A "Festa dê Murti". Noscia cosa jé! - di Angelo Severino - L'Ora Siciliana
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Periodico fondato nel 2003 e diretto dal giornalista pubblicista Angelo Severino www.ora-siciliana.eu - redazione@ora-siciliana.eu - cell. 342 122 8440 Nuova serie - Novembre 2019 - n. 2 Cimitero del Convento dei Frati Cappuccini, conosciuto come le Catacombe dei Cappuccini di Palermo, uno dei luoghi più impressionanti da visitare al mondo. A “Festa dê Murti”. Noscia cosa jé! di Angelo Severino Le mogli e le fidanzate chiederanno “Halloween”. Bisogna allora opporsi i Murti (i regali) al marito e al fidan- a quanti vogliono cancellare la festa I morti in Sicilia diventano ladri. zato e viceversa. E all’alba del 2 siciliana per sostituirla con quella di Accade nella notte fra il 1° e il 2 novembre tutti in ansia, grandi e pic- Halloween di origine celtica, che non novembre quando i defunti cini, e alla ricerca di quanto i morti appartiene alla cultura del Popolo hanno il permesso di uscire dalle hanno nascosto in casa per loro. Siciliano. proprie tombe per andare a rubare Ma nessuno rimarrà deluso. Tutti La Festa del Giorno dei Morti oggi è nei negozi e nelle pasticcerie. avranno i loro Morti, avranno la loro quasi completamente scomparsa. Ho Rubano di tutto: giocattoli, vestiti e “guantera” ricolma di frutta martora- vissuto da bambino quei 2 novembre scarpe nuove o altri oggetti che i na con dentro l’oggetto desiderato e e capisco bene come al nostro tempo bambini hanno tanto desiderato tanto aspettato. sarebbe una festa superata. Tuttavia, avere durante l’anno e che, solo in Una festa popolare che ha consen- potrebbe essere rivista e adeguata questa notte, i parenti morti, dopo tito ai Siciliani di rivivere per secoli, all’epoca in cui viviamo. averli rubati, nasconderanno in un anno dopo anno, un giorno pieno di Se così non fosse, perché accettare angolo segreto della casa. significato e di memoria storica. Ed allora la pagana Halloween, una festa “U jurnu dê murti” o, semplicemen- ecco perché non si può e non si deve altrettanto antica ma che per cultura te, “ne Murti” non solo i bimbi riceve- cancellare la “Festa siciliana dei non appartiene né ai Cristiani né ai ranno regali ma anche i grandi. Morti” per sostituirla con quella di Siciliani?
Nuova serie - Novembre 2019 - n. 2 2 ora-siciliana.eu - cell. 342 122 8440 - redazione@ora-siciliana.eu Halloween? No, grazie. Siciliane, all’opinione pubblica, alle istituzioni affinché la tradizione e i suoi valori vengano rispettati». Nuàtri avimu a Festa dê Murti. «Ed è un appello questo che rivolgia- mo in modo particolare ai sindaci più sensibili e più attenti (che pure esisto- I n Sicilia, in occasione della ricor- Diciamo subito che la “festa dei renza della festa dei morti, le isti- morti”, ossia “U jurnu dê murti” ha no e fanno onore a se stessi), non colo- tuzioni e l’opinione pubblica do- retto sostanzialmente alla persecuzio- nizzati nel cervello e nel cuore, alle vrebbero fare rivivere i valori morali e ne, cui è stata fatto segno, poiché la rispettive comunità e alla Sicilia». culturali del Popolo Siciliano rivalu- stragrande maggioranza dei Siciliani «Diano essi per primi un segnale che tando e recuperando la tradizionale (seppure con molti ridimensionamen- vada verso quel recupero culturale e festività dei morti. Bisogna allora op- ti) continua ancora oggi a osservarne morale di quei valori di cui il Popolo porsi a quanti si sforzano di cancella- le tradizioni. Dai