2019 CIAM: COMUNITÀ, IMPEGNO, AMBIENTE, MONDO. IDEE DI TERRITORIO 70 ANNI DOPO IL CONGRESSO DI BERGAMO DEL 1949

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2019 CIAM: COMUNITÀ, IMPEGNO, AMBIENTE, MONDO. IDEE DI TERRITORIO 70 ANNI DOPO IL CONGRESSO DI BERGAMO DEL 1949
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MARIA CLAUDIA PERETTI

2019 – CIAM: COMUNITÀ, IMPEGNO, AMBIENTE, MONDO.
IDEE DI TERRITORIO 70 ANNI DOPO
IL CONGRESSO DI BERGAMO DEL 1949

    Settant’anni fa, tra il 23 e il 31 luglio, Bergamo –        ibridazioni, incompatibile con le esigenze e i rit-
unica città italiana ad averlo fatto – ha ospitato una          mi della città industriale e della civiltà delle mac-
comunità internazionale di architetti per discutere             chine: in altre parole la concezione del territorio
di territorio e di città.                                       come entità misurabile e organizzabile attraverso
                                                                parametri quantitativi e geometrici. (2)
   Era la VII° edizione del CIAM (Congrès Interna-         2.   L’idea che la città sia fatta di funzioni catalogabi-
tionaux d’Architecture Moderne), la settima tappa di            li: abitare, lavorare, circolare, svagarsi (3) e che
un percorso iniziato nel 1928 a La Sarraz, messo in             queste funzioni possano essere separate, con
moto da un’avanguardia ristretta di architetti-pensa-           l’obiettivo di eliminare i conflitti che la loro so-
tori spinti dal bisogno di incontrarsi per rinnovare la         vrapposizione genera.
loro disciplina, sollecitata dalle trasformazioni pro-     3.   La centralità dello standard come strumento per
fonde che in quegli anni stavano avvenendo. (1)                 regolare i rapporti tra le parti di un sistema terri-
                                                                toriale, con l’obiettivo di mantenere un equili-
    Con l’orgoglio del proprio ruolo, in un mondo               brio tra bisogni e interessi che spesso non solo
squassato dalla tragedia delle due guerre mondiali, i           non convergono, ma confliggono, consentendo
CIAM si proponevano di progettare ‘la modernità’,               una convivenza plurale di soggetti differenti. At-
sottolineando l’importanza e la centralità dell’urba-           traverso lo standard il concetto di interesse pub-
nistica e dell’architettura nella soluzione dei proble-         blico ha assunto nella città moderna del secondo
mi sociali.                                                     dopoguerra, una forma oggettiva traducibile me-
    L’idea di fondo era quella del progresso come               diante un calcolo quantitativo in metri quadrati,
cammino in avanti verso un futuro migliore, della               metri cubi, numero di piani...
modernità non come dogma assoluto e immodifica-            4.   L’idea ( riassunta nella famosa icona lecorbuse-
bile, ma come progetto che richiede una continua                riana del modulor ) che non solo lo spazio, ma
interpretazione e riattualizzazione: prima dello scio-          anche gli abitanti siano riconducibili a tipizzazio-
glimento avvenuto nel 1959, i partecipanti alle 11              ni stereometriche e a codificazioni universali dei
edizioni dei CIAM misero a punto un corpus di ra-               loro bisogni e dei loro desideri: l’enunciato “o ar-
gionamenti che, nei decenni del secondo dopoguer-               chitettura o rivoluzione”(4) ben esprime la con-
ra, sarebbe diventato un riferimento imprescindibi-             vinzione di poter controllare la polis prevenendo
le nel modo di pensare al territorio.                           i conflitti sociali con una città ordinata e ben or-
                                                                ganizzata dal punto di vista fisico e geometrico.
