ALLUNGA LA VITA IL PACKAGING - Istituto Italiano Imballaggio
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a cura di IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA �� ����� ����� ���������� ����� �������������� ����� ������� ���������� CON IL PATROCINIO DI � ����� ������� �� �������� O T T O B R E 2016
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 2 HANNO COLLABORATO - ANCC-COOP - BARILLA - BAULI - COOP ITALIA SOC. COOP - GOGLIO - GRANAROLO - LAST MINUTE MARKET - MONDELEZ ITALIA - PALM - SACCHITAL - SEALED AIR - SWG - WASTE WATCHER SI RINGRAZIANO IN MODO PARTICOLARE - ANDREA SEGRÈ [presidente Comitato Tecnico Scientifico per l’implementazione e lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, Ministero dell’Ambiente] - ANTONIO FEOLA [presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio e responsabile Ambiente, Food packaging e Supply Chain di Aidepi] - ALESSANDRA GERLI [giornalista] - GIORGIA RAMACCIOTTI - MARCO SACHET [direttore dell’Istituto Italiano IL PACKAGING Imballaggio] ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 3 INDICE 06 Prefazione 07 Premessa 08 Mini Glossario capitolo 1 00 come sarebbe il mondo senza il packaging 10 Fantafiction ed ecoreality 11 Rompere le scatole 12 Disimballiamoci 12 La spesa diventa un’impresa 13 L’imballaggio è mio e me lo gestisco io 14 Sballati organizzati 15 Ci bastan poche briciole 16 Me lo faccio da me 18 Precauzioni e avvertenze 18 L’imballaggio invisibile 20 Dilemma carta igienica 21 Lotta contro il tempo 22 Più confezione, meno bidone 24 Bando all’etichetta 25 Non ci resta che il chilometro zero capitolo 2 00 packaging e sprechi nel carrello della spesa 29 La parola a noi consumatori 29 Acquisti all’italiana 30 Mini o maxi? 30 Packaging da buttare 30 Superfluo per pochi 31 Morale della scatola… capitolo 3 IL PACKAGING 00 il packaging, questo (s)conosciuto 33 L’imballaggio trasversale ALLUNGA 33 P come packaging LA VITA 34 I come imballaggio
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 4 34 Pacchi per legge 35 Non solo un involucro 36 La formula del packaging 38 Il prodotto è imballato capitolo 4 00 il packaging anti spreco 40 La montagna degli sperperi 41 Chi spreca di più? 41 Tra fabbrica e fattoria 42 La grande e piccola distribuzione 43 Wasting home 43 Save food 43 Impatto ambientale: l’alimento vale il quadruplo del suo imballaggio 44 Eco packaging 46 Granarolo. Pack factor 48 Sealed Air. Il prosciutto nel sacco 49 Barilla. Le merendine salva spreco 51 La chiamano shelf life 51 Bauli. Una merenda per gli Usa 52 Sacchital. Il prosciutto cotto teme i raggi ultravioletti 52 Mondelez Italia. Meno sprechi con il nuovo espositore 53 Occhio all’etichetta 53 Small o extra large? 54 Ricerca continua 55 Goglio. L’adesivo anti radicali 56 COOP Italia. Packaging protagonista dell’R&D 57 ll packaging del futuro capitolo 5 00 Strategie domestiche 59 Spreco in cucina, povertà vicina 59 Mossa numero uno: la spesa intelligente IL PACKAGING 60 Mossa numero due: il metodo fifo 60 Mossa numero tre: occhio al packaging ALLUNGA 60 Mossa numero quattro: la geometria del frigo LA VITA 61 Mossa numero cinque: la parte del freezer
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 5 61 Mossa numero sei: l’avanzo è servito 61 Mossa numero sette: l’occhio vuole la sua parte allegato 1 00 esempi di valutazione ambientale di prodotti alimentari imballati 62 L’impronta ambientale 62 Barilla. Pasta di semola di grano duro 62 Barilla. Ragù alla bolognese 63 Granarolo. Latte fresco pastorizzato alta qualità confezionato in bottiglie di pet di diversa dimensione 64 Granarolo. Panna alta digeribilità Accadì senza lattosio 64 Granarolo. Yogurt cremoso e latte fresco alta qualità 64 Inalca. Hamburger Montana surgelata da 10 pezzi 65 Conclusioni allegato 2 ll recupero e il riciclo dei rifiuti di imballaggio in italia 66 Leggende metropolitane 66 Il peso dei rifiuti di imballaggio 66 Chi inquina paga 67 Il sistema Conai 67 Italia campione di recupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio allegato 3 legge 19 agosto 2016, n. 166 69 Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 6 PREFAZIONE ■ Cari Lettori, desidero esprimere un ringraziamento all’Istituto Italiano Imballaggio che con questo documento ci presenta con semplicità la relazione che lega lo spreco alimentare alla salvaguardia dell’Ambiente. Per quanto possa sembrare strano, buttare cibo scaduto non è ininfluente per l’Ambiente. Infatti, anche i rifiuti ali- mentari necessitano di una gestione che miri al recupero con il minore impatto ambientale possibile. Ma la pubblicazione evidenzia che per produrre un alimen- to si genera un impatto ambientale più grande di quello necessario al suo recupero. Proprio a questo punto del ragionamento si inserisce il packaging. Esso infatti contribuisce a proteggere e conser- vare l’alimento nel tempo e nello spazio aumentando la probabilità che sia assunto. Così facendo, evita che l’impat- to ambientale che già c’è stato sia stato inutile. Al contrario, quando un alimento va perso, nonostante il packaging abbia svolto correttamente il suo compito, si spreca una fonte vitale e l’impatto ambientale della sua produzione diventa per certo paradossale. Credo che una maggiore attenzione alla riduzione degli sprechi alimentari sia indice di una qualità della vita più sostenibile e ritengo che, anche alla luce di questa pubbli- cazione, il packaging sia da inserire tra gli strumenti che perseguono lo scopo. Onorevole Barbara Degani Sottosegretario all’Ambiente IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 7 PREMESSA ■ Questo documento vuole essere un contri- larmente vantaggioso investire nelle tecnologie buto di informazioni e saperi in pillole per tut- che lo preservino e lo proteggano il più a lungo ti coloro che abbiano la curiosità di conoscere possibile perché ciò riduce la probabilità che meglio il packaging (o imballaggio) destinato a venga perso prima di essere fruito. contenere un alimento solido o liquido. In modo semplice e un po’ scherzoso il testo di Vuole anche far comprendere, e se possibile far questa pubblicazione vuole condurre il letto- apprezzare, che il packaging alimentare è uno re, soprattutto quello “non addetto ai lavori”, a strumento strategico per evitare le perdite e capire come tutto ciò sia possibile e perché sia gli sprechi di alimenti. Questo è infatti il ruolo utile. principe che il packaging alimentare deve saper svolgere in simbiosi con un contenuto che è tra Purtroppo, una parte molto consistente di per- i più essenziali per l’umanità, essendo stretta- dite di alimenti avviene dopo l’acquisto, all’in- mente correlato alla capacità di vita. terno