7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...

Pagina creata da Leonardo Berti
 
CONTINUA A LEGGERE
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
7 maggio 1973, l’Arma dei
Carabinieri   conquista la
vetta dell’Everest

Nel        49°       anniversario
dell’incredibile impresa, resta
impressa nella memoria di ogni
italiano l’immagine della Bandiera
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
issata ai confini del mondo
7 maggio 1973, esattamente 49 fa, venti anni dopo la prima
conquista dell’Everest ad opera di Edmund Hilary, quella
italiana fu la 7° spedizione a raggiungere la cima più alta
del mondo.

L’impresa ebbe una risonanza mondiale e ne fecero parte anche
cinque militari dell’Arma dei Carabinieri, il Capitano
Fabrizio Innamorati, Comandante di Compagnia presso il
Battaglione Carabinieri Paracadutisti di Livorno e i
Carabinieri Ivo Nemela, Enrico Schnarf, Gualtiero Seeber e
Giuseppe Cheney, provenienti dal Centro Addestramento Alpino
di Selva di Val Gardena (BZ), componenti militari della I.E.E.
(Italian Everest Expedition), insieme ad altri componenti
provenienti da “reparti di montagna” per un totale di 54
militari (dei quali 33 alpinisti) e 11 civili.

La selezione dei partecipanti alla spedizione, articolata in
colloqui psico-attitudinali, esami clinici e valutazione
fisiologica, fu altamente complessa e il 21 febbraio iniziò
finalmente la marcia di avvicinamento al campo base, a quota
5.365 mt. s.l.m..

La Spedizione partì in aereo alla volta del Nepal tra la
seconda metà di gennaio e i primi di febbraio 1973. Venne
organizzata dal Ministero della Difesa, che fornì il supporto
logistico, le attrezzature, i mezzi di trasporto (aerei ed
elicotteri) e di collegamento.
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
Il Capitano dei Carabinieri Fabrizio Innamorati
Al Capitano Innamorati era stata affidata anche la direzione
dei rifornimenti e dei trasporti. E proprio l’opera di
rifornimento, lenta ma costante, fu il presupposto
indispensabile per il buon esito dell’operazione.

Le prime difficoltà si presentarono a causa delle intense
nevicate che rallentavano il cammino e per una pesante
defezione dei portatori originata dalle persistenti avverse
condizioni del tempo che, peraltro, impedirono il regolare,
prezioso apporto degli elicotteri.

Non mancarono i sintomi tipici della prolungata permanenza ad
alta quota col determinarsi di diffusa insonnia e inappetenza.

Solo il 28 marzo ebbero inizio le salite alle alte quote e,
tre giorni dopo, il nucleo, composto dai militari dell’Arma,
impiantò il campo base avanzato a quota 6.950 m, effettuando
la prima prova di respirazione con bombole d’ossigeno.

L’attestazione del successo della spedizione si ebbe il 5
maggio, con il raggiungimento della vetta di 8.848 m da parte
della prima cordata. Il 7 maggio, alle ore 13 locali, anche il
Cap. Innamorati raggiunse la vetta con due alpinisti ove
piantò la sua piccozza cui era legato il Tricolore italiano.
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
La sosta fu brevissima, pochi minuti di esultanza e di
commozione, il tempo per fissare alcune immagini
cinefotografiche, poi si riprese la via del ritorno. Prima di
iniziare la discesa, il capitano Innamorati affidò alle nevi
eterne dell’Everest una piccola riproduzione in peltro del
cappello da carabiniere, la tradizionale “lucerna”.

Il successo dei singoli fu condiviso con il resto dei
componenti la spedizione, perché tutti riuscirono a
sperimentare l’alta quota restando incolumi, fatti salvi lievi
principi di congelamento alle estremità per alcuni.

“… abbiamo incontrato una bufera … circa due ore fermi,
bloccati a cento metri dalla vetta con un maggior consumo di
ossigeno, naturalmente … correvamo il rischio di dover
ripiegare per l’infuriare delle fortissime raffiche di vento …
ma eravamo decisi a non cedere …” (da una intervista del Cap.
Fabrizio Innamorati)

“La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti,
laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un
passo davanti all’altro, silenzio tempo e misura” – (Paolo
Cognetti).

Roma, per gli appassionati
delle due e quattro ruote
speciali torna “Eternal City
Custom Show”
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
Palazzo dei Congressi dell’EUR, nel
primo week-end di settembre, sabato
3 e domenica 4, con due giornate di
full immersion per tutti gli amanti
del genere
Forte del successo della scorsa edizione che ha registrato
oltre 20.000 visitatori, ritorna a Roma il più grande festival
della Cultura Custom, dedicato agli appassionati delle due e
delle quattro ruote “speciali” e magico luogo di incontro tra
meccanica e arte. Il sesto “Eternal City Custom Show” avrà
luogo quest’anno in un luogo di assoluto prestigio della
Capitale, il Palazzo dei Congressi dell’EUR, nel primo week-
end di settembre, sabato 3 e domenica 4, con due giornate di
full immersion per tutti gli amanti del genere.

La   manifestazione,   che   rappresenta   l’emblema    della
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
personalizzazione “Custom”, punta a dare visibilità a un mondo
di artigiani ed artisti che inventano, creano e realizzano
nuove tendenze e stili per avvicinare e far dialogare arte,
cultura e moda. Sull’onda dei novanta Customizer
professionisti arrivati lo scorso anno da ogni regione
italiana, l’edizione 2022 aspetta un numero ancora più grande
di talenti per presentarne i lavori e farli incontrare con gli
appassionati.

