Ucraina, fuga dall'inferno della guerra: primi profughi arrivati in Italia
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Ucraina, fuga dall’inferno della guerra: primi profughi arrivati in Italia Un autobus con targa ucraina con una cinquantina di persone a bordo – donne e bambini e due uomini, di cui uno è l’autista – in fuga dalla guerra è giunto questa mattina al confine di Fernetti (Trieste). Ad attendere il bus c’erano le forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, che hanno effettuati i regolari controlli di frontieri. Sono diretti tutti a casa di amici o di conoscenti, prevalentemente al Nord tra Brescia, Vicenza, Milano. Qualcuno è diretto anche a Roma.
L’autobus è uno di quelli utilizzati per i trasferimenti su grandi distanze, probabilmente di una compagnia tedesca, e sarebbe il primo di profughi giunto a Fernetti, primo confine italiano, per chi arriva dall’Est. Stamani presto e ieri erano arrivate alcune auto o poche persone alla spicciolata, su autobus di nazionalità rumena. Questo, invece, sarebbe il primo con targa ucraina. Sul parabrezza c’è la scritta “Cherkasy -Genova, attraverso Kyiv, Zhytomyr, Rivne, Ternopil, Lviv”. A bordo ci sono donne e bambini, anche di soltanto pochi mesi, partiti due giorni fa e giunti questa mattina. I rispettivi mariti, hanno detto, sono rimasti in Ucraina a combattere. Tutte hanno lanciato un appello, “torni presto la pace”. Amatrice, una “casa” di emergenza assegnata al commissario Legnini La minoranza: “Benvenuto e speriamo ci sia la volontà di ricostruire insieme Amatrice e frazioni”
Il gruppo di minoranza “Ricostruiamo Insieme” del Comune di Amatrice dichiara di essere stupito di quanto trattato dalla Delibera di Giunta Comunale n° 23 del 10/02/2022, con la quale è prevista l’assegnazione di una S.A.E. di mq 60 (Soluzione Abitativa di Emergenza) al Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016. Le motivazioni addotte dall’Amministrazione Comunale sono: “l’assegnazione… porterebbe ad una velocizzazione delle opere, … impulso al processo di rivitalizzazione del territorio, … beneficiando del contributo di esperienza e riconosciuta professionalità che la massima figura istituzionale saprà dare nel supporto costante a questa Amministrazione” A breve quindi il territorio potrà beneficiare del contributo e dell’esperienza del Dott. Giovanni Legnini. Presumiamo che tale iniziativa sia dettata dalla necessità di aiutare l’attuale Amministrazione, colpevole dello stallo venutosi a creare negli ultimi mesi, e responsabile di iniziative poco comprensibili, come ad esempio quella della sospensione del CAS (Contributo di Autonoma Sistemazione) a circa 80 famiglie residenti. Speranzosi, diamo il benvenuto al Commissario e ribadiamo la nostra volontà a lavorare per RICOSTRUIRE INSIEME Amatrice e Frazioni. IL GRUPPO DI MINORANZA DI AMATRICE”Ricostruiamo Insieme” Palermo, cultura della
legalità: conclusa la prima serie di incontri tra Carabinieri e studenti del Liceo “D’Alessandro” di Bagheria Per il secondo quadrimestre sono state già programmate ulteriori “chiacchierate” sui temi tanto
attuali quanto delicati del bullismo e della violenza di genere “Corretti, non corrotti. Come la voce dei giovani uccide la mafia (non solo d’estate)”. È questo il titolo del programma d’incontri a cadenza settimanale, chiamati “I venerdì della legalità”, conclusi la scorsa settimana e che hanno visto impegnati nel corso del primo quadrimestre, da ottobre a febbraio, tutte le classi quarte e quinte del Liceo “D’Alessandro” di Bagheria con i Carabinieri della locale Compagnia. I militari hanno affrontato una pluralità di temi, iniziando dalle concrete distinzioni tra le principali organizzazioni criminose presenti in Italia, mafia, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita, per poi soffermarsi specialmente sugli aspetti tra loro comuni: il consenso sociale e la distorsione della realtà. Il primo quale fattore di controllo del territorio ad opera delle associazioni di tipo mafioso, spesso percepite dalla comunità quale