SCHEDA PAESE CINA gennaio 2022 - Agenzia ICE

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SCHEDA PAESE CINA gennaio 2022 - Agenzia ICE
SCHEDA PAESE CINA
gennaio 2022
SCHEDA PAESE CINA gennaio 2022 - Agenzia ICE
Scheda Paese Cina

 1.1) La congiuntura economica
 Il successo della Cina nel contenimento della diffusione del Covid-19, grazie ad una
 combinazione di provvedimenti emergenziali, quali test di massa e tracciamenti,
 unitamente a draconiane misure di lockdown, ha consentito una ripresa più veloce e con
 minore supporto di politiche economiche rispetto alle altre grandi economie. La crescita
 del PIL per l’intero anno 2020 si è attestata al 2,3% che, sebbene si sia rivelato il tasso più
 basso registrato negli ultimi decenni (precisamente dal 1976, al termine della Rivoluzione
 Culturale, quando il PIL subì una contrazione dell’1,6%), ha qualificato la Cina quale unico
 paese in espansione economica tra le principali economie mondiali del G20. Tale crescita
 è stata sospinta dall’incremento dell’attività manifatturiera e delle esportazioni e grazie
 allo stimolo esercitato dai robusti investimenti infrastrutturali.

                                  Cina: Prodotto Interno Lordo
                          (variazioni percentuali sull’anno precedente)
                                                                                     18.3%

                                                                                             7.9%

Fonte: National Bureau of Statistics - Caixin

 Le principali motivazioni alla base del rilancio dell’economia cinese risiedono nella rapida
 reazione di politica economica all’emergere della crisi, grazie al varo di una serie di
 provvedimenti di stimolo fiscale e monetario, nella rigorosa strategia di controllo
 dell’epidemia e nel rapido reindirizzamento delle priorità degli obiettivi macroeconomici.
 Il 2020 è stato l’ultimo anno del XIII Piano Quinquennale (2016-2020) ed ha sancito il
 raggiungimento di tutti gli obiettivi nazionali ad esso ascritti. Il PIL totale ha raggiunto il
 livello di 14,7 trilioni di dollari, pari al 17% del PIL mondiale nel 2020, ed il PIL pro capite ha
 superato il livello di 10.000 dollari per due anni consecutivi, nel 2019 e nel 2020, ancorché

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mantenendosi ancora inferiore rispetto alla media mondiale. Secondo alcune stime, il
divario della Cina rispetto all’economia degli Stati Uniti si sarebbe ridotto ulteriormente e
nel 2020 la proporzione del PIL cinese rispetto a quello statunitense avrebbe raggiunto il
70,8% rispetto al 66,7% del 2019. Secondo gli economisti di Nomura, sulla base di
ragionevoli previsioni di dinamica del PIL cinese e di quello statunitense, la Cina potrebbe
superare gli Stati Uniti nel 2028, in anticipo rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.

Nel primo semestre 2021, l’economia cinese ha guadagnato ulteriore trazione. Il PIL ha
registrato un’espansione del 12,7%, rispetto al primo semestre 2020, anche se occorre
considerare che si tratta prevalentemente di un effetto statistico indotto dalla contrazione
del 1,6% verificatasi nel periodo di riferimento, a causa del lockdown in cui il paese si
trovava costretto. Tuttavia, dal primo al secondo trimestre 2021 si è verificato una
decelerazione del ritmo di crescita del PIL, passato da un tasso del 18,3% del primo
trimestre al 7,9% del secondo.
La media geometrica della crescita nei primi semestri del 2020 e del 2021 è risultata del
5,3%, inferiore di un punto percentuale rispetto al primo semestre 2019.

Tuttavia, nella seconda parte dell’anno, l’attività economica ha mostrato un progressivo
rallentamento. La crescita del PIL reale ha fatto registrare un’ulteriore decelerazione al
4,9%, sulla base della dissipazione degli effetti di base statistica ma anche a causa della
riduzione degli stimoli fiscali, precedentemente introdotti per fronteggiare l’emergenza
epidemiologica, e dell’imposizione di una serie di vincoli regolamentari ai settori
finanziario e immobiliare, finalizzati a contenere i rischi da eccessivo indebitamento e le
tensioni sul mercato immobiliare associati alla crisi debitoria del colosso Evergrande.
Dall’altro lato, lo scoppio ricorrente di focolai di Covid-19 ha ulteriormente complicato il
processo di normalizzazione di molte attività di servizio legate ai contatti interpersonali.

La Cina ha continuato a perseverare nella propria politica di “tolleranza zero” nei confronti
del Covid, inducendo periodiche interruzioni alle attività economiche in risposta ai focolai
di contagio che, data l’elevata trasmissibilità della variante delta, sono diventati sempre
più frequenti e diffusi territorialmente, nonostante il netto incremento del tasso vaccinale
che ha raggiunto circa l’80% della popolazione alla fine di novembre 2021.

In ogni caso, grazie soprattutto alla forte spinta iniziale, il prodotto ha comunque registrato
un’espansione aggregata del 9,8% nei primi nove mesi dell’anno.
Fattori dal lato della domanda hanno particolarmente contribuito al rallentamento della
crescita nella seconda metà del 2021. In particolare, le restrizioni fiscali e i provvedimenti
regolamentari adottati nell’ambito dei settori finanziario ed immobiliare hanno
determinato una sensibile decelerazione degli investimenti fissi lordi, cresciuti del 5,2% nel
periodo gennaio-novembre rispetto allo stesso periodo del 2020, dopo che avevano fatto
registrare un’impennata del 35% nei primi due mesi dell’anno. Inoltre, le frequenti restrizioni
alla mobilità correlate al Covid-19 hanno influenzato le aspettative dei consumatori,
inducendo elementi di cautela nei propri comportamenti di acquisto, a causa delle
prevalenti condizioni di incertezza, con effetti calmieranti sulle vendite al dettaglio,

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cresciute soltanto del 3,9% nel mese di novembre, rispetto allo stesso mese dell’anno
 precedente.
 Dal lato dell’offerta, anche la crescita della produzione industriale ha mostrato un
 andamento più moderato. Nel mese di novembre il tasso di incremento del valore aggiunto
 manifatturiero è stato pari al 3,8%, rispetto al picco del 35,1% del bimestre gennaio-
 febbraio.

            Investimenti fissi lordi, vendite al dettaglio e produzione industriale
                                    (variazioni percentuali)

                                                           Investimenti fissi lordi *
                                                           Vendite al dettaglio **
                                                           Valore aggiunto della produzione industriale **

* Variazioni tendenziali aggregate (gen-nov 21/ gen-nov 20)
** Variazioni tendenziali mensili

Fonte: National Bureau of Statistics - Caixin

Quale elemento di recente ottimismo, si cita l'indice ufficiale dei responsabili degli acquisti
nel settore manifatturiero (PMI) della Cina che è passato da 50,1 a novembre a 50,3 a
dicembre (valori superiori a 50 indicano un'espansione dell'attività) che rappresenta il valore
più elevato dal mese di luglio.

Nei primi dieci mesi del 2021, la Cina ha creato circa 11,3 milioni di posti di lavoro, superando
l’obiettivo annuale di 11 milioni di unità. Il tasso di disoccupazione urbano, sottoposto a
misurazione, è stato costantemente pari al 5% a partire dal mese di luglio, livello più basso
dal 2019 ed inferiore all’obiettivo governativo del 5,5% per il 2021.

Grazie alla stabilizzazione delle condizioni del mercato del lavoro, nei primi tre trimestri del
2021, sia pur perdendo trazione sequenziale nel corso dell’anno, i redditi disponibili delle

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famiglie hanno mostrato una ripresa rispetto al 2020, recuperando le perdite indotte dalla crisi
pandemica, che ha consentito di registrare un incremento reale del 9,7%, rispetto allo stesso
periodo del 2020, e del 14,8%, rispetto all’anno 2019 pre-pandemico. Di conseguenza, la spesa
per consumi pro capite ha fatto registrare una crescita aggregata reale del 15,1%, superiore
dell’11,7% rispetto al 2019. A trainare questa dinamica espansiva sono stati soprattutto i
consumi delle famiglie rurali, a fronte di un atteggiamento improntato a maggior cautela da
parte delle famiglie urbane.