cibi particolari, ai Siciliano ha bisogno per affrontare con re la festa siciliana per sostituirla con dolci della cena, ai regali ai bambini. consapevolezza il proprio avvenire». quella di Halloween. «Si tratta insomma di uno di quei Mentre non possiamo non prote- Da oltre un secolo, come Siciliani, patrimoni non materiali che – com- stare con quanti stanno tentando di abbiamo potuto vedere come alcuni menta Giuseppe Scianò – oggi a livel- omologarci, confonderci e di “fonder- settori (non tutti, fortunatamente) lo internazionale di solito vengono pro- ci” nella festa, di recente importazio- dell’informazione della cultura uffi- tetti o che meritano di essere protetti, ne, di Halloween. ciale, dei partiti e della classe politi- soprattutto dall’Unesco». In questa maniera, infatti, andrebbe ca, delle istituzioni, dei gruppi e dei Provvedimento di protezione che gli meglio in porto l’operazione di “can- movimenti organizzati, in un modo o Indipendentisti Siciliani propongono cellare” una delle manifestazioni più nell’altro, si siano sentiti (e si senta- per la festa dei morti. espressive non solo dell’identità cul- no oggi più di ieri) molto impegnati, «Nella ricorrenza della festività – turale e religiosa del Popolo Siciliano, in proprio o su commissione, nel por- continua Scianò – rivolgiamo soltanto ma anche della sensibilità e della dol- tare a compimento il bieco proposito un accorato appello alle famiglie cezza dell’animo dei Siciliani. di cancellare definitivamente l’identi- tà culturale del Popolo Siciliano, del- la Nazione Siciliana. Questi soggetti si adoperano, per- tanto e in modo particolare, a boicot- tare, a ostacolare, a discriminare (e, peggio, a far finta di ignorare nella sua esistenza, nei suoi contenuti e nella sua importanza) la “festa sicilia- na dei morti”, così come questa è stata percepita e vissuta da diversi millenni dal Popolo Siciliano. Una festa che ha origini antichissi- me, addirittura pre-cristiane, e che però in Sicilia è stata assorbita, fatta propria e arricchita di valori e di inno- vazioni dalla religione Cristiana. Senza mai perdere le antiche radici che risalgono alla notte dei tempi. Preparazione: - Pulite il finocchietto selvatico e lessatelo in acqua salata. Scolatelo e mettete da parte l’acqua di cottura, quindi tritatelo e soffriggetelo con poco olio. A parte, fate dorare la cipolla tritata finemente e aggiungete le acciughe e l’estratto di pomodoro sciolto in 1/2 bicchiere d’acqua e 1/2 di vino bianco. - Lavorate il tutto con una spatola di legno affinché si trasformi in una crema. Unite una metà delle sarde diliscate, il finocchietto, l’uva passa con i pinoli e lo zafferano e fate cuocere per circa mezz’ora. Se occorre allungate il composto con l’acqua dei finocchietti. - A parte, friggete l’altra metà delle sarde diliscate e, dopo averle fatte dorare, deponetele sulla carta assorbente per eliminare l’olio superfluo. Paste con le sarde Fate lessare la pasta nell’acqua di cottura rimasta dei finocchietti. - Scolatela al dente, mescolate con il condimento e servitela aggiungendo e finocchietti selvatici le sarde fritte. Spolverate a piacere con pangrattato tostato e pepato. Ingredienti: 500 gr di pasta; 700 gr di sarde diliscate senza testa e interiora; 3 mazzetti di finocchietto di montagna; 1 cucchiaio di estratto di pomodoro; 1 cipolla; 4 acciughe salate pulite e diliscate; 1 cucchiaio di pinoli; 1 cucchiaio di uva passa; zafferano; olio extravergine; 1/2 bicchiere di vino bianco; sale e pepe q.b.
