Antiche Pesche Dell'Emilia Romagna - CRPV

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Antiche Pesche Dell'Emilia Romagna - CRPV
20/1/2021                                                  Antiche pesche dell’Emilia Romagna – Pensar Di Cibo

            Antiche Pesche Dell’Emilia Romagna
            Biodiversita, Coltivare / By Claudio Buscaroli

            L’Emilia Romagna ha un ricchissimo patrimonio di antiche varietà di pesco, come
            conseguenza della lunghissima tradizione che ha la coltivazione di questa specie in regione.
            Purtroppo, pur essendo un patrimonio unico al mondo, è a grande rischio di estinzione,
            poiché tali genotipi non sono più utilizzati dagli agricoltori nonostante le eccezionali
            caratteristiche qualitative. Il pesco era già conosciuto all’epoca dei romani e fino
            all’Ottocento era coltivato in filari lungo i margini dei campi, come alberi tutori della vite.
            Le pesche noci, chiamate oggi nettarine, non erano invece conosciute dai romani.

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            Arrivarono in Italia più tardi, probabilmente nel ‘500, e raccolte nelle collezioni medicee
            che furono immortalate e illustrate dal Bimbi.

            Sant’Anna Balducci

            L’origine delle pesche noci sembra infatti una mutazione avvenuta verso il 1200 nelle
            regioni dell’Asia centrale al confine con la Cina (Bacino di Tarim) e da lì si è diffusa per
            arrivare qualche secolo dopo in Europa. Alla fine dell’ Ottocento a Massalombarda sono
            nati i primi frutteti veri e propri: non più le piantate ma interi appezzamenti specializzati.
            A quell’epoca le tre varietà coltivate erano S. Anna, Buco Incavato Precoce e Tardivo
            (denominato anche Tardivo di Massa).

            Fino agli anni Trenta il Buco Incavato era la varietà di pesco più coltivata in regione. Ecco
            perché è stato istituito recentemente un Presidio Slow food a salvaguardia di questa varietà
            storica che ha rischiato l’estinzione, se non ci fossero stati i Progetti comprensoriali
            integrati negli ultimi anni, i quali hanno permesso la reintroduzione in situ e
            l’individuazione di alcune fonti conservate dai frutticoltori locali. Successivamente, con lo
            sviluppo della frutticoltura soprattutto in Romagna, sono nate altre varietà
            prevalentemente a polpa bianca, in gran parte selezionate casualmente dagli stessi
            frutticoltori. Si è creato così un enorme patrimonio di varietà locali, in seguito però
            abbandonato a causa dell’introduzione di nuove cultivar americane con caratteristiche
            commerciali migliorative, ma che non hanno mantenuto il profumo e l’aroma delle vecchie
            pesche bianche della prima metà del secolo scorso. Attualmente molte vecchie varietà
            locali, più di un centinaio, sono conservate nella collezione di germoplasma in vivo presso
            l’Azienda sperimentale del Centro Ricerche Produzioni Vegetali a Imola, e dagli agricoltori
            custodi del territorio.

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            Bella di cesena precoce

            Alcune di esse sono state già iscritte al Repertorio predisposto dalla Regione e di
            conseguenza rientrano anche nel registro nazionale sulla biodiversità agraria.
            Altre invece sono ancora in fase di registrazione. Ma spesso arrivano nuove segnalazioni e
            perciò si procede al recupero, conservazione e caratterizzazione per verificarne
            l’autenticità. Recentemente grazie al maggiore interesse dei consumatori verso i prodotti di
            qualità del territorio, nonché al supporto legislativo che è stato creato negli ultimi anni a
            tutela del materiale genetico autoctono, si sta cercando di rilanciare queste pesche di
            qualità generalmente eccelsa. Il problema è che sono spesso molto delicate e suscettibili alle
            manipolazioni. Possono essere quindi commercializzate solo con confezioni mono strato o
            doppio strato al massimo.

            Buco incavato

            Considerata l’ampia gamma varietale, disponibile per tutto l’arco stagionale (da giugno a
            settembre), si sta cercando di creare una linea ad hoc di pesche bianche tradizionali,

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            chiaramente distinguibile, da parte del consumatore, rispetto alle altre tipologie. Di seguito
            si descrivono le caratteristiche di alcune delle principali, in ordine di epoca di raccolta.

