UFO: i droni di Carlo Ratti Associati dipingono graffiti a Torino

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UFO: i droni di Carlo Ratti
Associati dipingono graffiti
a Torino
UFO (Urban Flying Opera) è un progetto che sta prendendo forma
a Torino che, attraverso il suo primo e sperimentale
intervento realizzato a fine giugno al Parco Aurelio Peccei
durante l’Italian Tech Week, vuole lavorare sulla possibilità
di produrre cultura e innovazione urbana attraverso l’utilizzo
dei droni. UFO è promosso da Compagnia di San Paolo e ideato e
curato da CRA-Carlo Ratti Associati (studio ancora fresco
vincitore del concorso per il Padiglione Italia all’Expo di
Dubai 2020) e coordinato e realizzato da Fondazione LINKS in
collaborazione con Tsuru Robotics.

UFO, primo esempio di graffitismo
urbano digitale
Un graffito di grandi dimensioni con l’immagine stilizzata di
Torino, riprodotto su una tela di 10 x 14 m montata
all’interno dello scheletro in cemento armato dell’ex Fiat
Iveco Telai.

Il disegno di UFO ha preso forma grazie all’azione di quattro
quadricotteri a volo autonomo. Dotati di bombolette spray di
differenti colori, hanno lavorato per due giorni consecutivi
guidati in tempo reale da una centrale a controllo remoto.

L’esplosione di colori
Il lavoro di ogni drone, abbinato a un colore differente, ha
avuto un settaggio predefinito. L’impostazione di riferimento
prevedeva il disegno di un’opera di arte urbana attraverso
l’esecuzione di tre strati. Due tonalità di grigio, scuro e
chiaro, sono state utilizzate come base per impostate la
storia, il magenta è servito per la rappresentazione dei
luoghi simbolo della città e degli spazi pubblici cittadini
mentre al finale, l’azzurro, è stato dato il compito di legare
e vivacizzare le varie immagini di questo racconto.

Urban Flying Opera non è solo tecnologia innovativa applicata
al miglioramento degli spazi urbani, ma è anche un progetto
che si basa sulla partecipazione: la scelta e la definizione
del soggetto raffigurato sono state infatti impostate dalle
oltre 1.000 persone che attraverso un’app online
(ufotorino.com) hanno risposto a una call lanciata lo scorso
anno che richiedeva di immaginare e raffigurare come la città
dovrebbe essere. Il disegno finale è stato poi individuato da
un gruppo di valutazione composto da rappresentanti
dell’Università degli Studi e del Politecnico di Torino.

La location: Aurelio Peccei, il
primo parco smart di Torino
Non casuale è stata anche la scelta della location. Il Parco
Aurelio Peccei, intitolato a un’ex dirigente Fiat
particolarmente attento alle tematiche ambientali e precursore
dello sviluppo di modelli sostenibili, è un progetto
all’avanguardia che si completa nel 2015, al termine di una
feconda stagione di progetti e investimenti che ha visto la
città di Torino farsi promotrice di un programma di interventi
che è riuscito a fare scuola.

Il parco fa parte del processo di rigenerazione urbana voluto
dal piano regolatore del 1995 di Vittorio Gregotti e Augusto
Cagnardi, che, impostando un asse di sviluppo guidato dal
tracciato della ferrovia, ha portato la trasformazione di
milioni di metri quadrati di aree dismesse a seguito della
crisi del settore dell’auto.
Un’area industriale e la sua conversione
a parco urbano
Nel cuore della mai del tutto completata Spina 4, a nord della
città, il progetto di Parco Aurelio Peccei è stato seguito da
un gruppo di lavoro coordinato dal settore Grandi Opere del
Verde del Comune e realizza un parco di 27.000 mq sull’area
che fu dell’ex Fiat Iveco Telai. Attrezzata con aree giochi e
piste ciclabili, mantiene ben evidente il suo passato
industriale nello scheletro di cemento armato dell’ex
struttura industriale che oggi sostiene pannelli fotovoltaici
che alimentano l’illuminazione a led.

Il progetto e la sua realizzazione sono stati particolarmente
attenti alla sostenibilità ambientale, a partire dalla
bonifica, che ha permesso di riutilizzare i materiali inerti e
ferrosi, e arrivando a pavimentazioni e vernici che,
attraverso la fotocatalisi, aiutano a evitare l’accumulo di
sostanze nocive. L’intervento è stato inoltre realizzato da un
cantiere a impatto zero, che ha compensato la produzione di
CO2 con la messa a dimora di nuovi alberi.

Photogallery

© Andrea Guermani

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Una nuova (ma troppo debole)
funzione per una città in cerca di
un futuro?
Con il progetto dei droni di UFO sembra che Torino, città in
piena crisi che dopo un’importante stagione di trasformazioni
è da anni alla ricerca di un progetto per il futuro che la
poco convincente (e traballante) amministrazione pentastellata
non sembra essere in grado di individuare, voglia rinsaldare
sempre di più il suo legame con l’innovazione e la tecnologia.

Fra mille polemiche e molti disagi, il 24 giugno una flotta di
oltre 300 droni ha sostituito per la seconda volta i fuochi
d’artificio per la festa di San Giovanni Battista. La proposta
2019 ha voluto sviluppare attraverso un programma più
articolato e avanzato la deludente esperienza precedente, che
aveva anche spostato lo spettacolo da piazza Vittorio Veneto a
piazza Castello.

Altre polemiche e qualche problema tecnico, anche per la Drone
Champions League. Dopo avere fatto tappa a Madrid, Parigi e
Pechino, è arrivata in Italia attraverso la capitale sabauda,
con le rive del Po che hanno fatto da sfondo alle sfide
acrobariche di otto squadre internazionali.
Spingere sull’innovazione attraverso i droni è sicuramente una
delle molte strade possibili ma, da sola e senza un piano
strategico ben definito, decisamente troppo debole per
ritoranare a scommettere sul futuro.
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