Saranno tantissimi, come sempre, anche gli artisti kustom in
azione e esposizione, selezionati dalle migliori vetrine della
scena internazionale, così come cospicua sarà la presenza
delle più grandi case motociclistiche che, attente a tutte le
novità e soprattutto lungimiranti, esporranno tutta la loro
nuova gamma e offriranno la possibilità di provare su strada i
nuovi modelli.

Immancabile e ricco di sorprese il “concorso di stile”
riservato a chopper, bagger, bobber, club style e moto
fuoriserie Harley-Davidson, anche su basi giapponesi ed
europee. Patrocinato dalla rivista “Low Ride” che allestirà
anche uno studio fotografico e premierà le preparazioni più
belle del contest, vedrà protagoniste le motociclette rese
uniche dal lavoro artigianale e di verniciatura.

Sempre di altissimo livello sarà l’esposizione di spettacolari
auto americane d’epoca, restaurate e personalizzate, a cura
dei car club tradizionali Rumblers e Portoricano, che
segneranno la partecipazione delle principali realtà italiane
del custom a quattro ruote.

Confermato dall’ultima edizione, il contest “The Eternal Iron”
sarà aperto a tutti gli appassionati delle preparazioni
d’impostazione sportiva, vintage o moderna, cafe racer,
scrambler e tracker.

Novità assoluta della nuova edizione sarà invece il “Kickstart
Classic Scooter Contest”, evento nell’evento dedicato agli
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
scooter d’epoca e rivolto ai tantissimi appassionati di vespe
e lambrette. Grande lo spazio espositivo dedicato a questi due
settori, che ospiterà comunque produttori e distributori di
accessori di ogni genere, creatori di capi d’abbigliamento
unici, angoli di gastronomia, drink & food, barbieri, make-up
e body paint.

Mille tentazioni per motociclisti e non, a cui si aggiungerà
la presenza di grandi ospiti internazionali, performance
musicali, talk show, presentazioni di vario genere, e
autentici show. Un caleidoscopio di eventi e contenuti a stile
Custom che fanno di questa manifestazione un punto di
riferimento per la scena motociclistica del Sud e Centro
Italia.

Arezzo, paradiso per chi ama
la fotografia d’epoca: torna
Fotoantiquaria
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
Domenica 8 maggio appuntamento con
la   storica  mostra-mercato    di
fotocamere,       cineprese      e
attrezzature fotografiche antiche,
imperdibile per appassionati e
collezionisti
Dalle ore 9 alle ore 17 presso il Palazzo
della Fraternita, in Piazza Grande, in
mostra le rarità proposte da oltre 30
espositori provenienti da ogni parte
d’Italia
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
7 maggio 1973, l'Arma dei Carabinieri conquista la vetta dell'Everest - Nel anniversario dell'incredibile impresa, resta impressa nella memoria di ...
AREZZO – Fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche
antiche protagoniste di una mostra che è un vero e proprio
paradiso per chi ama la fotografia d’epoca: domenica 8 maggio
ad Arezzo torna l’appuntamento con Fotoantiquaria, la storica
mostra-mercato – organizzata dalla Fondazione Arezzo Intour in
collaborazione con Foto Club “La Chimera” di Arezzo – che è
appuntamento imperdibile per appassionati e collezionisti.

Nel bellissimo Palazzo della Fraternita dei Laici affacciato
sulla rinascimentale Piazza Grande, dalle ore 9.00 alle ore
17.00, oltre 20 espositori provenienti da ogni parte d’Italia
daranno vita a una singolare fiera dove sarà possibile
acquistare o scambiare apparecchiature sia analogiche che
digitali usate o fuori produzione e ci si potrà muovere alla
ricerca di pezzi rari e introvabili per arricchire la propria
collezione o per riparare una antica fotocamera.

Non mancherà una sezione dedicata alla vendita di cartoline,
libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico.
“Grazie a manifestazioni di eccellenza come Fotoantiquaria –
commenta Simone Chierici, presidente della Fondazione Arezzo
Intour e assessore al turismo del Comune di Arezzo – e grazie
ad appuntamenti ormai storici come la Fiera Antiquaria, Arezzo
è sempre di più un punto di riferimento per il mondo
dell’antiquariato e del collezionismo. Fotoantiquaria è una
mostra mercato unica e particolarissima che, nel cuore di una
città meravigliosa, celebra la la fotografia vintage. Un
appuntamento dedicato a chi coltiva questa passione ma anche a
chiunque sia curioso e voglia saperne di più”.

Nata nel 1986 e prima in Italia,Fotoantiquaria propone due
appuntamenti annuali (uno in primavera e uno a fine estate) ed
è visitata da migliaia di appassionati in cerca di occasioni
uniche.

Un motivo in più per visitare Arezzo e il suo straordinario
centro storico, magari dedicando qualche scatto anche alle
bellezze storico artistiche che la città e il suo territorio
presentano.

