Sintesi dei principali risultati - Il valore dell'autoregolazione responsabile della salute dei cittadini per la nuova sanità - Panorama della ...

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CENSIS

 Il valore dell’autoregolazione
  responsabile della salute dei
 cittadini per la nuova sanità
Opinioni, comportamenti e aspettative
dei cittadini sulla sanità oltre Covid-19

   Sintesi dei principali
          risultati

            Roma, 19 luglio 2021
Indice
1. L’autoregolazione nella nuova sanità post Covid-19                        3

2. I piccoli disturbi per gli italiani al tempo del Covid-19                 3

3. L’efficacia comprovata dell’automedicazione                               4

4. Le reazioni ai piccoli disturbi nell’anno pandemico                       5

5. Il posto dell’autoregolazione nella nuova sanità desiderata dagli italiani 6

6. Missione 6 Pnrr: una opportunità da 20 miliardi da non sprecare           8

      FONDAZIONE CENSIS

                                                                             2
1. L’AUTOREGOLAZIONE NELLA NUOVA SANITÀ POST
     COVID-19

Delineare il ruolo dell’autoregolazione responsabile e, in generale, del
rapporto consapevole e maturo del cittadino con la propria salute nel
Servizio sanitario del prossimo futuro: ecco l’obiettivo alla base della
presente ricerca.
In tale quadro, i risultati aprono un cono di luce sul ruolo strategico
dell’automedicazione con farmaci senza obbligo di ricetta, strumento
terapeutico efficace e sicuro per guarire dai piccoli disturbi, se usato sempre
in linea con quanto indicato dal medico o dal farmacista.

2. I PICCOLI DISTURBI PER GLI ITALIANI AL TEMPO
     DEL COVID-19

Nell’ultimo anno 46 milioni di italiani maggiorenni hanno avuto piccoli
disturbi che ne hanno limitato la funzionalità: il 91% ne ha avuto almeno
uno piccolo, il 73% almeno due ed il 52,5% addirittura almeno tre piccoli
malesseri.
La geografia dei piccoli malesseri di cui hanno sofferto gli italiani ne rivela
sia l’eterogeneità sia la crescita rispetto al pre Covid-19. Infatti, il 60,3% ha
avuto mal di schiena, (+20,1% la differenza percentuale rispetto 2017, anno
pre Covid-19), il 49% mal di testa (+23,1%), il 35,2% mal di stomaco,
reflusso gastro-esofageo, problemi digestivi (+19,5%), il 29,1% problemi
intestinali (+15,9%), il 26,4% raffreddore, tosse, mal di gola, problemi
respiratori (-10,1%), il 19,2% mal di denti (+8,2%), il 16,6% allergie
(+8,1%) (tab. 1).
Nell’emergenza sanitaria, per tante persone la proliferazione dei piccoli
disturbi ha amplificato paure e difficoltà legate al virus.

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Tab. 1 – Andamento nel tempo dei piccoli disturbi di cui soffrono gli
        italiani: confronto 2021-2017 (val. %, diff. %)

Nell’ultimo anno, Le è capitato di soffrire di uno o                     Diff. % 2021-
                                                              2021
più dei seguenti piccoli disturbi?                                            2017

Mal di schiena, dolori muscolari                               60,3         +20,1

Mal di testa                                                   49,0         +23,1
Mal di stomaco, gastrite, problemi digestivi.                  35,2         +19,5

Problemi intestinali (stitichezza, diarrea ecc.)               29,1         +15,9

Raffreddore, tosse, mal di gola, problemi respiratori          26,4          -10,1
Mal di denti                                                   19,2          +8,2
Allergie                                                       16,6          +8,1
*Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagini Censis, 2021, 2017

3.                        L’EFFICACIA                                 COMPROVATA
     DELL’AUTOMEDICAZIONE

Come hanno reagito gli italiani l’ultima volta in ordine di tempo che hanno
sofferto di un piccolo disturbo?
Il 44,1% con l’automedicazione, assumendo un farmaco senza obbligo di
ricetta di cui aveva sperimentato l’efficacia in un altro episodio, il 41,3%
rivolgendosi al medico di medicina generale, il 16,9% con il ricorso a
rimedi naturali o al semplice riposo, il 16,3% rivolgendosi al farmacista.
L’automedicazione tramite farmaci senza obbligo di ricetta è la soluzione
maggiormente praticata degli italiani, che ne certificano anche l’efficacia:
infatti, per il 76,1% è stata decisiva o importante per guarire dal piccolo
malessere e svolgere le attività quotidiane a cui si avrebbe dovuto
rinunciare, con il dato che arriva all’82,3% tra gli occupati, certificando il
contributo dell’automedicazione anche in termini di riduzione delle assenze
dal lavoro e taglio di costi sanitari, economici e sociali (fig. 1).
In definitiva, 41 milioni di italiani hanno l’abitudine di praticare
l’automedicazione responsabile ricorrendo a farmaci senza obbligo di ricetta

