Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio - Monte Porzio Catone - Museo della Città 11 aprile - 10 maggio 2015
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2 Opuscula tusculana. Temi, itinerari e monumenti del Polo Museale di Monte Porzio Catone 2 Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Monte Porzio Catone – Museo della Città Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio 11 aprile – 10 maggio 2015
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Indice Comune di Monte Porzio Catone Monte Porzio Catone – Museo della Città, 11 aprile – 10 maggio 2015 pag. 3 Presentazioni Mostra a cura di Comune di Monte Porzio Catone Massimiliano Valenti Emanuele Pucci, Sindaco Gianluca Minucci, Assessore alla Cultura pag. 6 Simone Pomardi. La vita, Monte Porzio e Roma Albo dei prestatori Pubblica Istruzione – Beni Culturali Paola Ghigliordini Antonino Ciminelli Franco Mascioli Area Politiche Sociali e Culturali pag. 9 Simone Pomardi, pittore e vedutista Museo della Città di Monte Porzio Catone Alessandra Catenacci, Responsabile Francesca Sbaraglia Onelia Ponzo Progetto grafico mostra Area Tecnica pag. 15 Simone Pomardi e l’Antico Franco Mascioli Mauro Plebani, Responsabile Massimiliano Valenti Pietro Laurenti, Simone Ciminelli, Operai Organizzazione pag. 23 Catalogo Paola Ghigliordini, Associazione Manacubba Polo Museale pag. 48 Abbreviazioni bibliografiche Onelia Ponzo, Comune di Monte Porzio Catone Massimiliano Valenti, Direttore Simona Soprano, Associazione Manacubba Associazione Manacubba, Gestione Massimiliano Valenti, Polo Museale Un ringraziamento particolare a Evento organizzato nell’ambito Sistema museale Pier Andrea De Rosa della manifestazione itinerante tematico archeologico Pompeo Campello I WAS HERE, promossa della Regione Lazio Antonino Ciminelli dal Museumgrandtour Sistema Museale Piero Giusberti dei Castelli Romani e Prenestini, con il contributo L.R. 6/2013 della Regione Lazio e del Comune di Monte Porzio Catone Area Cultura Sistema Museale Castelli Romani e Prenestini
Monte Porzio Catone Città d’Arte - Città del Vino Assessorato alla Cultura, Pubblica Istruzione, Beni Culturali – Polo Museale Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio a cura di Massimiliano Valenti
Città di Monte Porzio Catone Assessorato alla Cultura, Pubblica Istruzione, Beni Culturali Polo Museale Opuscula tusculana. Temi, itinerari e monumenti del Polo Museale di Monte Porzio Catone 2 Collana diretta da Massimiliano Valenti Coordinamento redazionale a cura di Stampa Massimiliano Valenti Pixartprinting - Quarto d’Altino (VE) Progetto grafico e impaginazione Copyright Franco Mascioli 2015 © Comune di Monte Porzio Catone – Polo Museale Simone Pomardi (1757 – 1830), pittore di Monte Porzio: Monte Porzio Catone – Museo della Città, 11 aprile – 10 maggio 2015 – Catalogo della mostra, a cura di Massimiliano Valenti, Rocca Priora: ed. XI Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, 48 pp., 25 figg.; 21 x 21 cm. – (Opuscula tusculana. Temi, itinerari e monumenti del Polo Museale di Monte Porzio Catone 2) - In testa al front. Monte Porzio Catone – Assessorato alla Cultura, Istruzione, Beni culturali - Polo Museale. ISBN 978-88-9004-865-4 1. Simone Pomardi 5. Acquerelli 2. Monte Porzio Catone 6. Incisioni 3. Ottocento 7. Roma 4. Vedutismo dell’Antico 8. Tusculum I. Massimiliano Valenti. III. Museo della Città di Monte Porzio Catone II. Polo Museale di Monte Porzio Catone Volume realizzato nell’ambito della manifestazione I was here, promossa da Museumgrandtour – Sistema Museale Castelli Romani e Prenestini con il contributo di Regione Lazio L.R. 6/2013, Comune di Monte Porzio Catone – Area Socio Cul- turale, Associazione Amici del Polo Museale di Monte Porzio Catone
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio N el 2005 il Comune di Monte Porzio Catone iti tra i mesi di aprile e ottobre del 2015, completa il intitolava a Simone Pomardi, pittore nato doveroso omaggio a questo insigne pittore acquarelli- a Monte Porzio nel 1757, il vicolo dietro il sta, che da lustro alla nostra Città. Duomo di S. Gregorio. L’intitolazione non era ca- Le azioni intraprese (una conferenza pubblica, una suale, poiché su quella stradina si apre l’ingresso al mostra, la pubblicazione del catalogo e l’affissione di Museo della Città, inaugurato proprio in quell’anno una targa commemorativa), consentono ora alla nostra e custode dell’identità storica della nostra comunità. comunità di parlare di questo artista, con orgogliosa e È stato il primo atto ufficiale attraverso il quale onorata consapevolezza e cognizione storica. si è cominciato a rendere il giusto riconoscimento a Nel constatare con piacere la riuscita della mani- questo concittadino, artista di grande valore, caduto festazione, allo stesso tempo scientifica e divulgativa, nell’oblio, forse perché il cognome Pomardi oggi non non posso che ringraziare la complessa macchina or- è più attestato nel nostro territorio. ganizzativa che la ha resa possibile (il Museumgran- L’articolata iniziativa proposta dal direttore del dtour – Sistema Museale dei Castelli Romani e Pre- Polo Museale, dipanatasi tra ricerche d’archivio, che nestini, il prof. Pier Andrea De Rosa, il Polo Museale, hanno consentito di individuare gli edifici dove anco- gli uffici dell’Area Socio Culturale e dei Lavori Pub- ra nella prima metà dell’Ottocento vivevano membri blici e l’Associazione Manacubba) e augurarmi per il di quella famiglia, e organizzazione di eventi distribu- futuro nuove ed analoghe iniziative. Emanuele Pucci Sindaco di Monte Porzio Catone F3E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio L a mostra su Simone Pomardi e questo interes- Particolarmente significativa la scelta di raccon- sante catalogo che ne è il frutto, si inseriscono tare a Monte Porzio Catone Simone Pomardi, artista nell’ambito della manifestazione “I was here. natio proprio della cittadina castellana e raffinato ve- Storie e immagini di personaggi illustri nei castelli dutista pressoché sconosciuto ai suoi concittadini. La romani e prenestini” promossa dal Sistema Museale mostra ha quindi permesso di restituire la memoria Museumgrandtour, la rete di musei ed aree archeo- e l’opera di un artista, tra i primi a raffigurare i resti logiche del quale la Comunità Montana dei Castelli dell’antica Tusculum appena emersi negli scavi pro- Romani e Prenestini è l’ente capofila. mossi da Luciano Bonaparte, altro personaggio prota- Attraverso questa iniziativa, il Museumgrandtour gonista della manifestazione. ha voluto raccontare alcuni tra i protagonisti della Un ringraziamento quindi alla Direzione Scien- storia e della vita culturale dell’area. Da febbraio a tifica dei Musei di Monte Porzio Catone e all’Am- giugno, protagonisti dei vari appuntamenti organiz- ministrazione Comunale che hanno saputo cogliere