SE QUEI MURI POTESSERO PARLARE - Una pagina di storia per un museo temporaneo in costruzione
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Elisabetta Ruffini SE QUEI MURI POTESSERO PARLARE Una pagina di storia per un museo temporaneo in costruzione con la collaborazione di Chiara Molinero
Elisabetta Ruffini SE QUEI MURI INDICE POTESSERO PARLARE Una pagina di storia per un museo temporaneo in costruzione con la collaborazione di Chiara Molinero progetto grafico #cartadesign — Dario Carta Presentazione 5 Ringraziamenti 7 Introduzione 7 Tutti i diritti riservati. L’editore si scusa per le possibili omissioni e resta a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non Sant’Agata nella storia di Bergamo sia stato possibile rintracciare. Il carcere di Sant’Agata 13 2020 © Il filo di Arianna Sant’Agata e l’occupazione tedesca di Bergamo 17 ISBN 978-88-96119-66-2 La vita nel carcere Questa pubblicazione è stata realizzata all’interno La topologia del carcere 27 del progetto “Se quei muri potessero parlare” Cella 1: Comunità 32 Cella 2: Corpo 40 a cura di da un’idea nata con in collaborazione con Cella 3: Genere 56 Cella 4: L’altro 64 Cella 5: Comunicare 70 Cella 6: Luogo 78 APPENDICE grazie al sostegno di Un corridoio per la memoria Maria Teresa Pugno Vanoni Fiocchi e quanti e quante ci hanno sostenuto nella raccolta preliminare al bando Se quei muri potessero parlare: idee per la curatela 85 della Fondazione della Comunità Bergamasca Interrogare il luogo: un allestimento narrativo 89
INTERROGARE IL LUOGO: UN ALLESTIMENTO NARRATIVO Progetto museale temporaneo di Francesca Gotti e Stefano Marziali Testo di Francesca Gotti Le sorti dell’ex Carcere Sant’Agata, incerte dal momento in cui è stato chiuso nel 1977, continuano a farci interrogare sull’identità del luogo: cosa è ora e cosa potrebbe diventare in futuro? La storia stessa del complesso, che lo ha portato ad essere prima monastero e poi carcere, genera molte variabili e molte domande. Questo progetto desidera mantenere aperti gli interrogativi legati al luogo, offrendosi come un presidio per la valorizzazione degli spazi più autentici dell’ex Carcere. Le difficoltà che riguardano la tutela e la rifunzionalizzazione di un Bene comune di que- sta entità1 non permettono ancora di pensare e progettare un “museo permanente”, soluzione che condizionerebbe l’accessibilità e gestione degli spazi stessi. Si tratta, quindi, di un intervento temporaneo, che non è tuttavia sinonimo di qualcosa di inconsi- stente né di effimero, quanto piuttosto di “flessibile” nella sua forma e “resiliente” nei contenuti, che possono continuare a evolvere ed essere diffusi aldilà del supporto che li accompagna2. Que- sto fatto incontra positivamente la dimensione digitale della fruizione museale: un tema quanto mai attuale all’interno del dibattito sul ruolo dei musei nel fare cultura e nell’educare3. La narra- zione che guida l’allestimento e i materiali d’archivio digitalizzati e rielaborati vengono mostrati e attivati dalle installazioni, ma restano accessibili una volta lasciato il luogo, costituendo un archivio che può prendere nuove forme nel momento in cui si chiude il sipario sullo spazio. Non si tratta di sostituire l’esperienza del luogo con una virtuale, ma di espandere i canali di comuni- cazione e partecipazione4. 1 E. Ostanel, Spazi fuori dal comune. Rigenerare includere educare, FrancoAngeli, Milano 2017. 2 F. Irace, Design&culturalheritage. Progetto e memoria del temporaneo, Electa, Milano 2014. 88 89 3 F. Antinucci, Comunicare nel museo, Laterza, Roma-Bari 2014. 4 T. Caulton, Hands-on Exhibitions: Managing Interactive Museums and Science Centres, Routledge, Londra- New York 2002.
