Analisi di stabilità: scivolamenti - Moodle@Units
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Stabilità di pendii: ma a quali pendii esattamente, facciamo riferimento?? 1. Pendii naturali 2. Scarpate di scavi per lavori di fondazione 3. Lavori idraulici 4. Lavori stradali 5. Le scarpate dei rilevati stradali 6. Le dighe in terra 7. Gli argini Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Dati da raccogliere per realizzare un’analisi di stabilità 1. Rilievo delle caratteristiche topografiche, geomorfologiche e geologiche di dettaglio dell’area 2. Determinazione delle caratteristiche geometriche della massa di terreno coinvolta e della superficie di scivolamento 3. Determinazione del tipo di movimento e dell’andamento nel tempo 4. Identificazione del profilo geotecnico con l’andamento delle pressioni neutrali e le caratteristiche di classificazione e resistenza dei diversi terreni coinvolti Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodologie Esistono numerosi metodi per l’analisi della stabilità di un versante basati su impostazioni fisico- matematiche in cui intervengono le forze stabilizzanti e non agenti sul versante, si suddividono in: 1.Metodi deterministici note o ipotizzate le condizioni in cui si trova un versante, questi metodi indicano con un numero se il versante è più o meno stabile. Consistono nell’applicazione di leggi di comportamento specifiche, di adeguati valori dei parametri fisici e di resistenza che controllano il comportamento del materiale, in modo da ricavare il grado di stabilità o il fattore di sicurezza della scarpata. Si suddividono in: a) Metodi dell’equilibrio limite b) Metodi tenso-deformativi 2.Metodi probabilistici valutano la probabilità di rottura di un pendio in determinate condizioni. Per poterli applicare è necessario conoscere le funzioni di distribuzione dei diversi parametri considerati come variabili aleatorie nelle analisi eseguendo i calcoli del fattore di sicurezza mediante processi iterativi. Si ottengono così le funzioni di densità, di probabilità, di distribuzione di probabilità del fattore di sicurezza, nonché le curve di stabilità per un versante con il fattore di sicurezza associato ad una determinata probabilità di accadimento, ad es. il Metodo Monte Carlo. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Scegliere il metodo di analisi La scelta del metodo dipende da: 1. Caratteristiche geologiche e geomeccaniche dei materiali (terreni o ammassi rocciosi) 2. Dati disponibili sul versante indagato e inerenti le caratteristiche al contorno (geometrici, geologici, geomeccanici, idrogeologici….) 3. Obiettivi dello studio, grado di dettaglio e risultati attesi Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodi dell’equilibrio limite L’analisi di stabilità viene generalmente condotta attraverso il METODO DELL’EQUILIBRIO LIMITE GLOBALE con cui si ricava una soluzione approssimata per il problema di stabilità scegliendo una superficie di scivolamento di forma semplice e utilizzando le equazioni dell’equilibrio. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodi dell’equilibrio limite I metodi dell’equilibrio limite sono quelli maggiormente utilizzati perché sono di semplice applicazione e forniscono dei risultati soddisfacenti. Per applicarli bisogna conoscere il significato e le modalità di misura della resistenza al taglio dei materiali. Questi metodi analizzano l’equilibrio di una massa potenzialmente instabile e consistono nel calcolare, lungo una determinata superficie di rottura, il rapporto tra le forze resistenti e quelle destabilizzanti. Si basano su: •La selezione di una superficie teorica di rottura nella scarpata •Il criterio di rottura di Mohr-Coulomb •La definizione di “coefficiente o fattore di sicurezza” Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Le verifiche di stabilità vengono trattate come un problema bidimensionale, la superficie di scivolamento viene rappresentata da una linea e viene trascurata ogni resistenza o azione trasversale (schematizzazione accettabile per pendii con caratteristiche geometriche e terreni con caratteristiche geotecniche costanti in direzione trasversale; l’errore è a favore della sicurezza e non eccede il 10%) Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Condizioni 1. superficie di rottura definita da una geometria che consenta lo scivolamento (cioè una superficie cinematicamente possibile) 2. La distribuzione delle forze agenti sulla superficie di rottura può essere calcolata utilizzando dati noti (peso di volume del materiale, pressioni neutre…) 3. La resistenza si mobilita simultaneamente lungo tutto il piano di rottura In queste condizioni si stabiliscono le equazioni di equilibrio tra le forze che inducono lo scivolamento e le forze resistenti. La soluzione delle equazioni fornisce il valore del coefficiente di sicurezza del versante per la superficie analizzata, riferito all’equilibrio limite per le forze agenti. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Fattore di sicurezza Forze stabilizzanti Fattore di sicurezza = Forze destabilizzanti Rc+Rf = S FS= è un indice del grado di stabilità di un versante ed è definito dal confronto tra resistenza al taglio disponibile del materiale e quella effettivamente mobilizzata Se FS > 1 condizione di stabilità Se FS < 1 condizione di instabilità Se FS = 1 condizione di equilibrio limite Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Effetti della gravità sui versanti Gravità (W): agisce come peso W sull’unità di area del versante determinando uno sforzo verticale Componente tangenziale dello sforzo (S) Componente normale dello sforzo (N) b = inclinazione pendio La forza peso (W) può essere suddivisa in due componenti che agiscono ad angolo retto (S) e (N). La grandezza relativa dei vettori di (N) e (S) dipende da b Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Angolo del versante e sforzo di taglio W S N b = 20 o, N > S Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Angolo del versante e sforzo di taglio W S N b = 40 o, N = S Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Angolo del versante e sforzo di taglio W S N b = 60 o, S>>N S incrementa fino a diventare sufficientemente grande da determinare il movimento …e l’acqua? Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Contenuto d’acqua e sforzo normale W S “tavola d’acqua” =N-u N Spinta di galleggiamento (u) L’acqua presente nel terreno produce una pressione interstiziale positiva che determina una spinta di galleggiamento sul materiale soprastante agendo in modo contrario allo sforzo normale producendo uno sforzo normale effettivo minore () Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
L’instabilità di un pendio si verifica quando, lungo una potenziale superficie di scorrimento, il rapporto fra la resistenza al taglio disponibile (dipende da f e c) e lo sforzo tangenziale mobilitato (dipende da componente tangenziale forza peso) è minore di 1 S = W sin () N = W cos() R = Ntan()+cA Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
COESIONE La coesione è la forza di adesione tra i granuli e si esprime come resistenza al taglio. Unitamente all’attrito interno, la coesione contrasta la forza che tende a far muovere le particelle di terra una sull’altra. Ad es. le sabbie presentano un attrito interno molto elevato ma una coesione quasi nulla, mentre le argille hanno bassi valori di attrito e una buona coesione. La determinazione diretta della resistenza a taglio t di una terra viene effettuata in laboratorio tramite la scatola di Casagrande schematicamente costituita di due telai che racchiudono il campione di terra; il telaio inferiore è fisso, mentre quello superiore si muove sotto l’azione di una forza verticale P e di una orizzontale T. Da questa prova si ottengono coesione e angolo di attrito in CONDIZIONI DRENATE. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
ANGOLO DI ATTRITO INTERNO L’attrito interno è rappresentato dalla resistenza allo scorrimento delle particelle di terra le une sulle altre. Si consideri un granulo superficiale di terra che appartiene alla superficie piana di un terreno incoerente, inclinata dell’angolo α sull’orizzontale; scomponendo il suo peso P: – la componente Pn, perpendicolare alla superficie del terreno, genera una sollecitazione di compressione con tensione normale σ; – la componente Pt, che agisce sulla superficie del terreno, genera una sollecitazione di taglio con tensione tangenziale t. La componente Pt tende a far scivolare la particella di terreno verso il basso e viene contrastata dall’azione resistente del terreno, detta forza di attrito Fa, la cui intensità dipende dalle caratteristiche delle superfici in aderenza, in questo caso del terreno e del granulo di terra. Pensando di aumentare gradualmente l’inclinazione della superficie piana della terra, cioè l’angolo α, si incrementa anche la forza Pt mentre la forza Pn si riduce fino al momento in cui viene vinto l’attrito, risultando Pt > Fa, e il granulo scivola in basso lungo la superficie. Nell’attimo immediatamente precedente all’inizio del movimento del granulo si ha una condizione di equilibrio alla quale corrisponde un certo valore dell’angolo α detto angolo di attrito ϕ, in funzione del quale può essere calcolata la forza di attrito: Fa = Pn ⋅ f essendo f = tg ϕ = coefficiente di attrito. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Facendo cadere liberamente del terreno incoerente su una superficie orizzontale, questo si dispone secondo un cono; la generatrice della superficie conica forma con l’orizzontale l’angolo di attrito ϕ. Tenendo presente che l’angolo ϕ può variare da 0° a 90°, si possono avere i seguenti casi: • α < ϕ (per cui tg α < tg ϕ e Pt < Fa): il granulo di terra è impedito a scorrere e si trova nella condizione di equilibrio statico; • α = ϕ (per cui tg α = tg ϕ e Pt = Fa): il granulo di terra è nella condizione di equilibrio limite; • α > ϕ (per cui tg α > tg ϕ e Pt > Fa): per il granulo di terra viene a mancare la condizione di equilibrio statico e scivola sulla superficie piana. In presenza di terreni incoerenti, le tensioni normale e tangenziale sono regolate dall’equazione di Coulomb: t = σ⋅ tg ϕ che nel caso di terreni coerenti viene scritta nella forma: t = c’ + σ’⋅ tg ϕ’ dove c rappresenta il valore della coesione, con le quali viene calcolata la resistenza di attrito per unità di superficie. Per diversi valori di σ è possibile determinare i valori di rottura a taglio t del provino e costruire i diagrammi relativi al terreno in esame. L’attrito interno, e quindi l’angolo di attrito, varia da campione a campione e per ciascuno in funzione del grado di umidità. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
La resistenza a taglio del terreno viene determinata con la prova di compressione triassiale, detta prova a espansione laterale parzialmente impedita, e viene eseguita utilizzando l’apparecchio con un provino cilindrico di altezza uguale a due volte e mezzo il diametro, posto in un sottile tubo di gomma chiuso alle due basi con pietre porose, che viene posizionato in un cilindro di vetro pieno di acqua; si sottopone quindi il provino a una compressione uniforme σ1 sulle due basi e a una pressione radiale σ2 ≠ σ1 sulla superficie laterale. Ripetendo la prova fino alla rottura del provino per diversi valori delle tensioni principali σ1 e σ2, è possibile tracciare un grafico su assi cartesiani tramite il quale si individua il valore della coesione c’ e dell’angolo di attrito ϕ’ per cui risulta possibile calcolare con l’equazione di Coulomb la tensione tangenziale di rottura. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Ogni materiale ha il suo attrito e la sua coesione caratteristici Coesione c Angolo di attrito interno f Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodi dell’equilibrio limite Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Skempton, 1948 Il più semplice dei metodi del cerchio di scorrimento Si assume che la resistenza del terreno sia dovuta a sola coesione Momento = prodotto tra Momento resistente Mres=rLacu intensità della forza ed Momento ribaltante Mrib=Wd il suo braccio Fs= Mres/ Mrib=rLacu /Wd dividendo per r ottengo: Fs = Lacu /Wsina l’equazione non dipende più da r (raggio del cerchio di scorrimento) è identica a quella relativa ad un unico blocco che scorre su di un piano inclinato al cui movimento si contrappone solo la resistenza coesiva. Pertanto questa espressione è valida per superfici di scorrimento di ogni forma. Paragonando i risultati ottenuti con questa metodologia a quelli ottenuti con metodologie più complesse, l’errore nel calcolo di Fs è del 5-8% buon metodo Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodi della massa totale, metodo di Taylor (1937) Utilizzazione di superfici di rottura circolari per scarpate di altezza finita per le quali non si individuano chiaramente sul terreno superfici di rottura determinate. Geometria regolare, altezza limitata, condizioni non drenate. Considerando il terreno omogeneo e la validità del criterio di Mohr-Coulomb, la resistenza tangenziale mobilitata per arrivare all’equilibrio limite (F=1) sarà data dai due contributi, uno dovuto alla coesione, e l’altro all’angolo di attrito: S = t / F = (c’ / F)+ ( n tan f’ / F) Gli sforzi distribuiti sulla superficie di rottura R c (risultante dovuta alla coesione), possono essere sostituiti con: R c = ∫ (c /F) dq tra 0 e q con linea d’azione parallela alla corda AB. INCOGNITE -N la risultante degli sforzi normali di cui non è nota l’entità ed il punto di applicazione -Rf la risultante dovuta agli sforzi di attrito deve essere normale ad N e soddisfare la condizione: Rf = N tan f /F anche per Rf non si conoscono punto di applicazione ed intensità PIU’ INCOGNITE CHE EQUAZIONI DISPONIBILI Esigenza di apportare delle semplificazioni al problema: TAYLOR Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Terreno argilloso con rottura che avviene in condizioni non drenate: • Resistenza c’ = c u dove c’ u è la resistenza al taglio non drenata e f’ = 0 in questo modo il problema è determinato. • F si calcola rilevando i momenti delle