    Alcuni temi individuano l’eredità dei CIAM in-         5.   L’idea che l’architettura possa esprimersi attra-
torno a cui le consapevolezze maturate nei pochi                verso una lingua internazionale e transfrontalie-
anni che ci separano dalla fine di questa esperienza,           ra, un esperanto globale capace di superare gli
ci invitano maggiormente a riflettere.                          idiomi locali e le loro differenze: la ricerca di un
    Li riassumo di seguito:                                     linguaggio universale è alla base della Grille uti-
1. La convinzione che lo spazio sia tendenzialmen-              lizzata nel CIAM del 1949 a Bergamo (5), cioè di
    te isotropo ed omogeneo, ovunque e in tutte le              uno strumento finalizzato a definire contempora-
    direzioni e per questo assoggettabile a un ordine           neamente le modalità di presentazione e i conte-
    assoluto e universale astratto dalla specificità dei        nuti del progetto urbano, il ‘come’ e il ‘cosa’ co-
    luoghi e soprattutto dalla complessità della strati-        municare, verifica e guida metodologica per in-
    ficazione storica, fatta di sovrapposizioni e di            quadrare i vari aspetti di una disciplina – analisi,
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     sintesi, rappresentazione. La Grille riassume lo      – o quello invece di liberalizzare il più possibile gli
     sforzo enorme fatto dai CIAM per rifondare nel          usi, eliminando i lacci e i laccioli che vincolano la
     suo complesso il pensiero sulla città, la sua sin-      libertà delle trasformazioni d’uso imposta dalle
     tassi, i suoi codici e le sue convenzioni.              logiche cangianti del mercato e delle sue trasfor-
                                                             mazioni sempre più veloci e imprevedibili: anche
    Intorno a questi assunti su cui si è fondata l’ela-      la città di Bergamo, per fronteggiare lo svuota-
borazione dei CIAM siamo in grado, nel presente,             mento del centro urbano, con la variante n. 10 al
di formulare ragionamenti divergenti, misurati sulla         PGT è andata nella direzione di una maggiore li-
verifica degli esiti che sono derivati dalla loro appli-     beralizzazione delle destinazioni d’uso dei piani
cazione effettiva, anche attraverso le frequenti ba-         terra. (8)
nalizzazioni e distorsioni che hanno caratterizzato le
prassi attuative diffuse negli anni del grande boom            Controllo forte da una parte, esercitato con forme
edilizio.                                                  di gestione dei singoli processi trasformativi nell’arco
    Tra le divergenze più evidenti emerge l’attuale        del tempo; liberalizzazione dall’altra, con la riduzione
consapevolezza che quando si parla di territorio ci si     e l’alleggerimento delle ingerenze burocratiche che
riferisce a uno spazio anisotropo, tutt’altro che omo-     condizionano gli assestamenti continui delle città. Tra
geneo, ma ricco di peculiarità determinate dall’inte-      i due estremi, diverse forme intermedie.
razione nel tempo e con cicli imprevedibili di geo-
grafia e di storia.                                            Anche sul tema dello standard (9) c’è stato un
    La crescita esponenziale che negli ultimi due de-      salto concettuale molto forte, che ha portato via via
cenni hanno avuto la cultura del patrimonio storico e      negli ultimi due decenni all’introduzione del con-
quella del paesaggio, intrecciata con l’affermarsi del-    cetto di standard qualitativo, cioè da misurare e in-
la coscienza ecologica generata dalla crisi ambienta-      dividuare non a priori, in modo automatico e sem-
le, testimonia di una nuova sensibilità indirizzata a      pre uguale, ma di volta in volta, in funzione di un
mantenere e proteggere le differenze piuttosto che         concetto di interesse pubblico che si sposta molto
ad estrarre una tipicità astratta e universale. Il buon    rapidamente e di una lettura molto più attenta delle
progetto territoriale contemporaneo si pone l’obiet-       specificità e delle differenze che caratterizzano il
tivo di tutelare le specificità dei luoghi: si configura   territorio.
