Servizio di supporto all'Autorità di Gestione del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 finalizzato alla attuazione del Piano delle Valutazioni del ...
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Servizio di supporto all’Autorità di Gestione del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 finalizzato alla attuazione del Piano delle Valutazioni del Programma Convenzione sottoscritta in data 25 ottobre 2017 tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e Studiare Sviluppo srl AMBITO VALUTATIVO ATTUAZIONE DELL’ASSE II RAPPORTO FINALE Roma, Gennaio 2020 1
Sommario Executive summary 1 1. Introduzione 5 1.1 Oggetto della valutazione 5 1.2 Obiettivo della valutazione 6 1.3 Disegno della valutazione 6 1.4 Metodi di valutazione 7 2. Identificazione della policy 8 2.1 L’Asse II del PON Cultura e Sviluppo 8 2.2 Il programma di incentivi “Cultura Crea” 10 2.3 Criteri di selezione 13 3. Valutazione dell’attualità della strategia e della rilevanza degli strumenti 15 3.1 Le modifiche del contesto socioeconomico e l’attualità della strategia 15 3.2 L’adeguatezza degli strumenti 18 4. Complementarità, sinergie e integrazione 21 4.1 Obiettivo dell’analisi di complementarità e sinergia 21 4.2 Strumenti nazionali 21 4.3 POR e strategie di specializzazione intelligente 22 4.4 Strumenti regionali 23 4.5 Elementi di valutazione di complementarità, sinergie e integrazioni 25 5. Analisi dell’attuazione 26 5.1 Istituzione e funzionamento dello sportello 26 5.2 La domanda di agevolazioni 27 5.3 I progetti ammessi 30 5.4 Esecuzione finanziaria 32 5.5 Conseguimento dei target intermedi 33 2
5.6 Elementi di valutazione 33 5.6.1 La risposta delle imprese all’offerta di fondi 34 5.6.2 La forte incidenza delle domande non ammesse 36 5.6.3 Asimmetrie nella distribuzione per priorità delle domande 37 5.6.4 Asimmetrie nella distribuzione regionale delle domande 38 5.6.5 La perimetrazione delle aree di localizzazione delle imprese beneficiarie 38 5.7 Efficacia della comunicazione 39 6. Aspetti relativi alle caratteristiche dei progetti 42 6.1 Il profilo delle imprese finanziate e la coerenza con le finalità dell’Asse II 42 6.2 Interazione dei progetti con gli attrattori 43 6.3 La costituzione di reti e partenariati 45 6.4 Coerenza fra gli interventi dell’Asse II e le linee strategiche dell’Asse I 46 6.5 Effetto di incentivazione 47 6.6 ICC e territorio 47 7. Benchmark con esperienze internazionali 48 7.1 Inquadramento 48 7.2 Servizi prevalentemente finanziari 48 7.3 Servizi non finanziari 50 8. Conclusioni e raccomandazioni 51 Bibliografia 53 Allegati 56 Allegato 1 - Scheda Imprese Beneficiarie 57 Allegato 2 – Elenco delle modifiche di alcuni elementi del PON 67 Allegato 3 – Strumenti nazionali e regionali 69 3
EXECUTIVE SUMMARY La valutazione presentata in questo documento ha per oggetto l’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura” del Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo”, cofinanziato dal FESR per il periodo 2014-2020, a titolarità del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). I principali risultati del lavoro sono sinteticamente presentati di seguito. 1) GLI INTERVENTI DELL’ASSE II DEL PON AGISCONO IN UN CONTESTO L’INDUSTRIA CULTURALE E CREATIVA DELLE REGIONI MENO SVILUPPATE CHE SI È DIMOSTRATO NEGLI ULTIMI ANNI DINAMICO E “PROMETTENTE”. ESSI POSSONO COSTITUIRE UN RIFERIMENTO PER IL DISEGNO E L’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DI SVILUPPO DELLE ICC DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI TERRITORIALI NEI PROSSIMI ANNI. Il valore aggiunto e l’occupazione delle ICC nelle Regioni Meno Sviluppate (RMS) sono cresciuti negli ultimi anni con una buona velocità, al di sopra del tasso medio di crescita della nostra economia ed in modo più accentuato che nelle regioni centrosettentrionali, pur con importanti differenze fra le RMS. La specializzazione in queste attività del Mezzogiorno rispetto all’Italia è ancora bassa. Esiste però un potenziale di crescita che potrebbe rafforzare nei prossimi anni il ruolo delle ICC come driver dello sviluppo nel quadro di una politica di valorizzazione, di salvaguardia e di gestione sostenibile del nostro patrimonio culturale e territoriale. Gli interventi attuati del PON con “Cultura Crea”, in coerenza con la programmazione definita, stanno contribuendo alla generazione di nuove imprese, al coinvolgimento degli enti non profit nella valorizzazione, alla saldatura fra la componente culturale e creativa ed il patrimonio territoriale. Si profilano dei margini di integrazione e parziale ri-orientamento dello schema di intervento (v. i punti successivi), che potrebbero rafforzare l’applicazione di queste politiche costituendo modelli di intervento anche per il prossimo periodo di programmazione (2021/2027). 2) IL PROGRAMMA ADOTTA STRUMENTI COERENTI RISPETTO AI FABBISOGNI PER LA GENERAZIONE E LO SVILUPPO DELLE ICC NELLE RMS. EMERGONO DELLE NECESSITÀ DI REVISIONE DELLO SCHEMA DI OFFERTA DI AGEVOLAZIONI NEI CONFRONTI DELLE IMPRESE ESISTENTI. Il PON ha programmato ed attuato coerentemente una combinazione di sovvenzioni a fondo perduto e di credito agevolato destinata ad allentare le difficoltà, severe e perduranti, di accesso al credito delle imprese delle RMS. Anche se non sono disponibili indagini specifiche sul rapporto fra ICC e sistema del credito, appaiono estendibili a questo settore le analisi sui fallimenti del mercato (individuate peraltro dalla valutazione ex ante degli strumenti finanziari del Programma) relativi alla dimensione ridotta delle imprese, alla minore profittabilità, al costo delle risorse finanziarie più elevato rispetto al resto del Paese, alla limitazione del volume di impieghi per le piccole imprese. Va però sottolineato che, al contrario delle nuove imprese e degli enti del Terzo Settore, le MPMI hanno risposto piuttosto debolmente all’offerta di agevolazioni. Questo potrebbe essere dovuto alla scarsa sensitività di queste imprese ad incentivi che spingono fortemente alla formazione di nuovo capitale fisso. Per queste imprese, le esigenze prevalenti potrebbero 1