90 anni di Bingo: l’origine e
la storia del gioco
Bingo, cos’è? E’ semplicemente uno dei giochi più diffusi al
mondo e anche in Italia è molto apprezzato grazie alla
particolarità di rappresentare un divertente momento di
aggregazione e socialità. Inoltre è un gioco che ha una
sostanziale somiglianza al gioco della nostrana tombola ed è
forse anche per questo che sul nostro territorio ha trovato
terreno fertile nella sua diffusione. Le differenze tra i due
giochi sono più che altro nelle combinazioni vincenti, poiché
al bingo si vince solo con cinquina e bingo, per l’appunto,
mentre nella tombola ci sono dei premi anche per l’ambo, la
terna e la quaterna. Allo stesso tempo questo gioco, come
ormai quasi tutti i giochi tradizionali, ha avuto una
trasposizione digitale, specialmente su app per smartphone e
tablet, ma anche su piattaforme di gioco digitale
certificato, che mettono a disposizione dei naviganti anche
incentivi, come per esempio il Codice promozionale Goldbet,
che permettono di approcciare anche al bingo online, o ad
altri giochi, con tutte le informazioni del caso per poter
comprendere al meglio il loro funzionamento.
La storia del bingo
Questo gioco, è ben noto, non ha origini italiane, ma è un
hobby importato dagli Stati Uniti. Sebbene tragga spunto dal
gioco del lotto italiano, l’origine del Bingo nella sua
versione moderna risale al 1929 quando un venditore di
giocattoli americano, Edwin Lowe, in una pausa del suo viaggio
di lavoro, prese parte ad un gioco al tempo molto popolare: il
“beano”. Qui, anziché gettoni, per segnare i numeri sulle
caselle si utilizzavano fagioli essiccati (bean in inglese
significa fagiolo). Si dice che durante il gioco un
partecipante in sala vinse, ma sbagliò e invece di gridare
“Beano” disse “Bingo!”. Da allora il gioco del bingo si è
evoluto, passando dalla versione originaria, con schede da 25
numeri, fino a quella attuale che prevede un format di gioco
di 15 numeri per cartella. L’estrazione, inoltre, in passato
veniva eseguita tra 75 numeri. Mentre, però, negli Stati Uniti
è rimasta invariata, in Italia si è passati all’estrazione
sulla tradizionale gamma di 90 numeri.

Le regole del bingo
Le regole sono molto semplici. Lo scopo del gioco del bingo,
innanzitutto, è quello di riempire prima degli altri giocatori
la propria cartella in un’estrazione casuale di numeri,
esattamente come la classica tombola italiana, che affida ad
ogni numero un significato particolare attraverso la smorfia.
Lo svolgimento del gioco è altrettanto semplice. Per giocare a
bingo bisogna innanzitutto acquistare le cartelle. Queste sono
da 3 file e 5 colonne con all’interno una combinazione casuale
di 15 numeri. Ogni giocatore, dunque, sceglie se acquistarne
una o più. Quando tutti i giocatori hanno acquistato le
cartelle, si procede all’estrazione dei numeri e di volta in
volta il giocatore dovrà controllare se i numeri estratti sono
presenti sulla propria cartella. La vittoria arriva se un
giocatore ha riempito un’intera fila realizzando la Cinquina o
l’intera cartella facendo Bingo. A questo punto è tempo di
riscuotere la vincita. Quando il gioco finisce, cioè quando un
giocatore completa per primo la sua cartella facendo Bingo,
annuncia a voce alta di aver realizzato la cinquina o il
bingo.

 Il bingo online

Come tutti i giochi tradizionali anche il bingo è sbarcato
sulle piattaforme digitali. Un’esperienza che ricorda quella
tecnologicamente evoluta dei videogame. Sostanzialmente le
regole del gioco e lo svolgimento sono le stesse della sua
versione classica in una sala bingo fisica. Anche nel bingo
online si devono comprare cartelle e controllare l’estrazione
dei numeri. Solo che tutto questo si fa online, sullo schermo
del proprio dispositivo. Prima ci si deve registrare al sito e
poi si entra nella sala bingo virtuale tra quelle disponibili
in quel momento. L’unica vera differenza è che, per creare un
ordine comune a migliaia di giocatori in giro per il mondo e
collegati in quel momento, ci sarà un countdown entro il quale
sarà possibile acquistare le cartelle. Scaduto tale tempo non
è possibile più far parte di quella sala bingo virtuale.
Inoltre il completamento delle cartelle avviene tutto
automaticamente, per cui l’estrazione e lo svolgimento è molto
più rapido che nella sua versione “in presenza”. Alla fine il
giocatore che avrà completato la cartella facendo bingo o avrà
fatto cinquina riceverà automaticamente il premio messo in
palio dalla Sala scelta.

Poste Italiane, 58 dipendenti
conquistano il titolo di
“Maestro del Lavoro”

A Roma il conferimento è stato
assegnato a Giovanni Santolamazza
caposquadra del centro di recapito
di Tivoli
Per il tredicesimo anno consecutivo Poste Italiane partecipa
con i suoi dipendenti al conferimento dell’onorificenza
“Stelle al Merito del Lavoro”, assegnata dal Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali.

La Commissione nazionale istituita dal Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali ha deciso di assegnare, sulla base dei
requisiti posseduti dagli interessati, ai dipendenti del
Gruppo Poste Italiane 58 Stelle al Merito, su tutto il
territorio nazionale, in rappresentanza della maggior parte
dei mestieri presenti in azienda.
Giovanni Santolamazza caposquadra del centro di recapito di
Tivoli
In provincia di Roma il prestigioso titolo di “Maestro del
Lavoro” è stato conferito formalmente a Giovanni Santolamazza
per meriti “di perizia, laboriosità e buona condotta morale”
in Prefettura.