come processo multidisciplinare di indagine e cono-            Usando le categorie dell’industria della moda, è
scenza approfondita finalizzato al rispetto delle iden-    lo spostamento dal prèt-à-porter alla sartoria su mi-
tità paesaggistiche, ambientali e sociali, in un’idea di   sura, calzata su corpi peculiari; usando le categorie
territorio in cui la componente immateriale è deter-       della linguistica è lo spostamento dall’esperanto glo-
minante almeno quanto quella materiale. (6)                balizzato al dialetto localizzato. Il passaggio da un
                                                           approccio quantitativo ad uno qualitativo accompa-
Sul tema delle funzioni urbane c’è stata una profon-       gna il passaggio dalle politiche dell’espansione, fina-
da ridiscussione dell’assunto che si possano separare      lizzate alla crescita per allargamento e aggiunta, alle
e classificare: sono infatti evidenti gli esiti negativi   politiche della rigenerazione, mirate sull’obiettivo di
dei decenni di funzionalismo rigido che hanno por-         migliorare ciò che già esiste.
tato alla creazione dei quartieri dormitorio e dei             Di certo, nella pianificazione basata sugli standard
centri terziari disabitati, entro un modello di svilup-    quantitativi dei decenni della grande crescita, ci sono
po sbilanciato e asimmetrico.                              almeno due distorsioni che hanno contribuito alla ne-
   Il tema della mixitè è diventato un mantra inevi-       gatività dei pessimi risultati ampiamente diffusi:
tabile quando si progetta oggi la trasformazione ur-       – La prima è quella della monetizzazione che, da
bana cercando di prevenire il fallimento socio-eco-            possibilità utilizzabile soltanto in pochi casi, è di-
nomico dei nuovi insediamenti.                                 ventata invece un’ applicazione costante, che ha
   È un tema complicato intorno al quale si stanno             alimentato la concezione del territorio come
sperimentando approcci anche molto diversi tra di loro:        ‘fabbrica’ di moneta da cui attingere risorse per il
– per esempio quello di progettare accuratamente               funzionamento della macchina pubblica nel suo
   la mixitè attraverso una regia pubblica molto for-          complesso;
   te capace di controllare e imporre la miscela mi-       – La seconda, strettamente collegata, è quella che ha
   gliore delle funzioni all’interno delle nuove città         portato alla prassi di barattare una risorsa preziosa
   e in particolare dei loro piani terra; il progetto di       e non rinnovabile come il suolo agricolo e in gene-
   Hafencity ad Amburgo è tra gli esempi più signi-            rale inedificato in cambio di denaro: dal concetto
   ficativi di questo approccio. (7)                           iniziale e per molti versi progressista del: “tu priva-
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   to puoi costruire per il tuo interesse singolo se in      tro gli ambienti e dentro i paesaggi e abitandoci
   cambio dai un contributo per realizzare la città          esercita quotidianamente nel bene e nel male la pro-
   pubblica” al concetto capovolto: “per realizzare la       pria percezione e la propria azione trasformativa.
   città pubblica, c’è bisogno che tu privato costruisca         Partecipazione è uno strumento fondamentale
   per il tuo interesse singolo”. Lo strumento dello         per poter attuare, da qualsiasi punto lo si affronti, il
   standard si è così trasformato in un grimaldello ne-      progetto della resilienza, ovvero della capacità di in-
   fasto che, entro una visione di orizzonti brevi, lega-    traprendere quei processi adattativi che consentono
   ti all’arco temporale del lustro amministrativo e al-     alle comunità di riorganizzarsi per superare le diffi-
   la debolezza gestionale di enti locali spesso disar-      coltà dovute a fattori di cambiamento traumatico e
   mati dal punto di vista delle capacità di visione al-     urgente. Parlare di partecipazione vuol dire fare in
   largata ha contribuito a distruggere un valore non        modo che chi abita un luogo possa capire, possa
   riproducibile da cui dipende il futuro.                   avere gli elementi per mettere a punto un’ opinione
                                                             consapevole, possa sentirsi parte attiva di una comu-
    E ancora: entro questi meccanismi attuativi lo spa-      nità, esprimere i suoi bisogni e i suoi desideri, le sue
zio pubblico ha perso il ruolo di ‘matrice fondativa’ di     proposte, insomma possa appartenere alla dimen-
una città intesa come organismo unitario, per diventa-       sione della cittadinanza attiva, togliendosi da quella
re un insieme di frammenti residuali di una città inte-      passiva e frustrante del modulor tipizzato portatore
sa come sommatoria di particolarismi e singolarità.          di bisogni e desideri uniformi.
