Tutte le discipline a guisa di raggi di una sfera si concentrano intorno allo spirito, il quale si volve intorno a se stesso, come la terra, e ...

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Tutte le discipline a guisa di raggi di una sfera si concentrano intorno allo spirito, il quale si volve intorno a se stesso, come la terra, e ...
tutte le discipline a guisa di raggi
di una sfera si concentrano intorno
allo spirito, il quale si volve intorno
a se stesso, come la terra, e procede
per la sua via infinita.
lì dunque, in quel centro, bisogna
mirare; e in qualunque disciplina voi
attendete, lì appuntare gli studi,
se volete acquistare davvero il sapere.
[luigi settembrini, orazione inaugurale nell’università di napoli, 1862 ]
Tutte le discipline a guisa di raggi di una sfera si concentrano intorno allo spirito, il quale si volve intorno a se stesso, come la terra, e ...
Tutte le discipline a guisa di raggi di una sfera si concentrano intorno allo spirito, il quale si volve intorno a se stesso, come la terra, e ...
La Rete dei
Saperi nelle
università
napoletane
da Federico II
al duemila
[3] Greco e Latino / Storia / Culture
orientali / Lingua e letteratura
MXEPMERE0MRKYMWXMGEÁPSPSKMI
letterature e lingue
a cura di Cesare de Seta
Tutte le discipline a guisa di raggi di una sfera si concentrano intorno allo spirito, il quale si volve intorno a se stesso, come la terra, e ...
si ringraziano                            Un ulteriore ringraziamento va             pp. 77, 163, 275, 359, 420-421, 438, 440,
                                  ANM, Azienda Napoletana Mobilità          a Daniela Bacca, Eros Baldissera,          442, 498, 515
                                  S.p.A.                                    Carolina Belli, Lucia Borrelli,            Florian Castiglione, pp. 6-7, 10-11,
art director                      Biblioteca Nacional de España, Madrid     Piergiulio Cappelletti, Antonio            20-21, 25, 27, 39, 47, 72-73, 82, 83, 92,
enrica d’aguanno                  Bibliothèque nationale de France, Paris   Caputo, Stefania Castanò, Lucia            93, 95, 106, 126, 138, 142, 143, 152, 157,
                                  Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze    Caterina, Gennaro de Franco,               165, 170-171, 184, 185, 191, 208, 214,
redazione                         Biblioteca Oratoriana del Monumento       Antonio De Gregorio, Matteo Delle          250-251, 290, 291, 340, 362-363, 390,
paola rivazio                     dei Girolamini, Napoli                    Donne, Renata De Lorenzo, Raffaele         394, 398, 401, 408, 410, 422, 428,
                                  Biblioteca Pública de l’Estado            De Magistris, Antonio Ernesto              432, 437, 460, 464-465, 466, 474, 477,
impaginazione                     en Huesca                                 Denunzio, Teresa D’Urso, Gabriele          496-497, 502, 507, 518, 520
francesca aletto                  Biblioteca Statale del Monumento          Flaminio, Laura Forte, Giulia Galasso,     Centro Musei Scienze Naturali e
                                  Nazionale della Badia di Cava de’         Marta Herling, Andrea Improta,             Fisiche, Università degli Studi di
elaborazione immagini             Tirreni                                   Valentina Lepore, Maria Gabriella          Napoli Federico II, p. 202
franco grieco                     British Library, London                   Mansi, Andrea Manzo, Stefania              Annibale Elia, p. 489 (a destra)
                                  Burgerbibliotek, Bern                     Marchi, Paolo Mascilli Migliorini,         Fototeca della Direzione regionale
                                  Certosa e Museo di San Martino,           Antonella Muratgia, Stefano                Musei Campania, pp. 104-105, 109
                                  Napoli                                    Palmieri, Mario Panarello, Carla Pepe,     (Fabio Speranza), 328, 385
                                  CRAI Biblioteca de Reserva,               Maria Rascaglia, Rosa Rossi, Renato        Luciano Furia, p. 406
                                  Universitat de Barcelona                  Ruotolo, Carlo Sbordone, Elisabetta        Mimmo Jodice, p. 350
                                  Fondazione Real Monte Manso               Scirocco, Marilù Siragusa, Marisa          Laboratorio fotografico Dipartimento
                                  di Scala, Napoli                          Tortorelli, Luigi Veronese, le famiglie    di Studi umanistici dell’Università
