31 MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE "TRASCURATE" - patologie che non possono essere "trascurate"

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                MACULOPATIE
                PATOLOGIE CHE NON POSSONO
                ESSERE “TRASCURATE”
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                MACULOPATIE
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                ESSERE “TRASCURATE”
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31 MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE "TRASCURATE" - patologie che non possono essere "trascurate"
31. MACULOPATIE

INDICE                             6    MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO
                                        ESSERE “TRASCURATE”

                                   12   UNA PATOLOGIA MULTIFATTORIALE E NON COMPLETAMENTE COMPRESA
                                        Giovanni Staurenghi Direttore Uoc clinica oculistica Ospedale Sacco di Milano

                                   14   RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO
                                        Federico Ricci Responsabile del Centro diagnosi e cura Degenerazione Maculare Senile
                                        e Patologie Retiniche Cecitanti Uosd Patologie Croniche Degenerative Oftalmiche di Tor Vergata

                                   24   LE PROBLEMATICHE NELLA GESTIONE TERAPEUTICA DEL PAZIENTE
                                        CON MACULOPATIA IN EPOCA COVID-19
                                        Carla Danese Dipartimento di Area Medica, Università degli studi di Udine
                                        Paolo Lanzetta Istituto Europeo di Microchirurgia Oculare IEMO, Udine

                                   32   BISOGNI TERAPEUTICI LEGATI ALLE PATOLOGIE DELLA RETINA

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31 MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE "TRASCURATE" - patologie che non possono essere "trascurate"
31. MACULOPATIE

                                   MACULOPATIE
                                   PATOLOGIE
                                   CHE NON POSSONO
                                   ESSERE “TRASCURATE”

I QUADERNI DI   quotidianosanità   6
31 MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE "TRASCURATE" - patologie che non possono essere "trascurate"
31. MACULOPATIE

                                   Tante le criticità, dal sistema di cure con accessi frammentati, diversi attori e
                                   differenti approcci, a una scarsa disponibilità di dati a livello epidemiologico
                                   ed economico, fino a ritardi tra prima diagnosi e inizio del trattamento farma-
                                   cologico che possono portare a danni irreversibili alla vista dei pazienti con un
                                   deterioramento della autosufficienza e della qualità di vita.
                                   Minore autosufficienza e un maggior isolamento con conseguenti problemati-
                                   che di carattere clinico, economico e sociale.

                                   È questo lo status di quanti perdono irre-          la prima diagnosi e l’inizio del trattamento
                                   versibilmente la propria capacità visiva che        farmacologico che possono portare a danni
                                   si traduce in una riduzione del 60% della           irreversibili alla vista dei pazienti con un
                                   qualità di vita per le persone con cecità le-       conseguente deterioramento della autosuf-
                                   gale accertata.                                     ficienza e della loro Quality of Life.
                                   Una vita quindi tutta in salita che si com-         E ancora, lunghe liste di attesa e difficoltà
                                   plica ancora di più quando si è anziani o af-       di accesso a visite oculistiche ed esami stru-
                                   fetti da patologia cronica: le principali cau-      mentali; difficoltà dei pazienti di aderire e
                                   se di perdita irreversibile della capacità vi-      rispettare schemi posologici difficili da se-
                                   siva sono infatti oltre alla cataratta e al glau-   guire (alcune terapie possono richiedere trat-
                                   coma, la degenerazione maculare senile              tamenti mensili) che mal si sposano con le
                                   (DMS), patologia multifattoriale stretta-           esigenze di pazienti anziani e/o dei loro ca-
                                   mente legata all’età e l’edema maculare dia-        regiver, ma anche con la capacità organiz-
                                   betico (DME), una complicanza oculare le-           zativa delle unità di oculistica e delle strut-
                                   gata al diabete. Queste ultime sono in co-          ture sanitarie più in generale.
                                   stante crescita, da un lato per l’invecchia-        Insomma, una matassa di criticità difficile
                                   mento della popolazione dall’altro per la           da dipanare che l’emergenza sanitaria da
                                   drammatica prevalenza del diabete in Ita-           Covid-19 ha reso ancora più ingarbugliata
                                   lia e nel mondo. Anche se profondamente             portando nei tre mesi successivi all’inizio
                                   diverse, condividono alcune importanti sfi-         della pandemia ad una riduzione del 25%
                                   de: dalla gestione terapeutica, al percorso         degli interventi e delle visite oculistiche (cir-
                                   organizzativo di presa in carico fino al bur-       ca 250 mila interventi e 3 milioni e mezzo
                                   den economico. Aspetti che a tutt’oggi ri-          di visite oculistiche cancellate o rimanda-
                                   schiano di generare non poche criticità se          te). E nei mesi successivi ad un ulteriore ap-
                                   trascurati.                                         pesantimento del carico assistenziale e de-
                                   Sono infatti molteplici ed eterogenei i nodi        gli accessi.
                                   al pettine: un sistema di cure che mostra ac-
                                   cessi frammentati con diversi attori e diffe-       Per fare il punto su queste patologie, infor-
                                   renti approcci alle patologie; una scarsa di-       mare stakeholder e cittadini e soprattutto
                                   sponibilità di dati nazionali e locali a livel-     capire come individuare soluzioni di gover-
                                   lo epidemiologico ed economico; ritardi tra         nance che consentano di rispondere alle ne-

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31 MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE "TRASCURATE" - patologie che non possono essere "trascurate"
31. MACULOPATIE                    PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE “TRASCURATE”

                                   cessità diagnostico/terapeutico, Quotidia-          NUMERI E COSTI
                                   no Sanità, con il sostegno non condizionante        Se la DMS è per definizione una patologia
                                   di Allergan an AbbVie Company, ha orga-             dell’invecchiamento, la DME è correlata al
                                   nizzato un confronto tra esperti.                   paziente diabetico, per entrambe l’età è un
                                   A puntare i riflettori sulle maculopatie Ful-       fattore di rischio e i pazienti affetti stanno
                                   vio Moirano, esperto della sanità Regio-            aumentando sensibilmente a causa dell’in-
                                   nale, Giovanni Monchiero, esperto di                vecchiamento della popolazione Sono quin-
                                   Management in Sanità, Teresa Petran-                di patologie in crescita, sulla cui ampiezza
                                   golini rappresentante/portavoce del vis-            in Italia non vi è però certezza. Un primo
                                   suto del paziente, Federico Ricci, re-              gap che andrebbe colmato quanto prima per
                                   sponsabile del Centro diagnosi e cura De-           poter disegnare un’offerta di salute vincen-
                                   generazione maculare senile e patologie re-         te.
                                   tiniche cecitanti Uosd Patologie Croniche           Secondo recenti stime, in Italia, la forbice
                                   Degenerative Oftalmiche di Tor Vergata,             dei dati epidemiologici dei sulla DMS è mol-
                                   Giovanni Staurenghi, Direttore Uoc cli-             to ampia, si va da una prevalenza minima
                                   nica oculistica Ospedale Sacco di Milano e          di circa 130 mila persone colpite a un mas-
                                   Federico Spandonaro esperto di Econo-               sino di circa 480mila. Per quanto riguarda
                                   mia Sanitaria della Facoltà di Economia di          il diabete, ne sono attualmente affette ap-
                                   Tor Vergata e Presidente Crea Sanità.               prossimativamente 4 milioni di persone. Il
                                                                                       6.8% sviluppano DME: si stima quindi vi
Sarebbe                            Un incontro dal quale è emersa con chia-            siano circa 200mila persone con DME a ri-
indispensabile                     rezza la necessità di mettere mano con de-          schio di cecità se non individuati e trattati
rafforzare                         cisone all’organizzazione del sistema di cu-        per tempo.
il collegamento                    re a partire da un restyling del controllo del-     Elevati anche i costi diretti ed indiretti: la
con il territorio                  le liste di attesa e dare così priorità alle pre-   malattia, impattando significativamente sul-
anche istruendo                    stazioni fondamentali per preservare la vi-         la qualità della vita dei pazienti e sulle atti-
i medici di famiglia               sta. Servirebbero poi linee guida ministe-          vità più comuni, porta infatti ad una mino-
sulle patologie,                   riali per uniformare comportamenti e per-           re occupazione; spese ed oneri per il tra-
sul rischio di                     corsi di cura e bisognerebbe attrezzare gli         sporto verso visite/cure; spese direttamen-
ipovisione e cecità,               ospedali con sale intravitreali per poter trat-     te a carico dell’ipovedente e dei familiari.
                                   tare con continuità i pazienti. E ancora, sa-       Ed anche per il Ssn essa produce costi ospe-
sull’importanza
                                   rebbe indispensabile rafforzare il collega-         dalieri, sia in termini di complicanze sani-
di screening precoci
                                   mento con il territorio anche istruendo i me-       tarie che di costi dei servizi oftalmici gene-
                                   dici di famiglia sulle patologie, sul rischio       rali. Si stima un costo annuale per paziente
                                   di ipovisione e cecità, sull’importanza di          con DME (costi diretti ed indiretti) pari a
                                   screening precoci. Infine, conoscendo da un         9.300 euro. E per il 2030 le stime indicano
                                   lato i danni irreversibili che può subire la        un ammontare pari a 3 miliardi di euro ri-
                                   vista a causa di tali patologie e dall’altro dei    spetto ai 2,9 calcolati nel 2020.
                                   benefici che una precoce presa in carico po-
                                   trebbe invece portare, le prestazioni corre-
                                   late andrebbero incluse nella lista di quelle
                                   con carattere di urgenza.