riguardare aspetti come il finanziamento del capitale circolante o la disponibilità di servizi reali. Questo aspetto potrebbe, a nostro avviso, essere utilmente approfondito per una migliore calibrazione delle agevolazioni rivolte alle imprese esistenti. 3) IL PON SI INSERISCE IN UN QUADRO DI INTERVENTI DI SOSTEGNO (ALLE ICC) VARIEGATO E RICCO DI ELEMENTI DI COMPLEMENTARITÀ E DI POTENZIALE SINERGIA. L’INTEGRAZIONE DEL PON IN QUESTO QUADRO POTREBBE ESSERE RAFFORZATA RILANCIANDO LA COOPERAZIONE ISTITUZIONALE, IN PARTICOLARE CON LE RMS, E LA GOVERNANCE MULTILIVELLO DELLA POLICY Il quadro delle politiche di sostegno alle ICC è piuttosto ampio. Esso è composto da strumenti differenziati sia per il livello territoriale (comunitario, nazionale e regionale) al quale sono programmati sia per la maggiore o minore specificità rispetto alle ICC: ad esempio, il Fondo di Garanzia gestito dal FEI nell’ambito di Europa Creativa è specializzato; il Programma Operativo Nazionale Dedicato “Iniziativa PMI” non è specializzato, essendo rivolto ad un’ampia gamma di settori fra cui le ICC. L’analisi svolta ha messo in luce molti elementi di demarcazione de facto fra il PON ed altri programmi, che derivano dalle caratteristiche degli strumenti e che escludono aree estese di sovrapposizione. Va ricordato peraltro che le agevolazioni del PON sono molto mirate, fra l’altro per effetto dei vincoli territoriali previsti per le MPMI esistenti e per i soggetti del Terzo Settore. Andrebbe comunque approfondita, soprattutto per spiegare gli andamenti più recenti, la possibile sovrapposizione agli incentivi del PON di alcuni strumenti regionali. Esistono invece ampie aree di potenziale sinergia, ad esempio fra il PON e le Strategie di Specializzazione Intelligente delle RMS oppure fra il PON ed alcuni strumenti regionali, che potrebbero a nostro avviso essere esplicitamente governate, ad esempio con un rilancio degli Accordi Operativi di Attuazione. 4) LE PROCEDURE DI IMPLEMENTAZIONE DI “CULTURA CREA” APPAIONO IN COMPLESSO SPEDITE ED EFFICIENTI. IL PROCESSO DI SELEZIONE È STATO CARATTERIZZATO DA UN FENOMENO MOLTO ACCENTUATO DI RIGETTO DELLE DOMANDE, CHE È STATO CORRETTO CON LA RAZIONALIZZAZIONE DEI CRITERI E CON IL MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA AI POTENZIALI BENEFICIARI. L’analisi dell’implementazione delle procedure di avviso, gestite da Invitalia, ha messo in luce chiari elementi di efficienza per quanto riguarda i tempi, le modalità di raccolta delle domande di agevolazione, l’assistenza ai beneficiari. Nella fase di selezione, è emerso un problema molto accentuato relativo al tasso di rigetto delle domande, che è stato molto elevato e che è stato causato in parte dalla scarsa qualità di alcuni elaborati chiave delle domande di agevolazione (come i business plan) ed in parte dalla difficoltà di rispondere ad alcuni dei criteri di selezione. Come si illustra nel Rapporto, questo problema è stato allentato sia dalla razionalizzazione dei criteri determinata dal Comitato di Sorveglianza sia dal rafforzamento e dalla focalizzazione dell’assistenza ai beneficiari, con l’introduzione di una misura di accompagnamento “leggero” alla formulazione della domanda di agevolazione. 5) L’ATTUAZIONE FISICA E FINANZIARIA APPARE IN COMPLESSO POSITIVA (I TARGET INTERMEDI SONO STATI RAGGIUNTI) MA EMERGONO DELLE “ASIMMETRIE” NELLA DOMANDA DI FONDI CHE SAREBBE OPPORTUNO ANALIZZARE CON MAGGIORE PROFONDITÀ 2
I target intermedi (fisico e finanziario) al 31 dicembre 2018 sono stati conseguiti: sono state finanziate 147 imprese fra start up e enti del Terzo Settore (il target era pari a 61) e sono stati certificati 13,8 milioni di euro (il target era 13,6 milioni). La domanda di fondi generata dall’intervento (in termini di numero di richieste e di volume di agevolazioni) appare complessivamente consistente. La domanda ha però due elementi di “asimmetria” molto evidenti: (i) il sottodimensionamento delle richieste delle MPMI esistenti (Azione 3.b.1.a); (ii) la forte incidenza delle domande di imprese localizzate in Campania. Del primo caso si è già detto in precedenza (punto 2). Esso va presumibilmente inquadrato in una calibrazione dell’offerta di fondi non del tutto adeguata rispetto alle esigenze delle imprese esistenti. Questo aspetto appare a nostro avviso meritevole di ulteriori analisi, eventualmente per verificare la fattibilità e l’utilità di un ampliamento del ventaglio delle agevolazioni dirette alle MPMI, ad esempio con l’introduzione di garanzie (in un quadro di demarcazioni / prevenzione di sovrapposizioni che andrebbe però assicurato), con il finanziamento di servizi reali e/o con la sperimentazione di schemi di partecipazione al capitale di rischio. Inoltre, un aspetto meritevole di ulteriori riflessioni riguarda la rigida perimetrazione delle aree di localizzazione delle imprese esistenti e degli enti del Terzo Settore, che restringe la domanda di fondi e che, in prima ipotesi, potrebbe essere allentata senza compromettere la coerenza dei progetti con l’obiettivo di valorizzazione degli attrattori presenti nel territorio. La seconda “asimmetria” riguarda la prevalenza delle imprese localizzate in Campania nella distribuzione regionale di domande presentate e domande ammesse. Il 56% del numero di domande presentate ed il 61% degli investimenti richiesti provengono dalla Campania. Il peso del settore delle ICC della Campania sul totale delle RMS è certamente molto elevato ma, a nostro avviso e in prima approssimazione, non tanto da spiegare l’osservazione. Questo aspetto potrebbe essere utilmente approfondito, anche per verificare, ad esempio, il motivo per cui la quota delle domande provenienti da una regione molto attiva in campo culturale, come la Puglia, è apparentemente sottodimensionata. Sul piano attuativo, è anche opportuno sottolineare le difficoltà relative all’effetto di incentivazione che traspare dalle indagini del Panel Cultura: il 30% delle imprese intervistate dichiara infatti che avrebbe comunque realizzato l’investimento anche senza le agevolazioni offerte dal Programma. Un cenno finale riguarda l’attività di comunicazione, a cui andrebbe assegnato l’obiettivo di contribuire attraverso un più ampio ventaglio di iniziative ad un flusso ampio e qualificato di domande di agevolazione nel corso dei prossimi anni. 6) AD UNA PRIMA VALUTAZIONE DEI PROGETTI FINANZIATI, SONO PIUTTOSTO DIFFUSE LE INIZIATIVE DI INTEGRAZIONE FUNZIONALE, DI RETE E DI PARTENARIATO PROMOSSE DAL PON. APPAIONO PROBABILMENTE DA RAFFORZARE I MECCANISMI PER PROMUOVERE L’INTEGRAZIONE DELLE ICC NEI SISTEMI SOCIOECONOMICI TERRITORIALI. L’esame di un sottoinsieme (composto da 91 unità) dei progetti finanziati dell’Asse II mette in luce diversi aspetti che attengono alla creazione di elementi di integrazione funzionale, di rete e di partenariato. In particolare: (a) il 30% delle imprese finanziate incentra l’attività proposta sull’integrazione funzionale con l’attrattore di riferimento nel proprio territorio. Queste imprese hanno un collegamento “forte” con l’attrattore, per effetto di accordi, convenzioni, protocolli d’intesa o altre forme di intesa con i soggetti proprietari o gestori. Va peraltro sottolineato che la maggior parte dei progetti esaminati non ha una connessione diretta con un attrattore ma si inquadra piuttosto in un’azione di valorizzazione più generale del patrimonio storico-culturale, materiale e immateriale, del territorio; (b) il 74% dei soggetti beneficiari dei progetti esaminati 3
