Ambiente marino costiero - Provincia Ancona

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6. Ambiente marino costiero

      6.1. Inquadramento geografico della costa anconetana

La costa della Provincia di Ancona, lunga circa 59 km, si divide in due aree abbastanza omogenee dal punto
di vista geografico, fisico, biogeografico ed urbanistico., rispettivamente a Sud e a Nord del promontorio del
Conero.
Si estende su 6 Comuni. Da Nord a Sud: Senigallia, Montemarciano, Falconara Marittima, Ancona, Sirolo e
Numana.
La parte nord della Provincia, da Senigallia fino alla foce del fiume Esino, è formata da una costa bassa,
sabbiosa con la ferrovia che corre molto vicino al mare (fu progettata sull’ultimo cordone di dune verso terra,
il più stabile e compatto), cui corre affiancata dal lato ovest (verso terra) la SS 16 Adriatica.
Questa struttura è omogenea da Rimini fino ad Ancona, con variazione sul tema nell’attraversamento dei
centri urbani. Lungo questa direttrice costa-ferrovia-strada si sono sviluppate tutte le urbanizzazioni costiere
dagli anni ’50 del XX secolo in poi, creando un continuum di città lineare che quasi unisce Cesenatico con
Ancona. In Provincia di Ancona nell’area nord pochi sono i varchi a mare, cioè le aree non urbanizzate di
dimensione maggiore di un km: ne esiste una tra Senigallia e Marzocca e qualche piccolo tratto tra questa e
Marina di Montemarciano.
Nell’area nord di Ancona si trovano anche i due principali porti pescherecci, Ancona e Senigallia e le due
aree industriali costiere più importanti: lo stabilimento petrolchimico API di Falconara Marittima, alla foce
del Fiume Esino e l’area industriale del Porto di Ancona.
L’area sud rispetto ad Ancona è composta per la maggior parte da costa rocciosa (i Monti dei Corvi e
Conero), con importanti falesie1 fino a Numana. L’area - a parte il centro storico di Ancona che si affaccia
sul golfo nord dell’intero Massiccio del Conero – è molto naturale ed è parco regionale dal 1997 per circa
6000 ettari. Quest’area ha una morfologia sommersa differente dal resto della regione: il fondo a 500 m dalla
                                                                             2
costa è profondo 15 m contro una media regionale di circa 5 m . La parte sud del Conero, nell’area di
Marcelli di Numana è un’area in generale antropizzata dagli anni ‘70 del XX secolo. In quest’area si
trovavano importanti aree umide naturali e artificiali legate alla foce del Fiume Musone.
A nord di Ancona nel primo entroterra si trova un paesaggio agrario moderno con poche siepi residue e
macchie che contribuiscono però a mantenerne un certo carattere tipico della Regione. L’intera area è
importante per la produzione di vino (Rosso Conero) ed olio ed è caratterizzata da un paesaggio agrario
tradizionale in generale molto ben conservato con elementi di connettività percettiva ed ecologica3.
L’intera costa provinciale è turistica: la spiaggia di Senigallia è nota dalla prima metà del XX secolo come
“spiaggia di velluto”, mentre quelle di Sirolo e Numana sono state spiagge d’elite. I nuovi insediamenti a

1
 Una falesia è una costa rocciosa con pareti ripide a strapiombo sul mare.
2 Fonte: Comune di Ancona, Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001.
3
  la connettività è una proprietà del paesaggio data da elementi continui quali le siepi e i filari di alberi, elementi utili
alla fauna come corridoi ecologici e piacevoli per la percezione visiva.

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nord del Conero sono in generale di edilizia popolare, di livello superiore erano i grandi alberghi a Marcelli
di Numana negli anni ‘60 e ‘70 del XX secolo, ora in parte decaduti.
I porti turistici sono 3 di differente tipologia: il porto turistico di Ancona è situato all'interno del porto
industriale, quello di Senigallia all'interno del porto peschereccio mentre quello di Numana è un porto
turistico a sé stante.
Quattro sono i fiumi che sfociano in Adriatico nella Provincia di Ancona: il Fiume Cesano è il confine nord
(con la Provincia di Pesaro), il Fiume Misa sfocia a Senigallia, l’Esino è tra Montemarciano e Falconara
Marittima ed il Musone a sud di Numana (località Marcelli) e coincide con il confine provinciale sud (con la
Provincia di Macerata).
Ci sono due porti pescherecci a Senigallia e Ancona ed un porto industriale ad Ancona.

     6.1.1.      Le attività determinanti sull’ambiente marino costiero
Le principali cause determinanti di pressioni sull'ambiente marino costiero sono rappresentate
dall’urbanizzazione costiera, dalle attività industriali (la raffineria API è ad esempio una azienda a rischio
rilevante) e dai porti. Altri fattori determinanti importanti sono la pesca per gli effetti diretti sugli ecosistemi
pelagici4 e il turismo sia per l’occupazione di aree di spiaggia con persone e imbarcazioni da diporto, sia per
l’incremento di altri fattori di pressione (aumento di inquinanti atmosferici emessi da autoveicoli, aumento
del carico delle acque reflue, ecc.). Anche l’agricoltura influenza l’ambiente marino col carico di sostanze
nutrienti e di elementi in tracce5 che per dilavamento arrivano al mare direttamente o tramite i fiumi.
Le pressioni che ne derivano sono la perdita di habitat 6, i flussi di nutrienti in mare (sia da scarichi diretti
che da ricaduta atmosferica), il cambiamento dei regimi litorali - ovvero del complesso delle dinamiche
costiere (moto ondoso, erosione e trasporto di sedimenti, ecc.) - dovuto a porti, moli, barriere frangiflutti e
pennelli, la pesca, il turismo che occupa sia le spiagge che le aree con persone, barche e natanti vari.

La crescita urbana è rilevante. L’incremento di densità di popolazione nei Comuni costieri tra il 1971 ed il
                           7
1999 è stato del 6% . Se si considerano solo gli anni più recenti la densità di popolazione dei comuni
costieri si è stabilizzata con un aumento complessivo di poco inferiore all’1% dal 1991 (185.962 abitanti) al
2002 (187.647 abitanti)8. Tale andamento è causato dall'aumento di popolazione nei comuni di
Montemarciano (+21%), Numana (+20%), Senigallia (+3%) e Sirolo (+8%), che ha controbilanciato la
tendenza opposta registrata nei comuni di Ancona (-0,4%) e Falconara Marittima (-5%). Alla tendenza
generale di aumento di popolazione degli ultimi decenni corrisponde l’aumento di consumo di suolo. Ad

4
  gli ecosistemi pelagici sono ecosistemi di mare aperto.
5
  Gli elementi in tracce sono presenti in piccolissime quantità negli organismi viventi. Comprendono piombo, argento,
ferro, zinco, nichel, cobalto e manganese. Alcuni sono essenziali per i processi vitali, altri sono dannosi. Anche quelli
necessari, in quantità troppo elevate possono essere tossici.
6
  “L’habitat di un organismo è il luogo in cui esso vive, o il posto dove lo si può trovare”. (Odum E.P., Basi di ecologia,
1988. Piccin, PD. Pag.350). La perdita di habitat è dovuta all’occupazione di suolo da parte di attività antropiche o ad
un deterioramento delle caratteristiche che rendono certi luoghi habitat adatti per alcune specie.
7
  Fonte: Provincia di Ancona, Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001.
8
  Nel 1991 la popolazione complessiva dei comuni costieri era di circa 186.000 unità, nel 2002 di circa 187.500, per
una superficie di 314 kmq. Fonte: Regione Marche-Servizio Sistema Informativo Statistico, SISTAR "Superficie, popolazione e densità per
comune e province delle Marche - Anno 2002"
                                           .