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31 MACULOPATIE PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE "TRASCURATE" - patologie che non possono essere "trascurate"
31. MACULOPATIE                    PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE “TRASCURATE”

                                   I TRATTAMENTI                                      PER ANDARE VERSO UNA MIGLIORE
                                   I trattamenti standard prevedono l’uso di          GESTIONE DEL PAZIENTE, ALMENO PER
                                   agenti che inibiscono la neoangiogenesi (ini-      LA DME, SONO DISPONIBILI DA
                                   bitori del VEGF), somministrati per via in-        QUALCHE ANNO NUOVE TECNOLOGIE
                                   travitreale (Ivt) quali ranibizumab, afliber-      Si tratta di steroidi intravitreali corticoste-
                                   cept e bevacizumab (utilizzato in off-label        roidi somministrati per via intravitreale in
                                   sulla base della L.648/96) che hanno cam-          sistemi a lento rilascio che rappresentano
                                   biato il destino dei pazienti. Tuttavia, i re-     oggi un’opzione terapeutica sicura e di pro-
                                   gimi di trattamento attuali presentano di-         vata efficacia nella gestione di questa pato-
                                   verse limitazioni a partire dal sommini-           logia cronica. Tra questi sistemi, sono ap-
La scarsa aderenza                 strazione mensile o comunque molto fre-            provati e rimborsati per il trattamento del-
alle terapie croniche              quente e ravvicinato: sono richieste infatti       la DME l’impianto intravitreale biodegra-
è un tema cruciale                 numerose visite per le terapie e gli esami         dabile di desametasone, che assicura un ri-
in quanto                          diagnotici di follow up con un conseguente         lascio controllato del farmaco fino a 6 me-
compromette                        onere elevato, potenzialmente ingestibile,         si, e l’impianto di fluocinolone acetonide,
gravemente                         per i pazienti e gli operatori sanitari che pos-   che rilascia 0.2 μg di principio attivo al gior-
l’efficacia                        sono condurre a mancati appuntamenti e             no per circa 36 mesi.
del trattamento                    iniezioni evitate e quindi ad esiti visivi non     Le maggiori criticità? La spesa per farmaci
                                   ottimali). La scarsa aderenza alle terapie         anti-VEGF, terapia farmacologia di riferi-
                                   croniche è un tema cruciale in quanto com-         mento; lunghe liste di attesa per l’accesso
                                   promette gravemente l’efficacia del tratta-        alle iniezioni intravitreali e tempistiche tra
                                   mento, caratterizzandosi come un elemen-           la visita e l’inizio del trattamento. E ancora,
                                   to critico per la salute della popolazione, sia    visite frequenti (diagnostica, terapia, moni-
                                   dal punto di vista della qualità di vita ma        toraggio) e un burden su un paziente già af-
                                   anche dell’economia sanitaria. Eppure in-          fetto da multimorbidità che possono porta-
                                   fatti quello che accade nella pratica clinica      re a una variabile aderenza alla terapia con
                                   è che i pazienti DME ricevono un numero            rischio di esiti clinici non ottimali.
                                   inferiore di iniezioni di anti-VEGF rispetto
                                   agli studi clinici, con conseguente riduzio-
                                   ne di efficacia.

I QUADERNI DI   quotidianosanità   9
31. MACULOPATIE                    PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE “TRASCURATE”

                                   ESPERTI A CONFRONTO                               esami diagnostici e trattamento”.
                                   “In Italia non ci sono numeri esatti sull’in-     Per Staurenghi bisogna mettere mano al pia-
                                   cidenza di queste patologie e la prevalenza       no nazionale delle liste attesa: “Il primo step
                                   è variabile – ha spiegato Federico Ricci –        è cambiare il controllo delle liste di attesa e
                                   aumenta proporzionalmente dopo i 60 an-           dare priorità a quanto che serve a preser-
                                   ni e del 25% dopo i 65. Nel 2018 sono stati       vare la vista. Dare priorità all’esame del fon-
                                   trattati 180 mila pazienti, ma il numero di       do dell’occhio per la prima visita non ha sen-
                                   pazienti affetti da questa patologie potreb-      so perché non si previene un problema di
                                   be essere sottostimato in quanto in alcune        ipovisione. Sono altre le visite e i trattamenti
                                   e Regioni molti pazienti per motivi orga-         da controllare e valutare: le lista di attesa
                                   nizzativi e culturali rimangono esclusi dal-      della cataratta sono una cosa, il paziente che
                                   la terapia. Alcune terapie dovrebbero esse-       deve sottoporsi a questo tipo di intervento,
                                   re dispensate ogni mese, ma secondo i dati        anche se questo viene rinviato a causa di
                                   dell’Osmed la media si attesta a 3,5 tratta-      lunghe liste d’attesa non va incontro ad una
                                   menti annui nel primo anno. Inoltre, i pa-        perdita irreversibile della vista, ma se ho al-
                                   zienti in terapia ultra decennale a causa del-    terazioni della retina la rapidità di inter-
                                   l’allungamento della vita aumentano sem-          vento è fondamentale perché si va incontro
                                   pre di più e questo pone un problema di cre-      ad una perdita irreversibile della vista”.
                                   scita negli accessi con un rischio ulteriore      In sostanza suggeriscono Ricci e Stauren-
                                   di under treatment”.                              ghi è necessario ed urgente organizzare una
                                   Insomma, segnalano gli esperti, occorre una       rete di Centri di Maculopatia che consenta-
                                   rivisitazione dell’organizzazione. Tutto va       no visite, trattamenti e controlli rapidi o “si
C’è un gap tra il                  quindi ripensato. E con il Covid, ha aggiun-      corre il rischio non solo di non dispensare
momento della                      to Giovanni Staurenghi lo scenario è peg-         cure nei tempi giusti, ma anche di perdere
diagnosi e l’inizio                giorato e la ripresa dell’attività a causa del-   i pazienti in mantenimento vanificando le
della terapia, con                 le norme imposte per prevenire eventuali          cure e producendo pessimi risultati”. Così
pazienti rinviati                  contagi non facilita l’accesso alle cure ed il    come diviene sempre più necessaria l’im-
tra i vari ambulatori:             rispetto delle schedule di trattamento. “C’è      plementazione di reti assistenziali per la pre-
prima di accedere                  un gap tra il momento della diagnosi e l’ini-     sa in carico dei pazienti, in cui trovino ade-
ad un Centro di                    zio della terapia – ha detto – con pazienti       guata armonizzazione funzionale le diverse
riferimento tra visite             rinviati tra i vari ambulatori: prima di ac-      strutture territoriali e ospedaliere di primo
oculistiche ed esami               cedere ad un Centro di riferimento tra visi-      e secondo livello e i centri di eccellenza, iden-
                                   te oculistiche ed esami diagnostici possono       tificati sulla base del dimensionamento e
diagnostici possono
                                   passare anche molti mesi. Si creano così ipo-     della tipologia di dotazione tecnologica, del-
passare anche molti
                                   vedenti. Consideriamo inoltre che un pa-          le competenze professionali, dei volumi di
mesi
                                   ziente che accede in PS per una retinopatia       attività e della dislocazione geografica.
                                   raramente effettua contemporaneamente