L’installazione si pone come un esperimento a metà tra un museo temporaneo e un laboratorio della memoria. Il progetto non vuole costituirsi come una musealizzazione del passato di cui fruire passivamente, ma come un’infrastruttura narrativa che interroghi al contempo l’edificio e il visi- tatore5. L’intento principale del progetto è, infatti, invitare la cittadinanza a riflettere su concetti universali e atemporali, entrando in contatto con il luogo e la sua storia: l’intero allestimento si sviluppa seguendo il racconto in prima persona di un narratore bambino, che con imparzialità e curiosità guida il visitatore alla scoperta di segni, tracce e oggetti disseminati nelle stanze. La scelta di questo narratore permette di prendere una posizione determinante: quella di chi fa do- mande, di chi interroga il mondo e il passato. Al visitatore non sono offerte risposte didascaliche, che seguano uno sviluppo temporale, bensì quesiti. Da qui parte il processo di traduzione del profondo lavoro storiografico in un’opera immersiva e dialogica: ripercorrendo le memorie degli uomini e delle donne che hanno abitato il Carcere di Sant’Agata, si incontrano ombre, frammenti, echi, che il visitatore è spinto a cercare e decifrare, sui quali interrogarsi attivamente ed elaborare le proprie risposte. Alcuni materiali non sono direttamente fruibili nello spazio, ma sono raccolti in un Taccuino, un oggetto fisico consegnato a ciascun visitatore all’inizio della visita, e in una App per cellulari, che sblocca contenuti speciali quando interagisce con elementi attivatori messi in evidenza lungo il percorso di visita. Un ruolo fondamentale nel percorso è svolto dalle Guide: persone preparate sul piano dei conte- nuti e della didattica, con il compito di accompagnare gruppi specifici di visitatori (dagli adulti ai più giovani) e rendere loro accessibili le informazioni in base al livello di comprensione, creando così un’esperienza museale basata sul dialogo e la partecipazione. Il piano terra – la sala a cui si accede dall’ingresso principale su Vicolo Sant’Agata – è pensato come uno spazio preparatorio, tanto di accoglienza, quanto di introduzione alla storia dell’edifi- cio e al lavoro storiografico prodotto per l’allestimento. Oltrepassato il tavolo informativo, dove riceve il Taccuino e le informazioni per l’uso della App, il visitatore si trova ad attraversare una successione di quinte, come se stesse accedendo al retro di un grande teatro. I livelli di tessuti leggeri contengono informazioni scritte e grafiche, così che, passandovi attraverso, si ha l’im- pressione di ripercorrere l’archivio di carte di uno storico. Subito a seguire, un piccolo passaggio, un diaframma, fitto di strisce di tela come una risma di fogli, che raccolgono le biografie delle anime del carcere, conduce alle scale per accedere all’allestimento. Al piano superiore, dove gli spazi sono ancora nello stato originale di abbandono dal 1977, le celle ospitano il cuore dell’installazione. Seguendo la narrazione del bambino, ciascun nucleo corrisponde a un macro-tema (es. L’Altro) basato sul contrasto tra concetti opposti (es. Puro-Im- puro), raccontato attraverso specifici materiali d’archivio. Vi sono, innanzitutto, oggetti evocativi (gli Oggetti Totemici) inseriti in supporti espositivi che costituiscono il focus di ciascuna cella, e che occupano un ruolo centrale nello spazio. Vi sono, poi, materiali documentari riprodotti su piccoli supporti in tessuto, che assumono talvolta la forma di mensole, cassetti o scomparti, e 90 91 5 E. Nardi, Musei e pubblico: un rapporto educativo, FrancoAngeli, Milano 2007.