L’inflazione al consumo, che si è mantenuta stabile per la maggior parte dell’anno, ha subito
un’accelerazione soltanto negli ultimi mesi dell’anno. Il tasso di incremento dei prezzi al
consumo è stato pari al 2,3% nel mese di novembre 2021, raggiungendo il livello più elevato
negli ultimi 15 mesi, mantenendosi tuttavia inferiore all’obiettivo ufficiale del 3% annuale, a
riflesso di una dinamica relativamente debole della domanda.
Al contrario, i prezzi alla produzione hanno fatto registrare incrementi consistenti,
mantenendosi al di sopra del 9% nella seconda metà dell’anno. In particolare, il forte
incremento dei prezzi energetici, dei prodotti minerari e delle altre materie prime, unitamente
ai provvedimenti governativi di taglio alle emissioni inquinanti, hanno sospinto il tasso di
crescita dei prezzi alla produzione al 13,5% nel mese di ottobre, livello più elevato dal 1995,
prima di mostrare un’attenuazione al 12,9% nel mese di novembre, grazie alle contromisure
del governo finalizzate ad aumentare la produzione di carbone, le cui quotazioni sono
aumentate considerevolmente, a causa dei tagli alla produzione originariamente decretati per
cercare accelerare i processi di decarbonizzazione.
La notevole divergenza fra l’andamento dei prezzi al consumo e alla produzione ha generato
forti pressioni sui margini di profitto delle imprese al centro e a valle delle catene del valore,
ad ulteriore dimostrazione di una ripresa cinese guidata principalmente dagli investimenti.

Una forte espansione delle esportazioni ha contribuito ad attutire gli effetti del rallentamento
dell’attività economica negli ultimi mesi del 2021, trainata dalla robusta domanda
internazionale indotta dalla solida ripresa economica delle economie avanzate. Nei primi
undici mesi dell’anno, il valore in dollari delle esportazioni di merci è aumentato del 31,1%
rispetto allo stesso periodo del 2020, favorite sia dall’aumento dei prezzi all’esportazione sia
da un repentino aumento degli ordini provenienti dai paesi Asean, affetti da interruzioni
produttive associate alla pandemia. Le importazioni, dopo aver fatto registrare una forte
impennata nella prima metà dell’anno, sospinte dalla ripresa della domanda interna e dalla
ricomposizione delle scorte, hanno perso trazione sequenziale negli ultimi mesi, a causa del
deterioramento della domanda interna legata agli effetti del Covid-19 e al forte incremento
dei prezzi, legato all’andamento delle quotazioni delle materie prime, a sua volta associato
alle problematiche delle catene logistiche. Nel complesso, tuttavia, il valore delle importazioni
è aumentato del 31,4% nei primi undici mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente.
Il surplus mercantile è stato quindi pari a 582 miliardi di dollari, pari a circa il 3,5% del PIL
annuale, rispetto ad un avanzo di 448 milioni di dollari dello stesso periodo del 2020 (pari al
3% del PIL 2020).

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Contestualmente, il deficit della bilancia dei servizi si è ridotto allo 0,6% del PIL nei primi nove
mesi del 2021, rispetto all’1,1% dello stesso periodo del 2020, prevalentemente a causa del
blocco delle attività di turismo internazionale, indotto dalle forti restrizioni ai viaggi all’estero.
In particolare, nei primi nove mesi dell’anno, le esportazioni di servizi sono aumentate di circa
il 40%, grazie soprattutto all’aumento dei servizi di trasporto, associato alle robuste
esportazioni di merci.

Dopo essere aumentato sensibilmente nel 2020, il surplus delle partite correnti si è mantenuto
elevato nel 2021, grazie al consistente avanzo mercantile che ha più che bilanciato il deficit
nella bilancia dei servizi e dei redditi. Nei primi tre trimestri del 2021, è stato pari all’1,6% del
PIL, all’incirca lo stesso valore dei primi nove mesi del 2020. In sequenza temporale, ha
registrato un’espansione nel terzo trimestre, favorito dal miglioramento delle ragioni di
scambio (dinamica dei prezzi all’export superiore di quella all’import) e dal rallentamento dei
volumi importati.

Il conto finanziario della bilancia dei pagamenti ha registrato un surplus dello 0,3% del PIL
nella prima metà del 2021, rispetto ad un deficit dello 0,5% dello stesso periodo del 2020. Il
miglioramento è stato principalmente indotto dall’incremento dei flussi di investimenti diretti
esteri in entrata, accompagnato da un saldo positivo dei flussi di investimenti di portafoglio.
Per effetto di tali dinamiche, la Cina mantiene una forte posizione esterna, detenendo
un’accumulazione di riserve in valuta straniera pari a 3.200 miliardi di dollari (equivalenti a
circa 14 mesi di importazione) alla fine di novembre 2021.

Negli ultimi due anni, il renmimbi (RMB) ha manifestato un progressivo apprezzamento nei
confronti del dollaro, dinamica che è continuata nel corso del 2021, favorita dai robusti
afflussi di capitale e, nel terzo trimestre, dalla cospicua espansione del surplus delle partite
correnti, nonostante le misure di rallentamento dei controlli sulla fuoriuscita di capitali,
adottate dalle autorità monetarie, che hanno consentito di espandere i limiti agli investimenti
da parte delle istituzioni della Cina continentale. Al fine di contenere il recente rapido
apprezzamento, nel mese di dicembre Bank of China (PBOC) ha aumentato di 200 punti base
al 9% il tasso di riserva obbligatoria in valuta estera.

Nonostante il rallentamento dell’economia, la politica fiscale della Cina ha assunto
un’impostazione relativamente restrittiva. Nei primi dieci mesi del 2021, il bilancio pubblico
ha registrato un deficit del 2,1% del PIL, rispetto ad un disavanzo del 5,3% del PIL dello stesso
periodo dell’anno precedente e contro un obiettivo stabilito dell’8% del PIL. Tale risultato è
ascrivibile ad una forte crescita delle entrate fiscali, correlata alla ripresa economica, a cui ha
fatto da contrappunto una contrazione della spesa, soprattutto in infrastrutture.

La Banca Centrale (PBOC) ha mantenuto invariati i tassi di interesse di riferimento dal mese
di maggio 2020. Tuttavia, recentemente è intervenuta il 20 dicembre 2021 per ridurre il Loan
Prime Rate annuale (LPR) dal 3,85% al 3,80%, il livello più basso degli ultimi anni, mentre non
ha effettuato modifiche al Loan Prime Rate quinquennale che è quindi rimasto stabile al
4,65%. Inoltre, sia nel mese di luglio che di dicembre 2021, ha ridotto rispettivamente di 50

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punti base il tasso di riserva obbligatoria, al fine di scongiurare rischi di contagio emananti
dal settore immobiliare, a causa della crisi debitoria di Evergrande e di altri importanti attori
del mercato. La Banca ha inoltre introdotto una serie di schemi di rifinanziamento agevolato
per sostenere le piccole e medie imprese e il processo di decarbonizzazione.

Il rapporto debito-PIL della Cina, dopo aver raggiunto il livello massimo di 285.2% nel 2020, ha
manifestato una riduzione del 4% a 281,2% del PIL nel terzo trimestre 2021, grazie agli effetti
calmieranti indotti dalla ripresa economica. Tuttavia, si mantiene di circa il 20% superiore ai
livelli pre-pandemici.

1.2) Previsioni

Secondo le recenti stime della Banca Mondiale, la crescita dell’economia cinese dovrebbe
attestarsi all’8% nel 2021, mezzo punto percentuale in meno di quanto precedentemente
previsto, per poi rallentare al 5,1% nel 2022, in coerenza con il proprio profilo potenziale. Su
tale dinamica influiranno i minori effetti di base statistica, la riduzione del sostegno derivante
dalle esportazioni ed il continuo processo di riduzione dell’indebitamento.

La previsione di crescita ipotizza che la strategia di contenimento della diffusione del
contagio sia destinata a rimanere invariata per il 2022, per poi gradualmente allentarsi. La
domanda interna dovrebbe tendere ad una lenta normalizzazione; in particolare, si prevede la
crescita dei consumi reali lentamente tendere verso i livelli pre-pandemici, sostenuta da
condizioni stabili nel mercato del lavoro e da un miglioramento delle aspettative. Alla debole
intonazione degli investimenti nel settore immobiliare, influenzati dalla emergente situazione
di rischio finanziario, tenderà a contrapporsi una ripresa di quelli infrastrutturali, grazie al
maggiore supporto delle politiche fiscali. Il surplus delle partite correnti dovrebbe ridursi
all’1,4% del PIL nel 2022, a causa del rallentamento della domanda internazionale, mentre
l’inflazione al consumo dovrebbe manifestare una tendenza al rialzo, a causa del
rafforzamento della domanda e di alcuni parziali trasferimenti dei prezzi alla produzione, ma
rimanendo al di sotto dell’obiettivo del 3% fissato dalla PBOC.

