APPROCCI E STRATEGIE DI NEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ...

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APPROCCI E STRATEGIE DI NEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ...
APPROCCI E STRATEGIE DI
    EDUCAZIONE TRA PARI (peer education)
NEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI
     DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI
  PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI
         FAVOREVOLI ALLA SALUTE.

           Indirizzi metodologici

               Ottobre 2020
APPROCCI E STRATEGIE DI NEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ...
APPROCCI E STRATEGIE DI EDUCAZIONE TRA PARI (peer education) NEI
PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI
PROMOZIONE DI STILI DI VITA FAVOREVOLI ALLA SALUTE.
INDIRIZZI METODOLOGICI

Regione Lombardia
DG Welfare - UO Prevenzione
Struttura Stili di vita per la prevenzione - Promozione della salute - Screening
Ottobre 2020

________________________________________________________________________

Questo documento raccoglie la sintesi di ricerche e approfondimenti sollecitati dal lavoro di
gruppo tra professionisti dei Servizi di Promozione della Salute delle ATS lombarde, realizzato
nell’ambito del percorso regionale di Formazione sul Campo (Polis – AFSSL ID 19020 - 2019)
“APPROCCI E STRATEGIE DI PEER EDUCATION IN LOMBARDIA”

Si ringraziano i componenti del gruppo di lavoro:

Giuseppina Barcellini; Manuela Barozzi; Barbara Bazzani; M. Stefania Bellesi; Irene Benaglio;

Elena Bertolini; Elena Bianchera; Luca Biffi; Sandro Brasca; Enrica Breda; Marco Caprioglio;

Corrado Celata; Laura Corsico; Simona Covizzi; Chiara Davini; Nicoletta Devecchi; Valter

Drusetta; Paola Duregon; Lucia Emma Fontana; Marco Gandolfi; Paola Ghidini; Giusi Gelmi;

Nicola Iannaccone; Guendalina Locatelli; Alessandra Maffioletti; Giuliana Amelia Mazzoleri;

Gloria Molinari; Ornella Perego; Camilla Pirotta; Giuliana Rocca; Nina Saarinen; Fabio Santini;

Angelo Valli; Lorella Vicari

A cura di Corrado Celata, Liliana Coppola, Giuseppina Gelmi, Claudia Lobascio, Guendalina
Locatelli, Simona Olivadoti, Lucia Pirrone

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Foto in copertina: “Healty Hugs 2018 La forza delle relazioni: tempo e cura 2.0” - Evento
Educapari 2018 – ATS Milano Città Metropolitana

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APPROCCI E STRATEGIE DI NEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ...
1. INTRODUZIONE

La Peer Education, o Educazione tra Pari, è una metodologia educativa che si basa su un
processo di trasmissione di conoscenze ed esperienze tra i membri di un gruppo di pari, all'interno
di un piano che prevede finalità, tempi, modi, ruoli e strumenti ben definiti.
L'idea alla base dell'Educazione tra Pari è che i “laici”, rispetto ai professionisti sanitari, siano nella
posizione migliore per incoraggiare un comportamento sano l'uno con l'altro, tra persone “pari”,
cioè che condividono background sociali o esperienze di vita simili.
È infatti dimostrato che attraverso l’interazione tra pari è più facile modificare conoscenze,
atteggiamenti, credenze12 e introdurre nuovi comportamenti in una direzione più sana3 . In tale
processo il ruolo dei professionisti sanitari è quello di supportare i membri della comunità di
riferimento nel promuovere il cambiamento a favore della salute tra i loro pari (e in loro stessi).

L’Educazione tra Pari rappresenta anche un efficace strumento per orientare gli interventi di
prevenzione in termini di equità. È infatti noto che molto spesso sono le persone con più risorse
(economiche, relazionali, culturali ecc.) ad usufruire in misura maggiore dei programmi di
prevenzione e promozione della salute, rispetto a gruppi di popolazione con bisogni di salute più
consistenti (spesso si tratta di soggetti particolarmente fragili e vulnerabili) ma più difficilmente
ingaggiabili/raggiungibili (bassa literacy, isolamento, tradizioni culturali, gruppi sociali, pregiudizi,
ecc.). Quando questo succede l’”effetto netto” degli interventi, paradossalmente, è di aumentare le
disuguaglianze in salute, anziché ridurle. Per questo è possibile e doveroso attivare, fin dalle fasi di
programmazione, strategie (equity audit) per ovviare a questo rischio e per monitorare l’effetto e le
ricadute dei programmi e degli interventi messi in campo4. In questo contesto l’Educazione tra Pari
rappresenta quindi uno strumento ideale per diminuire gli effetti della vulnerabilità dovuta alle
disuguaglianze in quanto interviene sull’incremento di competenze sulla salute. Infatti, l’attivazione
del ruolo educativo “tra pari” in rappresentanti di gruppi sociali svantaggiati (che con loro
condividono esperienze, valori e linguaggi, ...) può rappresentare un “ponte” efficace per portare

1
  “The Precede-Proceed Model of Health Program Planning & Evaluation” http://www.lgreen.net/precede.htm
2
  Alessandra Suglia, Dors, “Un modello di progettazione ever…Green” https://www.dors.it/page.php?idarticolo=2895
3
  Lorthios-Guilledroit et al., 2018; Turner G, Shepherd J. A method in search of a theory: peer education and health promotion. Health
Educ Res 1999; 14, 235–47.
4
  Regione Lombardia, “Contrastare le diseguaglianze e promuovere equità nei programmi di prevenzione: strumenti, pratiche e alleanze
dell’esperienza lombarda”, Guerini e Associati 2018 https://www.promozionesalute.regione.lombardia.it/wps/portal/site/promozione-
salute/dettaglioredazionale/temi/equita/equita

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APPROCCI E STRATEGIE DI NEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI E DI PROMOZIONE DI STILI DI VITA E AMBIENTI FAVOREVOLI ...
all’interno di queste comunità messaggi di salute che diventano accettabili e credibili, migliorando
le condizioni di salute dell’intero gruppo5.

                        (Fonte: Progetto CCM ≪Equity Audit nei piani regionali di prevenzione in Italia ≫)

È quindi evidente il valore di questa metodologia applicata ai processi di prevenzione e
promozione della salute: favorisce engagement ed empowerment individuale e di comunità
attraverso il pieno coinvolgimento dei destinatari, contestualmente incrementa l’acquisizione
consapevole e competente di informazioni, valori e comportamenti sulla salute (health literacy) e
può contribuire alla riduzione delle disuguaglianze di salute.

Nell’ambito della programmazione regionale nell’area della prevenzione dei fattori di rischio
comportamentali e della promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute, l’Educazione tra
Pari è quindi una metodologia raccomandata e adottata da tutte le ATS, attualmente in prevalenza
nel setting scolastico, come emerge dai dati rilevati dalla Survey regionale “Stili di vita – 2019”,
illustrati nella tabella seguente.

                                                     Anno scolastico 2018-2019
                          ATS                     N. Peer formati       N. studenti coinvolti
                          Bergamo                           53                     1.125
                          Brescia                          588                     4.732
                          Brianza                          100                     9.500
                          Insubria                         120                     2.620
                          Milano                           843                    12.349
                          Montagna                          61                     1.037
                          Pavia                            150                       250
                          Val Padana                       220                     1.171
                          TOTALE                          2.135                   32.784

5Webel, A.R., Okonsky, J., Trompeta, J., and Holzemer, W.L. (2010) A Systematic Review of the Effectiveness of Peer-Based. Interventions on Health-
Related Behaviors in Adults. American Journal of Public Health, 100, 2, pp 247-253.