                                                                 Tutto ciò pretende un cambiamento sostanziale
    L’introduzione dello standard qualitativo accom-         dei ruoli e delle modalità attraverso cui il progetto
pagna lo spostamento dell’idea di pianificazione ver-        territoriale ha preso forma negli ultimi decenni:
so l’idea di programmazione in cui diventa priorita-         – l’architetto/a non disegna più oggetti, ma proces-
rio dimostrare la sostenibilità complessiva delle ri-            si, non è un demiurgo/a che impone una sua vi-
sorse in campo: dal ‘piano’ inteso come forma rigida             sione, ma il/la componente di un team multidi-
e atemporale degli scenari possibili, al ‘programma’             sclinare che partorisce visioni collettive capaci di
inteso come gestione di un processo specifico in un              attivare dinamiche sociali e ambientali intergene-
arco di tempo definito.                                          razionali.
    La rigenerazione urbana è discrezionale, agile,          – le amministrazioni non svolgono più un ruolo di
strategica.                                                      verifica formale e quantitativa: attuano nuove
                                                                 modalità di informazione, coinvolgimento, co-
    Emerge forte un’altra differenza tra la città con-           municazione, regia dei processi. La pianificazio-
temporanea e la città dei CIAM ed è la nuova cen-                ne del territorio si appoggia a percorsi continui
tralità assunta dagli abitanti come soggetti attivi del-         di ascolto e di scambio.
le politiche territoriali.                                   – i cittadini devono farsi carico di una nuova cultu-
    Cresciuto in parallelo all’evidenza della crisi che          ra della cittadinanza attiva, capace di superare la
stiamo attraversando, ambientale, economica e so-                polverizzazione degli interessi e delle prospettive
ciale, il tema della ‘partecipazione’ attraversa tutti           individuali, in una logica di comprensione delle
gli altri, sollecitando il ridisegno in profondità dei si-       differenze e di cooperazione.
stemi di rappresentanza e intermediazione della po-              È una sfida complicatissima: nello studio condot-
lis. Affrontarlo vuol dire interrogarsi su questioni         to nel 2018 dall’Università Bicocca di Milano per
che il modello di sviluppo nel quale siamo immersi           analizzare i rapporti tra vulnerabilità sociale e resi-
ha ampiamente rimosso negli ultimi decenni, sulla            lienza in Regione Lombardia, tra gli indicatori che
trasformazione antropologica degli stili di vita, sui        misurano la capacità di un sistema sociale di fare
diritti di cittadinanza, sul senso del coabitare il pro-     fronte ai fattori di rischio dei territori vengono evi-
prio ecosistema e, contemporaneamente, l’insieme             denziati l’età e il livello di istruzione delle popola-
di tutti gli altri, il pianeta.                              zioni. In sintesi, popolazioni vecchie e con basso li-
                                                             vello di scolarizzazione sono molto più in difficoltà
   Dalla Conferenza di Rio (1992) in poi con l’istitu-       nel fornire risposte resilienti ai problemi posti dalla
zione delle Agende 21, tutti gli atti, i protocolli, le      crisi in corso. (10)
carte che sono state prodotte a livello internazionale           C’è quindi un conflitto pesante tra l’andamento di
ed europeo, (a partire dalla Convenzione europea             trends per invertire i quali servono politiche di lungo
del Paesaggio e dalla Convenzione di Faro) assumo-           periodo (demografia, tasso di scolarizzazione) e feno-
no tra i pilastri fondativi di un modello di sviluppo        meni come i cambiamenti climatici, che invece pre-
sostenibile, la partecipazione attiva di chi abita den-      tendono soluzioni urgenti, in tempi molto brevi.
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Fig. 1. Graffiti per la contestazione del G20 ad Amburgo.

