7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)

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7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)
7 fatti che non sapevi sull'economia italiana
(raccontati da un austriaco)

Un bellissimo articolo scritto dall’Economista Philipp Heimberger pubblicato dal magazine
austriaco con diffusione online Kontrast.at.
Qualche giorno fa facendo un po’ di zapping tra la stampa straniera mi sono imbattuto in
un articolo che ha attirato la mia attenzione. Con il mio livello basic di tedesco, un aiutino
di Google translate e qualche messaggio what’s app ad ex colleghi e amici tedeschi sono
riuscito ad analizzare nel dettaglio un articolo di un economista austriaco che seguo da
qualche annetto.
Philipp Heimberger è un economista all’Università di Vienna( wiiw), specializzato in
macroeconomia, economia pubblica e internazionale., con un’attenzione particolare alle
divergenze macroeconomiche e cambiamenti strutturali nell’unione europea.
La semplicità disarmante con cui Il Professore Heimberger spiega semplicemente in 7 punti
come l’immagine dell’Italia, dipinta come” bad student” o cattivo studente d’europa sia
del tutto sbagliata e come politici e media, probabilmente per questioni politiche e di
competizione, continuino a forzare su argomenti che i dati smentiscono clamorosamente,
mi ha conquistato.
Il giovane professore nell’articolo pubblicato qualche giorno fa presenta un’analisi
dettagliata dei cliché dell’Italia sprecona che detiene tanta ricchezza privata. Clichés
tanto cari a quei paesi, soprattutto del Nord ( Austria e Germania comprese)che attaccano
strategicamente e mediaticamente il bel paese da anni ma che purtroppo non sono
suffragati da evidenze economiche degne di nota, come ben spiegato dal Professore. Anzi,
l’economista austriaco contrattacca portando alla luce come l’Italia dal 92 in poi possa
essere visto come uno dei paesi più virtuosi in termini di debito e altri fattori. Lo stesso
Economista sottolinea come l’Italia stia pagando il prezzo di scelte(l’eredità) e sperperi
fatti prima del 92( Craxi e compagnia bella) e contemporaneamente sta risentendo delle
politiche liberali che non hanno portato i risultati sperati ,lo stesso Economista non
nasconde un velato attacco alle riforme volute da Renzi che altro non ha fatto che
indebolire con la precarietà il mercato del lavoro.
Qui successivamente voglio riportare i 7 punti chiave che disinnescano in maniera chiara e
documentata le argomentazioni dei Paesi del Nord Europa. Interessante notare attraverso
l’aiuto dei grafici come L’Italia malgrado l’eterna emergenza dovuta all’alto debito,
problemi strutturali ed un alta evasione riesca comunque ad ottenere risultati importanti a
livello industriale. Tutto questo ci deve dar manforte e consapevolezza delle potenzialità
che il nostro paese ha ,grazie alle idee, per politiche future aggressive improntate agli
investimenti( controllati vs criminalità) e allo stesso modo al continuo monitoraggio
dell’evasione vero e proprio problema italiano e freno alle ambizioni per primeggiare in
Europa(spodestare la Germania) e nel mondo.
7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)
https://kontrast.at/italien-wirtschaft-wirtschaftsprobleme-eu/

   1. L'Italia non vive al di sopra delle proprie possibilità: dal 2012 l'Italia ha
      registrato maggiori esportazioni di beni e servizi rispetto alle importazioni. Il
      paese consuma meno di quanto produca.

   2. Il debito privato è relativamente basso in Italia. Il debito non è un problema per
      l'intera economia italiana.
7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)
3. Il debito pubblico è elevato a causa di debiti legati a decenni fa. Se si attualizza
   l'onere degli interessi, il bilancio italiano è sempre stato positivo dal 1992
   ("avanzi primari")
7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)
4. L'economia italiana nell’eurozona ha sofferto: 20 anni fa, nel 2000, il reddito
   pro capite italiano era praticamente uguale a quello della Germania (98,6% del
   potere d'acquisto tedesco). Ma dall'introduzione dell'euro nel 1999, il paese ha
   perso il contatto.

5. L'Italia ha attuato molte riforme liberali del mercato. La flessibilità nel mercato
   del lavoro ha comportato un forte aumento dei contratti a tempo determinato e
   un calo dei salari reali. Tuttavia, queste riforme strutturali hanno frenato lo
   sviluppo della produttività dell'Italia.

6. L'Italia è il secondo paese industriale più importante dell'UE. L'Italia ha la
   seconda produzione industriale più alta dopo la Germania, esporta molto più
   prodotti industriali di quanto non importi.
7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)
7. Gli italiani non sono più ricchi di tedeschi o austriaci: la famiglia italiana media
   ha in realtà una ricchezza privata maggiore rispetto alla famiglia tedesca o
   austriaca. Ma la famiglia media è chiaramente più prospera in Germania e
   Austria.

   L'argomentazione spesso sentita secondo cui gli italiani hanno molta più ricchezza
   privata rispetto agli austriaci e ai tedeschi e dovrebbero quindi pagare gli
   investimenti da soli è fuorviante.
7 fatti che non sapevi sull'economia italiana (raccontati da un austriaco)
Se le politiche di austerità e le riforme strutturali liberali del mercato non hanno
       portato avanti l'Italia, allora è naturale provare una strategia di investimento e
       dare impulso all'industria italiana con una moderna strategia industriale europea.

       Il Professore Heimberger nel suo articolo scritto a 4 mani con Niki Kowall , sollecita
       in maniera forte i politici della scena economica di lingua tedesca ad adottare una
       comunicazione forte per spiegare alla popolazione nord europea l’ingannevole
       immagine che per anni ha accompagnato il bel paese . Per fare questo, dice
       l’economista, devi ottenere l'immagine sbagliata, che è stata usata per anni per
       motivi tattici.

       Una vera e propria operazione comunicativa che andrebbe lanciata anche in Italia
       dai nostri media che dovrebbero una volta per tutte remare dalla stessa parte e dai
       nostri politici ed esperti economisti che dalla loro dovrebbero portare il problema
       al livello delle negoziazioni.
       Ora più che mai ci giochiamo il nostro futuro che per numerosi motivi non deve
       essere un futuro da paese di serie B ma un paese che ha potenziale e intelligenza
       per poter uscire più forte di prima.

Se lo dice un Austriaco poi.
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