INDICE DEI NOMI che trovano collocazione e supporto strutturale negli elementi architettonici dell’edificio (come nicchie, finestre, porte). Il materiale predominante degli elementi allestitivi è il tessuto semi-trasparente (tipo velo in poli- estere), in tinta chiara, che aspira a ricreare un’atmosfera domestica e sospesa nel tempo. I volumi leggeri che racchiudono gli oggetti totemici e i teli appesi con testi e immagini abitano le stanze come doni dimenticati o nascosti, abiti stesi ad asciugare, fogli lasciati tra le pagine di un libro, memorie incorniciate nelle pareti. Un telo appeso alla porta di ciascuna cella riporta il Messaggio Alberti Paolo, 60 Bonino Cesare, 21-23, 48,76 Cortinovis Giovan Battista, del bambino-narratore, che con la sua esperienza personale diretta invita i visitatori a riflettere su Aldeni Mario, 39, 48-49 Bonomi Ambiveri Elisabetta, 21-22, 33-36, 61, 72, 74, temi universali e ad entrare e scoprire il resto del racconto; la sua voce torna accanto agli oggetti Ambiveri Betty, 17, 31, 23, 62 79-80 e ai documenti, in forma di domande riportate come note scarabocchiate. Ogni tema (e quindi 44, 50, 53, 57, 59, 61-62, Bonomi Ambiveri Enrichetta, Curti Lydia, 50, 57-59, 60-61, ogni cella) ha un Testimone, una figura che viene rievocata dalla grande Storia per supportare la 67-69, 73, 76, 81-82 62 83, 85-86 piccola narrazione del carcere: le sue parole sono incise su una lastra retro-illuminata, incastrata Ambiveri Bonomi Maria, 62 Bonomi Ambiveri Rossana, 62 in una finestra della cella, una luce cristallizzata dal passato. Ambria Luigi, 46 Boracci, detenuto, 48 Da Re Alessandro, 20 Lo spazio è volutamente buio – ottenuto per oscuramento delle finestre – e il percorso è guidato Antinucci Francesco, 89 Borelli Delia, 50, 59-60 D’Amico Giovanni, 46 dalle luci (che illuminano gli oggetti e che mettono in risalto la ricca stratificazione di intonaci) e Bossi, vedi Fioretti Bossi Clelia Danesi Mauro, 81 dalle ombre (sagome, immagini e scritte proiettate sulle pareti) creando un’atmosfera evocativa Bailo Pietro, 7 Bossini Flauro, 17, 21, 53 De Vecchi Renato, 33-34, 36 e sospesa. Le luci sono il simbolo della ricerca operata dallo storico, che indaga e svela le tracce Banfi Arialdo “Momi”, 41-44, Bramati Luciana, 7, 22, 85 Degani Andrea, 14, 28 interrogando le carte e i muri. Le ombre rappresentano le presenze umane e i fatti del passato, 46-47, 49 Brasi Giovanni, 37, 71 Della Torre Oriella, 7 il passato quotidiano del carcere e quello straordinario legato alla repressione nazi-fascista: le Banfi Elena, 44 Bruni Luigi, 35 Dorentani Feliciana, 43-44 ombre abitano lo spazio come apparizioni dal passato e permettono di instaurare un dialogo più Banfi Silvia, 44 Businaro Laura, 7 fisico ed empatico tra i visitatori e la narrazione. Barnaba Adolo, 33-34, 52 Buttaro Mario, 35 Einaudi Luigi, 34 Barnaba Giannina, 52 Bassenge, ufficiale tedesco, Cantoni Finzi Ida, 67, 69 Falaschi Giuseppe, 43 19 Capri, avvocato, 35 Fasana Fortunato “Renato”, Battaggion Aldo, 23, 