ha una collaborazione esplicita con enti pubblici o privati, finalizzata a migliorare la fruizione degli attrattori o a creare partenariati orientati alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio. Ad opinione del valutatore, manca nel Programma un vero e proprio meccanismo di integrazione delle ICC nei sistemi economici territoriali, che attui la strategia dell’Asse II di attivazione dei potenziali territoriali legati alla cultura e di creazione di ecosistemi della cultura. Una sperimentazione in questa direzione potrebbe riguardare la creazione di clusters territoriali di industrie culturali e creative, con il coinvolgimento di imprese, parchi tecnologici e scientifici, poli universitari e centri di ricerca, incubatori, autorità pubbliche del settore culturale e creativo. Andrebbe dato supporto all’innovazione e all’internazionalizzazione del settore sviluppando competenze e servizi dedicati. Andrebbero inoltre esplicitamente condotte pratiche partecipative. Un approfondimento specifico meriterebbe la valutazione di un intervento di sostegno della domanda di attrattori, sistemi di beni diffusi e istituzioni museali per servizi di natura culturale e creativa, ai fini dell’innovazione della fruizione e della sostenibilità gestionale dei beni culturali. 7) DALLE ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI SUPPORTO ALLE ICC POSSONO ESSERE TRATTE INDICAZIONI INTERESSANTI SULL’OPPORTUNITÀ DI AFFIANCARE AGLI INCENTIVI FINANZIARI DEI SERVIZI REALI Il rapporto di valutazione ha preso in rassegna, per il momento in fase preliminare, alcune rilevanti esperienze europee di sostegno al sistema delle ICC. Alcune di queste esperienze sviluppano in modo interessante una combinazione fra incentivi finanziari e servizi reali, come attività di coaching, consulenze, formazione, sostegno allo scambio di esperienze, accompagnamento all’introduzione di innovazioni tecniche e gestionali. Potrebbe essere utile sperimentare nell’ambito del PON un approccio di questo tipo. Nel prosieguo delle attività di analisi e valutazione, appare rilevante approfondire alcune di queste esperienze (come Cultuurinvest) per trarne indicazioni sulla fattibilità e il valore aggiunto dell’introduzione di una misura “combinata” nel Programma. 4
1. INTRODUZIONE 1.1 Oggetto della valutazione La valutazione ha per oggetto l’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura” del Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo”, cofinanziato dal FESR per il periodo 2014-2020, a titolarità del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) – Segretariato generale – Servizio II1. In particolare, la valutazione riguarda le tre azioni componenti l’Asse II: (1) l’Azione 3.a.1a “Interventi di supporto alla nascita di nuove imprese sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l’offerta di servizi, sia attraverso interventi di micro- finanza”, che attua la Priorità 3.a “Promuovere l’imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovere la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatori di imprese”. L’Azione ha come beneficiari nuove imprese nate nell’ultimo triennio operanti nell’ambito delle attività e dei settori riferiti alle industrie culturali; (2) l’Azione 3.b.1.a “Supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio, anche attraverso l’integrazione tra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo, e delle filiere dei prodotti tradizionali e tipici”, che attua la Priorità 3.b “Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per l’internazionalizzazione”. L’Azione ha come beneficiari micro, piccole e medie imprese che operano nel settore culturale, turistico, creativo, dello spettacolo e dei prodotti tradizionali e tipici; (3) l’Azione 3.c.1.a “Sostegno all’avvio e rafforzamento di attività imprenditoriali che producono effetti socialmente desiderabili e beni pubblici non prodotti dal mercato”, che attua la Priorità 3.c “Sostenere la creazione e l’ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi”. L’Azione ha come beneficiari soggetti del Terzo settore che operano nel settore culturale ed artistico e nelle attività ad esso collegabili. Per il complesso dell’Asse e per le singole Azioni, questo Rapporto formula a valle di un breve inquadramento descrittivo degli interventi (Capitolo 2) analisi e valutazioni relative alla coerenza programmatica ed alla giustificazione nel contesto di riferimento (Capitolo 3), agli aspetti relativi a complementarità, sinergia e integrazioni degli interventi (Capitolo 4), all’attuazione degli interventi (Capitolo 5) e ad alcuni aspetti di potenziale efficacia, relativi in particolare alle connessioni delle imprese finanziate con gli attrattori, alla formazione di 1 Il PON “Cultura e Sviluppo” (CCI 2014IT16RFOP001) è stato approvato con Decisione C(2018)7515 del 15 novembre 2018 e si attua nelle cinque Regioni Meno Sviluppate dell’Italia (ITF3 – Campania, ITF4 – Puglia, ITF5 – Basilicata, ITF6 – Calabria, ITG1 – Sicilia) 5
partenariati ed all’effetto di incentivazione (Capitolo 6). Nel rapporto è anche stata formulata un’analisi di benchmark con alcune esperienze internazionali, finalizzate a migliorare l’attuazione e le performance del programma (Capitolo 7). Chiude il Rapporto una parte di conclusioni e raccomandazioni (Capitolo 8). I dati e le informazioni presentate nel Rapporto sono in prevalenza riferiti al 31 dicembre 2018. In alcuni casi, per completezza e rappresentatività dell’analisi sono riportate informazioni relative a date successive. 1.2 Obiettivo della valutazione L’obiettivo della valutazione consiste nell’identificare gli elementi di qualità, le aree critiche e le possibili azioni di miglioramento della realizzazione dell’Asse II del PON Cultura, in particolare per quanto riguarda: (a) le modalità di programmazione, di selezione e di finanziamento dei progetti di investimento, da valutare a fronte della finalità del Programma di stimolare investimenti diretti al potenziamento e all’innovazione dell’industria culturale e creativa nelle Regioni Meno Sviluppate e di generare effetti strutturali nei sistemi economici territoriali; (b) il processo di attuazione procedurale, fisico e finanziario degli interventi. La valutazione ha anche la finalità di formulare suggerimenti e raccomandazioni per l’Autorità di Gestione alla luce delle analisi effettuate. Nel Rapporto non vengono trattate questioni relative agli effetti (sulla produttività delle aziende sostenute, sulla loro vitalità nel mercato, sui contesti territoriali di riferimento) degli interventi di agevolazione degli investimenti, per il tempo ancora breve trascorso dall’entrata a regime del primo blocco di imprese finanziate. 