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        Previsioni economia cinese                  2019 2020
                                                                    stima prev. prev.
        Crescita PIL reale (%)                       6.0     2.3     8.0     5.1    5.3
        Indice prezzi al consumo (var. % media)      2.9     2.5     0.9     1.9    2.1
        Saldo partite correnti (% del PIL)           0.7     1.9     1.6     1.4    1.2
        Saldo bilancio pubblico (% del PIL)          -4.6    -8.9    -5.4    -5.6   -5.2
       Fonte: Banca Mondiale

Tali previsioni sono comunque soggette al rischio di peggioramento della situazione
pandemica che potrebbe comportare un ulteriore rafforzamento delle misure restrittive
vigenti, provocando effetti negativi sulla dinamica delle attività produttive. Inoltre, un
eventuale acuto deterioramento dell’attuale incerta situazione nel mercato immobiliare

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potrebbe rischiare di riverberarsi al resto dell’economia. Altri rischi da annoverare riguardano
l’eventuale peggioramento delle tensioni con i principali partner commerciali ed un drastico
restringimento delle condizioni finanziarie internazionali che potrebbe generare criticità per
le imprese maggiormente indebitate ed esacerbare i problemi del settore immobiliare.

Nel medio periodo, la Cina deve affrontare la difficile transizione verso i nuovi paradigmi di
sviluppo focalizzati sulla qualità della crescita e numerosi appaiono ancora i dilemmi di
politica economica da risolvere se il paese intenda assicurare prosperità e sicurezza
economica alla propria immensa popolazione, riducendo i rischi associati alla “trappola del
medio-reddito”.

1.3) La bilancia commerciale

                          Cina: interscambio commerciale
                                  (miliardi di dollari)
              3.000

              2.500

              2.000

              1.500

              1.000

               500

                 -
                      2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020
         Esportazioni 1.578 1.899 2.050 2.211 2.343 2.281 2.135 2.263 2.487 2.499 2.590
         Importazioni 1.394 1.741 1.817 1.949 1.963 1.602 1.525 1.844 2.136 2.078 2.063
         Saldo         185   158   233   261   380   679   611   420   351   421   527

       Fonte: China Customs

Nel 2020, la Cina, nonostante la crisi pandemica, ha consolidato la prima posizione nella
graduatoria degli esportatori mondiali, con una quota del 15,9% sul totale, registrando vendite
estere totali di mercai per un valore di 2.590 miliardi di dollari, livello massimo storicamente
raggiunto, con un incremento del 3,6% rispetto al 2019. Le importazioni hanno fatto registrare
solo una lieve riduzione tendenziale dello 0,7%, per un valore complessivo di 2.063 miliardi di
dollari. Il surplus commerciale è quindi aumentato a 563 miliardi di dollari, rispetto a 421
miliardi del 2019, segnando una dinamica espansiva per il terzo anno consecutivo.

Gli Stati Uniti hanno continuato a rappresentare il principale mercato di sbocco per le
esportazioni di merci cinesi con una quota del 17,4% sul totale ed un incremento del 7,9%
rispetto al 2019. In seconda posizione si è collocata Hong Kong, con una quota del 10,5%, ma
con valori in flessione del 2,3%, seguita dal Giappone, in sostanziale stazionarietà al 5,5% del
totale. In quarta posizione si è posizionato il Vietnam verso il quale le vendite cinesi sono
aumentate del 16,2%, consentendo di superare in graduatoria, con un’incidenza del 4,5%, la
Corea del Sud la cui quota è invece leggermente diminuita, rispetto all’anno precedente, al
4,3%. Seguono tre paesi europei, segnatamente, in ordine di importanza per valore delle

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esportazioni, la Germania, i Paesi Bassi e il Regno Unito, rispettivamente con quote del 3,4%,
3,1% e 2,8% sul totale ed incrementi pari rispettivamente all’ 8,8%, al 6,8% e al 16,3%.
L’Italia si è collocata in diciottesima posizione della graduatoria dei mercati di sbocco delle
esportazioni della Cina, con una quota rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi tre anni e
pari all’1,3%.

                                    Cina: principali paesi clienti
                                          (miliardi di dollari)
                               0   50   100   150   200   250   300   350    400   450   500

                Stati Uniti
       1

               Hong Kong
       2

                Giappone
       3

                  Vietnam
       4

            Corea del Sud
       5

                Germania
       6

              Paesi Bassi                                   2019      2020
       7

              Regno Unito
       8

                     India
       9

                   Taiwan
       10
       22

                      Italia

      Fonte: China Customs

                                   Cina: principali paesi fornitori
                                          (miliardi di dollari)
                               0        50          100         150          200         250

                  Taiwan
       1

                Giappone
       2

            Corea del Sud
       3

                Stati Uniti
       4

                     Cina
       5

                 Australia
       6

                Germania                                              2019    2020
       7

                   Brasile
       8

                 Vietnam
       9

                  Malesia
       10
       18

                     Italia

       Fonte: China Customs
Nel 2020, per il secondo anno consecutivo, Taiwan si è confermato il primo fornitore estero
della Cina con una quota di mercato del 9,7% ed un incremento delle proprie vendite pari al

                                                                                               8
16% rispetto al 2019. In seconda posizione si è collocato il Giappone, con una quota dell’8,5%
ed un incremento annuale delle importazioni pari all’1,8%, precedendo la Corea del Sud con
una quota stazionaria all’8,4%. In quarta posizione si sono collocati gli Stati Uniti che hanno
fatto registrare un aumento delle proprie vendite pari a circa il 10% rispetto all’anno
precedente, con una quota di mercato che è aumentata al 6,5% rispetto al 5,9% del 2019.
In sesta posizione della graduatoria (considerato che la quinta è rappresentata da merci
reimportate dalla Cina per lavorazioni o riparazioni), dopo l’Australia, si è piazzata la Germania,
primo fornitore europeo della Cina con una quota del 5,1% sul totale, le cui vendite sono
rimaste stazionarie rispetto all’anno precedente.
Nel 2020 l’Italia è stato il diciottesimo paese fornitore della Cina (diciassettesimo se si
considera la posizione occupata dalle reimportazioni cinesi) con una quota di mercato
dell’1,1%, rispetto all’1% del 2019.

                Esportazioni di merci della Cina per prodotto (HS4) – 2018-2020
                                        (milioni di dollari)
       Sottovoce                                Gennaio - Dicembre         Quota di mercatoc Variazione
                        Descrizione
Rank       SA                                     (Valore: Mil USD)               (%)        2020/2019
                                             2018       2019        2020   2018 2019 2020 Ammontare %

       TOTALE      Tutti i prodotti        2.486.696 2.499.457 2.590.016 100,0 100,0 100,0    90.559    3,6
                   Apparecchi elettrici
  1    8517        per la telefonia        240.034   223.927    223.206     9,7   9,0   8,6     -721   -0,3
                   Macchine
                   automatiche per
                   l'elaborazione
                   dell'informazione e
  2    8471        loro unità.             153.847   148.419    170.182     6,2   5,9   6,6   21.764   14,7

  3    8542        Circuiti integrati      85.037    102.103    117.087     3,4   4,1   4,5   14.984   14,7
                   Manufatti di
                   materie tessili,
  4    6307        confezionati            6.407     6.798      55.244      0,3   0,3   2,1   48.447 712,7
                   Apparecchi per
  5    9405        l'illuminazione         30.027    32.911     37.604      1,2   1,3   1,5    4.693   14,3

  6    8541        Pannelli fotovoltaici   28.985    34.563     35.683      1,2   1,4   1,4    1.120    3,2

  7    9503        Giocattoli              25.065    31.137     33.483      1,0   1,3   1,3    2.346    7,5
                   Parti ed accessori di
  8    8708        mezzi di trasporto      34.830    33.598     32.932      1,4   1,3   1,3     -666   -2,0

  9    8528        Televisori              33.435    31.207     31.900      1,4   1,3   1,2     692     2,2
                   Parti ed accessori di
                   macchine per
 10    8473        elaborazione dati       45.311    32.427     31.537      1,8   1,3   1,2     -890   -2,7
       Fonte: China Customs

Il principale gruppo merceologico delle esportazioni della Cina nel 2020 è stato quello dei
telefoni, per un’incidenza dell’8,6% sul totale, rimasto su valori stazionari rispetto al 2019,
seguito dai computer e dai circuiti integrati, per una quota rispettivamente pari al 6,6% e al
4,5% del totale ed un incremento annuale per entrambi pari al 14,7%. Seguono, in quarta
posizione, le confezioni di prodotti tessili (maschere chirurgiche) le cui vendite sono

                                                                                                          9
aumentate in misura esponenziale, da 6,8 miliardi di dollari del 2019 a 55,2 miliardi del 2020,
per effetto delle forniture per l’emergenza Covid-19. In quinta posizione si sono collocate le
esportazioni di apparecchi per l’illuminazione, aumentate del 14,3% rispetto al 2019, seguite
da quelle di pannelli fotovoltaici, in aumento del 3,2%, e di giocattoli, cresciute del 7,5%.