I QUADERNI DI   quotidianosanità   10
31. MACULOPATIE                    PATOLOGIE CHE NON POSSONO ESSERE “TRASCURATE”

                                   RIVISITARE L’ORGANIZZAZIONE               giunto il momento di fare un sostanzioso in-
                                   TERRITORIALE                              tervento normativo sul territorio. Perché i
                                   Insomma, occorre un’urgente rivisitazione cosiddetti modelli regionali territoriali, se
                                   dell’organizzazione come hanno sottolinea-        escludiamo Veneto ed Emilia Romagna, si
                                   to anche Fulvio Moirano e Giovanni Mon-           sono sviluppati pochissimo”. Occorre quin-
                                   chiero.                                           di intervenire in modo organico sul territo-
                                   “Le Maculopatie – ha detto Moirano – so-          rio “depositario della funzione di tutela che
                                   no un tema che non è stato preso in consi-        deve essere affidata al pubblico”.
                                   derazione con la stessa intensità di altre pa-    “I Medici di medicina generale – ha aggiunto
                                   tologie a carico dell’anziano. È stato infatti    – potrebbero essere gestiti bene dai Distretti
                                   sviluppato solo negli ultimi 10 anni con il       o rinnovando le convenzioni o inserendoli
                                   caso Avastin Lucentis che ha concentrato          a pieno titolo nei percorsi di presa in cari-
                                   l’attenzione solo sul costo. Sono invece tan-     co. Consideriamo poi che il privato sta met-
                                   te le criticità che andrebbero affrontate: non    tendo in piedi la concorrenza, bisogna quin-
                                   c’è solo la tempestività della presa in cari-     di gestire tutti i percorsi dei pazienti ripor-
                                   co, ma anche la necessità di una attenta va-      tandoli nel pubblico al quale deve essere af-
                                   lutazione dei carichi di lavoro e della quan-     fidata saldamente la gestione. Ci si è poi con-
                                   tità di ore dei servizi, aspetti che sono lega-   centrati sui costi non considerando mai quel-
                                   ti a doppio filo al tema degli organici, spes-    li a discapito del sistema previdenziale e
                                   so sottodimensionati. C’è poi un altro nodo       quelli, ben più alti, della cecità e ipovisio-
                                   da sciogliere, ossia quello delle Reti: sono      ne”.
                                   poco considerate. Eppure hanno un impat-          In ogni caso l’ultima parola spetta ai pazienti
Sono stati fatti molti             to rilevante sia in termini di salute che eco-    che rivendicano una presa in carico globa-
progressi nella cura               nomici. Servirebbero inoltre farmaci con un       le. “C’è una forte determinazione tra i pa-
delle malattie,                    ridotto numero di iniezioni per arrivare nel      zienti ad avere percorsi di cura ed equità di
ma pochissimi                      tempo a facilitare nella popolazione, in par-     accesso adeguati – ha sottolineato Teresa
nell’organizzazione                ticolare quella anziana una continuità dei        Petrangolini – non c’è più un utente passi-
del territorio e nella             trattamenti”. Bisogna poi rivedere l’orga-        vo con piccole associazioni territoriali. Il
presa in carico                    nizzazione dei percorsi assistenziali. “Oggi      problema enorme è quello del percorso di
                                   il territorio nella sua attuale strutturazione    cura da affrontare: le storie dei pazienti tra
                                   non è in grado attuare quella integrazione        i sintomi e l’arrivo nei centri raccontano di
                                   richiesta, non solo all’interno del Pdta dia-     tempi persi con pazienti rimpallati da uno
                                   betologico, ma anche in un’ottica si presa in     specialista all’altro per arrivare tardi ai cen-
                                   carico globale unitaria delle persone con più     tri di riferimento. Ci sono pazienti che han-
                                   patologie croniche, che spesso si trovano a       no il rapporto solo con il loro oculista non
                                   dover seguire più Pdta”                           percependo l’esistenza di una rete. E chi non
                                   Per Monchiero sono stati fatti molti pro-         ha il caregiver è molto penalizzato. Tutti
                                   gressi nella cura delle malattie, ma pochis-      aspetti che non vengono presi in conside-
                                   simi nell’organizzazione del territorio e nel-    razione. Serve quindi una presa in carico
                                   la presa in carico: “Su questo tema non c’è       globale. Ci sono anche problemi ad ottene-
                                   nessuna visione, per questo credo che sia         re l’invalidità”.

I QUADERNI DI   quotidianosanità   11
31. MACULOPATIE

                                   UNA PATOLOGIA
                                   MULTIFATTORIALE
                                   E NON COMPLETAMENTE
                                   COMPRESA

I QUADERNI DI   quotidianosanità   12
31. MACULOPATIE
                                   Giovanni Staurenghi
                                   Direttore Uoc clinica
                                   oculistica Ospedale Sacco
                                   di Milano

                                   La degenerazione maculare senile è la prin-      l’AMD “umida” colpisce circa 11 milioni di
                                   cipale causa di grave perdita della vista nel-   individui negli Stati Uniti (Usa), con una
                                   le persone di età pari o superiore a 65 anni     prevalenza globale di 170 milioni. Si preve-
                                   nei paesi sviluppati. Negli Stati Uniti, circa   de che questi numeri aumenteranno a 22
                                   il 6% degli individui di età compresa tra 65     milioni entro il 2050 negli Stati Uniti e la
                                   e 74 anni e il 20% di quelli di età superiore    prevalenza globale a 288 milioni entro il
                                   ai 75 anni sono affetti da DMS. La patoge-       2040.
                                   nesi della degenerazione maculare senile è       Per questa forma esistono terapie che ven-
                                   multifattoriale e non completamente com-         gono somministrate attraverso iniezioni al-
                                   presa. È caratterizzata dalla comparsa di de-    l’interno dell’occhio ed in particolare nel vi-
                                   positi sottoretinici focali chiamati “drusen”    treo (iniezioni intravitreali). Questi tratta-
                                   e da ispessimento e frammentazione diffu-        menti possono essere utilizzati anche per gli
                                   si della membrana di Bruch, accompagnati         edemi maculari secondari ad altre patolo-
                                   da una graduale degenerazione dei fotore-        gie come la retinopatia diabetica e le occlu-
                                   cettori e delle cellule dell’epitelio pigmen-    sioni vascolari.
                                   tato retinico, con conseguente progressiva       La terapia e tanto più efficace tanto più è
                                   scomparsa dei tessuti e quindi deteriora-        tempestiva riducendo così il deterioramen-
                                   mento dell’acuità visiva. L’evoluzione por-      to della retina.
                                   ta alla così detta “atrofia geografica” o “de-   Tuttavia il controllo ed il trattamento po-
                                   generazione maculare senile secca” che at-       trebbero essere su base mensile compor-
                                   tualmente non ha terapia ma sono in corso        tando un impegno anche dei parenti.
                                   studi clinici. Accanto a questa forma pos-       L’elevato numero di pazienti e le difficoltà
                                   siamo avere la “forma neovascolare” o “umi-      organizzative di molti centri rendono sem-
                                   da” in cui nuovi vasi crescono sotto la reti-    pre più difficile la corretta gestione delle te-
                                   na o all’interno della stessa. Poiché imma-      rapie. L’utilizzo delle sale operatorie invece
                                   turi questi vasi sono maggiormente per-          di ambienti dedicati come sale chirurgiche
                                   meabili con formazione di edema intra e sot-     limitano il numero degli accessi giornalieri
                                   toretinico e la formazione, nelle fasi avan-     oltre a costi nettamente più elevati di ge-
                                   zate di cicatrici con conseguente riduzione      stione.
                                   permanente dell’acuità visiva.                   La ricerca è concentrata a trovare sempre
                                   Determina il 90% della grave perdita della       nuovi farmaci o dispositivi che permettano
                                   vista. Studi epidemiologici suggeriscono che     un effetto più duraturo.