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Come emerge dai dati di letteratura presenti nei capitoli successivi, l’appropriatezza dell’impianto
metodologico di un intervento di Peer Education è determinante nel garantirne l’efficacia, per
questo, in coerenza con le azioni previste dal Piano regionale di Prevenzione 2015 – 2019 e sulla
base del confronto tra ATS nell’ambito del percorso di percorso regionale di Formazione sul
Campo “Approcci e strategie di peer education in Lombardia” (Polis – AFSSL ID 19020 – 2019), è
maturata l’esigenza di rendere disponibile un documento di orientamento metodologico per i
professionisti sanitari e sociosanitari chiamati alla programmazione partecipata con i diversi settori
interni ed esterni al SSR (Scuola, Comunità locale, Servizi, ecc.).

Gli indirizzi metodologici declinati nel presente documento rappresentano pertanto un importante
strumento di lavoro per lo sviluppo di interventi di Educazione tra Pari efficaci e sostenibili
nell’ambito della nuova programmazione regionale, prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione
2020 – 2025, con particolare riferimento ai seguenti Programmi Predefiniti: PP1. “Scuole che
Promuovono Salute”, PP2. “Comunità Attive”, PP3. “Luoghi di Lavoro che Promuovono Salute” e
PP4. “Dipendenze”.

Peer Education ed emergenza COVID
Per garantire la piena attuazione delle norme di comportamento richieste per prevenire la
diffusione del virus, il contatto ravvicinato e lo scambio di studenti tra le classi a scuola, pilastri
dell’approccio peer, non possono naturalmente essere attuati.
Nonostante ciò i mesi di lockdown sono stati per le ATS una utile palestra per lavorare a distanza
con gli Educatori tra Pari già formati e per sperimentare la diffusione di informazioni tra pari,
attraverso i social, in merito ai comportamenti da adottare per proteggere se stessi e gli altri,
riducendo il rischio di potenziali contagi. I ragazzi sono stati ingaggiati con successo e hanno
risposto positivamente alle indicazioni proposte dalle ATS, mettendo a disposizione la loro naturale
dimestichezza con i canali più innovativi di comunicazione e la loro rete di contatti per veicolare
messaggi di salute.
L’attuale vincolo può essere quindi considerato anche una opportunità sia per sperimentare,
d’intesa con le Scuole, modalità di formazione “a distanza” degli Educatori, sia per implementare
l’uso dei social media come mezzo per la trasmissione di messaggi di salute finalizzati a sostenere
competenze e consapevolezze per l’adozione/cambiamento di comportamenti in modo stabile e
duraturo.

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2. DEFINIZIONI

2.1 Approccio peer
Con l’espressione “approccio peer” si fa riferimento a un approccio partecipativo di insegnamento
e apprendimento in cui alcune persone sensibilizzano altri simili a loro (per stato sociale o gruppo
di appartenenza) rispetto a determinate tematiche6. Il concetto principale che sottende questo
approccio è che la credibilità e la fiducia riposte in chi è simile può facilitare la trasmissione di un
messaggio in grado di modificare conoscenze e comportamenti7 verso una direzione più sana. Si
tratta di un’ampia gamma di attività che include ad es. peer counselling, peer-led interventions,
peer health promotion ecc., all’interno della quale è possibile distinguere due categorie principali:
- i programmi di peer leadership all’interno dei quali alcuni i pari acquisiscono un ruolo di leader,
     dopo la partecipazione a percorsi di formazione in cui sono condivise con loro le motivazioni e
     gli obiettivi del loro stesso coinvolgimento attivo, oltre naturalmente a competenze e nozioni
     che trasmetteranno ai loro pari destinatari.
- i programmi di peer support, in cui i pari sono uguali e si supportano reciprocamente nel
     cambiare dei comportamenti (per esempio smettere di bere alcolici, accrescere la
     consapevolezza rispetto ai rischi del gioco d’azzardo) o nell’affrontare eventi traumatici o
     situazioni critiche (per esempio convivere con una malattia inabilitante, la gestione dei postumi
     psicologici per un’aggressione violenta, un lutto ecc.),
Le diverse tipologie di attività “tra pari” possono essere categorizzate anche in funzione della
relazione tra i “pari” stessi: un pari debitamente formato, infatti, può rivolgersi a un ampio gruppo di
pari (l’esempio più classico è a scuola) oppure può interagire all’interno di un rapporto diadico (per
esempio nel caso di un sostegno in seguito a malattie o eventi traumatici). Per chiarire
ulteriormente i diversi ruoli ricoperti da chi è coinvolto attivamente in un intervento peer, è utile
riprendere le principali definizioni presenti nella letteratura internazionale8:
- Educatore tra pari: colui che, dopo aver partecipato a un training, si rivolge ai suoi pari
     attraverso incontri formativi su temi specifici, utilizzando un modello e una metodologia
     predefiniti. L’Educatore tra pari non intrattiene, con i suoi pari, alcun tipo di relazione
     terapeutica. Questa è la tipologia di intervento “tra pari” approfondita in questo documento. Le
     altre sono:
- Peer counselor: chi attraverso competenze e strumenti concreti aiuta i propri pari a individuare
     e raggiungere obiettivi di salute e benessere
- Peer supporter: chi offre un supporto informale e non strutturato ai propri pari. Esempi possono
     essere, incoraggiare, rinforzare, fare una sorta di “coaching informale” e condividere
     esperienze personali,
- Peer facilitator: chi ha la responsabilità di facilitare le interazioni all’interno di un gruppo di pari
     (per esempio nei gruppi di discussione o nelle attività di team building) con lo scopo principale
     di creare o rafforzare relazioni tra gli individui e aiutarli a individuare e raggiungere risultati
     comuni
- Peer case manager: chi aiuta i propri pari ad accedere ai Servizi di cui hanno bisogno e
     mantiene le relazioni e il coordinamento tra gli attori in gioco.

6 Parkin, S., McKeganey, N. (2000). The Rise and Rise of Peer Education Approaches. Drugs: Education, Prevention and Policy, 7:3, 293-310
7 Newland, J., Treloar, C. (2013). Peer education for people who inject drugs in New South Wales: Advantages, unanticipated benefits and
challenges. Drugs: education, prevention and policy, 20(4): 304–311
8 Ramchand, R., Ahluwalia, SC., Xenakis, L., Apaydin, E., Raaen, L., Grimm, G. (2017). A systematic review of peer-supported interventions for health

promotion and disease prevention. Preventive Medicine, 101, 156-170.

