Una Strategia Energetica Nazionale: Prima l'Italia
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Associazione Energia Ecologia Economia Una Strategia Energetica Nazionale: Prima l’Italia Francesco Oriolo Conferenza “Strategie energetiche a confronto. La COP 21 e il Piano Energetico di Trump” Martedì, 23 maggio 2017, ore 17,Circolo Arci Pisanova, Pisa
“Una Strategia Energetica Nazionale: Prima l’Italia” significa, per me, attuare la visione di politica energetica dei due ex- Presidenti del Consiglio Prof Romano Prodi e Prof Mario Monti che in più occasioni hanno espresso coraggiosamente le loro posizioni: “Perché importare petrolio e metano invece di aumentare la produzione interna”? Quel mare di petrolio che giace sotto l’Italia Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 18 maggio 2014 Come i governi precedenti anche l’attuale governo non sa dove trovare i soldi per fare fronte ai suoi molteplici impegni. Eppure una parte modesta ma non trascurabile di questi soldi la può semplicemente trovare scavando – non scherzo – sotto terra.
“Il settore energetico ha un ruolo fondamentale nella crescita dell’economia del Paese, sia come fattore abilitante (avere energie a costi competitivi, con limitato impatto ambientale e con elevata qualità del servizio é una condizione essenziale per lo sviluppo delle imprese e per le famiglie), sia come fattore di crescita in sé (pensiamo ad esempio al potenziale della Green economy). Assicurare un’energia più competitiva e sostenibile é dunque una delle sfide più rilevanti per il futuro del nostro Paese.” MiSE, 14 mar 2013 Il Prof Monti aveva avuto il coraggio di varare la SEN con 4 obiettivi: 1) riduzione dei costi energetici 2) raggiungimento e superamento delle mete ambientali europee 3) sicurezza dell’approvvigionamento 4) sviluppo industriale del settore
La SEN-2013, con fuoco incrociato di interessi, non ebbe fortuna. I buoni propositi del Prof Monti richiedevano un successore che le attuasse come ha fatto il Presidente Obama nel suo primo mandato. Dopo il Prof Monti viene perseguita una politica energetica ondivaga con i molti buoni propositi della “legge Sblocca Italia 14/11/ 2014” e grande delusione e depressione con la “legge di Stabilità 28/12/2015” , lotta continua tra Presidente del Consiglio e Governatori regionali, Sindaci, comitati locali, pretori, No TAP e Referendum No TRIV. A Ravenna il 29-31 marzo 2017 si é tenuta l’Omc (Offshore Mediterranean Conference, uno degli eventi internazionali più importanti dell’upstream petrolifero). Dal Sole 24 ore ” L’argomento comune di gran parte delle discussioni delle compagnie petrolifere non è dove sono i giacimenti (pare che l’Italia sia piena di riserve nascoste da scoprire) bensì dove il contesto sociale consente di usare le risorse. In altre parole: dove si può investire e dove al contrario i comitati Nimby impediscono de facto di usare le risorse.”
COP21 Salvate la nostra sorella Terra …., non solo riconosciamo il nostro ruolo nell'aver creato il problema ma che ci assumiamo anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito. " Bisogna agire ora, mettendo da parte gli interessi di breve termine. Siamo l'ultima generazione a poter salvare il pianeta serve un accordo il più vincolante possibile, altrimenti rischia di essere scritto sulla sabbia. Una sfida che riguarda tutti noi, i nostri figli e i nostri nipoti: il futuro del pianeta.
I colloqui sul clima di Parigi devono concordare un accordo vincolante per garantire un progresso per limitare il riscaldamento globale Obama e Xi promettono di lavorare insieme per applicare l’accordo di Parigi. Un accordo che rafforza la cooperazione globale tra Pechino e Washington. Accordo di collaborazione e commerciale tra Cina e USA, firmato dal Presidente Trump (maggio 2017)
Si può prestare attenzione alla crescita economica senza per questo trascurare l'ambiente. Il nostro paese è stato fra i primi al mondo a ridurre i consumi energetici dell'economia negli ultimi anni e a ridurre in modo considerevole le emissioni di gas a effetto serra,…. , ma al tempo stesso ha raddoppiato il suo Pil. COP 22 La COP22, tenutasi a Marrakech, il 7-19 Novembre 2016 è stata dominata dall’ombra dell’elezione di Trump a presidente degli USA. Essa ha influito sull’andamento dei lavori e sulle conclusioni raggiunte e soprattutto sul punto più importante:
il monitoraggio. La COP 22 di Marrakech, non ha preso nessuna decisione operativa, ma ha elaborato solo una bozza dove sono definite un insieme di regole condivise per valutare l’efficacia delle politiche nazionali sul clima e misurare i tagli delle emissioni. La versione definitiva sarà approvata nel 2018 alla COP 23 e non sarà applicata fino alla COP 24. G20 Dal Sole 24 Ore 18-3-2017 “I ministri finanziari e i banchieri centrali riuniti oggi a Baden Baden (Germania) per il G20 non hanno raggiunto alcun nuovo accordo a favore del libero scambio, rompendo con una tradizione decennale di rifiuto del protezionismo e di approvazione del commercio aperto. (sparisce la tradizionale frase: i partner ribadiscono la loro opposizione al protezionismo). “Il comunicato finale del G20 non contiene inoltre riferimenti al cambiamento climatico né agli impegni presi
per misurare i tagli alle emissioni a seguito dell’accordo di Parigi. Secondo varie fonti, a esercitare pressione in tal senso sarebbero stati gli USA e l'Arabia Saudita”. Il presidente Trump ha dettata la nuova agenda del G20: scompaiono dalle dichiarazioni finali la condanna al protezionismo e la lotta al cambiamento climatico. Cosa dirà al G7 di Taormina? L'irritazione della Germania che non ha digerito la nuova linea sul commercio e della Francia per gli impegni sottoscritti ("priorità assolutamente essenziali nel mondo attuale“) a Parigi per combattere il cambiamento climatico. L’UE persiste nel suo Clean Energy Package, con sfide e obiettivi vincolanti al livello UE al 2030: - Efficienza energetica: obiettivo UE riduzione di consumi del 30% ( risparmi annui 1,5%)
- Rinnovabili: obiettivo UE penetrazione FER al 27% sui consumi finali - Emissioni gas serra: : obiettivo UE taglio emissioni gas serra del 40% vs 1990 ●La Cina emette una quota del 26% di gas serra e s’impegna a ridurre le proprie emissioni dopo il 2030 ● L’India non rinuncia all’uso del carbone ● I Paesi firmatari degli impegni della COP 21, fino al 2024 possono non fare niente, perché i loro impegni sono non vincolanti e non potranno essere monitorati ● L’Italia si é comportata da prima della classe alla COP21 anche quando non ne ha le capacità, seguendo l’UE e l’egemonia della Germania. Analizziamo i dati sui consumi energetici per alcuni Paesi:
Energia primaria consumata per fonti nel 2014 nelle maggiori aree economiche in Mtep (Elaborazione dati BP) Fonti USA Cina EU Germania Italia energia primaria Carbone 453.4 19.7% 1962.4 66.0% 264.3 15.7% 77.4 24.9% 13.5 9.1% Gas naturale 695.3 30.2% 166.9 5.6% 358.9 21.2% 63.8 20.5% 51.1 34.3% Petrolio 836.1 36.3% 520.3 17.5% 613.1 36.3% 111.5 35.9% 56.6 38.0% Nucleare 189.8 8.2% 28,6 1.0 % 205.1 12.2% 22.0 7.1% 0.0 0.0% Idro 59.1 2.6% 240.8 8.1 % 129.2 7.6% 4.6 1.4% 12.9 8.7% Rinnovabili 65.0 2.9% 53.9 1.8% 18.1 7.0% 31.7 10.2% 14.8 9.9% Totale 2298.7 100% 2972.1 100% 1653.4 100% 311.0 100% 148.9 100% La Cina utilizza per circa il 70% combustibili a basso costo, come carbone ed energia nucleare; gli USA, che solo dopo il boom dello shale gas hanno ridotto la quota del carbone, coprono con carbone e nucleare circa
il 30% del fabbisogno. L’UE raggiunge appena il 28% (16% carbone e 12% energia nucleare) di combustibile a buon costo; il surplus statunitense di carbone ha preso la via dell’Europa per sostituire il più costoso gas naturale europeo, con un aumento della produzione elettrica da carbone di oltre il 10% nel 2012. “ Nel 2012 in Europa, i prezzi dell’energia per l’industria (tasse incluse) sono risultati circa il doppio di quelli USA e il 60% superiori a quelli cinesi”. Vantaggio competitivo del costo dell’energia di Cina e USA rispetto all’UE. Lo stesso svantaggio competitivo si registra, all’interno dell’UE, tra
Germania ( 32% tra carbone e nucleare) e l’Italia, che usa (solo il 3,5% di carbone). L’alto costo dell’energia, oltre ad incidere sui costi dei prodotti, ha conseguenze economiche sull’area che diventa non più attrattiva per le industrie ad alta intensità energetica: chimica petrolchimica, alluminio, cemento, acciaio, carta, vetro, ecc.. “L’energia a basso costo dà agli Stati Uniti un enorme vantaggio competitivo che si somma agli altri fattori che li rendono un Paese ideale per realizzare un investimento industriale, tra cui un mercato del lavoro flessibile e qualificato, disponibilità di risorse manageriali, un fisco non oppressivo e un ambiente “business-friendly.” Già prima di Trump.