                                  Galleria Bottegantica, Milano             dei professori e i collezionisti che,      degli Studi di Napoli Federico II / Lucio
                                  Goethe-Institut, Napoli                   in tempi e modi diversi, hanno             Terracciano, pp. 482, 484-488
                                  Institut français, Napoli                 prestato la propria collaborazione.        Romolo Loreto, p. 298 (a destra)
                                  Instituto Cervantes, Napoli               Si ringraziano, inoltre, per la cortese    Gianfranco Maddoli, p. 187 (al centro)
                                  Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia        disponibilità la Direzione del Centro      Marco Maraviglia, p. 125
                                  -Palazzo Zevallos Stigliano, Napoli       Musei delle Scienze Naturali e             Roberta Mazzone, pp. 134, 153, 166,
                                  Museo Archeologico Nazionale,             Fisiche dell’Università degli Studi        167, 169, 172, 193, 195, 212-213, 242,
                                  Napoli                                    di Napoli Federico II, il personale        255, 259, 271, 288, 308, 314, 325, 329,
                                  Museo Campano, Capua                      delle biblioteche delle università         338-339, 403, 404, 443, 492, 501, 505,
                                  Museo Centrale del Risorgimento,          napoletane e degli enti che hanno          516, 522, 525, 527
                                  Roma                                      concesso la propria collaborazione         Palazzo Reale di Napoli, p. 230
                                  Museo Civico di Castel Nuovo, Napoli      scientifica.                                Luciano Romano, pp. 267, 452, 480-481
                                  Museo Duca di Martina, Napoli                                                        The Metropolitan Museum of Art,
                                  Museo e Real Bosco di Capodimonte,        ricerca iconografica                        New York, pp. 84-85
                                  Napoli                                    a cura di Paola Rivazio, Alessandra
                                  Museo Nacional del Prado, Madrid          Veropalumbo, Massimo Visone
                                  Museo Statale Ermitage, San                                                          © per le immagini
                                  Pietroburgo                               referenze fotografiche                      Ministero per i beni e le attività
                                  Österreichische Nationalbibliothek,       Archivio dell’Arte / Luciano e Marco       culturali e per il turismo; musei
                                  Wien                                      Pedicini, pp. 17, 74, 79, 89, 123, 347,    ed enti proprietari delle opere
                                  Palazzo Reale di Napoli                   360, 370, 448, 456, 510
arte’m                            Pierpont Morgan Library, New York         Archivio fotografico dell’Istituto per      l’editore resta a disposizione degli
è un marchio registrato di        Rijksmuseum, Amsterdam                    la Storia del Risorgimento Italiano di     eventuali aventi diritto
prismi                            The Metropolitan Museum of Art,           Roma, p. 204 (a sinistra)
                                  New York                                  Archivio fotografico del Museo
certificazione qualità                                                       Archeologico Nazionale di Napoli,
ISO 9001: 2015                    Un ringraziamento al Laboratorio          pp. 130, 374-375
www.arte-m.net                    fotografico della Biblioteca               Archivio Patrimonio Artistico Intesa
                                  Nazionale Vittorio Emanuele               Sanpaolo / Foto Luciano Pedicini,
stampato in italia                III di Napoli per la campagna di          Napoli, p. 478
© copyright 2020 by               digitalizzazione del materiale            Peppe Avallone / ANM, Azienda
prismi                            bibliografico e delle foto storiche,       Napoletana Mobilità S.p.A., pp. 450, 451
editrice politecnica napoli srl   in particolare a Giorgio Di Dato          Biblioteca Nazionale Vittorio
tutti i diritti riservati         e Angela Pinto.                           Emanuele III di Napoli, Giorgio Di Dato,
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La Rete dei Saperi nelle università
napoletane da Federico II al duemila