            Luisa Berselli

            Luisa Berselli
            Pesca bianca precoce selezionata negli anni ’50 del secolo scorso, in provincia di Bologna.
            L’albero è molto produttivo, piuttosto resistente al freddo e alle gelate primaverili. I frutti
            hanno forma allungata e leggermente umbonata, dimensioni medie . Buccia con
            sovracolore rosso intenso. Polpa bianca di ottimo profumo e sapore, fondente e succosa La
            tenuta di maturazione è limitata. Una recente ricerca dell’Università di Milano ha
            riscontrato un livello molto alto di polifenoli nei frutti. Matura alla fine di giugno.

            Bella di Cesena precoce
            E’ una mutazione precoce della Bella di Cesena con caratteristiche molto simili a
            quest’ultima, ma i frutti sono più piccoli anche se molto profumati. Matura alla fine di
            giugno, 10-15 giorni prima di Bella di Cesena.

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            Pesca Carota

            Valeria
            Pesca bianca romagnola della fine degli anni ’40. Produttiva, piuttosto rustica, poco
            sensibile alla bolla del pesco. I frutti sono di medie dimensione, la buccia è ricoperta di
            rosso per il 50% delle superficie. La polpa è bianca, molto buona, deliquescente e succosa.
            Matura nella prima settimana di luglio. Già iscritta al repertorio regionale.

            Rosa Dardi
            Pesca bianca individuata negli anni ’50 del secolo scorso nella Provincia di Bologna. Albero
            poco sensibile all’oidio e perciò adatto agli ambienti di collina. Di aspetto molto attraente,
            sapore buono ma non eccellente. Matura all’inizio di luglio.

            Bella di Cesena
            Pesca bianca di metà luglio, molto nota in passato in Romagna e soprattutto a Cesena.
            L’albero ha una limitata sensibilità alla bolla. I frutti sono medio piccoli con buccia
            tomentosa, colore rosso intenso sul 60- 70% della superficie. La polpa è fondente,di ottima
            qualità, molto profumata. La tenuta di maturazione è limitata, quindi adatta soprattutto
            alla vendita diretta. È stata già iscritta al repertorio regionale.

            S. Anna Balducci
            La S. Anna è un antichissima pesca bianca, tra le prime ad essere coltivate nei frutteti
            specializzati in Romagna. Negli anni ’30 è stata individuata una mutazione con frutti più
            colorati, a Imola nell’azienda Balducci, che ha preso il posto del clone standard. Tra le
            migliori dal punto di vista della qualità, del profumo e dell’aroma. La tenuta di
            maturazione è limitatissima. Matura il giorno di S. Anna, cioè il 25 luglio.

            Rosa del West
            Pesca bianca individuata a Barisano, Forlì, negli anni ’50 del secolo scorso. E’ forse ancora
            oggi la pesca bianca più coltivata in Romagna per le sue caratteristiche qualitative
            eccezionali, anche se purtroppo in regresso. Piuttosto produttiva, i frutti sono grossi, con
            sovracolore rosso sull’ 80% della superficie. La polpa è deliquescente, succosa e profumata.
            La tenuta di maturazione è discreta per una pesca bianca. Matura alla fine di luglio.

            Pesca Carota
            E’ un antichissima pesca già descritta da Gallesio all’inizio dell’800. Molto caratteristica per
            la polpa rossa, quindi ricca di antociani e polifenoli. Gli alberi sono resistenti alla bolla. I
            frutti sono grossi e di forma un po’ allungata, con sovracolore rosso molto intenso. La polpa
            fondente è di colore rosso, a volte anche sul 70% della superficie. Il sapore non è eccelso,
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            ma l’aroma è molto intenso e caratteristico. Già iscritta al repertorio regionale. Si sta
            diffondendo nuovamente nelle aziende frutticole biologiche.

            Sanguinelle
            E’ una popolazione costituita da diversi genotipi che maturano da agosto a settembre,
            caratterizzati dalla polpa rossa. Il colore della buccia è più scuro rispetto alla pesca Carota,
            e il sapore inferiore. Alcuni genotipi hanno caratteristiche qualitative migliori. Gli alberi
            sono resistenti alla bolla, quindi sono adatti alla frutticoltura biologica.

            Sole di Romagna
            E’ una delle poche pesche antiche romagnole a polpa gialla insieme alla Gialla di
            Piangipane, ma superiore da un punto di vista qualitativo a quest’ultima. Era conosciuta e
            coltivata nella Provincia di Ravenna, tra Filetto e S. Pietro in Vincoli, fino a Forlì e Faenza.
            Gli alberi sono produttivi. I frutti di colore rosso intenso hanno polpa fondente, ottimo
            sapore e aroma marcato. Matura all’inizio di agosto.