La politica energetica proposta dal Movimento 5 Stelle
Programma Energetico nazionale PEM5S “Il PEM5S si fonda su due obiettivi principali: l’efficienza energetica con l’adozione di un target di risparmio sui consumi finali di energia rispetto al livello 2014 e la completa uscita dalle fonti fossili entro il 2050. Dopo aver valutato le differenze tra gli Scenari ipotizzati e quanto effettivamente registrato sull’andamento dei consumi e della produzione Energetica nel corso del tempo, il gruppo di lavoro “PEM5S” non ha fondato gli obiettivi di lungo periodo su previsioni della popolazione e del Prodotto nazionale poiché il raggiungimento degli obiettivi è ritenuto necessario indipendentemente
dai livelli che le due variabili assumeranno nel corso del tempo”. “Oggi per la prima volta succede qualcosa che distanzia noi dagli altri partiti politici, anni luce. Oggi qui si aprono le porte del futuro”. La rivoluzione del M5S non riguarda semplicemente i contenuti del PEM5S , ma anche le modalità con cui nasce: tavoli tecnici, confronti con i portavoce regionali, incontro con esperti infine l’approdo alla piattaforma Rousseau "Veni, Vidi, Web“ . Il capogruppo Roberto Fico, rispondendo alle domande dei cronisti sulla distanza tra PEM5S e quello del presidente Tramp, dice: “Se investi in petrolio, carbone e trivellazioni sei anti-storico, ma almeno Trump dice quello che vuole fare, in Italia negli ultimi 30 anni
siamo stati non solo anti-storici, ma anche truffatori, perché con le tasse abbiamo finanziato gli inceneritori”. Il PEM5S, secondo Beppe Grillo collegato telefonicamente alla dice “è un passaggio di civiltà, è il conferenza stampa, nostro sogno, quello di poter arrivare a muovere tutta la mobilità con un altro tipo di concezione. Non abbiamo bisogno di gasdotti e trivellazioni, abbiamo bisogno di intelligenza”. In “Memoriale del Convento” di José Saramago , una macchina volante (l'uccellaccio) é mossa dalla misteriosa potenza di migliaia di “volontà” umane. Il M5S ha fatto uno sforzo enorme a scrivere il PEM5S, ma i limiti derivano da "Veni, Vidi, Web“ e dalla democrazia diretta
PEM5S
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La politica energetica americana
I risultati ottenuti dalla Presidenza Obama sono stati certamente positivi almeno fino al 2014. Le industrie che avevano già de-localizzato nella petrolchimica, nelle raffinerie e nell’attività manifatturiera ritornano a casa (USA). Esempio tipico é la scelta della Methanex di trasferire parte della produzione del metanolo dal Cile a Geismar in Luisiana (USA), costruendo due impianti per la produzione di metanolo da gas naturale. Essi hanno una capacità produttiva superiore ai 2 Mt di metanolo e sono entrati in produzione nel 2015 (in UE 2,6 Mt di MeOH prodotte nel 2013). Il Presidente Obama ha attuato “The Energy Policy Act of 2005” e ha scelto per il mix tecnologia non costosa.
Costo delle diverse opzioni energetiche per ridurre la CO2 in atmosfera http://www.green4sea.com/wp-content/uploads/2016/01/ExxonMobil-Outlook-for- Energy-2016_01.pdf
“The Energy Policy Act of 2005” prevedeva forti investimenti in R&D ed innovazione. Poi la svolta nel 2014 sulla via di Parigi. Nonostante considerasse una catastrofe irreversibile il riscaldamento globale e condividesse la situazione drammatica descritta dall’ IPCC- ONU (Intergovernmental Panel on Climate Change- ONU) , ha fatto poco per attuare una politica vincolante sui cambiamenti climatici. Il cambio di strategia nel 2014 da parte del Presidente Obama con il “Clean Power Plan” e la “Federal Carbon tax”, non ha ottenuto gli stessi risultati, ma una sonora bocciatura dalla Corte Suprema e dalla Camera dei rappresentanti. Questa ha giudicato, in modo bipartisan, la “carbon tax” “devastante per l’economia americana”.
La amministrazione Obama ha perseguito nell’ultimo biennio una politica che ha fortemente penalizzazato il settore del carbone e anche dell’energia nucleare, a favore delle energie rinnovabili con normative, sussidi federali e priorità di dispacciamento . Il costo dell’energia e gli effetti sull’economia erano considerati secondari dalla precedente Amministrazione (Obama) rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici. Infatti, nel “Climate Action Plan” del 2013 si stabiliva a priori l’obiettivo di raddoppiare per il 2030 la produzione di elettricità da FER e una riduzione della CO2 del 32% rispetto a quelle del 2005 nelle centrali elettriche alimentate con combustibili fossili.
Inoltre tramite l’EPA (Environmental Protection Agency) sono state emesse norme a favore delle rinnovabili e penalizzanti per le centrali elettriche tradizionali. “America first, America first“ di Donald Trump Il Personaggio lasciamolo alla Rivista An America First Energy Plan “L’energia è una parte essenziale dello stile di vita americana ed è alla base dell’economia mondiale. L’Amministrazione Trump si impegna a politiche energetiche che ridurranno i costi per gli americani laboriosi e a massimizzare l’uso delle risorse americane, liberandoci dalla dipendenza dal petrolio straniero”.
La visione e gli obiettivi del piano energetico di Trump sono chiari e rimangono nel solco storico della politica energetica e ambientale del Partito Repubblicano, con un ritorno alla “Energy Policy Act 2005” del presidente George W. Bush. Entrambi i Presidenti, in campo energetico, sono sostenitori del libero mercato e sono convinti che debba essere il mercato a stabilire quale fonte energetica segnerà il futuro degli USA e non le normative complesse e le onerose scelte per contrastare il riscaldamento globale, come é avvenuto in UE con il protocollo di Kyoto. Rimane irrisolto un problema: chi paga i costi ambientali (noti come “costi esterni” o
“esternalità ambientali”) che attualmente non sono inclusi nel prezzo??? Secondo il Premio Nobel Stiglitz, la soluzione per proteggere l’ambiente è semplice: far pagare alla gente per intero il costo di ciò che fa, vale a dire farla pagare se inquina. Per controllare le emissioni di anidride carbonica, il sistema migliore sarebbe quello che tutti i Paesi del mondo introducessero la stessa imposta sul contenuto di carbonio e cioè sul petrolio, sul carbone e sul gas proporzionale alle emissioni che generano e ogni Paese la riscuotesse come una specie d’IVA.