delle mura domestiche. Benché queste perdite o meglio questi sprechi siano ricondu- Sono stato il promotore di questo lavoro, inol- cibili, in massima parte, alla minore importanza tre, perché sono fortemente convinto che sia che viene attribuita agli alimenti nelle società in necessario contrastare le ingenti perdite di ali- cui esista una sovrabbondanza, scoprirete che il menti che ancora oggi sono presenti anche nel packaging può ancora essere di aiuto. nostro Paese e che in quest’ambito il packaging può aiutare al conseguimento dei risultati. Chi leggerà il documento - e mi auguro siano Un punto di partenza, quindi, da cui far scaturire molti - avrà modo di vedere il packaging per riflessioni ed idee. Ciò per motivazioni etiche, di alimenti sotto una nuova ottica, scoprendo il rispetto dell’ambiente e più in generale di soste- “dietro le quinte” fatto di praticità, ricerca, tec- nibilità, anche economica, che credo una socie- nologia, sostenibilità, e potrà così stupirsi nel tà abbia il dovere di perseguire. constatare quanto sia grande la distanza tra la sua reale importanza e la percezione che si ha L’esperienza lavorativa mi ha permesso di verifi- della stessa. care che il packaging degli alimenti è una delle tecnologie principali per contrastarne la depe- Buona lettura ribilità. Ma è anche una delle tecnologie fon- damentali per il flusso logistico dei cibi verso le aree in cui si concentri una domanda. Ho anche capito che, soprattutto quando un ali- Antonio Feola mento sia contemporaneamente molto deperi- Presidente bile e di elevato valore nutrizionale, è partico- Istituto Italiano Imballaggio IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 8 MINI GLOSSARIO ■ abitudini di acquisto ■ capacità di barriera dell’imballaggio del prodotto alimentare imballato L’insieme delle caratteristiche che rendono un L’insieme dei comportamenti della singola per- packaging capace di separare un alimento dall’am- sona che possono avere effetto sulla probabilità biente. di spreco degli alimenti. La capacità di barriera si manifesta nei confronti di più fenomeni: barriera ai gas, al vapore acqueo, ■ abitudini di stoccaggio domestico alla luce, ecc. del prodotto alimentare imballato La capacità di barriera è correlata con la capacità di L’insieme dei comportamenti del nucleo fami- conservazione delle caratteristiche di un prodotto gliare che possono avere effetto sulla probabili- alimentare, quindi con la durata della sua vita. tà di spreco degli alimenti. ■ carta etica del packaging ■ abitudini di fruizione domestica E’ uno strumento di riflessione e di impegno. del prodotto alimentare imballato Un documento di principi da condividere per L’insieme dei comportamenti che costituiscono accompagnare il packaging verso un futuro più le occasioni di alimentazione. consapevole per una cultura di sistema sempre più profonda. ■ alimento Intende mettere in rapporto obblighi e diritti Con riferimento all’articolo 2 del regolamento che legano il momento della produzione con 178/2002, si intende per «alimento» (o «pro- quello dell’utilizzo e del consumo, soggetti che dotto alimentare», o «derrata alimentare») sono portatori di obblighi e soggetti che godono qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, par- di diritti e aspettative. zialmente trasformato o non trasformato, de- stinato ad essere ingerito, o di cui si prevede ■ fruitore (utilizzatore finale, consumatore) ragionevolmente che possa essere ingerito, da Colui che acquista l’alimento imballato (o confe- esseri umani. zionato) per poterne fruire. Sono comprese le bevande, le gomme da ma- sticare e qualsiasi sostanza, compresa l’acqua, ■ imballaggio attivo intenzionalmente incorporata negli alimenti E’ destinato a prolungare la conservabilità o man- nel corso della loro produzione, preparazione tenere o migliorare le condizioni dei prodotti o trattamento. Esso include l’acqua nei pun- alimentari imballati. E’ concepito in modo da in- ti in cui i valori devono essere rispettati come corporare deliberatamente componenti che rila- stabilito all’articolo 6 della direttiva 83/98/CE e sciano sostanze nel prodotto alimentare imballato fatti salvi i requisiti delle direttive 778/80/CEE e o nel suo ambiente, o le assorbono dagli stessi. 83/98/CE. REGOLAMENTO (CE) N. 450/2009 IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 9 ■ imballaggio intelligente ■ Sprechi di alimenti E’ quello che controlla le condizioni del prodot- Tutte le situazioni che fanno capo alla respon- to alimentare imballato o del suo ambiente. sabilità delle persone e creano una perdita di (REGOLAMENTO (CE) N. 450/2009 alimenti nella vita di un prodotto alimentare im- ballato dopo l’acquisto. ■ impatto ambientale dell’alimento imballato Il risultato di studi scientifici che permettono ■ tMc di evidenziare la proporzione tra l’impatto am- Il termine minimo di conservazione, TMC in ger- bientale del prodotto alimentare e l’impatto go, viene espresso con il testo «da consumarsi ambientale del suo packaging. preferibilmente entro il…». Entro tale data, il prodotto alimentare imballato conserva le sue ■ perdite di alimenti specifiche proprietà nutrizionali e organolettiche Tutte le situazioni che creano una perdita di ali- in maniera ottimale. Ciò implica che può essere menti nella vita di un prodotto alimentare im- ancora fruito dopo quella data. ■ ballato che è sotto la responsabilità degli opera- tori economici. ■ prodotto alimentare imballato (o confezionato) Il risultato finale dei processi produttivi dell’in- dustria alimentare composto dal prodotto ali- mentare e dal suo sistema di imballaggio. ■ requisiti essenziali degli imballaggi Sono i requisiti di attenzione all’ambiente che un imballaggio vuoto o pieno deve possedere per essere immesso nel mercato. ■ Shelf life del prodotto alimentare imballato Il periodo di tempo che corrisponde, in definite circostanze (confezione, trasporto, condizioni di conservazione, clima), ad una tollerabile dimi- nuzione della qualità di un prodotto imballato (o confezionato). ■ Sistema di imballaggio L’insieme degli imballaggi primario, secondario e terziario collegato a un alimento. IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 10 capitolo 1 Come sarebbe il mondo SENZA IL PACKAGING ■ fantafiction ed ecorealitY Scena numero uno: una bella ragazza nella doc- le mani che si è appena messa tra i capelli e le cia. Suonano alla porta, è l’uomo della Shower pesa sulla bilancia senza alcuna protezione, poi Gel Express, in tuta bianca e con una pistolona le appoggia in buon ordine sul braccio dell’uomo. di plastica colorata in mano. La ragazza è tutta bagnata, ma non si scompone. Corre ad