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2.2 Educazione tra pari
Un programma di Educazione tra pari è un intervento che coinvolge alcune persone che, dopo uno
specifico percorso formativo, svolgono un’attività educativa nei confronti di gruppi di persone simili
a loro in termini di età, genere, esperienze ecc. Tale approccio nasce negli anni ’70, negli Stati
Uniti e si diffonde in Europa negli anni ’90, valorizzando modalità di apprendimento partecipative,
interattive e spontanee tra pari9. Di Cesare e Giammetta10 mettono in evidenza tre aspetti distintivi
dell’Educazione tra pari:
- l’esistenza di una qualche forma di parità tra chi educa e i destinatari a cui si rivolgono
- la partecipazione degli Educatori tra pari a una formazione specifica
- la ricaduta della formazione ricevuta dagli Educatori tra pari verso un gruppo di destinatari più
    ampio (a cura degli Educatori tra pari stessi).
L’elemento fondamentale su cui si basa è l’idea che chi svolge il ruolo di Educatore tra pari sia in
possesso dello stesso patrimonio linguistico, valoriale e rituale di colui/coloro a cui si rivolge. In
questo modo sarà percepito come fonte più credibile dai destinatari a cui si rivolge. La
comunicazione tra pari, infatti, risulta meno inibente o giudicante rispetto a quella con un esperto o
con un adulto. Programmi di questo tipo acquistano ulteriore forza in quanto i temi trattati nelle
sessioni formali possono essere ripresi in altri momenti informali, in cui i pari passano semplicemente
del tempo insieme11. In ambito scolastico, ad esempio, gli Educatori tra pari possono affrontare con i
loro amici gli stessi temi affrontati nelle sessioni dedicate, anche durante l’intervallo, mentre studiano
insieme o nelle occasioni in cui condividono i cosiddetti “contesti sociali naturali”12.Altri elementi che
caratterizzano questo approccio sono13 14 15 16:
- è versatile e può adattarsi facilmente a contesti e tematiche differenti,
- cerca di modificare il comportamento attraverso un processo educativo,
- sfrutta le dinamiche sociali già in atto in una comunità,
- può prevedere diverse metodologie di reclutamento degli Educatori tra pari, a seconda del
    setting
- richiede un investimento sugli Educatori tra pari sia in termini di formazione tecnica (le
    tematiche di salute) sia di sviluppo personale (competenze sociali, autoefficacia, abilità di
    comunicazione ecc.), fornisce agli Educatori tra pari una costante attività di monitoraggio e
    supervisione

9 Leone, L. Celata, C. (2006). Per una prevenzione efficace. Il Sole24 Ore, Milano.
10 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014). La peer education: questioni aperte. Psichiatria e Psicoterapia, 33, 2, 178-199.
11 Rickert, V.I., Jay, M.S., e Gottilieb, A. (1991). Effects of a peer-counseled AIDS education program on knowledge, attitude and satisfaction of

adolescents. Journal of Adolescent Health, 12, 38-43.
12 Di Cesare, G., e Giammetta, (op. cit)

13 Shiner, M. (1999). Defining peer education. Journal of Adolescence, 22, 555-566

14 Carr, R. (1994). Peer helping in Canada, Peer Counseling Journal, 11, 6-9.

15 Cowie, H., Wallace, P. (2000). Peer Support in Action: from by standing to Standing by. Sage Publications Inc.

16 Royal Society for Public Health. (2018). Report on the use and effectiveness of health peer education for young people in European countries, European

Youth Health Champions Project.
(https://network.streetgames.org/sites/default/files/European%2520Youth%2520Health%2520Champions%2520Research%2520Report.pdf – ultima
consultazione 06.07.2020)

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2.3 Concetto di “somiglianza”
Un aspetto cruciale dei programmi di Educazione tra pari è la somiglianza fra protagonisti e
destinatari. È l’esistenza di qualche comunanza tra chi ricopre il ruolo di Educatore tra pari e i
destinatari dell’intervento che rende i primi degli interlocutori credibili agli occhi di quest’ultimi17. Ma
il tema rispetto a cosa determini la somiglianza tra i pari, tra chi trasmette un messaggio e chi lo
riceve, è una questione ancora discussa. Essere coetanei non è sufficiente e la somiglianza,
soprattutto nei contesti informali, con gli adulti e con soggetti a rischio va cercata altrove.
Svenson18 ritiene che per rinforzare questa somiglianza gli Educatori tra pari vadano individuati
all’interno dello stesso gruppo sociale dei destinatari a cui si rivolgono. Gli elementi che paiono
giocare un ruolo fondamentale sono: l’etnia, il genere, la classe sociale, le esperienze di vita,
l’orientamento sessuale, la fede religiosa ecc. Adottando questa prospettiva, l’individuazione degli
Educatori tra pari è imprescindibilmente legata alle caratteristiche del contesto: la definizione di
“parità” va cercata volta per volta, in base alle caratteristiche dei destinatari e agli obiettivi del
programma19.
Se l’appartenenza alla stessa fascia di età è il criterio principalmente utilizzato nel setting
scolastico (considerando anche che ragazzi che frequentano lo stesso istituto condividono
normalmente contesti socio-culturali abbastanza omogenei ), lo stesso criterio non è sufficiente nei
programmi di Educazione tra pari nella comunità, rivolti ad adulti o a target a rischio, dove
l’effettiva condivisione di un background e di storie personali simili, oltre a non essere scontate,
rappresentano variabili assai significative20.

2.4 Caratteristiche degli Educatori tra pari e benefici conseguenti al ruolo
Le caratteristiche possedute dagli Educatori tra pari sembrano essere elementi chiave per
assicurare l’efficacia degli interventi. Tra queste si segnalano: le abilità di leadership21, quelle
comunicative, l’empatia, l’atteggiamento non giudicante22, l’assertività, la fiducia in se stessi, la
capacità di lavorare in gruppo23. Tali caratteristiche paiono particolarmente spiccate negli Educatori
tra pari che si candidano volontariamente. In più, questi ultimi hanno generalmente una minore
tendenza a mettere in atto comportamenti a rischio24. Gli Educatori tra Pari, per essere efficaci,
devono essere accettati dal gruppo di riferimento, contraddistinti da personalità capaci di adattarsi
al processo di formazione e motivati a ricoprire questo ruolo.
Gli effetti dei programmi di Educazione tra Pari ricadono anche sugli Educatori tra pari stessi.
Questi, infatti, beneficiano ampiamente della partecipazione ai training attraverso cui consolidano
abilità già possedute come, ad esempio, la leadership e ne sviluppano di nuove come la capacità
di lavorare in gruppo25 26 27.

17 Sloane, B.C., Zimmer, C.G. (1993). The power of peer health education. Journal of American College Health, 41, 6, 241-245.
18
   Svenson, G.R. (1998). Linee guida europee per la Peer education fra giovani coetanei mirata alla prevenzione dell’AIDS. Commissione Europea.
19 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014). La peer education: questioni aperte. Psichiatria e Psicoterapia, 33, 2, 178-199.

20 Rientrano in questa tipologia i programmi rivolti alla comunità omosessuale, a minoranze etniche, a giovani che vivono in quartieri svantaggiati

   ecc.
21 Shepherd, J., Kavanagh, J., Picot, J., Cooper, K., Harden, A., Barnett-Page, E., Jones, J., Clegg, A., Hartwell, D., Frampton, G.K., Price, A. (2010). The

   effectiveness and cost-effectiveness of behavioural interventions for the prevention of sexually transmitted infections in young people aged 13-
   19: a systematic review and economic evaluation. Health Technology Assessment, 14, 7, 1-230.
22 Flanagan, D., Williams, C., Mahler, H. (1996). Peer education in Projects Supported by AIDSCAP: A study of twenty-one Projects in Africa, Asia and

   Latin America. AIDSCAP/Family Health International, Arlington, VA.
23 Pedata, L.T., Renzetti, C., Sbardellati. P., Sala, S. (2005). Resoconto e riflessioni degli operatori psicologi. In Petruccelli, I., Fabrizi, A. (a cura di).

   Orientarsi per non disperdersi. Una ricerca-intervento sull’educazione tra pari, pp. 56-81. Edizioni Franco Angeli, Milano.
24 Badura Brack, A., Millard, M., Shah, K. (2008). Are Peer Educators Really Peers? Journal of American College Health, 56, 5, 566-568.