                Importazioni di merci della Cina per prodotto (HS4) – 2018-2020
                                        (milioni di dollari)
       Sottovoce                              Gennaio - Dicembre          Quota di mercato Variazione
Rank                   Descrizione
           SA                                   (Valore: Mil USD)               (%)        2020/2019
                                           2018       2019        2020   2018 2019 2020 Ammontare     %

       TOTALE      Tutti i prodotti      2.135.748 2.078.386 2.063.204 100,0 100,0 100,0      -15.182    -0,7

  1    8542        Circuiti integrati    312.952   306.397    350.846    14,7   14,7   17,0   44.449     14,5
                   Oli di petrolio
  2    2709        greggi                240.380   242.385    178.050    11,3   11,7    8,6   -64.335   -26,5
                   Minerali di ferro e
  3    2601        loro concentrati      75.922    101.331    122.827     3,6    4,9    6,0   21.495     21,2

  4    8703        Autoveicoli          49.596     47.057     44.924      2,3    2,3    2,2    -2.133    -4,5
                   Apparecchi elettrici
  5    8517        per la telefonia     48.797     42.643     43.551      2,3    2,1    2,1      907      2,1
                   Gas di petrolio e
                   altri idrocarburi
  6    2711        gassosi              50.073     52.133     41.957      2,4    2,5    2,0   -10.177   -19,5

  7    1201        Fave di soia        38.087    35.342    39.544         1,8    1,7    1,9    4.202     11,9
                   Minerali di rame e
  8    2603        loro concentrati    31.935    33.909    35.742         1,5    1,6    1,7    1.833      5,4
                   Macchine
                   automatiche per
                   l'elaborazione
                   dell'informazione e
  9    8471        loro unità          30.908    30.538    33.920         1,5    1,5    1,6    3.382     11,1
                   Macchine ed
                   apparecchi per la
                   fabbricazione dei
                   dispositivi a
                   semiconduttori, dei
                   circuiti integrati
                   elettronici o dei
                   dispositivi di
                   visualizzazione a
 10    8486        schermo piatto          30770     26433     31630     1,44   1,27   1,53    5.197    19,66
       Fonte: China Customs

Nel periodo gennaio-novembre 2021, le esportazioni cinesi sono aumentate ad un tasso del
31,1% rispetto allo stesso periodo del 2020. Dato che l’anno 2020 è da considerarsi “anomalo”,
la crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 è stata comunque rilevante, pari al 33,9%.
Tutti i principali paesi clienti hanno fatto registrare incrementi molto consistenti delle vendite
cinesi nei rispettivi mercati. Tra di essi, si registrano variazioni superiori alla media, in ordine
di graduatoria per valori esportati, per Hong Kong (+31,5%) Corea del Sud (+34,5%), Germania
(+33,2%), India (+49%, il tasso di crescita più elevato tra i principali mercati di sbocco) e taiwan

                                                                                                           10
(+31,2%). Le esportazioni verso l’Italia sono aumentate del 32,8% rispetto ai primi undici mesi
del 2020 e del 29,3% rispetto al corrispondente periodo del 2019.

         Esportazioni di merci della Cina per paese – gennaio-novembre 2019- 2021
                                       (milioni di dollari)
                            Gennaio - Novembre         Quota di mercato
  Ord. Paese partner         (Valore: Mil USD)               (%)               Variazione %
                          2019      2020      2021    2019    2020    2021 2021/2019 2021/2020
          Mondo         2.260.819 2.308.264 3.026.661 100,0   100,0   100,0  33,9      31,1
    1     Stati Uniti     384.093 405.242 520.023 17,0         17,6    17,2  35,4      28,3
    2     Hong Kong       251.730 238.301 313.326 11,1         10,3    10,4  24,5      31,5
    3     Giappone        130.836 129.182 151.279 5,8          5,6     5,0   15,6      17,1
    4     Corea del Sud   100.902 100.741 135.446 4,5          4,4     4,5   34,2      34,5
    5     Vietnam          87.863 100.809 125.811 3,9          4,4     4,2   43,2      24,8
    6     Germania         72.215    77.312 102.983 3,2        3,4     3,4   42,6      33,2
    7     Paesi Bassi      66.673    70.421    91.595 3,0      3,1     3,0   37,4      30,1
    8     India            67.899    59.001    87.891 3,0      2,6     2,9   29,4      49,0
    9     Regno Unito      56.612    64.567    78.782 2,5      2,8     2,6   39,2      22,0
   10     Taiwan           49.807    53.942    70.771 2,2      2,3     2,3   42,1      31,2

   22     Italia          30.332    29.526    39.214   1,3     1,3    1,3     29,3       32,8
         Fonte: China Customs

          Importazioni di merci della Cina per paese – gennaio-novembre 2019-2021
                                        (milioni di dollari)
                             Gennaio - Novembre        Quota di mercato
                                                                               Variazione %
   Ord. Paese partner         (Valore: Mil USD)              (%)

                           2019      2020      2021   2019 2020 2021 2021/2019 2021/2020
          Mondo         1.886.996 1.860.066 2.444.315 100,0 100,0 100,0 29,5      31,4
     1    Taiwan         157.244 180.316 227.508       8,3   9,7   9,3  44,7      26,2
     2    Corea del Sud 158.685 157.135 193.936        8,4   8,5   7,9  22,2      23,4
     3    Giappone       155.433 156.526 188.524       8,2   8,4   7,7  21,3      20,4
     4    Stati Uniti    111.664 118.617 162.403       5,9   6,4   6,6  45,4      36,9
     5    Australia      110.782 107.510 153.666       5,9   5,8   6,3  38,7      42,9
     6    Cina           117.763 112.535 141.366       6,2   6,1   5,8  20,0      25,6
     7    Germania        95.875    93.233   109.762   5,1   5,0   4,5  14,5      17,7
     8    Brasile         72.819    78.776   104.076   3,9   4,2   4,3  42,9      32,1
     9    Malesia         64.970    67.068    88.032   3,4   3,6   3,6  35,5      31,3
    10    Vietnam         57.522    69.203    83.006   3,1   3,7   3,4  44,3      20,0

    20    Italia         19.426    19.746    27.653    1,0     1,1     1,1    42,4      40,1
         Fonte: China Customs

Sempre nel periodo gennaio-novembre 2021, le importazioni di merci della Cina sono
aumentate del 31,4% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 29,5% rispetto al 2019.

                                                                                                 11
Nell’ambito dei principali fornitori, variazioni superiori alla media sono state registrate dalle
vendite degli Stati Uniti, aumentate del 36,9% (+45,4% rispetto ai primi undici mesi del 2019),
dell’Australia (+42,9%), nonostante quest’ultima sia stata caratterizzata da frizioni
commerciali di natura geo-politica con la Cina che hanno determinato l’imposizione da parte
di quest’ultima di dazi proibitivi che hanno colpito, in particolare, le vendite di minerali e di
prodotti alimentari e bevande, in particolare il vino, e della Malesia (+31,3%). Le importazioni
dall’Italia sono aumentate del 40,1% rispetto ai primi undici mesi del 2020 e comunque del
42,4% se i valori vengono confrontati con lo stesso periodo del 2019.

