SEZIONE SPERIMENTALE INTEGRATIVA AL NIDO ED ALLE SCUOLE DELL'INFANZIA DEL TERRITORIO COMUNALE PRESSO L'A.N. BUONARROTI - Comune di Rovigo

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Allegato a) alla determinazione dirigenziale n.      del

  SEZIONE SPERIMENTALE INTEGRATIVA
 AL NIDO ED ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA
       DEL TERRITORIO COMUNALE
        PRESSO L’A.N. BUONARROTI
            “Sezione Primavera”
         PROGETTO EDUCATIVO-DIDATTICO
                                        LINEE SINTETICHE

La cultura pedagogica e l’organizzazione di contesto relativi ai servizi educativi definiti ‘a ponte’,
devono essere attente alle esigenze di bambini tra l’età di nido e quello della scuola dell’infanzia,
senza però avere semplicemente caratteristiche assimilabili al nido od alla scuola dell’infanzia.

I servizi che accolgono bambini dai due ai tre anni devono essere progettati come servizi innovativi,
che tengano conto di alcune attenzioni legate alla specifica fascia d’età 24-36 mesi.

Intorno ai 22/24 mesi, infatti, si realizzano snodi evolutivi strategici:
- si aprono “finestre di opportunità” che trasformano le abilità in competenze, ovverosia, un
passaggio da un sapere fare cose, alla consapevolezza di saper fare quella cosa grazie all’impasto
generativo di creatività, iniziativa e responsabilità.
- il bambino comincia ad essere in grado di orientarsi nel mondo e di costruire delle teorie su come
funzionano le cose e gli eventi: grazie alla narrazione si costruiscono storie, ed è grazie alle storie
che si costruiscono teorie che , in seguito, verranno messe alla prova.

Il contesto che accompagna i bambini da 2 a 3 anni, dunque, deve essere un contesto stimolante
perché lo porta alle soglie del noto per esplorare l’ignoto; un ambiente che, attento al soggetto,
spinge il bambino a varcare le sicurezze del già conosciuto per avventurarsi in nuove esperienze
ancora da esplorare.
Le competenze si acquisiscono infatti spingendosi oltre i limiti delle abilità.
Vanno offerte opportunità che consentano ai bambini di questa età di fare esperienze concrete, di
stare sulle cose, di agirle, di farle concretamente, ma a queste abilità vanno date occasioni per
trasformarsi in competenze avendo tempi per la sedimentazione e la riflessione, per prendere
distanza dalle azioni e trasformarle in pensieri, per valutare gli esiti delle azioni e le loro relazioni
sulle cose e gli eventi, per autovalutare il percorso di comprensione che hanno indotto queste azioni.
Ed una volta sedimentate ci si avventura in nuovi territori.

La creazione di una “Sezione Primavera”, che, pur inserita all’interno di una struttura di Asilo Nido
classico, viene caratterizzata come “servizio innovativo ed integrativo”, risponde ad una duplice
esigenza:
    1) di carattere sociale:
    diversificazione dell’offerta di servizi, ampliando il ventaglio di opportunità messe a
    disposizione delle famiglie, le cui necessità sono diversificate e personalizzate, mediante un
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   servizio educativo part-time che offra qualità ed economicità e che dia anche la possibilità di
   fruire di un percorso educativo finalizzato alla continuità con le scuole dell’infanzia del
   territorio;
   2) di carattere strettamente pedagogico:
   offerta di una ‘garanzia’ di continuità educativa nel passaggio dall’Asilo nido alla Scuola
   dell’Infanzia, promossa attraverso una stretta collaborazione e condivisione tra personale
   dell’Asilo Nido e delle Scuola dell’Infanzia (Statali e Paritarie) del territorio, attraverso una
   progettazione pedagogica che ampliando il Progetto Continuità nido – scuola dell’infanzia che
   da numerosi anni è attuato nelle sezioni dei ‘grandi’ dei nidi comunali, promuova nell’arco di
   tutto l’a.e.:
   - la conoscenza graduale del futuro ambiente educativo nel quale andranno inseriti;
   - la reciproca conoscenza fra bambini delle due realtà messe in relazione;
   - comuni iniziative educative (a partire dalla programmazione) e di confronto e verifica fra gli
   educatori, gli insegnanti e fra questi e i genitori;