    Siamo a una soglia storica che ci richiede uno             sione’ sociale e ambientale (Sassen 2014) messi in
sforzo di ridefinizione generale del pensiero e della          atto dalle ‘formazioni predatorie’ (ib. ) che agiscono
progettualità.                                                 nel mercato globalizzato è urgente e indifferibile
    Radicale come fu quello dei CIAM quando, decen-            costruire argini e rimedi forti.
ni fa, si posero l’obiettivo di riprogettare la modernità.         C’è un filo velenoso che collega l’impoverimen-
Ancora più pressante, perché il riequilibrio degli habi-       to dei ceti medi dei paesi ricchi, la cacciata dei con-
tat non è un’opzione tra le altre, è l’unica possibile.        tadini dalle loro terre accaparrate per l’estrazione
                                                               di materie prime nei paesi poveri, i campi rifugiati
    Rispetto al CIAM è necessario elaborare un nuo-            che li confinano a milioni, le pratiche minerarie
vo glossario per raccontare e pensare il territorio            che, dalla Russia agli Stati Uniti all’Africa, stanno
contemporaneo (11): la nuova narrazione deve                   distruggendo interi ecosistemi: quello che è impor-
esprimere la cultura della complessità in linea con            tante evidenziare è che il territorio, le sue politiche
le attuali certezze scientifiche, da un modello deter-         e le sue forme non sono affatto sfondi neutri rispet-
ministico, galileiano e antropocentrico basato sul             to all’attuazione di questi fenomeni, bensì sono gli
mito della prevedibilità e del controllo totale, a un          assi portanti delle nuove forme di squilibrio inso-
modello che accetti la contingenza, l’imprevedibile,           stenibile.
la singolarità e il caos come fattori che agiscono in
maniera determinante negli esiti della realtà.                     Le domande a cui dobbiamo fornire risposta so-
                                                               no molte.
    I fenomeni di trasformazione territoriale che attra-           Come riequilibrare il rapporto tra i pochi centri
versano il mondo contemporaneo, pur con forti diffe-           urbani sempre più attrattivi e le porzioni sempre
renze tra un punto e l’altro del pianeta, evidenziano          più estese di territori marginalizzati?
caratteristiche comuni: aldilà delle declinazioni speci-           Come ridisegnare il confine tra ISTITUZIONI e
fiche e dei filtri e contrappesi che i singoli contesti so-    CITTADINI, tra governanti e governati, tra chi sta den-
ciopolitici riescono ( spesso faticosamente) a mettere         tro e chi sta fuori, tra chi sta in alto e chi sta in basso ?
in atto, il capitalismo globalizzato agisce con logiche e          Come accogliere le pressanti istanze di PARTE-
meccanismi che stanno mettendo radicalmente in di-             CIPAZIONE e di AUTORGANIZZAZIONE, tra-
scussione equilibri fondamentali per la sopravvivenza          sformando l’attitudine al conflitto tra individualismi
degli ecosistemi abitati e di quelli naturali. (12)            (che distrugge e blocca) in progettualità costruttiva?
    Rispetto alle nuove forme drammatiche di po-                   Come è cambiata l’idea di ‘ACCESSIBILITÀ’
vertà e diseguaglianza e ai brutali processi di ‘espul-        negli ultimi decenni?
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    Rispetto alla rivoluzione degli stili di vita,                litecnico di Milano. Per l’occasione è stata siste-
dall’HAVING al BEEING al DOING?                                   matizzata la documentazione esistente raccolta
    Rispetto alle nuove distanze tra generazioni?                 in un sito consultabile a cura di Pierre Alain
    E alle nuove forme di ANALFABETISMO fun-                      Croset, Politecnico di Milano, DAStU.
zionale?                                                          http://www.ciam2019.it/archivio-CIAM-1949/
    Come si è trasformata la richiesta di SERVIZI e               Un buon resoconto di tutti i CIAM si trova in:
come sta evolvendo il concetto di WELFARE?                        Sacchi, N. (1998) ‘I Congressi Internazionali di
    Come ridisegnare il welfare rispetto alle eviden-             Architettura Moderna 1928-1959’, Volume edi-
ze del TREND DEMOGRAFICO e alla riduzione                         to dalla Consulta Regionale Lombarda
crescente delle RISORSE PUBBLICHE?                         (2).   Le Corbusier esprime il suo pensiero sull’ urba-
    Come rispondere al fallimento del modello del-                nistica in termini di rifondazione radicale.
