ASSOCIAZIONE XXX OTTOBRE - TRIESTE SEZIONE DEL CLUB ALPINO ITALIANO
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1 ASSOCIAZIONE XXX OTTOBRE – TRIESTE SEZIONE DEL CLUB ALPINO ITALIANO Commissione TAM – Tutela Ambiente Montano 21° Corso anno 2022 Domenica 12 giugno 2022 EL SASS de SAN BELIN Non molto conosciuto, ma avvolto da un certo qual fascino di mistero, el Sass de San Belin, un monolite calcareo che domina la pianura isontina. si trova vicino a Fogliano di Redipuglia. Il programma prevede un’inversione di percorso visto che si utilizzerà il treno per raggiungere la stazione di Sagrado. Arrivati alla stazione di Sagrado percorreremo un tratto di strada asfaltata fino ad arrivare all’inizio del sentiero CAI 76, sentiero agevole che ci condurrà alla Chiesa di Santa Maria in Monte, con la possibilità di visitarla. La chiesetta votiva di Santa Maria in Monte, sorta nel 1521 sulle preesistenti strutture del Forte di Fogliano, per volere di Teodoro del Borgo, comandante dei balestrieri a cavallo della Repubblica di Venezia. Al suo interno pregevoli dipinti anche di autori isontini. A fianco il piccolo cimitero dei Cosolo, di origine veneziana, in direzione del borgo del Cornat, con lapidi addossate alle pareti della chiesa, con incise interessanti storie della famiglia e la cappella privata della famiglia. Terminata la visita, con un percorso a ritroso ci dirigeremo verso il sentiero che conduce al Sass de San Belin. A proposito del Sass, sono proprio le cose che non si sanno ad acuire il senso di mistero che lo circonda; questo monolite - el Sass che in dialetto bisiaco significa enorme masso, anche se qualcuno sostiene che in passato ha assunto nomi diversi -affonda le sue radici anche nella storia di Aquileia. San Bellino o Sanbelin rimanda infatti alla principale divinità aquileiese -sino al VI secolo d.C.-. il dio Beleno, di origine orientale, poi adottato dai Celti ( possibile che utilizzassero quel sito per i loro rituali) come dio del sole e della luce, ma anche legato all’acqua, alle terme, alla rinascita, alla medicina e all’oracolo; i Romani lo identificarono con Apollo, dio della conoscenza, e nella fondazione della
2 colonia di Aquileia nel 181 a.C., diedero vita a un melting pot- per mutuare un termine moderno- di culture e fedi, vista la strategica posizione geografica, tanto che il culto aquileiese di San Giovanni Battista, può forse essere considerato una derivazione di quello del dio celtico. Una ipotesi sulla genesi del monolite come lo vediamo ora, considerata però poco credibile, è quella formulata dallo storico Giorgio Geromet, che riteneva uno scalpellino aquileiese lo scultore della roccia con le fattezze ben note. Nell’area friulveneta il dio Beleno è stato più volte identificato, come dio della luce e dell’acqua, e testimoniato da 54 epigrafi scoperte ad Aquileia, a Barbana, nella Laguna di Grado, a Concordia e a Zuglio in Carnia. Si pensi all’analogia con il nome Belluno, la cui antica traduzione è “Città Splendente”, con riferimento non solo alla divinità celtica Beleno, dio del Sole, ma anche alle acque che la attraversano. Incerta insomma l’ origine di questo poderoso masso calcareo in un luogo intriso di narrazioni magiche, occultato alla vista dalla vegetazione rigogliosa, di diavoli e streghe impegnati in rituali sabbatici e orgiastici e qualcuno ipotizza anche la presenza di pirati e tesori, perché nelle sue vicinanze si troverebbe la caverna segreta col tesoro del “pirata” Musmezzi, trafugato nel 1877 da palazzo De Calice di Farra d’Isonzo, mentre altre voci del coro ritengono che un vecchio pastore sloveno si arrampicasse sul masso per controllare dall’alto le sue bestie, e al tempo stesso rabbonisse Beleno sacrificandogli un agnello a primavera. Verosimile la collocazione in una fenomenologia carsica, un vero geosito di squisito interesse naturalistico, come scopriremo, anziché un’ara sacrificale dedicata al dio Beleno, come si diceva, ma ciò che suggestiona il visitatore è il doppio volto che si intuisce nel masso: sul lato orientale quello del dio Beleno, su quello occidentale una donna velata, considerata una divinità protettrice delle messi, custode della fertilità dei campi e degli animali da allevamento. Possibile luogo di riti sacrificali pagani, vista la presenza di una vasca di raccolta del sangue delle vittime di grossi animali, secondo alcuni, e interessante la presenza di una canaletta di scolo scolpita in modo tale