aprire, Surreali, spassose, le sequenze fanno parte di slaccia l’accappatoio, si fa spruzzare davanti e due video brevi lanciati nel web da Elipso �1�, il dietro di bagnoschiuma, poi paga il dovuto e tor- sindacato francese della filiera degli imballaggi di na sotto l’acqua a finire di lavarsi. Una volta pron- plastica. L’obiettivo: dimostrare che mondo as- ta si mette il profumo, prendendolo da una tazza surdo sarebbe se non esistesse alcun genere di con il cucchiaino. Suonano di nuovo alla porta, un confezione. Ma si tratta solo di paradossali scene altro uomo, stavolta in livrea, porta una monta- da film, per di più di parte, realizzate come sono gnetta rossa e pastosa su un piatto d’argento. Lei dai produttori di packaging? No. O almeno, non ci infila le dita e se le passa sulle labbra, lasciando del tutto. una banconota sul piatto. La montagnetta rossa è rossetto: consegnato a domicilio e non confe- Katya Slivinskaya, giovane madre di Boulder, Co- zionato. lorado, si è trovata in una situazione simile nel- la vita reale. Ha deciso di eliminare ogni tipo di Scena numero due: un uomo al supermercato, i packaging per un mese, raccontando giorno per prodotti in vendita sono tutti sfusi. Gira con il suo giorno le sue esperienze su Facebook, in una pa- carrello per le corsie, arriva al banco delle pro- gina intitolata a scanso di equivoci The No Packa- mozioni «da consumere urgentemente»: prende ging Diet �2�. Durante la sua «dieta» concepita una manciata di formaggio grattugiato da una per «fare del bene al pianeta» ha superato mol- pigna e se la infila nella tasca della giacca. Pas- te difficoltà, risolto un’infinità di complicazioni. sa una signora, starnutisce sul formaggio senza Quando si è trattato di acquistare la carne, però, mettersi la mano davanti alla bocca, lui prosegue non ci è riuscita, fare a meno di qualsivoglia con- noncurante. Per comprare lo yogurt, lo versa con fezionamento si è rivelato un ostacolo insormon- il mestolo in una ciotola che si è portato da casa. tabile. Per il prosciutto, un’altra offerta speciale da con- sumare entro 30 minuti, sceglie le fette migliori a Katya ha provato a riporre la carne direttamente una a una e le stende sui fianchi del carrello. Al nella sua borsa della spesa di canapa lavabile e momento di pagare, la cassiera le agguanta con riutilizzabile, ma non ha funzionato granché. Poi IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 11 si è rassegnata a lasciarla avvolgere dal macellaio bano. Alla ricerca di un’esistenza a impatto zero «in un solo foglio di carta cerata» e a trasportarla (o quasi, l’importante è provarci e dare il proprio in una busta di plastica che ogni volta ha diligen- contributo), procedono per tentativi, sottopo- temente sciacquato e reimpiegato solo a questo nendosi a rinunce progressivamente più estre- scopo. «Lo so, non è l’ideale» ha riconosciuto con me. Cominciano col preparare il pane in casa, un filo di imbarazzo, tanto più quando una delle coltivare un mini orto sul balcone, produrre in sue follower le ha fatto notare che la carta cera- proprio i detersivi, il dentifricio, il deodorante, la ta, in realtà, non contiene alcuna cera: «Il rivesti- crema per il viso, e spesso finiscono spegnendo il mento è di plastica». riscaldamento e staccando il contatore dell’ener- gia elettrica. Per un anno o qualche mese alme- Alla fine, Katya ha ammesso di averci pensato a no, disattivano il frigorifero, non usano la lavatri- lungo, ma di non essere riuscita a escogitare un ce, accendono le candele al posto di lampade e sistema per portare a casa bistecche e arrosti lampadine. L’unica concessione: un piccolo pan- senza involucro. Da questa sconfitta ha tratto co- nello solare, giusto per ricaricare lo smartphone munque due lati positivi. Il primo: «La mia schiz- e il computer. zinosità nel non avere ogni cosa perfettamente sigillata è drasticamente diminuita». Il secondo: Documentati nei blog (i diari su internet), postati «Nessun banco della carne ha finora rifiutato di con costanza e abbondanza di particolari su Face- utilizzare il mio packaging per motivi igienici, il book, Twitter, YouTube e gli altri social network, che mi sembra una buona notizia». commentati, giudicati, condivisi e a volte derisi pubblicamente, i progetti di vita a impatto (quasi) zero spaziano da New York a Milano, dai single ■ roMpere le Scatole alle famiglie con bambini, dai giovani nostalgici di Katya non è un caso singolare o isolato. Sbaraz- una frugalità che non hanno mai conosciuto agli zarsi di contenitori e confezioni, scatole, incarti, ultra cinquantenni. bottiglie, tubetti, lattine… è diventato parte inte- grante di uno stile di vita che negli ultimi anni si La tavola e la cucina sono i loro principali campi è diffuso nel mondo occidentale: negli Stati Uniti, di battaglia. Nella lotta per abbattere la propria in Europa e anche nel nostro Paese. impronta ecologica, un indicatore che valuta la sostenibilità di uno stile di vita rispetto alla capa- Si tratta di una nuova corrente di ambientalisti fai cità della Terra di rigenerare le risorse consumate da te e metropolitani che non scendono in piazza �3�, mangiare è considerato alla stregua di una per protestare contro le politiche nazionali e glo- potente arma rivoluzionaria. Non tutti, però, la bali, né sognano di ritirarsi in campagna o in cima usano allo stesso modo. a una montagna. Vogliono cambiare il mondo a partire dai propri comportamenti e dalle scelte Ci sono onnivori, naturalmente, o vegetariani e personali, provare a vivere senza danneggiare vegani (nel nostro Paese, lo sono una persona su l’ambiente pur abitando in un grande centro ur- dieci e una su cinquanta rispettivamente �4�). Ma IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 12 anche reducetariani (ovvero coloro che limitano sua vecchia vita), per un anno intero ha seguito il consumo di carne, pesce e tutto ciò che deriva un suo severo No impact man project nel cuore dagli animali al weekend o a un solo giorno a set- di New York, trascinando nell’impresa la moglie timana), pescetariani e pollotariani (i primi hanno «Prada addicted», la figlia «in età da pannolino» bandito la carne ma non il pesce, i secondi le carni e il cane. Nel libro che ha scritto dopo questa rosse ma non le bianche). E locavoristi (che consu- esperienza, diventato in breve un bestseller, Be- mano solo cibi locali, prodotti nell’arco di circa 200 aven ha ribadito: «Il carrello della spesa carico chilometri dalla propria casa), bilancisti (che moni- di verdura avvolta nella plastica, pasta nelle sca- torano con precisione ogni spesa allo scopo di ri- tole di cartone, yogurt in barattolo e cartoni di durre i consumi o di sostituirli