a cura di Cesare de Seta

Comitato d’onore                       Comitato scientifico     Comitato redazionale
Alberto Carotenuto                     Enrica Amaturo          Massimo Visone
Università degli Studi di Napoli       Franca Assante          coordinatore
Parthenope                             Alfredo Buccaro         Francesca Capano
Lucio d’Alessandro                     Giovanna Cassese        Alessandra Veropalumbo
Università degli Studi Suor Orsola     Cesare de Seta
Benincasa - Napoli                     Leonardo Di Mauro
Gaetano Manfredi                       Domenicantonio Fausto   Supporto tecnico-scientifico
Università degli Studi di Napoli       Vittoria Fiorelli       Centro Interdipartimentale di Ricerca
Federico II                            Alessandro Fioretti     sull’Iconografia della Città Europea
Arturo De Vivo                         Emma Giammattei         (CIRICE) dell’Università degli Studi
Università degli Studi di Napoli       Girolamo Imbruglia      di Napoli Federico II
Federico II                            Paolo Isotta
Elda Morlicchio                        Luigi Labruna           Collaborazione scientifica
Università degli studi di Napoli       Lorenzo Mangoni         Accademia Pontaniana, Napoli
“L’Orientale”                          Massimo Marrelli        Archivio di Stato di Napoli
                                       Matteo Palumbo          Biblioteca Nazionale Vittorio
                                       Giovanni Polara         Emanuele III di Napoli
                                       Rosalba Ragosta         Biblioteca Universitaria di Napoli
                                       Anna Maria Rao          Istituto italiano per gli studi storici,
                                       Adriano Rossi           Napoli
                                       Guido Rossi             Società Napoletana di Storia Patria
                                       Alessandro Santini      Società Nazionale di Scienze, Lettere
                                       Maura Striano           e Arti in Napoli
                                       Fulvio Tessitore
                                       Guido Trombetti
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Sommario

      Greco e Latino                              289   Orientalistica a Napoli dalla riforma
 13   Greco e Latino nello Studio e                     Gnoli al Duemila
      nell’Università di Napoli. Da Federico II         Adriano Valerio Rossi, Michele Fatica,
      al Dipartimento di Filologia classica             Giuseppe De Marco, Ugo Marazzi
      Giovanni Polara

                                                        Lingua e letteratura italiana
      Storia                                      341   De Sanctis ministro e la Facoltà
 75   Formazione e diffusione del sapere                di Lettere
      storico in età medievale a Napoli                 Emma Giammattei
      (XIII-XV secolo)
      Fulvio Delle Donne                          351   Il professore De Sanctis e la letteratura
                                                        italiana a Napoli
107   Formazione e diffusione del sapere                Emma Giammattei
      storico in età moderna a Napoli
      (1494-1794)                                 361   Imbriani al confine tra i saperi della
      Girolamo Imbruglia                                letteratura. I corsi
                                                        Emanuela Bufacchi
139   Luoghi e figure della storiografia
      in età contemporanea                        371   Luigi Settembrini e la pedagogia civile
      Mauro Moretti, Antonella Venezia                  Paola Villani

179   La Storia antica a Napoli, prima, dopo      383   Bonaventura Zumbini
      e oltre Benedetto Croce                           Nunzio Ruggiero
      Eduardo Federico
                                                  391   Erasmo Pèrcopo
203   Antropologia                                      Nunzio Ruggiero
      Valerio Petrarca
                                                  399   Francesco Torraca
                                                        Gianluca Genovese
      Culture orientali
215   Sinologia e orientalistica all’Orientale    407   Federico Quercia
      di Napoli da Matteo Ripa al 1972                  Emanuela Bufacchi
      Michele Fatica, Adriano Valerio
      Rossi, Giuseppe De Marco, Sergio            411   Francesco Prudenzano
      Muzzupappa                                        Emanuela Bufacchi

                                                  417   Francesco Colagrosso
                                                        Emanuela Bufacchi
423   L’altro maestro. Croce e l’italianistica            Linguistica, filologie, letterature
      dell’Università di Napoli                           e lingue
      Emma Giammattei                               483   Glottologia e Linguistica
                                                          Federico Albano Leoni, Francesca
429   Il lungo Rinascimento di Giuseppe                   M. Dovetto
      Toffanin
      Giancarlo Alfano                              493   Francesistica
                                                          Francesco Fiorentino
433   Filologia e letteratura: l’effetto
      Battaglia                                     499   Anglistica e Angloamericanistica
      Matteo Palumbo                                      Simonetta de Filippis