Strategie energetiche a confronto
Nel contrastare il cambiamento climatico si sta affermando un pensiero unico, per cui l’energia del futuro é rinnovabile o non sarà. ( Vedi PEM5S) A questo pensiero unico, il Presidente Trump risponde che ” Per troppo tempo, siamo stati trattenuti dalle normative onerose sulla nostra industria energetica.” e “togliere questi vincoli sarà molto utili ai lavoratori americani, aumentando i salari di oltre 30 miliardi di dollari nei prossimi 7 anni”. La politica energetica dell’UE, alla COP 21, è stata da prima della classe, con un approccio molto formale e calato dall’alto, con obiettivi assunti in modo unilaterale che non tengono conto della ricaduta del costo d’impatto ambientale sulla competitività delle sue imprese e sulla ricchezza del cittadino europeo; punta ad una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli
del 1990, a raggiungere una quota del 27% di energie rinnovabili e a migliorare del 27% l’efficienza energetica. Dalla lettura del PEM5S et al. emerge una strategia di cambiamento radicale e non riformista del sistema socioeconomico con misure di austerità dei servizi energetici, che porta ad un risparmio energetico forzato: non c’é spazio per il mercato e ai prezzi non viene riconosciuta alcuna funzione locativa. Pianificazione dall’alto. Ma anche la visione dell’UE prevede un mercato che nei fatti é poco libero , condizionato da normative a favorire delle energie rinnovabili, sussidi e priorità di dispacciamento e il provato e fallimentare ETS “European Union Emission Trading Scheme”
L’approccio del M5S et alii é di tipo rigidamente pianificatore , con una volontà politica che prevale sulle scelte individuali e come individui dobbiamo ringraziare la piattaforma Rousseau che assicura “il massimo che questo Paese può sperare....”. Noi esamineremo in modo sintetico cosa questi piani comportano per il settore energetico. Il presidente Trump intende abolire tutte le regole e le precedenti direttive Presidenziali che si oppongono all’estrazione dei combustibili fossili. Inoltre non seguirà l’accordo di Parigi (COP 21) firmato da Obama, rendendo ancora più vano un trattato che non prevede sanzioni. Un trattato
senza sanzioni per i firmatari che non lo rispettano, secondo il premio Nobel Jean Tirole, “le promesse si rivelano quelle che realmente sono:parole al vento”. La nuova Amministrazione, non potendo annullare l’Accordo firmato dal presidente Obama, seguirà la via già percorsa da George W. Bush che non ha dato esecuzione al protocollo di Kyoto firmato dal presidente Clinton. La nuova Amministrazione rottamerà i decreti presidenziali sull’ambiente, non inasprirà i limiti alle emissioni degli autoveicoli e concederà maggiore libertà di emissioni di gas serra al settore degli idrocarburi , del carbone e dell’industria pesante.
“Il PEM5S dovrà avere effetto sul sistema energetico (SE) a partire dal 2020, ma già NELL’ARCO DI UNA LEGISLATURA (5 ANNI) sarà possibile azzerare il consumo di carbone, con la chiusura delle 14 centrali italiane e chiudere gli inceneritori.” Il pragmatismo dell’Amministrazione Bush, perseguito da Obama fino al 2014, ha raggiunto a consuntivo odierno ottimi risultati sui temi: energia e ambiente. Gli USA hanno raggiunto gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra di circa 17% rispetto ai valori del 2005 e il contributo di tutte le rinnovabili (escluso l’idroelettrico) é solo il 3% dei consumi totali di energia. Il contributo del
fotovoltaico (nel mix elettrico) é solo di circa 1% in USA, contro il 7.9% dell’Italia e il 7.0 della Germania. Questo primato italiano a livello mondiale é costato 12,5 miliardi di euro di incentivi nel 2016 (fonti Assoelettrica), che corrisponde a circa a 200 euro per ogni cittadino italiano. Dal confronto tra i risultati raggiunti a consuntivo nel 2012 dagli USA e dall’UE28 emerge che le scelte dei primi hanno raggiunto obiettivi superiori e a minor costo rispetto all’UE. Nel 2012, con una crescita del PIL negli Stati Uniti del +2%, le emissioni di gas serra sono diminuite del 4% e sono scese di oltre il 12% dal 2005, mentre nel 2012 l’UE28 ha avuto un calo del PIL di -0.3
(recessione economica) e le emissioni sono diminuite solo dell -1.6% . Gli USA hanno puntato per ridurre le emissioni di CO2 sulla R&D e l’innovazione e non sui complessi meccanismi di gestione delle emissioni, come il fallimentare ETS, in attuazione del Protocollo di Kyoto. Un confronto diretto dei dati a consuntivo permette di valutare: la distruzione creatrice del mercato e la solerzia della burocrazia dell’UE. L’abbondanza di shale gas, la concorrenza, il progresso tecnologico e l’innovazione hanno fatto la differenza rispetto ai miliardi di euro spesi in sussidi alle FER, con una politica energetica condizionata da motivi ambientali e non da una visioni di sviluppo economico e industriale durevole.