zati nei musei della rete sono stati artisti, letterati, in pieno l’opportunità offerta dalla manifestazione archeologi e personaggi storici che con la loro vita o “I was here”: riscoprire e raccontare storie e perso- il loro lavoro hanno stretto un legame con il territorio, naggi che sono stati determinanti per la costruzione contribuendo a riscoprirne le antiche origini o ren- dell’identità culturale dei Castelli Romani e Prene- dendolo protagonista delle proprie opere. stini. Giuseppe De Righi Presidente della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini F4E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio L’ idea di questa mostra ha radici lontane, e non mi spingevano a proporre Simone Pomardi come tema mie. Nel momento in cui venni coinvolto da nell’ambito della manifestazione I was here, promossa Piero Giusberti nella cura progettuale del dal Museumgrandtour – Sistema Museale dei Castelli Museo della Città di Monte Porzio Catone, venni a Romani e Prenestini e volta alla valorizzazione del sapere, da lui, della esistenza di questo pittore origi- legame che alcuni personaggi storici avevano avuto nario di Monte Porzio Catone, vissuto nel periodo a con il nostro territorio, e di azzardare l’organizzazio- cavallo tra la seconda metà del Settecento e la prima ne di una piccola mostra che avesse il duplice scopo metà dell’Ottocento. Poche le notizie allora reperibili di far conoscere l’artista a livello locale e studiare e su questo personaggio. classificare le opere esposte, con un taglio differente È solo in tempi recenti che, grazie alla preziosa da quello finora proposto. monografia realizzata da Pier Andrea De Rosa nel L’iniziativa si è inoltre potuta arricchire di una 2011, e alla magnifica esposizione dei suoi pregevo- bella conferenza tenuta dal prof. Pier Andrea De lissimi disegni acquerellati presso la Curia, allestita Rosa, massimo conoscitore dell’artista, che ha subi- nel 2013 a Roma, che l’artista ha assunto definitiva- to aderito con passione alla manifestazione, tenutasi mente ai miei occhi il suo spessore storico e artistico. l’11 aprile 2015, nella sala dell’Ephebeum. Nel frattempo, la “scoperta” che alcune stampe da A conclusione di questa iniziativa culturale, l’am- lui disegnate raffiguravano le rovine di Tusculum, il ministrazione comunale ha deciso la posa in opera loro acquisto per le Collezioni del Museo della Città e di una targa commemorativa, affissa nel palazzo che la constatazione che nella comunità di Monte Porzio nella prima metà dell’Ottocento, era di proprietà della Catone esistevano alcuni collezionisti di sue opere, famiglia Pomardi. Massimiliano Valenti Direttore del Polo Museale di Monte Porzio Catone F5E
Simone Pomardi. La vita, Monte Porzio e Roma O Paola Ghigliordini P Fig. 1. Atto di battesimo di Simone Pomardi, (Archivio della Parrocchia di S. Gregorio Magno - Monte Porzio Catone). F iglio di Giovanni Battista Pomardi e An- Il padre, Giovanni Battista, assume presto un ruo- giola Antonia Ilari, Simone nasce a Mon- lo importante a Monte Porzio, diventando funzionario te Porzio il 9 dicembre 1757. Nell’atto di dal 1771 al 1781, così come lo zio, Prospero, che ne è battesimo si legge: “l’otto all’ora nona consigliere dal 1756 al 17802. circa della notte seguente” 1 (fig. 1). Nei registri del censimento del 1761 la famiglia La famiglia Pomardi, dal seicento residente a Mon- di Simone risulta proprietaria di un’abitazione3 e in te Porzio, sembra provenire da Frascati e il suo origi- seguito, anche nel brogliardo dell’Ottocentesco Cata- nario patronimico sembra fosse Bombardi; le origini sto Gregoriano, si riscontra che i Pomardi hanno una materne sono, dalla fine del Seicento, monteporziane. “casa di proprietà”4, segno che la famiglia continuava 1) Atti di battesimi, anni 1737-1767, f. 196, n. 1036, ms. presso la Par- nel 1727 (Lomardi per Pomardi) e partecipa all’assemblea popolare del rocchia di San Gregorio Magno di Monte Porzio Catone. 25 agosto 1742: Mascherucci 1987, pp. 199, 200. Sulla famiglia Ilari: 2) Le informazioni inerenti la vita di Simone Pomardi sono tratte prin- Mascherucci 1987, pp. 196-197. cipalmente dallo studio svolto da Pier Andrea De Rosa (De Rosa 2011). 3) Stati d’anime, 1760-1761, f. 69, ms. presso l’Archivio della Parroc- Si veda inoltre: DSBLazio, p. 1610, s.v. Pomardi, Simone [Sferrazza A.] chia di San Gregorio Magno di Monte Porzio. e Camp 2013. Il nonno, Alessandro Pomardi, è consigliere comunale 4) ASR, Catasto Gregoriano, Comarca - Monte Porzio, mappa n. 21. F6E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 2. Mappa e brogliardo di Monte Porzio nella prima metà dell’Ottocento (Archivio di Stato di Roma, Catasto Gregoriano), con identificazione delle particelle catastali urbane nelle quali vivevano componenti della famiglia Pomardi. a godere di un elevato status sociale. Gra- zie all’identificazione della loro abitazio- ne nella mappa del Catasto, registrata in “Via della Porta”5, è possibile localizzare precisamente la loro proprietà all’interno del centro storico di Monte Porzio (fig. 2). Il trasferimento a Roma di Simone si può desumere dagli elenchi parrocchia- li di S. Andrea della Valle del 1783, nei quali egli viene decritto come “pittore di anni venticinque”6, che abita al terzo pia- no di vicolo S. Isidoro “di man manca” (tra Trinità dei Monti e Piazza Barberini), assieme ad altri giovani artisti. Pochi anni dopo, nel 1785, lo seguono a Roma anche i genitori e i suoi cinque fra- telli7, che si trasferiscono al secondo piano di vicolo di S. Isidoro di “man dritta”8. 5) ASR, Catasto Gregoriano, Comarca - Monte Porzio, brogliardo, particella n. 52, f. 9. Inoltre alla particella n. 129, f. 13 è registrata un’altra proprietà della famiglia Pomardi. 6) Stati d’anime della Chiesa di Sant’Andrea delle Frat- te del 1783, f. n.n., ms. presso ASVR. 7) Tra i fratelli di Simone si segnala Camillo, definito negli Stati d’anime della Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte del 1875: “sonatore”. Viene inoltre definito come “cimbalaro”, costruttore di strumenti musicali (Rosti- rolla 1984, p. 258; Barbieri 1989, p 154; DSBLazio 2009, s.v. Pomardi Camillo, p. 1610 [Franchi S.]). 