441   Linguistica e storia della lingua italiana    503   Germanistica
      Rita Librandi                                       Giovanni Chiarini

447   Gli studi danteschi di Vittorio Russo         511   Ispanistica e Lusitanistica
      Corrado Calenda                                     Augusto Guarino

453   Rinascimento e modernità: Giancarlo           519   Filologia e linguistica romanza
      Mazzacurati                                         Laura Minervini
      Antonio Saccone
                                                    523   Filologia germanica, nederlandese
457   Pompeo Giannantonio                                 e lingue nordiche
      Raffaele Giglio                                     Raffaella Del Pezzo

461   Mario Santoro                                 528   Indice dei nomi
      Adriana Mauriello                                   a cura di Alessandra Veropalumbo

467   L’Otto-Novecento di Antonio Palermo           540   Autori
      Pasquale Sabbatino

471   Aldo Vallone. Gli studi danteschi e la
      letteratura del Mezzogiorno
      Pasquale Sabbatino

475   Dall’Archivio alla Storia: la “meravigliosa
      passione” di Giorgio Fulco
      Andrea Mazzucchi
Greco e Latino nello Studio e nell’Università
di Napoli. Da Federico II al Dipartimento
di Filologia classica

Giovanni Polara

ƧƬӭƱƩƤƨƣҭƱƨƢƠƧҭƬƩƠƪҳƬћƯƢƮƬ                                    di almeno queste due discipline ‘filologiche’, applica-
Pind. fr. 121 Snell                                               te allo studio della lingua e della cultura latina, abbia-
                                                                  mo una lettera inviata a Federico da professori e studenti
I decenni svevi: dalla fondazione federiciana alla metà           dello Studio per chiedere una sua visita dopo la riapertu-
del XIII secolo                                                   ra e il potenziamento del 1239: “ibi gramatica sufficienter
La famosa dispositio del 1224 con cui Federico II dettò le        sua rudimenta premittit, logica silogismos discutit, me-
norme per l’organizzazione degli studi a Napoli prevede-          dicinas aperit fisica, emittit dulces suadelas rethorica,
va che vi fossero insegnate tutte le artes, cioè quelle che       colligit aritmetica numeros, distinguit spatia geometria,
un tempo erano organizzate nel Trivio e nel Quadrivio,            celestes format musica sonos, astrorum astronomia cur-
con Grammatica, Retorica e Dialettica nel primo, Aritme-          sus edocet, lites leges dirimunt, dubia decreta decernunt,
tica, Geometria, Musica e Astronomia, raggruppate nella           theologia aperit celum, mentem denique tollit in altum”2.
Matematica, nel secondo. La Grammatica era la prima di-           La grammatica compare come prima delle arti, quella
sciplina, sotto il suo nome andavano due diversi livelli di       che impartisce dei rudimenta, insegnamenti iniziali, vali-
insegnamento (come è ancora adesso), quello elementare,           di per tutti gli studi successivi, e accanto a lei sono la re-
per i ragazzini che imparavano a leggere e scrivere, e quel-      torica, la dialettica (logica), le quattro del Quadrivio, non-
lo più avanzato, oggi universitario, che affrontava i più         ché la medicina, stranamente collocata fuori posto (segno
complessi problemi teorici e la storia della lingua1. Anche       che si tratta di un’interpolazione? è nota, ma non va trat-
la Retorica sopravviveva, ma aveva cambiato almeno in             tata qui, la questione dell’insegnamento della medicina
parte nome, statuto e finalità: da scienza del dire, dell’ora-    tra Napoli e Salerno), il diritto, che era certamente il prin-
toria, era passata ad Ars dictaminis, scienza dello scrivere,     cipale interesse di Federico, e la teologia.
riducendo molto o addirittura eliminando le ultime due            Di Grammatica e di Retorica (o dictamen) conosciamo an-
delle originarie cinque sezioni che la componevano, inven-        che alcuni professori, a partire da Gualtiero d’Ascoli di cui
tio, dispositio, elocutio, memoria e actio, perché alla memoria   abbiamo notizia per la sua morte, ricordata nella conso-
provvedeva già il nero su bianco della carta scritta e l’actio,   latoria di Pier della Vigna inviata a tutti i professori del-
che per i Greci, soprattutto per Demostene, era la parte più      lo Studio di Napoli, Neapolitani Studii doctoribus universis,
importante di tutte, non serviva per testi che non doveva-        per compiangere la scomparsa dell’“esimio fra i gramma-
no essere ascoltati, ma solo letti in silenzio.                   tici, nostro amico e fratello, il maestro G.”3. Alcuni mano-
Tra le conferme della presenza nello Studio napoletano            scritti completano il nome, scrivendo Girardinus oppure