1.3 Disegno della valutazione Il disegno di valutazione è articolato nei punti riportati di seguito. (A) Valutazione dell’attualità della strategia dell’Asse II del Programma alla luce delle modificazioni nel contesto di riferimento (le ICC nelle Regioni Meno Sviluppate) e dell’adeguatezza degli strumenti di agevolazione implementati. (B) Valutazione delle complementarità, delle sinergie e dell’integrazione fra le misure previste dall’Asse II e gli strumenti (comunitari, nazionali e regionali) di agevolazione e sostegno allo sviluppo disponibili per le ICC. (C) Valutazione dell’efficienza e della coerenza delle procedure di implementazione degli strumenti, della selezione delle proposte progettuali e dell’attuazione del programma, anche con riferimento alle attività di comunicazione. (D) Valutazione delle caratteristiche, della coerenza e di elementi di potenziale efficacia dei progetti selezionati, con particolare riferimento alla creazione di collegamenti con gli attrattori ed alla formazione di partenariati 6
(E) Analisi di benchmark di alcune esperienze europee nel campo del sostegno alle ICC. 1.4 Metodi di valutazione Le metodologie di cui ci si è avvalsi per la realizzazione di questo Rapporto peraltro diffusamente utilizzate nella valutazione dei programmi di sviluppo e coesione sono: a) metodologie di valutazione dell’attuazione del programma fondate sul quadro logico, per la verifica della coerenza tra visione, bisogni del territorio e/o del contesto di intervento, priorità, obiettivi strategici e specifici, strategie e pratiche operative di attuazione dell’intervento; b) metodologie fondate sulla theory based evaluation, orientate ai processi e capaci di identificare nessi causali nel quadro logico dell’attuazione, in particolare ricostruendo gli assunti teorici, espliciti o impliciti, su come e perché l’intervento funzionerà. Dal punto di vista tecnico, il lavoro di valutazione è stato svolto attraverso: (i) analisi desk di materiale documentale (es. atti, note, rapporti, verbali, formulari, etc.) relativo alle procedure di programmazione, selezione ed implementazione dell’Asse II, liberamente disponibile e/o ottenuta dalla struttura di supporto all’AdG e dagli uffici del MiBACT coinvolti nel Programma; (ii) analisi desk di dati sull’avanzamento fisico e finanziario dell’Asse e calcolo dei relativi indicatori; (iii) analisi desk di dati secondari (statistici e di contesto) che hanno consentito di rafforzare il quadro generale di conoscenza relativo ai temi oggetto di valutazione; (iv) utilizzazione di dati qualitativi raccolti nell’ambito del Rapporto Panel Cultura 2018, realizzata dal MiBACT e basata su un’indagine di un campione rappresentativo di 1.002 imprese del sistema produttivo culturale e creativo, ossia di potenziali fruitori e di partecipanti e beneficiari dei fondi del programma “Cultura Crea” operanti in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; (iv) interviste ai Referenti dell’AdG e di Invitalia nonché ad alcuni testimoni qualificati dei processi di attuazione. Il lavoro è stato basato su uno stretto coordinamento con gli altri membri del team di valutazione (in particolare impegnati nella valutazione dell’Asse I) e su confronti (iniziali e in itinere) con l’AdG e lo Steering Group del progetto di Valutazione. I confronti sono stati diretti ad acquisire informazioni utili e documenti relativi all’architettura complessiva del Programma ed ai principali eventi che ne hanno caratterizzato la storia di implementazione. 7
2. IDENTIFICAZIONE DELLA POLICY 2.1 L’Asse II del PON Cultura e Sviluppo Il PON “Cultura e Sviluppo” punta a incrementare i livelli di fruizione del patrimonio culturale delle regioni meno sviluppate, sia rafforzando il sistema delle maggiori infrastrutture culturali (attrattori), sia promuovendo e sostenendo le attività della filiera delle imprese creative e culturali nonché dei soggetti del Terzo Settore. In linea con gli indirizzi dell’Accordo di Partenariato per l’Italia 2014-2020, il PON interviene in “aree di attrazione culturale di rilevanza strategica nazionale”, nelle quali ricadono attrattori del patrimonio culturale statale, oggetto di investimenti in via esclusiva nelle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria, e attrattori del patrimonio a titolarità regionale in Sicilia. Il PON presenta un impianto programmatico compatto, articolato in tre Assi, incluso quello dedicato all’Assistenza tecnica. Esso converge su due Obiettivi Tematici l’OT 6 “Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse” e l’OT 3 “Promuovere la competitività delle PMI” e su quattro Priorità di investimento (PI), che perseguono i risultati attesi individuati dell’Accordo di Partenariato2. La tabella 1 identifica gli Assi Prioritari, gli Obiettivi tematici e la dotazione di fondi per ogni Asse. Allo sviluppo del sistema economico collegato al settore culturale nelle regioni target è dedicato l’Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura” (Priorità 3a, 3b e 3c). A quest’Asse sono destinati circa 114 milioni di euro, pari al 23% circa della dotazione finanziaria del Programma. Tutti gli interventi dell’Asse II ricadono nell’Obiettivo Tematico 3. In sintesi, per quanto riguarda l’Asse II la strategia del PON è volta: (i) ad attuare un intervento di natura settoriale (non circoscritto alle sole aree di attrazione culturale) a favore del sistema delle industrie culturali (Asse II – azione 3.a.1); (ii) a promuovere processi integrati di sviluppo dando impulso e valorizzando la componente imprenditoriale collegata alla fruizione turistico- culturale (Asse II – azioni 3.b.1 e 3.c.1). A livello operativo, sono definite in attuazione delle Priorità: (1) l’Azione 3.a.1a “Interventi di supporto alla nascita di nuove imprese sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l’offerta di servizi, sia attraverso interventi di micro- finanza”, che ha come beneficiari nuove imprese nate nell’ultimo triennio operanti nell’ambito delle attività e dei settori riferiti alle industrie culturali; (2) l’Azione 3.b.1.a “Supporto allo sviluppo di prodotti e servizi complementari alla valorizzazione di identificati attrattori culturali e naturali del territorio, anche attraverso l’integrazione tra imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello 2 I Risultati Attesi di riferimento dell’AdP sono in particolare: il RA 3.5 “Nascita e consolidamento delle MPMI”, il RA 3.3 “Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali” e il RA 3.7 “Diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale”. 8