1.4) L’interscambio con l’Italia

                                Italia: interscambio di merci con l'Italia
                                              (milioni di euro)
         40.000
         30.000
         20.000
         10.000
              0
        -10.000
        -20.000
        -30.000
                                                                                              gen-set gen-set
                     2012    2013    2014    2015    2016    2017    2018    2019    2020
                                                                                               2020    2021
     Esportazioni   8.999   9.843   10.494 10.413 11.057 13.489 13.127 12.969 12.851          8.684   11.452
     Importazioni 25.006 23.071 25.075 28.232 27.346 28.460 30.889 31.663 32.256              24.354 28.088
     Saldo          -16.008 -13.228 -14.581 -17.819 -16.289 -14.972 -17.762 -18.693 -19.405   -15.670 -16.635

Fonte: elaborazioni su dati Istat

La Cina rappresenta per l'Italia un partner commerciale importante dell’Italia, anche se i
rapporti economici bilaterali sono caratterizzati da due squilibri strutturali, uno riguardante i
flussi di import/export, l'altro i flussi di investimenti. L’interscambio complessivo di beni con
la Cina (nel 2020 ottavo paese cliente, per un valore del 3% delle esportazioni totali, e secondo
paese fornitore avendo superato, nel 2020, la Francia, per una quota pari all’8,7% del totale)
rappresenta il 5,6% del valore totale dell’interscambio internazionale, per una cifra
complessiva che, nel 2020, ha superato, per la prima volta, 45 miliardi di euro (12,9 miliardi di
esportazioni e 32,2 miliardi di importazioni). Il deficit commerciale italiano, in serie storica, è
oscillato tra un minimo di 13,2 mld euro nel 2013 ed un massimo di 20,2 mld nel 2010.
Secondo i dati Istat, nel 2020, nonostante le difficoltà associate alla pandemia, le esportazioni
di merci italiane verso la Cina sono diminuite dello 0,9%, rispetto al 2019, dimostrando forte
resilienza nei confronti delle difficoltà legate alla situazione pandemica internazionale,
mentre le importazioni sono aumentate dell’1,9%. Il deficit di bilancia commerciale è quindi
aumentato di 711 milioni di euro rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore pari a
19,4 miliardi di euro.

I dati disaggregati merceologicamente mostrano i medicamenti quale principale categoria
delle vendite italiane in Cina nel 2020, per un valore di 846 milioni di euro, in aumento del

                                                                                                                12
10,3% rispetto al 2019, ed un’incidenza sul totale pari al 6,6% sul totale. In seconda posizione
della graduatoria dei principali prodotti esportati dall’Italia verso la Cina figurano gli oggetti di
rubinetteria, per 451 milioni di euro ed una quota del 3,5% sul totale, con un incremento
tendenziale del 15,2%, seguiti dagli autoveicoli per il trasporto di persone (3,4% del totale) le
cui vendite hanno subito una flessione del 2,8%, e dalle lavastoviglie (2,3% del totale, in
flessione del 4,7% rispetto al 2019). In quinta posizione si sono collocati i macchinari
specializzati (macchine lavorazione metalli, robot industriali, macchine lavorazione legno,
ecc.), per un valore di 289 milioni di euro ed una riduzione dell’8,6%, seguiti dai mobili che
hanno registrato una flessione del 13,7% rispetto al 2019. Altri principali prodotti esportati
dall’Italia in Cina nel 2020 sono stati le preparazioni catalitiche (263 milioni di euro, valore
quasi triplicato rispetto al 2019), le pompe per liquidi (228 milioni di euro pari all’1,8% del
totale, in aumento annuale del 16,9%) nonché le calzature (217 milioni di euro, corrispondenti
ad una quota dell’1,7%) le cui vendite hanno manifestato una lieve riduzione pari al 2% rispetto
all’anno precedente.

                    Italia: esportazioni verso la Cina per prodotto – 2018-2020
                                           (milioni di euro)
       Sottovoce                                      gennaio - dicembre     Quota di mercato Variazione
Rank                        Descrizione
           SA                                          (Valore: Mil. EUR)          (%)        2020/2019
                                                     2018 2019 2020         2018 2019 2020 Ammontare %
       TOTALE      Tutti i prodotti                  13.127 12.969 12.851 100,0 100,0 100,0   -118    -0,9
  1    3004        Medicamenti                        657    767     846    5,0   6,0   6,6    79    10,3
  2    8481        Oggetti di rubinetteria            297    392     451    2,3   3,1   3,5    60    15,2
                   Valige borsette, portafogli,
  3    4202        portamonete, ecc.                  390    428     438    3,0   3,3   3,4    10     2,4
                   Autoveicoli per il trasporto di
  4    8703        persone                            524    447     434    4,0   3,5   3,4   -13     -2,8
  5    8422        Lavastoviglie                      169    304     290    1,3   2,4   2,3   -14     -4,7
  6    8479        Macchine ed apparecchi             364    316     289    2,8   2,5   2,3   -27     -8,6
  7    9403        Mobili e loro parti                317    327     283    2,4   2,6   2,2   -45    -13,7
                   Iniziatori di reazione,
                   acceleranti di reazione e
  8    3815        preparazioni catalitiche           88     89      263    0,7   0,7   2,1   174    195,8
  9    8413        Pompe per liquidi                  244    195     228    1,9   1,5   1,8    33    16,9
                   Calzature con tomaia di cuoio
 10    6403        naturale                           218    221     217    1,7   1,7   1,7    -4     -2,0
                Fonte: elaborazioni su dati Istat

Dal lato delle importazioni, al primo posto degli acquisti dell’Italia dalla Cina nel 2020 sono
risultate le mascherine chirurgiche (manufatti di materie tessili) per un valore di circa 2,9
miliardi di euro, ovviamente a causa dell’emergenza Covid-19. In seconda posizione si sono
collocate le importazioni di telefoni cellulari, per un’incidenza del 7,8% sul totale ed un
aumento del 2,7% rispetto al 2019, seguite dagli acquisti di computer, per un valore di più di
1,2 miliardi di euro ed una quota del 3,9%, sebbene in flessione del 6,3% rispetto all’anno
precedente. Seguono i prodotti della pelletteria, in flessione del 35%, e dagli indumenti
confezionati con feltri, stoffe (non tessute) anche impregnati, spalmati, ricoperti o stratificati,
e cioè gli indumenti di protezione sanitaria le cui importazioni hanno raggiunto un valore di
492 milioni di euro, registrando un incremento di oltre sei volte il valore del 2019.

                                                                                                           13
Italia: importazioni dalla Cina per prodotto – 2018-2020
                                            (milioni di euro)
       Sottovoce                                     gennaio - dicembre     Quota di mercato Variazione
Rank                       Descrizione
           SA                                         (Valore: Mil. EUR)          (%)        2020/2019
                                                    2018 2019 2020         2018 2019 2020 Ammontare     %
       TOTALE      Tutti i prodotti              30.889 31.663    32.256 100,0 100,0 100,0    593      1,9
                   Manufatti di materie tessili,
  1    6307        confezionati                    100   112       2.855   0,3   0,4   8,9   2.743   2.452,1
                   Apparecchi elettrici per la
  2    8517        telefonia                      2.535 2.443      2.508   8,2   7,7   7,8    65       2,7
                   Macchine automatiche per
                   l'elaborazione
  3    8471        dell'informazione              1.362 1.328      1.244   4,4   4,2   3,9    -84     -6,3
                   Valige, borsette, portafogli,
  4    4202        portamonete, ecc.               841   856        560    2,7   2,7   1,7    -296    -34,6
                   Indumenti confezionati con
                   feltri, stoffe (non tessute)
                   anche impregnati, spalmati,
  5    6210        ricoperti o stratificati         79    81        492    0,3   0,3   1,5    412     508,7
                   Macchine ed apparecchi per
  6    8415        il condizionamento dell'aria    429   460        473    1,4   1,5   1,5    13       2,8
                   Scaldacqua elettrici;
                   apparecchi elettrici per il
  7    8516        riscaldamento ecc.              455   480        455    1,5   1,5   1,4    -25     -5,3
  8    3926        Prodotti di materie plastiche    343     374     395    1,1   1,9   1,2    22       5,8
                   Parti ed accessori di mezzi di
 9     8708        trasporto                        373     412     384    1,2   1,3   1,2    -28     -6,8
 10    8501        Motori e generatori elettrici    374     416     379    1,2   1,3   1,2    -37     -8,9
                Fonte: elaborazioni su dati Istat