                                                                         GRECO E LATINO NELLO STUDIO E NELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI 13
pagine 6-7                         pagine 10-11                       pagina 12                         Terrisio da Atina
Università degli Studi di Napoli   Università degli Studi di Napoli   Nicolas Perrey                    De Vita et Rebus Gestis Alexandri
Federico II                        Federico II                        antiporta, in Giovanni Battista   Magni Historia Soluta Oratione
facciata della sede centrale       sala del Consiglio                 Cacace, Theatrum omnium           et Versibus Elegiacis Descripta
su corso Umberto I                 di Amministrazione                 scientiarum, Napoli, 1650         1367 circa
                                                                      Napoli, Biblioteca Nazionale      Napoli, Biblioteca Nazionale
                                                                      Vittorio Emanuele III             Vittorio Emanuele III, Ms. V.B.37

                                                                      Studio papalino a quello imperiale, dove rimase fino alla
                                                                      sua morte; considerando la chiusura per l’invasione della
                                                                      Campania da parte del clavisegnati di Giovanni di Brien-
                                                                      ne a cui Gualtiero fa riferimento, il trasferimento da Bolo-
                                                                      gna a Napoli sarà intervenuto nel 1234 piuttosto che nel
                                                                      12396, comunque in occasione di una delle reformationes
                                                                      fridericiane che aprirono la tradizione di troppo frequen-
                                                                      ti riforme che continua a interessare l’Università italiana.
                                                                      La lettera ricorda anche un altro grammatico, scomparso
                                                                      prima di Gualtiero e suo allievo: se fosse vera la ricostru-
                                                                      zione di Tiraboschi, il riferimento potrebbe essere a Be-
                                                                      ne di Firenze, per la cui morte compare nell’epistolario,
                                                                      subito prima di questa, un’altra consolatoria – ma scrit-
                                                                      ta probabilmente da Terrisio di Atina – databile intorno
                                                                      al 1240 e indirizzata ai professori di Bologna, lo Studio
                                                                      in cui Bene insegnò fino alla morte, rifiutandosi di veni-
                                                                      re nel Regno e di ricoprirvi cariche politiche e verisimil-
                                                                      mente anche accademiche7. Questo comporterebbe che
                                                                      Bene sia stato allievo, a Bologna, di Gualtiero, negli an-
                                                                      ni in cui frequentava anche le lezioni di retorica di Buon-
                                                                      compagno da Signa, all’inizio del secolo; purtroppo pe-
                                                                      rò è cosa di cui non abbiamo alcuna possibile conferma
                                                                      significativa, così come non siamo in grado di ricostruire
                                                                      con qualche precisione le date di nascita di Gualtiero e di
                                                                      Bene. Se invece si pensa a un giovane meno famoso, ma-
                                                                      gari un allievo napoletano di Gualtiero, nella consolato-
                                                                      ria per il più noto magister sarebbe stato inserito il ricordo
                                                                      di un altro docente immaturamente scomparso.
                                                                      Con Gualtiero, Napoli aveva fatto un buon acquisto: il
                                                                      suo manuale è all’altezza dei migliori lavori prodotti in
                                                                      quegli anni e dimostra la lunga fatica a cui fa riferimen-
                                                                      to la prefazione. Se il titolo fosse Speculum artis gramma-
                                                                      ticae ci troveremmo dinanzi a una delle prime denomi-
Guaterus; oggi si ritiene che avesse ragione il vecchio Tira-         nazioni di questo tipo, anteriore alla straordinaria fio-
boschi4 a identificarlo con Gualtiero da (o di) Ascoli, Gual-         ritura del genere dopo il Bellovacense; con Summa deri-
terus o Gualterius Esculanus, l’autore dello Speculum artis           vationum sarebbe, invece, praticamente sicura la dipen-
grammaticae, anche noto come Summa derivationum: alla fi-             denza da Uguccione, esplicitamente citato già nel prolo-
ne del prologo di quest’opera Gualtiero stesso dice, infatti,         go accanto a Isidoro di Siviglia8. Come nelle Derivationes
esplicitamente “Hoc opus Bononiae est inceptum eo tem-                del lessicografo pisano, così nello Speculum il principa-
pore quo[d] papalis exercitus introivit Terram Laboris, re-           le interesse è la raccolta di lemmi, oltre ottocento, dispo-
ge Federico Romanorum imperatore regente ac in Siria                  sti in ordine alfabetico, ma con digressioni nei campi del-
commorante, est Neapoli post completum”5.                             la prosodia e dell’etimologia; accanto ai classici, da Plau-
Dopo il 1229, anno in cui fu iniziata l’opera e Gualtiero in-         to a Prisciano e Gregorio Magno, sono presenti autori tar-
segnava ancora a Bologna, il grammatico si spostò dallo               domedievali, anche contemporanei, come Alano di Lilla