l’alloggio ‘condominiale’ e al fenomeno della solitu-             L’obiettivo è quello di liberarsi dalla gabbia di
dine urbana?                                                      un modo di pensare ed operare sedimentato su
    Quale forme dare all’abitare inteso come sistema di           una realtà che non c’è più, per rintracciare un
relazioni umane, come ‘COMUNITÀ di DESTINO’?                      punto zero da cui ripartire secondo logiche
    Come lo spazio concretizza, nel bene e nel male,              nuove che, attraverso la mediazione positiva
le OPPORTUNITÀ e i DIRITTI di chi abita il terri-                 della tecnica, possano reinterpretare il rappor-
torio contemporaneo?                                              to tra uomo e natura.
    Quali sono i nuovi contenuti dell’INTERESSE                   Il CIAM del 1949 avviene dopo quasi un tren-
PUBBLICO?                                                         tennio di elaborazioni attraverso cui Le Corbu-
    Quali sono le ETEROTOPIE della contempora-                    sier, che è sempre stato un grande comunicato-
neità, i suoi CONTROSPAZI?                                        re, rende evidente i contenuti del suo pensiero
                                                                  sulla città moderna. Nel 1946 pubblica ‘Maniè-
    Dai CIAM dovremmo ereditare il metodo: ‘con-                  re de penser l’urbanisme’ leggendo il quale è
gresso’ significa ‘camminare insieme’.                            possibile ripercorrere le idee e i ragionamenti
    Per capire il presente è necessario unire gli sforzi          che stanno alla base dei suoi piani più impor-
e i saperi.                                                       tanti come quello di ‘Une ville contemporaine
    Alleanza e cooperazione diventano concetti ine-               di tre milioni di abitanti’ (1922); il ‘Plan Voisin’
ludibili entro un’idea di territorio come sistema di              per Parigi (1925); la ‘Ville Radieuse’ (1930).
vasi comunicanti in cui ogni punto partecipa al-           (3).   La città funzionale è il tema principale del IV
l’equilibrio complessivo del sistema.                             CIAM di Atene del 1933: la Carta d’Atene, che
    Alleanza e cooperazione tra beni comuni e inte-               forse è il più importante lascito dei congressi,
resse privato, tra cittadini e istituzioni, tra enti che          viene abbozzata in quell’occasione, ma poi pub-
governano, tra ricerca e finalità sociali, tra tecnolo-           blicata soltanto nel 1943 a Parigi.
gia e ecologia.                                            (4).   È il titolo del capitolo terminale del libro di Le
                                                                  Corbusier ‘Verso un’architettura’ pubblicato
   Dai CIAM dovremmo soprattutto raccogliere la                   nel 1923.
fiducia nella progettualità, indispensabile per argi-      (5).   In merito alla Griglia del VII Ciam rimando alla
nare le derive irrazionali, le paure che paralizzano, i           lettura del mio scritto: Peretti, M.C. La Griglia
massimalismi che riportano ai periodi oscuri di                   del VII CIAM. Come e cosa comunicare,
un’umanità che speravamo di esserci lasciati alle                 weArch, sezione Scritti, 19 settembre 2019,
spalle: e ribadire con forza che i problemi gigante-              https://www.wearch.eu/la-griglia-del-vii-ciam-
schi nei quali i nostri territori sono immersi, posso-            come-e-cosa-comunicare/
no e devono essere affrontati attraverso la coopera-       (6).   Sull’importanza delle identità locali, esemplare
zione delle migliori competenze.                                  è la Convenzione quadro del Consiglio d’Euro-
                                                                  pa sul valore dell’eredità culturale (cultural he-
                                                                  ritage) più nota come Convenzione di Faro, dal
NOTE                                                              nome della città portoghese dove è stata ema-
                                                                  nata il 27 ottobre 2005. Nel testo si legge:
(1). Il CIAM del 1949 è stato discusso nel corso del              “l’eredità culturale è un insieme di risorse ere-
     2019, in occasione del settantennale, attraverso             ditate dal passato che le popolazioni identifica-
     numerose iniziative organizzate dall’Ordine                  no, indipendentemente da chi ne detenga la
     Architetti di Bergamo in collaborazione con                  proprietà, come riflesso ed espressione dei loro
     L’Università agli Studi di Bergamo e con il Po-              valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in
14                                           MARIA CLAUDIA PERETTI

     continua evoluzione” “una comunità di eredità                co e senza la necessità di reperire gli standard
     è costituita da un insieme di persone che attri-             a parcheggio pubblico.