I QUADERNI DI   quotidianosanità   13
31. MACULOPATIE                    GLI OBIETTIVI

                                   RETINOPATIA
                                   DIABETICA
                                   ED EDEMA MACULARE
                                   DIABETICO

I QUADERNI DI   quotidianosanità   14
31. MACULOPATIE
                                   Prof. Federico Ricci
                                   Responsabile del Centro diagnosi e cura
                                   Degenerazione Maculare Senile
                                   e Patologie Retiniche Cecitanti
                                   Uosd Patologie Croniche Degenerative Oftalmiche
                                   di Tor Vergata

                                   La Retinopatia Diabetica (RD) è una ma-           del 6% della popolazione pari a circa 415 mi-
                                   lattia caratterizzata dalla progressiva di-       lioni di pazienti diabetici le proiezioni al
                                   sfunzione del sistema vascolare retinico cau-     2040 stimano la prevalenza della malattia
                                   sata dalla iperglicemia cronica che si svi-       diabetica al 9% con circa 642 milioni di per-
                                   luppa in quasi tutti i pazienti con diabete.      sone affette. Non tutti i pazienti affetti da
                                   È la più comune complicanza microvasco-           malattia diabetica presentano una retino-
                                   lare del diabete e rappresenta la principa-       patia diabetica e non tutti i pazienti che han-
                                   le causa di cecità nei paesi industrializ-        no una retinopatia diabetica presentano de-
                                   zati in età lavorativa.                           ficit visivi. Si stima infatti che circa un ter-
                                   La retinopatia diabetica è una “microan-          zo dei pazienti diabetici sia affetto dalla re-
                                   giopatia” e condivide somiglianze con le          tinopatia e fra questi un terzo siano colpiti
                                   alterazioni microvascolari che si verificano      da una retinopatica pericolosa per la fun-
                                   in altri distretti vascolari come reni, nervi     zione visiva, caratterizzata in prevalenza
                                   periferici, piede e linfonodi.                    (circa l’80%) da edema maculare. Ciò si-
                                   A causa dell’aumento della prevalenza del         gnifica che 1 paziente diabetico su 10 pre-
                                   diabete in tutto il mondo si prevede che an-      senta una forma di retinopatia che necessi-
                                   che la prevalenza della retinopatia diabeti-      ta di un intervento clinico-diagnostico o te-
                                   ca in generale e delle forme di retinopatia       rapeutico (fig. 1)
                                   pericolose per la funzione visiva (VTDR1)         Tali dati hanno ovviamente variano nel mon-
                                   aumenterà notevolmente. Infatti se nel 2015       do in relazione alle diverse etnie, stili di vi-
                                   si stimava una prevalenza a livello globale       ta, abitudini alimentari, patrimonio geneti-
                                                                                     co etc.
                                   1 VTDR: Vision Threatening Diabetic Retinopathy   Questo dato epidemiologico è molto im-

Figura 1                            UN PAZIENTE DIABETICO SU DIECI PRESENTA UNA FORMA DI RETINOPATIA

I QUADERNI DI   quotidianosanità   15
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

Figura 2                            TEMPISTICHE DI SCREENING

Figura 3                            GRAVIDANZA

                                   portante e suggerisce l’esigenza di screening       per la retinopatia diabetica e le sue compli-
                                   accurati nella popolazione diabetica al fine        canze. Questa percentuale non entusia-
                                   di intercettare e mettere “sotto osservazio-        smante varia inoltre in relazione alla effi-
                                   ne” i pazienti prima che le complicanze del-        cienza dei sistemi sanitari nazionali e, co-
                                   la retinopatia possano portare a danni irre-        me avviene nel nostro paese, regionali. Dal
                                   parabili della funzione visiva. Si stima che        punto di vista pratico la raccomandazione
                                   attualmente solo il 60% dei pazienti diabe-         che possiamo dare ai nostri lettori è che lo
                                   tici sia sottoposto a screening sistematici         screening oculistico della retinopatia dia-

I QUADERNI DI   quotidianosanità   16
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

                                   betica va effettuato immediatamente alla            aumentato rischio di sviluppare DR duran-
                                   diagnosi della malattia diabetica di tipo 2.        te la gravidanza.
                                   Per quanto riguarda i pazienti con diabete          Le pazienti diabetiche (DM) che rimango-
                                   di tipo 1 normalmente passano almeno 5 an-          no in cinta devono essere esaminate nelle
                                   ni per lo sviluppo della retinopatia, quindi        prime fasi della gravidanza che rappresen-
                                   l’indicazione allo screening non è pressan-         ta un “fattore di rischio” per l’insorgenza e
                                   te (Fig.2).                                         per la progressione della retinopatia diabe-
                                   Un altro elemento importante è rappresen-           tica e delle sue complicanze.
                                   tato dal diabete in gravidanza. Le donne che        Peraltro i figli di donne che hanno manife-
                                   sviluppano il “diabete gestazionale” (DG)           stato un diabete gestazionale hanno un au-
                                   non richiedono un esame oculistico duran-           mentato rischio di sviluppare nel tempo un
                                   te la gravidanza e non sembrano avere un            diabete di tipo 2. (Fig.3)

                                   FATTORI DI RISCHIO
                                   PER LA RETINOPATIA DIABETICA
                                   Come abbiamo accennato chiunque abbia la durata del diabete (maggiore la durata
                                   il diabete può sviluppare retinopatia diabe-        del diabete, maggiore è il rischio) l’etnia
                                   tica e circa un paziente su dieci ha questa         (Afro-americani, Ispanici, Nativi america-
                                   complicanza in forma pericolosa per la fun-         ni o Asiatici del sud) la Pubertà, altri modi-
                                   zione visiva.                                       ficabili quali lo scarso controllo della glice-
                                   Ci sono dei fattori di rischio noti che au-         mia, valori della pressione sanguigna eleva-
                                   mentano la probabilità dello sviluppo della         ti, l’ipercolesterolemia, il fumo di sigaretta
                                   retinopatia, alcuni “non modificabili” quali        (fig. 3).

Figura 4                            RIDUZIONE DEL RISCHIO DI INSORGENZA O PROGRESSIONE DI RETINOPATIA DIABETICA

I QUADERNI DI   quotidianosanità   17
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

                                     RETINOPATIA NON PROLIFERANTE E RETINOPATIA PROLIFERANTE

                                        EDEMA MACULARE DIABETICO (DME1)

                                   Ci sono poi delle condizioni di rischio in          za di retinopatia del 40%, di progressione
                                   qualche modo “programmabili” rappresen-             in una forma grave di retinopatia del 25%,
                                   tate dalla gravidanza e dalla chirurgia della       della necessità di terapia laser del 25% ed
                                   cataratta.                                          infine di cecità del 15%.
                                   È chiaro quindi che il controllo glicemico,         Lo stesso vale per l’ipertensione arteriosa.
                                   dei livelli di lipidi plasmatici e della pres-      La riduzione di 10 mmHg di pressione si-
                                   sione arteriosa rappresentano il primo ba-          stolica equivale approssimativamente ad
                                   luardo terapeutico delle complicanze ocu-           una riduzione del rischio di progressione
                                   lari del diabete. Questa non è una afferma-         della retinopatia del 35%, di necessità di es-
                                   zione di maniera ma è supportata da evi-            sere sottoposti a terapia laser del 35% ed in-
                                   denze molto precise.                                fine di cecità del 50%.
                                   Si stima infatti che la riduzione dell’1% del-      Peraltro non basta curare alla perfezione la
                                   la emoglobina glicosilata (HbA1c) equival-          malattia diabetica e le sue comorbidità si-
                                   ga ad una riduzione del rischio di insorgen-        stemiche per evitare la retinopatia e per tan-

I QUADERNI DI   quotidianosanità   18
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

Esempio di                          FOTOCOAGULAZIONE LASER RETINICA
fotocoagulazione laser
retinica con buon esito
anatomico e funzionale
(scomparsa della
componente essudativa
maculare dopo la terapia)