14   GIOVANNI POLARA
Pietro Capuano                                                  Pacino da Buonaguida
Alphabetum in arte concionandi                                  Le arti liberali, in Convenevole
XIV secolo                                                      da Prato, Carmina Regia
Cava de’ Tirreni, Biblioteca                                    1335-1340
Statale del Monumento                                           Londra, British Library
Nazionale della Badia                                           Royal 6.E.IX
Codices Cavenses, Cod. 16

e i colleghi bolognesi Bene da Firenze e Boncompagno da         più misterioso è un certo Martino ricordato da Guglielmo
Signa. Le citazioni di parole greche ed ebraiche dimostra-      di Tocco nella biografia di san Tommaso11, come suo ma-
no che non gli mancava una sia pur modesta conoscenza           estro di grammatica e di logica durante gli studi a Napoli
di queste lingue.                                               fra il 1239 e il 1244. C’è però da dire che, a parte la possibi-
Infine, qualche altro nome di magistri che in quegli anni       lità di errori o confusioni da parte di Guglielmo (Martino
si occupavano di grammatica. Agnello da Gaeta compare           di Dacia?), non è da escludere che Martino fosse prevalen-
come autore di note per l’insegnamento del latino redat-        temente un docente di logica, che svolgeva anche funzioni
te in parte in lingua volgare e riportate in uno dei testimo-   di grammatico; rimarrebbe comunque la sovrapposizione,
ni dello Speculum di Gualtiero9: non è però detto che inse-     in quel periodo, fra la sua presenza e quella ben più atte-
gnasse nello Studio anziché, come forse è più probabile, in     stata di Gualtiero sulla cattedra di Grammatica. Del Magi-
una delle scuole periferiche di grammatica in cui si svolge-    ster R. che impartiva a casa propria lezioni di Grammatica
va il primo ciclo di formazione dei ragazzi di minore età,      e di Retorica, e della sua competenza nel campo della poe-
scuole che Federico aveva salvato dall’abolizione quando        sia come in quello della prosa sappiamo ancor meno, e an-
decise di riunire nello Studio tutta la formazione di livel-    che in questo caso, come e più che per Agnello, è probabile
lo superiore e nelle quali era consentito l’insegnamento, a     che il suo corso non fosse nel curriculum dello Studio, ma
certe condizioni, anche ai professori napoletani10. Anche       costituisse uno di quei corsi preparatori preliminari che