     buisce valore ad aspetti specifici dell’eredità              Importante è l’assunzione del tema dei piani
     culturale, e che desidera, nel quadro di                     terra e del loro funzionamento come tema por-
     un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli al-            tante della qualità dello spazio pubblico e in
     le generazioni future” (art. 2);                             generale della vivibilità urbana.
     Del cultural heritage fanno parte “tutte le for-             Viene promosso e incentivato il ‘mix funzionale’
     me di eredità culturale in Europa che costitui-              così come viene estesa la classificazione delle
     scono, nel loro insieme, una fonte condivisa di              attività commerciali, includendo molte declina-
     ricordo, comprensione, identità, coesione e                  zioni nuove. Viene pure interrotto il binomio
     creatività” (art. 3), ….. “chiunque; da solo o               commercio/standard a parcheggio: anche le
     collettivamente; ha diritto a trarre beneficio               Grandi Strutture di Vendita potranno essere
     dall’eredità culturale e a contribuire al suo ar-            insediate nelle aree centrali senza l’obbligo di
     ricchimento”…. perché “l’esercizio del diritto               reperimento dello standard a parcheggio, ma
     all’eredità culturale può essere soggetto soltan-            soltanto in zone pedonalizzate.
     to a quelle limitazioni che sono necessarie in         (9). Nell’istituzione degli standard urbanistici in
     una società democratica, per la protezione                   Italia, il testo normativo di riferimento è il De-
     dell’interesse pubblico e degli altrui diritti e li-         creto Ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444
     bertà” (art. 4).                                       (10). Azzimonti,O.L., Colleoni,M., De Amicis, M.
(7). Per informazioni sullo sviluppo di Hafencity                 Frigerio, I. (2018) “Vulnerabilità sociale e re-
     vedi: https://www.hafencity.com/ sito promosso               silienza in Regione Lombardia. Una proposta
     dalla città di Amburgo per la comunicazione                  metodologica per una nuova gestione del ri-
     del processo di costruzione della nuova città.               schio sismico”(p. 53-60), in Iconemi, quader-
     Mazzoleni, C. Amburgo, Hafencity, Rinnova-                   no 30 Bergamo University Press, Sestante edi-
     mento della città e governo urbano,                          zioni.
     https://www.milomb.camcom.it/c/document_li-            (11). Peretti, M.C., ‘Le parole della città: il lemmario
     brary/get_file?uuid=e3216bf5-1726-4315-                      della partecipazione’in weArch, sezione Terri-
     b5b3-674e99a75ad3&groupId=10157                              torio,26 gennaio 2019, https://www.wearch.eu/
(8). È significativo analizzare il glossario utilizzato           le-parole-della-citta-il-lemmario-della-parteci-
     nell’ambito della Variante 10 del PGT di Ber-                pazione/
     gamo. Nel capitolo dedicato alla “Valorizzazio-        (12). Particolarmente significativa è l’analisi di Sa-
     ne del sistema commerciale” viene introdotto il              skia Sassen in Sassen, S. (2014) Expulsions:
     tema dell’Indifferenza funzionale dei piani ter-             Brutality and Complexity in the Global Econo-
     ra con la possibilità per le Piccole Strutture di            my, trad. it. (2015) Espulsioni. Brutalità e
     Vendita di passare da una funzione all’altra                 complessità nell’economia globale, ed Il Mulino
     senza aggravi di tipo procedurale e/o economi-               Bologna
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