Nei primi tre trimestri 2021, le vendite italiane sul mercato cinese sono aumentate del 31,9%
rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 23% se confrontate con lo stesso periodo del 2019.
I medicamenti continuano a rappresentare la principale voce merceologica delle esportazioni
italiane in Cina, tuttavia riducendo la propria incidenza sul totale (5,4%) a causa della limitata
dinamica espansiva delle vendite, pari all’1,6% rispetto ai primi nove mesi del 2020.
In seconda posizione della graduatoria si sono collocate le vendite di autoveicoli che, al
contrario, hanno fatto registrare un incremento esponenziale, pari al 94,3% rispetto allo stesso
periodo del 2020, per effetto della repentina ripresa della domanda successiva all’emergenza
epidemiologica che ne aveva pesantemente depresso le vendite.
Il confronto con le statiche di esportazione dello stesso periodo del 2019 mostra un
incremento tendenziale comunque elevato, pari al 30%. Tra gli altri principali prodotti che
hanno manifestato tassi di espansione delle esportazioni superiori alla media, si citano, in
graduatoria per valore, i prodotti della rubinetteria (+38,6%), i prodotti della pelletteria (+62%),
le turbine a gas (+240%), i compressori ad aria (+142%), le calzature (+58,8%) e gli sfridi di
rame (+143,6%).

                                                                                                             14
Italia: esportazioni verso la Cina per prodotto – gennaio-settembre 2019-2021
                                       (milioni di euro)
                                        gennaio - settembre   Quota di mercato
Ord. Sottovoce SA     Descrizione         (Valore: Mil EUR)         (%)             Variazione %
                                        2019 2020 2021 2019 2020 2021 2021/2019 2021/2020
     TOTALE         Totale              9.309 8.683 11.452 100,0 100,0 100,0 23,0 31,9
 1   3004           medicamenti           471 600      610   5,1   7,0   5,4 29,5  1,6
                    autoveicoli per
                    il trasporto di
                    meno di 10
 2   8703           persone              400    268    520     4,3   3,1    4,6   30,0        94,3
                    oggetti di
                    rubinetteria e
 3   8481           organi simili        274    332    460     3,0   3,8    4,0   67,9        38,6
                    valige e
                    valigette,
                    sacche da
                    viaggio,
                    borsette,
                    portafogli,
                    portamonete,
 4   4202           ecc.                 303    270    437     3,3   3,1    3,8   44,2        62,0
                    turboreattori,
                    turbopropulsori
                    e altre turbine a
 5   8411           gas                   98     79    269     1,1   0,9    2,4   174,5      239,6
                    pompe per aria
                    o per vuoto,
                    compressori di
                    aria o di altri
                    gas e
                    ventilatori;
 6   8414           cappe aspiranti      112     96    232     1,2   1,1    2,0   107,1      142,0
                    mobili e loro
                    parti, n.n.a.
                    (escl. mobili per
                    sedersi e mobili
                    per la medicina,
                    la chirurgia,
                    l'odontoiatria o
 7   9403           la veterinaria)      233    185    230     2,5   2,1    2,0   -1,3        24,5
                    lavastoviglie;
                    macchine ed
                    apparecchi per
                    riempire,
                    chiudere,
                    tappare o
                    etichettare
                    bottiglie,
                    scatole, sacchi
                    o altri
 8   8422           contenitori          221    209    222     2,4   2,4    2,0    0,5        5,9

                                                                                                     15
calzature con
                     tomaia di cuoio
  9   6403           naturale           163    135        214      1,8      1,6    1,9      31,3        58,8
                     cascami e
 10   7404           avanzi di rame     117       80      196      1,3      0,9    1,7      67,5        143,6
Fonte: elaborazioni su dati Istat

        Italia: importazioni dalla Cina per prodotto – gennaio-settembre 2019-2021
                                        (milioni di euro)
                                            gennaio - settembre          Quota di mercato
Ord. Sottovoce SA        Descrizione         (Valore: Mil EUR)                 (%)              Variazione %

                                           2019    2020     2021     2019 2020 2021 2021/2019 2021/2020
      Totale        Totale                   24.170 24.354 28.088 100,0 100,0 100,0           16,2       15,3
                    apparecchi elettrici per
  1   8517          la telefonia              1.604 1.619 1.821 6,6      6,7   6,5            13,5       12,5
                    macchine automatiche
                    per l'elaborazione
                    dell'informazione e loro
  2   8471          unità                       847    897 1.094 3,5     3,7   3,9            29,2       22,0
                    macchine ed
                    apparecchi per il
                    condizionamento
  3   8415          dell'aria                   418    439    520 1,7    1,8   1,9            24,4       18,5
                    valige e valigette,
                    sacche da viaggio,
                    borsette, portafogli,
  4   4202          portamonete, ecc.           680    456    499 2,8    1,9   1,8            -26,6       9,6
                    composti eterociclici,
                    con uno o più
                    eteroatomi di solo
  5   2933          azoto                       186    234    484 0,8    1,0   1,7           160,2       106,6
                    scaldacqua e scaldatori
                    ad immersione,
                    elettrici; apparecchi
                    elettrici per il
                    riscaldamento dei
                    locali, del suolo o per
                    usi simili; apparecchi
                    elettrotermici per
                    parrucchiere, p.es.
  6   8516          asciugacapelli, ecc.        354    312    465 1,5    1,3   1,7            31,4       48,7
                    prodotti di materie
  7   3926          plastiche                   286    292    419 1,2    1,2   1,5            46,5       43,2
                    motori e generatori
                    elettrici (escl. gruppi
  8   8501          elettrogeni)                321    280    402 1,3    1,2   1,4            25,2       43,5
                    trasformatori elettrici,
                    convertitori elettrici
  9   8504          statici                     279    267    399 1,2    1,1   1,4            43,0       49,6
                    parti ed accessori di
                    trattori, di autoveicoli
                    per il trasporto di
 10   8708          persone ecc.                324    291    382 1,3    1,2   1,4            17,9       31,2
               Fonte: elaborazioni su dati Istat

                                                                                                                 16
Nel periodo gennaio-settembre 2021, le importazioni dell’Italia dalla Cina sono aumentate del
15,3% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 16,2% rispetto al primo semestre 2019. Nel
periodo considerato, terminata la fase emergenziale associata alla crisi epidemiologica, i
telefoni cellulari sono tornati a rappresentare la principale voce di importazione con valori in
aumento del 12,5% rispetto ai primi nove mesi del 2020. In seconda posizione della
graduatoria si sono collocate le importazioni di computer (+22%), seguite da quelle di
condizionatori (+18,5%), di pelletteria (+9,6%) e di composti eterociclici azotati per l’utilizzo in
preparazioni farmaceutiche (+106,6%).

1.5) Le esportazioni delle regioni italiane in Cina

                 Esportazioni delle ripartizioni territoriali italiane verso la
         Italia meridionale                     Italia              Provincie diverse
                                         Cina -2020
                 550
                 4%        (milioni di euro e quote percentuali) e non specificate
                                              insulare
                                                                           14
                                                  139
                                                  1%                         0%
             Italia centrale
                  2013
                   16%

                 Italia nord-                                                  Italia nord-
                  orientale                                                    occidentale
                     4064                                                          6108
                     32%                                                           47%

       Fonte: elaborazioni su dati Istat

Nel 2020, il 79% delle esportazioni italiane verso la Cina è provenuto da imprese del Nord del
paese, rispettivamente il 47% dalle regioni del nord-ovest e il 32% dalle regioni del nord-est. Il
16% delle vendite in Cina è stato originato dalle regioni centrali della penisola, il 4% dalle
regioni meridionali e l’1% dalle regioni insulari.