forma collaterale e parallela allo Stato, sebbene si rimanga vincolati a vita, rinunciando alla propria libertà, in caso qualcuno si rivolga a loro per “richieste” di ausilio e favori. La distorsione della realtà, invece, costituisce un collante all’interno del sodalizio, facendo leva su disvalori retrogradi e deformati: pertanto il timore e la paura della gente diventeranno “rispetto”; gli attentati, le estorsioni e le gambizzazioni saranno intese come “ordinaria amministrazione della giustizia”, mentre il carcere, anche tra i più giovani, diventano “preziosi punti da collezionare per il proprio curriculum delinquenziale”. L’ulteriore tema affrontato dai Carabinieri è stato quello della corruzione, intesa quale scambio e svendita della propria funzione pubblica in cambio di una controprestazione: in un ambiente compromesso, infatti, non esiterà più niente di integro e di puro. Ecco perché la legalità, che per definizione costituisce confronto, ricerca, scambio di
opinioni e contaminazione, è proprio l’antitesi di un sistema corruttivo e deve trovare terreno fertile a partire dai più giovani, i quali, se un domani avranno la forza di rifiutare una raccomandazione per un concorso, confidando piuttosto nei propri studi e senso del dovere, potranno rendere più sana la nostra realtà. In questo percorso è stata determinante la collaborazione e la disponibilità dimostrata dalla Preside, Angela Troia, e dal referente per il progetto di legalità, Professor Musotto. Quale prosieguo della preziosa collaborazione avviata tra l’Arma e la Scuola, nel secondo quadrimestre sono quindi state già programmate ulteriori “chiacchierate” sui temi tanto attuali quanto delicati del bullismo e della violenza di genere. Norcia, ricostruzione Basilica di San Benedetto: terminato il montaggio della gru
Terminato il montaggio della gru nel cantiere della Basilica di San Benedetto a Norcia. Nella mattinata di ieri i tecnici delle ditte incaricate hanno posizionato il braccio meccanico lungo 52 metri sulla torre, alta 40. Un’operazione altamente spettacolare che ha portato a completare uno dei passaggi essenziali per avviare la ricostruzione materiale della “casa” del santo patrono d’Europa che dopo le scosse di terremoto di magnitudo 6.0 e 6.5 tra il 24 agosto e il 30 ottobre 2016 hanno comportato il crollo quasi totale della struttura. Il 30 ottobre la scossa maggiore delle 7:41 fece crollare il massiccio campanile sulla chiesa, distruggendone gran parte del corpo centrale. In piedi invece sono rimaste la facciata gotica e l’abside. La gru, che ha una portata fino a 30 quintali, è stata poi sottoposta al collaudo in vista dell’entrata in servizio. Intanto, all’interno del cantiere della Basilica continuano i lavori di preparazione per consentire alla ditta che si è
aggiudicata la ricostruzione di avviare l’opera. Poggio Mirteto, dopo anni di maltrattamenti denuncia il marito: arrestato 35enne del luogo L’uomo ha aggredito la moglie in casa di fronte ai due figli minorenni POGGIO MIRTETO (RI) – A Poggio Mirteto una donna è stata aggredita in casa dal marito, di fronte ai due figli minorenni. L’uomo in stato di ebbrezza alcoolica, durante un
violento litigio, ha inizialmente minacciato la moglie per poi picchiarla. La donna è riuscita a telefonare al 112 che ha subito attivato i Carabinieri del Comando Stazione Fara in Sabina. I militari sono intervenuti sul posto evitando che la situazione degenerasse ulteriormente, arrivando a ben più gravi conseguenze. L’uomo, un 35enne del luogo, è stato quindi arrestato in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia. Le prime indagini hanno consentito di acclarare come, purtroppo, non si sia trattato di un evento isolato ma di uno di tanti episodi di maltrattamenti, peraltro mai denunciati alle forze di polizia. La donna, visitata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rieti per le percosse subite, è stata giudicata guaribile in 4 giorni. L’uomo, incensurato, dopo il foto segnalamento, è stato trattenuto nelle camere di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto, e denunciato in stato di arresto alla Procura della Repubblica. Sabaudia, corruzione su concessioni demaniali: 16 indagati sindaco,