spettacolo, e delle filiere dei prodotti tradizionali e tipici”, che ha come beneficiari micro, piccole e medie imprese che operano nel settore culturale, turistico, creativo, dello spettacolo e dei prodotti tradizionali e tipici (ai fini del loro consolidamento); (3) l’Azione 3.c.1.a “Sostegno all’avvio e rafforzamento di attività imprenditoriali che producono effetti socialmente desiderabili e beni pubblici non prodotti dal mercato”, che ha come beneficiari soggetti del Terzo settore che operano nel settore culturale ed artistico e nelle attività ad esso collegabili. Tabella 1 Assi prioritari, obiettivi e dotazione finanziaria del PON Cultura e Sviluppo Obiettivo Tematico (OT) Totale Asse prioritario Priorità di investimento (PI) finanziamento Obiettivo specifico (OS) (UE + Naz.) OT 6 Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse 360.227.224,00 I. Rafforzamento PI 6C | Conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e delle dotazioni culturale culturali OS 6c.1 Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale nelle aree di attrazione OT 3 Promuovere la competitività delle PMI per il settore agricolo (per il 114.014.376,00 FEASR) e del settore della pesca e dell’acquacoltura PI 3A | Promuovere l’imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatrici di imprese II. Attivazione dei OS 3a.1 Nascita e consolidamento delle micro, piccole e medie imprese potenziali territoriali PI 3B | Sviluppare e realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per di sviluppo legati alla l’internazionalizzazione cultura OS 3b.1 Consolidamento, modernizzazione e diversificazione dei sistemi produttivi territoriali PI 3C | Sostenere la creazione e l’ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi OS 3c.1 Diffusione e rafforzamento delle attività economiche a contenuto sociale III. Assistenza AT Attuazione efficiente del PON e supporto all’implementazione del Piano di 16.691.733,33 tecnica Rafforzamento Amministrativo TOTALE PON 490.933.333,33 L’Asse II prevede l’offerta di agevolazioni in regime de minimis (Regolamento 1407/2013), nella forma sia di contributo a fondo perduto che di prestito agevolato (a tasso zero e senza l’obbligo di garanzie collaterali). L’attivazione dei bandi per l’assegnazione dei contributi è partita nel 2016. I bandi andavano definiti sulla base delle attività condotte nella fase propedeutica (diagnosi territoriale, ecc.) nella prima annualità del programma ed in coerenza con gli accordi sottoscritti con le Regioni (AOA). Queste attività erano finalizzate a definire, con riferimento agli specifici contesti territoriali, i principali aspetti attuativi in termini di linee progettuali, le categorie di soggetti beneficiari, le azioni di animazione e le forme di supporto, nonché le eventuali integrazioni e complementarietà con altre linee di finanziamento nazionali e regionali. Su quest’aspetto si tornerà più avanti in questo Rapporto. Lo strumento finanziario attivato per l’attuazione del programma di agevolazioni è stato sottoposto a valutazione ex ante, in coerenza con l’Articolo 37, paragrafi 2 e 3 del Regolamento 1303 del 2013 (RDC). 9
2.2 Il programma di incentivi “Cultura Crea” Il programma di incentivi creato per attuare l’Asse II è “Cultura Crea”. Il Decreto del MiBACT dell’11 giugno 2016 istituisce il regime di aiuto e ne determina i dispositivi di attuazione 3. L’Ufficio Competente per la Gestione delle Operazioni (UCOGE) del programma è l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia. L’Agenzia svolge le attività relative alla ricezione, alla valutazione ed all’approvazione delle domande, nonché all’adozione dei provvedimenti, alla stipula del contratto di finanziamento, all’erogazione dei fondi e al controllo e monitoraggio delle agevolazioni 4. Le categorie delle imprese destinatarie delle agevolazioni sono tre: Startup (Titolo II del Decreto del MiBACT). Le agevolazioni previste dal Titolo II sono finalizzate alla creazione di nuove imprese di micro, piccola e media dimensione (MPMI) della filiera culturale e creativa. Esse sono destinate a: (i) team di persone fisiche che vogliono costituire una impresa, purché la costituzione avvenga entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni; (ii) alle imprese costituite in forma societaria da non oltre 36 mesi, comprese le cooperative; Imprese consolidate (Titolo III del Decreto del MiBACT). Le agevolazioni del Titolo III finanziano lo sviluppo delle MPMI costituite in forma societaria da non meno di 36 mesi, comprese le cooperative, operanti nella filiera culturale, creativa e dello spettacolo nonché nelle filiere dei prodotti tradizionali e tipici; Soggetti del Terzo Settore (Titolo IV del Decreto del MiBACT). Gli incentivi previsti dal Titolo IV sostengono imprese ed enti del Terzo Settore (in particolare, ONLUS e imprese sociali) nelle attività collegate alla gestione di beni, servizi e attività culturali, favorendo forme di integrazione. Le iniziative imprenditoriali devono essere realizzate nelle Regioni italiane Meno Sviluppate (RMS), definite ai sensi delle norme sui fondi SIE per la programmazione 2014-2020: Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Per la definizione dei progetti ammissibili, il Decreto MiBACT dell’11 maggio 2016 individua i Codici ATECO associati all’industria culturale e creativa, relativamente alle nuove imprese 3 Decreto del MiBACT dell’11 giugno 2016 «Istituzione del regime di aiuto per sostenere la filiera culturale e creativa e rafforzare la competitività delle micro, piccole e medie imprese, finbalizzato allo sviluppo ed al consolidamento del settore produttivo collegato al patrimonio culturale italiano Asse prioritario II del Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo” 2014-2020». 4 V. l’Articolo 3 “Soggetto gestore” del Decreto del MiBACT richiamato nella nota precedente. I rapporti fra MiBACT e Invitalia sono regolati da una Convenzione stipulata nel mese di novembre 2016, che definisce gli aspetti tecnici e finanziari dell’assistenza nonché il piano delle azioni di supporto all’Autorità di Gestione del PON per l’espletamento delle attività di attuazione, gestione, monitoraggio e controllo del programma di incentivazioni. 10