25 Martin, S.L., Muhomah, T., Thuita, F., Bingham, A., & Mukuria, A. G. (2015). What motivates maternal and child nutrition peer educators?

   Experiences of fathers and grandmothers in western Kenya. Social Science & Medicine, 143, 45–53.

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Le competenze che potenziano sono utili a breve termine per interagire efficacemente con i pari
ma rappresentano anche un capitale da spendere, in futuro, in ambito professionale. Inoltre, è
frequente che ricevano maggior rispetto e apprezzamenti da parte della famiglia e della
comunità28. Questa esperienza li aiuta quindi a sviluppare fiducia in se stessi e ad aumentare il
proprio senso di empowerment.
Spesso, dopo la fase formativa che li coinvolge direttamente, gli Educatori tra parti stessi mettono
in atto comportamenti più salutari rispetto al passato29.

26 Sriranganathan, G., Jaworsky, D., Larkin, J. (2010). Peer sexual health education: Interventions for effective programme evaluation. Health
   Education Journal, 71(1), 62-71.
27
   Unver, V., & Akbayrak, N. (2013). Peer tutoring model in nursing education. Dokuz Eylül Üniversitesi Hemşirelik Fakültesi Elektronik Dergisi, 6(4), 214–217.
28 Martin, S.L., Muhomah, T., Thuita, F., Bingham, A., & Mukuria, A. G. (2015). What motivates maternal and child nutrition peer educators?

   Experiences of fathers and grandmothers in western Kenya. Social Science & Medicine, 143, 45–53.
29 Turner, G., Shepherd, J. (1999). A method in search of a theory: peer education and health promotion. Health Educ Res, 14(2):235-47.

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3. EVIDENZE DI EFFICACIA
3.1 Modelli teorici: come e perché funziona l’Educazione tra pari
Le variabili che influenzano la scelta di un comportamento spesso non sono né razionali né
funzionali al mantenimento della salute. Per esempio, in adolescenza si fuma per essere parte di
un gruppo pur sapendo che “fa male”30. È noto che le informazioni, da sole, non sono sufficienti a
cambiare un comportamento e che è necessario agire su altre dimensioni legate, per esempio,
all’influenza sociale e del contesto, alla capacità di valutare le conseguenze, alla percezione di
essere in grado di agire in un modo diverso, al contesto di vita, ecc. Per questo è utile associare
alla forza della somiglianza e della vicinanza tra attori e destinatari finali, alcune teorie del
cambiamento che ne orientano le azioni. Tra le teorie a cui i programmi di Educazione tra pari
fanno più spesso riferimento Di Cesare e Giammetta31 citano:

-    La teoria dell’apprendimento sociale di Bandura32: la probabilità di mettere in atto un
     comportamento dipende dal fatto che si creda di essere in grado di farlo con successo.
     Osservare persone simili a sé (gli Educatori tra pari) che adottano un certo comportamento,
     aiuta a sentirsi in grado di fare altrettanto33. Elementi fondamentali sono: la credibilità del
     modello, il rinforzo del comportamento appreso (che può avvenire più facilmente grazie a un
     contatto prolungato tra Educatori tra pari e destinatari finali), l’empowerment e l’auto-efficacia.
     Per questo non è sufficiente dare solo informazioni sui rischi ma serve fornire strumenti che
     aumentino la capacità dei destinatari a mettere in atto un certo comportamento, per esempio
     resistere alla pressione dei pari a fumare. È in questo senso che si parla di empowerment
     rispetto a tutti i partecipanti al programma34.

-    La teoria della diffusione delle innovazioni di Rogers35: spiega come avviene la diffusione
     di nuovi comportamenti in una comunità e quali fattori la influenzano. Il processo è sempre lo
     stesso: un gruppo di persone “gli innovatori” adottano immediatamente le nuove proposte.
     L’assunzione da parti degli altri avviene per fasi successive, finché la maggioranza della
     comunità le metterà in pratica. Secondo questa teoria, gli agenti di cambiamento (in questo
     caso gli operatori dei Servizi) influenzano gli opinion leader di una comunità, cioè gli innovatori
     che trasformano le nuove pratiche in norme sociali condivise36. Questi opinion leader sono, di
     fatto, gli Educatori tra pari. Benché simili ai loro pari, gli opinion leader hanno spesso più abilità
     e conoscenze dei destinatari a cui si rivolgono, caratteristiche riconosciute da chi si lascia
     influenzare da loro37. Un esempio calzante è quello avvenuto negli anni ‘80 nella comunità
     omossessuale38. Il programma di Educazione tra pari volto a prevenire la diffusione dell’HIV ha
     ingaggiato degli “innovatori” che hanno adottato pratiche sessuali sicure, non appena, nel
     1984, le informazioni sono state rese disponibili. Essi hanno agito in termini di modelli (quindi di

30 Bonino S., Cattelino, E., Ciairano S. (2007). Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori di protezione, Nuova edizione, Giunti, Firenze-
Milano.
31 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014). La peer education: questioni aperte. Psichiatria e Psicoterapia, 33, 2, 178-199.

32 Bandura, A. (1977). Social Learning Theory. Prentice Hall, Englewood Cliffs, NJ.

33 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014) (op. cit.)

34 Turner, G., Shepherd, J., (1999). A method in search of a theory: peer education and health promotion. Health Educ Res, 14(2), 235–47.

35 Rogers, E.M. (2003). Diffusion of innovations (5th edition). Free Press, New York, NY.

36 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014) (op. cit.) e Turner, G., Shepherd, J., (1999) (op. cit.).

37 Turner, G., Shepherd, J., (1999) (op. cit.).

38 King, E. (1993). Safety in Numbers. London, Casse.

                                                                           9
Educatori tra pari) nei confronti di tutta la comunità. Entro la fine degli anni ‘80 la maggioranza
      dei soggetti di quella comunità aveva adottato le stesse pratiche sicure.

-     La teoria dell’azione ragionata di Fishbein e Aizen 39: questa teoria introduce due elementi
      nella scelta di adottare un comportamento: da un lato la valutazione individuale di un
      comportamento e dall’altra la pressione sociale percepita. Ne discende che la probabilità di
      adottare un certo comportamento è maggiore nel caso in cui il soggetto senta che tale
      comportamento sarà approvato dal gruppo di appartenenza. Gli Educatori tra pari agiscono,
      quindi, a livello delle norme soggettive.

Spesso negli interventi di Educazione tra pari si ritrovano riferimenti a tutte e tre le teorie
contemporaneamente40. Ciò evidenzia la complessità dal punto di vista metodologico e l’estrema
delicatezza dal punto di vista del dispositivo di intervento, che richiede grande attenzione da parte
dei promotori (in relazione ai risultati effettivamente perseguibili) oltre che dei conduttori.