30, 45, Carissoni Barbara, 13 47 47-48 Carlo, partigiano, 42 Fasani Marinella, 6, 60-61 Battaggion Enrico, 45 Carminati Giuseppina, 74 Favettini Giovanni, 38-39 Battilà Giancarlo, 30 Carminati Laura, 7 Ferri Stefano, 7 Belometti Francesco “Nino”, Carta Dario, 7 Fiocchi Caterina, 72 20, 29, 48-49, 76 Casali, detenuto, 48 Fiocchi Giulio, 5, 27-28, 51- Belotti Silvio, 39, 48 Casati Mario, 48 52, 61, 63, 72-73, 75-76, Benassi Filippo, 38, 48, 60, 81 Caulton Tim, 89 81-82 Bendotti Angelo, 7, 17-20, Cavallari Sergio, 76, 80 Fiocchi Maria Luisa, 75 22, 35-39, 60-61,65, 71, Cavati Silvio, 66-68 Fiocchi, famiglia, 51 77, 81 Chabod Federico, 34 Fioretti Bossi Clelia, 24, 47, 60 Bernareggi Adriano,19, 22, Chiesa M. Rosangela, 22 Fiorina Margherita, 18 43-45, 54 Chiodi Carla, 37 Foa Vittorio, 34, 42 Berner Ernesto, 54-55 Citerio Lucia, 7 Fontana Gabriele, 6-7, 60-61 Bertacchi Giuliana, 20, 22, 37, Coen Elena, 68 Fontanella Ermanno, 66-67 39, 76 Cogliati Giacomo, 20, 48 Fortini Franco, 43 92 Bodmer, famiglia, 14 Bonfichi Ciovini Sannita, 61 Corniani Francesco, 5, 23 Corti Riccardo,73 Forzenigo Elisa, 47 Freisler Roland, 55
Frigerio Ernesto, 47 Lambertenghi Maria, 55 Mariani Laura, 50 Origoni Fiocchi Franca, 27-28, Ruffini Elisabetta, 22, 63, 65, Turani Arturo, 17, 21, 54 Fusaglia Primo 18, 28, 30, Lanati Gianfranco, vedi Maris Marinoni Giovanni Stefano, 23, 63, 73, 75 85 50-51, 76 Gianfranco 35, 79 Ortona Bella Marianna, 69 Vajana Alfonso, 18, 37, 55, 77 Lanfranchi Bepi, 37 Mario, partigiano, 41-42 Ostanel Elena, 89 Schram, maresciallo, 23 Valenti Benaglio Mirella, 47, Gaedicke Fritz, 54-55 Langer Fritz, 22-23, 38, 55, Maris Gianfranco, 22, 28, 50 Stacchetti Antonio, 24, 46 57, 60 Gallarini Gino, 74 63 Marmoroli Jole, 74 Paci Dante, 39, 47-49, 74 Secco Suardo Dino Gerolamo, Valiani Leo, 42 Gambara Gastone, 53 Lavè Emilio, 22 Martini Lia, 7 Paganoni Giacomo, 21, 33, 27 Vavassori Bepo, 23, 44, 53 Gambirasio Giacinto, 24, 27, Leidi Paolo, 55 Marziali Stefano, 6, 89 35-36 Suardo Giacomo, 33-34 Vavassori Sandro, 23 29-30, 71, 73-74, 76, 80 Leidi Piero, 52, 54, 60 Masia Vittorio, 42 Paglia Giorgio, 53 Scalpelli Francesco, 35 Vicentini Attilio, 53 Gaudenzi Giuseppe, 37, 53 Leidi, famiglia, 53-55 Matteotti Giacomo, 33 Paolo, 61-62 Signorelli Bepi, 35, 47 Vismara Agostino, 17, 21, Gandi Sergio, 7, 86 Levi Marta, 69 May Franco, 17, 21, 29, 33, Peduzzo Emilia, 7 Scanzi Alberto, 44 23, 41, 44-46, 51, 53-55, Galimberti Guido, 17, 35 Levi Carlo, 34 37, 48, 53-54, 74 Pedroni Giuseppe, 20, 48 Sonzogni Francesco, 44 61-63 Gavazzeni Giuseppe, 35 Levi Clara, 61, 69 Mazzolà Natale, 17 Perico Maria, 81 Sommacal Matilde, 50, 61 Vismara Gianna, 45, 63 Gelfi Mauro, 44 Levi Elda, 69 Mazzotta Teresa, 7 Pesenti Agliardi Elena, 53 Saba Abele, 50 Vismara Luigina, 45 Ghisleni Alessandro, 22 Levi Ester Vittoria, 69 Medolago Albani Nelly, 74 Pesenti Rosangela, 7, 58 Schubiger Carlotta, 53 Vismara Maria, 45 Giannitrapani Luigi, 19 Levi Laura, 68-69 Menini Angelo, 51, 80 Pezzini Cristoforo “Rino”, 35 Schubiger Franz, 