(Allegato II del Decreto) e alle imprese esistenti (Allegato III). L’individuazione dei settori ammissibili per i soggetti del Terzo Settore (Allegato IV del Decreto) è effettuata in base alla classificazione ICNPO (International Classification of Non Profit Organization), adottata dall’ISTAT in luogo della classificazione NACE / ATECO. In particolare, per le start up (Titolo II), vengono identificate 42 attività ATECO e per le MPMI esistenti 84 attività. Per i soggetti del Terzo Settore (Titolo IV), sono individuati tre settori e sei attività secondo la codificazione ICPNO. Le attività, fortemente articolate, rientrano nell’ambito del “Core Cultura” e, limitatamente alle MPMI esistenti ed ai soggetti del Terzo Settore, anche nei settori “Creative Driven” (ad esempio prodotti tipici, servizi turistici, ristorazione) secondo le definizioni del Rapporto Symbola5. Va sottolineato che la perimetrazione delle attività economiche culturali, creative e turistiche effettuata dal PON Cultura e Sviluppo (con l’individuazione dei corrispondenti codici ATECO) è specifica del Programma. Essa non corrisponde al “settore culturale” identificato a livello Eurostat. In particolare, alcune attività sono comuni ai due sistemi (Cultura Crea ed Eurostat), altre ricadono nel PON ma non nella definizione di Eurostat ed altre ancora rientrano nel settore culturale di Eurostat ma non nell’elenco del PON. La specificità della definizione del settore culturale e creativo del PON si riflette nel calcolo degli indicatori di risultato, che diventano anch’essi specifici del Programma e quindi non direttamente comparabili con altri interventi: l’indicatore (RA 3.5) “Addetti alle nuove imprese dei settori culturale, creativo e turistico”, l’indicatore (RA 3.3) “Valore aggiunto delle imprese dei settori culturale, creativo e turistico” e l’indicatore (RA 3.7) “Addetti alle imprese e alle istituzioni non profit che svolgono attività a contenuto sociale per i settori culturale, creativo e turistico”. Oltre che soddisfare il requisito relativo al Codice ATECO, i progetti relativi alle start up candidati ai fondi devono rientrare in una delle quattro aree indicate nel Decreto (articolo 11): Economia della Conoscenza, Economia della Conservazione, Economia della Fruizione, Economia della Gestione. La tabella seguente sintetizza, per le tre categorie di beneficiari, le informazioni relative alle aree tematiche, al programma di investimento e al tipo di agevolazioni previste. 5 Cfr. Unioncamere e Fondazione Symbola (2019), Io sono Cultura 2019. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, Quaderni di Symbola, Roma. Nella classificazione di Symbola, le attività core si articolano in quattro settori: (a) conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, monumenti); (b) performing arts e arti visive, prevalentemente imperniate sugli spettacoli dal vivo (teatro, concerti, etc.); (c) industrie culturali (cinema, radio-tv, videogame e software, editoria e stampa, musica); (d) industrie creative, afferenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura e design). produzione di contenuti culturali. Nell’ambito creative driven confluiscono le attività economiche collegate alla dimensione della valorizzazione culturale e creativa. 11
Tabella 2 Aree tematiche, programma di investimento e agevolazioni previste da “Cultura Crea” Programma di Aree tematiche / Titolo investimento Agevolazioni Natura delle attività ammissibili Copertura massima Titolo II Conoscenza: sviluppo o applicazione di Fino a 400.000 euro Le agevolazioni sono concesse nei tecnologie che permettano di creare, per programma di limiti del regolamento de minimis e organizzare, archiviare e accedere a dati investimento prevedono congiuntamente: e informazioni sull’industria culturale. un finanziamento agevolato a tasso Conservazione: sviluppo o applicazione zero, fino al 40% della spesa di modalità e processi innovativi per le ammessa attività legate a restauro/manutenzione e un contributo a fondo perduto fino al recupero del patrimonio culturale 40% della spesa ammessa. (materiali, tecnologie, analisi della gestione dei rischi, valutazione dei In entrambi i casi il tetto delle fattori di degrado e tecniche di agevolazioni è elevabile al 45% per i intervento, ecc.) progetti presentati da imprese Fruizione: modalità e strumenti femminili, giovanili o in possesso del innovativi di offerta di beni, anche in rating di legalità. forma integrata con le risorse del territorio, processi innovativi per la gestione – acquisizione, classificazione, valorizzazione, diffusione – del patrimonio culturale e risorse del territorio; piattaforme digitali, prodotti hardware e software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi, di comunicazione e promozione. Gestione: sviluppo di strumenti e soluzioni applicative in grado di ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali. Titolo III Servizi per la fruizione turistica e Fino a 500.000 euro Le agevolazioni sono concesse nei culturale per programma di limiti del regolamento de minimis e Promozione finalizzata alla investimento prevedono congiuntamente: valorizzazione delle risorse culturali finanziamento agevolato a tasso zero Recupero e valorizzazione di produzioni fino al 60% della spesa ammessa, tipiche locali elevabile al 65% in caso di impresa femminile o giovanile o in possesso del rating di legalità contributo a fondo perduto fino al 20% della spesa ammessa, elevabile al 25% in caso di impresa femminile o giovanile o in possesso del rating di legalità Titolo IV Attività collegate alla gestione degli Fino a 400.000 euro Le agevolazioni sono concesse nei attrattori e delle risorse culturali del limiti del regolamento de minimis e territorio prevedono un contributo a fondo Attività collegate alla fruizione degli perduto fino all’80% della spesa attrattori e delle risorse culturali del ammessa, elevabile al 90% in caso di territorio impresa femminile o giovanile o in possesso del rating di legalità. Attività di animazione e partecipazione culturale. Fonte: Direttiva Operativa n.55 del 20/07/2016 del MiBACT – Segretariato generale – Servizio II «Termini e modalità di presentazione delle domande per l’accesso alle agevolazioni in favore di iniziative imprenditoriali nell’industria culturale e creativa – PON Cultura e sviluppo 2014-2020 Asse II “Attivazione dei potenziali territoriali di sviluppo legati alla cultura”, e indicazioni operative in merito alle procedure di concessione ed erogazione delle agevolazioni» e successive modifiche e integrazioni. Per le MPMI esistenti e per i soggetti del Terzo Settore, oltre al requisito dell’inquadramento nei Codici ATECO, il Decreto del MiBACT e successivamente la Direttiva Operativa 12