imprenditori e amministratori Nella mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Latina, coadiuvati nella fase esecutiva da militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Roma e Varese, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza applicativa di Misura Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Latina nei confronti di 16 indagati, in ordine ai reati di peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. A darne notizia il Procuratore della Repubblica Giuseppe de Falco. L’attività di indagine, condotta dal Procuratore Aggiunto dott. Carlo Lasperanza e dai sostituti dott. Antonio Sgarrella e dott.ssa Valentina Giammaria e seguita dal Procuratore della Repubblica dott. Giuseppe de Falco, iniziata nel mese di
novembre 2019 a seguito dell’incendio alla centrale termica dell’Ente Parco Nazionale del Circeo e alle minacce dirette al Comandante della Stazione Carabinieri Forestali “Parco di Sabaudia”, ha allo stato permesso di individuare rilevanti irregolarità nell’ambito del controllo delle assegnazioni delle concessioni demaniali, rilasciate dal Comune di Sabaudia per lo svolgimento delle attività balneari. Per quanto in particolare emerge allo stato delle indagini, tutte le quarantacinque attività balneari presenti sul lido di Sabaudia risulterebbero aver goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi all’interno del Comune di Sabaudia. Le attività di indagine hanno altresì permesso di appurare come proprio alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di alcuni stabilimenti e chioschi oggetto di favoritismi. I militari dell’arma, nel corso delle investigazioni, durate oltre sette mesi, hanno accertato e ricostruito – per quanto risulta allo stato del procedimento – undici episodi di turbativa d’asta, la formazione di innumerevoli atti falsi, nonché condotte corruttive che sarebbero state poste in essere dal Sindaco di Sabaudia e da amministratori comunali, in concorso con imprenditori e funzionari comunali. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori è finita soprattutto la Coppa del Mondo di canottaggio, che si sarebbe dovuta svolgere a Sabaudia nel 2020, con riferimento alla quale appaiono favorite ditte compiacenti all’amministrazione comunale, sia nella realizzazione del campo di gara sia nell’affidamento del servizio di manutenzione degli
impianti di illuminazione pubblica, per un giro di affari di circa 1 milioni di euro. La scrupolosa ricostruzione dei fatti ha al momento consentito inoltre di accertare come il Comune di Sabaudia abbia, in ragione della “vicinanza” ad alcuni stabilimenti e chioschi del litorale, sospeso il procedimento di revoca delle concessioni demaniali che, a seguito di controllo, erano risultate irregolari. Sono per altro verso emersi, nel corso dell’attività investigativa, episodi di peculato, corruzione e falso che risulterebbero compiuti da appartenenti ai Carabinieri Forestali di Sabaudia, con riferimento alla falsa attestazione della necessità, per presunti motivi di incolumità e sicurezza pubblica, di interventi per il taglio di alberi, al fine di favorire ditte compiacenti, alle quali dette opere venivano affidate. Ancora emergono allo stato episodi di turbativa d’asta che sarebbero stati commessi dal Direttore del Parco Nazionale del Circeo dell’epoca, il quale aveva affidato ad alcuni imprenditori a lui vicini la realizzazione di progetti sul cambiamento climatico, prima ancora che la relativa determina fosse discussa e approvata. In accoglimento della richiesta formulata dalla Procura di Latina nell’arile 2021, a dodici indagati è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari e ai restanti quattro indagati è stata applicata la misura cautelare del divieto o dell’obbligo di dimora, unitamente alla misura dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e con il divieto di esercitare la professione per 12 mesi. IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