Nuova serie - Novembre 2019 - n. 2 ora-siciliana.eu - cell. 342 122 8440 - redazione@ora-siciliana.eu 3 Le galoppate di Federico II Poesia e il mercato invisibile di Valverde di Giovanni Piazza C he anticamente Enna abbia avuto con Cerere, nella storia delle religioni, il privilegio di possedere la prima dea che valorizzasse il grano, l’accoppiamento e il sesso, si è già scritto parecchio. Che Enna potrebbe avere un deposito di scorie nucleari europee (francesi?) all’interno dell’ex miniera di Pasquasia, si sa ma non si dice e chi sa tace o smentisce. Che Enna si trovi agli ultimi posti in quasi tutto, lo si può leggere nelle classifiche stilate dagli esperti. Che Enna si stia spopolando delle menti più eccelse che vanno a lavora- re nel resto del mondo, è cosa ormai saputa e risaputa. A Enna però mancava un qualcosa. E così scopriamo che Enna è stata inserita nell’enciclope- dia delle città d’Europa dove vivono, nientedimeno, che i fantasmi. Sì. I fantasmi. Secondo una ricerca effettuata attraverso le voci popolari, soprattutto delle persone anzia- ne, sarebbe emerso che esistono in città molte storie legate al paranormale. Una delle più conosciute è quella che riguarda l’imperato- re svevo Federico II di Svevia che, nel lontano XIII secolo (secondo una leggenda) avrebbe fatto erigere una torre di forma ottagonale, alta circa 26 metri, per precise esigenze difensive e per il suo amore per la caccia e per la natura. Su questa costruzione c’è tuttavia da precisare che, secon- do le indagini del colonnello Umberto Massocco, pubblicate nel libro “La verità sulla Torre ottagonale di Enna”, non fu Federico II a realizzarla ma i Siculi tremila anni fa. A tal proposito consigliamo di andare su www.torredienna.it per maggiori informazioni. Ritornando all’enciclopedia, sta scritto che: «Vi è una notte ben precisa, ogni anno la stessa, in cui si può sentire Federico II lanciare il suo cavallo al galoppo lungo il viale antistante la torre e farlo correre per circa un chilometro. Poi il cavallo (e si presume anche lui) torna alla torre con passo lento e rientra alla sua dimora». «Gli zoccoli del cavallo battono ritmicamente sull’asfalto facendo presumere una corsa sfrenata. Nessuno ha mai visto questo fantasma, ma il fenomeno è stato udito da più persone contemporaneamente anche in tempi recenti». Abbiamo anche letto che Enna è al centro di numerosissi- me leggende e storie assai bizzarre. Tra le tante, abbiamo scoperta questa sul popoloso quartiere di Valverde. In quest’antica zona della città esisterebbe un giorno del- l’anno in cui si svolgerebbe un “mercato fantasma” al centro della piazza. La gente del luogo afferma che solo chi soffre di disturbi psichici è in grado di vederlo unitamente a per- sone dotate di particolari facoltà. La cosa curiosa è costituita dal fatto che, secondo la tra- dizione, solo chi è in grado di vedere il misterioso mercato può comprarvi qualcosa e ottenere così particolari benefici per tutta la sua vita. Altri fantasmi a Enna? Sì! Ce ne sono tantissimi e lo rac- conteremo prossimamente!
Nuova serie - Novembre 2019 - n. 2 4 ora-siciliana.eu - cell. 342 122 8440 - redazione@ora-siciliana.eu Il guaio è che io sono stata subito critica nei riguardi di questa tradizio- ne, avvertivo già da piccola una sorta di pena per quei morti ricordati da noi per un fine che, poi, ho capito fosse utilitaristico, era già difficile pensare, anche con la mente di bambini, che resuscitassero e che, però, non pote- vamo vederli, non potevamo vedere quella nonna morta giovane, di cui mia mamma parlava tradendo sempre il suo grande dolore. Non