definiscono un criterio di ammissibilità legato alla localizzazione territoriale. In particolare, viene previsto che siano ammissibili alle agevolazioni i programmi di investimento realizzati presso una unità produttiva ubicata nei comuni inclusi nelle aree di attrazione culturale al contorno degli attrattori identificati. I comuni sono specificati nell’Allegato 1, sezioni A (per le imprese esistenti) e B (enti del Terzo Settore) del Decreto. Per unità produttiva, si intende una “struttura produttiva dotata di autonomia tecnica, organizzativa, gestionale e funzionale, eventualmente articolata su più immobili o impianti, anche fisicamente separati ma collegati funzionalmente”. Su questo aspetto si tornerà più avanti. 2.3 Criteri di selezione La Direttiva Operativa n. 55 del 20 luglio 2016 declina, per ciascuna categoria di beneficiari individuata, i criteri di valutazione in elementi di valutazione ed assegna i punteggi relativi (Tabella 3). Il punteggio massimo conseguibile è pari a 100, il minimo per essere ammessi all’agevolazione è 60. Tabella 3 – Numero di criteri ed elementi di valutazione Criteri Elementi di valutazione Categoria (Unità) (Unità) Nuove imprese 6 16 MPMI esistenti 5 19 Terzo settore 6 11 Fonte: Direttiva Operativa n.55 del 20 luglio 2016, Allegati Per quanto riguarda le nuove imprese, il peso maggiore (con un punteggio massimo pari a 30) è assegnato alla credibilità del soggetto proponente in termini di adeguatezza e coerenza delle competenze possedute dai soci, per grado di istruzione e/o pregressa esperienza lavorativa, rispetto alla specifica attività oggetto del piano di impresa. Segue per rilevanza il criterio relativo alle potenzialità del mercato di riferimento, al vantaggio competitivo e alle strategie di marketing (punteggio massimo 24). Con uguale punteggio (massimo 18), vengono poi i criteri riguardanti il marketing culturale (impatto socioculturale e audience development) e la fattibilità tecnica ed economica del programma di investimento. I criteri relativi all’impatto economico (crescita occupazionale, effetti intersettoriali e sviluppo sostenibile) ed all’introduzione di elementi di innovazione di processo, organizzative, di prodotto/servizio o di mercato hanno un punteggio massimo rispettivamente pari a 6 punti e a 4 punti. Per il consolidamento delle MPMI, il peso maggiore è assegnato al criterio della sostenibilità economica e finanziaria dell’iniziativa (con un punteggio massimo pari a 30), seguito dai criteri relativi alle potenzialità del mercato (punteggio massimo 25), alla credibilità del soggetto proponente (16 punti), all’impatto del programma di investimento (15 punti) ed alla fattibilità tecnica in termini di coerenza del cronoprogramma, introduzione di innovazioni e sostenibilità ambientale (14 punti). Per il Terzo Settore, il peso maggiore è assegnato al criterio dell’impatto del programma di investimento in termini di potenzialità di sviluppo del territorio, di produzione di beni che creano nuove relazioni sociali e di coinvolgimento delle comunità sociali del territorio (massimo 30 punti). Seguono i criteri della sostenibilità economica e finanziaria dell’iniziativa (punteggio massimo 18), dell’adeguatezza delle 13
competenze (16 punti), della capacità del soggetto di presidiare gli aspetti del processo tecnico-produttivo organizzativo (16 punti), della potenzialità del mercato di riferimento, del vantaggio competitivo dell’iniziativa e delle strategie di marketing (12 punti) ed infine della capacità dell’iniziativa di introdurre innovazioni finalizzate alla gestione e alla fruizione degli attrattori e delle risorse culturali, all’attività di animazione e partecipazione culturale (8 punti). I criteri di premialità6, anch’essi distinti per le tre categorie di potenziali beneficiari, privilegiano in generale la componente imprenditoriale femminile e giovanile, il rating di legalità, il co-finanziamento privato dell’iniziativa e le forme di collaborazione (in particolare con altre imprese o con organismi di ricerca). Questi criteri appaiono complessivamente coerenti con gli obiettivi del Programma e il contesto di riferimento. Anche la differenziazione fra i pesi assegnati ai vari criteri a seconda delle categorie di beneficiari è coerente con le finalità dell’Asse II e con le diverse caratteristiche dei beneficiari stessi, che comportano esigenze valutative diverse. In particolare, nel caso delle MPMI vengono privilegiati gli aspetti relativi alla sostenibilità economico-finanziaria e tecnica dell’iniziativa, mentre nel caso delle start-up e del Terzo Settore, la credibilità e le competenze del proponente diventano fondamentali per la valutazione. Nel caso delle start-up, la fattibilità economica-finanziaria è solitamente esaminata congiuntamente ad altri fattori che riguardano le capacità imprenditoriali dei proponenti7. Per il Terzo Settore, vengono adottati coerentemente criteri che premiano la produzione di valore sociale (oltre che economico) e la capacità delle iniziative di generare un impatto significativo del programma di investimento in termini di sviluppo del territorio, produzione di beni che creano nuove relazioni sociali, coinvolgimento delle comunità del territorio. La struttura e l’articolazione dei criteri di valutazione e premialità dell’Asse II del PON sono indubbiamente complesse ma permettono al Programma di caratterizzare una policy nazionale di riferimento per il rafforzamento delle imprese culturali e creative. Questa policy è basata: (i) su principi di integrazione funzionale (in particolare fra attività economiche e patrimonio) e di integrazione territoriale, (ii) sulla ricerca di impatti diffusi (anche mediante il rafforzamento delle filiere produttive collegate alla valorizzaizone culturale), (iii) su una calibrazione 6 Il documento di “Criteri per la selezione delle operazioni” dell’Asse II prevede che i criteri di premialità siano una “componente eventuale e facoltativa” dei criteri di selezione, attraverso cui le proposte progettuali possano essere oggetto: (a) di una maggiorazione del contributo nel rispetto delle disposizioni del Regolamento (UE) n. 651/2014 (di esenzione); (b) dell’attribuzione di riserve di risorse, stanziate nei dispositivi di attuazione e specificamente dedicate a soggetti proponenti e/o proposte progettuali che rispettano i criteri individuati; (c) dell’attribuzione di priorità nella concessione delle agevolazioni in funzione del rispetto di requisiti o aspetti particolarmente qualificanti delle azioni di riferimento. 7 Per una rassegna sui metodi di valutazione delle start-up, si veda ad esempio la presentazione: ESN European Startup Network (2018), Startup valuation, a cura di J. Bormans. Il documento è scaricabile dal sito dell’ESN. 14
