A spasso o di corsa sui monti dietro casa, a Genova la pandemia ha fatto esplodere la passione per l'outdoor

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A spasso o di corsa sui monti dietro casa, a Genova la pandemia ha fatto esplodere la passione per l'outdoor
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     A spasso o di corsa sui monti dietro casa, a Genova la
     pandemia ha fatto esplodere la passione per l’outdoor
     di Katia Bonchi
     22 Maggio 2021 – 8:02

     Genova. Chi per monti e sentieri ci va da sempre lo ha indubbiamente notato. La
     pandemia ha spinto una piccola folla di genovesi e liguri a esplorare le creuze dietro casa,
     a scoprire nuovi sport all’aperto e ad avventurarsi su per le creste dell’entroterra. Da un
     lato infatti a partire dalla scorsa estate le attività sportive individuali all’aperto sono state
     in pratica le uniche consentite anche nelle fasi più dure del lockdown, dall’altro la stessa
     paura del contagio ha reso psicologicamente più rassicurante cercare spazi aperti e luoghi
     il meno affollati possibili.

     E così il Righi o il monte Fasce in una domenica di sole sono diventate più gettonate di
     corso Italia mentre quest’inverno la Val D’Aveto il Beigua pullulavano di scialpinisti e
     ciaspolatori che hanno fatto buon viso al cattivo gioco degli impianti chiusi e hanno
     scoperto la bellezza di muoversi sulla neve fresca in ambienti spettacolari.

     “Certo a chi come noi va da sempre sui monti ha fatto un po’ impressione – conferma
     Roberto Schenone, istruttore Cai di canyoning e curatore della rivista ligure del club
     alpino italiano – ma il fatto che la gente abbia scoperto il territorio dietro a Genova è
     positivo perché ci sono bellissimi posti selvaggi. Certo la moda passerà appena riaprirà

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     tutto il resto, ma una quota di queste persone rimarrà ed è un buon segno”.

     Per il Club Alpino anche questo 2021, dopo il 2020, non è stato un anno semplice: “Tutti i
     corsi sono stati sospesi a causa delle restrizioni e dei rifugi chiusi basti pensare ai corsi di
     scialpinismo, anche le gite sociali che in parte si sono fatte quando era permesso, sono
     state ridotte nei numeri”. Il bilancio ne ha indubbiamente risentito: “Il numero di iscritti al
     Cai ligure è calato – conferma Schenone – proprio perché il normale turn over che si ha
     ogni anno con gli iscritti ai vari corsi non c’è stato”. Niente alpinismo, scialpinisco,
     escursionismo, canyoning, anche se quest’ultimo è primo che ripartirà proprio questo
     mese.

     A Genova lo scialpinismo è a due passi dal mare

     Il Cai confida nella prossima stagione e nel frattempo i soci in montagna ci vanno da soli o
     con qualche amico: “Di persone se ne incontrano tante, anche se talvolta vediamo salire
     sul Reixa o a punta Martin escursionisti in scarpe da tennis o cn solo felpetta leggera per
     coprirsi”. Poi ci sono quelli che partono senza sapere minimamente dove stanno andando:
     “Mi è capitato di trovare escursionisti che proprio non avevano idea del sentiero che
     avevano intrapreso”. Per questo il consiglio è sempre quello “di informarsi bene sul
     percorso e sulle caratteristiche di un’escursione, di avere dietro il necessario per coprirsi e
     magari avere un po’ di basi per leggere una cartina o una bussola”. Un corso Cai di
     escursionismo: “Beh, certamente i nostri corsi per chi comincia ad avventurarsi per i
     monti forniscono una serie di competenze di base che è necessario avere – conclude
     Schenone – a volte noi siamo fin troppo rigidi e ‘seriosi’ ma sulla sicurezza affidarsi al Cai
     soprattutto nelle discipline più tecniche è una garanzia”.

     Anche Sara Raccone, guida ambientale escursionistica (GAE) abilitata, pone
     l’accento sul rischio improvvisazione proprio dal punto di vista delle sicurezza “I nostri
     monti sono vere e proprie montagne anche se sono a un passo dal mare e per frequentarle
     occorre conoscere, distanza, dislivello, tipologia di sentiero, eventuali rischi in caso di
     improvviso cambiamento del tempo. A me non è mai successo per fortuna di dover tornare
     indietro con un gruppo perché mi sono accorta che qualcuno non era in grado di affrontare
     un’escursione, ma ad altri miei colleghi sì”. E’ per questo che Raccone, che lavora per la
     cooperativa Dafne, insiste anche sull’importanza che ad accompagnare turisti od

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     escursionisti siano solo persone professionalmente preparate per farlo “perché con la
     pandemia vedo che molti si sono improvvisati guide escursionistiche e questo non è solo
     un danno per noi che sul nostro lavoro ci paghiamo le tasse ma anche per chi si affida ad
     accompagnatori che magari non sanno affrontare un’emergenza”.