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Ancona, ad esempio, il consumo di suolo è aumentato di quasi quattro volte nella seconda metà del XX
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secolo (passando dal 5,7% del territorio occupato del 1948 al 20,3% del 1994 ).
Per quanto riguarda il turismo balneare, dal 1999 al 2002 si è registrato un incremento sia degli arrivi sia
delle presenze negli esercizi ricettivi della Provincia di Ancona. In particolare gli arrivi sono aumentati di
oltre il 9% e le giornate di presenza quasi del 14%.
Il Porto di Ancona è il quarto scalo commerciale dell’Adriatico e copre il 13% del traffico totale.
In generale, le attività portuali10 sono aumentate negli ultimi decenni sia per quanto riguarda il traffico
passeggeri che per il settore merci. Negli ultimi anni invece si è registrato un calo generale. La
movimentazione passeggeri al porto di Ancona è cresciuta dal 1980 al 2000 (+225%), la crescita si è
arrestata nel 2000 per passare da 1.480.107 persone a 1.210.453 nel 2003 (-18%). Stesso andamento segue la
movimentazione di veicoli (auto) per la quale si rimanda al capitolo mobilità e traffico.
La pesca è un’attività che influenza in modo diretto l’ambiente marino e allo stesso tempo risente delle sue
modifiche. Gli effetti sugli ecosistemi derivanti dalla pesca sono la distruzione di habitat, l’erosione
genetica11 e il cambiamento dei rapporti tra specie. L’attività di pesca della provincia di Ancona è alimentata
dai porti pescherecci di Senigallia e Ancona, ma è concentrata nel capoluogo, dove risulta ubicato oltre il
70% delle imprese del settore. Il totale delle imprese della Provincia ammontava a 190 nel 1998, pari al
22,8% delle imprese regionali. Nel 2003 sono cresciuti sia il dato assoluto sia quello percentuale: al 31
dicembre erano attive 204 imprese nel settore pesca, piscicoltura e servizi annessi, pari al 26% sul totale
delle imprese del settore in Regione12. Gli occupati ammontavano, nello stesso periodo a 513 persone,
                                                  13
ovvero il 26% del totale regionale nel settore.
Il numero delle imbarcazioni della flotta peschereccia della provincia di Ancona è di circa 190 unità, di cui
circa 50 rappresentate da turbo soffianti (chiamate anche vongolare, utilizzate per la pesca delle vongole)14.
A queste si aggiungono le circa 1000 imbarcazioni da diporto15.
Un indicatore importante rispetto alle pressioni e agli impatti provocati dal traffico commerciale e da diporto
è dato dal numero di sinistri in mare che dal 2000 al 2003 ha subito un decremento, passando da 12 a 8
(vedi seguente). I dati comprendono incidenti dovuti a urti, capovolgimenti, affondamenti, incendi, avarie e
infiltrazioni d’acqua. L’indicatore è connesso allo stato dell’ambiente marino a causa del potenziale
inquinamento dovuto a sversamenti di idrocarburi e altre sostanze in mare, in caso di un incidente tra quelli
indicati. Il Porto di Ancona, così come tutte le alte aree in cui insistono delle attività industriali, è comunque
interdetto alla balneazione e ad una serie di altre attività (ad esempio l’allevamento di molluschi) (vedi
capitolo 0).

9
   Di questi il 13,1% è dato dagli usi residenziali ed il 7,2% dagli usi produttivi ed infrastrutturali, fonte: Comune di
Ancona, Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2001.
10
    i dati relativi alle attività del Porto di Ancona derivano per gli anni antecedenti al 1999 da Analisi Statistica
Territoriale della Provincia di Ancona: Gruppo Statistico, 2000; , per i dati successivi dalle statistiche dell’Autorità
Portuale di Ancona.
11
   Per erosione genetica si intende la perdita di diversità a vari livelli: perdita di specie, di razze, di geni.
12
   Fonte: Infocamere
13
   Fonte: Piano regionale Marche per la pesca 2000/2002
14
   Fonte: Capitaneria di Porto, ufficio pesca di Ancona, settembre 2004.
15
   Fonte: comunicazione della Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Ancona, giugno 2004.

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12         1

                            2
                 10                        1
                                                           2

                  8
                                           4               2                2
                                                                                  navi
                                                                                  unità da diporto
                  6
                                                                                  pescherecci
                                                                            2
                            9
                  4
                                                           6
                                           5
                                                                            4
                  2

                  0
                         2000           2001           2002              2003
                                                anni

Figura 35 - Numero di incidenti per tipo di imbarcazione (anni 2000 – 2003). Fonte: Capitaneria di Porto di
Ancona

Su scala provinciale il pescato16 ha registrato un picco di produzione negli anni 2000 e 2001, seguito nel
2002 da una diminuzione fino al livello del 1999, e da una leggera ripresa nel 2003 (si veda Figura 36) . È da
sottolineare il contributo consistente dato dalla pesca delle vongole e delle cozze, che in peso rappresentano
il 30–50 % del pescato.

         12.000,00
                                                  11.692             11.781
         11.000,00

         10.000,00

          9.000,00
                                                                                                        9.219

          8.000,00

                                7.443
          7.000,00                                                                 7.185

          6.000,00
                          1999                 2000               2001          2002                 2003
                                                                  Anno

Figura 36 - Pescato totale nella provincia di Ancona dal 1999 al 2003. Fonte: Capitaneria di Porto di Ancona,
ufficio                                                                                                 pesca

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     Fonte: Capitaneria di Porto, ufficio pesca di Ancona 2004.

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6.2. Riferimenti normativi

Per quanto riguarda la normativa di riferimento e gli indirizzi strategici e di tutela della risorsa, sono da
considerare i seguenti atti normativi nazionali ed internazionali.

       5.2.1 Convenzioni internazionali
•     Convenzione di Barcellona per la salvaguardia del Mar Mediterraneo (1976);
•     Convenzione Internazionale per la prevenzione dell'inquinamento marino da navi denominata MARPOL
    73/78;
•     Dumping Convention, sulla prevenzione dell'inquinamento marino causato dallo scarico di rifiuti ed altre
    materie (1983);
•     Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (1994);

       5.2.2 Normativa nazionale
•     Testo Unico Leggi Sanitarie del 1934;
•      Legge ordinaria del Parlamento n°438 del 04/06/1982 - Adesione ai protocolli relativi alle convenzioni
    internazionali rispettivamente per la prevenzione dell'inquinamento causato da navi e per la salvaguardia
    della vita umana in mare, con allegati, adottati a Londra il 17 febbraio 1978, e loro esecuzione.
•     Legge 979/1982, sull'importanza della tutela dell'ambiente marino costiero;
•     Decreto del Presidente della Repubblica n° 470 del 08/06/1982 - Attuazione della direttiva (CEE) n.
    76/160 relativa alla qualità delle acque di balneazione;
•      Legge 29.6.1939, n. 1497, e legge 8.8.1985, n.431, relative alla protezione del paesaggio e alla
    pianificazione paesistica o territoriale a valenza paesistico ambientale;
•      Decreto Legge n° 667 del 25/11/1985- Provvedimenti urgenti per il contenimento dei fenomeni di
    eutrofizzazione;
•     Decreto Legge n° 155 del 14/05/1988 - Modifiche al DPR 470/82 concernente attuazione della Direttiva
    CEE n. 76/160, convertito, con modificazioni, nella L. n° 271 del 15/07/1988;
•     Decreto Ministeriale del 17/06/1988 - Criteri per la definizione dei programmi di sorveglianza per la
    rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie;
•     Decreto Legge n° 227 del 13/06/1989 - Provvedimenti urgenti per la lotta all'eutrofizzazione delle acque
    costiere del Mare Adriatico e per l'eliminazione degli effetti;
•     Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27/07/1989 - Realizzazione della rete di
    monitoraggio ed elaborazione dei dati ambientali del mare Adriatico;
•     Legge ordinaria del Parlamento n° 283 del 04/08/1989 - Conversione in legge, con modificazioni, del
    D.L. 13 giugno 1989, n. 227, recante provvedimenti urgenti per la lotta all'eutrofizzazione delle acque
    costiere del Mare Adriatico e per l'eliminazione degli effetti;
•      Decreto Legge n° 109 del 13/04/1993 - Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno
    1982, n. 470, concernente attuazione della direttiva CEE n. 76/160, convertito, con modificazioni, nella L.
    n° 185 del 12/06/1993;