forze in gioco rispetto al centro del cerchio di rottura • Wd = R c r c F = c u R2 q / Wd Terreno argilloso con coesione che varia lungo tutta la superficie: • E’ necessario dividere la superficie in n tratti di ampiezza q in cui si possa assumere tale parametro costante per cui F risulta: Con Su=cu Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Se c ≠ 0 e f ≠ 0 Metodo del cerchio di attrito o metodo di Taylor (1948) • Per risolvere il problema è necessario aggiungere delle ipotesi complementari ed effettuare diverse iterazioni grafiche o analitiche. • Taylor: la risultante delle forze normali è concentrata in un solo punto • Per terreni omogenei, Taylor predispose abachi per risolvere casi specifici Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
caso (1) di figura B Stabilità a breve termine in argille sature, cioè rottura in condizioni non drenate TERRENI SOLO COESIVI Presenza di un substrato rigido che impone un limite alla profondità del cerchio di rottura H= 15 m, spessore complessivo dello strato di argilla 25 m β= 45° cu=80 kPa γ= 20 kN/m3 Df rapporto tra la profondità del substrato e l’altezza della scarpata Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
caso (1) di figura B H= 15 m, spessore complessivo dello strato di argilla 25 m β= 45° cu=80 kPa γ= 20 kN/m3 Innanzitutto calcolo Df che è il rapporto tra la profondità del substrato e l’altezza della scarpata Df=H1/H 25/15 = 1,67 Entro nel grafico con il mio valore di Df, uso il valore dell’angolo di scarpata, e ottengo N= 0,175 per cui FS=cu/N γ H= 80/(0,175×20×15)= 1,52 Per le verifiche di lungo termine esistono altri abachi (Bishop e Morgenstern, 1960) ma risulta più conveniente usare direttamente i Prof. Lucadi programmi Zini calcolo.Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Stabilità a breve termine in argille sature, cioè rottura in condizioni non drenate TERRENI SOLO COESIVI In condizioni di equilibrio limite l’altezza critica Hc vale: Ns = Ns (nd,β) è adimensionalee dipende dalla geometria del problema Ns coeff. di stabilità nd è il fattore di profondità ed è il rapporto adimensionale fra la profondità H1 di un eventuale strato rigido di base e l’altezza del pendio H. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
In condizioni di equilibrio limite l’altezza critica Hc vale: Dall’osservazione del grafico di Taylor si desume: - Per un pendio a parete verticale (β=90°) il fattore di stabilità (Ns) vale 3,85 ovvero l’ altezza critica è Hc=3,85*cu/γ - Per angoli β>53° il cerchio critico è sempre di piede - Per angoli β
CASO 2 TERRENI CON ATTRITO INTERNO • L’abaco a fianco mette in relazione N e (numero di stabilità) con (l’angolo della scarpata) e con F per valori compresi tra 0° e 25°. • TERRENI GRANULARI • Nella zona A il cerchio critico di base rimane completamente al di sopra del piede della scarpata. • Nella zona B il cerchio di base più sfavorevole passa al di sotto del piede della scarpata • Superfici di rottura: a) cerchio di base; b) cerchio di punto medio (Jimenez Salas & al., 1976) Angolo di scarpa Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Si vuole calcolare l’inclinazione di una scarpata con FS=1,5 H=15 m c=1 t/m3 q=18 Y=1,8 t/m3 Ne=c*/(Y*H)=c/Fc/(Y*H)=0,0247 tanq*= tanq/1,5=0,2166 q*=12,22 Inserendo i dati nell’abaco si ottiene un angolo di inclinazione della scarpata di 18° Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Esercizio 1 Si vuole eseguire uno scavo di sbancamento in un deposito di argilla omogenea satura sovrastante uno stato rigido (bedrock). Determinare con il metodo di Taylor la pendenza necessaria per avere coefficiente di sicurezza F = 2. I dati geometrici e geotecnici sono i seguenti: H (m) = 6 profondità di scavo H1 (m) = 9 spessore del deposito di argilla γ (kN/m3) = 18 peso di volume dell'argilla cu (kPa) = 40 resistenza al taglio media in termini di tensioni totali Ns= γHc/cu Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Soluzione: Hc (m) = 12 altezza critica Ns = 5.4 fattore di stabilità nd = 1.5 fattore di profondità dal grafico di Taylor si ricava: β (°) = 55 Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Esercizio 2 Deve essere eseguito uno scavo verticale di sbancamento per un'altezza H=10 m in un'argilla satura sopra il livello di falda. L'argilla ha peso di volume γ e resistenza al taglio in condizioni non drenate cu. Lo strato di argilla ha spessore H1=20 m ed appoggia sul substrato roccioso. Calcolare il coefficiente di sicurezza per uno scavo in parete verticale, con il metodo di Taylor. Dati: g = 20 kN/m3 cu = 60 kPa H1 = 20 m H = 10 m β = 90° Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Dati: g = 20 kN/m3 cu = 60 kPa H1 = 20 m H = 10 m β = 90° Ns= γHc/cu