Indipendenza energetica “L’amministrazione Trump s’impegna in politiche energetiche che ridurranno i costi per gli americani laboriosi e a massimizzare l’uso delle risorse americane, liberandoci dalla dipendenza dal petrolio straniero. Inoltre vanno sfruttate le riserve nazionali di shale gas, petrolio e carbone, in particolare quelle delle terre federali che gli americani possiedono, i cui profitti saranno utilizzati per costruire infrastrutture (strade, ponti, scuole , ecc.)”. Nel 2015, gli USA sono stati il primo produttore mondiale di petrolio: hanno estratto 12,7 Mbbl/giorno rispetto ai 7,2 Mbbl/d del 2009, con una crescita nel periodo del 72%. Nello stesso anno hanno prodotto 677,3 Gmc di gas,
pari al 22% dell’estrazione mondiale di gas naturale, con un incremento del +5,4% rispetto al 2014. L’indipendenza dal petrolio in regime di libera concorrenza, sotto l’Amministrazione Obama, é passata dal 38% al 63% e quella dei consumi totali di energia dal 77% del 2009 all’86%, mentre l’Italia e la Germania raggiungono attualmente rispettivamente solo il 23% e il 37% del consumo domestico totale di energia. In Italia diverse multinazionali del petrolio hanno rinunciato all’attività di Esplorazione&Produzione (E&P) con gravi danni all’immagine del Paese. Sono scappate dall’Italia: la Rockhopper per il giacimento Ombrina di fronte l’Abruzzo (arbitrato, Amsterdam contro lo Stato Italiano per circa 160 milioni di euro); la Shell nel golfo di Taranto
(addio a 2miliardi di investimenti), la Transunion e l’irlandese Petroceltic per fare R&E in acque internazionali al largo delle Tremiti e la Global Med bloccata dal TAR del Lazio per le concessioni di R&E in mare in Calabria ( grande vittoria dei sindaci della mia zona e del Governatore regionale Oliverio) L’Italia è il quarto Paese europeo per riserve accertate di idrocarburi convenzionali, con circa 223 Gmc di gas naturale e 100 Mt di petrolio. Se a questi si aggiungono le riserve convenzionali stimate si hanno altri 170 Gmc di gas e circa 120 Mt di petrolio. A parere unanime dei geologi, nel sottosuolo italiano ci sono le condizioni di trovare risorse impressionanti di idrocarburi, stimate in base alle caratteristiche geomorfologiche dei terreni dei giacimenti provati e simile a quelli scoperti a Cipro .
Le alternative in campo ● soluzione Trump ● accettare la politica schizofrenica sul gas e il doppiopesismo dell’UE (Nord Stream e Sud Stream) ● fare i primi della classe nell’attuazione degli impegni COP 21, quando non ce lo possiamo permettere ● PEM5S: Web Pianificatore e democrazia diretta ● Raggiungere obiettivi SEN varati dal Prof Monti ● SEN-2017??: gasdotto East-Med da Israele ( offshore Leviatan) a Cipro- Grecia- Italia. Il ministro Calenda ha annunciato che il progetto ”East-Med é tanto strategico per noi che verrà presentato ai ministri del G7 come asse di sviluppo della strategia complessiva del Mediterraneo”
Carbone. La politica del presidente Obama ha penalizzato e demonizzato il settore del carbone, attualmente in crisi per la concorrenza dei basi costi dello shale gas e per le severe e punitive regole fissate dall’EPA. ll presidente Donald Trump ha firma l'ordine esecutivo (28/3/2017) per rafforzare l'industria del carbone con l’obiettivo di sollevare l’industria del carbone e investire sul carbone pulito. Con ripresa della vendita di carbone dalle terre federali, innalzamento dei i limiti di CO2 sulle centrali elettriche e il ritorno al ruolo storico dell’EPA. Per esempio la Voelstalpine Texas LLC, nelle acciaierie americane utilizza (come energia) il metano, invece di carbone come in Austria, con una riduzione delle emissioni di CO2 del 40%. Il prossimo passo sarà l’utilizzo dell’idrogeno, che se prodotto da piccoli
reattori nucleari ad alta temperatura e da solare a concentrazione é rinnovabile (cioè il bilancio tra CO2 prodotto e consumato é quasi nullo). La tecnologia di cattura, stoccaggio e utilizzo del diossido di carbonio ha fatto notevoli progressi e il diossido di carbonio da materiale nocivo può diventare materia prima per produrre metanolo e combustibili liquidi mediante idrogenazione catalitica. La gassificazione del carbonio e l’idrogenazione del syngas per produrre metanolo e combustibili liquidi é una realtà in Cina e in altri Paesi. La visione di George Olah, premio Nobel della chimica, sviluppata in “The Methanol Economy” sta già mettendo robuste radici in Cina, in Israele, Islanda e negli USA e la nuova
Amministrazione potrebbe investire nella produzione competitiva d’idrogeno per elettrolisi ad alta temperatura o mediante cicli termochimici con reattori di piccola taglia HTGR e il solare a concentrazione, per produrre metanolo da miscelare con la benzina fino allo 85% in volume per ottenere benzine M85. Così gli USA, con gli impianti Methanex realizzati o pianificati per la produzione di metanolo, potrebbero raggiungere la dipendenza dall’importazione d’idrocarburi durante l’amministrazione Trump. Nel PEM5S il carbone in Italia é vietato anche nella calza della Befana e di metanolo e nuovi combustibili non c’é traccia. L’elettricità passa dal 22% del 2014, al 32% nel 2030 e 65% nel 2050 ??