“Ricevere l’onorificenza della stella al merito del lavoro
nella giornata del primo maggio è stata sicuramente una grande
soddisfazione, un riconoscimento alla passione e all’impegno
con i quali mi sono dedicato al mio lavoro nel corso degli
anni”, ha dichiarato Giovanni Santolamazza, caposquadra del
centro di recapito di Tivoli.

Le Stelle al Merito sono concesse ogni anno alle lavoratrici e
ai lavoratori dipendenti di Aziende pubbliche e private, con
età minima di 50 anni e anzianità lavorativa continuativa di
almeno 25. La metà delle onorificenze è riservata a coloro che
hanno iniziato l’attività dai livelli contrattuali più bassi e
si sono distinti per il loro contributo umano e professionale
in azienda.

Rai Tg Kids, il telegiornale
dedicato ai più piccoli: la
nuova iniziativa co-prodotta
da Rainews24 e da Rai Ragazzi

Da martedì 3 maggio, alle 15.30,
sul canale all news della Rai e in
replica alle 21.50 su Rai Gulp
Nasce in Rai Tg Kids: un telegiornale di cinque minuti, tutto
dedicato ai ragazzi e alle ragazze tra gli 8 e i 14 anni.

È la nuova iniziativa co-prodotta da Rainews24 e da Rai
Ragazzi, in onda da martedì 3 maggio, alle 15.30, sul canale
all news della Rai e in replica alle 21.50 su Rai Gulp. Il Tg
Kids sarà in onda ogni martedì e venerdì e sarà disponibile
anche su RaiPlay.

L’idea nasce dalla necessità di dedicare uno spazio di lettura
dei fatti quotidiani, con un linguaggio e una scelta delle
immagini selezionati per il target. Il tg, condotto a turno da
Alessandro Baracchini e Serena Scorzoni, sarà strutturato dal
racconto della notizia del giorno, dalla spiegazione della
parola-chiave del momento, da un servizio di attualità e uno
di approfondimento, con particolare attenzione anche ai temi
culturali. Con il Tg Kids, la Rai torna a raccontare le
notizie ai ragazzi e alle ragazze, sulla scia di trasmissioni
storiche come Tiggì Gulp, Tg Ragazzi e Gt Ragazzi.

Primo Maggio, bagno di folla
a San Giovanni. Fedez critico

Migliaia di persone presenti a Roma il tradizionale concertone
del Primo Maggio. Tantissimi i giovani che già dalle 13 erano
pronti per poter entrare nella piazza blindata dalla polizia.
Molte le bottiglie di birra e le vampate di marijuana che ogni
tanto sembravano volersi mescolare insieme alla folla di
persone. La bellezza è vedere tanta gente insieme dopo due
anni difficilissimi marchiati a fuoco dalla pandemia. Nessuna
mascherina e tanti sorrisi.

A dare il via alla maratona musicale, che torna in una piazza
San Giovanni già gremita dopo due anni di pandemia, il gruppo
ucraino dei Go_A con alcuni rifugiati che hanno lanciato un
messaggio di pace nelle loro lingue prima di intonare Imagine
di John Lennon

“La libertà e il lavoro sono diritti di ogni essere umano e
non possono prescindere dalla parola rispetto. Ma c’è un
diritto in serio pericolo, un diritto in meno: la pace. Per
questo Cgil, Cisl e Uil hanno voluto questo messaggio: “Al
lavoro per la pace”. Si commuove Ambra Angiolini, alla
conduzione del Concertone del Primo Maggio a Roma per la
quinta volta consecutiva, salutando piazza San Giovanni
tornata a vivere dopo due anni di pandemia. Il via della
maratona è tutto dedicato alla guerra in Ucraina e la showgirl
e attrice indossa un maglione con i colori del Paese
martoriato, giallo e blu. “Facciamo sentire il male che fa,
invochiamo una sacrosanta pace in Ucraina. Ma c’è anche
un’altra guerra che non abbiamo terminato e che ha ucciso
negli ultimi mesi 189 persone”, ricorda Ambra, facendo
riferimento alle morti sul lavoro. Numeroso il pubblico che
non si è fatto fermare dal meteo incerto.

“Buon Primo Maggio e buon concertone a tutti. Avrei voluto
essere lì ma credo che il mio invito si sia perso”. E’ il
messaggio postato in una storia di Instagram da Fedez. L’anno
scorso il rapper fu protagonista di una lunga querelle con la
Rai e con gli organizzatori, accusati di averlo voluto
censurare.

Hollywood si sposta a Genzano
di Roma per due giorni di set
di Fast & Furious 10
Nelle     casse      del     comune
entreranno circa 48mila euro per
occupazione di suolo pubblico e
locazioni locali comunali da parte
della casa di produzione americana
Genzano diventa Hollywood. Il piccolo comune a sud est della
Capitale ospiterà due giornate di set di Fast & Furious 10, il
decimo capitolo della saga cinematografica con Vin Diesel,
nota per le corse d’auto a folle velocità.

Tutto comincerà il prossimo 5 maggio, quando il protagonista
nei panni di Dominic Toretto, ma anche Jason Momoa, metteranno
piede a Roma all’aeroporto di Ciampino ed è molto probabile
che dormiranno in un hotel dei Castelli Romani.

Nelle casse del comune entreranno circa 48mila euro per
occupazione di suolo pubblico e locazioni locali comunali da
parte della casa di produzione americana Wildside srl. Ma non
solo.
Per consentire le riprese senza intoppi saranno anche rimossi
i lampioni della pubblica illuminazione e saranno svolti altri
lavori stradali, il tutto a carico della produzione della
pellicola. La condizione è una: che i luoghi dovranno essere
ripristinati e i lampioni rimessi al loro posto a fine
riprese, il 18 maggio.