53 Vitali Carlo, 19 Ginzburg Leone, 34 Levi Nora, 61, 68 Messaggi Alberto, 22 Picciotto Liliana, 66, 68 Sestini, famiglia, 55 Von Detten, colonnello, 43 Ginzburg Natalia, 43 Levi Primo, 9, 34, 39, 65 Milde, maggiore, 55 Picco Gaetano, 48-49 Simoncini Tino, 58 Von Wunster Carlo, 22 Giolitti Giovanni, 34 Levi Vittorio, 69 Milla Ferruccio, 66-67 Picco Mario, 48 Savio Teresa, 59, 61 Giordano Nicola, 15 Levi, famiglia, 81 Milla Ugo, 66-67 Pirazzoli Elena, 82 Stern Mănas Rachele Lea, 63 Zanchi, milite OP, 22 Giovannini Giuseppe, 33-34, Livraga Mauro, 7 Mimma, vedi Quarti Cornelia Pirrone Gianni, 20 Sonnino Ilda, 69 Zanetti Pier Bernardino, 35 61 Locardi Eraldo, 37, 81 Minardi Lidia, 22-23, 59, 63 Pizzuti Anna, 66 Sporchia Emilia, 77 Zappata Alessandro, 51 Gonzaga Gian Maria, 75 Locatelli Adriana “Lalla”, 22- Minardi Luigi, 62-63, 81 Poli, colonnello, 17 Sporchia Giuseppe,5 4, 77 Zappella Cristoforo, 20, 48 Gotti Francesca, 6, 89 24, 46, 52, 54, 60, 62, 80 Minardi Roberto, 17 Pollack Leopoldo, 13, 15, 28 Scarpellini Luca, 14, 28 Zini Zino, 34 Gottlieb Anna, 67-69 Locatelli Antonio, 20, 34 Minelli Spartaco, 28, 38-39, Premoli Luigia, 52 Strohmenger Gino, 22, 47, 53 Grandi Dino, 14 Locatelli Milesi Sereno, 17, 52, 79-80 Premoli, ingegnere, 75 Grazioli Emilio, 53 19-20 Mischi Archimede, 54 Pugno Vanoni Fiocchi Maria Tadini Leidi Mary, 22, 53-54, Gregis Andrea, 81 Locatelli Rino, 81 Molinero Chiara, 7, 85 Teresa, 5, 7, 28, 72, 85 75 Gregis Katy, 55 Lombardi Riccardo, 42 Momi, vedi Banfi Arialdo Taino Quarti Maria, 38-39 Gualteroni, medico, 24, 46, 52 Longo Giorgio, 23 Mondini Luigi, 21, 33-36, 60, Quarti Bruno, 35 Tasso, 81 Lorusso Fabrizia, 7 72 Quarti Cornelia “Mimma”, 22, Tedeschi Ada, 69 Hahn, colonnello, 55 Lubnau Gerhard. 51 Monge Silvio, 22 35, 39, 47, 57, 60 Tedeschi Levi Emma Bianca, Hazan Regina, 69 Monti Augusto, 34 Quarti Piero, 35, 39 68-69 Hitler Adolf, 48 Maiolo Anna, 7 Moroni, detenuto, 48 Quarti, famiglia, 35 39 Tolazzi Carlo, 34-35 Malenza Antonio, 20, 36, 48 Motterlini Carlo, 48 Questi Alessandro, 34 Tolentini Oscar, 68 Innocenti Claudia, 20, 48 Manenti, detenuto, 48 Mussolini Benito, 19, 33 Tommaso de Kempis, 61 Irace Fulvio, 89 Manzecchi Silvia, 7 Randazzo Giuseppe, 7 Traversi Aldo, 33-36, 75-76 Manzi Antonio, 74-75 Nardi E., 91 Reich, famiglia, 53, 55 Traversi Carmen, 34 Koerner, giudice, 55 Manzoni Alessandro, 75 Nava Carlo, 14 Remuzzi Gianni, 33, 35 Traversi Nanna, 75 Koesicek Leopolda, 68-69 Manzoni Eugenio, 81 Nino, vedi Belometti Francesco Resmini Aldo, 22 Traversi Pippo, 75 Krys, famiglia, 77 Marcandelli Giorgio, 44 Nodari Amelio, 23 Rino, vedi Pezzini Cristoforo Tulli Adilfo, 53 Marcassoli Silvano, 7, 23 Rivellini Emilio, 23 Tulli Ettore, 17, 21-22, 35, 37, Lalla, vedi Locatelli Adriana Marchesi Marzia, 7 Offner Sigismondo, 68 Rosa, 54 41, 53-55, 75, 79, 82
Copertina: Fedrigoni Materica Gesso Interno: Fedrigoni Arena White Rough Finito di stampare nel mese di settembre 2020 da Grafica Monti Bergamo
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