con soluzioni meno uova non va bene. Gli alimenti preconfezionati impattanti per l’ambiente e più eque per i diritti del supermercato sono da depennare» �6�. dei lavoratori), persino fruttariani (che mangiano soltanto frutta), crudisti (solo cibi crudi) e addirit- tura paleolitici (che ammettono esclusivamente gli ■ diSiMballiaMoci alimenti che i nostri antenati trovavano in natura Ma è proprio così? Il packaging produce più ri- con la caccia, la pesca e la raccolta di frutti spon- fiuti? E cosa succederebbe se lo abolissimo sul tanei) �4�. serio? Come sarebbero il mondo e le nostre vite senza gli imballaggi? Al di là delle scelte alimentari, però, ci sono al- cune mosse basilari che accomunano questi Per rispondere a domande come queste, non nuovi paladini dell’impatto zero. Il primo passo c’è che seguire le tracce di chi ha provato a far- verso una vita ecologicamente più corretta con- ne a meno per davvero, spiando dal buco della siste quasi sempre nel costruire una compostie- serratura dei blog, dei libri e dei social network ra e acquistare i lombrichi che trasformeranno in cui questi ambientalisti urbani, moderni ma gli avanzi di cucina in concime. L’altro inesorabi- massimalisti, hanno raccontato le avventure le passo è liberarsi del packaging, bandirlo dalle delle loro vite senza packaging e qualche inevi- liste della spesa e debellarlo dalle proprie case. tabile disavventura. Il traguardo, generare il minimo di rifiuti o az- zerarli del tutto, è una nobile aspirazione, oltre che una questione di stringente attualità. ■ la SpeSa diVenta un’iMpreSa Acqua senza bottiglia, birra senza lattina, pasta «Imparare a non produrre rifiuti: no ai prodotti senza pacco, biscotti senza pacchetto, latte sen- usa getta, no al packaging» �5� è stato il primo za cartone, burro senza carta. E dentifricio sen- proposito di Colin Beaven, uno dei pionieri del- za tubetto, crema senza vasetto, detersivo sen- la vita a impatto zero. Scrittore di professione, za fustino, alcool senza flacone, medicine senza consumatore compulsivo di cibo take-away pen- blister. Fare una spesa così sembra una mission tito («Fossi stato uno studente, avrei manifesta- quasi impossible, difficile a dirsi e ancor di più to contro me stesso» ha detto a proposito della a farsi. IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 13 «La spesa è un atto socialmente rilevante, è come buzione. Non acquisto mai tutto in un solo posto, andare a votare! È la prima azione per diventare perché vorrebbe dire accontentarmi di ciò che consum-attori! Siamo noi i datori di lavoro dei trovo senza puntare al meglio (…) Nei negozi spe- produttori alimentari e allora scegliamo aziende cializzati e nei mercati mi reco più spesso, sono virtuose e penalizziamo chi sfrutta e impoveri- più vicino casa, e faccio piccole “incursioni” quasi sce!» �7�. Il perentorio ammonimento arriva da quotidianamente». Ancora, bisogna acquistare Paola Maugeri, sagace e brillante giornalista mu- «SOLO prodotti di stagione», leggere «sempre la sicale, che come Colin Beaven ha vissuto il proprio provenienza dei prodotti» e «il prezzo al chilo», anno a impatto zero nella sua casa del centro di portarsi le «buste della spesa da casa». Milano. Ha abolito l’auto, soppresso elettricità e riscaldamento, fatto il bucato nella vasca pestan- Tutto giusto, per carità, ma come si fa? Come ri- dolo con i piedi, reso più sostenibili i suoi acquisti tagliarsi ogni volta che si va per compere tutto non comprando nulla di impacchettato. «Evitare questo «tempo giusto»? La stessa Maugeri ha gli imballaggi» è stato uno dei primi obiettivi del descritto perfettamente i tempi frenetici di noi suo radicale ecoprogetto. Ma a conti fatti Mauge- uomini e donne del terzo millennio: «Viviamo ri è riuscita a fare di più: è arrivata «ad azzerarli» correndo, mangiando tra un appuntamento e l’al- anche a esperimento concluso, come ha rivelato tro» e facendo «il più delle volte la spesa alle sei a un settimanale �8�. di sera, magari parlando al telefono» �9�. Bella, elegante, fuori dagli schemi, Paola Maugeri «Non è facile, niente affatto!» ha confessato ha una vita piena di impegni. Gira per il mondo a un’altra supporter del no packaging: la 31enne intervistare rockstar e musicisti (più di 1200 ne- milanese Claudia Selvetti, in arte GreenKika, che gli ultimi tre lustri), conduce trasmissioni in radio da oltre quattro anni è impegnata in un percor- e tivù, fa la dj, scrive libri di successo, partecipa so battezzato Vita a impatto 1, «perché uno è il a convegni e manifestazioni, ha creato una linea pianeta che abbiamo a disposizione» �10�. Il suo di gioielli, una di tramezzini vegani in vendita nei «primo step»? Manco a dirlo è stato «cercare supermercati italiani e una collezione di cappel- di evitare gli imballaggi». Ma non si è rivelato li per la Borsalino. Ha un figlio piccolo, un padre semplice «rifiutare senza sembrare scortese una anziano. Eppure riesce a fare la spesa scansando birra» o «fare la spesa al rallentatore leggendo ogni prodotto preconfezionato: ed è un’impresa, gli ingredienti e la provenienza di ogni prodotto, a giudicare dai consigli che lei stessa ha dispensa- vagando per gli scaffali con un grosso punto di to sul suo blog �7�. domanda sulla testa». Tra questi: «Avere a disposizione il giusto tempo per recarci al mercato e nei negozi, scegliere per ■ l’iMballaggio È Mio e Me lo geStiSco io bene i prodotti e riporli in casa» e «suddividere Per schivare il packaging, la regola base per fare la la spesa in tappe: mercati rionali, negozi specia- spesa è portarsi i contenitori da casa. «Prima di ini- lizzati in prodotti biologici e vegani, grande distri- ziare, armatevi di una bottiglia d’acqua, un paio di IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 14 grandi sporte e una serie di recipienti riutilizzabili: saponi, spray di ogni sorta, la carta da regalo, le sacchetti di tela per gli alimenti secchi, vasetti di riviste e i giornali, lo scotch» ha elencato. Ma, vetro per affettati, carne, pesce, formaggi, burro o ha puntualizzato: «Questi prodotti, le cui alter- gelato, bottiglie per vino, birra, olio e salse (…), la native sono proposte nel mio libro, non ci man- federa di un cuscino per il pane» �11�. cano affatto». L’autrice di queste scrupolose istruzioni per l’uso Attenzione, però, anche gli alimenti sfusi nascon- si chiama Bea Johnson ed è la più autorevole te- dono qualche insidia: «Quando si compra la frut- stimonial della spesa rigorosamente a peso, fatta ta – ha messo in guardia Bea - bisogna stare at- di prodotti soltanto sfusi. Molto ordinata, super tenti a evitare quella con i bollini adesivi». organizzata, ha perfino messo sulla