                     PROGRAMMAZIONE PSICO- SOCIO-PEDAGOGICA

La programmazione delle attività verrà, per il primo anno in via sperimentale, realizzata con
almeno due scuole dell’Infanzia del territorio, statali e/o paritarie, con sedi preferibilmente poste
vicine all’Asilo Nido Buonarroti, le quali saranno punto di riferimento stabile per l’attività comune
prevista tra Sezione Primavera e Scuola dell’Infanzia, e per i momenti di incontro fra educatori.
Saranno curati alcuni aspetti di particolare importanza:
    • clima relazionale e affettivo (si garantirà la presenza contemporanea di due educatori
        durante le attività quotidiane e di un “coordinatore di continuità” individuato tra le altre
        figure educative già impegnate nei progetti di continuità nido-scuola dell’infanzia attuati nei
        Servizi, che avrà la funzione di coordinare le azioni programmate;
    • rapporto tra cura educativa e apprendimento (stimolare tutte le attività cognitive del
        bambino e promuovere occasioni per lo sviluppo della socialità, garantendo una efficace
        assistenza psicopedagogica; promuovere il benessere del bambino e della famiglia che non
        dovrà subire la tensione del passaggio ad un’altra scuola; permettere lo sviluppo progressivo
        della propria autonomia attraverso la scoperta, l’esplorazione degli ambienti, la gestione del
        proprio corpo, nel rispetto dei tempi di apprendimento);
    • accoglienza dei genitori che potranno usufruire, con i loro bambini, del Servizio Spazio
        Gioco condividendone i momenti di gioco e laboratoriali, nonché concordare momenti di
        verifica sull’inserimento con il personale educatore di riferimento;

                                             OBIETTIVI

   •  Concorrere allo sviluppo armonico ed integrale del bambino nel rispetto dei ritmi evolutivi
      di ciascuno;
   • Garantire al bambino un distacco graduale delle figure parentali durante la fase
      dell’inserimento nella piccola sezione di bambini coetanei . La presenza del genitore per un
      breve periodo fa parte della metodologia adottata durante questa prima fase .
   • Favorire la socializzazione fra bambini di età diversa con una programmazione che trovi
      ambiti di applicazione comuni con le Scuole dell’Infanzia, soggetta periodicamente a
      verifica sulle dinamiche relazionali che si svilupperanno;
    • Promuovere esperienze che potenzino l’autonomia nelle diverse aree (motoria, espressiva,
       sensoriale) e la conoscenza di nuovi spazi;
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   •   Strutturare forme di cooperazione e di aiuto reciproco atte all’apprendimento delle regole di
       convivenza fra comunità di piccoli e la conoscenza di diverse figure di riferimento
       (insegnanti della scuola dell’infanzia)
   •   Coinvolgere le famiglie attraverso momenti condivisi con i loro figli che prevedano sia
       gioco libero che strutturato, come pure la proposta di laboratori creativi dove la figura degli
       educatori sia quella di facilitatori delle relazioni interpersonali.
   •   Mettere in risalto la collaborazione vista come disponibilità verso gli altri, il rispetto delle
       regole che tengano comunque presenti i bisogni dei bambini, che diano sicurezza, che
       evitino ostacoli ed insuccessi.

Obiettivi specifici, a carattere educativo-didattico, saranno:
   • ascoltare, capire comunicare:
   • conoscere e comprendere le regole del vivere assieme;
   • osservare immagini di vario tipo;
   • ascoltare suoni e rumori ed esprimersi con la voce e con piccoli strumenti;
   • conoscere persone nuove;
   • conoscere ambienti nuovi;
   • partecipare ai giochi rispettando le regole;
   • sviluppare abilità motorie in situazioni diverse.