adeguata e specifica degli interventi di sostegno delle ICC, in contrapposizione ad un modello di incentivazione generalista e frammentato. Va sottolineato che nel corso dell’attuazione, sulla base delle criticità riscontrate numero di domande presentate inferiore alle previsioni; tasso di ammissione più basso rispetto alle ipotesi iniziali; numero di richieste sbilanciato verso le nuove iniziative imprenditoriali; lento avanzamento delle erogazioni l’AdG del Programma ha promosso, in sede di Comitato di Sorveglianza, l’eliminazione di due criteri nell’ambito della voce B.3 “Impatto del progetto”: il criterio “Potenzialità di sviluppo” e il criterio “Interesse industriale”. Su questo tema si tornerà più avanti, in sede di esame dell’avanzamento fisico dell’Asse8. Nel corso dell’attuazione, è stata inoltre apportata una integrazione ai criteri (premiali) con l’inserimento della Voce C.1 “Progetti che prevedono forme di collaborazione e partnership tra imprese e/o organismi di ricerca, anche localizzate al di fuori delle aree di eleggibilità del Programma, riconducibili alla filiera”. In questo caso, l’obiettivo è stato di incentivare i partenariati e le forme di collaborazione fra i beneficiari e altre imprese e/o organismi di ricerca, localizzate anche fuori dell’area del Programma, per favorire azioni di filiera e formule imprenditoriali di natura innovativa. 3. VALUTAZIONE DELL’ATTUALITÀ DELLA STRATEGIA E DELLA RILEVANZA DEGLI STRUMENTI 3.1 Le modifiche del contesto socioeconomico e l’attualità della strategia Il contesto economico e sociale in cui si inseriscono le misure di incentivazione delle ICC dell’Asse II è, sotto diversi profili, in crescita9. Il valore aggiunto e l’occupazione del sistema produttivo culturale e creativo del Mezzogiorno sono aumentati negli ultimi anni, anche se in modo differenziato fra le regioni, con Campania, Puglia e Basilicata in rapida evoluzione e un andamento meno favorevole in Calabria e in Sicilia (Tabella 4). Parallelamente, si sono ampliate le filiere legate al turismo culturale, per effetto di una dinamica delle presenze nazionali e internazionali sicuramente favorevole. Sono migliorati inoltre 8 Come indicato nella nota informativa e nel verbale del CdS di luglio 2016: “Il criterio relativo alla Potenzialità di sviluppo appare come una eccessiva richiesta ai proponenti considerato che, ove un’iniziativa con un determinato codice ATECO e localizzata in una specifica area territoriale abbia dimostrato di poter occupare uno spazio di mercato, il valore aggiunto e le ricadute che il progetto può apportare all’ambito di pertinenza e/o ad altri ambiti, oltreché essere di oggettiva non facile misurazione, sono insiti nell’avvio e successivo sviluppo dell’attività economica prescelta. Il criterio Interesse industriale, invece, risulta già rilevabile nella descrizione progettuale dell’intervento e nelle analisi economiche e di mercato presentate per la predisposizione del business plan e pertanto appare superfluo riportarlo nei criteri valutativi.” 9 Cfr. Unioncamere e Fondazione Symbola (2019), Io sono Cultura 2019. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi. Quaderni di Symbola, Roma. I dati presentati in questo paragrafo sono tratti anche dal Rapporto Symbola 2018. 15
parametri essenziali della fruizione culturale, come il numero di visitatori dei musei. Si è insomma sviluppato in modo percepibile l’intero milieux (attrazione culturale, consumi culturali, consumi turistici) delle Industrie Culturali e Creative. Tabella 4 – Valore aggiunto e occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo Valore aggiunto Occupazione 2018 Variazioni % 2018 Variazioni % (mln di euro) 2017-2018 2016-2017 (migliaia) 2017-2018 2016-2017 Campania 4.508,3 3,4 5,0 83,5 1,8 4,7 Puglia 2.913,4 4,0 4,0 60,4 3,0 3,7 Basilicata 404,8 6,1 0,4 8,5 4,8 0,3 Calabria 971,3 0,6 1,1 22,0 0,2 0,7 Sicilia 3.286,7 0,3 1,7 65,3 -0,6 1,1 TOTALE RMS 12.084,5 2,5 3,4 239,7 1,4 2,9 Mezzogiorno 15.005,7 2,8 3,8 295,7 1,8 3,3 Italia 95.758,6 2,9 2,0 1.551,2 1,5 1,6 Fonte: Unioncamere e Fondazione Symbola (2019) Fra il 2016 e il 2018 si è registrata nel Mezzogiorno (e nelle RMS) una crescita delle ICC più sostenuta rispetto a quella nazionale, anche se esclusivamente per effetto della dinamica del settore in Campania, Secondo il Rapporto “Io sono cultura” del 2019, in Italia il settore culturale e creativo ha prodotto 96 Puglia e Basilicata. Nel biennio, il miliardi di euro nel 2018, con una crescita rispetto al valore aggiunto nel Mezzogiorno è 2017 del 2,9% e un’incidenza sul valore aggiunto cresciuto del 6,7% e gli occupati del complessivo del nostro Paese pari al 6,1% (in crescita 5,2%, rispetto al 5% e al 3,1% registrati rispetto all’anno precedente). Gli addetti impiegati dal a livello nazionale. In Campania, nel settore culturale e creativo sono circa 1,6 milioni, pari biennio il valore aggiunto è aumentato al 6,1% dell’occupazione complessiva italiana. dell’8,6% e l’occupazione del 6,6%. In Le imprese che operano nei settori del “Core Cultura”, Puglia, la crescita di valore aggiunto ed direttamente collegate alle attività culturali e creative, occupazione è stata del 8,2% e del sono 291.025 (il 4,8% delle imprese italiane). Il 50,6% 6,8%. di queste imprese appartiene all’industria culturale (147.153), il 44,5% all’industria creativa (129.533), il Il Mezzogiorno rimane comunque 4,5% alle performing arts (13.169 imprese) e lo 0,4% despecializzato, rispetto alla media al settore della valorizzazione del patrimonio storico- nazionale, nel settore delle ICC. Nel artistico (1.171 imprese). 2018, l’incidenza del prodotto delle A questi quattro settori si aggiunge la componente ICC nel Mezzogiorno sul totale del “Creative Driven”, dove confluiscono tutte le attività valore aggiunto dell’economia economiche non strettamente riconducibili alla meridionale è stata del 4,2% mentre in dimensione culturale ma caratterizzate da strette Italia questo rapporto è del 6,1%. Se sinergie con il settore. Il Rapporto Symbola stima che definiamo l’indice di specializzazione questo comparto conti 125.054 imprese, pari al 30% delle attività che costituiscono in complesso il Sistema di una regione (o circoscrizione) nel Produttivo Culturale e Creativo (e al 2% delle imprese settore delle ICC come il rapporto tra la italiane). quota di valore aggiunto di questo settore nella regione (circoscrizione) e 16
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