bilancia i suoi contenitori vuoti, scrivendo sopra a ognuno la tara in modo da agevolare le operazioni al momento ■ Sballati organiZZati di pagare. Nata in Francia, vive con suo marito e Preparazione, pianificazione, organizzazione. due figli di 15 e 13 anni a nord di San Francisco, Sono gli imperativi inderogabili di una vita senza in una villa con giardino che sembra uscita da una packaging. Lo sa bene Lauren Singer, giovane ma rivista patinata. È la Zero Waste Home, la casa a irriducibile discepola della strategia rifiuti zero. rifiuti zero, come lei stessa l’ha battezzata e come Da marzo 2013, questa 24enne molto carina e si intitolano il suo blog, la sua pagina Facebook, il alla moda che vive a New York ha praticamen- suo libro e la miriade di conferenze che tiene in te smesso di usare il secchio della spazzatura e mezzo mondo, dagli Usa al Brasile, dalla Francia cominciato a raccontare le sue gesta su un sito, alla Norvegia, dalla Svizzera alla Martinica. Persino sui social network e un canale YouTube intitolati la televisione dell’Arabia Saudita ha fatto un servi- Trash is for tossers. zio sulla sua famiglia, che dal 2008 produce soltan- «Quando si compra cibo sfuso c’è parecchio da to un litro di spazzatura all’anno. Bea la conserva fare, ci vuole un po’ di programmazione e qualche gelosamente in singoli barattoli di vetro, uno per sforzo extra» �12� ha ammesso Lauren. «Si potreb- ogni annata. be pensare che per il mio stile di vita siano obbliga- tori una preparazione eccessiva, un sacco di duro Per quasi ogni prodotto confezionato, Bea Jo- lavoro e molti giorni affamati» ha consentito, «ma hnson è riuscita a scovare un’alternativa sfusa non potrebbe essere più falso» ha immediata- o a rimpiazzarlo con un omologo autoprodotto. mente ridimensionato. Il suo segreto? Predispor- Dalla sua inflessibile lista della spesa ha radiato re «una lista della spesa dettagliata» e «andare al solo una manciata di articoli: «Non compriamo mercato con i miei contenitori (…). Quando faccio più i rotoli da cucina, la carta in alluminio, i sac- la spesa, mi porto sempre da quattro a otto vasi chi della spazzatura, i sacchetti per congelare, di vetro e due borse» ha specificato. Le due cose, i fazzolettini, gli spazzolini, gli stuzzicadenti, le del resto, fanno il paio: «Pensare a quanti conte- lacche o altri fissatori, gli smalti per le unghie nitori avrò bisogno, mi fa anche pensare a quel e l’acetone, piatti, posate e bicchieri usa e get- che comprerò, il che previene dal fare acquisti ta, i prodotti per l’igiene femminile, shampoo e d’impulso». IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 15 Già, nella vita a packaging zero, improvvisare una zo del giorno dopo. Senza packaging si riducono spesa può rivelarsi un’impresa azzardata e persi- drasticamente i tempi di conservazione e per non no audace. «Una volta a Parigi ho visto una don- vederli deperire, tocca cucinare molti alimenti il na usare a mo’ di sporta il bordo della sua gonna: giorno stesso in cui li si è comprati, come faceva- aveva fatto acquisti non pianificati, e così era tor- no le nostre nonne. nata a casa valutando attentamente l’alternativa «Per essere onesti, non è stata una passeggiata» tra lasciar cadere le verdure e mostrare a tutti ha tirato le somme Katya Slivinskaya l’ultimo gior- I suoi indumenti intimi» ha ricordato ammirato no della sua dieta anti packaging �2�: «Portare al Colin Beaven �6�. mercato le mie borse e i vasi di vetro è stata la parte più facile: una volta che ci prendi la mano, In un frangente analogo si è trovata Katya Sli- è più questione di organizzazione e di abitudine vinskaya. Durante la sua No Packaging Diet le è che altro». Il lato più duro, invece, «è stato prepa- capitato di passare davanti alla sua panetteria rare pasti che fossero effettivamente packaging preferita e di «comprare una mezza forma di free tre volte al giorno. Si tratta di pasti che ri- pane a lievito naturale prima di pensare a dove chiedono pianificazione, e per quanto mi inchi- l’avrei messa». Il risultato: «Il momento di poeti- ni a questa arte, non è il mio forte (…) All’inizio, ca necessità mi ha fatto srotolare la mia sciarpa quando l’entusiasmo era fresco, ho avuto tutto di pashmina e piazzarci dentro la mezza pagnotta sotto controllo. Quando i doveri della vita quoti- calda» �2�. diana hanno preso il sopravvento è stata una ma- ratona tenere il passo con le esigenze alimentari «La sporta di stoffina leggera ci vuole sempre della nostra piccola famiglia senza mai far ricorso semprissimo» ha suggerito a sé stessa e ai suoi al packaging». lettori l’italiana GreenKika, che con il suo stile caustico e sferzante ha riconosciuto: «Ma che fa- Avere in casa una buona scorta di cereali e legu- tica e come mi sento pi… quando la dimentico e mi secchi aiuta ma, si è lamentata Katya, «biso- debbo portare le cose a braccio o nello zaino o gna metterli a bagno la sera prima, il che significa nel cestino della bici. Piuttosto che un sacchetto pensare ogni volta a quel che si vuole cucinare e in mater-bi (un tipo di plastica biodegradabile, mangiare il giorno dopo (…) Non è come aprire ndr), però, la morte!» �10�. una lattina di fagioli dieci minuti prima di cena». È capitato così che in casa Slivinskaya qualche pasto si sia ridotto a un po’ di frutta e noci o a un piatto ■ ci baStan poche briciole di carote con semi di zucca: «Non sono davvero Non c’è solo la spesa da fare tutti i giorni o quasi. le cose peggiori al mondo e ci hanno dato un sac- La vita pack free impone di passare molte ore ai co di sostanze nutritive. Ma sarebbe meglio fare fornelli. Abrogato ogni piatto pronto o semipre- pasti un po’ più equilibrati». parato, è fatale allestire da zero ogni pasto, dalla prima colazione alla cena. Chi lavora o ha i figli a Se tra le mura di casa il modo di organizzarsi più o scuola, deve predisporre di sera la pausa pran- meno si trova, quando capita di mangiare o bere IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 16 fuori le cose possono farsi più complicate. L’espe- Resistere? Secondo Lauren Singer, concittadina rienza di Colin Beaven è esemplare: «Quando di Colin Beaven che ogni giorno va al lavoro por- proprio non troviamo il tempo per cucinare, an- tandosi dietro il suo pranzo preparato la sera pri- diamo a prendere qualcosa portandoci dietro i ma, si può. Basta investire in uno «straordinario nostri contenitori riutilizzabili. Al posto dei tova- zero waste and plastic free lunch kit, altrimenti glioli di carta usiamo ritagli di stoffa ricavati dai detto cestino per il pranzo super cool», composto vestiti dismessi (…) Teniamo un panno a portata nell’ordine da: «Un contenitore di acciaio