                                   to nel corso degli anni sono stati messe a          sanguinamenti nel vitreo e distacco retini-
                                   punto diverse strategie terapeutiche volte a        co trattivo. La retinopatia proliferante si ma-
                                   limitare, ed in alcuni casi a far regredire, i      nifesta anche nei pazienti affetti da diabete
                                   danni che la malattia diabetica apporta al-         di tipo 2 come progressione della forma non
                                   la funzione visiva.                                 proliferante.
                                   Attualmente gli strumenti a disposizione de-        La forma non proliferante è caratterizzata
                                   gli oculisti in questo ambito sono essen-           da fenomeni essudativi che portano alla for-
                                   zialmente tre: la terapia laser, la terapia far-    mazione di edema maculare diabetico
                                   macologica intravitreale (con inibitori del         (EMD), che rappresenta la causa di ridu-
                                   VEGF e steroidi ritardo) e la chirurgia vi-         zione della acutezza visiva in questi pazien-
                                   treoretinica.                                       ti. L’edema maculare consiste nell’accumu-
                                   Per comprendere tali strategie terapeutiche         lo di fluido e depositi lipoproteici all’inter-
                                   bisogna fare un passo indietro alla classifi-       no della retina. Tale essudazione è dovuta
                                   cazione clinica della retinopatia diabetica.        alla perdita della impermeabilità dei vasi
                                   La patologia si presenta in due varianti non        provocata dall’iperglicemia prolungata, cui
                                   necessariamente l’una evoluzione dell’altra.        segue il rilascio di una sostanza vasoattiva
                                   Esse sono la retinopatia diabetica non pro-         detta VEGF e da citochine infiammatorie.
                                   liferante, caratteristica dei pazienti con Dia-     La terapia dell’edema maculare diabetico si
                                   bete tipo II, spesso complicata da edema            è basata per decenni sull’uso del laser, che
                                   maculare, e la retinopatia diabetica proli-         ha rappresentato il comparatore per tutte le
                                   ferante che colpisce prevalentemente i pa-          terapie innovative che sono state via via in-
                                   zienti portatori di Diabete di Tipo 1 ed è ca-      trodotte.
                                   ratterizzata dalla presenza di neovasi (vasi        Attualmente l’uso del laser è limitato esclu-
                                   anomali neoformati) che possono indurre             sivamente a particolari casi di edema in cui

I QUADERNI DI   quotidianosanità   19
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

Dopo 24 mesi di terapia il          ESEMPIO DI PAZIENTE NON RESPONDER ALLA TERAPIA CON INIBITORI DEL VEGF
Paziente mostra un edema
maculare persistente
all’OCT (figure in bianco e
nero in alto) ed un
incremento degli essudati
duri (foto a colori)

A 24 mesi si evidenzia un           ESEMPIO DI PAZIENTE “RESPONDER” ALLA TERAPIA FARMACOLOGICA
completo riassorbimento
del fluido retinico all’OCT
(figure in bianco e nero in
alto) ed una progressiva
riduzione degli essudati
duri (foto a colori)

I QUADERNI DI   quotidianosanità   20
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

                                   è possibile evidenziare con precisione limi-        nell’arresto della progressione della perdi-
                                   tate aree con alterazioni vascolari respon-         ta visiva (in circa il 50% dei casi) e solo in
                                   sabili dei fenomenti essudativi che non in-         una piccola percentuale di casi (10-20 %) si
                                   teressano il cenro della macula. Il laser vie-      ha un consistente miglioramento della acu-
                                   ne comunque utilizzato come “terapia di re-         tezza visiva.
                                   cupero” in caso di fallimento parziale o to-        Per tale motivo attualmente la terapia laser
                                   tale della terapia farmacologica.                   è stata quasi completamente soppiantata
                                   La terapia laser maculare infatti, in mani          dalle terapie farmacologiche ed usata come
                                   esperte, permette il conseguimento di buo-          complemento di queste in caso di scarsa ri-
                                   ni risultati in caso di edema maculare “fo-         sposta.
                                   cale”. Il principale inconveniente della te-        Il laser rimane peraltro la terapia “fonda-
                                   rapia laser è che può non essere efficace in        mentale” della retinopatia diabetica proli-
                                   un gran numero di pazienti. Nella maggior           ferante.
                                   parte dei casi trattati il beneficio consiste

                                   LA TERAPIA INTRAVITREALE
                                   CON GLI INIBITORI DEL VEGF
                                   Numerosi studi clinici controllati hanno di- che confermato che per tutti e tre i farmaci
                                   mostrato in modo non controvertibile che            erano richieste nei due anni coperti dallo
                                   l’iniezione intravitreale di inibitori del VEGF     studio un notevole numero di terapie intra-
                                   è in grado di ottenere risultati terapeutici        vitreali: 9 nel primo anno e circa 4 nel se-
                                   anatomici e funzionali migliori della terapia       condo. Lo studio ha inoltre dimostrato che
                                   laser nell’edema maculare diabetico.                in una percentuale variabile fra il 37 ed il
                                   Gli studi registrativi RISE e RIDE negli Sta-       56% dei pazienti, in relazione al farmaco usa-
                                   ti Uniti e RESTORE in Europa hanno per-             to, era stata necessaria una terapia laser di
                                   messo di registrare il Ranibizumab (Lucen-          recupero per gestire nel modo migliore l’ede-
                                   tis) per questa indicazione terapeutica. Ana-       ma maculare. Lo studio quindi oltre a di-
                                   loghi studi (VISTA e VIVID) hanno dimo-             mostrare l’efficacia degli inibitori del VEGF
                                   strato qualche anno dopo la medesima su-            nel DME ne ha mostrato anche i limiti con-
                                   periorità terapeutica di Aflibercept (Eylea)        sistenti nell’elevato numero di iniezioni da
                                   nei confronti del laser per l’edema macula-         somministrare e dalla presenza di una con-
                                   re diabetico. Uno studio indipendente suc-          sistente percentuale di pazienti non total-
                                   cessivo (Protocol T) svolto dal DRCR-Net            mente rispondenti agli anti VEGF.
                                   negli Stati Uniti ha dimostrato che un altro        Ma il vero tallone di Achille della terapia con
                                   inibitore del VEGF non registrato (off-label)       inibitori del VEGF è correlato al fatto che è
                                   per tale indicazione, il Bevacizuamb (Ava-          quasi impossibile nella comune pratica cli-
                                   stin) è efficace e sicuro nell’edema macula-        nica somministrare un numero di dosi pari
                                   re diabetico.                                       a quelle utilizzate negli studi clinici control-
                                   Il Protocol T studio comparativo pianifica-         lati (da 13 a 24 in due anni in relazione al
                                   to per valutare quale dei tre inibitori del         farmaco ed alle strategie di somministra-
                                   VEGF fosse il più efficace fra Aflibercept,         zione) con conseguente riduzione dell’effi-
                                   Ranibizumab e Bevacizumab, oltre a dimo-            cacia della terapia rispetto a quella dimo-
                                   strare la superiorità dell’Aflibercept ha an-       strata nei diversi trials.

I QUADERNI DI   quotidianosanità   21
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