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•     D.Lgs. 152/99, sulla tutela delle acque dall'inquinamento, che ha recepito la Dir. 91/271/CEE e la Dir.
    91/676/CEE.;

       5.2.3 Normativa Regionale
•     L.R.30.12.1974, n°52 - Provvedimenti per la tutela degli ambienti naturali;
•     L.R. 21.08..1984, n°24 - Delega ai comuni delle funzioni amministrative concernente la protezione delle
    bellezze naturali;
•     L.R.23.04.1987,n°21 - Istituzione del Parco Regionale del Conero;
•     L.R. 03.11.1988, n°41 - Interventi per la valorizzazione e il recupero ambientale;
•     Del. Amministrativa 03.11.1989, n. 197 - Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR);
•     L.R. 19.11.1991, n°34 - Accelerazione dell'attuazione del Piano Paesaggistico Ambientale Regionale
    (PPAR) e coordinamento di Leggi Regionali riguardanti il territorio;
•     L.R. 28.04.1994, n°15 - Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali;
•      Delib. Giunta Reg. 24.06.1996, n°1815 - Indirizzi e linee guida per l'adozione del piano per il parco
    regionale del Conero;
•      Delib. Giunta Reg 30.03.1998, n° 696 - Adozione documento attinente alle "Linee guida per il piano di
    risanamento delle acque";
•     Delib. Cons Reg. 29.02.2000, n°302 - Approvazione del piano di tutela delle acque ai sensi del D.Lgs.
    152/1999. Legge regionale 5 settembre 1992, n. 46, articolo 7. 1° fase - acque superficiali;
•      L.R. 22.10.2001, n°21 - Modifiche alla legge regionale 30 dicembre 1974, n. 52 'Provvedimenti per la
    tutela degli ambienti naturali';
•      Delib. Giunta Reg 13.11.2001, n° 2681 - Legge n.394/91 art. 1bis; DM n. 99/2000. Approvazione dello
    schema di Accordo di programma tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e la regione
    Marche per attuare un sistema coordinato di interventi di tutela e valorizzazione ambientale nei parchi
    naturali regionali;
•      Delib. Giunta Reg 06.04.2004, n° 354 - Individuazione delle zone idonee e non idonee alla balneazione
    delle acque marine ed aggiornamento dei punti di campionamento relativi alle acque di balneazione marine.
    Deroga ai limiti del parametro "ossigeno disciolto" ed adozione del programma di sorveglianza. Attuazione
    della direttiva 76/160/CEE sulla qualità delle acque di balneazione. Stagione balneare anno 2004;
•      Delib. Giunta Reg 18.05.2004, n° 551 - Individuazione delle zone idonee e non idonee alla balneazione
    delle acque marine a seguito dei campionamenti effettuati nel mese di aprile 2004. Attuazione della Legge
    30 maggio 2003 n. 121 - Modifiche alla normativa in materia di qualità delle acque di balneazione.
    Stagione Balneare Anno 2004.

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6.3. Analisi dei dati

             5.3.1 Geologia e geomorfologia
                                                                                                       17
La costa della provincia di Ancona è una costa semplice                                                      nella sua parte nord, composta da spiagge
sabbiose e in piccola parte ghiaiose nei comuni di Senigallia, Montemarciano e Falconara Marittima. I
litorali sabbiosi in natura sono caratterizzati dalla presenza di cordoni dunali nella parte più interna della
spiaggia, necessari per il suo mantenimento nel periodo invernale. Il comune di Ancona aveva dei litorali
sabbiosi a nord ovest del porto, ora scomparsi, in parte perché il loro spazio è stato utilizzato per le attività
antropiche, in parte perché la sabbia è stata rimossa da processi erosivi. Gran parte della costa in esame
infatti è in erosione; opere di difesa della spiaggia come barriere frangiflutti (parallele alla spiaggia) e
pennelli (perpendicolari alla spiaggia) sono presenti in tutti i comuni del litorale nord.
Dal Comune di Ancona, procedendo verso sud, si arriva al promontorio del Conero, la cui vetta (572 m) è
il monte Conero. A sud, la costa dei comuni di Ancona e Sirolo è in maggior parte rocciosa con piccole
spiagge ghiaiose e sabbiose nelle insenature, anche queste in erosione. In tutto il Conero le falesie sono in
                     18
arretramento , tranne l’area del Trave che è in progradazione19.
Aree esondabili sono la foce del fiume Cesano, la foce del Fiume Misa all’interno dell’abitato di Senigallia,
la foce e l’area retrostante del fiume Esino in tutto il comune di Falconara Marittima. L’area della foce del
Musone è completamente esondabile dalla congiunzione tra il fiume Aspio che drena il Monte Conero fino al
mare.
Dei 172 km di costa marchigiana 96 km sono caratterizzati da opere di difesa dall’erosione e su 7 km sono
previsti interventi20. Nella maggior parte si tratta di opere rigide, come la scogliera, fortemente penalizzanti
per la fauna marina e per la qualità delle acque che diminuiscono la capacità del mare di autodepurarsi.
Il Piano Paesistico Ambientale Regionale individua nelle falesie del Conero delle aree sottoposte a tutela
integrale per le loro caratteristiche di rappresentatività e/o rarità geologica e geomorfologica.

             5.3.2 Ecosistemi
Le aree costiere sono aree chiave per gli ecosistemi marini poiché vi si trova la massima produttività
                           21
primaria marina , larga parte delle aree di riproduzione e crescita degli individui giovani (nursery), la
massima biodiversità che si trova nelle aree marine. Ma le zone costiere sono importanti anche per gli
ecosistemi terrestri: da un lato sono aree ove si minimizza la perdita di nutrienti, (ad esempio il fosforo, che
si deposita come fosfato e rientra in parte nella catena trofica grazie soprattutto agli uccelli), dall’altro le aree
umide costiere sono aree di riproduzione e crescita (aree ove la natalità è superiore alla mortalità) importanti
sia per gli organismi marini che per l'avifauna

17 Secondo la definizione di Ricci Lucchi (1980) una costa semplice è composta da spiagge, cordoni litorali o piane di marea direttamente attaccate alla terraferma
18
    De Grandis G., 1995. Caratterizzazione geo-sedimentologica di un’area marina da inserire nel Parco Naturale del
Conero, Tesi di Laurea in Scienze Ambientali, Università degli Studi di Bologna
De Grandis G., 2002. Effetti ambientali di opere di protezione costiera su un litorale di elevata qualità naturale:
Portonovo, Monte Conero (AN)., Tesi di dottorato in Scienze Ambientali, Università degli Studi di Bologna
19
   la progradazione è una dinamica della linea di costa che consiste nell’avanzamento della spiaggia verso il mare
20 Fonte: Comune di Ancona, R
                             apporto sullo Stato dell'Ambiente 2001.
21
    La produttività primaria di un sistema ecologico ... è definita come la velocità alla quale l’energia raggiante viene
trasformata dall’attività fotosintetica degli organismi produttori ... in sostanze organiche” (Odum E.P., Basi di ecologia,
1988. Piccin, PD. Pag.85). Tra gli organismi produttori ci sono le piante verdi le macroalghe e il fitoplancton.