Gli educatori impegnati nella propria azione professionale, terranno conto:
    • dell’ambito sociale e culturale di riferimento;
    • di una organizzazione dei tempi educativi adeguata alle esigenze di ciascun bambino;
    • del coinvolgimento del bambino nelle attività didattiche e ludiche proposte;
    • dello svolgimento di attività di apprendimento adatte alla fascia d’età 24/36 mesi con lo
       scopo di favorire l’acquisizione delle regole, delle abitudini legate alle routine e a ritmi e
       tempi scanditi dalla vita di comunità;
    • dello stretto legame con i programmi della Scuola dell’Infanzia;
    • della possibilità di frequenza, in accompagnamento ad un adulto di riferimento, al Servizio
       Spazio Gioco, pensando, all’interno della programmazione, a creare un raccordo
       continuativo con la programmazione del Servizio Spazio Gioco.

Obiettivi pedagogici (verso gli educatori)

-promuovere una efficace rete relazionale fra educatori del nido integrato e della scuola
dell’infanzia allo scopo di poter avviare una dinamica sistemica fra le singole parti per favorire il
benessere della comunità dei bambini;
-partecipare agli incontri formativi organizzati dall’ente e/o a corsi di aggiornamento fuori sede allo
scopo di apprendere nuovi contenuti e strategie operative, coinvolgere nel programma formativo
anche gli insegnanti della scuola dell’infanzia;
-applicare la modalità operativa dell’osservazione nella pratica quotidiana del fare e del pensare
educativo;

-fissare e organizzare un calendario annuale di incontri formativi e operativi con le scuole
dell’infanzia allo scopo di promuovere la continuità educativa permanente.

                                       INDIRIZZI E CRITERI
Allegato a) alla determinazione dirigenziale n.      del

Senso Psicologico e Pedagogico della Continuità
L’apprendimento viene descritto come un processo che si avvia con l’incontro del nuovo, e
quest’incontro viene associato a sentimenti di incertezza, confusione, frustrazione, impotenza e
senso di inadeguatezza (I.Salzberger-Wittemberg, G. Henry-Polacco, E. Osborne 1987): lo
sconosciuto è vissuto come pericoloso. Se alla base c’è una buona relazione con l’oggetto materno,
che suggerisce, per parificazione simbolica, un mondo in cui è possibile trovare tutta le ricchezze di
quell’oggetto primario (M. Klein 1923), ai vissuti negativi si associa un sentimento di curiosità,
una spinta fiduciosa all’apertura verso lo sconosciuto. Se si accettano queste premesse allora la
possibilità di apprendere si gioca tutta sulla presenza di condizioni che permettano ai sentimenti
negativi di essere tollerati e alla curiosità di essere sostenuta e alimentata. Una di tali condizioni è
appunto la “continuità” tra i diversi contesti che si curano del bambino: se lo scarto tra i contesti
non è troppo, se esiste un filo rosso che li lega e che il bambino ritrova nel passaggio da un contesto
all’altro e può riconoscere, allora il “nuovo” si innesta e acquista senso nella famigliarità dello
sfondo comune, della storia che continua: allora la curiosità può farsi avanti, i sentimenti negativi
possono essere tollerati, il nuovo contesto farsi contesto di apprendimento.
E’ principalmente attraverso strategie di familiarizzazione con lo “sconosciuto” che tale continuità
si crea: una familiarizzazione spinta a livelli diversi di profondità: da semplici visite dei bambini
frequentanti la Sezione primavera alla scuola dell’infanzia che frequenteranno, all’organizzazione
in quella scuola di attività tra quei bambini e i bambini che già la frequentano, fino a visite e
incontri approfonditi per una seria presentazione del nuovo contesto cercando di immaginarsi cosa i
“nuovi” bambini hanno bisogno e desiderio di conoscere (ad es. dove e come si va a far pipì? come
si gioca qui? chi è la mia maestra? dove lascio le mie cose?…). Ll’obiettivo è quello di rendere più
famigliare al bambino della Sezione primavera la sua futura scuola, quindi, di abbassare nei suoi
vissuti il senso di pericolosità e sostenere viceversa la curiosità, la tensione fiduciosa e aperta verso
la novità, in sintonia appunto con le considerazioni teoriche appena proposte.