     Infine c’è un aspetto fondamentale che riguarda il rispetto dell’ambiente: “Non solo un
     escursionista non deve lasciare rifiuti in giro bensì dovrebbe salvaguardare l’ambiente
     raccogliendo quelli che trova sul sentiero.. Rispettare l’ambiente però significa anche non
     modificarlo, non strappare nulla dal terreno, evitare urla e schiamazzi mentre si va in
     montagna, oltre a sapere esattamente cosa si sta facendo. Sennò si mette a rischio la
     propria vita e l’ambiente. L’ultimo incendio che c’è stato un mese fa al passo della Gava
     pare sia stato causato da un gruppo di ragazzetti che forse per il freddo aveva trovato
     riparo al rifugio Gilwell. Non si è capito se la stufa era difettosa, comunque una scintilla di
     quel fuoco ha provocato il rogo”.

     Le escursioni organizzate dalla coop Dafne stanno comunque registrando il tutto esaurito:
     sono rivolte a coloro che che oltre a camminare vogliono osservare la natura. “Il mio
     lavoro come guida ambientale escursionistica è quello di accompagnare i gruppi alla
     scoperta degli ambienti naturalistici come i parchi, raccontando loro gli aspetti storici e
     naturalistici dei luoghi, botanica, flora fauna, geologia, geomorfologia delle nostre
     montagne”. Oltre ad essere un lavoro per Sara le montagne sono anche una passione tanto
     che con il suo compagno Alessandro Danise, videomaker e fotografo, l’hanno scorso ha
     creato Passione Hiking gruppo Facebook proprio per condividere gite e racconti con altri
     che hanno la stessa passione: “Pur essendo un gruppo chiuso, dove puoi entrare solo su
     invito, siamo arrivati a 2 mila persone in mendo di un anno. Siamo quasi tutti genovesi o
     liguri ma l’obbiettivo è allargarlo al resto d’Italia e non solo per fare in modo che di
     allargare lo scambio di esperienze”. A riempire di contenuti il gruppo hanno cominciato i
     fondatori con quello che chiamano il ‘film del sabato’: “Ogni sabato pubblichiamo un video
     su escursione fatta da me e Alessandro, lui ovviamente si occupa della parte video, e io lo
     accompagno con una descrizione tecnica e ambientale della gita”. Tutti gli iscritti però
     stanno dando il loro contributo pubblicando foto, descrizioni e talvolta tracce gps
     dell’escursione.

     Sui sentieri genovesi e liguri poi c’è chi, invece di camminare, preferisce correre e i trail
     runner o aspiranti tali sono un ‘popolo’ in forte crescita. Ne sanno qualcosa alla Sisport,
     società genovese che è stata pioniera di questa disciplina sportiva e che vanta tutt’ora
     alcuni atleti di punta. Tra loro c’è Alberto Canessa. Dietista e laureato in scienze motorie,
     è atleta di endurance ed è uno dei coach di trail running. E’ lui il principale artefice del
     rinnovamento della società con l’obiettivo di affiancare all’agonismo che la caratterizza, un
     ambiente coinvolgente per chi a questo mondo si avvicina anche senza avere
     l’ambizione di vincere delle gare. “Quest’anno le gare non ci sono state, stanno ripartendo
     proprio ora e mi è sembrato il momento migliore per partire con un progetto che avevamo
     in mente da tempo, quello di far scoprire a persone che magari non corrono o hanno
     appena cominciato la bellezza della corsa sui sentieri. Così abbiamo cominciato ad
     organizzare gli appuntamenti del giovedì, i city trails, destinati a gruppi ridotti a cui
     abbiamo fatto scoprire i dintorni della città”. Ogni settimana un percorso diverso alla
     scoperta delle creuze e delle colline dietro casa”. Per alcuni mesi gli appuntamenti erano
     addirittura gratis, ora che l’attività ha avuto successo e si sono formati dei gruppi stabili il
     ‘pacchetto’ ha un costo poco più che simbolico: con 25 euro si partecipa a 4 uscite il
     giovedì della durata di circa un’ora più un giro più lungo il sabato.

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     I city trail del giovedì della Sisport

     “E’ un progetto che ci sta dando molta soddisfazione. Chi viene spesso non ha nessuna
     ambizione agonistica ma magari non aveva voglia di andare a correre da solo e ha scoperto
     il piacere di farlo in gruppo. Ora andremo avanti fino a inizio estate, poi ricominceremo a
     settembre”. Accanto c’è il lavoro della squadra di trail con la quale vengono organizzate le
     uscite tecniche o i lunghi, intesi come uscite di decine di chilometri in preparazione delle
     gare ultra. E per settembre c’è una nuova iniziativa in programma: “Vogliamo organizzare
     una scuola di trail per bambini, non in ottica agonistica bensì come scoperta di uno sport
     che è divertimento e salute”.

     Un consiglio per chi inizia? “Procedere per gradi ma soprattutto investire in un paio di
     scarpe adatte alla corsa su sentieri, unico elemento indispensabile per cominciare”.

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