inossi- di mano per avvolgerci dentro le cose o per asciu- dabile a tenuta stagna», ovvero la versione ag- garci le mani quando non siamo a casa. Inoltre, giornata della vecchia schiscetta o gavetta che dir ci portiamo dietro tazze riutilizzabili ovunque si voglia; «una forchetta riutilizzabile», cioè sem- andiamo. Abbiamo stabilito che se le dimenti- pre d’acciaio; «un tovagliolo di cotone organico»; chiamo non possiamo prendere il caffè. Abbiamo «un paio di borse per i sandwich e gli snack», chiuso con l’acqua in bottiglia, usiamo le tazze sempre di cotone organico; «un barattolo di ve- anche per bere dal rubinetto» �6�. tro col coperchio a vite o una borraccia»; «una cannuccia d’acciaio, lavabile e riutilizzabile» per Le tentazioni, però, sono sempre in agguato, tan- bere al bar o in strada �12�. to più in una metropoli come New York, dove Beaven ha continuato a vivere nel corso del suo È più o meno la stessa strategia messa a punto anno a impatto zero: «Nel passare davanti a una da Tatiana Maselli, meglio conosciuta come Ta- pizzeria sulla Quattordicesima, mi scopro a guar- scabile, il nickname che usa sulla rete, dove ha dare con bramosia la vetrina. Non con fame. Con raccontato le sue «12 eco fatiche». Per evitare bramosia. È solo un capriccio, in realtà. E prima ogni forma di usa e getta, ha spiegato: «Ho la mia che cominciasse questa faccenda dell’impatto fida borraccia di alluminio, il mio bel bicchiere di zero, un capriccio del genere mi avrebbe porta- plastica che uso anche al lavoro, dove ho portato to dritto al bancone per trangugiare una fetta di pure la tazzina di ceramica per il caffè, e addirit- pizza su un vassoio di carta ora proibito. Lo stes- tura il bicchierone per la birra media quando si so se volessi una bibita in una bottiglia di plasti- beve fuori. Se si pranza fuori, bisogna ricordarsi ca ora proibita. Lo stesso, in effetti, per qualsiasi anche le posate e il tovagliolo; il piatto no, non cosa io possa desiderare (…) No a un bagel con sono ancora arrivata a tanto» �13�. tofu e scalogno avvolto in carta oleata da Bagel Bob’s. No a una bottiglia di acqua tonica. No a un tè alle erbe in un bicchiere di carta da News Bar. ■ Me lo faccio da Me No anche all’Hershey’s Kiss (il caratteristico cioc- È il mantra di chi vive senza packaging. Si chia- colatino della Hershey Company, la più grande ma autoproduzione e significa farsi da sé tutto azienda di cioccolato degli Usa, ndr) avvolto nel- quello che si potrebbe comprare solo confezio- la stagnola della zona snack della Writers Room, nato. Bando ai sacchetti di carta, fare il pane in dove lavoro. No alle noccioline. Alle patatine. Al casa diventa un impegno irrinunciabile. Via bu- popcorn al cinema» �6�. ste e pellicole, il must è darsi all’orto, non im- IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 17 porta se ridotto al balcone di casa o al davanza- sono la cottura in lavastoviglie (una tecnica a bas- le. E niente flaconi, tubetti, fustini, per carità. sa temperatura che permette di cuocere mentre I detersivi sono «tra i peggiori nemici dell’im- si lavano i piatti), l’utilizzo degli scarti («bucce, patto zero in casa» �14�, come ha spiegato Pa- gambi, foglie, torsoli, lische e baccelli» sono i suoi ola Maugeri. Lei è riuscita a metterli alla porta ingredienti preferiti, che trasforma in «piatti sem- e per sostituirli ha aguzzato l’ingegno: limone plici, sani, economici e sostenibili (…) perfetti per e acqua, o aceto bianco e borace, mescolati e la cucina di tutti i giorni» �16�) e, per l’appunto, travasati con l’imbuto in un vecchio contenito- l’autoproduzione in cucina, cui ha dedicato un li- re dotato di spruzzino. bro di quindici capitoli �17�. La faccenda ha più implicazioni di quanto si Autoproduzione in cucina secondo Casali signi- potrebbe immaginare: «Credo sempre di più fica «tutto ciò che si può fare quando si ha tem- nell’autoproduzione come metodo non violento po, da mettere in dispensa per quando di tem- di protesta, utile ad uscire dalla spirale consu- po non se ne ha». In particolare si tratta di fare mista che pervade molto di quel che ci circonda da soli «i prodotti a lunga conservazione che di �15� ha dichiarato Carmela Giambrone da Ber- solito si acquistano al supermercato» e che di gamo, nome di battaglia Kia, una web writer, norma sono preconfezionati: dadi e farine, ad- blogger e giornalista free lance, maestra dell’au- densanti e gelatificanti, cracker, fette biscotta- toproduzione. te, muesli, barrette. La pasta, ovviamente, ma Kia, infatti, è la mente e il motore di CasaKia, os- anche il cous cous e persino zuppe e minestre sia un set di corsi e laboratori che spaziano dalla istantanee. Marmellate e creme, salse come il cosmesi «cruelty-free e 100% handmade» alla ketchup o la senape, pelati, crauti, legumi, sot- saponificazione naturale, dalle pulizie ecologi- taceti. E il burro, i formaggi, la panna e il tofu, che al guerilla gardening, dall’orto sul balcone al cioccolatini e caramelle mou, alla menta, gelé. compostaggio. «L’autoproduzione oggi è la più grande forma di ribellione e di consapevolez- «La cucina può essere trasformata in un forno, za» ha asserito: «La diffusione delle pratiche del un caseificio, una pasticceria» ha assicurato lei. “fatto-in-casa” permette di costruire una società «Qualunque cosa si può acquistare al supermer- più a misura di uomo-donna-bambino e decisa- cato, si può farla a casa propria» ha garantito. mente più in armonia con la Terra (che non è di E non si pensi servano «strumenti particolari o nostra proprietà …noi siamo solo ospiti!)» �15�. particolari competenze. L’unico investimento è un po’ di tempo». La regina dell’autoproduzione in cucina è invece la romagnola trapiantata a Milano Lisa Casali det- Dai fornelli alla cura della casa e del corpo, i ta Lisca, scienziata ambientale, volto noto della seguaci dell’impatto zero mettono a punto e tivù e del web con le sue rubriche ecogastrono- condividono componenti, dosi e indicazioni per miche, testimonial del Wwf per l’alimentazione rimpiazzare un’infinità di prodotti imballati. Ci sostenibile e la lotta allo spreco nonché ambas- sono rimedi fai da te per quasi ogni cosa e una sador di Women for Expo 2015. Le sue specialità ricetta praticamente per tutto. IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 18 Bicarbonato e aceto bianco sembrano avere impacco di olio di lino e aggiungerò alla farina un doti pressoché universali, vengono usati da soli, po’ più di miele (orpo! il miele NON è vegano! ma o miscelati con altre sostanze, al posto dello me l’hanno regalato…), senza esagerare �10�». shampo e dell’anticalcare, del detersivo per i piatti e del deodorante, per