Ambiente marino costiero                                                                                                                                              159 di 380
Negli ecosistemi del litorale della Provincia di Ancona, in gran parte scomparsi a causa dell’intervento
antropico, si trovano per lo più aree a grande antropizzazione, le spiagge hanno poche tracce di vegetazione
pioniera e ruderale che formerebbero in una situazione naturale la comunità ad Ammofileto-Cakileto (le
piante caratterizzanti sono lo sparto pungente, Amophila arenaria, e il Baccherone, Cakile marittima). Nella
fascia di retroduna oramai praticamente scomparsa la vegetazione potenziale sarebbe la tipica dell’Oleo-
lentischetum.

        5.3.3 Qualità dell’acqua
Il mare ha una forte capacità autodepurativa dipendente dalle correnti, dalla turbolenza, dalla concentrazione
                                                                                                                 22
degli inquinanti e dalla capacità di diluizione, e da una serie di altri parametri chimico-fisici e biologici . La
stessa fonte inquinante può provocare impatti molto diversi secondo il tipo e le condizioni ambientali: alcune
situazioni di inquinamento sono brevi e localizzate, altre invece sono localizzate ma durature a causa della
continuità della fonte inquinante (eventi ripetuti di eutrofizzazione o di acque non balneabili), altre ancora
sono persistenti a causa dell’accumulo di inquinanti negli ecosistemi (inquinamento da idrocarburi, metalli
pesanti, composti organoclorurati) e della biomagnificazione23 lungo la catena trofica.
Nella provincia di Ancona si trovano sei stazioni di campionamento per la campagna di monitoraggio
della qualità delle acque iniziata nel 2001, posizionate lungo due transetti24: uno in prossimità della foce del
fiume Esino e uno prospiciente il Monte Conero; in entrambi i casi i punti di misura sono a 500, 1000 e
3000 m dalla costa. Il sito “Esino”, nei pressi del quale è attivo un polo petrolchimico, è classificato come
area critica (un’area influenzata dalle attività antropiche), mentre il sito “Conero”, all’interno di un’area
marina protetta di prossima istituzione, si configura come area di controllo (una stazione di controllo è posta
in aree ad alto livello di naturalità).
La campagna raccoglie i dati, raggruppati in Tabella 98 e Tabella 99, di tipo chimico, fisico e biologico
relativi all’acqua, ai sedimenti e agli esseri viventi.
          parametri chimico- fisici       Salinità (psu)
                                          Trasparenza (m)
                                          Temperatura
                                          Ph
         Parametri per lo stato trofico O2 disciolto
                                        Clorofilla ‘a’ (mg/mc)
                                        Ammoniaca (NH4 -mM/mc)
                                        Fosfati (PO4 -mM/mc)
                                        Nitrati (NO3 -mM/mc)
                                        Nitriti (NO2 -mM/mc)
                                        Silicati (SiO4 -mM/mc)
                                        Enterococchi
                                        Fitoplancton (n. cellule/litro)

22
   Della Croce N., Cattaneo Vietti R., Danovaro R., 1997. Ecologia e protezione dell’ambiente marino costiero. UTET,
Torino. p. 243.
23
   la biomagnificazione o magnificazione biologica si riferisce alla concentrazione di alcune sostanze nei tessuti degli
animali, lungo la catena alimentare passando da un livello al successivo. (Odum E.P., Basi di ecologia, 1988. Piccin,
PD. Pag.124)
24
   un transetto indica una serie di punti di misura allineati.

Ambiente marino costiero                                                                                     160 di 380
Diatomee e dinoflagellate e riconoscimento specie
                                            Zooplancton (n. cellule/litro)
                                            Cladoceri e copepodi e riconoscimento specie

Tabella 98 - parametri indagati con cadenza quindicinale (tra parentesi l’unità di misura)

Sedimenti       Granulometria (% peliti e sabbie)
                Composti organoclorurati (microgrammi/kg p.s.25)
                DDT e analoghi (DD’s); isomeri del esaclorocicloesano (HCH’s); Drin’s; esaclorobenzene;
                PCB’s
                Metalli pesanti (microgrammi/kg p.s.)
                Hg, Cd, Cr, Pb, Zn, Cu, V, As, Ni, Al e Fe
                Idrocarburi Policiclici Aromatici (microgrammi/kg p.s.)
                Naftalene, Acenaftene, Acenaftilene, Fluorene, Fenantrene, Antracene, Fluorantene, Pirene,
                Benz(a)antracene, Crisene, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(a)pirene,
                Dibenzo(a,h) antracene, Benzo(g,h,i)perilene, Indeno(1,2,3,c,d)pirene.
                Carbonio organico totale
                Composti organostannici (TBT) (microgrammi/kg p.s.)
                Saggi biologici
                Spore di clostridi solfitoriduttori
Biota           Composti organoclorurati (microgrammi/kg p.s.)
                Metalli pesanti (microgrammi/kg p.s.)
                Idrocarburi Policiclici Aromatici (microgrammi/kg p.s.)
                Composti organostannici (TBT) (microgrammi/kg p.s.)
Tabella 99 - Parametri indagati con frequenza semestrale (tra parentesi l’unità di misura)
                                                                                                               26
Uno dei problemi ricorrenti della costa dell’Adriatico centrale e settentrionale è l’eutrofizzazione                delle
acque. Gli eventi eutrofici si verificano per una combinazione di fattori, tra cui un apporto superiore alla
capacità di metabolizzazione degli ecosistemi di sostanza organica e nutrienti (azoto e fosfati) di provenienza
antropica: fertilizzanti agricoli, liquami da attività zootecniche, reflui civili, emissioni atmosferiche di origine
urbana e industriale quali gli ossidi di azoto prodotti dalle combustioni e dai trasporti. La maggiore
disponibilità di nutrienti può provocare fioriture algali (bloom) abnormi, a volte causa della colorazione delle
acque o di rilascio di sostanze tossiche. Gli effetti sono gravi sia per gli ecosistemi marino-costieri acquatici
sia per le attività economiche (pesca e turismo). Per questo tra le varie analisi eseguite dall’ARPA Marche
per la campagna di monitoraggio della qualità della acque vi sono anche quelle su fito- e zoo-plancton.
All’altezza di Ancona l’influenza dell’apporto di nutrienti dal Po non è più determinante, ma una serie di
altre condizioni (fondali bassi, temperature estive dell’acqua alte, scarso rimescolamento, presenza di

25
   kg p.s. sta per kilogrammi di peso secco. La misura della sostanza in questione viene svolta dopo aver eliminato
l’acqua dalla matrice che la contiene, sedimenti o tessuto animale.
26
   Il termine, “dal greco eutrophia (eu: buon e trophòs: nutrimento), in origine indicava una condizione di ricchezza di
sostanze nutritive (nitrati e fosfati) in ambiente acquatico; oggi viene usato per indicare le fasi successive a tale
arricchimento di nutrienti, cioè l’abnorme sviluppo di alghe con conseguenze spesso deleterie per l’ambiente.” (Dal sito
ARPA Emilia Romagna.)