L’area interessata dalle riprese sarà tra via Italo Belardi,
via Bruno Buozzi, e piazza Marconi, con base operativa in
piazza Frasconi presso l’ex scuola Locatelli.

Il comune di Genzano fa sapere, comunque, che “i complessi
aspetti     operativi     e   logistici     dell’operazione
riguarderanno altre aree pubbliche e private e potranno avere
delle ripercussioni anche nei giorni immediatamente precedenti
e successivi”.

E ancora che “i cittadini e le attività interessate saranno
prontamente avvisate con un crono programma su cui
amministrazione e produzione stanno lavorando con attenzione
da tempo affinché siano minimizzati al massimo i disagi
inevitabili per realizzare delle riprese su questa scala e di
questo livello”.

“Per questa ragione – si legge nel post pubblicato sul sito
del comune – i contatti in particolare con le attività
produttive presenti sulle vie del set sono state già avviate
nelle scorse settimane dalla produzione e continueranno nelle
prossime. Continueremo ad aggiornare la cittadinanza sulle
novità, fornendo maggiori dettagli, una volta definiti i
particolari”.

Intanto il regista della pellicola, Justin Lin, ha abbandonato
il film dopo una settimana di riprese. Lin aveva diretto dal
terzo al sesto capitolo della saga e poi il nono. Al momento
non è ancora chiaro chi prenderà le redini del progetto.
I Puffi: arriva                             la      nuova
serie in 3D

52 episodi ognuno da 11 minuti su
Rai Yoyo a partire dal prossimo
lunedì 4 aprile
40 anni dopo la prima   apparizione tv, i Puffi approdano per la
prima volta sulla Rai   in una nuovissima versione 3D. Da lunedì
4 aprile Rai Yoyo, il   canale del servizio pubblico dedicato ai
più piccoli leader di   ascolti, sarà la nuova casa dei popolari
personaggi blu creati   da Peyo dove andranno in onda dal lunedì
al venerdì alle 8.10,   e tutti i giorni (tranne il sabato) alle
20.50.

“I Puffi sono una delle opere europee per bambini più
conosciute di sempre, ormai parte dell’immaginario di grandi e
piccini”, ha commentato Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi,
“Siamo felici che sia Rai Yoyo ad accoglierli in Italia”.

Una nuova serie animata di 52 episodi da 11 minuti prodotta da
Peyo Productions e Dupuis Audiovisuel dedicata ai bambini e
alle bambine dai 5 ai 10 anni, che mantiene intatto il Dna dei
fumetti dove i Puffi (in francese Les Schtroumpfs) sono nati
nel 1958, coniugandolo con i ritmi veloci adatti agli
spettatori di oggi e un’esplosiva carica di avventura e
umorismo.

Questa nuova serie consegnerà il saggio Grande Puffo, la
mitica Puffetta e tutti gli altri abitanti delle casette a
forma di fungo nell’immaginario collettivo anche delle nuove
generazioni, dopo essere stati compagni d’infanzia dei bambini
ma anche degli adulti degli anni ’80 che l’hanno decretato uno
dei più grandi successi della tv, grazie anche alle
accattivanti canzoni e al particolare linguaggio usato dai
Puffi divenuto celeberrimo.

Lo straordinario “linguaggio puffo” fu studiato addirittura
dal grande Umberto Eco che già nel settembre 1979, dunque due
anni prima del lancio del cartone animato (il 12 settembre
1981   sull’emittente    americana   Nbc),   pubblicò   il
saggio Schtroumpf und Drang, dedicato alla semantica della
lingua dei Puffi. «…la qualità del puffo è che lo si capisce
benissimo… in questo linguaggio, ogni volta che è possibile,
nomi propri e comuni, verbi e avverbi vengono sostituiti da
coniugazioni e declinazioni della parola “puffo”», scriveva
Eco. I Puffi e il loro “puffare”, divennero un vero e proprio
fenomeno mondiale con la serie storica firmata da Hanna-
Barbera di oltre 400 episodi.

A dirigere i nuovi episodi il regista William Renaud, già
dietro il successo della nuova serie animata di Rai Yoyo
“Calimero”, mentre le sceneggiature sono di Peter Saisselin e
Amy Serafin (Alvinnn!!! e i Chipmunks, la serie).
Oltre ai personaggi femminili già comparsi nei recenti
lungometraggi, come Tempesta, Bocciolina, Lily, la nuova serie
introduce nuovi personaggi che si uniranno agli altri Puffi
per contrastare il perfido Gargamella, il malvagio di sempre
che insieme alla sua inseparabile gatta Birba cerca ogni volta
di catturarli fallendo sistematicamente.

Le storie del reboot coinvolgono 100 Puffi diversi, potrebbe
essere difficile all’inizio distinguerli, ma ogni Puffo ha la
sua caratteristica. Quasi ogni Puffo prende il nome da un
particolare che lo caratterizza o dal ruolo che ricopre nel
villaggio. Inoltre, la nuova serie presenta un “nuovo tocco di
blu”: troviamo personaggi più complessi, dialoghi più vivaci,
gag spiritose e ricorrenti, che anche gli adulti potranno
apprezzare, riportandoli ai migliori ricordi d’infanzia.