lavare i vetri e to- Anche la più algida Bea Johnson ha avuto qualche gliere lo smalto dalle unghie. grattacapo: «Ho capito che lavarsi i capelli con il Le ricette di creme e maschere per il viso a base bicarbonato e sciacquarli con l’aceto di sidro non di vegetali non si contano, rispolverate da quelle era una cosa che gradivo molto; dopo sei mesi delle nonne o rielaborate in versione contem- i miei capelli sono divenuti stopposi e, peraltro, poranea. mio marito mi ha confessato che non poteva più Anche per farsi belli si può fare da sé, come in- sopportare il mio odore di aceto a letto». L’inge- segnano gli spignattatori, ossia i numerosissimi gnosa signora francoamericana, però, non si è ar- autoproduttori di cosmetici naturali, che oggi resa: «Ho optato per il sapone di Aleppo sciolto imperversano sulla rete e in libreria dispensando in pezzi» �18�, ha riferito. consigli. Invece che il fondotinta o il rossetto, per esempio, c’è chi usa il succo ristretto della barba- L’altra, più difficilmente eludibile controindica- bietola. Il succo di limone è considerato un buon zione dell’autoproduzione è l’imballaggio forza- sostituto della lacca per capelli. La zucca gialla to. Non tutto, come il sapone di Aleppo, si rie- lessata e miscelata con un cucchiaio di panna fre- sce a scovare sfuso. Anche a chi ha dichiarato sca pare funzionare contro i punti neri. guerra al packaging può accadere di dover usare gioco forza un prodotto confezionato. L’aceto, Non sterili, privi di conservanti, i cosmetici au- per lo più, si trova in bottiglia. Il bicarbonato di toprodotti durano poco e irrancidiscono in fret- sodio è in scatola. Gli olii essenziali così utili per ta. Per essere sicuri di non spalmarsi sul viso un le creme, in boccetta. E i vecchi flaconi usati per concentrato di batteri, bisogna ritagliarsi il tempo contenere i detersivi fai da te? In un mondo sen- per farli e rifarli ogni volta che se ne ha bisogno. za imballaggi non esisterebbero del tutto. ■ precauZioni e aVVertenZe ■ l’iMballaggio inViSibile Sicurezza e salubrità a parte, l’autoproduzione La via della vita a zero packaging è irta di insi- presenta qualche altra controindicazione. La die. Parola della milanese GreenKika: «Più che sarcastica GreenKika, che con i suoi capelli si la birra, mi rode lo spreco delle bottiglie d’ace- è cimentata parecchio, non ha negato che può to, che uso ampiamente per le pulizie in casa. capitare di «essere costretti a uscire di casa con Esistono negozi che vendono aceto sfuso?» si una cofana in testa odorosa di aceto o troppo è domandata. E ha riconosciuto: «So di non unta per abuso di olio di lino: ma è bello anche poter riusare tutte le bottiglie che consumo sperimentare, no? Anche a costo di essere presi (...) Come fare per diminuirle ulteriormente? in giro dai colleghi (…) La prossima volta farò un Ovvio, la birra va eliminata, che fa ingrassare, IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 19 non è a km 0 ecc. Ma l’aceto, l’aceto!!» �10�. mentari, detersivi e detergenti alla spina, con i Può capitare persino di incappare in un imbal- clienti che utilizzano i loro contenitori o li noleg- laggio nascosto senza accorgersene del tutto. giano sul posto. Non mancano i chioschi dell’ac- Così è accaduto a Lauren Singer. Sullo stesso qua dell’acquedotto, offerta in versione naturale blog in cui la giovane newyorkese ha mostrato e frizzante, i distributori automatici di latte fre- orgogliosa la spazzatura che ha prodotto in due sco, le botteghe di vino da spillare nella propria anni, tutta racchiusa in un solo vasetto di vetro bottiglia e acquistare al consumo. Persino i su- �12�, si scoprono diverse fotografie con l’intruso. permercati tradizionali stanno dando sempre Quando Lauren fornisce le istruzioni per lavare più spazio agli articoli sfusi. la bistecchiera senza detersivi, per esempio, fa «Non è facile, né comodo. E non si può avere capolino il collo di una bottiglia: è olio biologi- fretta» ha messo i puntini sulle i Martha Waibl, co, ma contenuto in un recipiente di vetro con proprietaria di Ricarica, un negozio di detersivi il dosatore di plastica e il marchio commerciale e detergenti alla spina di Milano �19�: «Tutti i stampato su un’etichetta di carta. Quando po- prodotti sfusi si devono riempire e poi pesare sta l’immagine del suo frigorifero, tra i barattoli dopo aver fatto la tara ai contenitori. È faticoso, riutilizzabili sbuca un cartone del latte in tetra- ci vogliono impegno, volontà». In più: «È inutile pack col tappo a vite di plastica. Il suo caffè è negarlo, i prodotti vegetali e biologici hanno co- solidale, ma impacchettato. Il bicarbonato che sti molto più alti rispetto al chimico. È una scelta ha funzionato così bene per sturare il lavandino che non tutti possono fare». sta in una scatola griffata Arm&Hammer. Il den- tifricio l’ha autoprodotto per evitare il tubetto, A ben considerare, inoltre, anche i dispenser di che «è molto difficile, se non impossibile da rici- plexiglas che erogano i prodotti sfusi - premi il clare»? Tra gli ingredienti c’è un olio essenziale pulsante, spingi la maniglia, muovi il rastrello a alla menta, organico sì, ma in boccettino di ve- molla, apri il rubinetto della spina e prelevi la tro con contagocce plastificato. E che dire del quantità desiderata, poi la pesi e la paghi un picnic «zero waste», a rifiuti zero, organizzato tanto all’etto o al litro - rientrano nella grande con le amiche? «Da bere ho servito una vodka categoria degli imballaggi. al limone, con basilico e menta del mio orto sul balcone e acqua frizzante» ha spiegato Lauren, Non ci fosse il packaging, non ci sarebbero nem- mentre sulla tovaglia a quadretti stesa sul prato meno i negozi leggeri, che per rifornirsi di prodot- spuntava una bottiglia di San Pellegrino. ti sfusi dalle grandi fabbriche o dai piccoli labo- ratori artigianali, dai campi e dalle cantine, non Rifornirsi di prodotti sfusi oggi è meno compli- possono che servirsi di altri imballaggi ancora, cato di qualche tempo fa. Oltre ai vecchi mer- strettamente regolamentati per legge: scatoloni , cati rionali e agli esercizi che hanno resistito sacchi e casse per gli alimenti secchi, taniche per all’assalto della grande distribuzione, nelle città i liquidi, custodie per formaggi e salumi, serbatoi occidentali si stanno moltiplicando i cosiddetti per lo stoccaggio e per il refill di detersivi e deter- negozi leggeri. Vendono a peso molti generi ali- genti, cassette della frutta e della verdura. IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 20 Sono imballaggi a tutti gli effetti anche i pallet, vestito che non fosse usato. Niente cibo prodot- i bancali in italiano, quelle piattaforme di legno to a oltre 250 miglia dalla loro casa in fondo alla che agevolano le operazioni di carico o scarico. Fifth Avenue, nel Greenwich Village di New York. E nessun acquisto impacchettato, naturalmente. Tutto questo packaging è invisibile agli occhi dei non addetti ai lavori, ma inevitabile. La loro fama, però, è esplosa solo dopo che il New York Times, uno dei più importanti quoti- diani americani, ha pubblicato un servizio sulla ■ dileMMa carta igienica loro storia provocatoriamente intitolato Un anno Da una conversazione in casa Beaven: « Michel- senza carta igienica. Il testo dell’articolo è aspro, le con una serenità sorprendente mi chiede: “La la vita della famiglia Beaven viene descritta come carta igienica è davvero così dannosa da doverci «una scena di una vecchia sit-com nei momen- rinunciare?”