Ambiente marino costiero                                                                                     161 di 380
barriere frangiflutti che alterano la circolazione, nutrienti da attività antropiche tra cui l’agricoltura intensiva,
                                                                                   27
ecc.) rende la zona favorevole all’insorgenza di eventi acuti di eutrofizzazione .
La normativa italiana, D.Lgs. 152/99, richiede il calcolo dell’indice trofico, altrimenti detto TRIX, che
combina i principali parametri descrittivi della condizione di trofia delle acque, ovvero la situazione dello
stato dei nutrienti (azoto e fosforo) che, insieme ad una serie di altri fattori potrebbero causare
eutrofizzazione. I valori assunti dal TRIX sono mostrati in Tabella 100)

≥2 e
Conero 3000

                           Conero 1000

                            Conero 500
                stazioni

                                                                                      2000-2001
                            Esino 3000                                                1998
                            Esino 1000                                                1997

                             Esino 500

                                         0   1   2      3    4    5       6   7   8
                                                     classi indice TRIX

Figura 37– Andamento delle medie annue dell’indice TRIX per le sei stazioni dei transetti Conero ed Esino (N.B:
le stazioni intermedie (1000 m) non erano monitorate nel 1997 e 1998). I valori da 2 a 4 indicano una classe
elevata, da 4 a 5 buona, da 5 a 6 mediocre e da 6 a 8 scadente. Fonte: Provincia di Ancona, Relazione sullo Stato
dell’Ambiente 2000 e APAT, Annuario dei dati ambientali 2003

Sulla base dei dati del programma di monitoraggio è stato costruito un indice alternativo al TRIX, specifico
per le acque marine, che include anche parametri di salinità e trasparenza. L’indice di Classificazione della
                                  29
Acque Marine, CAM , si basa su un algoritmo che combina, oltre all’azoto inorganico, ai fosfati, alla
clorofilla a e all’ossigeno disciolto, anche i silicati, la salinità e la trasparenza. I risultati sono classificati
sulla base di una scala cromatica composta da tre classi:

           blu, corrispondente ad acque oligotrofiche30,
           verde, per acque con vari gradi di eutrofizzazione, ma ecologicamente produttive e funzionalmente
           integre
           giallo, per acque eutrofizzate poco produttive con evidenti alterazioni ambientali anche di origine
           antropica.

Per questo indice è possibile analizzare i risultati di classificazione delle acque nelle sei stazioni della
campagna dal giugno 2001 all’aprile 2004. In questo periodo sono state effettuate 69 misurazioni per
ciascuno dei sei siti di campionamento.
I grafici che seguono sono stati elaborati su dati del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio -
Programma di Monitoraggio per il controllo degli ambienti marino-costieri - Si.Di.Mar. .

La stazione di controllo, “Conero”, ha dato risultati migliori genericamente per l’intera area entro i 3000 m
dalla costa, superando il 75% di casi ottimali (blu nel grafico) sulle 207 misure totali (69 x 3). Per la stazione
“Esino” la situazione è complessivamente peggiore, ma è il tratto immediatamente sotto costa quello con il
maggior numero di eventi di massima eutrofizzazione (5 casi sui 69 campionamenti) (giallo nel grafico).

29
     Per una trattazione approfondita si veda http://www.mare-net.com/mscardi/work/cam/cam.htm
30
     da oligo: poco e trophòs: nutrimento, acque con pochi nutrienti, non c’è rischio di eutrofizzazione

Ambiente marino costiero                                                                                   163 di 380
100%

              90%
                               3 3%
               80%

               70%                            57%
                                                              62%
               60%

               50%
                                                                              acque oligotrofiche
               40%             59 %                                           acque mesotrofiche
               30%                                                            acque eutrofizzate
                                              38%
               20%
                                                              33%
                10%
                                7%
                    0%                         6%
                                                              4%
                          s tazione
                         sotto costa        stazione
                                          intermedia     stazione al
                                                            largo

Figura 38– Classi di qualità CAM per le stazioni di monitoraggio Esino. Periodo giugno 2001- aprile 2004. Fonte:
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Programma di Monitoraggio per il controllo degli
ambienti marino-costieri - Si.Di.Mar

             100%

              90%

              80%

              70%
                               77%
              60%                               77%
                                                                   80%
              50%
                                                                                 acque oligotrofiche
              40%                                                                acque m esotrofiche
                                                                                 acque eutrofizzate
               30%

               20%
                                22%
               10%                              23%
                                                                   20%
                0%

                         stazione sotto
                              costa          stazione
                                           interm edia    stazione al largo

Figura 39 - Classi di qualità CAM per le stazioni di monitoraggio Conero. Periodo giugno 2001- aprile
2004.Fonte: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Programma di Monitoraggio per il controllo
degli ambienti marino-costieri - Si.Di.Mar

Ambiente marino costiero                                                                               164 di 380
Per il periodo estivo del 2004 non si dispone ancora di dati pubblicati dalla banca dati Si.Di.Mar. Le
osservazioni dirette hanno riscontrato affioramenti di mucillagini31, specie nel periodo da giugno a luglio, ma
                                                                                             32
non hanno evidenziato fenomeni gravi di eutrofizzazione nella Provincia di Ancona.
Per quanto riguarda il monitoraggio degli inquinanti in tracce nei sedimenti e nel biota33, esso riguarda
diverse specie chimiche con una notevole persistenza nell’ambiente.
I campionamenti sono semestrali poiché gli inquinanti che si legano ai sedimenti o sono inglobati nei tessuti
animali o rimangono presenti per alcuni mesi senza subire variazioni repentine come invece succede in acqua
a causa della diffusione e diluizione dovuta alle correnti e al rimescolamento.
Le sostanze indagate sono i metalli pesanti, gli idrocarburi policiclici aromatici, i composti organoclorurati e
i composti organostannici.
I metalli pesanti sono quelli la cui densità supera i 5 g/cm3. I metalli indagati hanno effetti tossici differenti
per l’uomo, statisticamente dimostrati e proporzionali alla concentrazione nell’ambiente e nei tessuti. Il
piombo, ad esempio, produce effetti neurologici di varia entità, mentre il mercurio può causare nell’uomo
dall’astenia alla paralisi articolare, sordità e cecità. Le principali fonti di metalli sono il settore industriale ed
i trasporti. I metalli arrivano al mare dai fiumi in cui sono immessi reflui industriali, dall’atmosfera in forma
di particolato o dalle acque che dilavano strade e campi.
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici, IPA, sono idrocarburi che contengono uno o più anelli benzenici34.
Sono liposolubili e per questo si accumulano nei tessuti grassi degli organismi viventi. Derivano
principalmente dall’industria energetica (inclusi gli sversamenti di idrocarburi in mare), dalle combustioni
industriali e dai trasporti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificati 16 molecole IPA come
inquinanti prioritari e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha dichiarato il benzene
cancerogeno, il benzo(a) pirene e il benz(a)antracene e il dibenz(a,h)antracene come probabili cancerogeni
ed altri come possibili cancerogeni per l’uomo.
I composti organo clorurati, anche noti come inquinanti organici persistenti per la loro stabilità e resistenza
nell’ambiente e nelle catene trofiche, sono dei composti chimici di origine sintetica. Nonostante per molti di
essi l’utilizzo sia vietato, sono ancora presenti nell’ambiente per il largo uso che se ne è fatto in passato come
biocidi (ad esempio il DDT) e additivi in molti processi industriali (ad esempio il PCB).
I composti organo stannici, tra cui il più impiegato il tributil stagno (TBT), sono impiegati come biocidi e
sono stati rilasciati nell’ambiente marino dagli scafi delle imbarcazioni sui quali sono usati come
antivegetativi. Possono provocare effetti che vanno da deformazioni e sterilità per molte specie animali
         35
marine        fino ad effetti tossici con conseguenze letali per svariate specie marine.
Questi composti sono monitorati semestralmente dal giugno 2001 sia nei sedimenti, sia nei tessuti del
Mytilus galloprovincialis (cozza), scelto per la sua elevata capacità filtrativa (5 litri d’acqua all’ora).

