case sparse - Case concentrate - Limiti zona agricola In tale paragrafo si calcola il peso vivo medio utilizzando il dato della presenza potenziale, sia per lo scenario di allevamento di tacchini maschi che di tacchini femmine, ante e post intervento. Il peso vivo medio si calcola tenendo in considerazione il numero dei cicli, la durata del ciclo, i vuoti sanitari e il coefficiente di vivibilità (1-%mortalità). La formula del peso vivo medio è così descritta: peso vivo medio totale: peso vivo medio capo (Kg) x durata ciclo /365 x n. cicli annui x coefficiente vivibilità. La Tabella 8 a pag. 46 e la Tabella 9 a pag. 47 riportano i calcoli del peso vivo medio dei tacchini maschi e femmine allo stato di fatto e quello di progetto. Il peso vivo medio totale dell’allevamento allo stato di fatto è, sia nel caso di tacchini maschi che nel caso di tacchini femmina, sempre al di sotto di 120 t. Quindi, ai sensi della DGR 856/2012, l’allevamento ante intervento è da consi- derarsi in CLASSE SECONDA. Il peso vivo medio totale dell’allevamento allo stato di progetto rimane, sia nel caso di allevamento di maschi che di femmine, sempre al di sotto delle 120 t. quale limite della classe seconda ai sensi della DGR 856/2012. Quindi anche nello scenario dello stato di progetto l’allevamento ricade in CLASSE SECONDA. 50
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 Il calcolo del punteggio ai sensi della 856/2012 si basa sui sistemi di ventila- zione, sistemi di stabulazione e sulla gestione degli effluenti e nel caso in esa- me sia allo stato di fatto che di progetto il risultato del punteggio è 20: - ottimizzazione dell’isolamento termico e della ventilazione (anche artifi- ciale) + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi antispreco PUNTI 10 - ventilazione naturale; agitatori d’aria interni PUNTI 10 - Assenza dell’utilizzo della concimaia in quanto venduto tutto l’effluente PUNTI 0 TOTALE PUNTI 20 La norma prevede che per la costruzione di allevamenti zootecnici intensivi ri- cadenti in classe II e aventi punteggio compreso tra 0-30 punti le distanze da rispettare siano le seguenti: - Dalle residenze civili sparse m. 100 - Dalle residenze civili concentrate (centri abitati) m. 200 - Dai confini della zona agricola m. 200 - Dai confini di proprietà m. 20 L’allevamento avicolo POST INTERVENTO in particolare disterà: - Da residenze civili sparse: m 165 - Dal limite zona agricola: m 210 - Da residenze civili concentrate: 370 m - Dai confini di proprietà: 10 m* 51
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 *La distanza dai confini di proprietà è al di sotto del limite previsto dalla DGR 856/2012 e solamente dai capannoni esistenti. Nel caso specifico l’unica di- stanza dai confini che non viene rispettata è quella con il Vajo Quaviva che ri- sulta essere di proprietà demaniale. La presente pratica di screening di Via sa- rà inoltrata anche agli uffici della Regione Veneto, in particolare Genio Civile di Verona e Servizi Forestali di Verona, al fine di verificare eventuali criticità nel mancato rispetto delle distanze dettate dalla DGR 856/2012. Per una visone di dettaglio si rimanda agli elaborati grafici del geom. laur. Pao- lo Melchiori. 8.10 Riferimento alla normativa IPPC L’allevamento ha una potenzialità di allevare sotto la soglia dei 40.000 capi. Con l'intervento proposto la potenzialità massima dell’allevamento non supera la soglia dei 40.000 capi imposta dalla normativa AIA (Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59). Il dato tuttavia supera la soglia minima di 14.000 tacchini femmina relativa alla "Autorizzazione di carattere generale" per allevamenti zootecnici effettuati in ambienti confinati Art. 272 comma 2, D.Lgs n. 152/2006 DGR N. 1299 del 3 luglio 2012. Prima del primo accasamento verrà aggiornata la pratica di “Auto- rizzazione di carattere generale” già presentata presso gli uffici del Settore Ambiente della Provincia di Verona per l’allevamento esistente. 8.11 Riferimento alla normativa sul benessere animale Il Decreto Legislativo 26 Marzo 2001 n. 146 è il riferimento per “Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamen- ti”: Art. 2 Norme per l’allevamento degli animali: - comma 1: Il proprietario o il custode ovvero il detentore deve: a) adottare misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e affinche' non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili; b) allevare e custodi- 52
Azienda Agricola Bombieri Nicola 27 giugno 2019 re gli animali diversi dai pesci, rettili e anfibi, in conformità alle disposizioni di cui all'allegato. Allegato I previsto dall'art. 2, comma 1, lettera b) 1. Gli animali sono accuditi da un numero sufficiente di addetti aventi adeguate capacità, conoscenze e competenze professionali (nell’ottobre 2014 il rappre- sentante legale ha seguito un corso sul benessere animale negli allevamenti tenuto da un veterinario dell’ULSS 20 di Verona) 2. Tutti gli animali tenuti in sistemi di allevamento, il cui benessere richieda un'assistenza frequente dell'uomo, sono ispezionati almeno una volta al giorno. Gli animali allevati o custoditi in altri sistemi sono ispezionati a intervalli suffi- cienti al fine di evitare loro sofferenze. 3. Per consentire l'ispezione completa degli animali in qualsiasi momento, deve essere disponibile un'adeguata illuminazione fissa o mobile. 4. Gli animali malati o feriti devono ricevere immediatamente un trattamento appropriato e, qualora un animale non reagisca alle cure in questione, deve es- sere consultato un medico veterinario. Ove necessario gli animali malati o feriti vengono isolati in appositi locali muniti, se del caso, di lettiere asciutte o con- fortevoli. (E’ presente un box apposito di infermeria all’interno del ricovero). 8.12 Utilizzo di MTD/BAT Di seguito si esplica quali migliori tecniche disponibili l'azienda utilizzerà in ba- se alla Decisione Ce 2017/302 del 15 febbraio 2017. Per ogni BAT la Decisione di cui sopra indica di scegliere una opzione oppure una combinazione tra più opzioni per soddisfare il requisito richiesto perché un sistema possa essere considerato BAT. - BAT 1 Sistemi di gestione ambientale - Si adotterà un sistema di certificazione Quality System (QS). 53
Puoi anche leggere