nd=H1/H Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Soluzione: Scavo in parete verticale, metodo di Taylor. nd = H1/H = 2 β = 90 ° Ns = 3.85 Hc = Ns cu/γ = 11.55 m FS = Hc/H = 1.155 cerchio di base o di piede Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Calcolo di Fs con Hoek & Bray (1981) (basati sul metodo di Taylor) Terreni coesivi, terreni non coesivi, rocce molto fratturate Terreni omogenei con Gli abachi di Hoek & Bray permettono di calcolare in modo rapido e semplice il coesione ed attrito coefficiente di sicurezza di scarpate in terreni con rottura circolare al piede, partendo dai dati geometrici e dai parametri di resistenza del terreno. Fs calcolato in base a CARTE DI STABILITA’ (sup. scivolamento circolari) Hoek & Bray (1981) 5 carte in funzione del livello della falda: pendio perfettamente drenato, pendio in condizioni di piena saturazione, pendio con superficie piezometrica posta ad altezze diverse Fs così ricavato è il minimo possibile, è relativo ad una superficie di scivolamento circolare che si raccorda, nella parte sommitale del versante, a una frattura verticale di trazione. Valutazione speditiva e approssimata di Fs IPOTESI 1. Materiale omogeneo in tutta la scarpata 2. Esistenza di una frattura di trazione 3. La tensione normale viene concentrata in un unico punto della superficie di rottura Abaco numero 3 Fig.A Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Come si leggono gli abachi di Hoek & Bray? Il Fattore di sicurezza così calcolato è il minimo possibile, ed è relativo ad una superficie di scorrimento circolare che si raccorda, nella parte sommitale del versante, ad una frattura verticale di trazione. Abachi esistenti in funzione del livello piezometrico. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Abachi di Hoek e Bray esercizio 3 H=12m, inclinazione =35°, parzialmente saturi, con parametri di resistenza del terreno pari a: c’=1.5 t/m2, f=25° e g=1.8t/m3 Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
H=12m, inclinazione =35° c’=1.5 t/m2, f=25° e g=1.8t/m3 NB f è espresso in rad Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodi dei conci, metodo di Bishop L’ipotesi di Taylor assume che le tensioni normali sulla superficie di rottura siano concentrate in un punto unico, il che comporta un certo errore, anche se a favore della sicurezza. L’abaco di Taylor permette solo di considerare la presenza d’acqua in un terreno omogeneo con livello di falda orizzontale. Bishop (1955): METODO DEI CONCI Ipotesi 1. Superficie di rottura circolare 2. Il terreno viene suddiviso in n conci o fasce verticali 3. Si impone l’equilibrio dei momenti delle forze agenti in ciascun concio rispetto al centro del cerchio 4. Dalla condizione di equilibrio delle forze verticali in ciascun concio si ottengono le forze N (normali alla superficie di rottura) e si sostituiscono nell’equazione risultante dell’equilibrio dei momenti 5. Il metodo di Bishop semplificato ipotizza inoltre, che le forze di contatto tra 2 conci adiacenti non influiscano essendo in equilibrio. 6. Si ottiene così il coefficiente di sicurezza F della superficie considerata. Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodo di Bishop semplificato (1955) Assunzioni preliminari: • superfici di movimento circolari • nulle le forze tangenziali agenti sulle superfici laterali di ciascun concio • coesione e angolo di attrito interno del materiale diversi da zero • si impone l’equilibrio dei momenti delle forze agenti in ciascun concio rispetto al centro del cerchio L’espressione non è lineare pertanto per ottenere la risoluzione della medesima è necessario ricorrere ad un procedimento iterativo fino a convergenza rispetto ad un valore di tolleranza prefissato all’inizio del procedimento di calcolo. Il calcolo di Fs è a favore della sicurezza ed è generalmente modesto Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
Metodo di Janbu semplificato (1969) Assunzioni preliminari: • superfici di scivolamento di forma qualsiasi • nulle le forze tangenziali agenti sulle superfici laterali di ciascun concio • coesione e angolo di attrito interno del materiale diversi da zero L’espressione non è lineare pertanto per ottenere la risoluzione della medesima è necessario ricorrere ad un procedimento iterativo fino a convergenza rispetto ad un valore di tolleranza prefissato all’inizio del procedimento di calcolo. Il valore di Fs è sottostimato a favore della sicurezza soprattutto per terreni coesivi e sup. di scivol. profonde fattore di correzione Fs corretto = foFs dove fo dipende dai parametri di resistenza al taglio Prof. Luca Zini Geologia Applicata – a.a.2020-2021 zini@units.it
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