Palermo, ragazzo pestato con una bottiglia di vetro: tre giovani arrestati I Carabinieri di Palermo hanno recentemente ulteriormente incrementato l’attività di controllo del territorio in città, allo specifico scopo di prevenire e reprimere episodi criminali connessi al fenomeno della movida nel centro cittadino. Durante uno dei servizi, i militari della Stazione Carabinieri di Palermo Oreto hanno, infatti, tratto in arresto tre giovani di 22, 25 e 30 anni ritenuti gravemente responsabili, secondo l’ipotesi accusatoria, di un violentissimo pestaggio posto in essere nel centro cittadino in piena notte. Una pattuglia dei militari, nel corso dell’attività di controllo del territorio, ha sorpreso tre giovani intenti a colpire un ragazzo, riverso a
terra, con calci e pugni ed utilizzando una bottiglia in vetro. L’immediato intervento dei Carabinieri ha consentito trarre in arresto, nella flagranza, uno degli aggressori e di mettere in fuga gli altri due, scongiurando così più gravi conseguenze per la giovane vittima. Le successive tempestive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno consentito ai Carabinieri di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli altri due complici datisi alla fuga. Il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della locale Procura, ha emesso a loro carico un provvedimento cautelare al quale i Carabinieri hanno poi dato esecuzione, sottoponendo entrambi i giovani agli arresti domiciliari con la c.d. misura del braccialetto elettronico. Analoga misura cautelare è stata applicata, in occasione della convalida dell’arresto, nei confronti del giovane bloccato nell’immediatezza dei fatti. La vittima, trasportata in ospedale a seguito dell’aggressione, aveva riportato 12 giorni di prognosi. Marsala, “Porticella”. L’assessore Galfano: “Ridato decoro in uno spazio pubblico storico”
MARSALA (TP) – Conclusa la prima parte di interventi nel verde pubblico di Piazza Marconi (“Porticella”) a Marsala. Rimossi i pini accanto al “carro armato”, le cui radici si erano conficcate nel tetto della Chiesa della Madonna della Cava. Un problema segnalato da tempo dal sacerdote rettore del Santuario, supportato da una relazione dell’agronomo incaricato dal competente Assessorato comunale diretto da Arturo Galfano.
Gli operatori del verde pubblico, venerdì scorso, hanno successivamente sostituito i pini con piante di ulivo – di apprezzabile dimensioni – ed hanno potato il grande ficus alle spalle del chiosco frutta e verdura. La prossima settimana, l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Grillo completerà lo spazio a verde con la messa a dimora di sterlizie. L’assessore Galfano: “Non abbiamo solo risolto un problema che stava arrecando danni alla struttura in cui si conserva l’effige della Patrona di Marsala, ma abbiamo anche ridato decoro in uno spazio pubblico storico dove, a detta di molti residenti, erano presenti problemi igienici nella parte più nascosta della piazzetta”. Forano, arrestato “topo d’appartamento”: entra in pieno giorno nell’appartamento di una donna
FORANO (RI) – Una donna torna a casa e trova un topo d’appartamento che si da subito alla fuga. E’ successo nei giorni scorsi in pieno giorno a Forano dove sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Stimigliano che hanno arrestato in flagranza di tentato furto in abitazione, un 25enne di origini rumene, già noto alle Forze di Polizia. I militari, durante un servizio finalizzato alla prevenzione e alla repressione dei reati predatori, sono intervenuti sul posto, dove, la donna, pochi minuti prima, aveva richiesto al 112 Numero Unico di Emergenza Europeo, l’intervento di una pattuglia, avendo trovato l’uomo all’interno della sua abitazione. Le prime indagini hanno consentito ai Carabinieri di acclarare come il giovane, in pieno giorno, si fosse introdotto nell’abitazione da una finestra lasciata aperta e poi, vistosi scoperto dalla proprietaria di casa, si era dato alla fuga senza asportare nulla.