«Alti due mele e poco più», come diceva la celebre canzone,
i Puffi non invecchiano mai. Con il loro caratteristico
cappellino, la pelle blu e quello spirito di solidarietà e di
amicizia che li fa vivere in armonia nel loro villaggio nella
foresta, restano l’emblema della tolleranza, fiducia nel
futuro, cura della natura e degli altri.

Ultime scommesse e                                 quote
Serie A prima della                                pausa
estiva
Le quote Serie A oggi sono fra le più apprezzate dagli amanti
del calcio e il motivo è semplicissimo. Vista la classifica
equilibratissima le scommesse Serie A sono le più incerte fra
i campionati top in Europa. In questo articolo diamo
un’occhiata alla situazione relativa alle quote scommesse
Serie A in questo momento.

Scommesse Serie A grande equilibrio nelle
quote dei bookmakers
Le quote Serie A stanno avendo un grandissimo successo e il
motivo è riconducibile alle performance delle prime in
classifica che stanno dando vita al campionato più equilibrato
degli ultimi 10 anni. Inter, Milan, Napoli e Juventus sono fra
le protagoniste delle scommesse Serie A 2022 e lo saranno
anche nei prossimi mesi. I numeri e le statistiche ci rivelano
una media goal altissima di 2,95 a partita il che rende le
quote Serie A oggi sugli over fra le più ambite nel mondo del
betting. Nello specifico le quote Serie A sugli over sono
state trascinate dalle prestazioni degli attacchi di Inter,
Milan, Atalanta, Lazio e a sorpresa Verona.

Le quote calcio Serie A di questo campionato ci hanno rivelato
altri dati molto interessanti. Il risultato più frequente
finora nelle scommesse Serie A è stata la vittoria della
squadra di casa nel 38% dei casi. Inoltre le quote Serie A
hanno evidenziato una media di 4,75 cartellini a partita.
Insomma, tanti goal e alto tasso di agonismo stanno rendendo
la Serie A e le sue scommesse fra le più interessanti
d’Europa. Questo anche per l’equilibrio nelle scommesse Serie
A sul vincente campionato, fattore che invece in Premier
League, Liga e Bundesliga è molto meno evidente.

Quote partite Serie A ecco le date per il
campionato 2023
Le quote calcio Serie A per il campionato in corso
termineranno il 22 maggio 2022. I principali siti che offrono
scommesse sulla Serie A, come ad esempio Skiller, riapriranno
quasi immediatamente i giochi e le quote sulla Serie A visto
che la stagione 2022/2023 inizierà prestissimo e per la
precisione il 13 agosto. Questo perché le quote scommesse
Serie A dovranno fermarsi in inverno per dare spazio ai
Mondiali in Qatar dal 21 novembre al 14 dicembre 2022. In quel
periodo saranno fermi tutti i campionati anche quelli
semiprofessionistici come la Serie      D che invece si pensasse
potesse continuare. Vivremo quindi     un calendario inedito con
una sosta delle scommesse Serie A      in mezzo alla stagione e
sarà quindi interessante capire         in che modo potrebbero
cambiare le gerarchie sulle favorite   a vincere il campionato.

Le quote Serie A oggi stanno inoltre subendo un nuovo
cambiamento visto che dopo 2 anni di pandemia da covid
contraddistinti da stadi vuoti o con capienza ridotta, si sta
tornano alla normalità. Gli stadi al 75% del pubblico prima e
al 100% poi col ritorno delle tifoserie sugli spalti saranno
un fattore per le scommesse Serie A delle prossime settimane?
Secondo le previsioni degli addetti ai lavori le quote Serie A
delle favorite in casa dovrebbero ulteriormente abbassarsi
soprattutto negli stadi in cui il tifo è più acceso, vedi ad
esempio l’Olimpico di Roma, il Maradona di Napoli o altri
impianti minori, ma non certo per apporto vocale, come
Bergamo, Verona, Genova o Salerno.

Indipendentemente da come finiranno le scommesse Serie A di
questa stagione e della prossima, questi due campionati
rimarranno nella storia per svariati motivi. Staremo a vedere
se il successo delle quote sulle partite di Serie A continuerà
ad aumentare in futuro o se al contrario torneranno alla
ribalta gli altri campionati maggiori del vecchio continente.

A Milano il Grand Tour: Sogno
d’Italia da Venezia a Pompei
Giovanni Bazoli, Presidente Emerito
di Intesa Sanpaolo: “La mostra sul
Grand Tour è la prima ideata e
realizzata in Italia capace di
offrire uno sguardo d’insieme su un
tema così vasto”
Le Gallerie d’Italia-Piazza Scala, museo di Intesa Sanpaolo a
Milano, hanno allestito fino al 27 marzo 2022 la mostra ‘GRAND
TOUR. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei’, a cura di Fernando
Mazzocca, con Stefano Grandesso e Francesco Leone, e con il
coordinamento generale di Gianfranco Brunelli.

L’esposizione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica e in partnership con il Museo Archeologico
Nazionale di Napoli e il Museo Statale Ermitage di San
Pietroburgo, presenta circa 130 opere provenienti dalla
collezione Intesa Sanpaolo, collezioni private e numerose
istituzioni culturali italiane e internazionali come The
National Gallery di Londra, Musée du Louvre di Parigi, The
Metropolitan Museum of Art di New York, Museo Nacional del
Prado di Madrid, Rijksmuseum di Amsterdam, Victoria and Albert
Museum di Londra, Österreichische Galerie Belvedere di Vienna,
Statens Museum for Kunst di Copenaghen, Musée des Beaux-Arts
di Lione, Gallerie degli Uffizi di Firenze, Musei Capitolini
di Roma, Musei Vaticani, Museo e Real Bosco di Capodimonte di
Napoli.