                                                                        GRECO E LATINO NELLO STUDIO E NELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI 15
fiorivano nel Regno e preparavano i futuri ‘universitari’12.       A differenza di Gualtiero, Terrisio non ci ha lasciato ma-
Gli scolari che si specializzavano negli studi di Gramma-          nuali o opere tecniche, ma fra gli otto scritti che ci sono
tica avevano come prospettiva di lavoro prevalentemente            pervenuti molti rinviano al mondo della scuola e dell’in-
quella dell’insegnamento della lingua latina, con l’apertu-        segnamento di Retorica: così è soprattutto per la Conten-
ra di una scuola privata e la conquista di un adeguato nu-         tio de nobilitate generis et probitate animi, in cui si affronta
mero di clienti. Che conservassero in alcuni casi rapporti         l’argomento allora molto dibattuto della superiorità delle
col mondo dello Studio è deducibile sia dal fatto che i do-        origini familiari o piuttosto dell’onestà di costumi. Dedi-
centi di quest’ultimo non disdegnavano di fare lo stesso,          cata a Pier della Vigna e a Taddeo da Sessa, attribuita dal-
e quindi divenivano in un certo senso concorrenti, ma an-          la tradizione a un magister T., e ora prevalentemente rite-
che colleghi dei loro allievi, e si potevano stringere accordi     nuta di Terrisio, più che dell’astronomo Teodoro di An-
e alleanze fra un certo numero di scuole, che poi sarebbero        tiochia, è infatti costruita sul classico modello delle con-
proseguiti negli eventuali studi successivi, sia soprattutto       troversiae, perché la questione è presentata come affronta-
dal fatto che scritti di professori dello Studio compaiono a       ta nell’ambito di una schola, con due patrocinatori che so-
volte nei manoscritti insieme con testi che verisimilmente         stengono le tesi opposte17.
hanno per autori i maestri delle scuole di grado inferiore.        Più o meno lo stesso schema scolastico ritorna in uno
Per la Retorica, o dictamen, l’obiettivo era più ambizioso,        scambio epistolare fittizio, con una lettera indirizzata
perché oltre a scuole private di Retorica, o di Grammati-          dalle prostitute napoletane ai professori dello Studio e
ca e Retorica, le aspettative degli studenti potevano esten-       un’altra di risposta, in cui questi ultimi si contrappon-
dersi alla cancelleria imperiale, in cui primeggiavano per-        gono agli argomenti della lettera precedente; il tema è la
sonalità formatesi a Bologna o – più tardi – anche a Napoli,       contesa sui danari degli studenti, che sia le une sia gli al-
col compito di stendere lettere ufficiali a nome del regnan-       tri vorrebbero per sé; le “carnalium voluptatum cathe-
te e di svolgere attività di consigliere. Anche in questo caso     drales magistre” salutano in maniera adeguata alla loro
il rapporto fra insegnanti dello Studio e ‘società civile’ era     professione i “viri prudentes doctores Neapolitani stu-
tutt’altro che assente, visto che tra le lettere che compaio-      dii” appellandosi a norme di legge sul possesso di beni
no nel cosiddetto Epistolario di Pier della Vigna, accanto a       indivisi (gli studenti, che appartengono sia a loro sia ai
testi suoi e di altri dictatores estranei al mondo dello studio,   professori) e, facendo sfoggio di citazioni vetero e neo-
ne compaiono anche alcune stese da Terrisio di Atina, che          testamentarie, lamentano che gli studenti sprechino inu-
insegnò dictamen nel secondo quarto del secolo13.                  tilmente troppo tempo su argomenti grammaticali e, co-
Che Terrisio insegnasse nello Studio si dice nella lettera         munque, legati alle parole e non ne abbiano più da dedi-
per la morte di Bene (sempre che sia sua) e più esplicita-         care a loro, ma soprattutto che, a causa del pagamento di
mente e sicuramente in quella per la morte di Arnaldo Ca-          rette troppo care e dell’acquisto di libri ancora più cari,
talano, filosofo14, dove nell’indirizzo si legge “Neapolita-       non dispongano più del danaro necessario per retribuire
ni studii doctoribus reverendis magister Terrisius eorum           le loro prestazioni. Agli studenti rimangono solo “nudus
minimus non plus sapere quam oportet”. Oltre l’invito a            Porphirius, mendicus Aristotiles et apostata Priscianus,
rispettare, anche nella cultura, il precetto del “ne quid ni-      quaterniones et veteres scartapelli”, che faticherebbero
mis”, che non può essere inteso come scherzoso per l’argo-         a trovare acquirenti. La lettera si conclude con l’invito a
mento e il registro della lettera, impostato a tristezza e do-     trovare una soluzione che vada bene a entrambe le par-
verosa compunzione, c’è infatti la dichiarazione di mode-          ti, cioè – visto che ci si rivolge a professori – “communi et
stia per cui l’autore si dichiara ultimo fra i professori na-      equali participio”. La risposta dei professori, meno felice
poletani, ma comunque uno di loro. Analogo, del resto, è           e del resto più difficile da gestire a tono, è indirizzata al-
l’incipit agli studenti di grammatica e a tutti i docenti bo-      le “laborum archimandrite” e si apre con l’ambiguo au-
lognesi per la morte di Bene15, “Vagientibus adhuc in cu-          gurio che possano avere i premi che hanno meritato con
nis artis grammatice natis discipulis, maioribus professio-        la loro vita; prosegue quindi lamentando che esse hanno
nis cuiuslibet in amena Bononia docentibus, Terrisius solo         tosato ben bene le pecore di cui i professori debbono es-
nomine dictus magister, homo qui sequitur veritatem, vi-           sere pastori, e si conclude con una serie di esempi di stu-
tam bonam et exitum meliorem”: dopo il nome c’è il “non            denti che si sono privati per loro di ciò che era necessario
sum dignus” e poi la massima, in cui il “vitam bonam” va           per lo studio e per la stessa sopravvivenza, a volte senza
inteso alla luce del seguente auspicio di una morte anche          ricevere neppure un segno di gratitudine18.
più buona. Che fosse di Atina, e che venisse designato con         A questa coppia di lettere se ne può accostare una ter-
questo luogo di origine, ci viene detto da Riccardo di San         za, scritta da un rappresentante delle pecore tosate da
Germano16; per il resto la maggior parte delle notizie su di       troppi pastori ai suoi compagni di ventura: una specie
lui derivano dalle sue opere.                                      di sentenza con cui gli studenti decidono che è meglio