8) Stati d’anime, Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, 1785, f. n.n., ms. presso ASVR. F7E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 3. Necrologio di Simone Pomardi (dal Libro dei morti di S. Lorenzo in Lucina) - ASVR. Il 24 dicembre 1788 Simone si sposa con Anna zazione di numerose raccolte di vedute della città di Sebastiani, “onesta zitella”9. Dapprima vanno ad abi- Roma, ne pubblica una a suo nome14 e partecipa alle il- tare al secondo piano di vicolo di S. Isidoro di “man lustrazioni presenti nella pubblicazione in folio del pri- dritta”10, poi, nel 1792, si spostano in “Strada Mar- mo libro della Satyra V di Orazio (1816) e prende parte gutta alle Rimesse”11 e, infine, nel 1795, in “Strada anche alla realizzazione delle tavole che corredavano Frattina verso Piazza di Spagna”12. l’Eneide di Virgilio tradotta Annibal Caro (1821)15. La prima opera firmata risale proprio al 1795, ed Egli realizza, inoltre, disegni di piccolo formato è dunque a Roma che si dipana la sua attività di ar- tirati all’acquaforte da Pietro Parboni, che vanno a il- tista riconosciuto, soprattutto nella realizzazione di lustrare l’opera di Antonio Nibby “Viaggio antiquario acquerelli, in cui ritrae vedute di Roma e dintorni. ne’ contorni di Roma” (1819)16. Il suo riconosciuto valore artistico lo porta ad essere Dopo questa intensa e variegata carriera da artista assoldato come disegnatore dall’archeologo inglese indipendente vissuta a Roma, una paralisi comple- Edward Dodwell, per la sua la spedizione artistica in ta degli arti lo porta alla morte il 3 novembre 1830, Grecia, compiuta tra il 1804 e il 180613. all’età di 73 anni, come attestano i registri della chie- Negli anni seguenti Pomardi collabora alla realiz- sa di San Lorenzo in Lucina17 (fig. 3). 9) Matrimoni, Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, 1772-1796, f. 90, n. presso ASVR. 517, ms. presso ASVR. 13) Dodwell 1812; Dodwell 1819; Pomardi 1820. 10) Stati d’anime, Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, 1789, f. n.n., ms. 14) Pomardi 1817. presso ASVR. 15) Satyra V 1816; Eneide 1819. 11) Stati d’anime, Chiesa di Santa Maria del Popolo, 1792, f. 91, ms. 16) Nibby 1819. presso ASVR. 17) Libro dei morti, Chiesa di San Lorenzo in Lucina, 1825-30, f. 23v, 12) Stati d’anime, Chiesa di San Lorenzo in Lucina, 1795, p. 96, ms. ms. presso ASVR. F8E
Simone Pomardi, pittore e vedutista O Francesca Sbaraglia P S imone Pomardi è più volte nominato nelle guide di Roma degli inizi dell’Ottocento come specialista in acquerelli1, a sottolineare la sua attività e la sua celebrità nel mercato allora assai florido dei souvenirs grafici. Le sue opere originali, conservate al Museo Bena- ki di Atene, alla Biblioteca Apostolica Vaticana, al British Museum, presso la Collection of the Packard Humanities Institute e in collezioni private, certifica- no le sue qualità artistiche e la sua tecnica (a matita, a penna e inchiostro, ad acquerello, penna inchiostro con acquerellature, inchiostro seppia acquerellato, matita penna e inchiostro). Originario di Monte Porzio, svolge la sua attività a Roma, dove si trasferisce all’età di 25 anni2. Nella Città, centro culturale europeo di innovazioni pittori- che e di gusto fino alla metà del XIX secolo3, il pittore intraprese la sua carriera artistica, non trascurando le relazioni con altri pittori4 e con i committenti, in particolare nel suo caso stranieri. Roma rappresentava un ambiente favorevole allo studio e all’apprezzamento del suo lavoro. Le sue prime opere conosciute risalgono al 1795. Si tratta di acquerelli che ritraggono paesaggi di Ti- voli (figg. 1-2), in cui il giovane artista dimostra le sue abilità tecniche nel ritrarre il dato naturale. La natura risulta infatti protagonista e Pomardi dimostra la sua Fig. 1. Simone Pomardi, La cascata di Tivoli, 1795, acquerello su carta, colle- maturità stilistica nell’utilizzo del colore, nel rappre- zione privata (da De Rosa 2011). 1) Su Simone Pomardi e la sua fortuna critica, De Rosa 2011. 4) Tra questi Giuseppe Bergler, Francesco Caucig, Ernesto Platner, 2) De Rosa 2011, p. 78. Giuseppe Paver, da De Rosa 2011, pp. 78-82. 3) Susinno 1990, pp. 399-430. F9E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 2. Simone Pomardi, Tivoli. La grotta delle Sirene con le cascatelle, acquerello su carta, collezione privata. sentare gli effetti dell’acqua sulle rocce e nel gover- parco circondava le celebri cascate formate dalle ac- nare i passaggi, dalle luci alle ombre e viceversa5. que dell’Aniene6. I pittori vi ritraevano i paesaggi dal La città di Tivoli era stata da tempo una delle vero, con i loro taccuini e album da disegno così come tappe preferite dai pittori del Grand Tour attratti da compare nell’opera di Pomardi (cfr. fig. 1). Villa Adriana, Villa d’Este e Villa Gregoriana, il cui Dalle suggestive cascate al fascino per le rovine, 5) Caratteri che risulteranno perfezionati negli acquerelli successivi, in riche. Tra i pittori che le immortalarono: Poussin, Lorrain, Piranesi, particolare in quelli del “Viaggio in Grecia” di cui più avanti nel testo. Turner, Corot e molti altri, cfr. Castria Marchetti – Crepaldi 2003, pp. 6) Le suggestive cascate furono celebrate in opere letterarie e pitto- 182-183. F 10 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 3. Simone Pomardi, Veduta del tempio di Giano, acquerello su carta, collezione privata. in un terzo acquerello della stessa serie è rappresen- dei soggetti deriva indirettamente della cultura anti- tato in primo piano il tempio di Vesta (cfr. fig. 1 a p. quaria dell’epoca, che sul mercato dell’arte chiedeva 16), tappa finale del percorso delle cascate della Villa testimonianze grafiche artistiche di singoli monumen- Gregoriana. ti e di nuove ed evocative scoperte archeologiche. I paesaggi con monumenti antichi furono uno dei La richiesta di quadri raffiguranti paesaggi con rovi- temi più ritratti dai pittori dell’epoca7 e sono al centro ne classiche da parte di nobili e della borghesia ricca, di tutta l’opera dell’artista monteporziano. La scelta iniziata nel secolo XVIII, si consolidò nel secolo XIX, 7) Già nella prima metà del Cinquecento numerosi pittori oltralpe ave- il XVIII secolo che i paesaggi con rovine classiche furono al centro vano soggiornato a Roma e in altre città d’Italia per studiare le rovine delle scelte pittoriche di numerosi artisti ispirati dalle scoperte archeo- antiche poi ritratte nei loro dipinti e decorazioni ad affresco, ma fu con logiche dell’epoca e condizionati dal mercato. F 11 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 4. Giovan Battista Piranesi, Arco di Giano (da G.B. Piranesi, Le antichità Romane, I). periodo in cui si assistette ad una nuova interpreta- le figure a volte interpretate in un’atmosfera romantica, zione del tema in termini romantici e realistici8, e altre volte in scene di genere come nelle donne intente all’ampia diffusione della veduta incisa9. all’asciugatura delle lenzuola (cfr. fig. 1 a p. 16). In tutti gli acquerelli di Pomardi, fin dalle prime Nei successivi lavori dell’artista monteporziano, rappresentazioni, è evidente la presenza umana, picco- tra altri acquerelli in cui risalta il paesaggio, con i 8) Cfr. Castria Marchetti – Crepaldi 2003, pp. 212-213. la Bella e Israel Silvestre e al volgere del secolo quelle di Alessandro 9) Le stampe con le Vedute di Roma si erano iniziate a produrre già Specchi, Giovanni Battista Falda, e in seguito Giuseppe Vasi, maestro dalla seconda metà del Cinquecento per venire