. “Sto solo cercando di sbarazzarmi ti migliori e un esercizio di autopromozione dal di tutti i prodotti usa e getta” le dico: “E sappiamo dubbio gusto morale nei momenti peggiori». quanto siano dannosi quelli fatti con la carta”. “Per- «Sento che il mio lavoro è stato banalizzato. ché non possiamo usare quella fatta con la carta Temo che, in una sola mossa, sono riuscito a far riciclata?”. “Perché persino le risorse usate per la sembrare una buffonata tutto il movimento am- carta riciclata dovrebbero essere sfruttate meglio e bientalista», si è disperato ferito Colin dopo aver non letteralmente gettate nel gabinetto”. (…)» �6�. letto l’articolo �6�. Per Colin Beaven la carta igienica è stata una sor- Da allora, però, giornali e tivù hanno fatto a gara ta di croce e delizia. Durante il loro anno a im- per intervistarlo. Colin Beaven ha imperversato patto zero, lui e la moglie Michelle hanno deciso sui media di mezzo mondo. E la domanda che di abolirla. La questione è intima, ma la rinuncia inevitabilmente gli hanno posto ogni volta è sta- non è velleitaria: «La carta igienica che usiamo ta: Cosa usavate al posto della carta igienica?. potrebbe fare il giro del pianeta ogni due minuti, «Me l’ero sentito chiedere da giornalisti di ogni o arrivare fino al sole e tornare ogni dieci gior- dove, da Montreal a Tel Aviv, e non ne potevo ni. Ogni anno potrebbe coprire un’area grande più. Il mio esperimento non era una cosa tanto il doppio della Francia» si calcola su The World banale» si è lamentato lui nel libro che ha scritto Counts �20�. sull’esperienza impatto zero, dalla quale è stato Nel loro esperimento, i coniugi Beaven si sono tratto anche un docufilm presentato al Sundance sottoposti a tanti altri sacrifici estremi. Non han- Film Festival �21�. no più preso l’ascensore pur abitando al nono piano. Non sono mai saliti su un aereo, un tre- Sarà. Ma la questione carta igienica sì o no è un no, un taxi e nemmeno in metropolitana. Si sono dilemma che interroga e divide i seguaci dell’im- sbarazzati della televisione e dell’energia elettri- patto zero. Negli Stati Uniti, la meticolosa Bea Jo- ca, hanno spento i caloriferi e il condizionatore. hnson ha concluso di non poterne fare a meno ed Mai un giornale o una rivista, un libro nuovo, un è stato l’unico oggetto confezionato per il quale si IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
ISTITUTO ITALIANO IMBALLAGGIO 21 è concessa uno strappo: «Abbiamo provato con indispensabile, programmando con scrupolo e le docce, ma era troppo restrittivo per la nostra anticipo quel che si vuole mangiare e cosa ac- vita familiare, basti pensare a quando abbiamo quistare. Occorrerebbe conoscere gli alimenti, ospiti» �22�. saperne riconoscere la qualità e la freschezza, Nel nostro Paese, ha deciso di fare altrettanto ma per non vederli andare a male, converrebbe Tatiana / Tascabile: «Eliminare i fazzoletti e i to- cucinarli il giorno stesso in cui li si è comprati. E vaglioli di carta sostituendoli con quelli di stoffa sarebbe indispensabile imparare a produrre da è una passeggiata. Certo, poi capita di ritrovarsi soli tutto ciò che viene venduto preconfezionato. a doverla fare in un bagno pubblico dove manca la carta igienica e maledire l’ambientalista che c’è E se non ce la si fa? Se non si ha tutto questo in te, però si sopravvive. La carta igienica è usa e tempo libero a disposizione, questa eccezionale getta? Non è vero, mi rifiuto di crederlo. Non ho capacità di programmazione e una grande perizia nessuna intenzione di eliminare la carta igienica, nel distinguere e cucinare gli ingredienti? ho già fatto fin troppo riducendo il consumo di Scottex (...) Comunque compro carta igienica e Il tempo, un bisogno assoluto nella nostra era. carta assorbente riciclata, ruvida e non sbiancata Siamo affamati di tempo, che non è mai abba- per espiare le mie colpe» �13�. stanza. Pur di poter aggiungere a ogni giornata due ore, più di un italiano su tre rinuncerebbe Più possibilista GreenKika, che sul suo blog �10� ha a una bella automobile, a un gioiello prezioso o aperto un dibattito sul tema. I suoi follower si sono a uno smartphone all’ultimo grido, ha appurato spaccati: c’è chi ha scelto di continuare a usarla ri- un’indagine dell’Eurisko �23�. Nella lista dei desi- ducendone drasticamente le quantità, chi ha opta- deri nazionali, 120 minuti extra ogni giorno sono to per fare la pipì sotto la doccia, chi si è schierato secondi solo a un bel viaggio. Più della metà di decisamente contro. «Non capisco tutto questo noi italiani ritiene di non avere abbastanza tempo stupore» ha scritto per esempio Rina: «Se sei in e un terzo dichiara addirittura di non avere mai casa basta darsi una sciacquata (con poca acqua) tempo per sé, una percentuale che sale al 43% nel bidet…non è che ogni volta che ti scappa la pipì nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni. sei costretto a farti la doccia! E se sei fuori casa…la Le mamme che lavorano sono la categoria che tieni finché arrivi a casa! ;-) ». avrebbe più bisogno di tempo. ■ lotta contro il teMpo Il packaging allunga la vita dei generi alimentari e Riassumendo, non ci fosse il packaging si dovreb- fa risparmiare tempo alle nostre vite con i minuti be: fare la spesa quasi tutti i giorni, passando da contati. Senza imballaggi, i biscotti, i crackers e un punto vendita all’altro e portandosi dietro il pane a cassetta vanno a male in pochi giorni ogni volta i propri contenitori e le sporte da casa, e non dopo mesi. Il pane, i panettoni e le torte senza azzardare un acquisto d’impulso. Fare del- lievitate diventano secchi e immangiabili in meno le scorte diventerebbe una missione quasi im- di una settimana. possibile, bisognerebbe comprare solo lo stretto Non ci fosse il packaging, non potremmo tenere IL PACKAGING ALLUNGA LA VITA
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