amavo la parte festosa di que- sta commemorazione, non vi ritrovavo alcun rispetto verso il dolore di chi aveva perso persone care, ma anche perché m’incuteva una certa paura questo vagare di chi non c’era più per stanze e case. Così, quando fu il momento dei miei bambini, preferii parlare di festa dei La festa dei morti in Sicilia, giocattoli, quelli che loro vedevano in giro per la città, per negozi e la vec- un mix di gioiosa tradizione e tristi ricordi chia Standa, dove tutti esponevano le ultime mode in fatto di giochi per di Crocetta De Marco maschietti e femminucce, e noi stessi ween, per fortuna, ma un ricongiungi- L a festa dei morti. Mentre in regalavamo loro nuovi giochi, senza tutto il mondo impazza la festa mento festoso con i parenti che non disturbare il sonno dei nostri morti, di Hallowenn, in Sicilia resiste sono più di questa terra». per i quali ci restava il dovere di la tradizione della commemorazione «E i bambini siciliani la notte tra l’1 andare a trovare in quella loro ultima dei morti, nei giorni a cavallo dei e il 2 novembre vanno a letto e si sfor- dimora. mesi di ottobre e novembre. zano nel tentativo di rimanere svegli Poi, da quando la vita ci ha riserva- Nonostante la notte delle streghe rap- con la speranza di vedere arrivare i to di conoscere il dolore vero del presenti un business da 370 milioni cari defunti carichi di doni». distacco, sono stata sempre più con- di euro, il giorno dedicato ai defunti è «La mattina appena alzati dal letto vinta che i morti si ricordano, si una festività che in Sicilia si traman- inizia la caccia ai doni: li trovano die- vanno a trovare in quel 2 novembre, da da generazioni e che, ancora oggi, tro le tende o nei posti più disparati, è bello che ci sia un giorno tutto per vede tantissima gente recarsi a trova- panieri traboccanti di “pupi di zùcca- loro, e i bambini è giusto che siano re i propri cari scomparsi da tempo, ru”, “frutta martorana”, “ossa ‘i educati al loro ricordo, ma per favore, ma rimasti nel cuore di chi resta. morti”, “n’zuddi” e “rame di Napoli” lasciamo la tradizione in quell’angolo Oltre al ricordo affettuoso e quel miste a tante altre leccornie più dove releghiamo tutto ciò che la vita dovere sentito di incontrarsi sulla moderne». moderna, una certa istruzione e la tomba di chi ci manca per condivi- «Assieme a loro, nuovi giocattoli nuova cultura ci impone che restino, dergli il vuoto che ha lasciato, c’è sempre più tecnologici. È una festa! E e quando pensiamo a “come erava- anche una tradizione siciliana di par- poi di corsa a fare il giro dai parenti mo” ci scappi un sorriso. ticolare arte nella creazione di dolci, per vedere se anche lì i cari defunti detti “dei morti”. Infatti, in ogni bar si hanno lasciato un dono, un paniere vedono ancora i dolci tipici di questo pieno di leccornie o giocattoli. Che periodo, come la frutta di marturana bello vederli. Che bello vederli ricor- e i pupi di zùccaro, che oggi rischia- dare i parenti che non ci sono più». no di essere sostituiti da zucche e Tutto ciò è quanto rimane nei miei maschere orrende, come la più mate- ricordi nei giorni 1 e 2 novembre. rialista Hallowenn impone. Da bambini, io, mia sorella e mio Nella “Favola della Festa dei Morti” fratello facevamo questo rituale, così il siciliano Liborio Butera raccon- attesa della festività, arrivo di zie dal ta di ciò che era, nel secolo appena paese limitrofo per accompagnarsi a scorso, la festa dei morti in Sicilia: noi nella visita ai parenti defunti, «I cari defunti, che nell’immaginario movimento nelle case dove c’erano collettivo sono cupi e addolorati, la