incontro alle richieste di Piranesi, cfr. Wilton-Ely 1994, p. 31. dei visitatori. A queste seguirono nel Seicento le vedute di Stefano del- F 12 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 5. Pomardi, Veduta di Roma presa da Villa Lante, acquaforte, in basso a sinistra Simone Pomardi disegnò, in basso a destra Pietro Ruga e Pietro Parboni incisero Roma 1819, Roma (da De Rosa 2011). giardini di villa Borghese (dove non manca il dato ar- Pomardi doveva essere conosciuto all’epoca per chitettonico dei tempietti) o la natura romantica del questa sua competenza, tanto da essere stato scel- lago di Averno, prevalgono le Vedute di monumenti to dall’aristocratico anglo-irlandese e antichista antichi (fig. 3), mediato dalla maniera contemporanea Edward Dodwell (1777-1832) come compagno per il e dalle tecniche pittoriche utilizzate. suo secondo viaggio in Grecia (1804-1806)11, con il In queste opere, in cui prevale il carattere illu- compito di ritrarre i paesaggi e le rovine di quella strativo, realizzate soprattutto per una committenza terra12. L’impresa si concluse con una raccolta di cir- straniera, dal carattere topografico di piranesiana me- ca mille disegni, eseguiti tra il 1805 e il 1806, di cui moria (fig. 4)10, si evidenzia la capacità dell’artista nel 400 opere del committente e 600 di Simone Pomardi, ritrarre in maniera dettagliata la realtà. utilizzati per illustrare le varie edizioni del Viaggio in 10) Le incisioni di Piranesi, acquistate da studiosi, collezionisti e artisti stra a cura di Camp 2013, pp. 18-25. di tutta Europa, contribuirono a creare un vero e proprio culto per il 12) Non esistendo ancora la fotografia, era usanza diffusa che i viag- mondo antico, cfr. Wilton-Ely 1994, p. 212. giatori incaricassero gli artisti per documentare ciò che si vedeva o si 11) Su Edward Dodwell e i suoi viaggi in Grecia, il catalo go della mo- incontrava durante i percorsi. F 13 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Grecia13. La serie di disegni è stata riconosciuta come La raccolta si componeva oltre che di vedute, anche la raccolta più esaustiva sulla Grecia del primo Otto- di disegni di reperti archeologici [cat. nn. 1-5], en- cento14. I disegni furono eseguiti con diverse tecniche: trambi realizzati con attenzione per i minimi dettagli. schizzi e disegni a matita, a penna e inchiostro, seppia Dopo il viaggio in Grecia, Pomardi continuò a vi- e acquerelli; realizzati a mano libera e con la camera vere e a lavorare a Roma da artista indipendente e per obscura portatile, strumento ormai noto e utilizzato per una colta committenza. La qualità dei disegni fece si meglio documentare il paesaggio circostante. Attra- che molte sue opere vennero pubblicate in numerose verso la proiezione dell’immagine da disegnare sulla iniziative editoriali, alle quali collaborarono alcuni superficie del foglio era possibile riprodurla in scala dei principali incisori dell’epoca, che curavano la tra- e con assoluta precisione. Alcuni bozzetti, realizzati sposizione delle sue opere nelle lastre di rame atte in un primo momento dal vero, furono probabilmente alla stampa. Alcuni suoi paesaggi infatti, incisi da terminati dai due viaggiatori una volta tornati a Roma. Pietro Parboni16, furono utilizzati per illustrare edi- I paesaggi risultano delineati con cura nella resa zioni pregiate di testi come la Satira V (1816) e l’E- del dato naturale come dell’elemento architettonico, neide (1819), mentre altri, come la Veduta di Roma tratto caratteristico di tutte le opere di Pomardi. Così presa da Villa Lante17 (fig. 5), rimandano alle vedute come non mancano piccoli personaggi minuziosa- panoramiche del viaggio in Grecia, esperienza cen- mente caratterizzati e raffigurati nelle loro attività, tra trale nell’evoluzione stilistica del suo lavoro, termi- i quali compare anche l’artista intento a disegnare15, nato solo alcuni anni prima della sua morte, avvenuta nel più puro spirito documentaristico. nel 1830. 13) Dodwell 1812 e 1819; Pomardi 1820; si veda l’articolo Valenti in 15) Come nell’acquerello che rappresenta l’Interno del tesoro di Atreo questa sede. a Micene, 14) Camp 2013, p. 24. Si ricordano, tra le edizioni illustrate che hanno 16) Calcografo vedutista attivo a Roma nella prima metà del XIX seco- preceduto il Viaggio in Grecia di Dodwell e Pomardi, i testi settecen- lo, cfr. Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italia- teschi come “Le rovine dei più bei monumenti della Grecia” di Julien ni. Dall’XI al XX secolo, voll. 1-11 Torino 1972-1976. David Le Roy, edito a Parigi nel 1758 e “Le antichità di Atene” di 17) In De Rosa 2011, p. 120. Jamen Stuart e Nicolas Revett, edito nel 1762. F 14 E
Simone Pomardi e l’Antico O Massimiliano Valenti P S imone Pomardi non è un architetto, né un se è verosimilmente legato e condizionato anche da antiquario / archeologo, ma un buon vedu- un mercato, quello sempre più fiorente delle incisio- tista. Nelle sue opere, così ben fatte, non ni a stampa1, verso il quale si indirizzavano i nuovi ritroveremo pertanto troppi dettagli arche- viaggiatori del Grand Tour, il celebre viaggio di for- ologici, se non su esplicita richiesta del mazione, oramai aperto ai giovani rampolli dell’emer- committente. È il monumento e la rovina nel suo con- gente borghesia, che non sempre avevano il tempo e testo che interessano, non il particolare a fini di studio. le doti per dipingere e/o disegnare loro stessi quel La produzione artistica di questo pittore è oggi prin- che vedevano, alimentando e indirizzando dunque la cipalmente nota attraverso le opere a stampa (nella scelta dei soggetti, per prodotti (le stampe, in folio o maggior parte realizzate dunque su esplicita richiesta a illustrazione di libri), che divenivano veri e propri del committente) e in alcuni acquerelli originali (la souvenirs d’Italie2. maggior parte dei quali – se si esclude l’imponente I disegni di soggetto archeologico di Pomardi, serie realizzata nel corso del viaggio in Grecia – spes- sono però opere preziose, oltre che per il loro oramai so preparatori alle future incisioni). riconosciuto valore artistico, anche perché testimoni L’indubbia abbondanza di soggetti archeologici è di un’epoca; veri e propri fermo-immagine che, con dunque probabilmente frutto sia di una sua partico- la loro ariosità vedutistica, supplendo alla fotografia lare sensibilità verso questo tipo di rappresentazione, (non ancora inventata3), testimoniano le profonde tra- che di un periodo storico, durante il quale si defini- sformazioni del paesaggio urbano di Roma, nel quale sce sempre di più l’interesse per l’archeologia, anche i ruderi assumono sempre più importanza. alla luce delle profonde trasformazioni e sistemazioni L’attività di Simone Pomardi a Roma è assai pre- dell’area centrale di Roma, la città nella quale, a 25 coce ed è testimoniata da alcuni acquerelli4. Le opere anni, si trasferisce Pomardi e verso la quale ovvia- che è stato possibile datare come più antiche hanno mente indirizza la sua attenzione. Ma questo interes- Tivoli come soggetto: tra di esse si segnala la bel- 1) Cavazzi 1982; Valenti 2011 (= 2012) p. 45. co, hanno spesso analoghe inquadrature di quadri e stampe: Valenti 2) A questo proposito ricordo la raccolta di stampe del de Linsolas, 2004, p. 17. edita nel 1838 e intitolata appunto Souvenirs de l’Italie. 