Strumenti per la crescita del ruolo degli E.M. della P.A nella Regione Basilicata - Giuseppe Tomassetti
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Strumenti per la crescita del ruolo degli E.M. della P.A nella Regione Basilicata Giuseppe Tomassetti
Gli strumenti attuativi dei piani e loro applicazione del 1980 ad oggi NEL PASSATO I PIANI ENERGETICI SI BASAVANO SULLA PROSPETTIVA DI ESSERE ACCOMPAGNATI E SEGUITI DA INCENTIVI ECONOMICI E DA UNA SERIE DETTAGLIATA DI DISPOSIZIONI LEGISLATIVE. Gli incentivi finanziari: L’esperienza dei programmi di incentivazione pubblica, gestiti dal Ministero dell’Industria dopo l’82 e poi dopo il ’91, si è dimostrata molto negativa, ed il successivo passaggio alle Regioni usualmente ha portato un paio di anni di ritardo senza che fosse possibile realizzare quell’indirizzamento e selezione, in base alle esigenze locali, che avevano motivato il decentramento della gestione.
Più recentemente si sono avuti altri finanziamenti dal Ministero dell’Ambiente, sia direttamente che attraverso le Regioni, limitati all’energia solare (termico e fotovoltaico). Il sistema di contributo in conto capitale si è dimostrato: incerto su disponibilità e tempi di attuazione; incapace di produrre un autonomo sviluppo del mercato in grado di automantenersi; incapace di realizzare un contenimento dei costi ed una selezione e qualificazione degli installatori. rappresentando un esempio negativo sulla capacità della P.A. italiana di gestire questi meccanismi, indipendentemente dalle scarse risorse disponibili.
Può essere così interessante il confronto col “fenomeno” tedesco del progetto 1.000.000 tetti fotovoltaici”. Esso rappresenta un punto di forza di un programma nazionale mirato: entro il 2005 a ridurre del 25% (rispetto al 1990) le emissioni di CO2; entro il 2010 a raddoppiare (dal 5 al 10%) il contributo delle fonti rinnovabili al totale della domanda energetica nazionale. Oltre ad un finanziamento agevolato per la installazione, il particolare meccanismo della remunerazione dell’investimento è finanziato da un sovrapprezzo di 5 €cent al kWh immesso in rete. Fondamentalmente esso opera attraverso una garanzia ventennale del prezzo di acquisto dell’elettricità fotovoltaica corretto della progressiva riduzione del coefficiente di innovazione, e del conseguente costo, dell’energia rinnovabile prodotta. Tale prezzo, fissato al 2000 in 0.51 € al kWh, a partire dal 2002 risulta infatti decrescente con un tasso del 5% annuo.
Meccanismi di incentivazione in conto energia con finanziamenti a carico diretto dei consumatori, quali il CIP 6, hanno mostrato difficoltà da parte degli organi responsabili nel controllo e nell’adeguamento tempestivo delle regole e dei valori numerici al variare delle condizioni esterne ed al concentrarsi degli interventi in alcuni settori con la conseguenza che gli incentivi erogati possono, con il senno di poi, essere giudicati eccessivi o indebiti. Per quanto riguarda il decreto sull’efficienza negli usi finali, la gestione del meccanismo è invece affidata all’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, giustamente ritenuta più adatta, più flessibile ed attrezzata dei ministeri.
I vincoli normativi: La legge 10/91 prevedeva forti innovazioni nel progetto energetico dei nuovi edifici e nel controllo della gestione degli impianti termici. In entrambi i casi era necessario tradurre le disposizioni: in strutture di controllo degli impianti e dei cantieri, in rapporti di collaborazione, di stimolo e di formazione con le associazioni di categoria dei progettisti, degli installatori e dei manutentori, in attività di monitoraggio di tutto il processo. Analisi a consuntivo nei Comuni che hanno avviato almeno in parte il meccanismo dei controlli sugli impianti danno stime di riduzione dei consumi urbani dell’ordine del 5% e di sensibile aumento di occupazione formalizzata nelle imprese di manutenzione.
La legge 10/91 attraverso il DPR 412/93 prevedeva inoltre un ruolo trainante per la Pubblica Amministrazione la quale, in tutte le nuove realizzazioni o ristrutturazioni doveva adottare interventi di efficienza energetica o l’utilizzo di fonti rinnovabili purché i tempi di ritorno per gli extra costi risultassero inferiori ad 8 anni (10 per le grandi città). Questo obbligo è stato fortemente disatteso, non certo per l’onerosità del vincolo e la mancanza di risorse economiche (la cogenerazione all’ospedale “A. Gemelli” ha mostrato un tempo di ritorno semplice fra 4 e 5 anni) quanto per la incapacità degli Enti Locali a considerare la qualità energetica un fattore in grado di influenzare la politica di investimento. La riforma degli appalti pubblici ha comunque formalizzato l’utilizzo del finanziamento tramite terzi, che si riesce ad utilizzare anche per tempi di ritorno compatibili con i limiti di legge.
Strumenti proposti PER RAGGIUNGERE, ALMENO IN PARTE, GLI OBIETTIVI IPOTIZZATI, OCCORRE: AMPLIARE IL PORTAFOGLIO DI STRUMENTI DA UTILIZZARE; USARE IN MODO DIVERSO GLI STRUMENTI ESISTENTI. Occorre puntare a: semplicità delle decisioni, individuazione immediata di chi deve por mano alle attuazioni, predisporre monitoraggi e procedure per la correzione in corso di attuazione.