bambini, così anche da noi, tutti notte tra l’1 e il 2 novembre si trasfor- presi nella ricerca di giocattoli e dol- mano, diventano sorridenti e, abban- ciumi caratteristici, spari di finte donando per qualche ora le loro eter- pistole che arrivavano dalla strada, Leggi le etichette ne dimore, distribuiscono giocattoli, dolci e vestiti ai bimbi. Niente a che dove i maschietti, già dalle prime luci dell’alba, mostravano ciò che i COMPRA SICILIANO vedere con i mostri voluti da Hallo- “morti” avevano loro portato. Farai ricca la tua Terra
Nuova serie - Novembre 2019 - n. 2 ora-siciliana.eu - cell. 342 122 8440 - redazione@ora-siciliana.eu 5 Antonio Canepa nasceva a Palermo il 25 ottobre 1908. Moriva a Randazzo il 17 giugno 1945 in contrada “Murazzu Ruttu” porte di Randazzo, in Contrada Murazzu Ruttu, (nel quale morirono anche Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice a un posto di blocco dei Carabinieri), dimostrarono come An- tonio Canepa fosse il nostro eroe nazionale, niente affatto isolato né perdente. Era, infatti, affiancato da tanti altri giovani eroi. E si poneva al servizio esclusivo del Popolo Sicilia- no, della Nazione Siciliana e del Grande Sud. Nel ricordo di “Canepa-Turri”, il Centro Studi “Andrea Finocchiaro Aprile” evidenzierà il ruolo fondamen- tale dello stesso Canepa nella lotta per l’Indipendenza della Sicilia, con una serie di conferenze e di incontri che si svolgeranno in tutte le ex-pro- vince siciliane, ciò anche per eviden- ziare ancora una volta l’importanza, il significato e l’attualità del memo- randum inviato da Andrea Finoc- di Giuseppe Scianò incarico di organizzare l’EVIS chiaro Aprile, il 31 marzo del 1945 (e (Esercito Volontario per l’Indipenden- del quale l’anno prossimo ricorrerà il za della Sicilia). G li Indipendentisti del “Centro 75° anniversario), alla Conferenza di Studi Andrea Finocchiaro Sotto la sua direzione, l’EVIS sareb- San Francisco. Aprile” ricordano, con com- be diventato la punta di diamante Un memorandum alla cui legittimi- prensibile emozione, che in questi della grande lotta, democratica e tà e credibilità concorsero, in modo giorni ricorre il 111° anniversario popolare, per l’Indipendenza della determinante, il consenso pressoché della nascita di Antonio Canepa. Sicilia. Che era anche lotta per il pro- totale dell’opinione pubblica sicilia- Quello che diventerà il protagonista gresso, per la libertà, per la rinascita na e l’esistenza, appunto, di un vero della lotta armata per l’Indipendenza economica e morale del Popolo e proprio “esercito di guerriglieri se- della Sicilia era nato, infatti, il 25 Siciliano, della Nazione Siciliana. paratisti” che aveva tutti i requisiti Ottobre del 1908, a Palermo, nell’in- Non a caso il “Canepa-Turri” si impe- per ottenere quanto previsto dall’ac- dustrioso e popolare quartiere della gnò moltissimo nel dotare i giovani cordo internazionale dell’Aja in ma- “Cala” e di Piazza Marina. dell’EVIS, accampati nei boschi di teria. Ci ripetiamo, ma, come si sa, Diventerà docente delle università Cesarò e di San Fratello, oltre che repetita iuvat. di Palermo e di Catania. Avrà una nella specifica preparazione militare, Un’ultima puntualizzazione. Un serie di vicissitudini, politiche e per- anche nella preparazione culturale e esercito, quello di Canepa-Turri, nel sonali, complicatissime. E, infine, con politica. quale non vi era alcun militante lati- lo pseudonimo di “Mario Turri”, avrà, Questi fatti, unitamente al martirio fondista, mafioso o bandito comune. nel novembre del 1944, il gravoso avvenuto il 17 Giugno 1945 alle Non aggiungiamo altro.