3.2       Modelli di coinvolgimento degli Educatori tra Pari
Il grado di coinvolgimento degli Educatori tra pari può essere più o meno orientato dai soggetti
esperti/adulti che promuovono il programma, è quindi fondamentale essere consapevoli
dell’impatto di tale fase sul processo di empowerment degli Educatori tra Pari. In tal senso in
letteratura41 sono descritti i tre principali modelli di coinvolgimento in base al ruolo di adulti/esperti:
- Modello puro: pur riconoscendo un ruolo attivo agli Educatori tra pari nella realizzazione degli
     interventi, ha un carattere prevalentemente addestrativo. Gli Educatori tra pari sono individuati
     secondo criteri scelti dagli adulti/esperti che guidano il progetto. Le metodologie di
     apprendimento sono per lo più trasmissive. La formazione è fortemente concentrata (anche
     temporalmente) e i contenuti sono determinati a priori. Al termine della formazione agli
     Educatori tra pari è richiesto di riversare le informazioni e i modelli comportamentali acquisiti
     all’interno del contesto dei pari di riferimento.
- Modello Empowered: richiede un lavoro condiviso e dinamico tra i soggetti coinvolti. I saperi
     si incontrano e si confrontano in un rapporto di reciproco scambio tra adulti/esperti e Educatori
     tra pari. L’adulto/esperto accompagna gli Educatori tra pari nell’individuazione e nello sviluppo
     di strumenti per promuovere benessere all’interno dei gruppi di appartenenza. Gli Educatori tra
     pari sono attivi in ogni fase del percorso, dalla progettazione alla valutazione: l’oggetto di
     lavoro è scelto autonomamente dagli Educatori tra pari che si configurano non più come
     trasmettitori di contenuti, ma facilitatori di processi. Sono soggetti con capacità di
     osservazione, elaborazione e rielaborazione. Si tratta di un lento processo di empowerment
     attraverso cui il setting dell’intervento (es. scuola) si riscopre come soggetto autonomo e
     competente nello sviluppo del proprio benessere
- Modello misto: il livello di partecipazione e autonomia è intermedio tra i due precedenti. In
     genere gli obiettivi sono determinati dai professionisti ma la progettazione e la realizzazione
     sono concordate con gli Educatori tra pari. I criteri di individuazione degli Educatori tra pari
     possono variare, dal volontarismo ad una selezione aprioristica.

39 Fishbein, M., Aizen, I. (1979). Belief, attitude, intention and behavior: an introduction to theory and research. Addison Wesley, Reading, MA.
40 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014) (op. cit.)
41 Pellai, A., Rinaldin V., e Tamborini, B. (2002). L’empowered peer education come modello di educazione tra pari. Animazione sociale, 12, 79-91.

                                                                        10
3.3          Le tematiche di salute
L’Educazione tra Pari è un una metodologia che può essere applicata, nell’ambito di programmi
strutturati di prevenzione di fattori di rischio comportamentali e di promozione di stili di vita e
ambienti favorevoli alla salute, ad ogni target di popolazione e attraverso un approccio
multifattoriale e per setting42
In merito alle singole tematiche di salute vi sono in letteratura numerosi esempi di programmi di
Educazione tra Pari che hanno dato evidenze di efficacia, nella tabella seguente sono riportati, a
solo titolo esemplificativo, alcuni programmi e/o revisioni sistematiche in relazione a specifiche
tematiche.

     TEMA DI SALUTE                                                       PROGRAMMA/REWIEW

Aumentare consumo                   -    L’Educazione tra pari è un approccio con delle potenzialità, utile ad aumentare
di frutta e verdura                      le conoscenze, l’auto-efficacia e gli atteggiamenti nei confronti di
                                         un’alimentazione salutare (Yip et al., 2016)

Aumentare l’attività                -    Il coinvolgimento di Educatori tra pari può rinforzare l’efficacia dei programmi
                                         volti a aumentare l’attività fisica nei bambini e nei giovani (Christensen, 2020;
fisica
                                         Cui, Z., Shah, S., Yan L., Pan, Y., Gao, A., Shi, X., Wu, X., Dibley, M.J., 2012;
                                         Boyle, J., Mattern, C.O., Lassiter, J.W., & Ritzler, J.A., 2011)
Ridurre l’obesità                   -    Implementare un programma a lungo termine è efficace nel cambiare le loro
                                         abitudini alimentari e nel favorire la pratica dell’attività fisica dei grandi obesi
                                         (Goldfinger, J.Z., Arniella, G., Wylie-Rosett, J., & Horowitz, C. R, 2008)
Promuovere                          -    Il peer support e le esperienze in cui questo sostegno tra pari è abbinato a una
                                         vera e propria educazione tra madri, durante i corsi preparto, dimostrano
l’allattamento al
                                         efficacia (Rempel, L.A., Moore, K.C. 2012).
seno
Prevenire uso di                    -    L’approccio è promettente per prevenire l’uso di tabacco, alcol e cannabis negli
                                         adolescenti tra gli 11 e i 18 anni (MacArthur, G.J., Harrison, S., Caldwell, D.M.,
tabacco, alcol,
                                         Hickman, M., & Campbell, R. 2015).
droghe
                                    -    I programmi di educazione tra pari hanno dimostrato efficacia nella
                                         prevenzione del fumo di tabacco nel setting scolastico (Santinello e Barbato
                                         2011; Lotrean et al., 2010; Koumi et al. 2001; Stigler et al., 2007; Cristini et al.,
                                         2005).
                                    -    Gli effetti sono maggiori e più duratori quando gli interventi di prevenzione sono
                                         gestiti da pari piuttosto che da adulti (Cuijpers, P. (2002). Effetti iatrogeni si
                                         rilevano quando per Educatori tra pari sono scelti soggetti caratterizzati da alti
                                         consumi di tabacco o cannabis oppure quando i programmi sono realizzati in
                                         contesti a rischio, dove la norma condivisa è favorevole all’uso di sostanze
                                         (Valente, T.W., Ritt-Olson, A., Stacy, A., Unger, J.B., Okamoto, J., Sussman, S.
                                         2007).
                                    -    In una prospettiva di equità, il coinvolgimento di Educatori tra pari dimostra
                                         l’utilità di questo approccio per raggiungere gli “irraggiungibili” (Valente, T.W.,
                                         Ritt-Olson, A., Stacy, A., Unger, J.B., Okamoto, J., Sussman, S. (2007).
                                    -    I programmi tra pari sono efficaci per contenere i consumi di tutte le sostanze
                                         d’abuso (UNODC, 2018), anche se raccomanda cautela nell’utilizzo di tale
                                         approccio nei contesti a rischio, caratterizzati da alti consumi, in quanto
                                         potenzialmente potrebbe provocare effetti iatrogeni, come l’ulteriore aumento
                                         dell’uso di sostanze.

42   Ministero della Salute - Piano Nazionale di Prevenzione 2020 – 2025 http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5029_0_file.pdf

