Sebastião Salgado Un canto d'amore per la Terra
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Classe 2^ F1 Sebastião Salgado Un canto d’amore per la Terra Sebastião Salgado è nato nel 1944 in Brasile, in una fattoria dove più del 50% del territorio era coperto dalla foresta pluviale. Durante la formazione universitaria di economia e statistica conobbe una ragazza, che diventerà sua moglie e lo affiancherà nella sua professione, Leila Wanick. Andò a fare viaggio in Africa, in seguito al quale decise di diventare fotografo. Nel 1973 realizzò un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei 1 Lavoro di gruppo della classe, approfondimento proposto nell’ambito del progetto Scuola 21 sotto la guida della prof. Elisabetta Gazzillo.
lavoratori immigrati in Europa. Nel 1974 entrò nell'agenzia Sygma e documentò la rivoluzione in Portogallo e la guerra coloniale in Angola e in Mozambico. Nel corso della sua vita, Salgado si è occupato soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro. Dal 1993 al 1999 Salgado ha lavorato sul tema delle migrazioni umane. I suoi reportage sono statipubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che documentano, con immagini drammatiche, l’umanità in movimento e la sofferenza di profughi e rifugiati Dopo questa sconvolgente immersione nel dolore umano, Sebastião e Leila decidono di ritornare in Brasile dove trovano la foresta completamente distrutta. Leila convince Sebastião a ricostruirla e fondano l’Instituto Terra per lo studio e la salvaguardia dell’ambiente. Dopo questa confortante esperienza, Salgado ritrova nuove energie e decide di condurre una spedizione nei posti più sperduti della terra per provare a fotografare le zone incontaminate del pianeta. Queste foto vengono inserite in una raccolta chiamata Genesi, la sua ultima opera. INSTITUTO TERRA Si può rimediare agli errori dell’uomo Instituto Terra è il risultato di un’iniziativa ambiziosa incominciata alla fine del 1990 da Sebastião Salgado e sua moglie Lèlia: porre rimedio alla devastazione ambientale in ed intorno ad un ranch acquistato dalla famiglia di Sebastião Salgado, vicino alla città di Aimorés, nello stato brasiliano di Minas Gerais, per di restituire la proprietà al suo stato naturale di foresta pluviale subtropicale. Hanno reclutato partner, raccolto fondi e, nell'aprile 1998, hanno fondato l'Instituto Terra, un'organizzazione ambientalista dedicata allo sviluppo sostenibile della Valle del Fiume Doce. Da allora, il sogno della coppia ha già dato molti frutti. Grazie al lavoro dell’Instituto Terra, la zona è ora stata dichiarata patrimonio naturale: circa 17.000 ettari di terreni disboscati e gravemente erosi, in un ampio tratto della valle del fiume Doce hanno subito una notevole metamorfosi. Più di quattro milioni di piantine di molteplici specie native del Brasile, ed in particolare della foresta atlantica sono state allevate nel vivaio dell'Istituto. Queste piante rimboscano adesso quello che è stato a lungo conosciuto come Fazenda Bulcão della famiglia Salgado. Instituto Terra sta contribuendo ai programmi di ripristino ambientale analoghi nelle aree circostanti.
Partiti da uno stato di avanzato degrado naturale, questo ranch è stato trasformato in un bosco fertile, con la flora e la fauna che per millenni avevano costituito la Foresta Atlantica, uno dei più importanti depositi al mondo di specie naturali. L'esperienza dimostra che, con il ritorno di vegetazione ed acqua da sorgenti naturali, specie animali brasiliane, a rischio di estinzione, hanno trovato un rifugio sicuro. Fondata nell'aprile 1998, l'Instituto Terra è una comunità senza scopo di lucro, un’organizzazione non governativa che opera in tutto il territorio della Valle del fiume Doce tra gli stati di Minas Gerais e Espírito Santo, una regione che per secoli ha sofferto di deforestazione dilagante e sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, in particolare minerali di ferro. Le siccità conseguenti e gravi erosioni del terreno hanno avuto un impatto devastante sulle condizioni di vita della popolazione rurale della regione. L'istituto ha definito i suoi obiettivi, come il ripristino dell'ecosistema, la produzione di piantine di Foresta Atlantica, programmi di sensibilizzazione ambientale, educazione ambientale e ricerca scientifica applicata. L'Instituto Terra gestisce 1.754 ettari, 1.502 dei quali sono stati dichiarati un patrimonio naturale privato. Lo stato di Minas Gerais ha istituito la categoria della riserva privata per il Restauro Ambientale per incoraggiare altri proprietari privati a fare altrettanto. GENESI Un viaggio fotografico nei luoghi più incontaminati del Pianeta Un progetto iniziato nel 2003 e durato 10 anni, un canto d’amore per la terra e un monito per gli uomini, Genesi di Sebastião Salgado rappresenta un contributo importante a questo dibattito. Con 245 eccezionali immagini che compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, Genesi racconta la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso, di cui disponiamo: il nostro pianeta. Per il progetto Genesi, Salgado andò a visitare luoghi nel quale l’uomo non aveva condizionato con la sua presenza l’ecosistema iniziale.