4) De Rosa 2011, pp. 79-80. 3) È interessante notare che le prime fotografie di soggetto archeologi- F 15 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 1. Simone Pomardi, Il tempio di Vesta a Tivoli, acquerello su carta, 1795 (da De Rosa 2011). la veduta dell’“acropoli”, con il tempio circolare “di dei monumenti antichi raffigurati, in quegli anni og- Vesta”, del 17955 (fig. 1). Interessante anche una se- getto di molte cure e attenzioni6. È il caso, ad es., di rie di vedute romane che, sebbene spesso non datate, una veduta dell’Arco di Settimio Severo, che è raffi- possono essere inquadrate cronologicamente osser- gurato ancora parzialmente interrato e dunque prima vando lo stato di conservazione e/o di sistemazione degli scavi iniziati nel 1800 da Carlo Fea7; o dell’Ar- 5) De Rosa 2011, tav. XXXII. Sul contesto archeologico: Coarelli 1982, vari acquerelli di soggetto archeologico romano: De Rosa 2011, p. 82. pp. 90-94. 7) De Rosa 2011, tav. XLIV. 6) Tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 furono verosimilmente redatte F 16 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 2. Simone Pomardi, Veduta dell’interno del Colosseo, acquerello su carta, 1814 (da www.gonnelli.it/it/asta-016). co di Tito, ancora inglobato nelle murature delle for- o, ancora, della originale veduta interna del Colosseo, tificazioni medievali dei Frangipane, poi eliminate in del 18029, e di altre, successive ma particolarmen- occasione della sua sistemazione realizzata a ridosso te interessanti, poiché viene documentata l’avvenuta degli anni ’20 del XIX secolo da Giuseppe Valadier8; esplorazione dei sotterranei dell’arena, completamente 8) De Rosa 2011, tav. XLV. Sul monumento: Coarelli 2008, pp. 204-211. teporziano, più volte affrontato nel corso degli anni e da varie angola- 9) De Rosa 2011, p. 81, tav. XXXVIII. Tema assai caro al pittore mon- zioni: De Rosa 2011, tavv. XXXIX, XL, XLVIII F 17 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio riportati alla luce (fig. 2). Talmente importante questa sotto la dominazione ottomana15. documentazione, che il celebre architetto Luigi Ros- “Se avessimo viaggiato senza altro fine che il rac- sini, nel pubblicare Le Antichità Romane nel 1817, cogliere una collezione di disegni pittoreschi, non incideva personalmente proprio uno dei disegni del avremmo potuto procedere per cinque miglia al gior- Pomardi che documentava gli scavi condotti nell’are- no attraverso un paese che, quasi a ogni passo o svolta na dall’amministrazione francese tra il 1811 e il 1813, di strada, presentava un tratto sempre nuovo. Nella prima del loro reinterro avvenuto già nel 181410. fascinatrice varietà del suo paesaggio e nella ricchez- L’apprezzamento per la sua tecnica e il suo stile, za di panorami incantevoli, di gran lunga superava dovettero contribuire al suo coinvolgimento come di- qualsiasi altro luogo in Italia, o forse nel mondo”16. segnatore nel viaggio in Grecia organizzato dall’insi- La bellezza e la precisione dei suoi disegni costitu- gne studioso di architettura antica Edward Dodwell iscono ancora oggi uno strumento di studio indispen- (1777 – 1832)11, tra il 1804 e il 1806. In un’epoca in sabile per chi indaga le antichità greche, anche per cui non esisteva ancora la macchina fotografica era poter verificare lo stato di conservazione degli stessi usanza diffusa quella di assoldare artisti che docu- monumenti (fig. 3). Le vedute sono spesso completate mentassero i viaggi intrapresi. da note a margine che consentono di identificare nu- La “ricchezza di panorami incantevoli”, imprezio- merosi elementi del paesaggio. siti dalle “reminiscenze del passato”, ispirò talmente Va notato che, proprio in occasione di questo tour, i due autori che realizzarono circa 1000 disegni (600 evidentemente su esplicita richiesta del Dodwell, Po- il solo Pomardi). mardi realizza anche disegni di singole opere artisti- Solo una parte venne però poi pubblicata (in tre che (bassorilievi, ceramiche, elementi architettonici) distinte opere dal suo committente12 e, dal Pomardi [cat. nn. 1-5], alcuni dei quali sembrano essere poi stesso, in un’altra nel 182013). Gli altri, inediti, rima- confluiti nella ragguardevole raccolta archeologica sero di proprietà della famiglia Dodwell che, recente- dell’inglese17, che, a sua volta, sembra sia in parte mente, li ha ceduti al Packard Humanities Institute. oggi inglobata nelle collezioni del Museo di Monaco Oggetto di una mostra allestita nel 2013 nella Curia di Baviera18. del Foro Romano a Roma14, hanno rivelato al grande Pomardi, oramai affermato, è coinvolto in varie pubblico le qualità artistiche del pittore monteporzia- opere editoriali: i suoi disegni sono incisi da Pietro no e la sua capacità di riprodurre i suggestivi paesag- Parboni per l’edizione in folio della V Satira di Ora- gi incontrati durante un viaggio, durato ben 18 mesi, zio19, tra i quali si segnalano per tema prettamente ar- certamente non comodo, in un mondo classico ancora cheologico, una veduta del cd. sepolcro di Cicerone, 10) Gallottini 2005, pp. 151, 165-166, n. 386. 15) De Rosa 2011, pp. 140-174. 11) “Illustre letterato” e “Gentiluomo inglese” lo definisce Pomardi 16) Dodwell 1819. stesso (Pomardi 1820, I, pp. VI, 1-4). 17) De Rosa 2011, p. 94. Cfr. Musée Dodwell 1837. 12) Dodwell 1812; Dodwell 1819; Dodwell 1821. 18) De Rosa 2011, p. 94. 13) Pomardi 1820. 19) Satyra V 1816. 14) Camp 2013. F 18 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 3. Simone Pomardi, L’Eretteo, acquerello, 1805, dettaglio (da Camp 2013). una monumentale tomba dislocata sul percorso della Finalmente, nel 1817, Simone Pomardi pubblica via Appia in prossimità di Formia20 e l’anfiteatro di un proprio album di vedute di Roma antica, incise a Benevento, inglobato in edifici post-antichi21. Una contorno (destinate dunque ad essere colorate), con veduta del Tempio detto di Giove Statore in Campo vedute del Colosseo, del Tempio di Antonino e Fau- Vaccino è pubblicata in una raccolta di vedute di stina, dell’Arco di Costantino, dell’Arco di Settimio Roma del 181622. Severo, dell’Arco di Giano (cfr. fig. 3 a p. 11, acque- 20) De Rosa 2011, fig. a p. 106 (In mamurrarum lassi deinde Urbe manemus Quindi per dritto calle a Benevento Ratti moviam). Sul monumento: de / Stanchi in Formia la sera avemmo albergo). Cfr. Coarelli 1982, p. 367. Caro - Greco 1981, pp. 184-185. 