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                                                                                         4
già conosciuti e comunque spesso indicati da medico o farmacista: numeri
che certificano il suo essere risorsa strategica per la sanità, da valorizzare.
Fig. 1 – Impatto avuto del farmaco senza obbligo di ricetta sulle attività
         da svolgere l’ultima volta in ordine di tempo che gli italiani
         hanno sofferto di un piccolo disturbo (val. %)

         L’ultima volta che ha assunto un farmaco senza obbligo di ricetta, che
          impatto ha avuto sulle sue attività del giorno in cui si è sentito poco
                                         bene?
       Inutile, ho
         dovuto                                                       Decisivo, senza di
     rinunciare alle                                                  esso avrei dovuto
         attività                                                       rinunciare alle
          0,9%                                                            attività che
                                                                       invece ho svolto
         Poco rilevante, le                                                  23,9%
           avrei svolte
            comunque
              23,1%
                                                                    Importante, ha
                                                                    contribuito allo
                                                                   svolgimento delle
                                                                        attività
                                                                         52,2%

Fonte: indagine Censis, 2021

4. LE REAZIONI AI PICCOLI DISTURBI NELL’ANNO
      PANDEMICO

Quali le reazioni degli italiani ai tanti e diversi episodi di piccoli disturbi di
cui hanno sofferto nel periodo pandemico?
Il 65,4% degli italiani si è autogestito ovvero, basandosi sulle pregresse
esperienze simili, è ricorso a farmaci senza obbligo di ricetta che già
conosceva, con valori che arrivano al 77,8% tra i giovani, al 72,8% tra i
laureati, al 71,6% tra gli occupati (fig. 2).
Il 73,1%, in almeno uno dei casi in cui ha affrontato piccoli disturbi, si è
rivolto al medico o al farmacista, con il 42,3% che si è tenuto in contatto
con il proprio medico di medicina generale grazie al digitale. In ogni caso,
fatta 100 la quota di italiani che si sono autogestiti ricorrendo ad un farmaco

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senza obbligo di ricetta, il 77,4% si è rivolto anche al medico o al
farmacista, mentre il 22,6% ha agito in autonomia.
I numeri svelano il valore sociale dell’automedicazione responsabile:
soluzione terapeutica efficace, praticata sulla base di appropriate indicazioni
di medici di medicina generale o farmacisti a cui gli italiani si sono rivolti,
in grado di preservare funzionalità e qualità della vita e al contempo di non
intasare le strutture del Servizio sanitario.

Fig.     2    –      Italiani che nell’ultimo anno più sono ricorsi
                    all’automedicazione per i piccoli disturbi di cui hanno
                    sofferto (val. %)

              % di italiani che più sono ricorsi all'automedicazione, basandosi su
             esperienze simili avute in passato e assumendo farmaci senza obbligo
                                            di ricetta

                  Giovani                                                            77.8
                  Laureati                                            72.8
               Occupati                                             71.6
 Residenti nel Nord-Est                                   68.2
                    Donne                                67.5
       Totale popolazione                            65.4

Fonte: indagine Censis, 2021

5. IL POSTO DELL’AUTOREGOLAZIONE NELLA NUOVA
   SANITÀ DESIDERATA DAGLI ITALIANI

Se la autoregolazione responsabile è risorsa da valorizzare, è utile partire
dalle aspettative degli italiani sulla nuova sanità attesa.
Così, per l’82,3% il Servizio sanitario del prossimo futuro dovrà concentrare
le risorse pubbliche su interventi per le patologie gravi, acute o croniche. E
l’89,6% si aspetta strutture sanitarie di prossimità riconoscibili e di facile
accesso per le cure primarie con medici, specialisti e infermieri, l’83,5% il
potenziamento delle farmacie come centri servizi, il 73,1% un più intenso
utilizzo di digitale e telemedicina (tab. 2-3).