Il superamento della discontinuità percepita da educatrici e insegnanti
La continuità sarà attuata con pratiche coerenti, superando il rapporto di discontinuità percepito da
educatori ed insegnanti, che trova origine nel diverso modo con cui nido e scuola dell’infanzia
guardano al bambino, all’apprendimento, alla relazione educativa. In sostanza, si tratterebbe di una
questione culturale, di diversità inerenti le idee di bambino, apprendimento e relazione educativa
che orientano i due contesti: nel nido vige l’idea di un “bambino affettivo”, mediante una pedagogia
cosiddetta “della relazione”, che pone l’enfasi sull’interazione privilegiata, personale, intima,
affettiva con l’adulto, su un apprendimento che si gioca nella libera e quasi solitaria esplorazione
del mondo da parte del bambino, da cui l’adulto si tiene in disparte per non rovinarne l’autenticità,
mentre nella scuola dell’infanzia si seleziona l’idea di bambino “socio-cognitivo”, impegnato nella
definizione della propria identità e affettività, autonomo e sociale nei confronti dell’adulto e dei
coetanei, ricco di competenze in espansione, cui si accoppia un’idea di scuola che si adopera
attivamente per promuovere tali competenze, individuando campi di azione, obiettivi educativi e
strategie didattiche.
Si promuoveranno, quindi momenti di confronto e riflessione sulla diversità culturale che
caratterizza le diverse funzioni e competenze delle figure educative di riferimento nel nido e nella
scuola dell’infanzia, per ricondurla ad un approfondimento delle differenze culturali cui prende
origine e per trovare risposte e soluzioni partendo proprio dalle differenze dei contesti e delle età
cognitive del bambino per riconoscere quanto la differenza sia terreno fertile per la costruzione
della continuità.

                          RAPPORTI CON I SERVIZI DEL TERRITORIO
Allegato a) alla determinazione dirigenziale n.       del

Si riconosce l’importanza riservata alla creazione e potenziamento del rapporto con gli operatori
sociali del territorio, volto a promuovere una sinergia di intervento e a garantire risposte omogenee
alle famiglie che del servizio usufruiscono.
Per i bambini portatori di handicap, e per i bambini provenienti da famiglie che versano in
particolari situazioni di disagio e /o difficoltà di integrazione nel nostro territorio, il contatto con le
assistenti sociali e gli esperti dell’ASL territoriale sarà costante e continuo sia per quanto attiene la
produzione e realizzazione di un progetto individuale PEI sia per quanto attiene alla la formazione
del personale educatore e la supervisione.

                             INDICATORI DI EFFICACIA DEL SERVIZIO
Quantitativi:
- Rapporto numerico educatore /bambino: 1:8
- Spazi interni ed esterni adeguati (un locale, posto al piano terra, per le attività laboratoriali delle
dimensioni di mq 38,25, un locale contiguo per il gioco e le attività psicomotorie - di mq. 62,05,
con arredi adeguati all’età di riferimento, angolo relax e lettura, centri d’interesse - senso-motoria;
esperienza logica, esperienza della comunicazione, gioco simbolico; parete attrezzata per il riordino
e il contenimento dei giochi e dei vari materiali di uso didattico; un ulteriore locale per
l’accoglienza e la permanenza dei genitori con angolo ristoro, ed emeroteca). Si utilizzeranno,
inoltre, i servizi igienici utilizzati, nel piano, dalle sezioni dei ‘grandi’ e ‘nido mattina’, gli spazi
all’aperto ed i servizi generali già esistenti e funzionanti presso l’A.N. Buonarroti.