Flora e fauna sopravvivo- no più facilmente nelle isole, e a minacciarle sono gli inse- diamenti umani, anche in quelli che fino tempo fa erano rifugi sicuri. Nelle Isole Galapagos, parte delle creature che vi risiedono è soprav- vissuta grazie alla mancanza dei predatori. Oggi le tartaru- ghe sono protette così come l’iguana marina, l’otaria, il leone marino, il pellicano, la fregata maggiore, il cormora- no attero. La cosa sconvol- gente è stato scoprire che tutta questa vita prosperava su grandi distese di lava ai piedi di vulcani attivi. Il Madagascar è un altro concentrato di biodiversità mondiale. Quasi il 90% di specie che vivono sull’isola non si trova in nessun altro posto della Terra; ci sono moltissime varietà di orchidee e tipi di palme e più di cento diverse sottospecie di lemuri. Il Polo Nord è coperto di ghiacci ed è circondato da centinaia di chilometri di oceano ghiacciato, ma l’Artide comprende anche le regione più settentrionali dell’America, dell’Europa e dell’Asia che si trovano lungo il Circolo polare artico. L’ecosistema Artico arriva così fino all’Alaska, al Canada, alla Groenlandia, alla Scandinavia e alla Russia. In alcune regioni al posto del ghiaccio troviamo il permafrost e la tundra; in altre, vulcani, ghiacciai, canyon fanno pensare agli sconvolgimenti geologici che hanno modellato la Terra. Eppure vi sono uomini e animali che hanno scelto di viverci.
INTERVISTA Per lei che ha sempre fotografato gli uomini e la loro sofferenza, è stato difficile fotografare la natura? No, perché alla fine sono la stessa cosa, in quanto per fotografare gli uomini occorre conoscere loro, cosi come la natura. Genesi è un lavoro all’insegna del mito dell’origini? In maniera inconsapevole probabilmente sì. La sua bellezza mi ha catturato e col tempo mi sono reso conto che ne facevo parte. Perché nelle sue fotografie utilizza sempre il bianco e il nero? Nella fotografia a colori c’è già tutto. Invece, con il bianco e il nero chi guarda può interpretare, ricostruire l’immagine attraverso la memoria. C’è quindi una maggiore interazione tra immagine e chi la guarda.
Immagino che molte volte si sia trovato di fronte al dilemma di dover scegliere tra vivere e scattare una foto. Come ha risolto questa contraddizione? Davanti al dolore e alla sofferenza mi è capitato spesso di non riuscire a fotografare, perché troppo scosso dell’emozione. In questi momenti ho preferito aiutare piuttosto. Tutte le volte che una foto rischiava di ledere la dignità delle persone, ho preferito non scattare. Significa che ogni volta la foto è il risultato di una scelta? Sempre. Si sceglie un soggetto, ma si sceglie anche se fotografare oppure no. Anche per questo, una foto non è mai oggettiva, solo soggettiva. L’oggettività fotografica non esiste. Come decide che un immagine è riuscita? Quando riesce a riprodurre e a trasmettere le emozioni che ho provato mentre scattavo. Naturalmente esistono molti e diversi tipi di foto e diverse intenzioni fotografiche. Io appartengo alla famiglia di quei fotografici che vanno verso gli altri.
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