                                                                         11
-   I programmi che prevedono l’interazione tra gli studenti sono più efficaci di
                           quelli che si basano su un approccio didattico gestito direttamente dagli
                           insegnanti nel ridurre, ritardare e prevenire il consumo di sostanze. (Tobler, N.,
                           et al. 2000)
Prevenire incidenti    -   Efficacia di programmi di Educazione tra pari tra ultrasessantacinquenni per la
                           prevenzione delle cadute accidentali nelle residenze per anziani (Lorthios-
domestici
                           Guilledroit, A., Filiatrault, J., Richard, L. 2019)
Prevenire incidenti    -   Influenze positive dell’azione di educatori tra pari sui comportamenti dei
                           neopatentati 18-25 enni (Christoph, M. E., Heckmann, W., 2007)
stradali
Prevenire Bullismo e   -  Gli interventi di Educazione tra pari contribuiscono a modificare le norme della
                          classe, sollecitando i compagni a non tollerare eventuali episodi a cui assistono
Cyberbullismo
                          e a sostenere la vittima (Salmivalli, C. (2001).
                       - I programmi rinforzano le abilità di ascolto e comunicazione e hanno dimostrato
                          esiti positivi nell’evitare la crescita degli episodi di bullismo e nel ridurre la
                          porzione di “maggioranza silente” (Santinello, M., Barbato, M.C. (2011).
Promuovere la          Programmi condotti dai pari sono più efficaci di quelli condotti dai docenti
salute sessuale        - nell’aumentare le conoscenze (Sun, W.H., Miu, H.Y.H., Wond, C.K.H., Tucker,
                          J.D., & Wong, W.C.W., 2016; Kim, C. R., & Free, C.,2008, Borgia, P.,
                          Marinacci, C., Schifano, P., Perucci, C.A. 2005, Harden, A., Oakley, A., &
                          Oliver, S., 2001)
                       - per le ragazze, anche nel ridurre il numero dei rapporti sessuali a rischio
                          (Stephenson, J.M., Strange, V., Forrest, S., Oakley, A., Copas, A., Allen, E.,
                          Babiker, A., Black, S., Ali, M., Monteiro, H., Johnson, A.M., the RIPPLE Study
                          team. 2004).
Prevenire Infezioni    - Gli interventi di educazione tra pari sono promettenti soprattutto rispetto
sessualmente              all’aumento delle conoscenze, degli atteggiamenti e dei livelli di autoefficacia in
trasmesse (IST), e        relazione ai comportamenti sessuali (Tolli, M. 2012; Maticka-Tyndale, E., &
HIV e AIDS                Barnett, J.P. 2010; Medley, A., Kennedy, C., O’ Reilly, K., & Sweat, M. ,2009)
                       - L’Educazione tra pari è efficace nella prevenzione dell’HIV nella popolazione
                          omosessuale (Kelly, J.A., Murphy, D.A., Sikkema, K.J., McAuliffea, T.L.,
                          Roffmanc, R.A., Solomond, L.J., Winnette, R.A., Kalichmana, S.C., 1997) e
                          nella popolazione carceraria (South, J., Bagnall, A., Woodall, J., 2017.)
Prevenzione SARS-      - La sensibilità all’influenza dei pari può facilitare la diffusione di norme sociali e
CoV-2                     aspettative coerenti con gli obiettivi di salute pubblica (Andrews, Foulkes &
                          Blakemore, 2020).
                       - L’azione dei pari per promuovere il rispetto del distanziamento interpersonale
                          tra gli adolescenti è associata in larga misura all’avere motivazioni prosociali,
                          legate al desiderio di non far ammalare gli altri e a un senso di responsabilità
                          sociale. I programmi tra pari che puntano a rafforzare proprio queste
                          competenze possono rappresentare quindi un’arma potentissima nella lotta al
                          Covid (Oosterhoff et al., 2020)

                                                    12
4. I SETTING DEI PROGRAMMI DI EDUCAZIONE TRA PARI
4.1 Setting scolastico
Il setting in cui tradizionalmente sono realizzati i programmi di Educazione tra pari è quello
scolastico e il target rappresentato prevalentemente dagli studenti preadolescenti e adolescenti.
Una delle principali ragioni è legata all’importanza ricoperta da amici e coetanei in questa fase
della vita, che rappresentano un punto di riferimento fondamentale per orientare comportamenti e
scelte di salute e non43. La scuola costituisce, inoltre44, la fonte di amicizie più citata fra i giovani e i
legami instaurati tra i banchi si mantengono a lungo, anche al di là dell’esperienza scolastica
stessa45.
L’intervento a scuola aiuta a superare i ruoli tradizionali e l’asimmetria tra chi insegna e chi impara,
offrendo a entrambi l’occasione di riconoscere il potere che gli studenti hanno nel determinare la
propria salute46.
L’Educazione tra Pari è una delle tipologie di intervento raccomandate nell’ambito del “Modello di
Scuola che Promuove Salute”47, e nelle relative ricadute operative (Programmi di prevenzione48e
Reti di Scuole49) in relazione allo sviluppo delle “competenze individuali” (vedi Figura)

                          “L’Educazione tra Pari nel modello di Scuola che Promuove Salute”
                              (Fonte: Rete Scuole che Promuovono Salute – SPS Lombardia)

43 Palmonari A, Crocetti E. (2011). Identità e concetto di sé. In Palmonari, A. (a cura di), Psicologia dell’adolescenza (Terza edizione), pp. 67-90. Il
Mulino, Bologna.
44 Istituto IARD. (2007). Rapporto giovani: sesta indagine dell’Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia. Il Mulino, Bologna.

45 Ottolini, G. (2011). La strategia dell’ipotenusa, in Ottolini G. (a cura di). Verso una Peer education 2.0? Animazione Sociale, supplemento 251.

46 Ottolini, G. (2011) (op. cit)

47 “Indirizzi di policy integrate per la Scuola che Promuove Salute”, ’Intesa Stato Regioni del 17.01.2019

48 Piano Nazionale di Prevenzione 2020 – 2025 (PP1) http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5029_0_file.pdf

49
   Rete Scuole che Promuovono Salute – SPS Lombardia: www.promozionesalute.regione.lombardia.it; www.scuolapromuovesalute.it;

                                                                          13
4.a Gli attori dell’Educazione tra pari a scuola
I programmi di Educazione tra pari a scuola coinvolgono molti attori, giovani e adulti: gli Educatori tra
pari, gli altri studenti della scuola (i destinatari finali), gli insegnanti, i Dirigenti scolastici e gli operatori
sociosanitari50.
Educatori tra pari: rappresentano l’anello di congiunzione tra chi si pone l’obiettivo di favorire
l’adozione di comportamenti sani e i destinatari finali (i “pari”) con cui condividono universo
valoriale, linguaggi, tempi e spazi. Per diventare Educatori tra pari, gli studenti devono essere
selezionati in base ad alcuni criteri e frequentare un corso di formazione. Sono anche i primi
beneficiari dei programmi di Educazione tra pari in termini di adozione di comportamenti salutari e
acquisizione di abilità trasversali51 52 53.
Destinatari finali: sono i compagni di classe e tutti gli studenti della scuola in cui si realizza il
programma che, grazie alla vicinanza e alla somiglianza con gli Educatori tra pari, possono trarre
vantaggio dall’incontro (formale e non) con loro. In classe l’Educazione tra pari può rappresentare
uno strumento per promuovere relazioni positive54 favorendo un clima più favorevole
all’apprendimento.
La ricaduta dei programmi di Educazioni tra pari a scuola travalica le aule didattiche in quanto gli
Educatori tra pari possono trasmettere i messaggi appresi anche con gli amici, compagni di squadra,
di oratorio, scout ecc.
Tra gli attori vanno annoverati anche gli adulti. Questo approccio richiede un equilibrio tra il mondo
dei giovani e quello adulto riconoscendo le potenzialità presenti tanto nella relazione orizzontale
quanto in quella verticale, favorendo l’acquisizione di potere di gruppo e imparando a riconoscere
reciprocamente i limiti e gli ambiti di azione55. Parlare di adulti significa anche porre attenzione alla
rete tra Istituzioni che supportano organizzativamente e tecnicamente i programmi56.
Insegnanti: il loro sostegno è fondamentale per la buona riuscita dei programmi di Educazione tra
pari. È importante che diano valore al coinvolgimento degli studenti senza assumere posizioni
autoritarie o svalutanti. Per questo andrebbero aiutati a sviluppare atteggiamenti relazionali verso i
propri studenti che li facciano sentire riconosciuti come persone responsabili del proprio
benessere57 58 59.
Dirigenti scolastici e organizzazione scolastica: l’Educazione tra pari prevede un insieme di
attività la cui efficacia è influenzata dall’organizzazione scolastica. Migliore è la capacità
organizzativa della scuola, maggiore è l’impatto che si può raggiungere. Gli aspetti risultati
fondamentali per la buona riuscita del programma sono la messa a disposizione di tempo, strutture
e risorse per le attività gestite dagli studenti e l’integrazione dell’Educazione tra pari nel curriculum
scolastico stesso60.