Con circa 4,3 miliardi di euro è stata la Lombardia la principale regione esportatrice in Cina
nel 2020, con un valore pari ad un terzo del totale, ancorché’ lievemente in contrazione (-1,5%)
rispetto al 2019, seguita dall’Emilia Romagna, con circa 2,2 miliardi (16,7% del totale), in
aumento del 4,5%, dal Piemonte (ca. 1,5 miliardi di euro pari all’11,3%) e dalla Toscana (1,4
miliardi di euro, corrispondenti al 10,8%) che ha di poco preceduto il Veneto in quinta
posizione della graduatoria per un’incidenza del 10,6% ed una riduzione dell’8% rispetto
all’anno precedente.
Tra le principali regioni esportatrici è stata la Campania nel 2020 a far registrare il tasso più
elevato di crescita delle vendite in Cina, rispetto all’anno precedente, pari al 37,8%, seguita
dalla Toscana con il 20,9% mentre la Sicilia è stata tra le principali regioni a manifestare la
flessione maggiore, pari al 35,1%, seguita dal Lazio (-33,6%)

                                                                                                 17
Esportazioni delle regioni italiane in Cina (2019-20)
                                     (milioni di euro)
                                      0                   1000      2000          3000   4000          5000

                       Lombardia                                                                4260
                 Emilia-Romagna                                            2150
                        Piemonte                                  1461
                         Toscana                                 1395
                           Veneto                                1363
             Friuli-Venezia Giulia                  418
                           Liguria                 341
                             Lazio                 299
                          Marche               253
                        Campania               240
                            Puglia            180                        2019     2020
             Trentino Alto Adige              133
                            Sicilia           129
                          Abruzzo             99
                          Umbria          66
             Valle d'Aosta/Vallée…        46
                           Molise         14
                         Calabria         13
                        Sardegna          10
                        Basilicata        4

              Fonte: elaborazioni su dati Istat

Nei primi nove mesi del 2021, le esportazioni della Lombardia verso la Cina sono aumentate
ad un tasso pari al 31,4%, rispetto al periodo gennaio-settembre 2020, lievemente inferiore a
quello aggregato. In seconda posizione, l’Emilia-Romagna ha fatto registrare un incremento
delle proprie vendite sul mercato pari al 35,2%, portando al 17% la propria incidenza sul totale.
Tuttavia, è stata la Toscana ad aver manifestato il tasso di incremento più elevato delle
esportazioni verso il paese asiatico, aumentato del 61,7% rispetto ai primi tre trimestri del
2020, per effetto del quale ha superato il Piemonte in terza posizione della graduatoria
regionale delle esportazioni italiane in Cina, passando dal 10% al 12,2% del totale. Peraltro,
anche il Piemonte ha mostrato una dinamica delle proprie vendite superiore a quella
aggregata (+41,2%), aumentando la propria quota dal 10,9% all’11,7%. In quinta posizione, il
Veneto ha visto ridurre la propria incidenza dal 10,6% al 9,4% per effetto della crescita delle
proprie esportazioni rivelatasi ampiamente inferiore alla media (+17,2%). In sesta posizione,
il Lazio ha invece fatto registrare una sensibile accelerazione delle vendite delle proprie
imprese pari al 63,2% rispetto ai primi nove mesi del 2020. Tassi di espansione tendenziale
superiori alla media sono stati conseguiti anche dalla Sicilia (+48,7%) e dal Trentino Alto Adige
(+37,5%). In controtendenza, Friuli Venezia Giulia, Campania, Puglia e Molise hanno mostrato
una contrazione delle proprie esportazioni verso la Cina nel periodo considerato,
rispettivamente pari, in ordine di importanza per valori esportati, al 7,1%, al 32,4%, al 3,7% e
all’1,9%.

                                                                                                              18
Esportazioni delle regioni italiane in Cina – gennaio/giugno 2020-2021
                                        (milioni di euro)
Ord. Regione                          Valori                          Var. %           Quote %
                            gen-set 2020 gen-set 2021               2021/2020        2020 2021
  1   Lombardia                2.944         3.868                      31,4         33,9   33,8
  2   Emilia-Romagna           1.442         1.949                      35,2         16,6   17,0
  3   Toscana                   865          1.399                      61,7         10,0   12,2
  4   Piemonte                  948          1.339                      41,2         10,9   11,7
  5   Veneto                    923          1.081                      17,2         10,6    9,4
  6   Lazio                     207           338                       63,2          2,4    3,0
  7   Friuli-Venezia Giulia     300           279                       -7,1          3,5    2,4
  8   Liguria                   194           246                       26,7          2,2    2,1
  9   Marche                    178           218                       22,6          2,0    1,9
 10   Sicilia                   103           153                       48,7          1,2    1,3
 11   Campania                  190           128                      -32,4          2,2    1,1
 12   Trentino-Alto Adige        92           126                       37,5          1,1    1,1
 13   Puglia                    125           120                       -3,7          1,4    1,1
 14   Abruzzo                    60           77                        29,3          0,7    0,7
 15   Umbria                     41           54                        30,5          0,5    0,5
 16   Valle d'Aosta              34           36                        6,5           0,4    0,3
 17   Calabria                   10           11                        14,6          0,1    0,1
 18   Molise                     11           11                        -1,9          0,1    0,1
 19   Sardegna                   7             9                        23,5          0,1    0,1
 20   Basilicata                 3             3                        2,4           0,0    0,0
      Provincie diverse          9             8                       -14,9          0,1   0,1
      e non specificate
      ITALIA                        8.684            11.452             31,9         100,0 100,0
Fonte: elaborazioni su dati Istat

1.6) La presenza di aziende italiane in Cina

Secondo la rilevazione più recente dell’Istat, aggiornata al 31 dicembre 2018, le imprese a
controllo italiano stabilitesi in Cina continentale, in varia modalità di presenza, erano 1.145,
alle quali sono complessivamente riconducibili 137.934 addetti, di cui 80.994 in imprese
industriali, pari al 58,7%, e 56.940 in imprese commerciali e di servizio (41,3%) per un fatturato
pari a 17,7 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi (65%) derivanti dalle attività industriali e 6,2 da
quelle commerciali e terziarie (35%). A tali dati occorre aggiungere le 303 imprese a capitale
italiano presenti ad Hong Kong con 6.561 addetti che generano un fatturato di 5,3 miliardi di
euro. Va tenuto presente che queste statistiche considerano esclusivamente le imprese cinesi
controllate da investitori italiani e non tengono conto delle joint venture tra imprese italiane e
cinesi in cui la quota dell’impresa italiana è paritaria o minoritaria.
Negli ultimi anni, si è notevolmente ampliato lo spettro dei settori di attività delle imprese
italiane in Cina. Mentre, infatti, negli anni novanta, gli investimenti si erano concentrati
soprattutto nel settore automobilistico, nella meccanica strumentale e nelle attività

                                                                                                   19
manifatturiere a medio-bassa intensità tecnologica dei settori tipici del modello di
specializzazione dell’Italia, a partire dal nuovo millennio si sono registrate importanti iniziative
di presenza in altri settori industriali, quali l’alimentare, i prodotti in metallo, i prodotti in
gomma e plastica, i prodotti elettrici ed elettronici e la filiera medicale. Inoltre, si segnalano
investimenti in altre attività quali il settore energetico, le costruzioni, il commercio al dettaglio
nonché alcune attività di servizio, come la consulenza aziendale, i servizi legali o la logistica.
Negli ultimi anni si segnalano investimenti significativi nell’ambito del comparto
manifatturiero da parte del gruppo FCA, di Brembo, di UTI filters nell’ambito del settore
automobilistico e della componentistica, di Prysmian Group nel settore dei cavi, di Ferrero nel
settore alimentare. Nel paese sono anche attive ENI, Enel X, Leonardo e Fincantieri con
importanti progetti di espansione. In particolare, nel settore della cantieristica navale e’
recentemente divenuta operativa la joint venture tra Fincantieri e il gruppo China State
Shipbuilding Corporation (CSSC) per la costruzione della prima nave da crociera realizzata in
Cina per il mercato cinese.
Nel 2020, secondo i dati Istat, sono state 16.418 le imprese esportatrici in Cina per un valore
medio unitario di 743.000 euro.

2.) Piani governativi di sviluppo

2.1) La “doppia circolazione”

Tra i recenti indirizzi strategici delle politiche di sviluppo economico di lungo periodo della
Cina si annovera il paradigma della “doppia circolazione”, termine utilizzato dal Presidente Xi
Jinping il 14 maggio 2020, in occasione della riunione del Politburo del Partito Comunista
cinese, e diventato una delle priorità del XIV piano quinquennale di sviluppo (2021-2025),
destinato a forgiare la politica economica e gli obiettivi di medio periodo del paese.