31
   le mucillagini sono degli aggregati polisaccaridi prodotti da certe specie algali in determinate condizioni ambientali.
Si può individuare tra le cause di questi affioramenti l’elevata temperatura e la scarsa profondità dei fondali. Non sono
riconducibili a fenomeni di inquinamento locale o diffuso, come invece lo è l’eutrofizzazione.
32
    fonte: 1° bollettino 2004 “Monitoraggio delle mucillagini nel mare Adriatico centro-settentrionale” del Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ed ICRAM e bollettini informativi del progetto “Requisite”: n.1 giugno, n.2
luglio, n.3 agosto, n.4 settembre.
33
    In particolare si analizzano animali bentonici, cioè che vivono sul fondo marino, quali i mitili; infatti alcuni
inquinanti sono liposolubili e si accumulano nei tessuti organici di questi molluschi.
34
   il benzene è una molecola organica cancerogena per l’uomo. É emesso da numerose attività industriali e dai veicoli.
35
   Della Croce N., Cattaneo Vietti R., Danovaro R., 1997. Ecologia e protezione dell’ambiente marino costiero. UTET,
Torino. p. 264.

Ambiente marino costiero                                                                                       165 di 380
Le stazioni di campionamento sono due per i sedimenti e due per il biota. Per i sedimenti coincidono coi siti
sotto costa delle stazioni “Esino” e “Conero”; per il biota una corrisponde alla stazione sottocosta dell’Esino,
mentre l’altra è situata presso lo scoglio del Trave, a Sud del Conero
Confrontando i valori pubblicati dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Programma di
Monitoraggio per il controllo degli ambienti marino-costieri - Si.Di.Mar. con i valori limite introdotti dal
Decreto Ministeriale n. 367 del 6 novembre 2003 sono stati individuati i casi di superamento di tali limiti per
i sedimenti.
Non ci sono stati superamenti dei limiti per Cd, Cr, Hg, Ni, Pb, mentre è stato superato il valore limite per
l’arsenico (As) in tre misurazioni (vedi Figura 40). L’arsenico proviene da numerose attività industriali ed ha
effetti tossici acuti sull’uomo cui può giungere attraverso la catena alimentare.

                         16
                         14
                         12
                                                                                       As Conero
         mg/peso secco

                         10                                                            As Esino
                          8                                                            As max
                          6
                          4
                          2
                          0
                              2°sem   1° sem   2° sem 1° sem    2° sem   1° sem
                              2001     2002     2002     2003    2003     2004
                                                   campagne

Figura 40– Concentrazione di arsenico nei sedimenti. Stazioni Esino e Conero. Fonte: Ministero dell'Ambiente e
della Tutela del Territorio - Programma di Monitoraggio per il controllo degli ambienti marino-costieri -
Si.Di.Mar

I pesticidi, una categoria di organoclorurati, mostrano un maggior numero di superamenti sia per la stazione
“Conero”, sia per quella “Esino”. Come è noto gli orgnaoclorurati sono sostanze estremamente persistenti e
derivano da numerose attività antropiche. In particolare si possono distinguere i fitofarmaci, utilizzati in
agricoltura per proteggere le piante dall’attacco di organismi nocivi, e i biocidi, utilizzati nel settore
domestico come insetticidi, disinfettanti, sostante trattanti (ad esempio per il legno, o per i tessuti). Si sono
registrati superamenti dei limiti per quasi tutti i pesticidi (vedi Tabella 101 ). In particolare la campagna del
secondo semestre del 2002 rivela il superamento dei limiti in entrambe le stazioni per 4 delle 6 specie
indicate in Tabella 101. Tra le varie possibili cause è possibile pensare ad un maggior apporto di sostanze dai
terreni agricoli ai fiumi e al mare dovuto alle intense piogge di quel periodo. Nei mesi da luglio a settembre
2002, infatti, si sono registrate precipitazioni superiori alla norma, con un picco in luglio dell'81% oltre il
normale36.
                  2°sem 2001 1° sem 2002 2° sem 2002 1° sem 2003 2° sem 2003 1° sem 2004

36
  Fonte: Centro operativo agrometeo ASSAM, Assessorato agricoltura Regione Marche "Andamento meteorologico
2002" http://meteo.regione.marche.it/assam/

Ambiente marino costiero                                                                              166 di 380
Alfa esaclorocicloesano (< 0,2 µg /kg p.s.)
Conero                    0               0              0,3             0                   0                 0
Esino                     0               0              0,3             0                  0,1                0
                                                 DDT (< 0,5 µg /kg p.s)
Conero                    0                0            0,2             0,7                 1,1               0,3
Esino                    0,5              0,1           0,2             0,3                 >2                0,8
                                                 DDD (< 0,5 µg /kg p.s.)
Conero                    0                0             0,5             0                  0,2                0
Esino                     0                0             0,5             0                  0,2               0,1
                                                 DDE (< 0,5 µg /kg p.s.)
Conero                    0               0,4            0,6             0,2                0,2               0,1
Esino                    0,4              0,1            0,7             0,1                0,4               0,1
                                             Dieldrin (< 0,2 µg /kg p.s.)
Conero                    0                0             0                0                 0,1                0
Esino                     0                0            0,1               0                 0,2                0
                                          Esaclorobenzene (< 0,1 µg /kg p.s.)
Conero                    0                0           0,2              0                    0                 0
Esino                     0                0           0,2              0                   0,1                0
Tabella 101 - Concentrazione di pesticidi nei sedimenti. Stazioni "Conero" ed "Esino". In rosso sono indicati
icasi di superamento dei valori limite. Fonte: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Programma
di Monitoraggio per il controllo degli amb

Gli impatti di queste sostanze sono numerosi, sia per la salute dell’uomo sia sull’ambiente, tanto che
l’orientamento verso una agricoltura a ridotto uso di fitofarmaci è l’obiettivo di una delle strategie tematiche
che derivano dal VI Programma di azione ambientale dell’Unione Europea37.
Anche il numero di spore di clostridi solfitoriduttori38 ha oltrepassato il proprio limite39 sia alla stazione
“Conero” sia alla “Esino” in diverse campagne (entrambe le stazioni nella campagna del 2001, entrambe
nella campagna di 1° semestre 2002, la sola stazione Conero nella campagna di 1° semestre 2003, la stazione
Esino nella campagna di 2° semestre 2003 e 1° semestre 2004).

Per il biota non si dispone di valori limite definiti dalla normativa italiana, a parte per il piombo (2 mg/kg
p.s.) e mercurio (0,05 mg/kg p.s.) (D.Lgs. 152/99)40. Ci si riferisce quindi ai valori indicativi individuati

37
     com(2002) 349 def “Verso una strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi”
38
   Le spore sono un indicatore di un evento inquinante; se individuate senza la presenza di coliformi sono indice di un
inquinamento regresso, poiché i clostridi resistono molto più a lungo dei coliformi in ambiente marino.
39
   Come limite di riferimento si utilizza il valore di 105 unità formanti colonia
40
   La normativa indica quali inquinanti e analisi operare sulle acque per la molluschicoltura (D.Lgs. 131/1992 D. Lgs
152/1999 D. Lgs. 358/2000) e sui molluschi (mitili, vongole, ecc.) oggetto di produzione e commercializzazione per il
consumo umano, ma non esistono limiti di riferimento per la concentrazione di sostanze inquinanti nei mitili come
bioindicatore per la salute dell’ambiente marino. In particolare, per i molluschi bivalvi vivi destinati al consumo umano
vale il D. Lgs 350/1992 che, pur non quantificando esplicitamente i limiti, prevede però che i bivalvi non contengano
“...sostanze tossiche o nocive di origine naturale o immesse nell'ambiente, quali quelle elencate nell'allegato. A del D.
L.vo 27.1.1992, n. 131, in quantità tali che l'assunzione di alimenti calcolata superi la dose giornaliera ammissibile
(DGA) per l'uomo o tali da alterare il gusto dei molluschi".