50 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010). Quando la Peer education esce dalla scuola. Salute e Prevenzione, n. 55, 31-52.
51 Martin et al. (2015) (op cit.)
52 Sriranganathan et al. (op cit.)

53 Unver & Akbayrak (2013) (op cit.)

54 Di Cesare & Giammetta (2014) (op cit.)

55 Santinello, M., Barbato, M.C. (2011). La valutazione della peer education, in Croce, Lavanco, Vassura, (a cura di), Prevenzione tra pari. Modelli,

pratiche e processi di valutazione. Franco Angeli, Milano.
56 Ottolini, G. (2011). La strategia dell’ipotenusa, in Ottolini G. (a cura di). Verso una Peer education 2.0? Animazione Sociale, supplemento 251.

57 Croce, M., e Gnemmi, A. (2003). Peer education. Adolescenti protagonisti nella prevenzione. Franco Angeli, Milano.

58 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010). Quando la Peer education esce dalla scuola. Salute e Prevenzione, n. 55, 31-52.

59 Di Cesare, G., e Giammetta, R. (2014). La peer education: questioni aperte. Psichiatria e Psicoterapia, 33, 2, 178-199.

60 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010). Quando la Peer education esce dalla scuola. Salute e Prevenzione, n. 55, 31-52.

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Servizi e Professionisti del sistema sanitario: a loro è affidato il duplice compito di nutrire di
metodologia e contenuti il programma e di tessere le relazioni formali tra le Istituzioni61 facilitando il
raccordo di questi programmi con le altre iniziative di prevenzione e di promozione della salute.
Nell’azione “sul campo” ricoprono un un ruolo ponte tra gli attori adulti della scuola e gli studenti,
con l’obiettivo di creare le condizioni ideali per la migliore realizzazione dell’intervento.

4.b Vantaggi e limiti dell’Educazione tra pari a scuola
Nel contesto italiano la maggioranza dei ragazzi frequenta la scuola e realizzare programmi di
prevenzione orientata alla promozione della salute tra i banchi permette di raggiungere ampi
segmenti della popolazione giovanile, in una fase della vita in cui non sono ancora consolidate
abitudini dannose. La scuola rappresenta un contenitore stabile, in grado di garantire continuità,
con regole e ruoli chiari, spazi disponibili e tempi definiti. Questa organizzazione facilita il
coinvolgimento dei ragazzi, la realizzazione dei percorsi formativi e delimita il confine dei
destinatari a cui rivolgere l’intero programma.
Nonostante ciò non è sempre facile ottenere l’appoggio di tutto il corpo insegnanti e
dell’organizzazione scolastica generale. La mancanza di sostegno in termini di tempo, risorse,
valorizzazione del ruolo degli Educatori tra pari può minare il loro entusiasmo e l’efficacia
dell’intervento. È quindi fondamentale aver cura di condividere fin dall’inizio il programma con tutti
gli attori scolastici, senza imporlo dall’alto62 63.
In questa direzione va il “Modello di Scuola che Promuove Salute” e la relativa azione di Rete64,
che afferma la titolarità della “Scuola”, nelle sue diverse componenti, nelle scelte educative,
all’interno di un dialogo con i professionisti dei Servizi di Prevenzione chiamati a fornire
orientamenti fondati su evidenze di efficacia teorica e pratica.
Un’altra questione delicata è quella dei cosiddetti leader negativi, soprattutto nelle scuole ad alto
rischio. Ci sono evidenze65 66 secondo cui riunire giovani con comportamenti devianti con altri
giovani a rischio può produrre un aumento della prevalenza dei problemi comportamentali. Se la
norma del contesto è favorevole al consumo di sostanze, il messaggio informale che passa va in
quella direzione, provocando un generale aumento dei consumi. Non va dimenticato che i ragazzi
più a rischio spesso hanno un rapporto conflittuale con la scuola e rifiutano tutto ciò che viene
proposto in quel contesto, compresi programmi gestiti da coetanei67. Killeya e colleghi68 segnalano,
però, la potenza dei leader devianti che, quando ben ingaggiati, sono molto efficaci e credibili nel
trasmettere messaggi di salute tra i soggetti ad alto rischio.

61 Ottolini, G. (2011). La strategia dell’ipotenusa, in Ottolini G. (a cura di). Verso una Peer education 2.0? Animazione Sociale, supplemento 251.
62 Pellai, A., Rocca G., e Signorelli, D. (2008). La corsa a ostacoli della peer education. Considerazioni su alcuni percorsi nelle scuole di Bergamo, in
AA.VV., L’educazione nel gruppo dei pari. Fare i conti con il rischio in adolescenza. Edizioni Gruppo Abele, Torino.
63 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010). Quando la Peer education esce dalla scuola. Salute e Prevenzione, n. 55, 31-52.

64
   Rete Scuole che Promuovono Salute – SPS Lombardia: https://www.promozionesalute.regione.lombardia.it;
      https://www.scuolapromuovesalute.it;
65 Dishion, T.J., McCord, J., Poulin, F. (1999). When Interventions Harm. Peer Groups and Problem Behavior. American Psychologist, 54, 9, 755-764.
66
   Valente, T.W., Ritt-Olson, A., Stacy, A., Unger, J.B., Okamoto, J., Sussman, S. (2007) (op.cit.).
67 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010) (op. cit.).

68 Killeya-Jones, L.A., Nakajima, R., Costanzo, P.R. (2007). Peer Standing and Substance Use in Early-Adolescent Grade Level Networks: a short-term

Longitudinal Study. Prevention Science, 8(1), 11-23.