16   GIOVANNI POLARA
Giovanni e Pacio Bertini                                                                        pagine 20-21
Sepolcro di Roberto d’Angiò                                                                     Nicola Russo
particolare con le Arti del Trivio                                                              Astronomia, Filosofia,
1343-1345                                                                                       Grammatica, Retorica
Napoli, chiesa di Santa Chiara                                                                  1699
                                                                                                Napoli, chiesa di Santa Maria
                                                                                                del Parto

spendere i loro soldi per i maestri che in altro modo, ma      e segue qui una paretimologia che dimostra una notevo-
le prostitute sono del tutto assenti dal testo. Dopo un ini-   le capacità di giocare sul suo nome e sul suo mestiere:
zio solenne, “honestissima res est et omni laude dignis-       “cui nomen est terroris”. Terrisio si chiama così perché
sima” – quasi un “vere dignum et iustum est ...” – lo stu-     riesce a terrorizzare i suoi allievi – soprattutto, si inten-
dente invoca per i professori “omnis reverentia” da parte      de, se non è stato placato con adeguati sacrifici – e si apre
degli studenti che ricevono da loro lo straordinario dono      in questo modo la strada ad una canzoncella finale, che
della conoscenza; per evitare malintesi, però, precisa su-     parte con “Est honestum et est bonum / ut magistro fiat
bito che la reverentia non deve essere a parole, vocalis, ma   donum”, più avanti specifica quale sia il dono preferi-
ben concreta, e prescrive (“placeat ergo universis et sin-     to dal maestro, antenato dell’Azzeccagarbugli: “Ipse pre-
gulis”) di portare generosi doni al “magister Terrisius”,      bet lectiones / et nos pingues huic capones – aportemus

                                                                     GRECO E LATINO NELLO STUDIO E NELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI 17
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