21) De Rosa 2011, fig. a p. 107 (Tendimus hinc recta Beneventum / 22) De Rosa 2011, p. 110. F 19 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 4. Simone Pomardi, senza titolo [Tempio della Fortuna al foro Boario - Roma], incisione, 1817 (da Pomardi 1817). rello da cui è derivata), dei Templi di Vesta e della invaso un tempo occupato dal Circo Massimo, incisa Fortuna Virile al Foro Boario (fig. 4), del Tempio di sempre da P. Parboni, è inserita nell’edizione dell’E- Saturno, del tempio della Pace, del Pantheon e una neide di Annibal Caro del 1819-1820 (fig. 5)24 . veduta del tempio della Sibilla a Tivoli (il tempiet- Oramai considerato “uno de’ nostri migliori artisti, to rettangolare dell’acropoli)23. Una splendida veduta e più intelligenti”25, Simone Pomardi è scelto dall’ar- del fronte del Palatino che si affaccia sul sottostante cheologo Antonio Nibby (1792 – 1839), per illustrare 23) Per i singoli monumenti si rimanda a Coarelli 2008, passim. le pp. 62-63. 24) De Rosa 2011, pp. 122-136, fig. a p. 133. Eneide 1819, II, tav. tra 25) Nibby 1819, I, p. 5. F 20 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Fig. 5. Simone Pomardi, Il Palatino, incisione di P. Parboni (da Eneide 1819). la sua prima opera dedicata Campagna romana26 con dislocata poco più di un km a nord dell’antica città ben 30 piccole incisioni, realizzate da Pietro Parboni. latina appena ritrovata. E in effetti al sito di Tuscu- Tra le vedute del Lazio spiccano quelle relative lum vengono allegate ben cinque incisioni. Si tratta alle rovine dell’antica Tusculum, appena emerse ne- delle prime preziose documentazioni di alcuni scorci, gli scavi promossi da Luciano Bonaparte (fratello di che diventeranno un classico delle documentazioni Napoleone) tra il 1804 e il 181727 [cat. nn. 6-9]. del “petit Grand Tour”, cioè l’estensione ai Castelli Sebbene firmi numerose altre stampe allegate al Romani del classico Grand Tour. volume, nel caso specifico, l’opera di Pomardi non La fama degli scavi di Tusculum, dovuta più all’e- sembra casuale, essendo originario di Monte Porzio, vocativa attribuzione storica dei luoghi (di Cicerone, 25) Nibby 1819. 27) Pasqualini 2013 (= 1992); Castillo Ramirez 2005, pp. 181-205. F 21 E
Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio di Lucullo etc.) che alla magnificenza delle rovine bano di Tusculum, affacciato sulla Valle della Mola- riportate alla luce, grazie anche al contesto paesaggi- ra; la cavea del teatro rivelato proprio in occasione stico circostante ancora oggi mirabile, contribuì a far- degli scavi di Luciano Bonaparte; la cisterna o fonte ne un punto imprescindibile delle passeggiate nella arcaica, addossata al limite Nord della città e acces- Campagna Romana e fonte continua (ma ripetitiva) di sibile dalla strada lastricata che scendeva verso val- temi iconografici, che evidentemente trovavano buon le; lo sperone roccioso dell’arx, ai lati del quale si mercato nei viaggiatori dell’epoca, fungendo da “foto apre uno scorcio della Campagna Romana sul quale ricordo” dei luoghi visitati. si staglia, probabilmente non a caso, la silhouette I soggetti delle tavole (i ruderi della “Villa” o di Monte Porzio), fungono da vedute della sommaria “scola” di Cicerone”, come allora veniva denomina- carta archeologica (quasi uno schizzo) pubblicata to quel che rimaneva del grande santuario extra-ur- dal Nibby28. 28) Nibby 1819; cfr. Museo della Città 2014, p. 132, n. IV.99, Nulla a (= 2012), pp. 215-217, n. 10 [Valenti M.]; Museo della Città 2014, pp. che vedere con quella realizzata l’anno seguente, precisissima testimo- 132-136, n. IV.100, tav. XLVIII [Valenti M.]. nianza dello stato dei lavori di scavo a quella data: Colli Albani 2011 F 22 E
Catalogo
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 01 Frammenti di altorilievo del tempio di Teseo in Atene Simone Pomardi del. Ferd. Mori inc. Acquaforte, 1812 [Collezione privata] misure: disegno cm 28 x 25 (foglio cm 30 x 28) L’ incisione (estrapolata da Dodwell 1812, tav. V; analogo disegno, con lievi differenze grafiche e senza la numerazione della tavola, è riprodotto in Dodwell 1819, I, tav. tra le pp. 362-363) riproduce due frammenti distinti di alto-rilievi, appartenenti al fregio est, che decorava il lato interno del pronao del tempio di Efesto (erroneamente “di Teseo” nell’Ottocento), databili intorno al 440 a.C. (sui problemi della datazione, assai discussa: Cruciani 1998, pp. 86-87). Il fregio sviluppava un tema iconografico ancora oggi non completamente compreso e dibattuto, ma verosimilmente connesso a lotte alla presenza di due gruppi di divinità (Cruciani 1998, pp. 90-92). I due frammenti sono disegnati isolati “fra molti altri, che rimangono ancora in quel tempio, per essere i meglio conservati, poi- ché le spietate mani degl’Iconoclasti hanno esercitato le loro ordinarie ruine sopra questa elegante fabrica” (Dodwell 1812, p. V), mentre ora sono collocati nel sito originario perfettamente attaccati ai frammenti adiacenti lungo le linee di frattura perfettamente combacianti (Bockelberg 1979, taf. 14; taf. 13). Nel frammento a sinistra è raffigurato forse Urano, seduto, con le gambe ricoperte da un panneggio; alla sua destra, in secondo piano appare l’interno di uno scudo, saldamente imbracciato. Nel frammento a destra è riprodotto, con ardita prospettiva di spalle, secondo una delle interpretazioni, uno dei Ciclopi, mentre solleva un enorme masso. F 25 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 02 From the sacred forest near Epidauros S. Pomardi del. Engr.d by H. Moses Publisched by Redwell & Martin, Bond Sreet, May 1819 Acquaforte, 1819 [Collezioni privata] misure: disegno cm 12,5 x 17 (foglio cm 22 x 27) L a stampa (estratta da Dodwell 1819, II, tav. tra le pp. 250-251) contiene la raffigurazione di tre dettagli decorativi architettonici. I primi due registri sono relativi alla Tholos di Epidauro, un edificio a pianta circolare realizzato negli anni centrali del IV sec. a.C., parte integrante del vasto e famoso Santuario di Esculapio immerso in un bosco sacro (Pausania, Viaggio in Grecia II, XX- VII, 1). Quello delineato in alto, con fascia a can-corrente sormontata da fila di astragali e perline, decorava il soffitto a cassettoni del corridoio, in corrispondenza del punto di attacco con la sottostante cornice dell’architrave (cfr. Roux 1961, pl. 50, sinistra); quello centrale, con kyma ionico sormontato da fascia decorata da meandro, delimitava superiormente l’attico dell’architrave sovrastante il colonnato sulla fronte interna dell’edificio (cfr. Roux 1961, pll. 47 e 49 a destra). Alla base è invece disegnato quello che sembra un capitello di lesena, in stile corinzio, con volute interne filiformi, quelle ester- ne con ampie semi-foglie d’acanto, kyma ionico sull’echino e girali contrapposte a riempire lo spazio centrale tra le