                                   Una alternativa pragmatica alla terapia con         Il principale vantaggio della terapia con
                                   gli inibitori del VEGF è rappresentata dagli        Ozurdex è rappresentato dalla capacità di
                                   steroidi ritardo. Attualmente sono in com-          ridurre in modo consistente il burden della
                                   mercio due preparati steroidei a lento rila-        terapia normalmente correlato all’uso degli
                                   scio registrati per la cura dell’edema macu-        inibitori del VEGF. Infatti il numero di ac-
                                   lare diabetico: il desametasone (Ozurdex)           cessi ai reparti di cura per i pazienti in te-
                                   ed il Fluocinolone Acetonide (Iluvien). Il ra-      rapia con Ozurdex è di circa 2-3 l’anno, men-
                                   zionale dell’impiego di tali farmaci è basa-        tre con gli inibitori del VEGF ne sono ri-
                                   to sulle evidenze che nella patogenesi del-         chiesti almeno 7 o più.
                                   l’edema maculare diabetico vi sia una rile-         La riduzione degli accessi in ospedale per la
                                   vante componente infiammatoria.                     somministrazione della terapia rappresen-
                                   L’Ozurdex è stato registrato per il DME in          ta in questo particolare momento storico
                                   seguito allo studio registrativo MEAD che           dominato dalla contrazione delle prestazio-
                                   ne ha dimostrato l’efficacia e la sicurezza.        ni specialistiche dovuta alla pandemia da
                                   Lo studio ha dimostrato che ripetendo la te-        COVID un plus non indifferente. La caden-
                                   rapia con cadenza semestrale la percentua-          za quadrimestrale / semestrale della tera-
                                   le di pazienti con DME che mostravano un            pia con desametasone ritardo riduce note-
                                   consistente incremento della acutezza visi-         volmente lo stress in questa particolare fa-
                                   va era il doppio rispetto al gruppo di con-         scia di pazienti caratterizzati da estrema fra-
                                   trollo. Tali risultati venivano ottenuti me-        gilità e dalle notevoli comorbidità di carat-
                                   diamente con 5 impianti di Ozurdex in tre           tere sistemico si associano alla malattia dia-
                                   anni.                                               betica. La terapia con steroidi ritardo è inol-
                                   Il principale limite della terapia risiede nel      tre particolarmente indicata nei pazienti con
I risultati migliori               fatto che una notevole percentuale di pa-           elevato rischio di ripetizione di eventi trom-
dal punto di vista                 zienti trattati con lo steroide hanno svilup-       boembolici arteriosi (Ictus ed infarto mio-
funzionale sono stati              pato cataratta (circa 60%) di pertinenza chi-       cardico) che sono stati esclusi dai trials re-
ottenuti nei pazienti              rurgica. I risultati migliori dal punto di vi-      gistrativi con gli inibitori del VEGF per mo-
pseudofachici                      sta funzionale sono stati ottenuti nei pazienti     tivi precauzionali.
                                   pseudofachici (già operati di cataratta in          Un altro elemento a favore della terapia con
                                   precedenza). Un altro inconveniente del far-        steroidi ritardo è rappresentato dal fatto che
                                   maco è stato che una modesta percentuale            non ci sono differenze fra i risultati ottenu-
                                   di pazienti ha sviluppato un aumento pato-          ti nei trials rispetto a quelli ottenibili nella
                                   logico ma transitorio della pressione ocula-        comune pratica clinica, in quanto la fre-
                                   re, che è rientrato in seguito a terapia me-        quenza di somministrazione non rappre-
                                   dica in prevalenza (20%) e chirurgica in ca-        senta un elemento determinante come in-
                                   si isolati.                                         vece accade nella terapia con gli inibitori del
                                   Per tali motivi Ozurdex è indicato nei pa-          VEGF.
                                   zienti portatori di una riduzione della ca-         Una ulteriore possibilità terapeutica per il
                                   pacità visiva dovuta a edema maculare dia-          DME nell’ambito degli steroidi è rappre-
                                   betico (DME) in pazienti pseudofachici e in         sentata dal Fluocinolone Acetonide (Ilu-
                                   pazienti che hanno manifestato una rispo-           vien). Tale farmaco è stato registrato in se-
                                   sta insufficiente o siano inadatti alla tera-       guito ai risultati dello studio FAME che ne
                                   pia con inibitori del VEGF che rimane la pri-       ha dimostrato le possibilità terapeutiche e
                                   ma scelta. Il farmaco è inoltre controindi-         gli effetti collaterali. Iluvien è un farmaco
                                   cato in pazienti con glaucoma non control-          che viene iniettato con cadenza triennale in
                                   lato.                                               caso di edema maculare diabetico refratta-

I QUADERNI DI   quotidianosanità   22
31. MACULOPATIE                    RETINOPATIA DIABETICA ED EDEMA MACULARE DIABETICO

                                   rio alle altre terapie. Essendo il farmaco          miglioramento della funzione visiva che rap-
                                   estremamente catarattogeno può essere               presenta un obiettivo alla portata della mag-
                                   somministrato, come da indicazioni, esclu-          gior parte dei pazienti in terapia con gli ini-
                                   sivamente a pazienti pseudofachici. L’uso           bitori del VEGF. Tali farmaci hanno inoltre
                                   di Iluvien ha inoltre indotto in una elevata        dimostrato una notevole efficacia anche nel
                                   percentuale di casi un ipertono che ha ri-          controllo della progressione della retinopa-
                                   chiesto terapia chirurgica per cui è con-           tia diabetica stessa ed hanno rivoluzionato
                                   troindicato nei pazienti con glaucoma. Es-          l’approccio terapeutico tradizionale a tale
                                   sendo una preparazione farmacologica ad             patologia. L’efficacia di tali farmaci è pe-
                                   elevata tecnologia ( si tratta di un micro-         raltro indissolubilmente correlato alla ele-
                                   scopico cilindro metallico che rilascia pic-        vata frequenza di somministrazioni intra-
                                   colissime quantità di farmaco costantemente         vitreali necessarie per garantire dell’effet-
                                   nel tempo) presenta un costo estremamen-            to terapeutico nel tempo. L’uso di steroidi
                                   te sostenuto. Tali caratteristiche ne fanno         ritardo rappresenta pertanto, soprattutto
                                   un farmaco poco maneggevole ma che pre-             in questa fase pandemica, una preziosa al-
                                   senta una indubbia utilità nella gestione di        ternativa terapeutica che permette un buon
                                   casi refrattari alle terapie convenzionali.         controllo dell’edema maculare diabetico di-
                                   In conclusione la terapia dell’edema macu-          minuendo il numero di accessi nei reparti
                                   lare diabetico ha visto negli ultimi anni pro-      di cura con grande vantaggio dei pazienti,
                                   gressi notevolissimi. Siamo infatti passati         dei caregivers, delle strutture e degli ope-
                                   dalla limitazione della progressione del dan-       ratori sanitari impegnati nella cura delle
                                   no retinico ottenibile con la terapia laser al      maculopatie.

I QUADERNI DI   quotidianosanità   23
31. MACULOPATIE

                                   LE PROBLEMATICHE
                                   NELLA GESTIONE
                                   TERAPEUTICA
                                   DEL PAZIENTE
                                   CON MACULOPATIA
                                   IN EPOCA COVID-19

I QUADERNI DI   quotidianosanità   24
31. MACULOPATIE
                                   Carla Danese               Paolo Lanzetta
                                   Dipartimento di Area       Istituto Europeo
                                   Medica, Università degli   di Microchirurgia Oculare
                                   studi di Udine             IEMO, Udine

                                   DEGENERAZIONE MACULARE LEGATA                          in termini anatomici e funzionali e al con-
                                   ALL’ETÀ IN FORMA NEOVASCOLARE                          tempo ottimizzando il numero di iniezioni
                                   La degenerazione maculare legata all’età               a cui sottoporre ogni paziente. Infine, il re-
                                   nella forma neovascolare (nAMD) è la prin-             gime treat and extend permette di prolun-
                                   cipale causa di cecità legale non reversibile          gare progressivamente l’intervallo di tem-
                                   nella popolazione con più di 50 anni. Ha un            po tra i trattamenti, fino al raggiungimento
                                   forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti       di un intervallo massimo di 12-16 settima-
                                   affetti. Il calo dell’acuità visiva, accompa-          ne a seconda del farmaco utilizzato, qualo-
                                   gnato da metamorfopsie e scotoma centra-               ra non siano evidenti segni di riattivazione
                                   le, porta infatti ad un peggioramento della            della malattia. In caso contrario, l’interval-
                                   qualità di vita di entità paragonabile a quel-         lo tra i trattamenti viene ridotto. Tale regi-
                                   lo che si verifica a seguito di invalidanti pa-        me di trattamento, se ben applicato, riduce
                                   tologie oncologiche e neurologiche.                    il numero di visite di monitoraggio e otti-
                                   Fino a pochi anni fa, le terapie utilizzate era-       mizza il numero di iniezioni intravitreali.
                                   no la fotocoagulazione laser e la terapia fo-          Gli studi registrativi hanno dimostrato che
                                   todinamica. La svolta nella terapia della              i migliori risultati dal punto di vista anato-
                                   nAMD è stata determinata dall’introduzio-              mico e funzionale si ottengono mediante
                                   ne del trattamento con iniezioni intravitreali         uno schema di trattamento fisso con inie-
                                   di anti VEGF (vascular endothelial growth              zioni mensili. Il trattamento fisso a caden-
                                   factor). I farmaci utilizzati sono bevacizu-           za trimestrale, invece, non appare adegua-
                                   mab (off-label), ranibizumab e aflibercept.            to a controllare la malattia nella maggior
                                   Possono essere utilizzati diversi schemi di            parte dei casi. Il regime di trattamento pro
                                   trattamento: regime fisso, pro re nata, tre-           re nata, se correttamente applicato, consente
                                   at and extend. Indipendentemente dal re-               di ottenere risultati paragonabili a quelli
                                   gime di trattamento, è sempre opportuno                raggiungibili con lo schema fisso mensile o
                                   eseguire una fase di induzione, che consta             bimensile. Le prime tre iniezioni, infatti,
                                   di iniezioni mensili di anti VEGF fino al rag-         consentono di ottenere un buon risultato
La tempistica                      giungimento del massimo risultato anato-               anatomico e funzionale, mentre le frequen-
dei trattamenti                    mico (spessore retinico centrale, assenza di           ti visite di monitoraggio permettono l’im-
successivi dipende                 fluido intraretinico o sottoretinico) e/o fun-         mediato riconoscimento di eventuali reci-
dal regime che si                  zionale (acuità visiva). La tempistica dei trat-       dive. Purtroppo l’esperienza clinica ha di-
sceglie di seguire                 tamenti successivi dipende dal regime che              mostrato che con questo tipo di regime ven-
e dai risultati                    si sceglie di seguire e dai risultati anatomi-         ga spesso somministrato un numero insuf-
anatomici                          ci e funzionali ottenuti. Il regime fisso pre-         ficiente di trattamenti. Validi risultati pos-
e funzionali                       vede tre iniezioni mensili, seguite da suc-            sono anche essere ottenuti mediante il re-
ottenuti                           cessivi trattamenti a cadenza mensile, bi-             gime treat and extend, che permette, una
                                   mestrale, o trimestrale a seconda del far-             volta ottenuta la massima acuità visiva pos-
                                   maco utilizzato, per una durata totale di uno          sibile, di allungare gli intervalli tra control-
                                   o due anni. Il regime pro re nata, invece, si          li e trattamenti successivi qualora il paziente
                                   avvale dell’utilizzo di tre iniezioni mensili          manifesti segni di stabilità al momento del
                                   per la fase di induzione, seguite da visite di         monitoraggio. Lo schema treat and extend
                                   monitoraggio mensili, durante le quali va-             rappresenta un buon compromesso tra un
                                   lutare l’eventuale necessità di effettuare nuo-        regime individualizzato pro re nata e uno
                                   ve iniezioni. Tale trattamento permette di             schema di trattamento ad intervallo fisso. I
                                   gestire in maniera individualizzata i pazienti         risultati degli studi registrativi sono para-
                                   affetti da nAMD ottenendo risultati validi             gonabili a quelli ottenuti con l’esperienza