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4.2 Altri setting
Benché la scuola sia il contesto più classicamente interessato (e documentato) dai programmi di
Educazione tra pari, in letteratura sono numerose le esperienze realizzate fuori dall’aula.
Citando un importante autore69 quando afferma che “Il setting più appropriato per svolgere
un’iniziativa di Educazione tra pari è determinato dalle necessità e dalle caratteristiche del gruppo
target”, è utile quindi ricordare che questo approccio può e deve essere considerato una
opportunità anche nei contesti extrascolastici.
Focalizzando l’attenzione sulla fascia adolescenziale, il tempo libero rappresenta un momento
importante nella vita dei ragazzi e può rappresentare un ambito ottimale in cui realizzare interventi
di prevenzione e di promozione del benessere, soprattutto per i ragazzi più a rischio che svalutano
le proposte scolastiche, che sono spesso assenti e abbandonano precocemente la scuola70.
La letteratura è ricca di programmi di Educazione tra pari realizzati nelle associazioni sportive,
negli istituti penitenziari, nei centri giovanili o di aggregazione, oppure in contesti informali come
semplici gruppi giovanili, che non fanno parte di uno specifico contesto associativo71. Il programma
europeo PEER Drive Clean!72, ad esempio, ha usato l’approccio dell’Educazione tra pari per la
prevenzione degli incidenti stradali, coinvolgendo i giovani all’interno dei corsi di scuola guida.
L’Educazione tra pari è un approccio che funziona a tutte le età e sarebbe un errore ritenerlo
esclusivo della fascia giovanile.
Numerose sono le esperienze riportate in letteratura che si rivolgono ad adulti e anziani; dal punto
di vista delle evidenze, l’esempio più conosciuto è un intervento (randomizzato, controllato) di
comunità, basato su dialoghi informali presso luoghi di ritrovo, per la prevenzione dell'HIV tra
uomini omosessuali in alcune città degli Stati Uniti 73. Un altro esempio è quello dello Young
Working Women ’s Peer Education Project74, rivolto a giovani donne coinvolte nella prostituzione,
nel quale gli Educatori tra Pari erano a loro volte donne che in passato erano state coinvolte in
attività di prostituzione o lo erano ancora75.
In carcere i programmi mirano prevalentemente a prevenire l’HIV cercando di modificare abitudini
sessuali e comportamenti a rischio, ma ci sono anche programmi per lo sviluppo personale dei
detenuti come migliorare l’alfabetizzazione76 o rinforzare le capacità genitoriali77.
Il vantaggio dell’intervento realizzato nei contesti di vita dei destinatari è quello di promuovere dei
cambiamenti esattamente “nel luogo e nel momento” in cui si presentano atteggiamenti e
comportamenti disfunzionali78 79.
Chiaramente questi programmi sono più complessi da avviare e mantenere, in assenza di regole,
spazi e tempi definiti come quelli della scuola, è quindi necessario un più lungo processo di
promozione della partecipazione volontaria e di mantenimento della motivazione di tutti i
partecipanti.

69 Bleeker, A. (2001). Drug use and young people – rationale for the DSP. Presented at the International Conference on Drugs and Young People:
Exploring the Bigger Picture, Melbourne.
70 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010) (op. cit.).

71 Svenson, G.R. (1998). Linee guida europee per la Peer education fra giovani coetanei mirata alla prevenzione dell’AIDS. Commissione Europea.

72 https://www.emcdda.europa.eu/html.cfm/index52035EN.html?project_id=2009DE&tab=overview

73 Kelly, J.A., Murphy, D.A., Sikkema, K.J., McAuliffea, T.L., Roffmanc, R.A., Solomond, L.J., Winnette, R.A., Kalichmana, S.C. (1997). Randomized,

controlled, community-level HIV-prevention intervention for sexual-risk behavior among homosexual men in US cities. Lancet, 350, 1500-1504.
74 https://www.youngwomensproject.org/peer-educators

75
   Shiner, M. (1999). Defining peer education. Journal of Adolescence, 22, 555-566
76 Shannon Trust. (2012). Every prisoner a reader https://www.shannontrust.org.uk/ (ultima consultazione 06.07.2020)

77 Penn State Erie. (2001). Final report of the process evaluation of the long distance dads program. Erie, PA: Author.

78 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010) (op. cit.).

79 Ghiottoni, E. (2002). Dall’informazione verticale alla peer education. Animazione Sociale, 5, 78-87.

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Ma è da evidenziare che impegno e complessità legati all’ingaggio ed alla tenuta             degli
stakeholder e dei partecipanti rappresentano un investimento per il successo a lungo termine
dell’iniziativa80 , anche in termini di sostenibilità, di capacity building e di empowerment delle
persone e delle comunità coinvolte.

4.3 Educazione tra pari e social media
I social media hanno cambiato le interazioni sociali e il modo di comunicare: permettono di
raggiungere molte più persone, di condividere informazioni in modo più veloce e diretto, di avere
un feedback immediato. Sfruttando la loro popolarità e l’ampio numero di persone che li utilizzano,
possono diventare uno strumento potente per supportare e integrare le strategie di prevenzione e
promozione della salute, superando le barriere fisiche e creando contenuti multimediali più adatti ai
giovani, aumentando il loro coinvolgimento81. Infatti, per gli adolescenti (ma non solo) i device e le
piattaforme come Facebook, Messenger, Instagram ecc. rappresentano vere e proprie “protesi di
competenza sociale” che prolungano il tempo da trascorrere con gli amici e costituiscono uno
spazio di investimento affettivo, relazionale e di costruzione identitaria82.
I social media possono diventare luogo di diffusione partecipata di informazioni corrette, di incontro
e di aggancio di soggetti provenienti da diversi background etnici e socioeconomici altrimenti
difficilmente raggiungibili83, costituendo una formidabile occasione per intercettare i destinatari e
coinvolgerli attivamente nel ruolo di “amplificatori” di messaggi di salute84. Per questo i social
possono rappresentare un valore aggiunto nei programmi di Educazione tra pari che si basano sul
coinvolgimento attivo delle parti in gioco e che si avvalgono dei contesti (anche virtuali) in cui le
persone si incontrano e dei canali di comunicazione orizzontale che usano abitualmente. Gli
Educatori tra pari possono così rafforzare il proprio protagonismo, veicolando messaggi di salute
brevi, incisivi e indirizzati a target specifici attraverso i propri profili (Instagram, WhatsApp,
Facebook, ecc.). Inoltre, non è da sottovalutare che l’uso dei social media per l’Educazione tra pari
può consentire un dispiego inferiore di risorse economiche e temporali85.
Capitalizzare le potenzialità dei social media per diffondere messaggi di salute richiede che
l’intervento sia accuratamente progettato. Non si tratta semplicemente di aggiungere contenuti
digitali a quanto tradizionalmente messo in campo, ma di progettare ex novo i programmi di
Educazione tra pari, in uno scenario in cui i social media sono contemporaneamente strumento,
contenuto e messaggio. Progettare questo tipo di interventi richiede importanti competenze sia sul
piano del marketing sociale che sulle caratteristiche degli strumenti social e delle relative
dinamiche di gestione e sui relativi linguaggi, infatti è bene tener presente anche che molti dei
comportamenti a rischio che tradizionalmente sono oggetto degli interventi possono essere agiti
proprio attraverso questi media (condivisione di autoscatti a sfondo sessuale, challenge inneggianti
allo sballo ecc.).
È inoltre importante che i formati mediali non vengano ridotti a semplici attrezzi da utilizzare per
semplificare, rendere più accattivanti o più efficaci i percorsi tradizionali di Educazione tra pari,
disperdendo così la potenzialità di facilitatori della rielaborazione partecipata dei contenuti.

80 Cristini, F., Poser, F., Scacchi, L., Perri, A. (2010) (op. cit.).
81 Sun, W. H., Wong, C., & Wong, W. (2017). A Peer-Led, Social Media-Delivered, Safer Sex Intervention for Chinese College Students: Randomized
Controlled Trial. Journal of medical Internet research, 19(8), e284. https://doi.org/10.2196/jmir.7403
82 Brancati, D., Ajello, A. e Rivoltella, P.C. (2009). Guinzaglio elettronico. Donzelli, Roma.

83 Young, S. D., Harrell, L., Jaganath, D., Cohen, A. C., & Shoptaw, S. (2012). Feasibility of recruiting peer educators for an online social networking-

based health intervention. Health education journal, 72(3), 276–282. https://doi.org/10.1177/0017896912440768
84 Croce, M., Vassura, M. (2011). Il puer digitalis e il senex educandi, in Ottolini G. (a cura di). Verso una Peer education 2.0? Animazione Sociale,

supplemento 251.
85 Young, S. D., Harrell, L., Jaganath, D., Cohen, A. C., & Shoptaw, S. (2012) (op.cit.).

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