Gli strumenti principali individuabili in una pianificazione regionale sono: 1. Finanziamenti per studi, progettazione e monitoraggio degli interventi; 2. Indirizzo dei Regolamenti Edilizi dei Comuni verso la promozione delle fonti rinnovabili della efficienza energetica; 3. Gestione attiva delle concessioni alle imprese di servizio; 4. Pianificazione territoriale contrattata; 5. Integrazione con i programmi di promozione della imprenditoria e della formazione; 6. Struttura per il supporto all’attuazione; 7. Fondo di garanzia; 8. Attività di comunicazione.
Finanziamenti Nell’attuale contesto di limitate risorse, le disponibilità finanziarie non possono essere dedicate ad incentivare impianti per la quale sarebbero del tutto insufficienti; né possono essere utilizzate risorse locali per attività di ricerca, salvo che per rispondere a particolari specificità. I finanziamenti regionali dovrebbero concentrarsi su diagnosi nel territorio e nelle imprese, nella preparazione di progetti di massima e di capitolati; su attività di formazione e comunicazione e soprattutto in attività di controllo e di monitoraggio dei programmi attuativi. L’entità di queste risorse può essere stimata nel periodo iniziale dell’ordine di 5÷10 M€ all’anno, per poi mantenersi dell’ordine di 3÷4 % degli investimenti che si vogliono attivare, prevedendo nel costo i monitoraggi e della diffusione dei risultati. Va prevista la disponibilità di 50 ÷ 100 M€ per il fondo di garanzia per promuovere e proteggere gli interventi delle ESCO.
Strumenti per la crescita del ruolo degli E.M. della P.A. Obiettivo: 1. Permettere ai nominati di operare 2. Stimolare le Amministrazioni a nomine correlate ai compiti da svolgere
Strumenti immediatamente gestibili dalla Regione 1. Cointeressamento degli utenti per modifiche di comportamento 2. Decreti efficienza energetica nelle zone di nuova metanizzazione 3. Capitolato tipo per interventi delle ESCO sull’illuminazione pubblica 4. Contributi perché gli E.M. degli EELL possano attingere a risorse esterne
1- Cointeressamento degli utenti per modifiche di comportamento 1. La Regione mette a disposizione fondi per stimolare interventi di tipo gestionale o di modifica di comportamento presso gli EELL: 2. Le ragionerie mettono a disposizione delle varie attività/linee di spesa, i dati storici della spesa energetica. 3. I responsabili dell’attività definiscono un accordo con la ragioneria per il riaccredito di metà (?) della cifra risparmiata, documentata e corretta per le variazioni di clima, di tariffe e di condizioni di utilizzo. 4. I ritorni sono utilizzabili per incentivazione del personale e per iniziative di efficienza energetica, secondo accordi 5. La Regione assegna agli EELL le cifre riaccreditate
2- Decreti efficienza energetica nelle zone di nuova metanizzazione Applicazione dei decreti per l’efficienza energetica nelle aree di nuova metanizzazione mediante accordi con i distributori perché venga offerta ai cittadini l’installazione di caldaie ad alta efficienza e condensazione, con copertura della differenza di costo rispetto all’acquisto del prodotto usualmente installato, tramite i ritorni tariffari previsti dal decreto ed eventuale integrazione Regionale se necessaria (Sono possibili accordi con i fornitori di caldaie per ridurre gli extracosti)
3- Capitolato tipo per interventi delle ESCO sull’illuminazione pubblica Predisposizione a carico della Regione di un capitolato tipo per interventi di ESCO nell’illuminazione pubblica, che tenga conto dello stato dell’esistente e dei vari interventi proponibili, validato da parte di E.M. che lo abbiano già sperimentato. Predisposizione di un fondo di garanzia per permettere anche a piccole ESCO locali di partecipare.
4- Contributi perché gli E.M. degli EELL possano attingere a risorse esterne Predisposizione di un accordo con una struttura di consulenza che metta a disposizione, degli E.M. operanti negli EELL, l’esperienza acquisita dagli E.M. operanti in Italia nella Pubblica Amministrazione, riguardo a capitolati, procedure amministrative, diagnosi, risultati di esercizio, formazione, etc.
Interventi della Regione che richiedano atti legislativi 1. Ufficializzazione della rete regionale degli E.M. 2. Formalizzazione del ruolo dell’E.M. nella P.A. 3. Promozione di strutture impreditoriali locali di servizio
1- Ufficializzazione della rete regionale degli E.M. 1. Ufficializzazione della costituzione di una rete regionale degli E.M. come strumento consultivo e conoscitivo della Regione, attraverso incontri periodici 2. Coinvolgimento degli E.M. pubblici e privati 3. Creazione di gruppi di lavoro tematici 4. Supporto ai piccoli EELL che non hanno dimensioni e risorse per un proprio E.M.
2- Formalizzazione del ruolo dell’E.M. nella P.A. 1. Richiesta del passaggio per presa visione e commento da parte del proprio E.M. degli atti della P.A. che implichino aspetti energetici: contratti di fornitura, incarichi di progetto per nuovi edifici e ristrutturazioni, piani energetici, regolamenti edilizi, etc. 2. Contributo Regionale per le risorse necessarie al ruolo indicato
3- Promozione di strutture impreditoriali locali di servizio Promozione dell’imprenditoria per la fornitura di servizi energetici, sia al pubblico che al privato, in collegamento con gli strumenti Regionali di supporto alla formazione d’impresa.
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