I QUADERNI DI   quotidianosanità   25
31. MACULOPATIE                    GESTIONE TERAPEUTICA DEL PAZIENTE IN EPOCA COVID-19

                                   clinica. La corretta gestione del paziente con        mostrato che non vi sono differenze qualo-
                                   nAMD necessita anche di una adeguata va-              ra l’acuità visiva sia pari o migliore a 20/40.
                                   lutazione del quadro clinico, avvalendosi sia         Quando, invece, tale valore è pari o inferio-
                                   dell’esame di misurazione dell’acuità visiva          re a 20/50, durante il primo anno di tratta-
                                   sia dell’indagine con tomografia a coerenza           mento aflibercept produce migliori risulta-
                                   ottica (OCT) e della loro corretta interpre-          ti rispetto agli altri due farmaci. Durante il
                                   tazione per guidare i trattamenti soprattut-          secondo anno, invece, aflibercept e ranibi-
                                   to nel caso dei regimi pro re nata e treat and        zumab producono risultati paragonabili,
                                   extend. Inoltre l’angiografia con fluorescei-         mentre bevacizumab porta a un migliora-
                                   na e verde d’infracianina hanno un ruolo              mento di minore entità. I regimi di tratta-
                                   ancora rilevante in momenti specifici del             mento potenzialmente applicabili sono gli
                                   percorso diagnostico terapeutico.                     stessi già discussi per la nAMD, così come
                                                                                         le problematiche relative alla loro applica-
                                                                                         bilità nella pratica clinica quotidiana. An-
                                                                                         che in questo caso, così come per la nAMD,
                                                                                         gli studi clinici hanno mostrato una supe-
                                   EDEMA MACULARE DIABETICO                              riorità dei regimi di trattamento fissi, nel-
                                                                                         l’ambito dei quali non è stata dimostrata dif-
                                   L’edema maculare diabetico (EMD) è la più             ferenza tra uno schema iniettivo mensile e
                                   comune retinopatia determinante calo visi-            uno bimensile. Per quanto riguarda, inve-
                                   vo nei pazienti diabetici. La prognosi visiva         ce, gli altri regimi di trattamento, gli studi
                                   di questi pazienti è cambiata con il tempo,           clinici che hanno portato all’approvazione
                                   grazie all’introduzione di nuove strategie te-        di tali farmaci hanno mostrato la non infe-
                                   rapeutiche. In passato, la terapia dell’EMD           riorità di un regime treat and extend rispetto
                                   si basava esclusivamente sui trattamenti con          ad un regime di trattamento pro re nata. A
                                   laser focale/a griglia, e aveva come obietti-         tal proposito, gli esiti degli studi effettuati
                                   vo primario la prevenzione di un ulteriore            sulla reale pratica clinica sono tuttavia di-
L’introduzione                     calo visivo. L’introduzione dei farmaci anti          scordanti, verosimilmente a causa dell’uti-
dei farmaci anti                   VEGF, somministrati per via intravitreale,            lizzo di diversi criteri in base a cui prose-
VEGF, somministrati                ha costituito un punto di svolta anche in que-        guire il trattamento. Le iniezioni di anti
per via intravitreale,             sta patologia, permettendo non solo il man-           VEGF rappresentano la prima linea di trat-
ha costituito un                   tenimento dell’acuità visiva del paziente, ma         tamento, tuttavia, in casi resistenti a tale te-
punto di svolta                    anche il suo miglioramento. I trial clinici           rapia, bisogna prendere in considerazione
anche in questa                    hanno dimostrato che il trattamento con               anche le iniezioni intravitreali di steroidi:
patologia                          iniezioni intravitreali di anti VEGF porta a          triamcinolone acetonide, desametasone,
                                   risultati migliori, in termini di acuità visi-        fluocinolone acetonide. I principali effetti
                                   va, rispetto alla terapia con laser: essi sono        avversi sono progressione di cataratta e au-
                                   dunque diventati il gold standard terapeu-            mento del tono oculare. I vantaggi, nel ca-
                                   tico per pazienti affetti da EMD. I farmaci           so di impianti di desametasone e fluocino-
                                   anti VEGF attualmente utilizzati per la te-           lone, sono costituiti dalla necessità di un nu-
                                   rapia dell’EMD sono ranibizumab, afliber-             mero inferiore di iniezioni, poiché il farma-
                                   cept, bevacizumab (off-label, autorizzato so-         co viene rilasciato per un intervallo di tem-
                                   lo in caso di acuità visiva pari a 20/40 o mi-        po prolungato: fino a 36 mesi per il secon-
                                   gliore). Paragonando l’efficacia dei tre far-         do. I trattamenti laser, precedentemente
                                   maci utilizzati secondo uno schema pro re             menzionati, non sono stati del tutto abban-
                                   nata, un trial clinico randomizzato ha di-            donati, grazie anche all’introduzione di nuo-

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31. MACULOPATIE                    GESTIONE TERAPEUTICA DEL PAZIENTE IN EPOCA COVID-19