Tra i prestiti anche due opere provenienti dal Regno Unito e
appartenenti alla Royal Collection della Regina Elisabetta II,
oltre ad altre opere provenienti da grandi residenze reali
come la Reggia di Versailles, la Reggia di Caserta e la Reggia
di Pavlovsk a San Pietroburgo. Dipinti, sculture, oggetti
d’arte, allestiti in un suggestivo dialogo, intendono
riproporre, in una mostra di grande attualità, l’immagine
dell’Italia amata e sognata da un’Europa che si riconosceva in
radici comuni di cui proprio il nostro Paese era stato per
secoli il grande laboratorio, un’Italia composita, raffigurata
nella sua struggente bellezza dagli artisti che fecero sorgere
il mito del “Bel Paese”.

Sono esposte opere dei principali artisti del tempo come
Piranesi, Valadier, Volpato, Canaletto, Panini, Lusieri,
Hubert Robert, Jones, Wright of Derby, Hackert, Volaire,
Ducros, Granet, Valenciennes, Catel, Batoni, le due pittrici
Vigée Lebrun e Angelica Kauffmann, Ingres. Giovanni Bazoli,
Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “La
mostra sul Grand Tour, allestita nelle Gallerie di Piazza
della Scala, è la prima ideata e realizzata in Italia capace
di offrire uno sguardo d’insieme su un tema così vasto. I
capolavori esposti offrono al visitatore odierno l’opportunità
di comprendere e rivivere l’emozione provata secoli fa dai
protagonisti del Grande Viaggio di fronte alla bellezza senza
tempo dei paesaggi e degli antichi luoghi d’arte italiani,
elementi fondanti non solo della nostra identità nazionale, ma
anche di quella europea. L’iniziativa, che si avvale della
prestigiosa partnership del Museo Ermitage di San Pietroburgo
e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, conferma il
ruolo di primo piano che Intesa Sanpaolo ha conquistato nel
corso degli anni nel panorama culturale e artistico del nostro
Paese.”
Pierre-Jacques Volaire,Eruzione del Vesuvio alla luce della
luna,1774,olio su tela,Centre des monuments nationaux, Château
de Maisons-Laffitte, France,© Reproduction Patrick Cadet-CMN
Il Grand Tour, uno straordinario fenomeno di carattere
universale, ha contribuito in modo determinante a creare
quella percezione dell’Italia, legata alla bellezza del suo
ambiente e della sua arte, ancora oggi di grande attualità che
rende davvero unica l’identità del nostro Paese. Tra la fine
del Seicento e la prima metà dell’Ottocento, l’Italia fu la
meta privilegiata di letterati, artisti, giovani signori,
membri della società aristocratica e colta europea.

Solo in Italia, la cultura classica poteva raggiungere una
compiuta sintesi di natura e di storia. Il grande viaggio
(l’espressione fu utilizzata per la prima volta nel 1697, nel
volume di Lassel, An Italian Voyage) fu presto inteso come
momento essenziale di un percorso educativo e formativo,
nonché segno di un preciso status sociale.
L’Italia rappresentava una tappa obbligata per artisti e
studiosi amanti dell’architettura, della pittura e della
scultura, sia antica, sia moderna. Le straordinarie scoperte
archeologiche del Settecento ad Ercolano e Pompei aggiunsero
nuovi motivi di interesse. Questo momento di formazione,
diventato obbligatorio per le élite europee, ma poi anche per
quelle provenienti da altri continenti, ha coinvolto sovrani,
aristocratici, politici, uomini di chiesa, letterati, artisti,
tutti affascinati dalla varietà del paesaggio italiano ancora
intatto, dalla maestà delle città, dei monumenti e delle opere
d’arte che facevano, e ancora oggi fanno, del nostro
territorio una sorta di meraviglioso museo “diffuso”.
Particolare rilievo assumono i luoghi (le città tradizionali
come Venezia, Firenze, Roma e Napoli, e i borghi storici) e i
paesaggi (dalle Alpi, al Vesuvio, all’Etna). La meta
principale del Grand Tour è stata certamente Roma, la città
universale ed eterna, prima capitale dell’antichità e poi
della cristianità, dove si venivano a studiare i segreti e i
canoni del bello, depositato non solo nei marmi antichi ma
anche nei capolavori del Rinascimento e del Classicismo
seicentesco.

Mentre nel Lazio si ripercorrevano i luoghi celebrati dalla
letteratura classica che, attraverso Orazio e Virgilio, erano
entrati nel mito. La magnificenza del paesaggio del golfo e
della zona vesuviana, unita al fascino delle testimonianze
dell’antichità, soprattutto dopo la riscoperta delle due città
di Pompei e Ercolano, sepolte dalla catastrofica eruzione del
Vesuvio del 79 d.C., hanno fatto di Napoli l’altra
irrinunciabile meta di questo viaggio di istruzione e
formazione, che si estese poi anche, sempre in Campania, alla
recuperata area di Paestum dove era possibile emozionarsi di
fronte allo spettacolo sublime dei magnifici templi dorici, in
un periodo in cui la Grecia, ancora sotto il dominio ottomano,
era interdetta ai viaggiatori. Sempre le testimonianze della
Magna Grecia spinsero i viaggiatori più ardimentosi, e uno dei
primi fu Goethe nel suo famoso viaggio in Italia, verso la più
lontana e sconosciuta Sicilia, destinata a incantare con
l’asprezza dei suoi paesaggi primitivi e l’imponenza dei
templi di Segesta, Selinunte e Agrigento, o del teatro greco
di Siracusa.