Ambiente marino costiero                                                                                      167 di 380
41
nell’ambito del Mediterrenan Action Plan dell’UNEP . Nella tabella che segue (Tabella 102) sono riportati i
valori o gli intervalli limite ed i risultati delle campagne di monitoraggio raccolti nella banca dati Si.Di.Mar.
per i metalli pesanti, gli IPA e i PCB. Le celle scure evidenziano un superamento di tali limiti (nel caso di
intervalli di riferimento è stato considerato il limite superiore).

                  2° sem 2001     1° sem 2002       2° sem 2002    1° sem 2003    2° sem 2003      1° sem 2004
                                              Arsenico (9 -59 mg/kg p.s.)
Esino                24,0             n.d.              14,5              12,4         19,0             17,0
Conero               240,0            24,0              18,7              18,5         17,0             19,0
                                            Cadmio (0,005 - 1,06 mg/kg p.s.)
Esino                 0,73             n.d.             0,55              0,69         1,20             0,54
Conero                0,95             n.d.             0,55              0,84         1,55             1,25
                                        Cromo totale (1,7 - 3,0 mg/kg p.s.)
Esino                 3,05             n.d.             2,50              4,05         2,50             4,90
Conero                2,30             n.d.             3,00              4,45         6,00             2,60
                                              Mercurio ( 0,05 mg/kg p.s.)
Esino                0,290             n.d.            0,070             0,098        0,060            0,160
Conero               0,280             n.d.            0,053             0,098        0,075            0,170
                                                 Piombo (2 mg/kg p.s.)
Esino                 1,40             n.d.             0,55              1,95         1,40             0,75
Conero                0,95             n.d.             0,70              0,95         3,85             1,00
                                            PCB tot (0,1 - 453 µg /kg p.s.)
Esino                 1,4              n.d.            34,0            11,0            29,0             19,5
Conero                0,9              n.d.            40,0            16,0            14,5             16,8
Tabella 102 - Concentrazioni di metalli pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici e PCB nel biota. Fonte:
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Programma di Monitoraggio per il controllo degli
ambienti marino-costieri - Si.Di.Mar

Sono stati inoltre rilevati in più campagne ed in entrambe le stazioni tutti gli organoclorurati oggetto del
monitoraggio e il TBT. I valori sono riportati nella tabella seguente.
Non sono disponibili misurazioni degli IPA totali.

                   2° sem 2001     1° sem 2002       2° sem 2002    1° sem 2003    2° sem 2003     1° sem 2004
                                                        Aldrin
Esino                    0              n.d              0,5                0            0               0
Conero                  1,0             n.d               0                 0            0               0
                                                Alfa esaclorocicloesano
Esino                   1,0             n.d              0,5                0           0,2              0
Conero                  1,0             n.d               0                 0           4,8              0
                                                Beta esaclorocicloesano
Esino                    4              n.d               0                 0           0                0

41
     Technical Report Series n. 100, UNEP

Ambiente marino costiero                                                                              168 di 380
Conero                            3                       n.d                       0                         0                        2                        0
                                                         Gamma esaclorocicloesano lindano
Esino                             1                       n.d                       0                         0                       0                         0
Conero                            1                       n.d                       0                         0                      1,2                        0
                                                                   delta esaclorocicloesano
Esino                             0                       n.d                       0                         0                       0                         0
Conero                            1                       n.d                       0                         0                      0,2                        0
                                                                                   DDT
Esino                            25                       n.d                      1,3                      1,5                      7,5                       5,8
Conero                           25                       n.d                       0                        0                       5,2                       4,1
                                                                                  DDD
Esino                             9                       n.d                      5                        2,3                       3                        6,7
Conero                            7                       n.d                     9,2                        2                       1,2                       2,6
                                                                                  DDE
Esino                            19                       n.d                     14,5                        5                        6                      11,1
Conero                           14                       n.d                      13                         9                        3                      6,9
                                                                                Dieldrin
Esino                             0                       n.d                    1,4                        0,2                      0,1                       3,5
Conero                            0                       n.d                     0                          0                        1                        1,8
                                                                         Esaclorobenzene
Esino                             0                       n.d                  0,5                            0                       0                        0,2
Conero                            0                       n.d                  0,5                            0                      0,1                       0,2
                                                                                  TBT
Esino                            75                       n.d                     250                        30                       10                      280
Conero                           20                       n.d                     290                        90                       10                      380
Tabella 103 - Concentrazioni di pesticidi e TBT nel biota (µg/kg p.s.). Fonte: Ministero dell'Ambiente e della
Tutela del Territorio - Programma di Monitoraggio per il controllo degli ambienti marino-costieri - Si.Di.Mar

Le sostanze elencate nelle tabelle precedenti (Tabella 102 e Tabella 103) vengono ricercate nei mitili per la
loro capacità di filtrare grandi quantità di acqua e di accumulare le sostanze nei tessuti del proprio
organismo, in questo modo concentrano l’informazione relativa agli inquinanti che sono transitati attraverso
una vasta area e un tempo abbastanza lungo.

                         42
La balneabilità               dei mari italiani si riferisce allo stato di rischio igienico sanitario delle acque marine nei
confronti dell’uomo. La normativa (DPR 470/1982 di recepimento della Direttiva 76/160/CE e L. 422/2000)
prevede il campionamento almeno bimensile nel periodo da aprile a settembre su una serie di siti identificati
dalla Regione. Vengono misurati parametri chimico-fisici e microbiologici43.

42
     I dati relativi alla balneabilità provengono dal Ministero della Salute e dai Rapporti annuali sulla qualità delle acque
di balneazione.
43
     Parametri microbiologici: Coliformi totali in 100 ml, Coliformi fecali in 100 ml, Streptococchi fecali in 100 ml, Salmonella in 1 l, Enterovirus PFU in 10 l. Parametri
  isico-chimici: pH, colorazione , rasparenza, oli minerali, tensioattivi, enoli, ssigeno disciolto
f                                 t                                       f      o

Ambiente marino costiero                                                                                                                                    169 di 380
Le acque reflue provenienti da scarichi civili non depurati immesse direttamente in mare o attraverso corsi
d’acqua dolce, contengono milioni di coliformi44 per cm3, cosa che comporta un rischio, anche se basso, di
infezione per ingestione di acqua marina. Questi organismi, e ancor più i batteri patogeni, si riscontrano solo
molto vicino al luogo di immissione poiché sono rapidamente dispersi e distrutti dalle condizioni di salinità
più sfavorevoli dell’ambiente marino.
In caso di siti non idonei per inquinamento la Regione deve programmare delle attività di risanamento.
L’ultima campagna di rilevamento fornisce dati incoraggianti per la Regione Marche: il monitoraggio dei
223 punti individuati per il 2003 ha rilevato il 96,9% di costa balneabile sul totale di costa controllata (155,7
km controllati sui 173 km totali) ed una situazione sostanzialmente identica a quella dell’anno precedente.
I 58,6 km di costa della Provincia di Ancona mostrano il migliore dato provinciale della Regione con il
99,9% di campioni favorevoli nel 2003 (852 campioni per 71 punti di campionamento)45. Il dato negativo (lo
0,1% dei campioni sfavorevoli) è dovuto ad un unico campione prelevato nel Comune di Numana che
eccedeva i valori limite per coliformi fecali e streptococchi. La situazione, rispetto al 1999 in cui si registrava
il 95% di campioni favorevoli su 74 punti e 888 campioni totali46, è quindi migliorata.
I km di costa non balneabili sono poco più di 11, pari a circa il 19% della costa provinciale. Da sottolineare
che tale situazione è dovuta non tanto a fenomeni di inquinamento (limitati a 2,5 km, 4% della costa) quanto
all’interdizione permanente di aree occupate da attività industriali o portuali (vedi Errore. L'origine
riferimento non è stata trovata.). La situazione, per quanto riguarda i km di costa non balneabili, ripete
esattamente il quadro del 2002 e migliora leggermente quello del 1999 (circa 3 km di costa non balneabili
per inquinamento).