                                   ve tecnologie come il laser micropulsato sot-         della CNV miopica. Il primo farmaco ad es-
                                   tosoglia. Possono essere utilizzati in casi se-       sere approvato è stato ranibizumab; afli-
                                   lezionati, specialmente in associazione con           bercept ha invece ottenuto l’approvazione
                                   trattamenti intravitreali di anti VEGF.               successivamente. Sono stati condotti studi
                                   Un gruppo di pazienti da considerare sin-             clinici anche sull’utilizzo di bevacizumab off-
                                   golarmente è rappresentato da coloro che              label. Gli studi clinici sono concordi nello
                                   sono affetti da EMD, mai sottoposti ad al-            stabilire l’adeguatezza del regime di tratta-
                                   cun trattamento, con un’acuità visiva pari a          mento pro re nata: dopo la prima iniezione,
Gli studi clinici                  20/25 o superiore. In tal caso, può essere            il paziente dovrà essere sottoposto a visite
sono concordi                      ragionevole procedere a stretta osservazio-           di controllo, complete di valutazione del-
nello stabilire                    ne, trattando prontamente con iniezioni in-           l’acuità visiva, OCT e angiografia con fluo-
l’adeguatezza                      travitreali di anti VEGF in caso di calo del-         resceina. Grazie all’utilizzo congiunto di ta-
del regime di                      l’acuità visiva.                                      li esami, infatti, è possibile effettuare una
trattamento pro re                 Così come per i pazienti affetti da nAMD,             valutazione accurata dell’attività della ma-
nata: dopo la prima                un ruolo fondamentale è svolto dalle visite           lattia, stabilendo l’efficacia del trattamento
iniezione, il paziente             oculistiche di controllo, che prevedono la            iniettivo e decidendo in merito alla neces-
dovrà essere                       misurazione dell’acuità visiva e l’esecuzio-          sità di ulteriori iniezioni intravitreali. È im-
sottoposto a visite                ne dell’esame OCT. Quest’ultimo permette              portante prestare attenzione alla sintoma-
                                   di misurare correttamente lo spessore reti-           tologia riferita dal paziente, specie alle me-
di controllo,
                                   nico centrale e di visualizzare con precisio-         tamorfopsie. Qualora sia necessario un ul-
complete di
                                   ne l’edema maculare diabetico, così da po-            teriore trattamento con anti VEGF intravi-
valutazione
                                   ter valutare la risposta al trattamento e             treali, appare indicato prescrivere una sin-
dell’acuità visiva,
                                   l’eventuale presenza di alcune caratteristi-          gola iniezione, seguita da visite di control-
OCT e angiografia
                                   che tomografiche importanti dal punto di              lo periodiche.
con fluoresceina
                                   vista prognostico.

                                                                                         PROBLEMATICHE NELLA GESTIONE
                                   NEOVASCOLARIZZAZIONE                                  TERAPEUTICA DELLE MACULOPATIE
                                   COROIDEALE MIOPICA
                                                                                         Da quanto descritto si evince la complessi-
                                   La neovascolarizzazione coroideale (CNV)              tà nella gestione del trattamento dei pazienti
                                   miopica è una delle principali complicanze            affetti da varie forme di maculopatia, dal
                                   della miopia patologica. Se non trattata, por-        punto di vista della diagnosi strumentale,
                                   ta invariabilmente a rilevante perdita della          del monitoraggio e della somministrazione
                                   visione centrale. In passato, è stata trattata        della terapia intravitreale che deve avveni-
                                   con molteplici metodiche con risultati non            re in spazi adeguati e dedicati.
                                   soddisfacenti; ricordiamo la fotocoagula-             In particolare, rispetto a questo ultimo pun-
                                   zione laser termica e la terapia fotodinami-          to, essendo la procedura di iniezione intra-
                                   ca. Anche in questo caso, così come enun-             vitreale codificata come ambulatoriale sem-
                                   ciato in precedenza, l’introduzione del trat-         plice, essa deve essere eseguita in un am-
                                   tamento con farmaci anti VEGF per via in-             bulatorio chirurgico rispondente alle carat-
                                   travitreale ha rappresentato un punto di              teristiche delineate dalle normative delle
                                   svolta. Tale terapia, infatti, è ora ricono-          singole regioni. Al momento attuale il regi-
                                   sciuta come gold standard nel trattamento             me di fornitura dei farmaci per iniezione in-

I QUADERNI DI   quotidianosanità   27
31. MACULOPATIE                    GESTIONE TERAPEUTICA DEL PAZIENTE IN EPOCA COVID-19

                                   travitreale è identificato come OSP che in-           come è ovvio, ogni caso va valutato singo-
                                   dividua farmaci somministrabili in ambiente           larmente.
                                   ospedaliero o ad esso assimilabile. Va da sé          A seconda delle strategie seguite per la pro-
                                   che essendo la procedura di tipo ambula-              cedura di iniezione intravitreale, sono sta-
                                   toriale, gli ambulatori chirurgici autorizza-         ti redatti diversi protocolli per trattare i pa-
                                   ti sia di tipo ospedaliero che di tipo terri-         zienti in sicurezza.
                                   toriale siano luoghi adeguati alla esecuzio-          È importante sottolineare come le diverse
                                   ne delle terapie intravitreali.                       forme di maculopatia si associno ad un ri-
                                   Queste ultime vengono eseguite in aneste-             schio diverso di perdita visiva irreversibi-
                                   sia topica e disinfezione della cute perio-           le. La pandemia da Covid-19 ha portato dun-
                                   culare e del sacco congiuntivale con iodio            que a dare priorità ad alcuni pazienti in ba-
                                   povidone al 5% per la profilassi delle infe-          se alla patologia da cui essi sono affetti. In
                                   zioni operatorie.                                     alcuni stati, come ad esempio il Regno Uni-
                                   È dunque evidente come la gestione dei pa-            to, i pazienti affetti da nAMD hanno conti-
                                   zienti affetti da maculopatia, necessiti di           nuato a ricevere le iniezioni intravitreali
                                   una professionalità adeguatamente forma-              con le corrette tempistiche; si è deciso tut-
                                   ta e di un efficiente percorso diagnostico            tavia di soprassedere sulle visite ambula-
                                   terapeutico. La pandemia da Covid-19 ha               toriali di controllo. I trattamenti dei pazienti
Per la natura cronica              imposto la riorganizzazione dei servizi di            affetti da EMD, invece, sono stati postici-
e progressiva delle                terapia intravitreale allo scopo di non in-           pati per 6 mesi, in caso di primo tratta-
patologie in esame,                terrompere i cicli di trattamento e allo stes-        mento, o di 4 mesi, in caso di trattamento
infatti, non è                     so tempo di garantire la sicurezza dei pa-            già avviato in precedenza. Fanno eccezio-
possibile sospendere               zienti nel rispetto delle misure di conteni-          ne pazienti monocoli e ad alto rischio di
il monitoraggio e la               mento dell’infezione. Per la natura cronica           perdita visiva o progressione della retino-
somministrazione                   e progressiva delle patologie in esame, in-           patia diabetica. Non è consigliabile, tutta-
dei trattamenti                    fatti, non è possibile sospendere il monito-          via, posticipare i trattamenti per un tempo
intravitreali ai                   raggio e la somministrazione dei trattamenti          superiore ai 6 mesi.
pazienti affetti,                  intravitreali ai pazienti affetti, pena la per-       In luoghi dove l’incidenza di Covid-19 è par-
pena la perdita                    dita irreversibile dell’acuità visiva, special-       ticolarmente alta, si è deciso di dare prio-
irreversibile                      mente durante i primi due anni di tratta-             rità ai trattamenti di pazienti considerati
dell’acuità visiva,                mento. È necessario inoltre cercare di trat-          ad elevato rischio di calo visivo, postici-
specialmente durante               tare con priorità alcune categorie di pazienti,       pando invece la somministrazione delle al-
i primi due anni                   come ad esempio casi di nuova diagnosi con            tre terapie intravitreali. È sicuramente fon-
di trattamento                     importante calo visivo e pazienti monoco-             damentale, in questo contesto, un’adegua-
                                   li funzionali o anatomici. Al tempo stesso,           ta comunicazione con il paziente. Un altro
                                   tuttavia, è fondamentale tenere in consi-             utile modello prevede l’assegnazione a ogni
                                   derazione che i pazienti con più di 65 anni           paziente di un livello di priorità, così da rior-
                                   e i pazienti con multiple comorbidità, tra le         ganizzare la somministrazione delle tera-
                                   quali il diabete, sono a maggior rischio di           pie nel modo più efficace possibile. Secon-
                                   sviluppare gravi manifestazioni da Covid-             do tale schema, una priorità alta viene as-
                                   19. I pazienti affetti da nAMD e da EMD               segnata a pazienti monocoli, il cui tratta-
                                   rientrano quindi senza alcun dubbio tra le            mento non può essere ritardato per più di
                                   categorie più vulnerabili. I pazienti affetti         3-7 giorni. Pazienti affetti da nAMD e CNV
                                   da CNV miopica hanno generalmente un’età              miopica, invece, hanno una priorità mode-
                                   media più bassa e possono presentare un               rata: il trattamento può subire un ritardo
                                   numero minore di comorbidità, anche se,               di 10-15 giorni. È invece bassa la priorità

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