- Flessibilità oraria del servizio.
Qualitativi
- Adeguata programmazione annuale
- Opportuna scelta di materiali e giochi
- Progetti di rete con il territorio.

                                           GIORNATA TIPO

La giornata tipo all’interno della “sezione primavera” sarà indicativamente la seguente:

    •    7,30 – 9,00 accoglienza;
    •    9,00 – 10,30 attività come da programmazione;
    •   10,30 – 11,30 attività ludiche e integrate;
    •   11,30 – 12,30 gioco libero e attività di rilassamento
    •   12,30 USCITA

                              COORDINAMENTO PSICO-PEDAGOGICO

Il coordinamento psico-pedagogico è garantito dalla figura di coordinatore psico-pedagogico già
esistente nella pianta organica del Comune di Rovigo per quanto riguarda gli Asili Nido i Servizi
Integrativi e Innovativi rivolti alla Prima Infanzia.
Allegato a) alla determinazione dirigenziale n.      del

       FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE (EDUCATIVO E NON)

La formazione del personale sarà attuata attraverso la partecipazione al programma formativo
attuato ogni anno per il personale dei Servizi alla Prima Infanzia del Comune di Rovigo, il quale
tiene conto delle diverse peculiarità dei singoli servizi, delle esigenze delle educatrici e delle
necessità di formazione determinate dai casi di handicap inseriti.
La formazione è teorico pratica, quindi di contenuto e operativa.
Il numero di ore di formazione è di circa 130 all’anno comprensive della verifica e valutazione
relativa alla programmazione annuale, svolta periodicamente, dei momenti di incontro di nido e
internido, gli incontri di continuità e del Progetto Ponte relativo all’accompagnamento dei bambini
verso il Servizio Estivo.

                              PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE
I genitori dei bambini iscritti alla Sezione Primavera sono equiparati a tutti gli effetti ai genitori dei
bambini frequentanti l’A.N. Buonarroti, ai fini della rappresentatività nel comitato di gestione dello
stesso nido.
I genitori che potranno usufruire, con i loro bambini, del Servizio Spazio Gioco condividendone i
momenti di gioco e laboratoriali, nonché concordare momenti di verifica sull’inserimento con il
personale educatore di riferimento
Si prevede, prima dell’avvio del Servizio, un incontro informativo iniziale con le famiglie dei nuovi
iscritti, e almeno 2 incontri successivi con le famiglie dei bambini che sono inseriti nelle varie
sezioni. Questi incontri sono tenuti dal personale educatore con la presenza di un esperto che può
trattare anche temi specifici inerenti alla fase evolutiva del bambino.

                          MODALITÀ DI INSERIMENTO AL SERVIZIO

Si tiene un primo colloquio individuale con ogni famiglia che inserisce il bambino al nido.Tale
colloquio, è tenuto dall’assistente sanitaria e da un’educatrice di sezione, condotto sulla base di una
griglia di riferimento, inserita nel diario di bordo (strumento personalizzato per ogni
bambino).Infatti,tutte le informazioni che vengono raccolte durante il colloquio e successivamente
vengono trascritte dal personale educatore in un quaderno (tipo diario) di sezione. Si attua poi l’
inserimento del bambino che è il momento più delicato del percorso ed è caratterizzato dal distacco
dai genitori che spesso avviene per la prima volta e, contemporaneamente, dall’ingresso in un
ambiente nuovo in cui il bambino costruirà nuove relazioni con adulti ed altri bambini a lui
estranei.
L’inserimento avviene con la presenza di uno dei genitori o di un adulto di riferimento (es. baby-
sitter) con tempi di inserimento al nido che aumenteranno di giorno in giorno secondo uno schema
adattabile alle esigenze di ogni bambino/a e con la partecipazione progressiva a momenti importanti
della giornata. La durata dell’inserimento è di norma, di due settimane sulla base delle necessità
reali del bambino.
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