 non balneabili per motivi diversi dall’inquinamento                      non balneabili per inquinamento
porto di Ancona (6.381 m di costa)                            porticciolo di Torrette di Ancona (806 metri di costa)
raffineria nel Comune di Falconara Marittima (1.468 zona da 100 m a Nord del punto 29 alla foce del
m di costa)                                         fiume Esino (532 metri)
porto di Numana (285 m)                                       punto “Hotel Luca" nel Comune di Falconara
                                                              Marittima (216 m)
porto di Senigallia (399 m)                                   zona compresa da 100 m a nord di Zi Nenè alla foce
                                                              del fiume Musone (869 m), Comune di Falconara
                                                              Marittima
                                                              fiume Cesano (108 m)

Tabella 104 - Tratti di costa della Provincia in cui è interdetta la balneazione, 2003. Fonte: Ministero della Salute

44
   I coliformi sono un gruppo di specie batteriche affini che normalmente colonizzano il tratto intestinale, quindi sono
indicativi di un inquinamento recente di tipo fecale. Questi batteri non sono di per sé dannosi ma possono indicare
presenza di altri batteri patogeni (ad esempio Salmonella).
45
   Pesaro Urbino ha 98,3% di campioni favorevoli, Macerata, 96,7% e Ascoli Piceno, 94,1%
46
   Provincia di Ancona, Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2000

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6.4. Azioni in difesa della costa

     5.4.1 Parchi e riserve, Rete Natura 2000
Tra le Aree marine protette previste dalla L. 979/82 e dalla legge 349/91 vi è l’Area Marina Protetta del
Conero, per la quale è in atto il procedimento istruttorio per il passaggio da area di reperimento47 a area
marina protetta istituita48.
La Regione Marche ha istituito nel Conero, un parco regionale terrestre dal 1987 (L.R. 21 del 23/4/87),
esteso su 5994,61 ha.
Esistono 5 aree floristiche protette sulla costa provinciale dalla Regione Marche (L. R. del 30 dicembre
1974 n. 52):
•    Portonovo (macchia e stagno)
•    Costa tra Portonovo e lo scoglio della vela
•    Macchia mediterranea del M. Conero versante orientale
•    Macchia mediterranea del M. Conero versante occidentale
•    Baia delle due sorelle
                                        49                          50
In accordo con la “Direttiva habitat”        e la “Direttiva uccelli” , sono stati individuati, in particolare per la
zona costiera della Provincia di Ancona alcune aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e aree ZPS (Zone
di Protezione Speciale), che rappresentano alcuni nodi della Rete ecologica marchigiana:
•    SIC “Ancona costa”: costa tra Ancona e Portonovo: superficie 168,001ha; codice IT5320005
•    SIC “Portonovo e Falesia Calcarea a Mare”: superficie 132,426 ha, codice IT5320006
•    SIC “Monte Conero”: superficie 1140,496ha, codice IT5320007
•    ZPS “Ancona costa”: superficie (ha) 1768,423, codice IT5320015
In totale le aree naturali tutelate a vario titolo sono 10.

         5.4.2 Progetti specifici per la gestione e lo sviluppo sostenibile
Il Comune di Ancona è membro del forum delle città Adriatiche e Ioniche nato nel 1999, con la Carta di
Ancona, che indica criteri per un impegno delle amministrazioni locali per lo sviluppo sostenibile delle
regioni adriatiche. Le attività del forum sfoceranno in un piano d’azione per l’Adriatico 2020, Adriatic
Action Plan 2020, che includerà le strategia e le azioni comuni da implementare entro il 2020.
Il "Progetto CIP, Coste Italiane Protette. Il ruolo delle aree protette nella gestione integrata delle coste"
partito in modo informale nel dicembre 1996, è un’iniziativa mirata a riqualificare le aree costiere italiane. Il
Progetto si rifà all'impostazione data dalla Commissione europea alla questione della gestione integrata delle
zone costiere. Il 24 febbraio 2000 è stato firmato il Protocollo tra la Federazione Parchi e la Regione Marche

47
    Prima di iniziare la procedura per divenire area marina protetta una area idonea individuata viene inserita nella
cosiddetta “lista di reperimento”.
48
   fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, sito internet.
49
    Direttiva 92/43/CEE relativa alla "Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna
selvatiche", recepita dal D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 successivamente integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003
50
   Direttiva 79/409/CEE, concernente la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici.

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per l'avvio della fase sperimentale e di propaganda. La Regione Marche ha assegnato 500 milioni per
sperimentare la prima parte del futuro atlante delle coste Italiano su una porzione di costa marchigiana
rappresentativa di molteplici problematiche, per elaborare due studi progetto anti-erosione sul litorale
marchigiano; per interventi sul turismo e per propagandare il progetto.

         5.4.3 Piano triennale regionale della Pesca 2000-2002
In attuazione del Piano Triennale della Pesca 2000 – 2002, la Regione Marche intende avviare specifiche
azioni, tra cui:
•    raccolta dati per l’osservatorio regionale sull’economia ittica;
•    promozione della certificazione di qualità;
•    formazione ed occupazione;
•    centri servizi di assistenza tecnica alle imprese che operano nel settore ittico.

     6.5. Considerazioni conclusive

La corretta gestione delle numerose aree protette, di rispetto o di tutela presenti lungo la costa porterà a
monitorare in modo sistematico le specie animali e vegetali e gli ecosistemi che attualmente non sono
adeguatamente monitorati e per i quali è difficile dare una valutazione di stato.
Per quanto riguarda gli ecosistemi delle spiagge emerse lo stato di naturalità è basso se si esclude il tratto del
Conero.
È auspicabile anche un'analisi dello stato erosivo del litorale, in modo da poter rispondere con adeguate
azioni pianificate a livello territoriale più vasto rispetto alle singole azioni di recupero puntuale delle zone di
pregio (naturalistico, artistico o economico). I più recenti studi sistematici della dinamica litorale risalgono
agli anni ‘8051, mentre una politica di gestione integrata delle zone costiere richiederebbe un monitoraggio
continuo di tutti i parametri ecologici e geologici delle coste.
La qualità delle acque marino costiere invece comincia a delinearsi grazie ad una banca dati sistematizzata
ed a metodologie consolidate. Le campagne nazionali di monitoraggio delle acque marine sono due; una, per
la qualità delle acque, fa capo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ed una, relativa alla
balneabilità, al Ministero della Salute. Entrambe collezionano i dati provenienti dai campionamenti che le
ARPA effettuano a cadenza regolare in un numero fisso di stazioni (in Provincia di Ancona, due siti con 3
stazioni di campionamento ciascuno per la qualità delle acque, 223 siti di campionamento per la
balneabilità). La presenza di una normativa ben definita (per la qualità delle acque e per la balneabilità) e di
indici da essa imposti è stata fondamentale per l’avvio di queste campagne di monitoraggio e il
consolidamento delle informazioni.
Per quanto riguarda lo stato trofico non ci sono stati nel periodo 2001-2004 elementi negativi di spicco. Le
acque a ridosso del Promontorio del Conero danno risultati migliori rispetto alle altre, che comunque non

51
  Aquater, Regione Marche, 1982. Studio generale per la difesa delle coste, I fase, Vol 1. Relazione generale.
Aquater, Regione Marche, 1982. Studio generale per la difesa delle coste, I fase, Vol 2. Relazioni di settore.
Aquater, Regione Marche, 1984. Studio generale per la difesa delle coste, II fase, Analisi del regime dei litorali e
bilancio dei sedimenti.
Aquater, Regione Marche, 1987. Piano di monitoraggio e controllo dell’erosione costiera. Relazione generale.

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