Altri luoghi privilegiati del Grand Tour furono città piene di
eventi come Venezia; Vicenza, dove era possibile ammirare i
palazzi di un genio universale come Palladio, imitato in tutto
il mondo; Firenze che nelle sue chiese e nelle sue collezioni,
in particolare le Gallerie medicee, schiudeva agli occhi
ammirati dei viaggiatori le meraviglie dell’antico come del
Rinascimento. Più avanti anche Milano, grazie soprattutto alla
presenza di Leonardo e del suo leggendario Cenacolo, e i
vicini laghi, per lo splendore delle loro rive e delle ville
famose sin dall’antichità, diventarono delle mete per i
viaggiatori più esigenti. L’Italia divenne per un lungo
periodo il maggiore mercato non solo dell’arte antica, ma
anche di una produzione contemporanea ispirata alla memoria
dell’antico.

Sicuramente il più originale protagonista di questo gusto fu
il genio di Piranesi che nelle sue incisioni visionarie, nei
suoi estrosi arredi aveva proposto ad una raffinata clientela
internazionale una visione molto personale dell’immaginario
classico. Sulla sua scia si registra una impressionante
ripresa delle manifatture artistiche più prestigiose che,
dalla bronzistica all’oreficeria al mosaico alla glittica,
hanno raggiunto livelli pari a quelli del Rinascimento. I
prestigiosi assemblages in metalli e pietre preziosi di
Valadier hanno incantato tutto il mondo, mentre le immagini
delle più popolari sculture antiche sono state diffuse nelle
regge e nelle dimore aristocratiche europee dai bronzetti di
Boschi, Zoffoli, Righetti, Hopfgarten o dalle meravigliose
statuine in biscuit di Volpato.

Dalle richieste dei collezionisti stranieri ha tratto un nuovo
slancio anche la pittura, soprattutto un genere prima
considerato minore come la veduta e il paesaggio. Anche in
questo campo grazie ad artisti della originalità e della
grandezza di Canaletto, Panini, Joli, Lusieri e degli
stranieri venuti al seguito dei viaggiatori, come Hubert
Robert, More, Wilson, Jones, Wright of Derby, Hackert,
Volaire, Ducros, Granet, Valenciennes, Catel è stato raggiunto
tra Sette e Ottocento un livello prima impensabile, passando
dalla razionalità scientifica dei vedutisti all’emozione del
paesaggio visto come espressione di uno stato d’animo dei
romantici.

Ma il genere più richiesto e amato dai collezionisti
stranieri, insieme alle vedute dei luoghi visitati, è stato il
ritratto. Alla celebrazione del proprio rango si sostituisce
l’esaltazione del carattere e della cultura. Da qui la scelta
di farsi rappresentare accanto ai monumenti e alle sculture
antiche ammirate in Italia. Assoluto maestro in questo campo è
stato Batoni, uno dei maggiori ritrattisti di tutti i tempi.

I suoi ritratti hanno rappresentato uno status symbol, come
quelli del suo rivale Mengs, delle due pittrici in
competizione Vigée Lebrun e Angelica Kauffmann, di Von Maron,
Tischbein, Sablet, Zoffany, Fabre, Gérard, Ingres. I
viaggiatori erano attratti anche dalla singolarità dei nostri
costumi e dalla bellezza di una popolazione, apparentemente
felice, che viveva la maggior parte dell’anno all’aria aperta
proprio per la mitezza del clima. Un illustratore e pittore
straordinariamente popolare come Pinelli e pittori come
Sablet, Géricault, Robert, Schnetz, Delaroche hanno saputo
rappresentare la vita domestica nei suoi aspetti più
avvincenti e commoventi, rivendicando la dignità del popolo.
Il maggior giro di affari ha riguardato la scultura, a partire
dal commercio dei marmi antichi, il loro restauro e spesso la
produzione di copie in cui è stato il maggiore protagonista
Cavaceppi.

Verso la fine del Settecento, grazie a Canova e ai suoi
validissimi seguaci, si è affiancata la produzione di una
scultura originale che, pur ispirata all’antichità, ha saputo
interpretare la sensibilità moderna, assicurando a questa
arte, diventata l’orgoglio dell’Italia, una straordinaria
fortuna nel corso del XIX secolo in tutto il mondo. Il
catalogo della mostra è pubblicato nelle Edizioni Gallerie
d’Italia | Skira. In occasione dell’esposizione GRAND TOUR.
Sogno d’Italia da Venezia a Pompei è stato realizzato il libro
“In missione in…Italia”, secondo volume del progetto
editoriale di Edizioni Gallerie d’Italia | Skira pensato per
avvicinare i bambini delle scuole primarie all’arte.

Informazioni utili
Mostra GRAND TOUR. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei. fino al
27 marzo 2022

Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Piazza della Scala 6, Milano

Orari e ingresso indicati sul sito www.gallerieditalia.com
aggiornato in base alle disposizioni vigenti ; Ingresso
:Biglietto: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto speciale 5
euro per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e minoiri di 26
anni ; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni,
dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo

Informazioni : Modalità di visita in sicurezza, informazioni e
prenotazioni           su        www.gallerieditalia.com,
info@gallerieditalia.com,     Numero Verde 800.167619
Puoi anche leggere