Gas naturale & petrolio. “L’Amministrazione Trump abbraccerà la rivoluzione dello “shale oil and gas” per creare posti di lavoro e per dare prosperità a milioni di americani. Dobbiamo approfittare di circa 50 miliardi di dollari di riserve di gas e petrolio non sfruttate, in particolare quelle nelle terre federali che gli americani possiedono”. E’ chiara l’intenzione di avviare E&P d’idrocarburi nei territori federali, ma avrà difficoltà a rovesciare i limiti imposti da una ferrea disciplina ambientale dell’Amministrazione Obama, che ha imposto il divieto permanente di trivellazione per estrarre idrocarburi in vaste aree dell’Artico e dell’Atlantico. Quest’ultimo divieto potrà essere
annullato solo dalla Corte Federale. L'American Petroleum Institute ha affermato che la nuova normativa firmata da Trump aiuterà a continuare un boom energetico nazionale che "aiuta i consumatori americani, i lavoratori e l'ambiente". La rivoluzione tecnologica dello shale gas in USA ha portato a un sistema produttivo, basato su oltre 4000 compagnie che agiscono in regime di libera concorrenza e sono le condizioni di mercato, che ne condizionano la sua produzione e i prezzi (crisi prezzo petrolio). Quando i prezzi crollano alcune società vanno in banca rotta, come é avvenuto nel 2015 in USA a circa 42 società e i loro giacimenti di idrocarburi non convenzionali sono passati a società più solide. La rivoluzione tecnologica dello shale gas in USA ha
portato a un sistema produttivo di oltre 4000 compagnie che agiscono in regime di libera concorrenza. Nel 2013 in USA sono stati messi in produzione circa 7000 pozzi di shale gas, contro 3900 pozzi di petrolio e gas convenzionale nel resto del mondo (condizioni difficilmente realizzabili in altre aree e soprattutto in Europa). Il presidente Trump ha autorizzato, nei primi 100 giorni, il proseguimento dei lavori e completerà la costruzione degli oleodotti di Keystone XL e Dacota Access, bloccati dall’amministrazione Obama, a seguito di accanite e violenti opposizioni alle fonti fossili e allo stesso concetto di oleodotto (vedi M5S et alii). Gli USA hanno un’esperienza di gestione di ben 120 mila miglia di oleodotti. Il trasporto di
greggio via oleodotti é a minor costi e rischi rispetto a quello su rotaia o via nave. Il prof Edward Hirs (Economia Energetica dell’Università di Huston) sulla rivista Energia, sostiene che detto oleodotto elimina la necessità di trasportare il greggio per ferrovia, una tipologia di trasporto spesso causa di incidenti e di gravi danni per l’ambiente. La realizzazione di questi oleodotti darebbe un valido contributo alla sicurezza energetica nazionale e all’affrancamento delle importazioni dall’OPEC. Con l’eliminazione delle importazioni dall’OPEC verrebbe meno una delle ragioni alla base della partecipazione statunitense alle guerre in M. O. In Italia la produzione degli idrocarburi sono in calo e la fuga delle società con licenze di la R&E e E&P.
Senza E&P le risorse non diventeranno mai approvvigionamenti. “Perchè importare petrolio e metano invece di aumentare la produzione interna?” Romano Prodi. La produzione domestica di d’idrocarburi potrebbero raddoppiare entro pochi anni, se la politica creasse le condizioni per la ripresa dell’attività di E&P, fermando la fuga degli investimenti e il ritorno delle compagnie petrolifere ad investire in Italia. Speriamo che la SEN-2017 porti avanti la visione dei Proff. Prodi e Monti, facendo proprio i 4 obiettivi della SEN-2013: 1) riduzione dei costi energetici; 2) raggiungimento e superamento delle mete ambientali europee; 3) sicurezza dell’approvvigionamento;4) sviluppo industriale del settore energetico
Consumi energetici italiani http://www.eniscuola.net/wp-content/uploads/2016/03/scenario_energia_italia2016.pdf
Costi di generazione delle fonti e delle tecnologie LCOE (levelized cost of energy) www.assocarboni.it/.../RSE_Energia_ELETTRICA_ANATOMIA_DEI_ COSTI.pdf
Energia Nucleare Il presidente Trump, durante la campagna elettorale, si é espresso per eliminare tutti i sussidi federali a tutte le fonti d’energia. E’ un passo importante per rendere libero e competitivo il mercato energetico statunitense, perché con l’amministrazione Obama é stato condizionato da troppi vincoli ed é asimmetrico, poiché a priori si conosceva la fonte vincitrice: le energie rinnovabili. Le altre fonti energetiche non potevano competere, perché le energie rinnovabili hanno ricevuto grandi incentivi finanziari, vantaggi normativi e priorità di dispacciamento.