Nuova serie - Novembre 2019 - n. 2 6 ora-siciliana.eu - cell. 342 122 8440 - redazione@ora-siciliana.eu Lucia è patrona della natia Siracu- La cuccìa con ricotta di pecora sa, dove viene festeggiata il 13 dicem- preparata nella cucina dell’ex monastero bre. I siracusani rivendicano il prima- to dell’invenzione della cuccìa rispetto di Santa Lucia a Palermo a Palermo e collocano l’episodio della carestia a Siracusa del 1763. Secondo il Pitrè, il frumento lesso era un cibo “primitivo”. Gli antichi greci lo mangiavano a luglio, subito dopo averlo raccolto, a scopo propi- ziatorio, per garantire prosperità. Il grano era, infatti, simbolo di vita e fertilità. La cuccìa oggi viene realizza- ta a Palermo con grano lessato, con- dito con crema dolce al cacao, con biancomangiare oppure con ricotta dolce. La ricetta della cuccìa preparata dalle monache di Santa Lucia Ingredienti: 500 g di frumento, un pizzico di di Maria Oliveri sale, 1,5 kg di ricotta di pecora fre- schissima, 400 g di zucchero semola- D ietro la Badia Nuova, a Pa- privato per ragazze benestanti, gesti- lermo, nel 1531 venne fonda- to dalle salesiane. Oggi l’istituto è to, 300 g di capello d’angelo, 150 g di to un monastero di monache gestito da un’opera pia. cioccolato fondente (a gocce o a pez- benedettine, dedicato a Santa Lucia. Nel monastero si cucinava la cuccìa zettini), granella di pistacchio q.b., Il monastero venne abbandonato nel con crema di ricotta, nel giorno della cannella in polvere q.b. 1582 a causa dei miasmi della palu- festa della Santa patrona Lucia. Ponete in acqua a bagno per tre dosa depressione del Papireto. Santa Lucia è protettrice della vista: giorni il frumento, prima della prepa- Sulle rovine del monastero i gover- «È invocata per la luce degli occhi in razione della cuccìa, cambiando l’ac- natori del Monte di Pietà, con l’aiuto riguardo al suo nome Lucia», scrisse qua ogni giorno. Scolate il grano e del Senato, crearono un conservato- Giuseppe Pitrè. mettetelo in un tegame, ricoprendolo rio di orfanelle. A causa dell’accre- Il 13 dicembre a Palermo i devoti d’acqua e aggiungendo un pizzico di scersi del numero delle fanciulle facevano voto di non cibarsi di farina- sale. Cuocete per 6-8 ore a fiamma accolte dal pio istituto, il 2 maggio cei per penitenza, pur di aver salva- bassissima, lasciando poi riposare 1781, i governatori acquistarono un guardata la vista. Mangiavano verdu- nell’acqua di cottura, coperto con un terreno fuori Porta Maqueda (odierna re, legumi, panelle e cuccìa (grano coperchio, per tutta la notte. Via Ruggero Settimo) e vi costruirono ammollato e lessato). A parte, per preparare la crema, un nuovo conservatorio col titolo di L’usanza di consumare frumento lavorate con la frusta la ricotta, pre- Conservatorio di Santa Lucia. bollito è legata, secondo la tradizione, cedentemente setacciata, con lo zuc- Il collegio aveva ambienti spaziosi e al ricordo di un miracolo operato chero, in una ciotola abbastanza ampi cortili. Le fanciulle venivano dalla Santa, che fece arrivare un capiente. Aggiungete il capello d’ange- educate e istruite nei lavori domesti- bastimento carico di grano a Palermo, lo tagliato a piccoli pezzi e gocce di ci da religiose domenicane, a spese città stremata da una lunghissima cioccolato fondente. del Monte di Pietà. carestia. «Santa Lucia pani vurrja, Scolate bene il frumento, ormai I lavori di costruzione della chiesa, pani nu nn’haiu, accussì mi staju», freddo, e aggiungete alla crema, dedicata a Santa Lucia, cominciaro- così pregavano i palermitani nel 1646 mescolando, il composto. Servite in no nel 1788 e vennero ultimati solo a quando l’arrivo di una colomba dal ciotoline, cospargendo con cannella metà del secolo successivo. Dal 1919 cielo annunciò alla città l’arrivo del in polvere, oppure granella di pistac- al 2000 l’edificio è stato un istituto prezioso carico. chi, o cioccolato fondente o diavolini. Nella città di Enna il capolavoro l’abitarono soprattutto nella parte centro dell’arte Astronomica e Gromatica orientale. degli antichi Siculi Se si guarda bene nella facciata principale della Torre ottagonale di Enna, si vedono le 16 La famosa Torre ottagonale di Enna, per finestrelle che riproducono lo schema della errore attribuita all’imperatore Federico II lo “Delimitatio templum caelesti” di Sicilia, for- Svevo, in verità è l'Umbilicus Siciliae et mato dal decumano e dai due cardini (massi- Trinakie (Hennaion). mo e minore) e che forma l’antica rete strada- La Torre di Enna (cuore della Sicilia) è l'os- le dell’Isola avente come centro la città di servatorio astronomico-geodetico costruito Enna (Hennaion). dai Siculi. I Siculi, partiti dal centro Italia con Per saperne di più vai su: alcuni Etruschi, approdarono nell’Isola e www.torredienna.it
Puoi anche leggere