Il repentino intervento dei Carabinieri della Stazione di Stimigliano e dell’Aliquota Radiomobile di Poggio Mirteto ha consentito di rintracciare il giovane nel centro del paese che è stato fermato e denunciato in stato di arresto a questa Procura della Repubblica. Nel procedimento penale instauratosi nei suoi confronti, la sussistenza della responsabilità penale sarà accertata dal Giudice. Bologna, scoperta choc: in un capannone trovati feti umani all’interno di fusti gialli Dai primi accertamenti proverrebbero da una struttura universitaria, una biblioteca di anatomia, che probabilmente li conservava per motivi di studio e di ricerca
Feti conservati all’interno di alcuni fusti gialli, etichettati con il simbolo dei rifiuti biologici speciali e abbandonati in un capannone della zona industriale di Granarolo, nel Bolognese. È quanto ha scoperto la squadra Mobile di Bologna mercoledì sera appena arrivata nel magazzino, dopo essere stata chiamata da un ragazzo che recupera ferro e vecchi materiali nelle aziende della zona. Il ragazzo che ha fatto il macabro ritrovamento, era stato a sua volta chiamato dal titolare di una ditta che si occupa di svuotare cantine e magazzini. Gli investigatori, coordinati dalla Procura, hanno subito avviato le indagini nel massimo riserbo L’area, dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco del Nucleo Nbcr, è stata messa sotto sequestro, così come i fusti. E’ intervenuta anche la Scientifica. I resti sono immersi in un liquido che potrebbe essere formaldeide oppure un’altra sostanza per la conservazione medica dei corpi. Gli investigatori, a quanto si apprende, hanno già iniziato a sentire i primi testimoni per ricostruire la vicenda e capire la provenienza dei barili. Dai primi accertamenti proverrebbero da una struttura universitaria, una biblioteca di anatomia, che probabilmente li conservava per motivi di studio e di ricerca. Alcuni anni fa ci fu una ristrutturazione con sgombero dei locali ed è stato in quell’occasione che i contenitori furono trasportati nel capannone di una ditta di traslochi, dove sarebbero rimasti fino ad ora. La Procura ha convalidato il sequestro, ipotizzando provvisoriamente, in attesa di comprendere meglio i termini della vicenda, un reato legato all’illecito trattamento di rifiuti speciali.
1 maggio 1985, agguato alla polizia stradale: arrestato l’ex NAR Fabrizio Dante L’uomo si era dato alla latitanza dopo che la Cassazione aveva rigettato il ricorso avverso la
condanna all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio in concorso Arrestato a Capo d’Istria l’ex NAR Fabrizio Dante riconosciuto colpevole dell’agguato – rivendicato dall’organizzazione terroristica di estrema destra “Nuclei Armati Rivoluzionari” – ad una pattuglia della polizia stradale, avvenuto sull’autostrada A24 il 1 maggio 1985, nel quale perse la vita l’Agente Scelto della Polizia di Stato Giovanni Di Leonardo e dove rimase ferito l’Agente Pierluigi Turriziani. A mettere le manette ai polsi all’ex NAR, lo scorso mercoledì 16 febbraio, la Polizia slovena – in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo. Fabrizio Dante, di anni 59, si era dato alla latitanza dallo scorso 9 febbraio dopo che la Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso presentato dallo stesso avverso la sentenza di condanna all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio in concorso, emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma – Sez. Prima il 17 marzo 2021. L’inchiesta, condotta dalla Polizia di Stato, aveva permesso di attualizzare – nell’ambito di una periodica rivisitazione dei fascicoli relativi a episodi criminosi di particolare gravità commessi nel passato – un fondamentale riscontro investigativo, riguardante il frammento di impronta palmare sinistra esaltato all’epoca dalla Polizia Scientifica sullo sportello anteriore destro dell’autovettura di servizio in uso agli operatori. La comparazione effettuata nel 2014 dalla Polizia Scientifica, tramite il sistema AFIS, aveva consentito infatti di attribuirla al citato terrorista; gli ulteriori approfondimenti, estesi anche al contesto criminale di appartenenza, avevano ulteriormente rafforzato il quadro probatorio a suo carico.
Il militante romano, figura di primo piano dell’estrema destra romana degli anni 80, era inserito in diverse trame eversive riguardanti i NAR, con riferimento ad attacchi alle Forze dell’Ordine ed alla necessità di approvvigionamento di armi. L’arresto dell’uomo costituisce il coronamento di una continuativa ed incessante attività condotta dal personale della Polizia di Stato della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione e della Digos della Questura di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina volta alla ricerca del Dante, estesa anche in campo internazionale; le indagini si sono focalizzate in Slovenia ove, si sono recati un nucleo di investigatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, della Digos di Roma e della Direzione Centrale della Polizia Criminale/S.C.I.P..
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