Il presidente Trump é “ favorevole all’energia nucleare, fortemente favorevole all’energia nucleare” e cercherà di consolidare ed incrementare l’attuale generazione elettronucleare che oggi copre circa il 19% dell’elettricità generata. Le norme restrittive dell’EPA, il mercato asimmetrico di Obama e il vantaggio competitivo alle rinnovabili hanno portato alla chiusura di 5 centrali nucleare ed altre avrebbero chiuso anche con la certificazione valida per l’esercizio, rilasciata dall’ente di controllo (NRC). Inoltre il presidente Obama ha accantonato il problema dello stoccaggio e sistemazione definitiva delle scorie radioattive; ha bloccato illegalmente la realizzazione del sito di stoccaggio definitivo di Yucca Mountain. La proposta di bilancio di Trump
con + 11,3 di budget nazionale per la Nuclear Security per la gestione e sistemazione definitiva delle scorie nucleari, quando le altre attività del DOE hanno avuto un taglio del -17,9%. L’ amministrazione Obama ha rallentato o bloccato i finanziamenti alla R&D per chiudere il ciclo di combustibile nucleare, con impianti per il riciclo del combustibile esaurito, il bruciamento degli attinidi e gli scarti di lavorazione di materiale fissionabile, provenienti dal settore civile e militare. La R&D e innovazione in campo nucleare é andata avanti, in questi ultimi otto anni, grazie all’iniziativa privata. La società TerraPower, fondata da Bill Gates, sta progettando un reattore veloce, refrigerato a sodio di IV Generazione che usa le scorie radioattive e l’ uranio
impoverito, denominato “ Traveling Wave Reactor, TWR”. ll primo prototipo, con una potenza elettrica di 600MW sarà costruito in Cina con la collaborazione della cinese “China National Corporation” e della giapponese Toshiba. Il finanziamento previsto dall’amministrazione Trump potrebbere chiudere il problema dello stoccaggio delle scorie radioattive e rendere robusto il settore nucleare, avviando il decommissioning della centrali nucleari fuori servizio, attività già finanziata con gli accantonamenti degli esercenti e con risorse finanziarie già spendibili. Queste risorse finanziarie sono adeguate per la maggior parte degli impianti ed accantonate dagli esercenti di centrali elettronucleari per la chiusura, messa in sicurezza, smantellamento e restituzione del sito
nucleare per altre attività. Il Presidente Trump sta cercando con il primo piano finanziario di dare da subito un nuovo impulso al settore, perché avrebbe un effetto trainante a costo zero per il settore con l’ industria del decomissioning. Il rafforzamento dell’industria nucleare americana é necessario per attuare i progetti previsti da “Energy Policy Act 2005” e rallentati o messi nel cassetto dall’amministrazione Obama, come i reattori ad alta temperatura per la produzione di idrogeno , mediante elettrolisi ad alta temperatura e cicli termochimici. Produrre idrogeno a prezzi competitivi da energia nucleare e da solare a concentrazione é l’obiettivo prioritario degli USA da realizzare entro il prossimo decennio ed é la
chiave per il riciclo della CO2 e la produzione di MeOH/DME e combustibili liquidi sintetici per la mobilità sostenibile. Il PEM5S non cita l’energia nucleare, ma il capogruppo Fico ha annunciato l’abbandono dell’importazioni di energia nucleare. L’Italia partecipa solo alla realizzazione del prototipo ALFRED (Advanced Lead Fast Reactor European Demonstrator), nel sito di Mioveni un in Romania e l’Ansaldo coordina un consorzio di aziende e di enti di ricerca europee. La Polonia ha aderito alla “NGNP Industry Alliance” o Alliance , fondata da 11 società (Entergy, Areva, Westinghouse, Dow Chimical, ConocoPhillips, etc.) , che prevede di costruire e di esercire un
prototipo di HTGR per dopo il 2021 e la Polonia si è candidata a costruire il primo reattore sul territorio nazionale per la gassificazione del proprio carbone. La Germania con qualche anno di ritardo ha proposto un progetto europeo, nell’ambito, del programma “the European Nuclear Cogeneration Industrial Initiative (NC2I) “ sugli HTGR e nel 2016 l’UE ha firmato un accordo di collaborazione con il Governo degli USA, chiamato GEMINI. Energie rinnovabili Dimenticare i sussidi federali per il mezzo miliardo di pannelli solari del programma della candidata Clinton, perché anche le energie rinnovabili dovranno
competere sul libero mercato. Le energie rinnovabili non saranno penalizzate da Trump, continueranno a conservare ancora vantaggi, con fondi già approvati dal Congresso. Per esempio, l’eolico dove la velocità del vento é buona e durevole continuerà ad andare a gonfie vele, anche con Trump (businessman). Il problema energetico potrà avere una soluzione sostenibile, se si punterà sulla scienza e l’innovazione tecnologica. La sinergia tra le fonti primarie e un suo saggio utilizzo potrà soddisfare sia le esigenze dei paesi del G20 che la grande richiesta di energia di chi ancora non ha accesso al mercato dell’energia (Paesi poveri).