            Forli 1 e 2
            Sono 2 pesche bianche oggi reintrodotte per la buona resistenza alla bolla e perciò idonee
            alla frutticoltura biologica. L’origine genetica è probabilmente molto antica, più vicino alle
            popolazioni delle pesche cotogne toscane che alle pesche del nord della Romagna come S.
            Anna e Buco Incavato I frutti sono grossi, con sovracolore rosso sul 60% della superficie. Il
            sapore è buono, la tenuta di maturazione e resistenza alle manipolazioni discreta.
            Maturano a metà agosto, a distanza di una settimana l’uno dall’altra.

            Buco Incavato
            E’ una pesca bianca che ha avuto una grande diffusione negli anni ’20 e ‘30. Poi sostituita
            dalle varietà americane. Il nome deriva dalla sutura che in molti frutti non è perfettamente
            saldata e quindi tende ad essere profonda e staccata formando due valve quasi separate E’
            una varietà-popolazione inizialmente moltiplicata per seme e perciò si conoscono diversi
            tipi, simili di aspetto ma che si distinguono per epoca di maturazione, per colore, qualità e
            sensibilità a malattie come la Moniliosi. Il frutto è grosso, con sovracolore rosso esteso. Il
            sapore è ottimo, con profumo e aroma intenso. La tenuta di maturazione è buona. Epoca di
            maturazione verso il 20 di agosto.

            Pesca noce cotogna
            E’ una delle poche pesche noci antiche ancora sopravissute. Era anche questa una
            popolazione che si moltiplicava per seme, infatti si conoscevano due tipologie principali,
            spicche e duracine. Secondo quanto sosteneva Gallesio provenivano dalla collezione

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            medicea della Vagaloggia e per questo denominata anche Pesca della Vagaloggia. Poi, nei
            secoli, si diffuse in Romagna e nel Ferrarese, ma anche in altre regioni italiane, sia al sud
            che al nord. Recentemente è stato trovato un genotipo a Massalobarda (RA) con frutti
            piccoli completamente depigmentati, polpa gialla che spicca. Gli zuccheri sono al disopra
            dei 18-20° brix, l’aroma molto intenso, polpa molto soda e aromatica. Viene molto usata per
            la trasformazione in sciroppati ad uso amatoriale ma anche per i mercatini locali. I frutti
            sono lasciati nei vasi con la buccia. Matura verso il 20 di agosto.

            K2
            Non è nota l’origine del nome, ma è una pesca bianca individuata nel modenese negli anni
            ’50. L’albero è molto produttivo. I frutti sono medi o grossi, molto profumati, di ottimo
            sapore e aroma intenso. Matura verso la fine di agosto Negli ultimi anni è stata
            nuovamente presa in considerazione per le ottime caratteristiche qualitative e la buona e
            costante produttività.

            Tardiva di Massa
            Coltivata a Massalombarda fin dall’inizio del secolo scorso insieme al Buco Incavato di cui
            prolungava il periodo di raccolta e quindi la fase commercializzazione. È un po’ meno
            produttiva di quest’ultima, ma i frutti sono grossi e molto aromatici. Matura alla fine di
            agosto-inizio settembre. E’ anch’essa una popolazione per cui esistono diversi genotipi,
            alcuni leggermente più tardivi.

            Poppa di Venere
            Anche questa è un antichissima popolazione di pesche bianche, la cui caratteristica comune
            è la forma allungata con umbone pronunciato, da cui il nome. Sono noti vari genotipi che
            maturano da agosto fino alla fine di settembre, alcuni si moltiplicavano per seme. Il più
            noto era molto tardivo, con maturazione a fine settembre. In Romagna è stato salvato un
            tipo che matura alla fine di agosto, con ottime caratteristiche qualitative anche se la tenuta
            di maturazione è limitata.

            Settembrine
            Sono un gruppo di varietà piuttosto eterogeneo, che hanno in comune l’epoca di
            maturazione molto tardiva, che va dall’inizio alla fine di settembre. Generalmente sono di
            sapore molto buono. Quelle che tradizionalmente si moltiplicavano per seme sono molto
            piccole. Le altre invece son medie o grosse, molto apprezzate nei mercati locali.

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