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                                                                                            6
Qui si radica il valore strategico dell’autoregolazione responsabile, basata
sul consiglio medico, o del farmacista: infatti, più sarà praticata per i piccoli
disturbi, più migliorerà il benessere soggettivo delle persone, evitando di
intasare il Servizio sanitario, libero di focalizzarsi su patologie gravi ed
eventuali emergenze. Non a caso, per il 67,2% degli italiani il farmacista
dovrà essere il referente primo e ufficiale per i piccoli disturbi, in stretta
connessione con il medico di medicina generale, referente primo per la
salute in generale (88,4%).
Tab. 2 – Italiani convinti che nella sanità del futuro occorrerà
        concentrare le risorse pubbliche soprattutto per i servizi
        sanitari e sociosanitari per patologie gravi, per area
        geografica (val. %)

Dopo l’esperienza di questo anno di
pandemia, se pensa alla sanità del
prossimo futuro è importante
concentrare le risorse pubbliche         Nord-ovest Nord-est        Centro       Sud-isole     Totale
soprattutto per i servizi sanitari e
sociosanitari per patologie gravi (sia
acuzie che cronicità)

Sì                                         80,3       80,1           78,9           87,4        82,3

No                                         19,7       19,9           21,1           12,6        17,7
Totale                                     100,0      100,0         100,0          100,0       100,0
Fonte: indagine Censis, 2021

Tab. 3 – Italiani convinti che nella sanità del futuro occorrerà rendere il
          farmacista il referente primo e ufficiale per i piccoli disturbi e
          potenziare il ruolo delle farmacie come centri servizi, per età
          (val. %)
Dopo l’esperienza di questo anno di
                                              18-34
pandemia, se pensa alla sanità del                     35-64 anni            65 anni e oltre   Totale
prossimo futuro è importante                   anni

Fare del farmacista, in contatto con
il medico, il referente primo e               57,9           69,0                 70,9          67,2
ufficiale per i piccoli disturbi
Potenziare le farmacie come centri
servizi (analisi, prenotazioni,          83,3          82,2                       86,0          83,5
consulti ecc.)
*Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2021

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                                                                                                        7
6. MISSIONE 6 PNRR: UNA OPPORTUNITÀ DA 20
       MILIARDI DA NON SPRECARE

Il 77,9% degli italiani ritiene la spesa pubblica in sanità un investimento:
dopo anni di tagli, i circa 20 miliardi di euro destinati alla salute grazie al
Pnrr, sono quell’investimento pubblico in sanità atteso da anni, da non
sprecare.
I cittadini hanno chiare le idee su cosa farne: infatti, il 55,1% vuole
potenziare gli ospedali, dai pronto soccorso alle terapie intensive ai reparti
di ricovero, il 53,9% più personale sanitario, dai medici agli infermieri ai
tecnici di laboratorio e ausiliari, il 51,7% più investimenti nella ricerca
scientifica, il 51% potenziare la sanità territoriale, con team coordinati dai
Medici di Medicina Generale e composti da infermieri di comunità,
farmacisti, specialisti, il 50,6% investire per ammodernare macchinari e
tecnologie utilizzate per diagnosi e cure (tab. 4).
Un pacchetto di interventi che consentirebbe l’upgrading quali-quantitativo
del Servizio sanitario e in cui l’autoregolazione responsabile per i piccoli
disturbi, liberando risorse e strutture, è chiave decisiva per renderlo anche
sostenibile.

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Tab. 4 – Opinione degli italiani sulle principali modalità di utilizzo delle
         risorse del Pnrr destinate alla sanità, per età (val. %)
Secondo Lei, in che modo L’Italia dovrebbe
utilizzare gli almeno 20 miliardi di finanziamento                              65 anni e
per migliorare il Servizio sanitario e la sanità in   18-34 anni   35-64 anni             Totale
                                                                                  oltre
generale nell’ambito del Recovery Fund?

Potenziare la capacità ricettiva degli
ospedali (pronto soccorso, terapie                      52,6         53,6         59,9     55,1
intensive, reparti di ricovero ecc.)
Assumere personale sanitario aggiuntivo
(medici, infermieri, tecnici di laboratorio,            47,6         51,4         63,5     53,9
ausiliari ecc.)
Investire nella ricerca scientifica, di
sperimentazione, per farmaci innovativi,                51,6         44,4         65,8     51,7
nuove terapie ecc.
Potenziare la sanità territoriale, con team
coordinati dai Medici di Medicina
Generale e infermieri di comunità,                      40,2         50,5         60,2     51,0
farmacisti, specialisti, strutture sanitarie
sul territorio
Investire nell’ammodernamento di
macchinari e tecnologie utilizzate per
                                               51,0             45,8              59,7     50,6
diagnosi e cure (Tac, risonanze
magnetiche, ecc.)
 *Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2021

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