RIFLESSIONI CONCLUSIVE - presunta superiorità etica dell’EU rispetto all’Amministrazione Bush, che non ha seguito il protocollo di Kyoto, ma ha puntato su R&D e innovazione - America First ha scandalizzato l’élite ecologista, cosmopolita e “politically correct” - Costruzione di Nord Stream 2, adesione forzata a Gemini , scontro con la Turchia e politica di austerità imposta ai Paesi deboli. “La Germania, caso unico al mondo, rifiuta gli stimoli e scarica l’onere delle correzioni sui Paesi deboli” Stiglitz - Prima l’Italia: cancellazione di Sud Stream, costruzione nell’isola di Veglia (Croazia) di un rigassificatore di LGN cofinanziato al 50% dall’UE
No R&E e E&P e fuga di multinazionali petrolifere già autorizzate con lotti per R&E e E&P, politica ondivaga e No TAP …., i NIMBY, ecc. - Politica energetica dell’UE in tilt: il decollo del gasdotto russo-turco ha messo in fibrillazione la Commissione europea che sta cercando di rimettere in circolo combinazioni di vecchi progetti e nuove iniziative (TAP, East-Med, isola Veglia, ecc.) nell’intendo di bloccare possibili espansioni del Turkish Stream al di là delle frontiere comunitarie e dei Balcani. Nel 2015 la Turchia importava il gas russo a 12$ per MBTU, a fronte ai 14$ pagati per il gas iraniano e azero, con il nuovo gasdotto verrà a costare tra 10-11 $ per MBTU. La realizzazione di Turkish Stream é la
porta di accesso per la Russia in Europa, porta che difficilmente le contromosse della Commissione Europea potrà chiudere. - La Turchia diventa l’hub del sud-est del Mediterraneo e l’Italia dovrebbe prendere atto, se non vuole vedere svanire il sogno di hub del Sud dell’UE. La Germania e la Turchia si sono sfilate dal transito tramite Ucraina (transito strategico per l’UE), che veniva a costare il 20% in più rispetto a Nord Stream. - Prima il Sud d’Europa: il cerino in mano rimane all’Italia, alla Grecia, Bulgaria,
Romania e Paesi balcanici serviti dalla fatiscente Trans-Balkan Gas Pipeline con circa 18 Gmc. L’Italia ha bisogno di gas meno costoso per difendere lo sviluppo della propria industria manifatturiera come la Germania e il gas sicuro può venire solo da Sud-Est (con un partenariato forte con la Russia), con almeno 20-40 Gmc di gas russo via Sud. Quello via Ucraina é più costoso e a rischio e tende a lievitare a seguito dell’aumento delle tasse di transito nel 2016 e la tendenza ad aumentarle da parte di Kiev e nel 2019 scade il
contratto di transito tra Kiev e Mosca. - Prima L’Italia. Se l’Italia metterà a sistema la visione dei Proff Monti e Prodi, sfruttando a pieno tutte le sue risorse di idrocarburi e si attrezzerà come Olanda-Germania potrà aspirare a diventare l’ HUB di gas e MeOH del Sud Europa e altrimenti sarà stato un sogno svanito e la realtà la condannerà alla marginalità sia nel transito di idrocarburi che nello sviluppo socio economico. Addio lavoro qualificato per i giovani. - Consenso sociale. Il discorso del governatore Emiliano per l’ inaugurazione del nuovo acquedotto Basilicata-Salento presenta elementi di riflessione:
“Quando si realizzano grandi opere, il sacrificio dell’ambiente è quasi inevitabile. Però è richiesta dal basso, condivisa dalla popolazione e chi la realizza ha la massima cura nel costruirla - qui sono stati espiantati oltre 2000 ulivi e trasferiti con grande attenzione - questa ha una grande comprensione da parte del territorio. La popolazione comprende il sacrificio che c'è da fare e ne sostiene la realizzazione, nonostante i disagi del cantiere” Che fare? Il mio sogno é che l’area del Centro-Sinistra presenti un piano energetico simile a quello della Germania da contrapporre alla Paleoenergia del M5S.
Bibliografia - An America First Energy Plan/whitehouse.gov https://www.whitehouse.gov/america-first-energy - Sintesi PEM5S-movimanto5stelle.it www.movimento5stelle.it/.../presentazione%20PEM5S_DEF.pdf - Programma Energetico M5S http://www.movimento5stelle.it/parlamento/PROGRAMMA%20ENERGETICO%20M5SOK.pdf- - Energy Consumption in the EU down to its early 1990s level ec.europa.eu/eurostat/web/products…/-/8-09022015-AP - L. Maugeri, “La rivoluzione nel gas; addio ai monopoli e prezzi bassi”, La Repubblica, 2 Nov 2015 www.repubblica.it/.../la_rivoluzione_nel_gas_addio_ai_monopoli_e_prezzi_ bassi_ovunque-126517699/ - MISE, “Bilancio Gas Naturale” dgsaie.mise.gov.it/dgerm/bilanciogas.asp - R. Prodi, “Forniture di gas, Italia all'angolo con l'accordo Mosca-Berlino, Il Messagero,28 giu 2015 - Direttiva2009/72/CE e Direttiva2009/72/CE, relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica e del gas, eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri... - UE, Trattati consolidati carta dei diritti fondamentali, Marzo 2010 http://europa.eu/pol/pdf/consolidated-treaties_it.pdf - IEA (2014), “Global energy trends to 2040”, in World Energy Outlook 2014, . http://dx.doi.org/10.1787/weo-2014-4-en - BP, Statistical Review of World Energy, 2015. https://www.bp.com/.../bp/.../energy.../statistical-review- 2015/bp-statistical- review-of-world-P. energy-2015-full-report.pdf - T. Fanelli, Europa insicura, Quale Energia, novembre/dicembre 2014 - Scaroni, La politica energetica che non c’é, 2014. http://www.enerblog.it/tag/paolo-scaroni/ - G.A. Olah, et al., Beyond Oil and Gas: The Methanol Economy, second ed. Wiley-VCH, Weiheim, 2009
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