volute. F 27 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 03 From Mycenae S. Pomardi del. Engr.d by H. Moses Publisched by Redwell & Martin, Bond Sreet, May 1819 Acquaforte, 1819 [Collezioni privata] misure: disegno cm 16 x 10,5 (foglio cm 27 x 22) L a stampa (estrapolata da Dodwell 1819, II, tra le pp. 232-233) riproduce quella che sembra essere una base di colonna finemen- te decorata (così è almeno interpretata da Pomardi, considerando il verso in cui è disegnata: cfr. descrizione in Dodwell 1819, II, p. 232) del “Tesoro di Atreo”, in realtà una tomba, la più imponente di quelle dette a thòlos con lungo dròmos di accesso, databile intorno alla metà del XIII sec. a.C. Frammenti di questa “base” sono documentati anche da altri viaggiatori, che la interpretano come tale (vd. i disegni di S. Ittar: cfr. Buscemi 2010, figg. 12, 14). In realtà si tratta di un capitello (dunque da guardare capovolto) di coronamento alle colonne che inquadravano l’ingresso alla camera sepolcrale a volta (ricostruzione in Pryce 1928, figg. 13-14). Il sopralluogo di Dodwell e Pomardi alle rovine di Micene è posteriore di pochi anni alle indagini promosse da Lord Elgin, susse- guenti alla sua visita del 1802; sembra che gli “scavi” si concentrarono nella zona di ingresso del “Tesoro” e che frammenti della decorazione architettonica della facciata furono poi trasportati in Inghilterra; altri ancora vi furono inviati nel 1812, mentre altri pezzi sono oggi al Museo Nazionale di Atene e altri ancora nei Musei di Monaco, Berlino e Nauplio (Buscemi 2010, pp. 75-76). Le limitate indagini di Lord Elgin precedono di molti anni gli spettacolari scavi di H. Schliemann, durante i quali (nel 1874) vennero riportate alla luce le tombe a fossa regali, i cui ricchissimi corredi funerari aurei scatenarono fantasie e discussioni accademiche. F 29 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 04 From sepulchres at the Piraeus S. Pomardi del. Engr.d by H. Moses Publisched by Redwell & Martin, Bond Sreet, May 1819 Acquaforte, 1819 [Collezioni privata] misure: disegno cm 17 x 11 (foglio cm 27 x 22) N ella stampa (pubblicata in Dodwell 1819, I, tav. tra le pp. 448-449) sono disegnati tre vasi attici, provenienti da tombe scavate al Pireo, il porto di Atene, e connesse, per tipologia vascolare e temi iconografici raffigurati, al mondo della toletta femminile. Si distingue (dall’alto verso il basso): una lekytos a fondo bianco con un Eros alato che porge una corona vegetale; un aryballos a fi- gure rosse con eroti; il coperchio di una lekanis a figure rosse, con volti femminili di profilo alternati a palmette dritte (V-IV sec. a.C.). F 31 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 05 Vase, found in the Acropolis of Athen S. Pomardi del. Engr.d by H. Moses Publisched by Redwell & Martin, Bond Sreet, May 1819 Acquaforte, 1819 [Collezioni privata] misure: disegno cm 11 x 17 (foglio cm 22 x 27) N ella stampa (estrapolata da Dodwell 1819, I, tav. tra le pp. 460-461) sono riprodotti in realtà due vasi distinti, recuperati nell’a- cropoli di Atene. Al primo, rinvenuto in un sepolcro ipogeo presso l’Acropoli (Dodwell 1819, I, p. 461), sono riferibili le tre vedute della medesima lekythos a figure nere, con scene di combattimento tra guerrieri armati, databile tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. Sul secondo vaso, in realtà un frammento di parete di ceramica a figure rosse di forma non determinabile databile nell’ambito del V sec. a.C., è raffigurato un personaggio (Dioniso?) seduto, ammantato, con la barba e la corona di foglie d’edera che cinge la testa, nell’atto di suonare una cetra a sette corde con il plettro (Dodwell 1819, I, pp. 459-460). F 33 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 06 Muri di Tuscolo ed Acquedotto / Murs et Acqueduc de Tusculum S. Pomardi dis. P. Parboni inc. Acquaforte, 1819 [Collezione privata] misure: disegno cm 16,1 x 10,6 (foglio cm 20,8 x 13,6) L a stampa (estrapolata da Nibby 1819, I), contiene la più antica raffigurazione della cd. Cisterna arcaica (in realtà la fontana pubblica dell’antica Tusculum), riportata alla luce in occasione degli scavi promossi da Luciano Bonaparte, nei terreni della sua Villa Rufinella a Frascati (acquistata nel 1804), tra il 1807 e il 1817 e verosimilmente nell’ultimo periodo (sugli scavi di Luciano Bonaparte a Tuscolo: Pasqualini 2013, pp. 23-74; Castillo Ramirez 2005, pp. 211-224). Lungo il lastricato della strada romana che scendeva sul versante settentrionale extra-urbano di Tusculum, si nota la porta ret- tangolare di accesso al vano interno coperto da volta ogivale; si scorge anche, al suo interno, lo sbocco irregolare del cunicolo di alimentazione. La struttura è inglobata in murature in opera quadrata. L’edificio, che per la sua forma particolare attirò l’interesse di studiosi e artisti e suscitò numerose discussioni circa la sua re- mota antichità (Castillo Ramirez 2005, pp. 213-224), divenne tema iconografico assai fortunato e più volte raffigurato da numerosi artisti, sia per fini scientifici (L. Rossini, nel 1826; W. Gell, nel 1827; V. Vespignani, nel 1830-1831; L. Canina nel 1841) che vedutistici (S. Busuttel, 1832; G. Cottafavi, 1858; V. Vecchi, 1866: per una disamina critica di questa documentazione: Nobiloni 2003; Castillo Ramirez 2005, passim). Disegno identico (con lievi differenze nei dettagli), delineato da A. de Linsolas e trasferito su pietra da de Magny (cfr. Castillo Ramirez 2005, fig. 87; Devoti – Muratori 1997, fig. p. 41, e chiaramente derivato (se non copiato) da quello del Pomardi ed è pubblicato qualche anno dopo (de Linsolas 1838, II, tav. 77). F 35 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 07 Cittadella di Tusculo verso Oriente / Citadelle de Tusculum vers l’Est S. Pomardi dis. P. Parboni inc. Acquaforte, 1819 [Collezioni del Museo della Città di Monte Porzio Catone, inv. MPC.1012] Bibliografia: Colli Albani 2011 (= 2012), p. 212, n. 4 [M. Valenti]; Museo della Città 2014, p. 131, n. IV.96 [M. Valenti]. misure: disegno cm 16,1 x 10,6 (foglio cm 20,8 x 13,6) L a stampa (estrapolata da Nibby 1819), contiene la raffigurazione del versante settentrionale dell’arx di Tusculum. Sopra lo spero- ne tufaceo sono delineate murature in opera quadrata, mentre in un piccolo pianoro posto alla base dello stesso, due personaggi dialogano davanti al paesaggio che gli si apre verso Nord-Est. Da notare che su una collinetta è ben delineata, forse non a caso, la silhouette di Monte Porzio, paese natale di Simone Pomardi. Una litografia di analogo soggetto, di de Seguain su disegno di Aubert de Linsolas (cfr. Devoti – Muratori 1997, p. 40), chia- ramente derivata (se non copiata), sia nell’inquadratura che nei dettagli (di qualità inferiore), da quella del Pomardi, è pubblicata qualche decennio dopo (de Linsolas 1838, II, tav. n. 75). Ancora stesso