da non far scorrere il sangue direttamente sul volto della divinità, facendolo colare lateralmente e dietro, ma sembra più verosimile l’ipotesi che si tratti di fenomeni carsici di corrosione( visto che sono presenti, e ben visibili, tutte le forme di corrosione superficiali classiche); infatti la vasca viene comunemente riconosciuta come kamenitza, un fenomeno carsico del tutto naturale circondata da numerosi e ben evidenti Rillenkarren (scannellature) e Rinnenkarren o Wandkarren (solchi) Oggi la vegetazione selvaggia è stata sistemata in modo da rendere agevole il passaggio e visibile sia l’altare che percorribile il sentiero di circa mezzo chilometro; la ristrutturazione dell’intera area è stata fortemente voluta dallo storico Giorgio Geromet, accolta con entusiasmo dal sindaco di Fogliano Antonio
3 Calligaris, che grazie all’intervento della Protezione civile e dalla Forestale è stata resa possibile, ma il cuore dell’intervento, cioè l’agibilità del sentiero e la rimozione delle sterpaglie è stato condotto con più di 2000 ore di lavoro dai cugini Luciano e Claudio Visintin ( Cianela il Custode), che da bambino amava arrampicarsi (bouldering ante litteram?). Se vogliamo però continuare a stupirci con un florilegio di leggende, legate soprattutto alla strana geometria carsica che in questi spazi si è divertita a mostrarsi in un polimorfismo di forme, tutte a loro modo suggestive e fonte di stimolo per la fantasia leggiamo quanto scrisse, lo storico Carlo Luigi Bozzi: una specie di ara alta circa 3 metri, con un ripiano sopra a modo di rozza mensa d’altare, dove la pietra sembra egregiamente squadrata e ricavata da un masso calcareo più grande, strapiombante su un semicerchio di pietrame di minor mole che dà l’idea di una platea appositamente allestita per una piccola folla di spettatori. Poi, come sempre, più di qualcuno temeva che le genti del luogo si recassero al Sass del belin per adorare dei pagani e così nacque una storia fatta ad hoc probabilmente per impaurire eventuali idolatri: Giuseppe si innamorò della bella Marietta, che in realtà era una strega dedita a riti misteriosi nel sito incriminato e finì per ucciderlo. Un’altra visione è quella fornita da Sergio Vittori, uno storico, che sostiene la presenza di un altare dedicato a Beleno fin dai tempi più remoti, culla di manifestazioni orgiastiche e sataniche…ma forse le cose più normali sono quelle semplici, pragmatiche e per questo credibili. A ognuno godersi questo spazio all’aperto, arricchendolo di suggestioni e fantasie, ma quello che è certo è che – me l’ha detto più di qualcuno- sostando tra quelle rocce si viene pervasi da energia positiva e questo fatto è testimoniato dalle numerose dediche che i visitatori, probabilmente ispirati da tale atmosfera, lasciano in una cassettina apposita. Al termine seguiremo il sentiero, che si percorre in breve tempo, costeggiato da muretti in pietra del Carso, così l’anfiteatro abbellito da aiuole fiorite costruito da Luciano Visintin (Cianela) e suo cugino, che l’hanno progettato per eventi e manifestazioni. Visibili i resti di trincee della Prima Guerra Mondiale. Svolteremo a destra per raggiungere Fogliano. (testo e immagini a cura di Gabriella Pison)
4 IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA - indicazioni e orari: Ricordarsi di acquistare i biglietti del treno Trieste-Sagrado A/R Ritrovo dei partecipanti in atrio della Stazione Centrale ore 8:40 Partenza con treno regionale ore 8:58. Arrivo alla fermata di Sagrado alle ore 9:31. Ritorno con treno regionale da Sagrado alle ore 15:50 e arrivo a Trieste alle ore 16:32 È previsto un ristoro presso l’agriturismo Il Giardino Segreto a Fogliano. Direttori di escursione: Saverio Camporeale e Renato Spadaro. Quote di partecipazione: - per i soci CAITAM-CRUT: euro 5. - per i non soci euro 10 + 12 euro per assicurazione infortuni obbligatoria. - In caso di rinuncia la quota versata non sarà restituita. Iscrizioni: Dal 7 giugno al 9 giugno, escluso il mercoledì (giorno di chiusura della sede) nella sede dell'associazione XXX ottobre via Battisti, 22 con orario dalle 17:30 alle 19:00 e tramite SMS al tel. 3313238786. Prossime iniziative: 21 giugno: conferenza Dott. Andrea Colla: tra gamberi e insetti - futuro – clima 26 giugno: escursione nel territorio di Skocjan e dintorni – Dott. Andrea Stampato da Legatoria Romano & Cartabianca Via Giulia 25/c- Trieste
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