                        Il nuovo paradigma della “doppia circolazione”

                                                                                                  20
In sintesi, la strategia della doppia circolazione si basa su un modello in cui la “circolazione
interna” rappresenterà il perno prioritario delle politiche di sviluppo economico e la
“circolazione internazionale” il suo complemento. Il fondamento logico è di promuovere
maggiore crescita sostenibile nel lungo periodo rendendo la Cina meno dipendente da fattori
al di fuori del proprio controllo. Più in dettaglio, la circolazione interna implica riforme
strutturali ed obiettivi dal lato della domanda e dell’offerta dell’economia cinese. Dal lato della
domanda, l’obiettivo è di promuovere i consumi interni e di aumentare gli investimenti in
specifici progetti infrastrutturali (ad es. protezione ambientale, digitalizzazione,
decarbonizzazione, ecc.). Dal lato dell’offerta, l’obiettivo è di incoraggiare le imprese
industriali cinesi a diventare meno dipendenti da forniture e approvvigionamenti dall’estero.
Allo stesso tempo, la circolazione internazionale significa che la Cina continuerà a
promuovere i flussi esterni di merci e di capitali. Le esportazioni resteranno un driver
addizionale di crescita, mentre proseguiranno le riforme per liberalizzare la bilancia dei
pagamenti in conto capitale per attirare investimenti diretti e rafforzare il mercato dei capitali.
È importante notare come i principi alla base della strategia della doppia circolazione non
siano completamente nuovi. Il paese si è posto l’obiettivo di riequilibrare la propria economia
verso il mercato interno per oltre un decennio, a partire dalla crisi finanziaria globale.
Quello che differisce ora rispetto al riequilibrio precedente è che la Cina ambisce nel lungo
periodo ad utilizzare la produzione interna per accrescere la domanda, piuttosto che le
importazioni. Questa strategia è stata implementata a partire dal 2015, quando le autorità
hanno introdotto il programma Made in China 2025 che si proponeva l’obiettivo di
ammodernare la base manifatturiera e consentire ad alcuni settori di diventare
progressivamente più autonomi rispetto agli input di provenienza estera. Mentre il Made in
China 2025 non viene più nominato direttamente, in quanto rappresenta un punto di tensione
con gli Stati Uniti, che lo hanno bollato come politica protezionistica, i principi della tecnologia
indigena e dell’autonomia industriale permangono con la strategia della doppia circolazione
ed il rischio è che l’orientamento verso l’autosufficienza sia destinato a perdurare a scapito
dei partner commerciali.

2.2) Il XIV Piano Quinquennale e la “China Vision 2035”

Nel mese di marzo 2021, i delegati del Congresso nazionale del popolo cinese hanno
approvato il XIV Piano Quinquennale e la strategia di lungo periodo fino al 2035.
Il Piano Quinquennale stabilisce i principali obiettivi e le priorità di politica economica per i
prossimi cinque anni (2021-2025). Il piano indica anche le priorità di politica estera e fornisce
indicazioni ai governi locali sulla tipologia di progetti di investimento da attuare in futuro. Al
contrario, la strategia di lungo periodo al 2035 è meno specifica e si limita ad affermare gli
obiettivi desiderati per i prossimi 15 anni, nella speranza di aver completato il processo di
modernizzazione e di aver raggiunto lo status del medio reddito.
Il XIV Piano Quinquennale contiene un insieme di 20 indicatori che sottolineano le priorità e
le ambizioni del governo cinese.
Un cambiamento rilevante, rispetto al precedente Piano Quinquennale, è la mancata
enunciazione di obiettivi di crescita del PIL. Mentre nella precedente edizione veniva stabilito
un obiettivo di crescita annuale del 6,5%, il quattordicesimo Piano Quinquennale stabilisce
semplicemente che gli obiettivi di espansione annuale devono essere ragionevoli e stabiliti a

                                                                                                 21
seconda delle circostanze. Ciò non significa che il governo cinese abbia rinunciato agli
obiettivi di crescita – peraltro per il 2021 gli stessi sono fissati al 6% - ma si sottintende che i
responsabili della politica economica desiderino avere più ampi margini di manovra per
allineare le proprie priorità a seconda degli sviluppi della situazione interna ed internazionale.
Scienza e tecnologia sono in cima alle priorità del 14° Piano Quinquennale che si pone
l’obiettivo di migliorare le capacità tecnologiche della Cina in sette pilatri principali, riducendo
la dipendenza del paese dalle forniture di componenti e dalle catene di approvvigionamento
straniere. I sette pilastri sono i seguenti: Intelligenza Artificiale, tecnologia quantistica, circuiti
integrati, neuroscienze e reti neurali, genomica e biotecnologie, scienze della salute,
esplorazione spaziale, marittima e polare. Per il 2025 questi ed altri settori emergenti
dovrebbero rappresentare il 17% del PIL cinese. Per raggiungere tali obiettivi, il Piano prevede
la promozione di Pechino, Shanghai, Greater Bay Area e la capitale dell’Anhui , Hefei (centro
di ricerca cinese per la fisica quantistica) in centri internazionali per la scienza e la tecnologia,
assorbendo l’8% dei finanziamenti complessivi.

                            Il XIV Piano quinquennale del governo cinese
                                                               13o PQ
                                                                                     14o PQ            2020
                                                               (fino al
                                                               2020)*            (fino al 2025)

                                                             > 6.5%/anno                                2.3%

                                                                           Ragionevolmente alto ma a
               Crescita del PIL (%)
                                                                            seconda della situazione
   Sviluppo
  economico

               Crescita produttività del lavoro (%)          >6.6%/anno           > crescita PIL        2.5%

                                                                 60%                  65%              60.5%
               Tasso di urbanizzazione della popolazione
               permanente (%)

               Crescita della spesa in R&S (%)                  2.5%               >7%/anno             2.4%

                                                                 12                    12                6.3
               Numero brevetti per invenzioni ad elevato
               valore per 10.000 abitanti (unità)
 Innovazione

                                                                N/A                   10%               7.8%
               Valore aggiunto dei settori di economia
               digitale In percentuale del PIL (%)

               Crescita del reddito disponibile pro capite
                                                                >6.5%             = crescita PIL
               (%)                                                                                       2.1

               Tasso di disoccupazione urbano (%)               N/A
2.5             3.2                2.9
                  Numero di medici per
    Benessere
                  migliaia di residenti (persone)

                                                                      90%
                  Tassi di partecipazione alla pensione                                95%
                  minima di base (%)                                                                     91%

                  Numero di asili per bambini al di sotto dei
                                                                                       4.5
                  3 anni per migliaia di residenti                    N/A                                 1.8

                  Aspettativa media di vita (anni)                  + 1 anno        + 1 anno           77.3*

                                                                                     -13.50%             N/A
                  Riduzione del consumo di energia per unità
                  di PIL (%)                                          -15%

                                                                                      -18%               N/A
                  Riduzione emissioni di biossido di carbonio
                                                                      -18%
                  per unità di PIL (%)

                                                                                     87.50%              87%
    Ambiente      Proporzione dei giorni con buona qualità
                  dell’aria a livello di prefettura e di città di    >80%
                  fascia alta (%)

                                                                                       85%            83.40%
                  Proporzione della superficie idrica
                                                                     >70%
                  classificata a livello III o migliore (%)

                  Tasso di copertura forestale (%)                   23.04%          24.10%           23.2%*

                                                                                                      664
                                                                      N/A       > 650 milioni/anno
                                                                                                     milioni*
                  Capacità di produzione di alimenti
    Sicurezza
                  (tonnellate)
alimentare ed
                  Capacità di produzione di energia
                                                                      N/A      >4.6 miliardi/anno        N/A
    energetica
                  (tonnellate equivalenti)

•     dati 2019

Per quanto il Piano non contempli l’attuazione della promessa fatta dal Presidente Xi Jinping
alle Nazioni Unite, nel mese di settembre 2020, di voler raggiungere la completa
decarbonizzazione per il 2060, le principali priorità riguardano il miglioramento dell’efficienza
energetica, l’espansione delle fonti di energia rinnovabile e la modernizzazione della rete di
trasmissione e distribuzione. Di conseguenza il Piano stabilisce la riduzione dei consumi di
energia e le emissioni di biossido di carbonio per unità di PIL rispettivamente del 13,5% e del
18% per i prossimi cinque anni. Allo stesso tempo, le fonti di energia rinnovabile (eolica,
solare, idroelettrica e nucleare) dovrebbero aumentare al 20% del mix energetico rispetto al
16% del 2019. A tal fine, la Cina ambisce a creare una rete nazionale di trasmissione

                                                                                                            23
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