soggetto con analoga inquadratura, ma decisamente più bello, invece, un disegno a matita e china su carta di autore purtroppo ignoto, dal titolo “La Roche de l’antique Tusculum”, del 1829 (Oltre Roma 2012, p. 355, n. P 1.1.10). F 37 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 08 Teatro Tusculano / Theatre de Tusculum S. Pomardi dis. P. Parboni inc. Acquaforte, 1819 [Collezioni del Museo della Città di Monte Porzio Catone, inv. MPC.1014] Bibliografia: Colli Albani 2011 (= 2012), pp. 212-213, n. 6 [M. Valenti]; Museo della Città 2014, p. 132, n. IV.98 [M. Valenti]. misure: disegno cm 16,1 x 10,6 (foglio cm 20,8 x 13,6) L a stampa (estrapolata da Nibby 1819, I) contiene la più antica veduta del teatro romano di Tusculum, riportato alla luce in occasione degli scavi promossi da Luciano Bonaparte, nei terreni della sua Villa Rufinella a Frascati, tra il 1804 e il 1817. Si distingue chiaramente la cavea, ancora oggi ben conservata e, alle sue spalle la mole dell’arx. Il disegno è animato da tre personag- gi, uno dei quali, nella metà destra del disegno, cammina in quello che era il corridoio (originariamente) coperto (crypta in summa cavea), con una pala sulla spalla: se non fosse un riempitivo di genere ma un riferimento agli scavi in corso, il disegno originale andrebbe dunque retrodatato di qualche anno. La veduta può essere confrontata con la piantina degli scavi edita dal Nibby nello stesso volume (Nibby 1819, I) e, soprattutto, con quella ben più dettagliata e precisa (e oserei dire ufficiale), recentemente recuperata nel mercato antiquario (Colli Albani 2011 = 2012, pp. 215-217, n. 10 [Valenti M.]; Museo della Città 2014, pp. 132-136, n. IV.100 [Valenti M.]): in entrambe non risulta ancora scavata la scena. Il teatro di Tusculum diverrà col tempo tema iconografico di grande successo, non solo nelle stampe (ricordo quelle di D. Amici, del 1847: Castillo Ramirez 2005, fig. 151; di A. Moschetti, del 1850: Museo della Città 2014, p. 140, n. IV.108 [Mascioli C.], ma anche in quadri (G.W. Palm, del 1850: Castillo Ramirez 2005, fig. 152). Va segnalata a questo proposito l’identica litografia di de Magny su disegno di Aubert dei Linsolas (cfr. Castillo Ramirez 2005, fig. 85; Devoti – Muratori 1997, p. 42), che è chiaramente derivata (se non copiata), sia nell’inquadratura e che nei dettagli, da quella del Pomardi, e pubblicata qualche decennio dopo (de Linsolas 1838, II, tav. 74). F 39 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 09 Avanzi della villa Tusculana di Cicerone / Reste de la villa Tusculane de Ciceron S. Pomardi dis. P. Parboni inc. Acquaforte, 1819 [Collezioni del Museo della Città di Monte Porzio Catone, inv. MPC.1013] Bibliografia: Colli Albani 2011 (= 2012), p. 212, n. 5 [M. Valenti]; Museo della Città 2014, p. 131, n. IV.97 [M. Valenti]. misure: disegno cm 16,1 x 10,6 (foglio cm 20,8 x 13,6) N ella stampa (estrapolata da Nibby 1819), sono disegnate le rovine evocativamente attribuite alla villa tuscolana di Cicerone (denominate al’epoca Accademia o Schola di Cicerone: Pasqualini 2013, p. 32), ma in realtà appartenenti alle sostruzioni di un monumentale santuario, dislocato nella periferia SO di Tusculum (Quilici – Quilici Gigli 1995; Ribaldi 2008, pp. 50-56). Anche questo soggetto ha grande successo, sia per l’imponenza delle rovine, sia per l’evocativa attribuzione, ed è più volte raf- figurato (segnalo: A. Uggeri, del 1824; L. Canina, del 1841: cfr. Castillo Ramirez 2005, figg. 105, 146; G. Busse, del 1842: Colli Albani 2011 = 2012, p. 220, n. 17 [Valenti M.]). Identica veduta, incisa da de Magny e delineata da A. de Linsolas (Castillo Ra- mirez 2005, fig. 84; Devoti – Muratori 1997, ), è chiaramente derivata (se non copiata) da quella del Pomardi e pubblicata alcuni anni dopo (de Linsolas 1838, II, tav. 73). F 41 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 10 Il tempio di Teseo Sim. Pomardi dis. Matita e acquerello, 1820? [Collezione privata] misure: disegno cm 15,5 x 10 (foglio cm 24 x 18) R affigurazione del tempio di Efesto ad Atene, nell’Ottocento erroneamente attribuito a Teseo e denominato Theseion, per la presenza del mito di Teseo raffigurato in alcune metope dei lati lunghi; tuttavia il vero edificio dedicato a questo eroe era dislo- cato in altra area ed era verosimilmente un heroon (Cruciani 1998). Il tempio, dorico periptero (6 x 13 colonne), risalente agli anni intorno al 440 a.C., è dislocato sul modesto rilievo del Kolonos Agoraios, in posizione dominante sulla sottostante Agorà. Del presente disegno esiste una versione a stampa incisa da P. Parboni e pubblicata nel Viaggio in Grecia (Pomardi 1820, I, p. 141, tav. 46). F 43 E
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Simone Pomardi (1757-1830), pittore di Monte Porzio Catalogo 11 Veduta dell’Arco Trionfale di Settimio Severo, e del Vestibolo di Tempio della Concordia / Vue de l’Arc Triomphal de Septime Severe, et du Vestibule du Temple de la Concorde Simon Pomardi dis. Franc. Morel inc. Acquaforte, 1821 [Collezione privata] misure: disegno cm 24,5 x 19 (foglio cm 45 x 30) L a stampa raffigura la faccia orientale dell’arco trionfale eretto nel 203 d.C. sul limite occidentale del Foro Romano a Roma, in onore di Settimio Severo e suo figlio Caracalla, per commemorare le vittorie in oriente. L’edificio appare isolato, liberato dagli interri post-antichi fino al suo piano di calpestio dagli scavi iniziati da Carlo Fea nel 1800 (Huelsen 1906, p. 46) e proseguiti fino al 1803, quando, per volere di Papa Pio VII, venne completata la sistemazione dell’area, cin- ta da un muro continuo di protezione (Nibby 1838, pp. 483-484). Sullo sfondo, a sinistra, è delineato anche il pronao del tempio di Saturno (nella stampa “della Concordia”, come allora veniva erroneamente identificato), già liberato da case e casupole post-antiche che gli si addossavano; a destra, la mole del palazzo Senatorio, impostato sul basamento del Tabularium. L’arco di Settimio Severo è soggetto caro al Pomardi, evidentemente anche per le richieste del mercato: è noto un acquerello su carta (De Rosa 2011, tav. XLIV), realizzato prima del 1800 (il monumento non è ancora scavato e isolato), e alcune incisioni a stampa, tutte derivate da diverso e posteriore disegno del Pomardi (quello utilizzato anche per la stampa della mostra): la prima edita in un’opera dello stesso pittore destinata ad essere poi colorata (Pomardi 1817, tav. 5; cfr. De Rosa 2011, fig. a p. 113); l’altra, animata da personaggi differenti, è pubblicata su incisione di Francesco Morelli, in due differenti versioni: la nostra, pubblicata in un volume di vedute di Roma (Raccolta di Vedute [1821]), la seconda (cfr. De Rosa 2011, fig. a p. 176), che si distingue per la forma differente delle nuvole e la diversa punteggiatura dell’incisore. F 45 E
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